SICILIA
FAVIGNANA: colori, odori, suoni, e sapori e l’intrigante storia dei Leoni di Sicilia
Di Favignana ne avevo sentito parlare molti anni fa, quando, durante un viaggio di lavoro a Trapani, mi consigliarono di mangiare il tonno, perché, mi dissero, avevano fatto la “mattanza”. Io, all’epoca non sapevo neanche cosa fosse la mattanza.
Sono stata più volte in Sicilia, ho amato alla follia Lampedusa, e sono posti in cui mi piace tornare. Recentemente mi sono imbattuta nella serie “I Leoni di Sicilia”, e la storia dei Florio mi ha intrigato moltissimo, facendomi desiderare di andare a visitare l’isola su cui loro hanno lasciato una importante impronta, Favignana appunto.
Così, con pochi giorni disponibili, la facilità di arrivarci, e i bassi prezzi fuori stagione, ho pianificato una breve vacanza nelll’isola a forma di farfalla, la più grande delle Egadi , tornandone innamorata.
E questo è stato il mio vissuto.
Favignana per me
A Favignana, io dico, non basta una gita in giornata.
Bisogna immergersi nella storia dei Florio e dei tonnaroti, venire a conoscenza dei riti e dei canti della mattanza; scoprire, restandone estasiati, i luoghi e gli strumenti di lavoro
Bisogna immergersi nelle tufare, entrare nelle cave, guardare ovunque, gli scavi, le grotte, presenti in città, in campagna e sul mare; osservare i blocchi squadrati, le case bianche, i giardini ipogei nelle buche, e far galoppare l’immaginazione, sentendo addosso il sudore di chi ci ha lavorato
Bisogna immergersi nei colori delle barche del porto, guardare i pescatori che sistemano le reti, e i gabbiani che fanno loro compagnia, in attesa di uno scarto di pesce
Bisogna immergersi nei colori del mare, riempirsi gli occhi delle sfumature di azzurro; immergerrsi fisicamente nella sua acqua, e fare il pieno di meraviglia
Bisogna immergersi col respiro nei profumi dei fiori, che inebriano, mentre, pedalando su una bici a pedalata assistita, si va in giro per l’isola; e deliziarsi dei sapori della cucina isolana, proposti con entusiasmo ed orgoglio, che non si sarà mai sazi di sperimentare
Favignana ha il potere di farti immergere nella sua essenza, portarti con sé, e farti dimenticare di te.
Ti entra nelle viscere, col mare e con la terra; con la sua storia di fatica e sudore, con l’eterna lotta dell’uomo con la natura, con gli animali e con la terra, per conquistarsi la sussistenza.
Favignana va vissuta così, per me: odori, suoni, colori, sapori; e poi la storia, l’accoglienza, il calore e la passione dei suoi abitanti, con tutte le sensazioni che questo insieme riesce a trasmettere.
Favignana: suoni, odori, colori, sapori, sensazioni
Suoni
La voce del mare che mi culla, mentre mi addormento, nel mio alloggio sulla spiaggia di Lido Burrone, e prima cosa che odo, quando mi sveglio al mattino.
Il suono dell’acqua che entra nelle innumerevoli grotte, o si infrange sulle rocce.
Il canto dei gabbiani, enormi, che planano, e si posano, sulla spiaggia, in città, o sui campi all’interno.
Il miagolio dei tanti gatti, nelle molte colonie feline che si vedono in giro, che ti vengono incontro, o restano immobili al tuo passaggio.
Il ritmo delle cialome, il canto di lavoro dei pescatori della tonnara, che impari a conoscere con la storia della mattanza, che ti fa immaginare un passato di fatiche nel mare.
Odori
I profumi inebrianti dei fiori, che ti arrivano addosso in primavera, mentre stai pedalando per le strade.
L‘odore potente del finocchio selvatico, che ti resta sulla mano, quando strofini una pianta per sentirne il profumo.
L’odore del tonno alla griglia, delle fritture di pesce, della cucina siciliana, quando ti avvicini ai ristoranti del centro.
Il profumo della salsedine, che si sparge col vento, e del mare lontano, portato con sè dalla posidonia, quando, talvolta, invade le spiagge.
Colori
La luce bianca accecante, quando il sole illumina la spiaggia, e il bianco delle conchiglie fossili, diventate tutt’uno con la roccia nel tempo.
Il bianco giallastro della calcarenite, delle case, e delle cave scavate ovunque, in città, sulle spiagge o nella campagna.
Il giallo intenso delle falesie al Bue Marino, dove trovare riparo dal sole, o curiosare al loro interno.
Il verde dei giardini ipogei, costruiti in quel che resta delle cave.
Il fiore rosso dell’aloe, i giganteschi amanti del sole fuxia, e i gialli bocca di leone; gli oleandri di vari colori, il rosa intenso delle bouganville, le sfumature di viola di tutti i fiorellini vicini alla costa, o nati tra le rocce, e il lungo fusto verde del fiore delle agavi, che si innalza in tempi di fioritura.
Il colore variegato della campagna a primavera, quando non è ancora tutto arso dal sole, coi balini e i terreni invasi dai grandi gabbiani, bianchi e neri e col becco giallo, che cercano i semi.
Le sfumature rosse del cielo al tramonto, del mare, del sole e delle nuvole, che incantano chi si ferma a guardare.
E le mille tonalità di azzurro del mare, su cui gli occhi possono posare la loro meraviglia, spaziare, guardare i riflessi, i fondali, l’infinito, e far aprire il cuore a tanta bellezza.
Sapori
Il sapore del tonno rosso, morbido e fresco, grigliato, o alla Favignanese, che impari cosa sia il tonno.
I 20 centimetri di cannolo, riempito all’istante di ricotta dolcissima, che te ne levi la voglia.
Le arancine, farcite con fantasia, e le fritture con le panelle.
Il cous cous di pesce, la carbonara di pesce, e il pesce da solo, buonissimo.
Le busiate fatte a mano, la granella di pistacchio che arricchisce il condimento, il panino col tonno o col polpo.
Le melanzane alla parmigiana, e la caponata, che in Sicilia non hanno eguali.
Potrei continuare ad elencare tutte le delizie che si possono assaggiare, e parlare di questa cucina prelibata … ma bisogna provare!
Sensazioni
Favignana è sensazioni forti.
Col fortunato, (o sfortunato, per loro) passaggio di migliaia di tonni sotto costa, in passato, con la mattanza, e la coinvolgente saga dei Florio, i Leoni di Sicilia, la loro gloria, e il loro tramonto. La loro intuizione sulla conservazione del tonno sott’olio, che ha occupato gran parte degli isolani, nel bellissimo stabilimento che ancora caratterizza l’isola, prima cosa che si scorge arrivando
Con la storia ancora precedente, tangibile, in quello che resta: il castello, antica torre saracena e normanna, che domina l’isola, dal punto più alto; i tanti rostri trovati sul fondo del mare, i reperti cartaginesi e romani; e andando ancora più indietro, le tante conchiglie fossili, che si vedono disseminate sulle rocce, incastonate nel tufo, testimonianza del mare che andava e veniva, piu volte, al tempo delle glaciazioni
Con l’avvolgente territorio caratterizzato da quella roccia chiara, il tufo favignanese, o calcarenite, adatta per essere materiale edile, ricchezza e fonte di lavoro per gli isolani, scavato nelle innumerevoli cave che si incontrano ovunque: buche a cielo aperto, in città, e nella campagna, dove ancora si vedono blocchi quadrati tagliati a mano, diventate spesso giardini ipogei, in cui proteggere alberi da frutto, piante e fiori variopinti, dall’arsura del clima; o caverne e cunicoli sulla costa, davanti al mare, falesie intagliate che formano incantevoli geometrie
Favignana rapisce per la bellezza del suo mare; coi venti che ne modificano le sfumature, che governano le spiagge da visitare e le acque da navigare; col favonio, vento caldo caratteristico che arriva da ponente, da cui l’isola prende il nome
Favignana è un incanto per tutti i sensi. E’ nutrimento, per anime affamate di pace e bellezza.
Favignana in 3 giorni: le spiagge e i luoghi principali dell’isola
Siamo rimasti sull’isola di Favignana 3 giorni: pochi per vedere tutte le spiagge e le calette che meritano sull’isola, ma sufficienti per permearsi della sua energia. Talvolta, passando in bicicletta, ci siamo fermati, colti da meraviglia, per un tratto di mare o una piccola spiaggetta, senza neanche saperne il nome.. mentre … ecco, di seguito, le principali visitate
Spiaggia di Lido Burrone
Una delle poche spiagge ampia di sabbia a Favignana
Caraibica con il vento a favore, attorniata da rocce, piccole insenature e grotte, e anche un ponticello in muratura
Davvero spettacolare
Dista una quindicina di minuti in bicicletta dal centro
Stupenda soprattutto con la pace del mattino, e la sera al tramonto.
Andando oltre Lido Burrone si trova Calamoni, una serie di piccole calette sabbiose o rocciose con un bellissimo mare, e Marasolo, dove c’è un beach bar a picco sul mare, con una vista meravigliosa sulla omonima spiaggia rocciosa, col castello sulla punta della montagna
Cala Rossa
Si raggiunge in bicicletta, seguendo le indicazioni, e facendo un tratto a piedi. Dall’alto si può ammirare la meraviglia dell’azzurro cangiante del mare
La costa e la spiaggia è rocciosa e, da un lato, piena di cave e di grotte.
Spiaggia del Bue Marino
Non distante da Cala Rossa, ha la particolarità di essere stata una cava dove si estraeva il tufo, e si contraddistingue da falesie dal colore giallo intenso, grotte enormi, rocce a picco, e uno scivolo sul mare, che serviva per caricare il tufo sulle barche. E’ un posto davvero suggestivo, dove si può trovare ombra sotto le rocce.
Cala Azzurra
Cala Azzurra ha un mare dalle bellissime sfumature azzurre, ma quando siamo andati, le spiagge e gli spazi a riva erano completamente coperti di posidonia. La baia però, nel suo complesso, è un incanto. Da Cala Azzurra merita arrivare al faro di Punta Marsala, per ammirare le scogliere che ci sono lungo il cammino
Punta Longa
Non è una vera e propria spiaggia, ma un piccolo porticciolo davvero delizioso, soprattutto al tramonto. Per arrivarci si passa da Marasolo
Punta Sottile
Punta sottile è il punto più bello per godere del tramonto; la costa è frastagliata e selvaggia, piena di vegetazione mediterranea fiorita; il percorso per arrivare in bicicletta è molto bello, tranne che per il necessario attraversamento di una galleria, che un po’ mi inquietava
Scaro Cavallo
A Scaro Cavallo c’è un grande spiazzo sopra una scogliera, con diverse calette rocciose sul mare. La zona è caratterizzata dalla presenza di una cava nella roccia, verticale non ipogea, per l’estrazione del tufo.
Punta San Nicola
Resta vicino al cimitero, e ci sono in prossimità di questa punta alcune spiagge molto piccole di sabbia. E’ una zona di grotte e tombe puniche: sinceramente abbiamo fatto fatica ad individuarle, perchè le rocce sono tutte buchi!
Oltre a questa punta si arriva a Cala Graziosa, che in un’altra spiaggia molto bella, grande, di sabbia e roccia prima di arrivare sul mare
Proseguendo ci si trova sulla strada costiera, e all’inizio del paese c’è il Favignana Sea Club, una spiaggia attrezzata di roccia piana e sabbia
Praia
Praia è la spiaggia su cui sorge l’ex stabilimento Florio. Con le giornate di sole il mare ha colori bellissimi, peccato che la spiaggia sia un po’ trascurata
Cala Fumeri
E’ la costa rocciosa lungo la strada dopo lo stabilimento Florio, molto selvaggia e ricca di vegetazione
Giardino dell’Impossibile
Ci siamo arrivati seguendo le indicazioni quando stavamo andando a Cala Rossa. E’ un orto botanico di 40 mila metri quadri, con 500 specie di piante, costruito all’interno di una grande cava di tufo, un tempo abbandonata. Si trova all’interno dell’isola, percorrendo una strada non asfaltata: non abbiamo avuto il tempo di visitarlo, ma sicuramente ne vale la pena.
L’ex stabilimento della tonnara Florio e il palazzo
A questo incantevole esempio di archeologia industriale e alla sua storia ho dedicato un articolo a parte
FAVIGNANA: l’ex stabilimento della tonnara e l’affascinante storia della famiglia Florio
Il centro di Favignana
Il centro cittadino è un vero gioiello: con la pavimentazione lastricata lucida e le case chiare, mi ha ricordato una piccola Ortigia.
Le 2 piazze principali sono Piazza Madrice, che ospita una bella chiesa
e Piazza Europa, col municipio e la statua di Ignazio Florio senior che domina al centro
.
Queste 2 piazze sono collegate dal corso principale, che arriva poi alla Piazza della Camparia, sul mare: di fronte si apre la vista del’ex stabilimento Florio, e più avanti si trova il molo turistico
E’ bello inoltrarsi in bicicletta nei tanti vicoletti del centro del paese, e vedere, appena fuori, i giardini ipogei a fianco alle abitazioni.
Come arrivare a Favignana
Si puo’ arrivare a Favignana dall’aeroporto di Palermo o, più comodo e vicino, dall‘aeroporto di Trapani.
Dall‘aeroporto di Trapani si puo’ prendere il bus dell’Ats, se coincidono gli orari, che con meno di 5 euro, porta al molo degli aliscafi.
Da qui si prende l’aliscafo, che in 30 minuti arriva a Favignana, o il traghetto, che impiega un’ora. I biglietti dell’aliscafo si possono fare on line o al porto.
In alternativa ci sono shuttle e taxi per raggiungere gli imbarchi.
Come muoversi a Favignana
Il mezzo migliore e più divertente per muoversi, a mio avviso, è la bicicletta con pedalata assistita, che ha costi accessibili (10 euro al giorno in bassa stagione). In alternativa si può noleggiare una bicicletta normale o lo scooter. Solitamente i proprietari degli alloggi ne organizzano anche il noleggio, oppure al porto si trovano varie agenzie
Il nostro alloggio: Stabilimento Lido Burrone
Stabilimento lido Burrone ha il grandissimo pregio di essere un alloggio proprio sulla spiaggia omonima: sono 2 blocchi di camere nuove e moderne, che permettono di stare davvero a contatto col mare, sulla spiaggia di sabbia più grande e più bella dell’isola, godendosela quando i turisti non sono ancora arrivati, al mattino, o quando se ne sono andati, nel tardo pomeriggio
Dalla camera, che ha un gradevole patio con un giardino all’ingresso, e un terrazzino vista mare, tra le asce che tutelano la privacy, se si lascia aperta la portafinestra con la zanzariere, ci si può addormentare e svegliarsi col suono del mare. Cosa per me senza uguali.
Consuelo, la responsabile dell’alloggio, con cui abbiamo prenotato direttamente tramite Whatsapp, è estremamente precisa e disponibile, ci ha fatto trovare dei dolcetti di benvenuto, ci ha fornito suggerimenti per visite e ristoranti, ci ha procurato le bici, e ogni giorno ci inviava un messaggio per comunicare quali fossero le spiagge più adatte da visitare in base ai venti
Essendo bassa stagione, ci ha incluso anche 2 lettini e un ombrellone nel prezzo della camera.
Un posto unico, con davanti un mare che mi ha ricordato i colori dei Caraibi
A fianco, il bar ristorante Lido Burrone offre cibo e bevande di qualità, davanti ad un panorama eccezionale.
Conclusioni
Torno innamorata di quest’isola, e torno ancora più innamorata dei Florio, la cui storia mi aveva già conquistato😍
E soprattutto, torno con un desiderio … che su quest’isola ci voglio tornare!
Il nostro giro, giorno per giorno: luoghi, spiagge, ristoranti
giorno 1:
Mattino: arrivo in aliscafo da Trapani, biglietti al ticket office, transfert offerto da alloggio Lido Burrone
Pranzo: Lido Burrone
Pomeriggio: in bicicletta fino a faro di Punta Sottile, passando per Calamone, Marasolo. Aperitivo Bar del Faro
Sera: Centro Favignana
Cena: Osteria Sottosale
giorno 2:
Mattino: bicicletta fino a Cala Rossa e spiaggia del Bue Marino (passaggio dai giardini dell’Impossibile)
Pranzo: truck Bue Marino
Pomeriggio: Scaro Cavallo, punta San Nicola, giro ex stabilimento Tonnara, e Cala Fumeri, punta Longa.
Cena: Ammukka
giorno 3:
Mattino: colazione Magneva beach bar, di fronte a ex stabilimento della tonnara Florio, visita guidata e visita e palazzo Florio.
Pranzo: U Cuoppo
Pomeriggio: Cala Azzurra, faro di Punta Marsala, Lido Burrone
Cena: trattoria da Papu’
giorno 4:
Mattino: spiaggia lido Burrone
Pranzo: Lido Burrone
Pomeriggio: partenza da Favignana trasferimento in taxi (12 euro) e aliscafo per Trapani.
e poi…..Prima di tornare a casa abbiamo trascorso una notte a Trapani, alloggiando in una ex casa salinara, e una giornata a Erice e Marsala!!
giorno 5
Trapani Erice e Marsala: chi dice che per vedere i mulini a vento occorre andare in Olanda??
Nelle vicinanze di Trapani, dove eravamo già stati in precedenza, ci sono cose molto interessanti da vedere: noi abbiamo scelto di visitare, avendo ancora una giornata di tempo, il borgo medievale di Erice, a 8 km, e a 750 metri sul livello del mare, e le saline di Marsala, (tra l’altro vicinissime all’aeroporto).
Prima del ritorno, ci restava infatti una notte da spendere in Sicilia, con un Boscolo gift che avevamo ricevuto in regalo.
Abbiamo quindi affittato un auto al porto, da Sicily by car, con riconsegna in aeroporto.
Avevo trovato una struttura tra Trapani ed Erice, per il soggiorno di 1 notte, I mulini resort, che si è rivelato essere un posto meraviglioso: una ex casa salinara riconvertita in resort
Nella casa ci sono 2 mulini, di cui uno sulla spiaggia, con davanti una splendida piscina
Con le fioriture della primavera il contesto era davvero meraviglioso
Cenare e fare colazione davanti al mare e al mulino è stato incantevole
La nostra camera aveva l’accesso dall’interno del mulino, dove si potevano ammirare le pale e gli ingranaggi
Poiché era anche il mio compleanno, svegliarsi e camminare sulla spiaggia al mattino, in quel contesto è stato un meraviglioso inizio
Il giorno seguente, al mattino, abbiamo raggiunto Erice
Erice
Salendo ad Erice si gode un panorama stupendo del trapanese: in lontananza si intravedono anche le Egadi; in primavera, poi, è tutto fiorito
Dalla zona esterna al borgo, dove si trova il Castello di Venere, si può ammirare la costa fino a San Vito Lo Capo
Qui c’è anche un punto in cui l’architettura e il contesto mi hanno ricordato il palazzo Quinta de la Regaleira di Sintra
Inoltrandosi per le strade acciotolate del borgo, si torna indietro nel tempo: si incontrano le mura, chiese stupende, tra cui il Duomo, la chiesa Matrice, – meraviglioso-
un terrazzino dove si affacciò Garibaldi
poi piazzette, stradine, vicoletti, negozi di ceramiche e di paste di mandorle, e tanti ristoranti, in una splendida atmosfera, dove i buttadentro invitano a mangiare le specialità siciliane … buonissime
Abbiamo pranzato gustando ancora una volta questa cucina Da Michele.
Nonostante il tempo fosse un pò nuvoloso e con qualche goccia di pioggia, abbiamo apprezzato molto questa cittadina gioiello.
Le saline di Marsala
Prima del tramonto, e del nostro volo, ci siamo spostati a Marsala, precisamente nella Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone, alle saline Ettore e Infersa: chi l’ha detto che bisogna andare in Olanda per vedere i mulini a vento???
Qui si trovano, infatti, parecchi mulini per la lavorazione del sale, disseminati nella laguna
In particolare spicca il più vicino, risalente al XVI secollo, perfettamente restaurato e funzionante, che racconta la storia e il duro lavoro nelle saline
Ovviamente l’abbiamo visitato, arrivando fin sotto le pale e godendo del panorama dall’alto
all’imbrunire i riflessi del sole sulle saline sono qualcosa di spettacolare
Meno interessante invece il giro in barca attorno all’isola fenicia di Mozia.
Un’altra giornata piena di bellezze, a distanza di pochi chilometri nel territorio trapanese.
Insomma.. la Sicilia è sempre una garanzia!!
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FAVIGNANA: l’ex stabilimento della tonnara e l’affascinante storia della famiglia Florio
Arrivando al porto di Favignana l’ex stabilimento Florio è la prima cosa che appare: per me è stata una grande emozione, dopo aver visto la serie “I Leoni di Sicilia”, che ha come protagonista la famiglia Florio appunto, ed essermi incuriosita, tanto da andare a leggermi in dettaglio la loro storia.
Gli edifici delle tonnare sono strutture in pietra costruite sul mare, utilizzati per la lavorazione e conservazione del tonno, catturato con le tonnare, un sistema di pesca costituito da reti con sbarramenti, che formano delle camere, immerse nel mare. Questo sistema permetteva di pescare i tonni durante il loro passaggio vicino alla costa, in periodo di riproduzione, nella stagione primaverile, fino alla “mattanza”, una vera e propria lotta dell’uomo con l’animale, ma anche un rito, una tradizione che risale a tempi lontani: i tonni intrappolati venivano tirati a bordo delle barche che cingevano la tonnara, venivano uccisi, portati negli stabilimenti, lavorati, cucinati e messi sott’olio per la conservazione.
Si deve proprio ai Florio l’intuizione di conservare il tonno sott’olio, quando in precedenza la conservazione avveniva sotto sale, e a dare impulso all’industria del tonno in scatola.
La prima volta che ho visto l’edificio di una tonnara è stato a Vendicari, sempre in Sicilia: sono rimasta affascinata da questa costruzione, che è un vero e proprio monumento sul mare.
Lo stesso fascino l’ho avvertito arrivando a Favignana, trovandomi davanti all’ex stabilimento della tonnara Florio: la famiglia ne è entrata in possesso nel 1841, ed è diventato luogo di lavoro per oltre 800 isolani, negli anni d’oro, quando i quantitativi di tonni pescati, di enormi dimensioni, potevano raggiungere le migliaia a stagione. L’attività è continuata ad essere per anni una delle principali fonti economiche di Favignana, anche dopo i Florio, ma in seguito a vicissitudini che l’hanno portata al declino, e anche all’impoverimento della fauna ittica nei mari, negli anni 70 ha cessato l’attività. e lo stabilimento è stato acquistato dalla Regione Sicilia negli anni 90, chiuso nel 2007, e restaurato in parte, – si pensi che si estende per 32 mila metri quadrati! –per farne un museo: è considerato oggi un importante esempio di archeologia industriale, ed è bellissimo!
Già all’esterno dell’edificio, con la sua location stupenda sulla spiaggia di Praia, lambita da un mare cristallino, dalle tante sfumature di verde e di azzurro, si percepisce un‘atmosfera d’incanto; e se tutta la cittadina è pervasa dall’aura dei tempi passati, varcando la soglia dello stabilimento Florio sembra proprio di entrare nella storia
Sulla porta di ingresso si trova lo stemma della famiglia: un leone smagrito e febbricitante che beve da una pozza d’acqua, vicina ad alberi di china, piante da cui si ottiene il chinino, unico prodotto efficace all’epoca per la cura della malaria, dalla cui vendita è iniziata l’ascesa dei Florio
Ci si trova poi in un cortile che già conduce in un altro mondo, tra iscrizioni che riportano il numero di tonni pescati nelle mattanze
statue
finestre sul mare, con gli strumenti di lavorazione
piante fiorite, da dove si intravede la cima più alta di Favignana, col castello che domina l’isola
Porticati e saloni con arcate ricurve, dove si racconta la storia della pesca del tonno, con video-installazioni, strumenti multimediali, testimonianze di chi ha lavorato nella tonnara o alla mattanza, fotografie dell’epoca, e le barche originali usate per la pesca
Si giunge poi agli spazi in cui si lavorava il tonno. Le alte canne fumarie esterne svettano nel cielo e hanno accanto i forni, dove il pesce veniva cucinato, prima di metterlo nelle latte con l’olio
A fianco, si trovano diverse sale con centinaia di scatole di latta a marchio Florio, di varie dimensioni, messe in mostra, in un contesto che è di grande effetto
Oltre alle attrezzature e agli oggetti legati all’attività del tonno, lo stabilimento contiene reperti storici e archeologici rinvenuti sulle isole Egadi o nel mare, rostri, statue, anfore, risalenti alle guerre puniche, agli insediamenti romani, con pannelli che raccontano la storia delle battaglie e delle dominazioni sull’isola.
Noi abbiamo deciso di partecipare ad una visita guidata, (inclusa nel biglietto d’ingresso, prevista a specifici orari) che si è dimostrata davvero interessante e ricca di informazioni. Ci è stata raccontata la storia della famiglia Florio, che si svolge dalla fine del 1700 fino ai primi del 900, ed inizia col trasferimento in Sicilia, a Palermo, della famiglia, originaria della Calabria. Snobbata e vezzeggiata dai commercianti e dai nobili della città, con il commercio delle spezie e del chinino, si è arricchita grazie alle grandi visioni, all’ambizione e alle capacità imprenditoriali di Vincenzo Florio, la cui attività si è espansa, anche con le generazioni successive, dal commercio delle spezie, alla produzione del tonno e del marsala, al settore degli zolfi, delle saline, e in molti altri settori, quali il finanziario e i trasporti, con la fondazione di una compagnia di navigazione. Il grande potere economico dei Florio ha fatto sì che acquisissero anche un’importante influenza sugli avvenimenti storico-politici del periodo.
E’ stato il figlio di Vincenzo, Ignazio, -che ha proseguito con successo le imprese del padre, accrescendo il patrimonio,- che ha lasciato l’impronta più forte a Favignana, acquistando le isole Egadi, nel 1847, per 2.750 milioni di lire, con l’implementazione della pesca col sistema delle tonnare e dell’industria del tonno sott’olio, e finendo per diventare senatore del Regno d’Italia
A lui è succeduto il figlio Vincenzo, vissuto nel periodo della Bella Epoque, che però purtroppo ha portato alla dissoluzione del patrimonio famigliare, ponendo fine alla gloria di questa famiglia.
Ascoltando questa storia, si prova un vero dispiacere per questo epilogo. Per quel che riguarda la pesca del tonno col sistema della mattanza, il calo del numero di esemplari, dovuto in parte allo sfruttamento e in parte al cambio delle rotte migratorie, insieme alle nuove regole ambientali, ha portato alla chiusura di gran parte delle tonnare negli anni ’90. L’ultima mattanza a Favignana si è svolta nel 2007 , quando sono stati pescati poco meno di 100 tonni contro i 10.159 tonni del 1859.
Durante la visita guidata viene illustrato, tramite un modellino il funzionamento della tonnara, che comporta il passaggio dei tonni nelle reti verticali, di camera in camera, fino ad arrivare in quella dotata anche di fondo, chiamata “camera della morte”, sotto l’occhio vigile e le disposizioni ai tonnaroti del capo della tonnara, il rais. In sottofondo alla interessante spiegazione, si odono le “cialome”, i canti che i pescatori intonavano durante la mattanza. Sul fondo dello stabilimento si trovano gli spazi dove venivano appesi i tonni, una volta catturati.
Poco distante dall’edificio, vicino al molo, si trova Palazzo Florio, dimora estiva della famiglia: in stile liberty, collocata in un bel giardino, abbiamo potuto visitare le sue stanze sui diversi piani: si possono osservare i ritratti e leggere la storia di tutti i componenti, e si può assistere ad un documentario storico molto interessante
Dalle finestre del palazzo sono rimasta incantata per la splendida vista dello stabilimento sul mare
Favignana dedica a questa famiglia un percorso con pannelli esplicativi nei luoghi storici
In Piazza Europa domina la statua eretta in onore di Ignazio Florio senior
Non so il motivo, ma a me lo stabilimento Florio rapiva a tal punto che ogni giorno della mia vacanza desideravo tornare a vederlo, passando davanti, guardandolo dal molo turistico, o da piazza della Camparia, o con l’illuminazione della sera..
La prima cosa che ho visto all’arrivo e l’ultima quando me ne sono andata, salutando l’isola.. col desiderio di farvi ritorno presto
maggio 2025
la vacanza a Favignana
Favignana: colori, odori, suoni, e sapori e l’intrigante storia dei Leoni di Sicilia
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La bianca SCALA DEI TURCHI, perla della Sicilia
Il bianco candido della Scala dei Turchi, che spicca nell’azzurro del mare, e in un territorio dove prevale il dorato del tufo, ci ha lasciato senza fiato.
Per arrivare alla Scala dei Turchi occorre giungere in località Realmonte, a neanche una mezz’ora da Agrigento.
Abbiamo parcheggiato l’auto dal Belvedere, che è un po’ lontano per la discesa, ma offre una vista che merita, dall’altro lato della scala e sulle Secche, prima di Capo Rossello.
Da qui si può ammirare anche la bellissima vegetazione della zona, ancor più bella in seguito alla stagione primaverile.
In alternativa si può parcheggiare sulla strada o nei parcheggi a pagamento più vicini.
Con dieci minuti di camminata da lì si raggiunge l’ingresso segnalato per la baia, passando dal ristorante Lido della Scala dei Turchi, dove ci siamo fermati a pranzare con una vista meravigliosa.
E abbiamo mangiato divinamente!
Scendendo poi una scala si arriva alla spiaggia: qui il mare è bellissimo, in un punto sono presenti lastroni di pietra chiara stupendi che consentono di vedere la Scala dei Turchi da lontano.
Avvicinandosi si può ammirare la sua bellezza, i gradoni ondulati sono di marna e irregolari, di un bianco candido. Il suo nome deriva dal fatto che la parete così fatta consentiva ai pirati saraceni, denominati Turchi dalla popolazione locali, un facile approdo.
Purtroppo al momento vige il divieto di salire sulla Scala dei Turchi, oltre che per la salvaguardia di questo maestosa opera della natura, anche per pericolo crolli, e per i recenti episodi di vandalismo avvenuti (delle persone hanno rovesciato vernice rossa, che è stata prontamente rimossa).
Nonostante sia presente una rete e un presidio di persone per evitare l’accesso, ovviamente i soliti furbetti dopo che i guardiani se ne sono andati, salgono comunque per fare delle foto, mettendo a repentaglio una così grande bellezza: a tutti penso piacerebbe andare sui gradoni, perchè dal basso non si riesce a cogliere al meglio la sua bellezza, ma se vengono messe regole dovrebbero essere valide per tutti!
Quando viene il tramonto i colori creano un paesaggio strepitoso
La Scala dei Turchi è stata candidata a diventare Patrimonio Unesco, e ci sono tutti i presupposti vista la sua bellezza ed unicità!
Nonostante non siamo riusciti ad ammirarla da tutte le sue prospettive, come si può vedere in certe foto stupende, scattate dal mare di fronte o da sopra i suoi gradoni, vale assolutamente la pena venire a vedere questo meraviglioso capolavoro della natura!
maggio 2022
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Scoprendo AGRIGENTO
Con la città arroccata sul colle dei Girgenti, Agrigento, non è stato amore a prima vista. La sua edilizia anni 50 e 6,0 fatta di palazzoni chiari tutti uguali, non risulta particolarmente interessante dall’esterno.
Un saliscendi di strade, già arrivando in auto, spesso strettissime, un dedalo in cui è facile perdersi.. ma quando si giunge ad imboccare la pedonale via Atenea, che taglia la città, ed è la via principale del centro storico, ecco che la percezione cambia, e i palazzoni restano solo come contorno esterno, si entra nell’atmosfera medievale e barocca, e si vede una città ricca e interessante, con una magnifica vista sui templi che restano di fronte.
È strana, Agrigento, anomala, diversa da altre quali Noto, Modica, Ragusa, pur somigliando nei colori dorati della pietra di tufo, e per certi aspetti nello stile. Non ha come queste ampie piazze, qui sono davvero piccole, e la maggior parte dei luoghi di interesse si sviluppa attorno alla via Atenea (la maggior parte, non tutti, il duomo, il monastero e altre chiese importanti non sono ubicate qui), che si collega alla via Empedocle, una strada che termina con un balcone panoramico sulla vallata, dove si trova la sagoma di Domenico Modugno che ammira il blu del cielo e del mare a braccia aperte …e nella mente si immagina che stia cantando “Volare oh oh”.
È una città di origine araba, in cui è bello perdersi nelle viuzze e vicoletti, che si intrecciano; in cui guardare col naso all’insù i terrazzini barocchi o i cornicioni dei portoni, o il mare nelle fessure tra gli edifici.
In cui si trovano anche palazzi sventrati, cosi sgaruppati che mi sono chiesta talvolta se non fossi stata catapultata all‘Havana!
Il centro di Agrigento
La città si chiamava in origine e Girgenti, come il nome della collina che la ospita.
L’ingresso alla via Atenea, la strada principale, è da Porta di Ponte, antico punto di accesso medievale al centro città, dove una volta era presente anche un ponte levatoio, mentre ora restano solo i lati della porta ricostruiti senza l’arco.
La strada è piena di locali carini, si incontrano edifici interessanti, ed è intersecata da vicoli con scalinate, splendidamente valorizzate con colori, scritte, disegni.
Come quella della stupenda Via Neve, la via dell’arte
che ha anche murales su porte e muri
o quella a fianco in cui i gradini diventano un pianoforte
Sulla via Atenea spiccano la Chiesa di San Lorenzo detta del Purgatorio, in una minuscola piazzetta,
il neoclassico palazzo della Camera di Commercio, detto anche dell’Orologio, in piazza Gallo,
la Chiesa di San Giuseppe, del 1700, che di sera è un incanto,
che ha di fronte la piazza con lo strano teatro neoclassico, con basse colonne, dedicato a Pirandello,
e alcune interessanti installazioni, come l‘albero della fortuna
Proseguendo, alla fine di via Atenea, c’è piazza Pirandello, col busto dello scrittore e il bellissimo municipio, un palazzo barocco, che la sera illuminato risalta ancor di più.
La strada inizia a scendere e fa una curva e ci si trova sul belvedere Modugno, con la sagoma del cantante, di fronte a un panorama sulla valle molto suggestivo.
Nell’estremità più alta della città, davvero in alto, si trova la bellissima cattedrale di San Gerlando, un mix di stili tra il normanno il gotico e l’arabo e il chiaromontano, davvero particolare, dai colori dorati, e raggiungibile da una grande e candida scalinata.
La posizione è bellissima, abbiamo avuto la fortuna di andare quando era deserta, anche se purtroppo fuori dagli orari di visita. Dal piazzale il contesto è suggestivo in quanto il duomo domina su tutta la zona, anche se la parte a valle edificata, no, non è bella per niente.
Girando attorno alla cattedrale ci si rende conto che è enorme. Imboccando la strada laterale si può scendere verso il centro, ammirando la struttura della città. Si può passare dalla Chiesa di Santa Maria dei Greci, che purtroppo abbiamo trovato chiusa.
Dicono davvero che meriti anche il monastero di Santo Spirito che non abbiamo visto.
La città mostra la sua dedizione ai suoi scrittori, in primis Pirandello, il cui busto si trova nella Piazza a lui dedicata, e le frasi dei suoi libri su molti muri e sulle vetrate lungo le strade,
o Andrea Camilleri, il celebre scrittore di Montalbano a cui è stata data la cittadinanza onoraria, e la cui statua in bronzo si trova nella Piazzetta degli Scrittori.
E gli agrigentini?
Che posso dire, abbiamo trovato solo persone gentilissime, cordiali e squisite!
e anche con un grande senso dell’ironia, come si puo’ vedere
dalla serie Breaking bad
La spiaggia di Agrigento
La spiaggia di riferimento della citta è il lido di San Leone, a pochi chilometri dal centro. Ha un bel lungomare di palme, ma la spiaggia non mi è piaciuta molto, molto meglio spostarsi piu’ avanti in località Le dune, o andare verso i lidi attigui alla Scala dei Turchi.
Informazioni utili
Parcheggi:
Noi abbiamo lasciato l ‘auto nel parcheggio della stazione ,che ha prezzi contenuti e da lì, con qualche passo un po’ in salita, si arriva alla Porta Ponte punto di accesso a via Atenea, al centro citta. Abbiamo cercato anche qualcosa di più vicino tramite il pratico parkopedia, ma il dedalo di strade della città, molto strette, e la mancata conoscenza mi fa dire che questo sia davvero il posto più comodo per chi arriva. Per andare a visitare la cattedrale, che si trova nel punto più alto, per fare meno salita abbiamo provato, col navigatore, ad avvicinarci, imboccando le stradine proposte, strette ed in salita, trovando poi parcheggio vicino alla chiesa di San Giorgio, in via Oblati, non tanto distante. Davanti alla piazza dove si affaccia il Duom è presente comunque un parcheggio per chi azzarda arrivare!
😋Pranzi e cene:
Sulla cucina siciliana non ho parole da spendere, è semplicemente deliziosa e non nascondo che noi veniamo in questa regione anche per questo!
Ad Agrigento città abbiamo mangiato:
-U’ strittu di Sant’Anna, in via Atenea, di fronte al palazzo dell’orologio, ottimo pesce e grande cortesia
-Il Re dei Girgenti, che si trova sulla strada prima di arrivare in città, un posto davvero strepitoso, arredamento tipico siciliano bellissimo all’interno e una favolosa veranda con vista sui templi, cucina raffinata e squisita
-L’ambasciata di Sicilia, sulla Via Atenea e inizio di Via Giambertoni, che ha un terrazzo con vista fantastica e piatti di pesce strepitosi
Alloggio:
Dell’alloggio al Doric Boutique hotel ne parlo nell’articolo sulla Valle dei Templi
tutti gli articoli sulla Sicilia
La VALLE DEI TEMPLI di Agrigento: fascino, storia e bellezza
La Valle dei Templi di Agrigento è di una bellezza straordinaria. Percorrendo le strade attorno ad essi, aleggia un’energia che riporta ad antichi splendori, i templi dominano il paesaggio e si possono ammirare da ogni angolatura, con la luce del giorno e l’illuminazione della notte. Fino ad arrivare nel parco archeologico, e poterli vedere da vicino, perdendosi tra la campagna, dove si trovano, e il mare che si scorge all’orrizzonte.
Nel parco archeologico, che si trova su un altopiano con la visita guidata si possono visitare 5 templi ,e vedere anche delle necropoli cristiane, un museo archeologico, e un giardino, santuari, fortificazioni, resti di un teatro. I templi risalgono a 2500 anni fa, ovvero al 500 a.c. e facevano parte della città greca di Akragas.
Patrimonio mondiale dell’Unesco, la Valle, che è l’are archeologica più grande nel mondo, di 1300 ettari circa, è stata zona dominata dai Greci, dai Cartaginesi, dai Romani, dagli Arabi e dai Normanni, per la sua posizione strategica vicina a Porto Empedocle, apertura sul Mediterraneo, e qui, pertanto, si trovano testimonianze di tutte le diverse culture che hanno lasciato la loro traccia.
La zona, nonostante sia chiamata “valle”, è su un terreno collinare, a 230 metri dal mare, e percorrendo la strada, sia di giorno che di notte, si vedono comparire questi templi meravigliosi, che ad ogni visione sono sempre un tuffo al cuore.
Visita guidata alla Valle dei Templi
Abbiamo scelto di fare una visita guidata al parco archelogico, per evitare di vagare tra i monumenti, senza comprendere molto della loro storia.
Avevo contattato, prima della partenza, qualche guida, cercando nominativi e recensioni su Tripadvisor, ma per la bassa stagione, ho avuto un pò di difficoltà a trovarne una che facessa una visita di gruppo. Sono possibili anche visite individuali, e di più facile organizzazione, ma più costose per sole 2 persone. Tuttavia, all’ingresso di Porta V, dove c’è il parcheggio, un’ottimo servizio di informazioni, di navette, che accorciano il percorso che sarebbe da fare a piedi, e di guide presenti sul posto, permette di formare un gruppo, anche al momento, con i turisti che arrivano. Noi abbiamo incontrato proprio in quel punto la nostra guida, precedentemente contattata, che in poco tempo è riuscita a trovare 9 persone che volessero partecipare alla visita.
Scelta assolutamente indovinata, perchè abbiamo potuto avere tantissime informazioni sui templi, la storia e il contesto, avere nozioni di arte, sul territorio e sulla vegetazione presente. Sicuramente una visita in autonomia non è altrettanto arricchente, interessante, ed entusiasmante.
Abbiamo quindi lasciato l’auto al parcheggio di Porta V, dove abbiamo deciso col gruppo, su proposta di Valentina, la nostra guida, di salire con la navetta (al costo di 3 euro) all’ingresso del Tempio di Giunone, per iniziare, scendendo a piedi, la visita a tutti i templi.
I templi
Il tempio di Giunone, si trova nel punto più alto della collina, ed è quello che vedevo, in lontananza sulla collina, dal nostro hotel.
“Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol… Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti… verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone”
– Wolfgang Goethe
Lascia subito a bocca aperta per la bellezza: 6 colonne nel lato corto, 23 nel lato lungo, e un panorama pazzesco sul mare.
Proseguendo, si ha la vista sulla città di Agrigento in mezzo ad una meravigliosa vegetazione, tra fiori di acanto, da cui proviene la forma dei capitelli delle colonne corinzie
splendidi aloe fioriti, ginestre, tantissimi ulivi, agavi enormi, rosmarino, alberi di pistacchio, mandorli e tante altre specie, fino ad arrivare al bellissimo tempio della Concordia.
Questo tempio, anch’esso formato da 6 colonne per 13 nel lato lungo, è uno dei meglio conservati dell’antichità greca, e venne utilizzato anche come chiesa cristiana in epoca romana.
Su un lato si trova la statua in bronzo di Icaro Caduto, con gambe e ali spezzate: la mitologia narra che Icaro, con le ali di cera, si avvicinò troppo al sole che gliele bruciò e per questo precipitò in mare. L’opera fu donata dell’artista polacco Igor Mitoraj, dopo una esposizione delle sue creazioni, avvenuta nel sito qualche anno fa.
Il Tempio successivo che si incontra è quello di Ercole, il più antico, ma purtroppo meno integro rispetto agli altri: le colonne ancora erette sono state ricostruite.
Segue il tempio di Giove, che fu uno dei più grandi di tutta l’antichità greca, di cui restano però solo poche rovine: molti dei materiali con cui sono stati costruiti i templi sono venuti utilizzati, nel tempo, per la costruzione di altri edifici. Tra le rovine si trovano alcuni Talamoni, statue di figure umane composte da blocchi, di altezza fino a 8 metri.
L’ultimo tempio del percorso è quello di Pulluce e Castore o dei Dioscuri, di cui spiccano i resti di 4 colonne ancora erette in seguito a restauro, mentre altre rovine si trovano a terra.
Da questo punto si ha una bellissima vista sulla città di Agrigento.
Prima di arrivare al tempio, ed avviarsi poi verso il parcheggio di Porta V, c’è una deviazione che porta ai giardini della Kolimbertha, non inclusi nella visita, e che abbiamo tralasciato.
La visita guidata dura circa due ore, dopo di che si può restare e volendo andare a rivedere cio’ che si vuole rimirare con calma. Se avessi avuto più tempo senza dubbio sarei fermata ancora ore, o forse sarei anche tornata a fare anche la visita al tramonto, da quanto questo luogo mi ha affascinato.
💁♀️Guida visita di gruppo Valle dei Templi:
Valentina 349 4016976 ig Valentina_toursicily, € 15 – ingresso € 10, navetta per fare andata € 3. Possibilità di visite private circa € 100.
L’alloggio nella Valle dei Templi
Soggiornando nella Valle dei Templi si viene investiti dall’atmosfera di epoche passate, contornati dalla bellezza che all’improvviso si scorge svoltando una curva o lo sguardo, alla comparsa di uno dei templi.
Ho avuto anche la fortuna di trovare un bellissimo alloggio, dopo averne spulciati parecchi, il Doric Boutique hotel, con una vista sorprendente sul tempio di Giunone, sulle colline e sul mare, e di subire così il fascino avvolgente e l’energia di questi luoghi intrisi di storia e di bellezza.
Svegliarsi con un tale panorama, la mattina, mi ha riempito di gratitudine
e la stessa emozione ho sentito al tramonto
e al momento di andare a dormire, quando volgevo lo sguardo al tempio illuminato🙏.
L’hotel è in un meraviglioso giardino pieno di piante e fiori, molto curato
pieno di particolari ricercati
Ha una stupenda piscina a sfioro, una palestra, un ristorante per la colazione e/o la cena con vista, e servizi davvero eccellenti
Le camere sono stupende, moderne e di design
la nostra un aveva balcone con vista
La cura ai dettagli e al cliente è davvero eccellente (per esempio nella dotazione del bagno è presente burro cacao e specchietto, clessidra per il te al tavolo della colazione, possibilità di rimanere all’hotel dopo aver lasciato la camera e di fare il check in anticipato on line, ha sistema automatico di apertura del portone d’ingresso e per il messaggio per le pulizie), e il è personale gentilissimo.
Se si vuole esagerare ci sono anche le camere con piscina privata, sempre vista mare e tempio.
Un posto davvero top che non posso fare a meno di consigliare!
Nei 2 giorni che siamo rimasti cadeva anche il mio compleanno 🥳 e credo sia stata la prima volta che l’ho festeggiato in viaggio.
A sorpresa, mentre facevamo colazione davanti al panorama spettacolare, il personale dell’hotel è arrivato alle mie spalle cantandomi “tanti auguri a te”, portando un’ottimo dolce con candelina, preparato coi pistacchi delle piante coltivate nel loro pistachieto🎂. L’avevo visto fare tante volte ad altri, mentre ero in vacanza, ma mai era capitato a me, e devo dire che è stato davvero bellissimo ed emozionante.
Il soggiorno attorno alla Valle dei Templi mi ha fatto apprezzare ancor di più questa breve vacanza di un paio di giorni!
🏚Hotel: Doric Boutique Hotel – Valle dei Templi, prenotando sul loro sito il prezzo è inferiore rispetto a Booking, ed è inclusa la colazione.
Alcune informazioni sulla strada per arrivare
Da Catania si prende l’autostrada A19, che non è a pagamento ed è molto scorrevole. Attraversa un paesaggio di stupende dolci colline, molto verdi in primavera, e poco edificate.
🚗Noleggio auto:
Abbiamo scelto l’agenzia già conosciuta ed usata in precedenza, Locauto, noleggio all’aeroporto di Catania, prenotato direttamente dal loro sito con uno sconto trovato su internet; interessante possibilità di fare anche lo smart check in, evitando così la fila all’aeroporto- Per l’assicurazione eliminazione franchige e protezione danni gomme, cristalli, sottoscocca, abbiamo usato Worldwide Ensure.
Per pranzi e cene rimando all’articolo su Agrigento
maggio 2022
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Agrigento, la Valle dei Templi e la Scala dei Turchi: fascino greco e meraviglie siciliane
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Agrigento, la Valle dei Templi e la Scala dei Turchi: fascino greco e meraviglie siciliane
Il fascino dei templi dorati che spuntano sulle colline in mezzo al verde brillante di alberi rigogliosi, cattura lo sguardo e catapulta corpo e anima in una bellezza travolgente, alla Valle dei Templi, nella città di Agrigento.
Percorrere la terra dove si può rivivere la storia, in mezzo ad ulivi, mandorli, rosmarino, agavi enormi, aloe fioriti, e fiori di acanto, che hanno ispirato i capitelli corinzi, e tutto quello che una natura generosa mette a disposizione, lascia senza fiato.
Svegliarsi con un tale panorama, la mattina, mi ha riempito di gratitudine, e la stessa emozione mi avvolgeva alle luci del tramonto, quando il cielo diventava rosso e il tempio dorato. E anche all’ora di andare a dormire, quando volgevo lo sguardo al tempio illuminato🙏.
La città di Agrigento, dall’esterno poco apprezzabile, contraddistinta da un’urbanizzazione fatta di palazzi anni 50-60, ci ha mostrato, al suo interno, storia, cultura e delle chicche succulente.
Il tutto condito da una fioritura incantevole e dai primi caldi della stagione estiva🌺.
Proprio così, Agrigento non è amore a prima vista. Sembra poco comprensibile all’inizio ma pian piano si scopre, come aprendo uno scrigno che nasconde un tesoro, nelle sue scalinate, nei suoi balconi, nei suoi colori, nella fantasia con cui certi angoli o attività vengono valorizzati. Nell’incontro con Camilleri, con Modugno, nelle frasi di Pirandello che compaiono frequenti in città.
Nei murales degli artisti di via Neve, nei palazzi barocchi, nelle costruzioni in tufo, nella meraviglia della cattedrale normanna, nel punto più alto della città.
La Scala dei Turchi sorprende, con quel bianco candido, appena si scorge in lontanza.
Mentre si estende in un mare variopinto di blu e verde, e spunta dove tutto è dorato, mostrando l’azione del tempo nei suoi scalini.
Una combinazione di eventi incastrati insieme, ci hanno permesso di tornare in quella terra meravigliosa che è la Sicilia, in questa zona a noi sconosciuta ma che da tempo avevo puntato. Che davvero, per me, è una delle più belle della regione.
maggio 2022
work in progress – a presto gli articoli
tutti gli articoli sulla Sicilia
LAMPEDUSA: informazioni e suggerimenti per organizzare il viaggio
Ecco come abbiamo organizzato il nostro viaggio a Lampedusa, spunti che possono essere utili per chi volesse andare!
Lampedusa è un’isola molto piccola, 4 km di larghezza e 12 di lunghezza, fa parte dell’arcipelago delle isole Pelagie e sorge in mezzo al Mediterraneo o Mare Nostrum, come chiamato dagli antichi romani.E’ più vicina all’Africa che all’Italia, da cui dista 100 km, mentre la separano 200 km dalla Sicilia. La Porta d’Europa, il monumento in memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare, lasciando le coste africane, fuggendo dalla guerra o alla ricerca di un futuro migliore, per chi arriva dall’Africa è la prima cosa visibile della terra d’Europa.
Come arrivare a Lampedusa

Il nostro alloggio: il Bed and Breakfast Paola e Melo a Cala Pisana



E poi ci si innamora..
Ci si innamora di un posto, non perché sia perfetto o il più bello del mondo, ma perché ti fa stare bene. Perché è, e ti da, tutto quello che cercavi; perchè è quello che ti risuona dentro, che ti fa percepire bellezza, verità, e pace.
E’ quello dove crei i tuoi ricordi felici: quelli a cui attingi quando ne hai bisogno, o nei momenti bui, o di attesa.
Unanimainviaggio – Lampedusa, Cala Pisana
Il bb Paola e Melo è un’oasi a Cala Pisana, e forse in tutta Lampedusa.
Informale, colorato, semplice, in stile etnico. I proprietari ti accolgono all’arrivo all’aeroporto, e ti portano quando arriva il momento di ripartire. Disponibili per tutto, ti mettono a disposizione ombrelloni per la spiaggia, maschere e pinne, borse frigo, teli mare, acqua da tenere nel frigorifero.. a noi hanno messo a disposizione anche n bollitore dietro nostra richiesta!.. e ti prestano perfino i libri della loro ricca libreria!










Cibo


Noleggio Auto


Escursione giornaliera in barca






Isola dei Conigli
Spiagge di Lampedusa
Se ti interessano altre informazioni, puoi scrivermi e comunque qui trovi tutti gli articoli su Lampedusa ====> https://www.unanimainviaggio.it/lampedusa/
*quando si ha diritto a risarcimento per volo in ritardo o cancellato: Poichè è capitato spesso di sentire che un volo sia stato ritardato o cancellato e non tutti lo sanno, riporto qui i casi in cui si ha diritto a un RISARCIMENTO:
- quando un volo viene cancellato, prima di 14 giorni dalla partenza, la compagnia aerea ( se possiede la licenza rilasciata in un Paese dell’Unione Europea e tranne circostanze eccezionali non prevedibili) può offrire sempre un rimborso del biglietto o un volo alternativo
- quando una cancellazione avviene meno di 14 giorni dalla partenza, si può avere il risarcimento oltre al rimborso del biglietto
- in caso di ritardo: di due o più ore per tutte le tratte aeree fino a 1500 km; di tre o più ore per tutte le tratte aeree europee ed extra europee comprese tra 1500 e 3500 km; di quattro o più ore per le tratte oltre i 3.500 km al di fuori dell’Unione europea come da schema sotto riportato
Il passeggero ha diritto a un risarcimento per il volo cancellato o ritardato, tra i 250 e i 600 euro, in base al Regolamento (CE) 261/2004
- Tratte fino a 1500 km : €250 di risarcimento
- Tratte tra i 1500 – 3500 km: €400 di risarcimento
- Tratte superiori ai 3500 km: €600 di risarcimento
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L’isola e la spiaggia dei Conigli a LAMPEDUSA

L’isola dei Conigli, la relativa spiaggia e tutto il contesto della zona è davvero uno dei più bei paesaggi di mare mai visti.



Come arrivare alla Spiaggia dei Conigli
















La spiaggia e l’ isola dei Conigli
Una volta arrivati alla spiaggia, sull’asciugamano si sta molto poco, quindi la mattinata in cui eravamo tutti ammassati poco ci ha importato: è troppo bello godere di quel mare spettacolare.




Dalla spiaggia dei Conigli si può raggiungere a piedi l’isola dei Conigli, che è un piccolo isolotto di roccia di 4 ettari, collegata da un istmo sabbioso, visibile in caso di bassa mare ma sempre con acqua poco profonda



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Le spiagge di LAMPEDUSA e il resto non perdere
A Lampedusa ci sono spiagge di sabbia e spiagge di scogli, e spiagge dove sono presenti sabbia e scogli.
Io che amo le grandi spiagge di sabbia, sull’isola ho molto apprezzato anche quelle di scogli, piuttosto che le piccole spiagge di sabbia molto affollate, talvolta ben ventilate, che offrono una bella vista mare e sono ben attrezzate con ombrelloni e lettini sulla scogliera.. anzi, devo dire che me le sono godute tantissimo!!
La spiaggia dell’isola dei conigli
Questa spiaggia è talmente bella che gli ho dedicato un articolo a parte
La Guitgia
La spiaggia della Guitgia è bellissima, appare interamente salendo sulla strada, dopo la curva del porto. Ha attorno roccia, ma il tratto di sabbia centrale è spettacolare: peccato che essendo attrezzata, sia nel lato sabbioso che nel lato roccioso, ed essendo cosi fruibile, nel centro cittadino, e comoda anche per i bambini, risulti terribilmente affollata nei mesi di punta. Tanto che noi, oltre a vederla dalla strada, ci abbiamo fatto solo una passeggiata al tramonto.
Cala Croce, Portu ‘Ntoni e Cala Madonna
La spiaggia di Cala Croce e la spiaggetta attigua di Portu’Ntony sono anch’esse stupende, sebbene molto affollate nella parte di sabbia attrezzata, nei mesi centrali estivi. Ma sulla parte appena sotto al bar Tunez, sugli scogli, noi siamo stati divinamente, godendo di un venticello delizioso, che non c’era sulla scogliera di fronte, e che ci ha tenuto fresco al mattino, sotto l’ombrellone, regalandoci la possibilità di godere di un panorama dall’alto strepitoso. Mentre al pomeriggio dopo le 17, con l’intenzione di aspettare il tramonto, siamo letteralmente fuggiti via quando i due bar-ristorante hanno iniziato a mettere una musica per noi orrenda con Dj set, facendo a gara a chi la teneva più alta! Davvero terribile per noi, pur comprendendo che a qualcuno possa piacere!
Accanto a Portu’ntoni si trova anche Cala Madonna, baia lunga e stretta con spiaggetta piccola, ma con mare molto bello.
Cala Pisana
Va beh, Cala Pisana è nel mio cuore perché è la spiaggia che era davanti al b&b Cala Pisana da Paola e Melo, dove alloggiavamo. La cala è lunga e stretta, con una piccola spiaggetta di sabbia all’estremità, che e io mi sono goduta a tutte le ore: al mattino alle 7, quando mi alzavo e facevo la mia passeggiata lungo gli scogli, fino anche a Cala Creta, o mi mettevo a leggere, o a fare un bagno prima di colazione
talvolta dopo pranzo sotto l’ombrellone, sul terrazzo del b&b,
o a sera tardi, dopo il tramonto, quando restava deserta e la luna arrivava. La parte di mare più bella è quella laterale che costeggia la strada, pavimentata e attrezzata con ombrelloni e scalette per buttarsi in un mare da sogno, con sfumature accese dell’azzurro e del verde e tanti pesci che si vedono anche dall’alto
Cala Creta
Cala Creta è completamente rocciosa, e su uno spiazzo è possibile affittare lettini ed ombrelloni. È rinomata per i bei fondali: io l’ho vista solo dall’alto e dal mare
Cala Mar Morto
Cala mar Morto, come è chiamata Cala Calandra, è una spiaggia di roccia spettacolare. Rocce sui bordi, che hanno attrezzato, e dove si sta divinamente perché soffia sempre un bel vento; rocce nel mare pieno di pesci, a cui si accede con un pò di difficoltà (raccomandate le scarpette da scoglio); e rocce alte attorno, anche per fare i tuffi. Ha anche una bellissima grotta in cui si puo’ entrare a nuoto. Indubbiamente esercita un fascino particolare, ed io, da non amante delle spiagge rocciose, ne sono rimasta ammaliata.
Cala Francese, Sciatu Persu, Cala Maluk, Cala Spugne
Queste calette si trovano nella parte sud orientale dell’isola, a fianco all’aeroporto e vicino alla Porta d’ Europa, sulla via per il Centro di Recupero Tartarughe.
Con Cala Francese, al mattino, non è stato amore a prima vista, quindi l’abbiamo abbandonata subito per Sciatu Persu, piccola ma graziosa, sebbene particolarmente frequentata da famiglie con bambini, per il facile accesso ad un bel mare
Di ritorno ci siamo fermati a Cala Sponge o Spunge, che è sotto un costone: è molto stretta, ma cosi se si affitta l’ombrellone si sta al massimo in seconda fila davanti a un tratto di mare molto bello. Cala Maluk l’abbiamo vista anch’essa passando: gli ombrelloni si inerpicano sulla roccia e si vedono dalla strada, e sembra molto simpatica.
Queste spiagge sono belle, e sicuramente da vedere, ma devo dire che ho preferito le spiagge della costa sud.
Cala Palme
Cala Palme non è una vera propria spiaggia balneare, non è frequentata di giorno, forse perché vicina al porto vecchio. Ma l’ho trovata bellissima, nonostante i tanti natanti di fronte, per il fascino che esercitano su di me le palme, soprattutto all’ora del tramonto, dove ci di può fermare al suo bar per drink.
Ci sono anche altre spiagge che non abbiamo visitato: Cala Pulcino, un po’ complicata da raggiungere, rimane oltre la spiaggia dei Conigli, Cala Uccello, Cala Galera, Cala Greca.. Sarà per una prossima volta! (che ci sarà di sicuro:)
Informazioni sulle spiagge anche a questo link
https://visit.lampedusa.today/beach-tour-lampedusa-spiagge-da-non-perdere/?fbclid=IwAR0hmsG7qNcvK3lOmHcU-nYT8Lyl60GNrpGLd5obqsQGzw8B2ALCu9pugrU
Il resto da non perdere a Lampedusa
La strada panoramica e gli aperitivi al tramonto
Le rocce a picco sul mare e il sole che scende in acqua e illumina le falesie su di esso, offrono paesaggi spettacolari che si prestano per essere goduti al tramonto.
Via Capo Ponente, percorre la parte sud dell’isola fino a Capo Ponente, e poi la strada panoramica prosegue verso il nord dell’isola che è per lo più deserta e meravigliosa
Però.. c’è un però.. i localini, anche improvvisati con truck, sedie e tavolini, diventati oramai un’istituzione, dove bere qualcosa e socializzare davanti a cotanta bellezza, si affollano per l’attesa, e sono diventati dei punti di ritrovo
..i più vicini Tunez e Club Cala Croce, e quelli più a nord Sprizzando, Oscia, 35 parallello, ecc..
ll “però” è sulla scelta della selezione musicale, che a noi non è piaciuta, abbiamo avuto l’impressione che questi posti perdano davvero la loro natura, il romanticismo e il fascino del momento. Tra questi, comunque, quello che più mi è piaciuto come collocazione è stato il 35 parallelo

Il Centro di recupero Tartarughe

La Porta d’Europa

Il Belvedere di punta Albero Sole

Dammuso Casa Teresa

La scala colorata









e ancora, il faro di Punta Grecale con la panchina gigante, e la chiesa della Madonna di Porto Salvo.
E poi ancora merita fare il tour dell’isola in barca, affittare una Mehari, provare tutti i cibi tipici..
Dimenticato qualcosa??
Si!! ribadire quanto è bella Lampedusa!
tutti gli articoli su Lampedusa
Accogliente Lampedusa
Lampedusa, per me.
Lampedusa ti apre le braccia per mostrarti la sua parte migliore evidente, la bellezza e il blù prepotente e cristallino del suo mare, la sabbia morbida che lo accoglie, le rocce calde che brillano al sole, la terra brulla che si accende col calore, il suo cibo ricco, non solo nutrimento ma appagamento nella forma più completa del senso del gusto.
Accogliente per chi arriva dal continente o dalle isole, per apprezzare le meraviglie che vengono rivelate con fierezza ed orgoglio.
Lampedusa è punto d’incontro tra Africa ed Europa, passaggio di orario in pochi passi sulla spiaggia più bella dell’isola, una porta che segna il punto più lontano del nostro continente e, insieme, le tragedie del mare.
Lampedusa è un utero per le tartarughe che tornano nel luogo natio per deporre le uova, è protezione per loro e cura.
Lampedusa è trovare le tracce delle zampe di un cane, che è passato sul sedile della tua Mehari, durante la notte.
Lampedusa e l’attesa di un tramonto percorrendo le sue strade deserte, o davanti a una roccia a picco sul mare.
E mentre tu guardi l’immensa bellezza, con gli occhi che brillano e i sensi che si accendono e battono le mani, succede altro.
Lampedusa non è solo quello che appare. Lampedusa è quello che si vede e quello che non si vede.
A Lampedusa, in vacanza, se vuoi, puoi tenere gli occhi chiusi e non ti accorgi di niente. Ma se la coscienza ti chiama puoi vedere e ascoltare.
Lampedusa è chiederti, guardando l’orizzonte, se qualcosa sta accadendo in quel mare, a nostra insaputa; è sentire salire un senso di impotenza; è stima per chi ha il coraggio di un leone, di lasciare tutto, di affrontare quel mare, talvolta impetuoso e crudele, o assassino, e di scegliere di rischiare anche la morte, per il sogno di nuova vita, che possa essere definita tale.
Lampedusa è l’umanità delle persone che accolgono, che credono ancora nella dignità della vita.
Lampedusa è un traghetto che va e viene a Cala Pisana; è la nave quarantena, piena di storie tremende di esseri umani; è la barca della guardia costiera piena di persone appena sbarcate, e salve, a bordo; è le parole forti e toccanti di chi lavora alla frontiera, di chi sente il bisogno di condividere, dolore, morte, rinascita, verità.
Lampedusa ha 2 facce ma la stessa accoglienza.
Lampedusa ti accoglie e ti avvolge con la sua bellezza, ti stravolge con la sua storia, i suoi racconti. Lampedusa ti tocca e ti resta dentro.
Lampedusa per me è un cancello sul mare. E’ il b&b di Cala Pisana: un bagno al mattino, quando ancora la spiaggia è deserta. Camminare sulle rocce che scendono a picco, fino a Cala Creta e sentire il calore del sole che sale. Ammaliarmi con i profumi intensi del mare, delle piante, dei frutti dell’orto, deliziarmi di tutti i colori che vedo intorno. E’ andare in giro per spiagge e restare incantata.
E’ avere davanti lo spettacolo più bello di sempre, il mare. E’ ascoltare i racconti dei testimoni, di tragedie e salvatagg. E’ leggere un libro che parla di lei e di loro, dei naufragi, degli abissi, di fronte a quel mare, e provare qualcosa di indefinibile. E’ visitare un cimitero con tombe senza nome e croci fatte col legno di barche naufragate, e sentire risuonare dentro le parole di Emily Dickinson scritte all’ingresso: “Per uno sconosciuto gli sconosciuti non piangono”.
E’ toccare il coraggio di chi cerca una vita migliore, da una parte, e l’umanità delle persone che si prestano, lavorano e accolgono dall’altra. L’inferno che, con coraggio da ambo le parti, viene attraversato. E vedere la grande capacità, insita in tanti, di non arrendersi.
Lampedusa è un pensiero: che tutti gli esseri umani desiderano essere accolti.
Lampedusa è un pezzetto d’Italia, in tutto per tutto, in mare d’Africa.
Chi rifiuta
chi accoglie
chi non si arrende.
Chi resta umano.
luglio 2021
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