Accogliente Lampedusa
Lampedusa, per me.
Lampedusa ti apre le braccia per mostrarti la sua parte migliore evidente, la bellezza e il blù prepotente e cristallino del suo mare, la sabbia morbida che lo accoglie, le rocce calde che brillano al sole, la terra brulla che si accende col calore, il suo cibo ricco, non solo nutrimento ma appagamento nella forma più completa del senso del gusto.
Accogliente per chi arriva dal continente o dalle isole, per apprezzare le meraviglie che vengono rivelate con fierezza ed orgoglio.
Lampedusa è punto d’incontro tra Africa ed Europa, passaggio di orario in pochi passi sulla spiaggia più bella dell’isola, una porta che segna il punto più lontano del nostro continente e, insieme, le tragedie del mare.
Lampedusa è un utero per le tartarughe che tornano nel luogo natio per deporre le uova, è protezione per loro e cura.
Lampedusa è trovare le tracce delle zampe di un cane, che è passato sul sedile della tua Mehari, durante la notte.
Lampedusa e l’attesa di un tramonto percorrendo le sue strade deserte, o davanti a una roccia a picco sul mare.
E mentre tu guardi l’immensa bellezza, con gli occhi che brillano e i sensi che si accendono e battono le mani, succede altro.
Lampedusa non è solo quello che appare. Lampedusa è quello che si vede e quello che non si vede.
A Lampedusa, in vacanza, se vuoi, puoi tenere gli occhi chiusi e non ti accorgi di niente. Ma se la coscienza ti chiama puoi vedere e ascoltare.
Lampedusa è chiederti, guardando l’orizzonte, se qualcosa sta accadendo in quel mare, a nostra insaputa; è sentire salire un senso di impotenza; è stima per chi ha il coraggio di un leone, di lasciare tutto, di affrontare quel mare, talvolta impetuoso e crudele, o assassino, e di scegliere di rischiare anche la morte, per il sogno di nuova vita, che possa essere definita tale.
Lampedusa è l’umanità delle persone che accolgono, che credono ancora nella dignità della vita.
Lampedusa è un traghetto che va e viene a Cala Pisana; è la nave quarantena, piena di storie tremende di esseri umani; è la barca della guardia costiera piena di persone appena sbarcate, e salve, a bordo; è le parole forti e toccanti di chi lavora alla frontiera, di chi sente il bisogno di condividere, dolore, morte, rinascita, verità.
Lampedusa ha 2 facce ma la stessa accoglienza.
Lampedusa ti accoglie e ti avvolge con la sua bellezza, ti stravolge con la sua storia, i suoi racconti. Lampedusa ti tocca e ti resta dentro.
Lampedusa per me è un cancello sul mare. E’ il b&b di Cala Pisana: un bagno al mattino, quando ancora la spiaggia è deserta. Camminare sulle rocce che scendono a picco, fino a Cala Creta e sentire il calore del sole che sale. Ammaliarmi con i profumi intensi del mare, delle piante, dei frutti dell’orto, deliziarmi di tutti i colori che vedo intorno. E’ andare in giro per spiagge e restare incantata.
E’ avere davanti lo spettacolo più bello di sempre, il mare. E’ ascoltare i racconti dei testimoni, di tragedie e salvatagg. E’ leggere un libro che parla di lei e di loro, dei naufragi, degli abissi, di fronte a quel mare, e provare qualcosa di indefinibile. E’ visitare un cimitero con tombe senza nome e croci fatte col legno di barche naufragate, e sentire risuonare dentro le parole di Emily Dickinson scritte all’ingresso: “Per uno sconosciuto gli sconosciuti non piangono”.
E’ toccare il coraggio di chi cerca una vita migliore, da una parte, e l’umanità delle persone che si prestano, lavorano e accolgono dall’altra. L’inferno che, con coraggio da ambo le parti, viene attraversato. E vedere la grande capacità, insita in tanti, di non arrendersi.
Lampedusa è un pensiero: che tutti gli esseri umani desiderano essere accolti.
Lampedusa è un pezzetto d’Italia, in tutto per tutto, in mare d’Africa.
Chi rifiuta
chi accoglie
chi non si arrende.
Chi resta umano.
luglio 2021
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bello quello che hai scritto grazie