Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Il Labirinto della Masone (PR): perdersi tra le canne di bambù

 

 

A volte è bello girare senza mappa, senza riferimenti, andare davvero dove mi porta il cuore, l’intuito, qualcosa che mi piace o mi attira.

Sapendo che mi smarrirò, ma senza che mi importi perdere tempo.

Perdermi, vagare, ripassare dove sono già stata. Lasciarmi disorientare, senza preoccuparmi. Ripercorrere le stesse strade, senza per ciò innervosirmi, ma esserne divertita.

Sapendo che prima o poi, la strada giusta per l’uscita la troverò.

 

 

Una bella metafora da vivere, un allenamento all’ottimismo, e, magari, un modo per imparare qualcosa, al Labirinto della Masone, in località Fontanellato di Parma

 

 

Il Labirinto della Masone è il labirinto più grande del mondo e la sua particolarità è di essere composto interamente di piante di bambù.

 

 

 

Cosi ci si trova ad inoltrarsi per un percorso insolito, stretto, e a volte poco luminoso, prevalemente composto di alti fusti di diverse specie di bambù, che a volte si piegano formando come una capanna sopra di te.

 

 

Una galleria vegetale, sotto cui è bello camminare e ossigenarsi, vedendo in fondo una via d’uscita, ma non la fine della strada

 

 

E il mio pensiero va ai panda, quei bellissimi animali, e a quanto potrebbero essere felici lì, loro che si nutrono quasi esclusivamente di queste canne

 

 

Le canne di bambù sono verdi, gialle, strette, larghe, alcune piegate in modo strano

 

 

e osservarle è una bellezza

 

 

La strada da trovare è quella verso il centro (come nella vita si cerca la strada  per arrivare al centro di se stessi), dove in una piazza quadrata di duemila metri quadri, si trova una piramide

 

 

 

Al suo interno c’è una piccola cappella, che da proprio la sensazione di essere giunti al centro, al cuore di questo luogo, come ad un tesoro

 

 

Il labirinto nasce dal sogno di un uomo, Franco Maria Ricci, da sempre affascinato dai labirinti, e dalla bellezza, che ha sempre cercato durante tutta la sua vita.

 

La bellezza è inevitabile

 

 

Questo il suo motto. Che mi ha colpito, presupponendo il fatto che non sia possibile non incontrarla, poichè il mondo ne è cosparso, di bellezza: spetta a noi la scelta, se farcene contagiare oppure no.

 

Francesco Maria Ricci

 

 

Finiti gli studi come geologo, Francesco Maria Ricci lavora nel settore dell’estrazione del petrolio, ma scopre poco dopo che non è quello che avrebbe voluto fare. Diventa allora grafico ed editore, dando anche lustro a un carattere di scrittura nuovo, il Bodoni, che usa poi in tutte le sue pregiate pubblicazioni. Diviene grande viaggiatore, e da vita a FMR, una rivista d’arte che diventa la più diffusa nel mondo. Mette insieme una pregiata collezione d’arte, 500 opere del periodo dal 500 al 900, che si può apprezzare nel Museo del Labirinto, con pezzi davvero belli e interessanti, sculture, busti dipinti, disegni, ecc,

 

 

Il suo obiettivo è di cercare il bello anche nelle opere minori, quelle non conosciute, scartate, che con quest’occhio vanno guardate. Alcune sono davvero bellissime

 

 

Tra queste non mancano opere importanti, come un autoritratto di Ligabue, e 2 quadri stupendi raffiguranti teste di tigri, dello stesso pittore.

 

 

Le sue pubblicazioni sono raccolte in una bella biblioteca, e i libri dell’editore sono consultabili: salta all’occhio l’esortazione, contraria a quelle della maggior parte dei musei, a consultarli

 

 

Imperdibile l’interessante documentario sulla vita di Franco Maria Ricci, per conoscerlo ed apprezzarlo, riprodotto in una sala occupata dalla sua bella biblioteca personale

 

 

Deciso a realizzare il suo sogno di costruire un labirinto in terra natale, in mezzo ai campi della sua infanzia, con l’intento di farne anche un luogo di cultura e di esposizione della sua collezione d’arte, scopre che il bambù trova un terreno favorevole in quella terra bagnata dal Po, e che è una pianta molto adatta per il suo scopo, visto che cresce velocemente e non perde le foglie. Fa arrivare quindi dalla Cina 50000 piante, che ora sono diventate 300000, disposte in circa 7 ettari di terreno (alcune hanno raggiunto anche i 15 metri di altezza). E’ così che nel 2015 realizza il suo sogno, inaugurando il Labirinto della Masone.

 

 

Il labirinto ha la forma di una stella a 8 punte, come una cittadella medievale; come un borgo medievale protetto dalle mura, questo è protetto dalla vegetazione, e ha una piazza nel suo centro: diventa un vero e proprio “un borgo della cultura

 

 

Ho trovato il Labirinto della Masone un luogo incantevole da visitare. Sia per la bellezza da vedere, che per le sensazioni da sperimentare, tra cui la possibilità di entrare nell’ignoto, ma in sicurezza, in un luogo misterioso, ma senza timore alcuno

 

 

Dove ci si può lasciare andare, perchè forse ha proprio ragione colui che ha scritto sulla porta della toilette delle signore:

 

 

Prima di entrare nel museo, o al labirinto -anche qua si presenta subito una scelta su dove andare per primo- è esposta una meravigliosa Jaguar nera, che fu di Franco Maria Ricci, che ha catturato subito l’attenzione del marito

 

 

All’ingresso, c’è una torretta, dove si può salire e vedere il panorama dall’alto, ma per la vista della stella non è ancora un’altezza sufficiente

 

 

Il labirinto prende il nome dalla via dove si trova, nella campagna parmense; al suo interno ha anche un bel ristorante e un bistrot, con prodotti del territorio, e a prezzi accettabili. Sono presenti inoltre 2 suite per chi volesse fermarsi in un luogo insolito a dormire.

Home Labirinto

 

Quando si ha la possibilità di camminare nel sogno di un uomo, si può comprendere quanto grande sia la potenza dei sogni, e dove questi possano portare. Anche a lasciare impronte, piccole o grandi che siano, che sopravvivono oltre la morte.

Che danno un senso alla vita, ed arricchisono quella degli altri.

 

Non esiste un sogno perpetuo.
Ogni sogno cede il posto a un sogno nuovo, e non bisogna trattenere alcuno.

Hermann Hesse – Demian

 

 

maggio 2023

 

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Opere

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.