C’è chi sta peggio
Sono fortunata.
Quest’anno sono riuscita ad andare in alcuni posti che desideravo vedere da tempo, a fare parecchi viaggi, brevi ma belli ed intensi, che mi hanno riempito di entusiasmo. Sono riuscita anche a fare un volo intercontinentale, a conoscere un nuovo paese, non distante, ma con cultura e paesaggi diversi.
Sono fortunata.
Non sono ricca ma posso soddisfare i miei bisogni; posso anche cercare di perseguire dei sogni, ho ancora la capacità di desiderare e di distinguere tra desiderio e compulsione.
Sono fortunata
Ho un tetto sopra alla testa, un bel giardino nel verde, degli animali che sono un balsamo per l’anima. Posso vedere, respirare, e sentire la natura, la vita attorno, l’avvicendarsi delle stagioni; accorgermi che tutto passa, muore e rinasce.
Sono fortunata.
Ho un marito che mi ama e mi rispetta, una figlia che sa il fatto suo, di cui sono fiera, che non mi assomiglia, e ne sono felice.
Ho accanto poche persone selezionate, e nonostante le frequenti delusioni, ho dei riferimenti per me importanti.
Sono fortunata.
Posso accedere alla cultura e scegliere; posso leggere, ascoltare, posso scrivere, ed esprimere quello che sento e quello che penso. Non vivo in una dittatura, in un paese povero, o dilaniato da persecuzioni o conflitti armati.
Sono fortunata.
Perché quando dico che vorrei un po’ di pace, cerco una pace in senso figurato, quella che è il contrario dell’irrequietezza, non la pace di chi è costretto a vivere in mezzo alla guerra.
E quando dico che vorrei, o potrei, stare meglio non sono in una stanza di ospedale.
Sono fortunata.
A volte fatico ad alzarmi dal letto al mattino, talora a vedere la luce in fondo al tunnel; a non farmi contagiare dalla tossicità che ho intorno, e che spesso non riesco ad evitare, che mi investe, e che vivo sulla mia pelle.
Ma, poi, penso che sono fortunata.
Sono fortunata.
Vedo la vita vissuta sulla mia carne e nella mia mente, gli anni che crescono e il tempo che cala. Mi rattristo per una saggezza ambita e non raggiunta.
Ma poi penso che ho il tempo e la libertà, che me li posso amministrare e posso decidere, anche se a volte è difficile pure quello.
Sono fortunata.
Anche quando non me ne accorgo, e faccio fatica a vederlo. Anche quando non lo sento, e vorrei che le cose andassero diversamente; e quando mi dico che sono fortunata perché ne ho bisogno, ma, in fondo, non ci credo.
Sono fortunata.
Sono fortunata perché ho una coscienza, una discreta consapevolezza, la capacità di empatia e di mettermi in discussione, anche quando questo non torna a mio buon conto. Anche quando sento che avrei bisogno di perdonarmi perchè dimentico di guardare attorno a me, a chi sta peggio.
Sono fortunata.
Ho imparato a sopravvivere alla meno peggio alle ferite della mia anima: c’è chi ha ferite ancor più profonde, nell’anima o nel corpo, e capisco che a volte è meglio che silenzi voce e pensieri, per decenza.
Sono fortunata
Sono fortunata anche nei periodi nefasti, di sconforto o inquietudine; anche quando ho paura del futuro, dell’ignoto, di perdere quel che ho, della decadenza, mia e del genere umano; quando è una fatica sovraumana mantenere fiducia e speranza.
E anche quando, in tutta coscienza, cerco di aggrapparmi a quest’unico pensiero che resta: che sono stata fortunata, e devo serbare gratitudine per questo.
dicembre 2023
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