Alla riscoperta di NAPOLI
Non andavo a Napoli da tantissimi anni, e nonostante ricordassi molto poco della città, sono rimasta stupita da quanto l’ho trovata trasformata.
Ci sono stata più volte in passato, per turismo o per frequentare corsi, o di passaggio per andare ad Ischia; l’ho visitata con amici napoletani, e anche ospite in un tradizionale “basso napoletano“.
È stato molto piacevole trovare questa città dai tanti volti e con la sua forte personalità, riqualificata, curata, e organizzata, e con la solita vivacità che la contraddistingue.
I quartieri spagnoli, una volta conosciuti come malfamati, tanto che veniva consigliata la visita con molta cautela, periferia povera e ad altissima “fragilità sociale”, sono stati oggetto di “rigenerazione urbana e sociale” e diventati una delle principali attrazioni per il turismo, pur mantenendo le caratteristiche popolari, i panni stesi, il disordine nei vicoletti, le edicole votive, le moto, le scritte, con l’aggiunta di di dipinti sui muri, poesie, aforismi e frasi celebri dei suoi personaggi famosi, o della saggezza napoletana
Le metropolitane, che raggiungono profondità importanti nel sottosuolo, tanto da avermi fatto impressione, come scendere nel centro della terra, appaiono nuove e ben tenute: la più famosa, Toledo station, è stata considerata una delle più belle d’Europa, con il suo grande cono di luce, il “Crater de Luz“, vera e propria opera d’arte contemporanea
E assieme alle funicolari collegano bene la città.
Edifici, chiese, piazze e monumenti, da visitare durante il giorno, sono splendidamente illuminati la sera.
La ricettività alberghiera ha preso piede in palazzi storici, appartamenti, e nei bassi napoletani ristrutturati.
Nel centro città mi sono sentita tranquilla e sicura, grazie anche alla presenza di parecchie forze dell’ordine, e attorniata da persone gentili che si fermano se ti vedono con una mappa in mano alla ricerca di una strada, per indicarti il percorso, e venditori ambulanti che cercano di venderti qualcosa in modo simpatico ma senza troppa invadenza
Una città insomma, davvero piacevole e interessante, per tutti i suoi volti: quello dei suoi bei monumenti da visitare, quello delle strade della tradizione del centro storico, quello delle moderne ed eleganti vie dello shopping, quello dei panorami sul Vesuvio dal lungomare o sulla città dall’alto, quello del suo cibo, unico e delizioso.. e anche quello dell’amore per il calcio, che proprio in questo mese di giugno 2023, con il terzo scudetto vinto dal Napoli, viene celebrato in ogni strada e in ogni palazzo, da striscioni e addobbi bianchi e azzurri, con la consueta enfasi che caratterizza il popolo partenopeo, insieme all’ovunque presente ricordo dell’amato Maradona
Ho trovato una città capace di sconfiggere i luoghi comuni che si porta dietro da anni, e con tanti luoghi di cultura, già presenti in passato, ma ora valorizzati, tanto che 2 giorni non sono sufficienti neppure per vedere i più importanti!
Una città molto diversa da quella che avevo visitato 30/40 anni fa, che ho vissuto come fosse una città nuova, e che mi ha lasciato anche una gran voglia di tornarci.
Visita di un giorno e mezzo a Napoli
L’itinerario che ho studiato per visitare Napoli è stato il seguente:
-il primo giorno l’abbiamo dedicato alle zone centrali a sud della città: piazza Municipio, Maschio Angioino, Galleria Umberto I, Teatro San Carlo, piazza Plebiscito, Castel dell’Ovo, lungomare Caracciolo e parte della riviera di Chiaia, salendo per un veloce giro al Vomero e a Castel Sant Elmo per godere del panorama.
-il secondo giorno l’abbiamo dedicato al centro storico e ai quartieri spagnoli.
Ovviamente, con così poco tempo, non siamo riusciti a visitare l’interno di gran parte dei monumenti.
Il primo giorno
Metropolitana di via Toledo
Via Toledo è una bella ed elegante strada pedonale, piena di bei palazzi e negozi che divide i quartieri spagnoli dalla parte sud della città.
Una delle principali attrazioni di questa via è la stazione della metropolitana della linea 1, di cui avevo visto molte fotografie, immagini quasi irreali, che avevano destato in me una forte curiosità, e che hanno valso al luogo la nomea di stazione metropolitana più bella d’ Europa. E in effetti è davvero bella: progettata dall’architetto spagnolo Óscar Tusquets, la parte che richiama gli abissi marini, quella più fotografata, mi ha fatto letteralmente impazzire, con quel grande cono di luce che cambia colore in centro sulle scale mobili
C’è un gioco di luci led, che quando si accendono sembrano stelle.
Attorno al cono di luce, mosaici blu che diventano onde.
Prima di arrivare in questo punto, si attraversa un tratto dove ai lati sono presenti due pannelli fotografici che rappresentano il mare che, camminando, danno l’effetto delle onde che si muovono: un’opera che si chiama By the sea… you and me
Nell’atrio, impossibile non notare il mosaico con 16 figure umane dal titolo Ferrovia Centrale per la città di Napoli, 1906 (Naples Procession), che spunta di fronte per chi sale le scale, di William Kentridge, autore anche di un altro mosaico che si trova sempre nella stazione. E queste sono solo alcune delle opere presenti
All’uscita della stazione Toledo, un Maradona che palleggia dà il benvenuto in città: pare sia sempre presente (e infatti l’abbiamo visto entrambi i giorni, come fosse un monumento 😁)
Maschio Angioino, Teatro San Garlo, Galleria Umberto I, Piazza Plebiscito e Palazzo reale
Dalla trafficata via Medina, parallela di via Toledo, passando per Piazza Municipio, siamo arrivati al Maschio Angioino, o Castelnovo, in un area attualmente oggetto di manutenzione: il bel castello medievale, con le sue grandi torri cilindriche, simbolo della città, fu sede reale quando la capitale del regno venne spostata da Palermo a Napoli.
Proseguendo si incontra il Teatro San Carlo, uno dei più prestigiosi del mondo, e di fronte la bella Galleria Umberto I
A pochi passi ci si trova già in piazza Plebiscito, una delle più grandi d’Italia, nei miei ricordi ancor più grande, con il suo bel colonnato, e le statue equestri dei re di Napoli
E’ ancor più affascinante la sera, illuminata da luci blu
Dietro, la cupola della basilica di San Francesco da Paola, e di fronte il palazzo Reale.
La pizza fritta e il caffè nei locali storici
Essendo ora di pranzo ci siamo fermati nella vicinissima Piazza Trento Trieste, all’Antica pizza fritta da Zia Esterina Sorbillo dal 1935 , locale storico, da dove si scorge la fine di via Toledo: i pizzaioli sono ben organizzati e velocissimi a preparare una pizza espressa buonissima. Non ci sono posti a sedere ma la pizza fritta qui è imperdibile
La sosta successiva è stata nel vicino storico Gran caffè Gambrinus
E’ all’inizio di via Chiaia, e mi ha ricordato i caffè di Trieste: ottimi sia i dolci che il caffè, e il locale è davvero stupendo.
Il lungomare: Via Partenope, Castel dell’Ovo, il lungomare Caracciolo, la riviera di Chiaia
Da Piazza del Plebiscito ci siamo diretti sul lungomare Nazario Sauro, dove all’orizzonte, si può ammirare la sagoma del Vesuvio.
Proseguendo, si arriva fino a Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli (1128), uno dei simboli di Napoli, sull’isolotto di Megaride, collegato alla terraferma da solo una strada
La zona dietro al castello è davvero carina, piena di localini, in stile molto marinaro che guarda il porticciolo di Santa Lucia con le sue imbarcazioni ormeggiate
Da qui inizia il lungomare Caracciolo: ci siamo riparati dal sole cocente di fine giugno raggiungendo più velocemente possibile l’area ombreggiata dei giardini della riviera di Chiaia
Ci siamo spostati poi verso la zona centrale di Chiaia, salendo fino a Piazza Amedeo, un incrocio di strade niente di che, dove abbiamo preso la funicolare di Montesanto per salire al Vomero.
Il Vomero e Castel Sant’Elmo
Il Vomero è un bel quartiere ancora diverso dagli altri, una zona residenziale sulla parte collinare della città: elegante, con bei negozi e bei viali alberati, in cui è molto gradevole passeggiare
Domina il quartiere Castel Sant’Elmo, un castello medievale del 1300, che affaccia su un piazzale chiamato Largo San Martino, da dove si può ammirare un panorama splendido sulla città (e da dentro al castello dicono anche a 360 gradi). Da qui le scale della Pedamentina portano verso il centro città, arrivando a Corso Vittorio Emanuele, con una bella passeggiata, da dove il paesaggio su Napoli si può ammirare da diverse angolature
La nostra prossima meta era di nuovo via Partenope per la cena: con l’aiuto di Google maps abbiamo percorso discese, curve e stradine fino ad arrivare in via Nicotera e sceso le scale di Chiaia, senza accorgerci che eravamo al ponte di Chiaia, che dal basso sembra solo un arco: incredibile pensare che poco distante, dietro, c’è Piazza Plebiscito! Proseguendo per la piacevole via Chiaia, passando da piazza dei Martiri, e poi da piazza della Vittoria, siamo tornati di nuovo in via Partenope, piena di ristoranti e di begli hotel, ancora più bella con l‘illuminazione della sera, Castel dell’Ovo incluso
La pizza di Napoli
Da amante della pizza, prima di partire, ho raccolto consigli da amici e in rete, per mangiare la pizza migliore di Napoli. La scelta è caduta sulla pizzeria storica Sorbillo: ce ne sono più di una in citttà, noi abbiamo scelto quella di via Partenope, sul lungomare. Da Sorbillo non accettano prenotazioni, ma arrivando non tardi abbiamo fatto poco coda prima che ci assegnassero un tavolo: la pizza era davvero stratosferica!
Il secondo giorno
Il centro storico
Il giorno dopo per colazione volevo provare il fiocco di neve di Poppella, altra specialità di Napoli, quindi siamo andati a quello più vicino al nostro alloggio, in via Santa Brigida. Il fiocco di neve è una brioche molto leggera e soffice tonda che viene riempita con crema di latte e ricotta, pistacchio o cioccolato. Io ho assaggiato quella con crema di latte e ricotta e confermo che è una cosa divina!!
Da qui poi siamo saliti in via Toledo per dirigerci verso il centro storico.
Mercato Pignasecca e Spaccanapoli
Percorrendo via Toledo, siamo arrivati a piazza della Carità; ho visto una strada molto vivace con un mercato: era il famoso mercato della Pignasecca, parte dei quartieri spagnoli, dove si trova un po’ di tutto, pesce fresco e altro cibo, oggettistica per la casa, souvenir, abbigliamento, ecc.
Da qui ci siamo diretti poi verso Spaccanapoli, il decumano che divide la parte antica di Napoli in 2: il lungo un rettilineo è composto da ben 7 strade. La zona mi è piaciuta davvero molto, si trova tutto il classico folklore napoletano, c’è grande vivacità e si incontrano durante il cammino piazze e monumenti molto belli.
Piazza del Gesù nuovo
Prima tappa, dopo aver preso Spaccanapoli è l’apertura su piazza del Gesù nuovo, bellissima sia per l’obelisco barocco dell’immacolata al centro, che per la chiesa omonima, con una facciata caratteristica di bugnato a diamante, che avevo già visto al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (pare ce ne siano solo 3 al mondo). All’interno, lo stile barocco della chiesa la rende piena e ricca, contrapponendosi a quello davvero essenziale di Santa Chiara, quasi di fronte.
Complesso Monumentale di Santa Chiara
Il complesso monumentale di Santa Chiara spicca nella vista del panorama di Napoli, con l’alto campanile e i tetti verdi
Si accede al complesso attraverso un arco davanti alla Basilica gotica di Santa Chiara, al cui interno l’essenzialità è la sua bellezza
Il complesso, la cui costruzione iniziò nel 1310, è composto da due conventi, uno francescano e uno delle clarisse, ma la parte più bella e famosa è sicuramente il grande chiostro, con archi a sesto acuto che guardano la parte centrale e formato da pilastri ottagonali e panchine rivestiti di maioliche, e ricco di alberi di arance, che mi hanno riportato subito coi ricordi a Siviglia
Da non perdere anche il grande presepe napoletano del 1700, con personaggi rappresentati come nell’epoca in cui è stato fatto, con la scena creata in cartapesta e legno. Davvero molto bello!
Si accede al complesso, chiesa esclusa, facendo il biglietto in loco.
Cappella Sansevero e Cristo velato
La visita al museo della Cappella Sansevero da sola vale il viaggio a Napoli
La scultura del Cristo velato, posta al centro dell’edificio (non sono permesse foto all’interno), opera di Giuseppe Sanmartino, del 1753, mi ha profondamente emozionato: quel velo sottile sul Cristo sdraiato, che mostra i segni della sofferenza e della croce, è davvero impressionante, sembra impossibile che sia fatto di marmo! Ma la Cappella Sansevero, voluta dal principe Raimondo di Sansevero, ha altre opere bellissime degne nota: la statua della Pudicizia, commissionata in onore della madre, che rappresenta una giovane donna coperta anche in questo caso da un leggerissimo velo e soprattutto mi è piaciuta la statua in onore del padre, chiamata il Disinganno, dove un uomo è avvolto da una rete che copre parte del corpo, che per me è stato altrettanto impressionante quanto il velo del Cristo.
Molto interessante leggerne il significato, notando tutti i particolari. Inoltre, degni di nota sono la volta affrescata, il pavimento a labirinto, la lapide del principe con scritte su marmo in rilievo (all’opposto del consueto, scavate) le Macchine anatomiche, ovvero due scheletri con sistema cardiovascolare, vene e arterie a vista, che pare siano stati fatti di fil di ferro e cera, e che mostrano l’interesse per l’anantomia di quel periodo.
Meglio acquistare i biglietti on line per non rischiare di non trovarli disponibili
https://www.museosansevero.it/
San Gregorio Armeno, la strada dei presepi
Altra traversa di Spaccanapoli è San Gregorio Armeno, la strada conosciuta per le botteghe artiginali dei presepi: qui si possono ammirare delle statuine davvero particolari e che testimoniano grande creatività, ma anche tnte altre creazioni fantasiose!
Il Duomo
Perpendicolare a Spaccanapoli si incontra, via Duomo, che conduce alla Cattedrale di San Gennaro, o chiesa di Santa Maria Assunta, non su una piazza o su una via pedonale, ma con una facciata gotica molto imponente.
L’interno è un tripudio di barocco, e sul lato destro si può accedere alla cappella di San Gennaro, dove viene conservato il sangue del Santo che 3 volte l’anno, è oggetto di attenzione per il fenomeno della liquefazione: secondo i credenti è un miracolo, mentre secondo gli scienziati sarebbe un normale fenomeno chimico con una spiegazione scientifica.
L’ingresso è gratuito.
A Spaccanapoli ci siamo fermati a pranzo alla Trattoria Cerriglio, dove abbiamo mangiato molto bene, e alla Taralleria Leopoldo Infante in via San Biagio dei Librai abbiamo assaggiato dei taralli: io pensavo che i taralli fossero caratteristici solo della Puglia, invece ci sono anche quelli napoletani, più grandi, quelli classici farciti con suga, pepe e mandorle, e da gustare anche caldi
In piazza San Gerolimini ho cercato il murales di Bansky, la Madonna con la pistola: non è facilmente individuabile perchè la piazza è piccola e occupata prevalentemente dalla chiesa omonima, su via dei Tribunali. Il murales è accanto all’ingresso di un ristorante, protetto da un vetro, e l’immagine è un po’ sbiadita e rovinata alla base, per cui non risalta particolarmente
Le stradine limitrofe sono molto vivaci, percorrendole si trovano particolari interessanti
e per tutti gli interessi, come via dei Musicisti
I quartieri spagnoli e i murales
A lato di via Toledo ci sono i quartieri spagnoli: abbiamo imboccato via Montecalvario, salendo tra panni stesi, baracchini di cibo o souvenir, motorini, cartoncini appesi, o fogli sui muri con frasi celebri, motti, ecc.
In particolare la zona è conosciuta anche per i murales dei personaggi cari alla città, e noi volevamo raggiungere i più rinomati, ovvero quelli di Maradona,
che ha a fianco la Pudicizia
quello in omaggio a Edoardo De Crescenzo
e quelli Totò, a cui è dedicato un intero vicolo
Non ci si deve aspettare dei murales curati, coi colori brillanti: alcuni dimostrano un po’ di anni, ma nel contesto sono comunque belli e caratterizzano la città.
Napoli, il terzo scudetto e Maradona
Manifesti, foto, murales, striscioni di Maradona, ringraziamenti, e angoli a lui dedicati credo che facciano ormai parte integrante della città, si trovano in più punti in omaggio al calciatore dopo la scomparsa nel 2021. In via Emanuele De Deo, al 60, salendo un bel po’, nei quartieri spagnoli, c’è il murales più famoso, diventato meta di pellegrinaggio dei tifosi, ma anche attrazione per i turisti, con tanto di banchetti di souvenir, angoli per le foto ecc.
Quest’anno si è aggiunta la vittoria del terzo scudetto della squadra del Napoli e non c’è angolo in città dove non si celebri questo evento: striscioni sui palazzi, magliette dei giocatori, festoni bianco azzurri sulle strade
Persino nel parking dove abbiamo lasciato l’auto campeggiava sopra al nostro spazio uno striscione, e lo staff indossava magliette col richiamo alla vittoria! E chissà per quanto tempo rimarrà questa atmosfera festosa!
Il nostro Alloggio a Napoli: Galleria Sanfelice
In città abbiamo alloggiato presso Galleria Sanfelice, una residenza con 6 camere, all’interno di un bel palazzo storico, ubicato in zona strategica
sulla trafficata via Sanfelice (ma la camera è straordinariamente insonorizzata), perpendicolare alla centrale via Medina, non lontana da via Toledo, e vicinissima alla metropolitana Università, che vedevamo dal nostro terrazzino. In pochi minuti di camminata si arriva a Piazza Municipio
Camere nuovissime e arredate con gusto, ho trovato il sito e prenotato telefonicamente, l’assistenza e l’ organizzazione con self check in è stata eccellente, e da segnalare l’estrema gentilezza e disponibilità dei gestori. Sicuramente consigliatissimo!
Conclusioni
Che dire.. Napoli, e tutta la zona limitrofa, ha talmente tanto da offrire che non si può non fare il proposito di ritornare!!
giugno 2023
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