La merda degli altri
Teatro delle Temperie, come sempre, sulla mia lunghezza d’onda. Con un nuovo spettacolo, dal titolo: “E’ tutta colpa loro, quando scappa.. scappa.”
Si ride, si piange, si soffre.. angoscia, trasporto, tumulto dentro..Si ride per non piangere. Che è utile anche quello. A volte.
Si riflette. Ci si emoziona. Che è quello che, secondo me, deve fare uno spettacolo.
Al termine dello spettacolo, ieri sera, sono rimasta con una specie di “ovosodo” nello stomaco, forse quello stesso di cui parlava Virzì nel suo celebre film. (“Chi lo sa, forse sono rincorbellito del tutto, o forse sono felice… a parte quella specie di ovo sodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico…” OVOSODO di P. Virzi’ 1997). Perchè riconoscere la realtà, su un palco, è sempre un’esperienza forte.
Gli stronzi che si trovano nella vita, che si fa fatica ad eliminare. Che eliminato uno, ne arriva un altro. Stronzi inconsapevoli. Stronzi che lo diventano, stronzi. Stronzi che a conoscerli meglio, la loro storia, appaiono meno stronzi. Stronzi che ci fanno vedere la merda che viene generata intorno. Stronzi schiavi della loro fragilità nel vivere, delle loro paure, della mancanza di coraggio. Umani.
Vedere la merda degli altri spesso ci evita di guardare e rimescolare la nostra. Che magari non riconosciamo e quindi proiettiamo fuori. Stronzi che, dolorosamente, ce la mostrano, perché mentre spaliamo quella degli altri, stiamo spalando anche la nostra. Che se non viene fuori, fa solo danni. O ci rende acidi, insoddisfatti.
Le inevitabili domande che prima o poi arrivano, ad anime che si evolvono: cosa ci faccio qui? come mi sono ridotto cosi’? come faccio ad uscire da questa realtà, in cui mi sento incastrato, da questa gabbia, da questa situazione di merda? cosa sarebbe di me se avessi preso un’altra strada, al bivio?
E quella domanda cosi’ spinosa: sei felice? Che si cerca di evitare, perché presuppone una sincerità con se stessi, una presa di coscienza, che se non vede seguito, una volta affiorata, amplifica ancor di piu’ il malessere di tutti i giorni.
Avrei voluto essere su quel palco e interpretare ogni personaggio, per buttare fuori quelle emozioni forti e intense, e sperare in un effetto catartico liberatorio.
E vorrei essere un saggio, per avere delle risposte su come liberarsi dalla merda. Tanto lavoro su di sé, tanta coscienza, tanto coraggio, per iniziare. Per dire e dirsi la verità. Affinchè non si incontrino piu’ degli stronzi, ma delle persone piu’ in sintonia con noi.
Ma è dura, contattare la propria merda interiore. E non basta vederla, occorre anche agire. Per non morire affogati, nella merda, appunto. Perchè è vero, quando scappa, scappa, non si puo’ trattenere, se deve uscire.
E se forse non puo’ esistere una condizione di felicità perenne, che la priverebbe anche del senso – (cit. Felicità: “la compiuta esperienza di ogni appagamento”), – e quindi una risposta assoluta alla domanda “sei felice?”, guardarsi dentro e allo specchio, senza mentirsi, puo’ essere l’inizio, per buttare fuori un po’ di quella merda, e cominciare a fare spazio per momenti di felicità.
http://www.teatrodelletemperie.com/it-it/teatro-calcara-spettacoli/spettacolo/u00e8-tutta-colpa-loro
dicembre 2018
(foto pixabay)
Il Teatro, strumento formativo ed educativo per bambini e ragazzi..un altro bel viaggio
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