La libertà di sbagliare
Ho spesso avuto paura di sbagliare. Tanta incertezza, tanta insicurezza.
Talvolta sono rimasta paralizzata, incapace di decidere, per timore di prendere la decisione sbagliata. E anche quando l’ho presa, la decisione, mi sono quasi sempre ritrovata a ripensare, tornare sui miei passi, essere assalita dei dubbi. Per poi magari confermare che la prima fosse la scelta giusta!
Certo, sbagliare non piace a nessuno, far le cose bene subito, prendere le giuste decisioni, adottare il giusto comportamento in tempo reale, sarebbe auspicabile. Ma siamo umani, no?
A volte addirittura ho pensato che la cosa migliore che mi potesse aiutare a decidere fosse abbandonarsi alla sorte e tirare una monetina: se il risultato mi avesse deluso, allora avrei saputo che quella non era la decisione giusta!
Credo che la paura vera sia sempre stata che, una volta presa una decisione, questa potesse essere irrevocabile. Che mi vincolasse per sempre (o per l’evento) e potessi rimanere incastrata in qualcosa che, magari, in seguito, mi accorgevo che non volevo.
Ancora oggi sono un’eterna dubbiosa. Rifletto, decido, rivedo, faccio colonne di vantaggi e svantaggi, analizzo, calcolo, dimenticando che la giusta decisione è spesso quella che senti, difficilmente quella che prendi con la ragione, esaminando ogni dettaglio.
Ma mi accorgo che il mio approccio ora è diverso. E’ come se avessi capito che mi è consentito sbagliare. Tornare sui miei passi. Cambiare la mia decisione. A volte ha un costo, ma spesso una decisione non ti lega per sempre. Spesso c’è possibilità di rimediare, un’alternativa. Non è questione di vita o di morte, come la sensazione che avevo in passato. E non perdo di dignità se cambio idea. A volte è proprio sbagliando che ci si accorge di ciò che si vuole (ovviamente quando parlo di sbagliare intendo restando nell’ambito della legalità).
E’ per questo anche che amo non aver padroni, persone che mi vincolino, voglio sentirmi di libera di sbagliare. E capire. E imparare. Di cambiare idea, qualora, perdendo il contatto con me stessa, sbagliassi. O se, distratta dai rumori del mondo e della testa. E poi, nel caso, di riparare
Piu’ che altro, voglio sentirmi libera di agire con disinvoltura, cosa che non riesco a fare se sento il parere giudicante di qualcuno o il sentimento di conseguenze infauste che si possano abbattere. Non è facile, se per una vita si è dovuto convivere con tali sensazioni. E una su tutte: la paura di essere sbagliati.
Puo’ capitare che qualcuno non tolleri i tuoi errori, non perdoni i tuoi sbagli. E’ un rischio che si corre, ma ci si può impedire di sbagliare? Vivendo, non credo.
E allora, credo sia importante comprendere che ci si può sentire liberi di agire, sapendo che può capitare di sbagliare. E che ci si può anche perdonare o chiedere perdono per questo.
D’altro canto “errare” non ha come unico significato “sbagliare”, ma anche “andare qua e là senza direzione o meta certa“, cosa di cui, talvolta, c’è bisogno, per vivere un po’ con leggerezza.
E allora, benvenuta anima errante!
giugno 2019
foto pixabay
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Bellissime riflessioni! Non avevo mai riflettuto sul fatto che errare voglia dire anche andare qua e là…
Grazie Maria Grazia!!