Fermate il mondo, voglio scendere
Troppo veloce, tutto troppo veloce.
A volte mi capita di avere la sensazione di non riuscire a seguire.
Che cosa? Il mondo che va avanti, quello che succede, le persone, le mie cose, il mio mondo.
Oltre a non riuscire a seguire, ho la sensazione di non riuscire a metabolizzare. Non ricordo. E questo non è solo dovuto agli anni che avanzano.
Faccio sempre piu’ fatica a ritrovare quei momenti in cui, disconnessa da tutto quel che si muove attorno, mi connetto con me stessa. Osservo il nulla, penso, vago con la mente, da una cosa e l’altra, trovo risposte. E soprattutto, trovo domande.
Tutto veloce, tutto troppo veloce.
Troppo movimento di cervello, poco connesso col corpo. E in mezzo, la pancia, le budella, che comunque restano attive, ricevono, e non sempre digeriscono. Col risultato che restano tante cose li’, sullo stomaco.
Come mangiare ingordamente, e non avere tempo di assimilare. E cosi, manca il nutrimento. Tutto si deposita e ci si ritrova con una montagna di grasso inutile. Pieni. Strabordanti. Oppure, tutto entra, ed esce alla velocità della luce. E non resta niente che faccia la differenza.
Sentire di non avere piu’ tempo. Raccontarsi di non avere del tempo. Impegnati a inseguire o a seguire, con il timore di perdersi qualcosa. E poi, dopo, la sensazione che la vita sfugga.
Paura di perdere qualcosa di importante. Tanti momenti. Quei momenti in cui si ripercorre. In cui arriva la nostalgia di qualcosa di vissuto, in cui si attiva la memoria. In cui i contenuti si sedimentano. Quei momenti in cui ci si prende il tempo, per sentire fino in fondo. Fino al fondo. Non il sentire di un attimo, che passa veloce, e via.
Paura, quando ci si ferma, di non sapere se ci si ritrova.. Che anche riuscire a fermarsi è una fortuna. E andare a cercarsi in luoghi che non sono quelli dove ci si è persi. In luoghi dove non si abita più. Per cui, ritrovarsi risulta impossibile.
E’ il logorio della vita moderna.
E forse, ogni tanto, dovremmo essere noi a fermare quel mondo, che va avanti anche senza di noi. Lasciarlo alle spalle, per un attimo, o per di piu’. Scendere dalla giostra. Scendere ed entrare dentro, a cercarci. A vedere se ci siamo ancora. O cosa siamo diventati. E se c’è ancora tempo rimasto. E se c’è ancora spazio.
giugno 2018
foto di Patrizia Pazzaglia
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Io spesso ho la sensazione di arrivare sempre in ritardo perché il mondo corre troppo veloce! Mi sento sempre un passo indietro anche se spesso è solo una sensazione
Comprendo bene quello che hai scritto e sì bisognerebbe proprio lasciarsi il mondo alle spalle
Davvero a volte bisogna fermarsi e ritrovarsi. Io però amo il “logorio della vita moderna”, il ritmo veloce del postmoderno permette di fuggire dai pensieri e a volte anche questo salva. Almeno momentaneamente.
UHHH a volte è necessario, infatti ho scritto anche “elogio alla fuga”, come qualcuno più famoso. In questi tempi però la fuga mi sembra eccessiva e il troppo stroppia!
Sì hai ragione percepisco anch’io questa fretta di vivere che quasi stordisce talmente è prepotente, ubriaca e lascia quel brutto mal di testa del giorno dopo. Rallentare dovrebbe essere la parola d’ordine, ma che fatica!
Mi ritrovo molto in queste parole! Secondo me è così per tutti quelli che hanno vissuto e accumulato ricordi anche prima dell’epoca digitale, quando gli stimoli erano molto minori. Ora siamo bombardati da informazioni, contenuti e richieste di performance a vari livelli, ed è umanamente impossibile seguire tutto. Anch’io ho come un certo senso di perdita. Mi aiuta viaggiare e dimenticarmi di tutto per qualche momento diverso dal solito!
Ecco anche a me, viaggiare mi riconnette con me e con il mondo!