DOZZA, il borgo medievale del muro dipinto e della rocca sforzesca, sulle colline imolesi (BO)
Inserito tra i 100 borghi più belli d’Italia, Dozza imolese merita una visita, oltre che per la sua Rocca sforzesca, per passeggiare nelle vie dall’atmosfera medievale molto suggestiva, arricchite dai murales, oggetto della biennale di arte contemporanea denominata “il Muro dipinto”.
I 6 chilometri da percorrere per arrivare alla cittadina, tra Bologna e Imola, sull’Appennino tosco romagnolo, lasciata la via Emilia, sono caratterizzati dalla presenza di campi, vigneti e numerosi e bellissimi pini marittimi, che insieme al paesaggio collinare, mi hanno subito colpito favorevolmente. Considerando poi che aveva nevicato il giorno precedente e che il sole splendeva, ci siamo trovati davanti a un panorama veramente incantevole.
Sono convinta che anche i colori dorati dell’estate non siano da meno, nel rendere magnifico il paesaggio delle mie amate colline emiliano romagnole!
Arrivando a Dozza ci sono due grandi parcheggi, uno proprio poca prima della porta di ingresso principale del paese, e uno alla fine, che si raggiunge girandolo a lato, poichè il centro è ovviamente tutta zona pedonale. Noi non abbiamo trovato posto in nessuno dei due, ma imboccando una strada in salita a fianco del secondo, siamo riusciti a parcheggiare. A questo punto siamo entrati all’interno del borgo fortificato dall’ingresso sul retro, trovandoci subito davanti alla maestosa Rocca Sforzesca.
La Rocca, che risale al XIII secolo, ha subito diverse trasformazioni nel tempo: è stata fortezza medievale, ha acquisito l’odierno aspetto nel periodo rinascimentale di Caterina Sforza, è diventata sede di rappresentanza e residenza, nel periodo feudale, delle famiglie Campeggi e Malvezzi, fino al 1960, quando diventò proprietà del comune, che ne fece un museo.
Agli angoli ha 2 bastioni, su cui si puo’ anche salire ed avere una bella vista panoramica dall’alto; è perfettamente conservata e si può accedere ai suoi interni, dove si possono visitare le sale arredate, le cucine, le prigioni e i luoghi di tortura, il pozzo a rasoio, e anche il Museo della Rocca. E’oggetto di visita da parte di tantissime scuole dell’Emilia Romagna come testimonianza di castello medievale: ricordo che hanno portato anche me, quando frequentavo le scuole elementari, e mia figlia quando andava alla scuola materna!
L’accesso alla Rocca avviene attraverso un ponte su un fossato, un tempo pieno di acqua. Al suo interno ha sede anche l’ufficio di accoglienza turistica. Coloro che non hanno intenzione di visitarla (o la trovano chiusa, come in questi tempi di pandemia) possono comunque passare il fossato e accedere ai sotterranei che ospitano l’enoteca regionale, dove vengono venduti vini pregiati e si possono fare degustazioni.
https://www.fondazionedozza.it/entra-in-rocca/museo-della-rocca-di-dozza.html#
A lato del castello, una scala conduce a un camminamento che permette di girarvi attorno.
Dalla Piazza della Rocca ci si addentra all’interno di quello che è considerato un vero e proprio museo di arte contemporanea a cielo aperto, scegliendo di partire da una delle due uniche strade del paese, che corrono parallele. Via XX Settembre e via De Amicis sono pavimentate con ciottoli, ed hanno la caratteristica di avere una portici, negozi, ristoranti, la piazza principale e il comune, e l’altra soltanto abitazioni. All’estremità opposta alla Rocca, convergono in Piazza Carducci.
Ad ogni passo di entrambi i vicoli, ci aspetta la sorpresa di quello che si puo’ incontrare, poichè sin dal 1965, artisti importanti si ritrovano ogni due anni, per la biennale del Muro Dipinto, una manifestazione di quattro giornate, che si tiene nel mese di settembre negli anni dispari, per la realizzazione di opere sui muri degli edifici.
https://www.fondazionedozza.it/muro-dipinto.html
I dipinti, con etichetta dell’autore e dell’anno a cui risalgono, sono sulle facciate colorate delle case
attorno alle finestre
alle porte
sugli edifici delle piazze
perfino sotto le volte, dove è stato dipinto questo cielo annuvolato
Il murales più famoso è quello della mia foto di copertina, L’Angelo di Dozza di Giuliana Bonazza, che anch’io trovo molto bello.
Una delle opere più particolare, secondo me, è Two Women Chatting di Kamil Tarqosz, che rappresenta due donne che chiacchierano, inserite nel contesto di due finestre.
Mentre uno dei dipinti che più mi è piaciuto rappresenta la scena di una famiglia attorno a un tavolo illuminato per la cena, molto realistica, con anche annesso il gatto.
Ce ne sono anche di molto colorati
o monocolori
e anche uno a tema fumetto
In alcuni, i piu’ vecchi, sono riconoscibili i segni del tempo, e si notano i muri scrostati.
Anche la porta d’ingresso al borgo, la Porta del Rivellino, che in verità è la seconda porta, preceduta da un’altra fortificata, probabilmente a difesa della cittadina, ha un bel dipinto con le nuvole, attorno all’orologio. Si trova a fianco del Palazzo Comunale, e della sua piazza a terrazzo, e conduce in via XX Settembre.
Essendo il giorno di San Valentino abbiamo voluto anche noi la nostra foto romantica sotto i murales! Mascherati per via del Covid-19!
Le opere a Dozza sono oltre un centinaio, e come per tutte le cose di questi tempi, è stata anche creata un App gratuita, che si chiama “Guida al Muro Dipinto di Dozza”, per avere informazioni e trovare i murales. Ma per me, la cosa più bella resta percorrere in tondo i due vicoletti, partendo dalla Porta del Rivellino o dal Castello, guardarsi attorno e assaporare la sorpresa di quello che si presenta davanti.
Il borgo castellano di Dozza si trova a circa 35 km da Bologna, l’uscita dell’autostrada è quella di Castel San Pietro per chi viene dal capoluogo emiliano, quella di Imola per chi viene dalla Romagna. La visita puo’ durare da una mezz’ora a un paio d’ore, a seconda di quanto ci si ferma ad ammirare e fotografare.. Sicuramente vale la pena per una gita fuori porta, o per una sosta di chi si reca o torna dalla Romagna!
febbraio 2021
foto di Patty
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Ho letto l’articolo e osservato le foto. Le immagini sono suggestive, i dipinti murali molto belli. Ma sorge spontanea una domanda: come ha permesso la Soprintendenza di dipingere edifici storici? Non so, non riesco a capire se la cosa mi piace o urta la mia sensibilità di storica dell’arte. A te è sembrata una contaminazione accettabile? Grazie!
Ciao Teresa, ti lascio il link ufficiale dove magari puoi desumere le informazioni che mi chiedi https://www.fondazionedozza.it/muro-dipinto.html#la-storia
I dipinti sono realizzati nell’ambito di una rassegna di pittura estemporanea della tradizione italiana di pittura su muro. Non sono quindi semplici murales lasciati realizzati da sconosciuti, ma da street artist e disegnatori piuttosto rinomati e la rassegna è volta a promuovere l’espressione dell’arte contemporanea. Esiste anche un centro studi e documentazione.
Per quel che riguarda la mia impressione, si, mi è parsa una contaminazione accettabile, nulla toglie, anzi, aggiunge valore al borgo, caratterizzandolo, e anche i colori di alcuni dipinti, un po’ sbiaditi dal tempo, o l’ubicazione su muri scrostati, contribuiscono a non dare la sensazione dell’artefatto ma di un evento precursore rispetto a tante realtà che si sono sviluppata in tempi recenti. Spero che tu possa andare a visitare il borgo e darmi la tua impressione!