Figli, conflitti e aspettative
“La vita del figlio ha diritto di essere difforme, differente dalle nostre aspettative”
(cit. Recalcati M.).
Arriva un momento, di solito nell’adolescenza, in cui i nostri figli entrano in conflitto con noi. Hanno proprio bisogno, di entrare in conflitto, per liberarsi delle aspettative che abbiamo su di loro e per sperimentare se stessi.
“Il vero dono della genitorialità è amare il figlio per la sua differenza”.
Differenza, appunto, da quello che noi vorremmo che fossero. Per questo il piu’ grande dono d’amore che possiamo fare è accettarli, amarli per quello che sono.
“Amarlo perché diverge dalle aspettative”.
Amarli nonostante la differenze. Amarli nonostante le aspettative disattese. Amarli anche senza comprendere fino in fondo. Perché anche se li abbiamo generati noi, anche se pensiamo di conoscerli, sono persone distinte da noi e la loro vita, il loro essere, è un mistero.
Amarli e fidarsi anche di quello che non dicono.
Amarli e non volerli diversi. Dando fiducia al loro percorso.
Perché, a un certo punto, il figlio deve tradire il padre e la madre, per trovare la sua via. Non restare loro fedele, altrimenti non puo’ essere libero.
Deve lasciarci, andarsene (come il figliol prodigo), liberarsi dei genitori. E noi genitori dobbiamo rinunciare alla loro proprietà e lasciare libero il loro desiderio.
Il senso dell’educare è proprio quello di renderli autonomi, fornire loro le competenze affinchè possano cavarsela da soli, nella vita, e cercare la loro strada.
Per questo dobbiamo essere in grado di sopportare e sostenere il conflitto.
Le regole sono importanti perchè dicono loro fin dove possono arrivare, e soprattutto servono per far imparare a loro stessi a crearsi dei confini. In attesa del momento in cui non ci saremo piu’ noi a metterli, i confini. Per preservarli dal fatto che, altrimenti, qualche autorità li metterà per loro.
Dopo aver messo confini e stabilito regole, arriva il tempo, solitamente nel periodo dell’adolescenza, in cui necessitano di fare l’esperienza della ribellione, per conoscere la vita e il mondo delle conseguenze.
In quel momento è importante saper accogliere il conflitto, lo sconfinamento, la trasgressione. Attraverso i quali, i figli definiscono anche l’affermazione di sé. Sperimentano se stessi in qualcosa di diverso. Cercano e testano strade inesplorate, per trovare la loro. Sperimentano la prima assunzione di responsabilità e fronteggiano le conseguenze dirette delle loro azioni.
La ribellione è condizione necessaria che induce a intraprendere il proprio viaggio.
Viaggio alla scoperta di sé, con tutto cio’ che comporta anche il distacco, l’errare, la sconfitta, l’illusione, la delusione, ecc. E’ condizione necessaria per trovare se stessi e far decollare la propria vita.
E se potranno andarsene, e ne avranno la forza, potranno anche decidere di fare ritorno. Con il loro bagaglio di esperienze e per loro scelta.
E allora sarà importante poter trovare la porta aperta. Ritrovare quel genitore che, in ogni momento di bisogno, con il suo amore è sempre presente.
“Eccomi”
Ci sono.
Come dice lo psicoterapeuta Massimo Recalcati,
“devono diventare eretici per essere eredi”.
Eredi della nostra impronta, che ci consente di lasciare una parte di noi nel mondo. Che non è solo un’insieme di geni, ma qualcosa di cio’ che noi abbiamo compreso, nella nostra esistenza, e siamo riusciti a trasmettere.
Non credo che sia facile per nessuno, ma rifletterci è sempre importante.
(cit. Massimo Recalcati-dalla trasmissione Lessico Famigliare- Rai 3 2018 e conferenza a “I martedi di San Domenico – Bologna apr. 2017)
https://www.facebook.com/rai3tv/videos/1643757709007335/
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