Bologna, 2 agosto 1980
Io c’ero quel 2 agosto 1980.
Avevo 15 anni, l’età che ha ora mia figlia e abitavo in provincia di Bologna.
E forse, per la prima volta, con coscienza e incredulità, vedevo quanto poteva essere cruda e improvvisa la morte, quanto straziante potesse essere il dolore, quanto potesse essere difficile dare un senso a simili gesti dell’uomo. Quanto il destino poteva attenderti al varco, quando era scoccata la tua ora.
Chissà perché quando qualcosa succede dalle tue parti, ti tocca di più. Forse perché e piu’ vicino e pensi che in fondo potresti esserci stata anche tu, in mezzo al disastro.
Si sentivano sirene ovunque quella mattina. Una mia amica mi disse che il fratello, in servizio militare, era dovuto andare alla stazione a prestare soccorso, perché era esplosa una bomba. Poi ho sentito la notizia al telegiornale, visto le immagini della distruzione di una parte della stazione della mia città, il caos piu’ totale, tra i frammenti di calcinacci ovunque, e soprattutto, saputo di tanti feriti e morti, che stavano cercando di recuperare sotto la macerie.
Persone che il destino aveva portato li’, in quel preciso momento, dove avevano trovato la morte. Li’, per caso, o di passaggio, o arrivate a destinazione, o in attesa di partire, o di una coincidenza.
Persone che stavano andando in vacanza, perché era il primo sabato di agosto, o che stavano tornando a casa, dai propri cari. Famiglie. Bambini. Anche ragazzi, come me, con i miei 15 anni di allora e di mia figlia oggi. Italiani e anche tanti stranieri.
Bologna è uno snodo importante per il trasporto ferroviario, e chi ha colpito, ha proprio intenzionalmente voluto provocare il massimo numero di vittime. Accertati, 85 morti e 200 feriti. La strage con piu’ alto numero di vittime nella storia del nostro Paese dal dopoguerra.
Un boato tremendo e uno scoppio, che fece arrivare frammenti fino al treno in sosta al primo binario. Il crollo dei muri delle sale d’attesa di prima e seconda classe nell’ala ovest, dove ora rimane lo squarcio.
Un autobus della linea 37 fu reclutato come carro funebre, per i corpi martoriati dalle macerie o i loro resti.
Decine di persone a prestare soccorso, a scavare sotto il caldo, tra i detriti.
Un evento del genere ti sconvolge sempre, tanto piu’ se avviene nella tua città. Ti sembra veramente troppo vicino.
Si stava attraversando un periodo bruttissimo in quegli anni, di contestazione, sfociata nella lotta armata e nel terrorismo. Insensato ai nostri occhi, come lo sono sempre cose come queste, che provocano vittime innocenti.
E ancora oggi ci si chiede: ma perché? E chi ha architettato tutto?
Sono stati condannati gli esecutori della strage, tra cui un minore, cosa tristissima, ma non i mandanti. Sono state seguite varie piste, operati depistaggi, ma ancora le domande restano e anno dopo anno si ripropongono. Senza risposte.
L’orologio sopra alla stazione, fermo alle 10.25, la triste ora dello scoppio, ricorda a tutti quelli che passano quel terribile giorno e induce a domande a chi passa e non sa.
E noi di Bologna, proprio perchè piu’ vicino, ogni anno riviviamo, ricordiamo, ripensiamo, ci domandiamo. Perché non si puo’ e non si deve non sapere, non si puo’ e non si deve dimenticare. Anche i più giovani, come mia figlia, devono conoscere la storia, affinchè si crei in loro, che non c’erano, una memoria, affinchè si crei una coscienza, un senso critico, che vada a contrastare simili atti.
E affinchè, anche loro, imparino a pretendere che sia fatta giustizia, per qualsiasi brutalità o atto di mancanza di rispetto per la vita.
2 agosto 2019
consiglio la visione del film di Luciano Ligabue “Da 0 a 10” https://www.youtube.com/watch?v=nGSJbdLL2MU
intervista a Luciano Ligabue https://www.youtube.com/watch?v=XLfzbfi6Xh4
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/foto/strage-stazione-due-agosto-1.90076
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Un momento da vero tragico che ho vissuto indirettamente perché ero sulla stessa linea ferroviaria per far ritorno al Sud dai miei parenti!
Tempo fa avevo visto un vecchio filmato su questa terribile strage, immagini che sono rimaste nella mia mente da quanto erano spaventose, ma come dici giustamente tu è importante ricordare, è importante far conoscere quanto accaduto alle nuove generazioni affinché non si ripeta mai più tanta sofferenza