Fragilità
A volte ci si alza con un vuoto alla stomaco, che non è fame.
I pensieri girano e rigirano per la testa.
C’è un’incomprensibile inquietudine e non si trova pace da nessuna parte.
Una sorta di paura ci attanaglia.
Anche il respiro diventa corto.
Siamo di fronte alla nostra fragilità.
Qualunque sia la causa.
Quella che a tanti abbiamo nascosto. Quella che abbiamo gelosamente custodito.
Quella che ci spaventa perché ci lascia scoperti. In balia del tutto, come se tutto potesse farci del male.
Come se qualcosa di grande dovesse piombarci addosso.
E’ come se i muri che abbiamo innalzato si sgretolassero, e anche la nostra immagine, e ci trovassimo proprio davanti a noi stessi.
Alla nostra verità.
Disarmati. Nudi.
Come un bambino appena nato. Col rischio di essere colpiti, feriti.
Troppo esposti.
Vorremmo fuggire, e qualcuno ci riesce. Distrarci, uscire, fare, come antidoto a questo incontro. Metterci il nostro cappottino protettivo, la nostra corazza, ed andare.
Ma se restiamo, e la guardiamo, e la sentiamo, quella fragilità, e riusciamo a farci accompagnare da lei nell’incontro col mondo e con l’altro, possiamo diventare piu’ umani. Possiamo avvicinarci senza barriere e comunicare col cuore, al cuore degli altri. E magari riuscire ad avere rapporti più veri.
O se solo possiamo accettare la verità che ci mostra, che ci piaccia o no, e accettare di vedere, possiamo sperare di riappacificarci con noi stessi, o magari conviverci.
E magari anche perdonarci.
maggio 2018
foto di Patrizia Pazzaglia
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