Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Gli adolescenti al tempo del coronavirus

 

 

 

Togliere ad un adolescente le possibilità di contatto con i suoi pari, proprio nel momento in cui la fisicità è al suo apice, è privarli di un elemento fondamentale.

Non solo il contatto inteso come toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, scherzare corpo a corpo, mettersi le “mani addosso”, ma anche il contatto occhi negli occhi, per esprimere quello che, a volte, le parole non sanno dire. Perché a talvolta, a quell’età, non si riescono a formulare i pensieri, e le parole non vengono, ma il corpo intercetta, piu’ che ad ogni altra età, e comunica, trasmette messaggi, che spesso non passano ancora dalla coscienza. Il contatto inteso come l’ascolto del respiro dell’altro, del tono di voce, l’odore, lo sguardo e le espressioni, il sentire l’altro nella sua interezza, con tutti i sensi, con gli stimoli che arrivano direttamente al cervello emotivo.

Non è facile per nessuno, questa quarantena, tanto meno per i ragazzi.

Eppure, anche in questa situazione di distanziamento sociale per la pandemia del coronavirus, i ragazzi, cosi’ ricettivi, potrebbero avere modo di comprendere tante cose.

Magari riceveranno delle lezioni che li faranno crescere prima del tempo, e con una coscienza diversa e, in un periodo storico in cui vengono iper protetti e tenuti sotto le ali della famiglia, questo puo’ anche trasformarsi in un’opportunità per maturare e acquisire un senso di responsabilità.

Potranno imparare che nella vita può accadere l’imprevedibile, e che non c’è niente di sicuro. Ma che, anche da quello che inizialmente può apparire un disastro, si può scoprire qualcosa di inaspettato, di buono e positivo. E nonostante il loro bisogno di sicurezze, potranno imparare che la lotta per scorgere una via d’uscita è indispensabile e che una via d’uscita si può sempre trovare.

Potranno imparare che dagli eventi imprevisti e difficoltosi si può accedere alle proprie innumerevoli risorse, a volte ancora poco conosciute, e attivare la creatività e l’ingegno. Magari si annoieranno, occasione sempre più rara per loro di questi tempi, ma proprio questo può dare la spinta alla ricerca.

 

 

Potranno imparare che le cose si possono fare anche in modo diverso, e a cercare altri modi di comunicare, di stare insieme o sentirsi vicini, che non siano quelli fisici. Alcuni impareranno anche a prendere più coraggio per sconfiggere la solitudine o la timidezza.

Potranno imparare che, al contrario di quanto a volte pensino di essere loro, onnipotenti ed immortali, come uomini abbiamo dei limiti e non possiamo controllare e governare tutto.

Potranno imparare, dovendo restare confinati a casa, a crearsi dei confini, quelli che in questo momento storico, le famiglie fanno fatica a mettere e a far rispettare, sin dalla tenera età. E la famiglia, più che in ogni altro momento, dovrà fare da contenitore delle loro emozioni, accogliere  malessere, fatica, frustrazione, musi lunghi e aggressività.

Potranno imparare il valore della libertà, il valore del “fuori”, ma anche del dentro, costretti come sono a restare dentro: dentro casa, dentro di loro, dentro la loro famiglia.

Potranno imparare un po’ di politica, un po’ di economia, un po’ di geografia, un po’ di scienza; e potranno imparare, forse, qualcosa riguardo la solidarietà, il bene comune, il senso di comunità. Forse cominceranno anche a farsi un’idea di qualcosa che va oltre la loro stanza, la loro classe, il loro gruppo di amici.

Potranno imparare che siamo tutti connessi, non con la tecnologia, ma con i nostri comportamenti, che possono provocare conseguenze sulla vita degli altri, e che abbiamo quindi tutti una responsabilità come esseri umani.

E chissà, se proprio da questa esperienza, imprevista, difficile, di sacrifici, dolorosa per qualcuno, riceveranno qualche stimolo per essere gli artefici della creazione di un mondo migliore.

 

 

(Disclaimer: queste riflessioni non sono rivolte a chi si trova in situazioni di particolare disagio o sta vivendo condizioni di malattia, lutti o quant’altro)

 

aprile 2020

foto by Patty

 

 

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Mabka
4 anni fa

Speriamo che sia davvero uno stimolo per migliorarsi e migliorare tutta la loro fascia d’età!

4 anni fa

Belle riflessioni, Patrizia. Hai centrato i problemi (tanti e profondi) che porta con sé questa situazione nella vita degli adolescenti, ma hai anche individuato le opportunità. Non bisogna mai perdere infatti una visione sul lungo periodo: piangersi addosso e basta serve a poco (sempre, come dici, che non ci siano situazioni di particolare disagio). Da geografa, poi, non posso che apprezzare che tu abbia sottolineato l’opportunità di imparare qualcosa di più di geografia, materia di solito molto sottovalutata… ;)

4 anni fa

gli adolescenti ai tempi del coronavirus.
ciao Patrizia
é incredibile quante cose stanno apprendendo i tuoi figli in questo periodo di coronavirus costretti a stare a casa ma in famiglia, dove avranno imparato poche nozioni di scuola ma tanti valori umani. E questo é ciò che percepisco, quando leggo il tuo articolo, che hai scritto come il frutto di una meditazione in corso, valori, solidarietà, bene comune, senso comunità, sconfiggere solitudie e timidezza, l’imprevedibile, non c’é niente di sicuro, creatività e ingegno … Non voglio fare l’udienza con i genitori come facevo una volta da insegnante di inglese (no di religione) ma i tuoi figli stanno crescendo uomini o (donne) nel senso umano e morale della parola, a volte più importante del sapere. Spesso ho detto a scuola, ci sono i compiti della scuola, quelli che danno gli insegnanti, e i compiti della vita, che li da la vita stassa, aiutarsi, rispettarsi ecc. e i bambini mi hanno ascoltato. Io credo che i tuoi figli siano stati fortunati con questa esperienza di clausura domestica sotto i tuoi insegnamenti. Si percepisce dalle tue parole
ciao
ti parlo da insegnante di inglese di scuola media ed elementare

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.