La vita nella testa
Oggi la vita è nella testa.
Abbiamo centinaia di amici su facebook, tanti gruppi su whatsapp, viviamo la vita degli altri o mettiamo la nostra su instagram. Una vita molto “social” ma di un sociale che resta spesso solo nella testa.
Il corpo c’è sempre meno, nelle nostre relazioni.
Guardarsi negli occhi, quando si condivide qualcosa per fare entrare la sensazione che l’altro ci trasmette.
Il contatto fisico, quando si vuole consolare qualcuno o dare conforto, un abbraccio, una pacca sulla spalla.
Il tono della voce, quando si esprime un concetto o si risponde ad una richiesta, anche quando si fa una critica o dell’ironia. O si vuole essere di supporto.
La presenza, con tutti i sensi, quando si ascolta quello che l’altro ci vuole dire.
Le parole da sole, seppure ricercate, mirate, a volte non bastano. I puntini di sospensione sul telefono, mentre l’altro sta scrivendo, non possono dare la sensazione di sentirsi ascoltati; le emoticon sono talmente inflazionate che talvolta il pensiero è, che se avessimo davanti la persona, avremmo piu’ pudore nel manifestare le nostre emozioni. La tendenza è troppo spesso quella di commentare anziché lasciare entrare ed ascoltare.
A volte si è accecati o sedotti, da certi atteggiamenti, anche quando si è davanti ad una persona. Figuriamoci dalle sole parole su un social! Sebbene queste contengano un’energia che, personalmente, mi fanno comprendere bene le intenzioni, anche senza avere di fronte l’altro.
Basta poco per fraintendersi con le parole, basta poco a creare una errata aspettativa, trasmettere un giudizio che puo’ ferire, apparire per quello che non si è. Succede quando si ha davanti qualcuno in carne e ossa, figuriamoci se non lo vediamo.
E quanti si nascondono dietro alle parole! Magari riescono ad esprimersi meglio scrivendo, e anche questo è un bellissimo mezzo per comunicare e riflettere. E lo dice una che usa la scrittura! Ma non puo’ esserci solo quello. Non puo’ perdersi il contatto fisico, o le relazioni possono risultare alterate, non veritiere. Alle parole devono seguire i confronti viso a viso per consolidare un rapporto, per conoscersi meglio, per condividere cose ed emozioni insieme, con la presenza.
E’ proprio il concetto di “insieme“che viene a mancare, nel mondo virtuale.
Per essere insieme devono essere attivati, percepiti e ascoltati tutti i nostri sensi davanti all’altro. Dobbiamo poter entrare in contatto col corpo, con la mente e con le emozioni. Come gli insegnamenti, che si sedimentano solo se scendono nel corpo e vengono incarnati, lo stesso dicasi dei rapporti: deve esserci una carnalità, altrimenti resta tutto in superficie e in preda all’effimero. Si crede di conoscere, ma puo’ non essere così. Si puo’ credere di avere un rapporto e puo’ non essere vero.
Siamo in un’epoca in cui ci facciamo dei gran viaggi con la testa, ci riempiano la mente di cose, persone, contatti, parole, stimoli. Che in assenza di un riscontro fisico rischiano di lasciare ancora piu’ vuoto dentro di noi, nel nostro corpo, nel nostro cuore e nel nostro spirito. Di dare un appagamento momentaneo, ma mai sufficiente.
E’ come se camminassimo con la testa sulle nuvole, verso il cielo, senza mai far caso alla terra, alle sue viscere e radici. Dimenticando anche di guardare il panorama, lungo il percorso, perchè il lavorio nella testa è predominante e fagocitante.
Un’epoca in cui sono eccessivamente fruibili le possibilità di contatto mentale. Che, certo, trasmettono tante possibilità di scambio, stimolo e arricchimento ma ci fanno sentire meno il bisogno del contatto fisico.Senza demonizzarle, queste possibilità. sarebbe importante utilizzarle con parsimonia e coscienza. Sapendo anche fare le giuste valutazioni e dare il giusto peso.
Perchè “contatto”, lo dice la parola stessa, coinvolge il senso del tatto, e quindi il nostro corpo, e non puo’ non prescindere da quello.
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Non c’è nulla come il contatto, uno sguardo, un sorriso o un abbraccio dal “vero”. Niente faccine, niente puntini, solo quel sentirsi profondamente e spontaneamente nel momento con quella persona, ascoltando, parlando, ridendo, piangendo, stando semplicemente insieme e vivendo il momento.
Molto profonde e veritiere le tue parole e il tuo ritratto di questa società matta in cui viviamo. E mi capita di leggerlo proprio dopo un pomeriggio dedicato ad un’amica che non vedevo da tempo. Ci siamo regalate tempo e complicità, un tempo estremamente prezioso, dove il resto per un attimo non conta. Come scrivi tu conta il “contatto”💛
Grazie…
Grazie a te!!
D’altronde quante volte dei malintesi o fraintendimenti virtuali si sciolgono una volta che ci si incontra dal vivo?! Io credo che il vero futuro del virtuale sia proprio il reale! Passare del tempo insieme, condividere una giornata ti fa conoscere più a fondo chi ti trovi accanto. Ciao!
Bello Elisabetta! il futuro del virtuale è il reale, speriamo proprio sia cosi’. Grazie a te!