Coronavirus, fase 2: ce la faremo?
Sarà dura.
Sarà dura accettare ancora dei limiti, per chi finora i limiti li ha rispettati, e per chi fa fatica ad accettarli.
Per chi negli ultimi tempi ha già mollato, perché tanto non c’era nessuno in giro o che avrebbe visto; che il problema non è lui, ma che se tutti pensassero e facessero cosi’, là, fuori ci sarebbe una folla.
Sarà dura per chi non riesce a stare quieto, tenere fermo il corpo, perché significherebbe anche costringere il cervello a pensare. Per chi non è abituato a posticipare il piacere, per chi non è abituato a fare sforzi o sacrifici. Per chi non è abituato ad aspettare.
Sarà dura per chi non riesce a far vincere il senso di responsabilità sullo spirito di ribellione, e ha bisogno di combattere sempre contro qualcosa, o con un nemico fuori di sé. Per chi vede complotti, e si ferma solo perché teme le misure ritenute repressive.
Sarà dura perché si sentiranno ancora dichiarazioni, polemiche, lamentele, perché si faranno sbagli, perché si daranno colpe, perché ci sarà sempre un chiacchierio di sottofondo, e sempre qualcuno che penserà che avrebbe fatto meglio. E perché ci sarà chi agirà proprio con l’intento di creare disgregazione, destabilizzazione, confusione.
Sarà dura per tutti quelli che attendono il lavoro, che hanno una fondata paura di non farcela.
Io non so se ce la faremo.
Non credo molto al buon senso, quello a cui si fa appello in prima istanza: è un metro troppo soggettivo. O alla responsabilità individuale, che nonostante possa appartenere a un gran numero di persone, ne bastano poche, ora, per generare gravi danni, non a se stessi, ma a un’intera comunità.
Non so se ce la faremo, perché a volte siamo sembrati piu’ bambini o adolescenti che adulti, che non sanno aspettare, che non sanno trattenere il capriccio, che non sanno vedere una situazione da piu’ angolature, o da un punto di vista che non sia il proprio (ma magari da quello di qualcun altro che scrive sui social o parla alla tv, per accordarsi a ciò che piu’ fa comodo sentire o sostenere). Che non sanno ubbidire, ma devono entrare in conflitto con l’autorità.
Non so se ce la faremo, perché siamo molto indisciplinati, molto imprudenti, poco inclini a pensare alle conseguenze, troppo abituati ad avere bisogni e desideri da volere realizzare subito, troppo attratti dal voler fare i furbi, pensando di non essere visti.
Io credo che quello che arriverà sarà il momento piu’ difficile.
Abbiamo sentito, ancora prima di entrarci in questa fase, le polemiche, l’ insofferenza, la strumentalizzazione, di alcuni, proprio dell’insofferenza e della sofferenza, che non rafforzano di certo le condotte virtuose. L’angoscia, irrazionale, rischia di soffocare i comportamenti assennati.
E spero che ce la faremo, a comportarci in modo da non causare una ripartenza del contagio da Covid19. Che non adotteremo comportamenti a rischio, che sapremo fermarci prima di provocare l’irrecuperabile. Che sapremo usare l’intelligenza. Che sapremo mettere a frutto questo periodo in cui il mondo si è fermato, ha rallentato i ritmi, questo periodo che ci ha chiusi dentro.
E spero che in quel “dentro” si sia riusciti a scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa di bello, qualcosa di buono. Per ripartire, proprio da quello.
03.05.2020
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Come sempre una bella riflessione che condivido: anche io, infatti, ho molte perplessità sul senso di responsabilità che dovrà dimostrare ogni persona. La speranza, però è l’ultima a morire…
Certo, speranza sempre!!
Io credo che riusciremo ad andare avanti, sarà più difficile di prima e probabilmente i contagi cominceranno a risalire ma , come è sempre stato andremo avanti. Purtroppo il buonsenso è di pochi…
Già!