Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Lanzarote, l’energia e le viscere della terra

 

 

Lanzarote, roccia nera, mare blu. Il bianco degli edifici, il verde delle palme.

Le strade per territori deserti, un paesaggio che evoca la Luna. Le eruzioni vulcaniche arrivate fino al mare.

Terre colorate, arte da incanto, in armonia con la natura.

 

 

L’abbiamo visitata di ritorno da Fuerteventura, dovendo prendere un volo che dalle Canarie ci riportasse a Bologna.

Ci siamo fermati solo 2 giorni, visitando le highlights, ma sono bastati per assaporare la bellezza dell’isola, nonostante ne meriti sicuramente di più, tralasciando, purtroppo, gli innumerevoli paesini che avrebbero meritato una visita, le spiagge più belle, i luoghi particolari, e soprattutto l’isola de La Graciosa, che è nella mia wish list da tempo.

 

Playa Blanca

Siamo arrivati da Fuerteventura, in mezz’ora col traghetto della Fred Olsen (c’è anche la compagnia Naviera Armas che fa quella rotta), nel delizioso paese di Playa Blanca, alla Marina Rubicon. Playa Blanca è raggiungibile dall’aeroporto di Lanzarote, con i bus pubblici oppure comodamente in taxi, dista soltanto una trentina di chilometri.

 

 

Dal molo, una strada pedonale costiera, l’Avenida Maritima, conduce nel paese, fiancheggiata da casette bianche, negozietti e da deliziosi ristoranti vista mare.

 

 

Il paesino di Playa Blanca è molto carino e turistico, ha una via parallela a quella del lungo mare, dove è piacevole passeggiare.

 

 

Noi abbiamo alloggiato in un residence non distante dal mare: attraversando la strada, un piccolo vicoletto conduceva proprio verso la spiaggia del paese.

 

 

Il primo giorno ci siamo goduti Playa Blanca. La spiaggia di sabbia, in una bella baia, non è paragonabile per bellezza a certe spiagge di Fuerteventura, ma è gradevole ed attrezzata. Nei dintorni si puo’ andare alla più rinomata, e considerata miglior spiaggia dell’isola, Playa del Papagayo, raggiungibile in auto tramite una strada non asfaltata e con ingresso a pagamento. Per mancanza di tempo abbiamo scelto di vedere altre attrazioni, ma dalle foto, la baia, delimitata da pareti di roccia marrone, pare avere un mare color smeraldo fantastico e una sabbia dorata.

Pranzare in uno dei ristorantini davanti al mare di Playa Blanca, con le tipiche tapas, è veramente incantevole.

 

 

La luce del tramonto illumina il paese in maniera sublime.

 

 

Il giorno successivo al nostro arrivo, da Playa Blanca, tramite il nostro hotel, abbiamo noleggiato un auto per fare l’escursione ai principali siti d’interesse dell’isola: il vulcano Timanfaya,  la Cueva de Los Verdes e Jameos del Agua, dovendo sacrificare per motivi di tempo le altre opere dell’architetto Cesar Manrique, ovvero la Casa Museo Monumento al Campesino, e il Jardin de Cactus, e purtroppo non raggiungendo il Mirador del Rio, nella zona più settentrionale dell’isola.

 

 

La Montanas del Fuego: il Parco nazionale dei vulcani 

La nostra prima tappa, a una ventina di chilometri da Playa Blanca verso l’interno in direzione ovest, è stata la Montanas del Fuego, ovvero il Parco Nazionale del Timanfaya, che comprende una serie di vulcani spenti o dormienti, in un’area di oltre 50 chilometri quadrati.

 

 

Tutta la zona del Parco Nazionale è veramente spettacolare. L’assenza di vegetazione, i colori diversi della terra, dal marrone al rosso al giallastro, al nero, le montagne dolci prevalentemente coniche, la lava pietrificata, rendono il territorio molto affascinante.

 

 

Al parco si puo’ accedere dopo aver pagato il biglietto, per una prima parte in auto e poi, lasciando la macchina in un parcheggio, continuando il tour per ulteriori 14 chilometri, circa 45 minuti andata e ritorno, con un comodo autobus che parte indicativamente ogni 20 minuti. Per i più avventurosi, è possibile salire anche a piedi, attraverso sentieri di alcuni chilometri, e per chi vuole, sono proposte anche passeggiate a dorso di cammello.

 

 

 

La strada che corre in mezzo a questa terra, mostra strane le forme che si sono create in seguito alle colate laviche per via delle forti eruzioni vulcaniche, tra il 1700 e il 1800, che spazzarono via interi villaggi.

 

 

All’arrivo al parcheggio, all’Islote de Hilario, il paesaggio si presenta ancora diverso, i colori sono folgoranti.

 

 

Lasciata l’auto e saliti sulla “guagua“, il pullman turistico, giriamo tra i crateri, e vediamo gli enormi buchi nella terra, dai finestrini, perchè non è possibile scendere dal pullman.

 

 

Al termine del tour, tornando al parcheggio seguiamo alcune dimostrazioni che ci fanno capire il motivo per cui è chiamata la montagna del fuoco: i vulcani sono dormienti, ma l’attività vulcanica è tutt’altro che cessata: sotto, a pochi metri, la terra brucia ancora! Un addetto con una bastone mette un po’ di arbusti in un buco nel terreno e subito questi si incendiano: è come se la terra fosse viva e mostrasse la sua voce e tutta la sua energia!

 

 

Ci spostiamo poi da un’altra parte e vediamo  un altro addetto del parco che butta dell’acqua in un buco nel suolo: dopo qualche secondo vediamo il cosi’ detto effetto geyser, ovvero la fuoriuscita di un potente getto di vapore dal terreno. Di nuovo ci rendiamo conto dell’energia che giace nel sottosuolo.

 

 

Poco oltre è presente anche un ristorante panoramico, con un favoloso barbecue naturale, dove tramite il calore del vulcano viene messa della carne a cuocere, che viene poi servita ai tavoli.

 

 

A pochi chilometri a nord dal Parco, nella località di Mancha Blanca, merita una visita il Centro visitatori, dove si trova una mostra informativa anche con audiovisivi relativa a tutto il parco, con ingresso gratuito.

Che dire la visita al parco dei vulcani è assolutamente imperdibile!

 

 

Riprendiamo il nostro giro di Lanzarote, dirigendoci verso nord est  per arrivare Jameos de Agua.

 

Jameos de Agua e l’architetto Manrique

L’inventiva di Cesar Manrique, artista completo, architetto, pittore, scultore, nativo dell’isola, ha dato vita ad alcuni luoghi di grande fascino a Lanzarote. L’artista ha sfruttato tunnel, grotte, fori, che si sono venuti a creare in seguito alle eruzioni vulcaniche e a successivi crolli, costruendovi attorno o facendole oggetto di opere paesaggistiche magnifiche, e riuscendo ad integrarle armonicamente con la vegetazione, nel rispetto di tutta la natura e il territorio circostante.

 

 

Jameos de Aqua è un centro artistico e culturale e si presenta come un oasi molto particolare, un connubio tra la natura e l’intervento artistico dell’uomo che ha avuto come risultato un luogo senza uguali, all’interno di una grotta vulcanica.  La pavimentazione bianca immacolata, fa da contrasto con il giardino di piante tropicali e l’azzurro dell’acqua di una piscina, che mi ha lasciato senza fiato.

 

 

Prima di giungere a vedere questa bellezza, si entra attraverso un tunnel e si passa da una grotta sotterranea, dove si trovano dei granchietti albini ciechi, una specie di granchi unica al mondo (Munidopsis polymorpha).

 

 

I granchi sono poco meno di un centimetro ed essendo bianchi risaltano al buio nell’acqua.

 

 

La Cueva de Los Verdes: viaggio al centro della terra

La sensazione fortissima che ho provato percorrendo l’interno del tubo lavico che forma la Cueva de Los Verdes è di entrare nelle viscere della terra. Come riunirsi alla madre terra per ritornare, in regressione, al periodo del ventre materno.

 

 

La galleria si è creata durante un’eruzione vulcanica oltre 4000 anni fa. Mentre la parte superficiale si pietrificava a contatto con l’aria, nella parte inferiore la lava passava come un fiume nella cavità del sottosuolo che si era formata, per parecchi chilometri, fino alla costa, proseguendo anche per una parte sotto il mare.

Il percorso della visita all’interno della grotta è lungo 1 chilometro e dura circa 50 minuti.

L’inizio del viaggio al centro della terra avviene da un buco, lasciato il quale si abbandona la luce e non si può tornare indietro.

 

 

Ovviamente la visita è guidata, tra scalini e tratti tortuosi o in piano; la via e le pareti sono illuminate e ciò fa risaltare la loro bellezza straordinaria.

 

 

Altezza e larghezza variano nel percorso, raggiungendo fino i 50 metri di altezza e i 15 di larghezza. Tuttavia l’atmosfera all’interno non è opprimente, la temperatura è sempre gradevole.

 

 

Il percorso è molto emozionante, anche per le rivelazioni di quello che si può trovare ad ogni passo nel buio, e le incognite del percorso. . come nella vita! e le meraviglie che il tempo e la materia hanno scolpito nella roccia sono sorprendenti.

Nel punto più basso del grotta si trova anche una piccola sala per concerti, che dicono avere un acustica ottimale. E sul finale una sorpresa che non vi svelo lascia senza parole!

 

 

All’uscita ho avuto una sorta di dispiacere, come se in fondo mi sentissi bene e protetta, in tutta quella bellezza e profondità.

La Cueva de Los Verdes è un’altra esperienza imperdibile, che suggerisco sempre di fare a Lanzarote.

 

Paesaggi di Lanzarote

Nel nostro breve giro abbiamo avuto occasione di vedere i diversi paesaggi di Lanzarote. Oltre alla zona dei vulcani, uno stupendo panorama desertico di roccia scura attraversa l’isola, intervallato da paesini tutti bianchi e orlati di palme, e campi coltivati, talvolta con terrazzamenti, in un terreno reso fertile dalla lava, e talvolta con le caratteristiche pale eoliche che sfruttano l’energia del vento.

 

 

 

Non posso non segnalare il posto in cui ci siamo fermati a pranzo, vicino a Jameos de Agua, nel paese di Punta Mujers: un piccolo bar, una vera e propria “bottega”, molto genuino e caratteristico, spartano e frequentato dai locali, chiamato La Piscina. Attraversando la strada, di fronte al locale si trova uno spiazzo dove sono stati messi alcuni tavolini davanti il mare, e li’ gli scogli hanno formato una vera e propria piscina naturale, bordata da sassi e dove è stata posta una scaletta per entrare nel mare! Le tapas erano davvero deliziose.

 

 

All’epoca si presentava come nella foto sotto, sembrava davvero poco invitante, mentre ora, ho visto che ha subito un bel refresh, ed è molto più conosciuto.

 

 

Il nostro giro a Lanzarote si conclude qui. Non siamo più tornati nell’isola dal 2011, preferendo sempre negli anni successivi le spiagge di Fuerteventura, ma la voglia di esplorare ancora questa fantastica isola, che offre tanto ai visitatori, resta sempre dietro l’angolo.

 

 

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Fuerteventura

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6 Commenti
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3 anni fa

Molto interessante Lanzarote che non mi è mai capitato di visitare e che terrò sicuramente presente per una delle prossime mete, avvalendomi dei tuoi preziosi suggerimenti.

3 anni fa

Che bella e che voglia di viaggiare!!! Peccato, quando sono stata a Fuerteventura non ho pensato di visitare Lanzarote, che invece leggendo il tuo articolo e vedendo le foto mi alletta molto!
Si tratta comunque di una mèta abbastanza vicina e comoda e quando potremo ripartire ci farò un pensierino ;-)

Ho trascorso a Lanzarote una settimana e devo dire che non mi è bastata! È uno dei luoghi dove tornerei volentieri anche una seconda volta! È un’isola così particolare e unica nel suo genere!

3 anni fa

Quello che mi colpisce sempre di quest’isola è il contrasto di colori: tanto bello da stroncarti il fiato! E la natura che in alcuni luoghi sembra ancora incontaminata…Assolutamente da vedere

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.