L’importanza del contenitore
Il contenitore ha un’enorme importanza, perché conferisce un’identità.
Il nostro corpo è mantenuto insieme dalla nostra pelle, che fa da contenitore.
Non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale ed emotivo. Se mettiamo qualcosa in un contenitore possiamo evitare che si disperda. Se il contenitore ha dei buchi, qualcosa va perso. Così per le sostanze e le cose; lo stesso vale per le persone.
L’acqua mantiene la sua identità all’interno di un contenitore; se lo si toglie, si mescola con altre sostanze e diventa qualcosa di diverso.
In mancanza di un contenitore siamo in balia del tutto, ci perdiamo e ci disperdiamo.
Perché il contenitore, definendo chi siamo, ci dà confini. Mantiene insieme e ci fa comprendere dove finiamo noi e dove inizia altro. Ci dà la coscienza di noi.
Il primo contenitore dell’uomo sono le braccia materne o di qualcuno che lo accudisce. La pelle è il primo confine che percepiamo e lo strumento attraverso cui percepiamo. Per questo è cosi’ importante il contatto. Un abbraccio ci contiene: ci fa sentire rassicurati, ci fa sentire di esistere, ci permette di sentire noi stessi. Ma anche uno sguardo è un contenitore: ci raccoglie e ci rimanda il nostro riflesso.
In seguito la nostra identità come persone, si costruisce all’interno di un contenitore che si chiama famiglia, per i piu’ fortunati; per altri il contenitore puo’ essere una struttura, l’ambiente in cui vivono.
Quando si cresce, ci si consolida nel contenitore scuola.
Poi diventano importanti altri contenitori: i gruppi, reali o virtuali, le comunità, l’ambito delle relazioni, la relazione con un partner.
Dapprima per capire chi “siamo” e cosa siamo, poi per la ricerca di simili e affini. Prima per sentire di esistere, di essere una persona, poi cercare di non sentirsi soli. Non sentirsi soli, cercando qualcuno con cui condividere quello che si è scoperto di noi e quello che si è appreso dalle nostre esperienze.
E da cui imparare.
In cui rispecchiarsi.
I nostri confini, il nostro contenitore, ci rimandano l’immagine di noi stessi.
Solo se abbiamo avuto una buona esperienza di “contenimento”, possiamo aver costruito solidi confini che ci permettano di non essere in balia. In balia di altri, in balia delle nostre emozioni e delle nostre azioni.
Solo se abbiamo dei buoni confini possiamo non mischiarci con l’altro, non confonderci con l’altro, non identificarci con l’altro, non essere invasi dall’altro, non essere manipolabili dall’altro.
Solo se abbiamo buoni confini, le nostre emozioni possono essere non debordanti e non annientarci, ma farci sentire vivi.
Solo se abbiamo buoni confini, possiamo essere padroni delle nostre azioni, nel rispetto di noi e degli altri.
Ecco perché è importante sapere dove finisco io e dove inizia l’altro.
Ecco perché è importante che mi abbiano dato regole e limiti e che io li abbia interiorizzati, in modo da non doverli poi cercare al di fuori, andando a sbattere da qualche parte.
Ecco perché è importante, comunque, avere sempre qualcuno e qualcosa che mi faccia da contenitore, dove poter riversare quello che ho dentro e sentire che esisto.
Che mi permetta di stare di fronte a me stesso.
Si inizia da vicino, dalla nostra pelle, per arrivare all’altro, agli altri.
E man mano che ci consolidiamo il nostro contenitore e il nostro confine puo’ essere sempre piu’ vasto.
Fino ad essere il mondo, che ci rimbalza la sua immagine sconfinata.
(foto Pixabay e Patrizia Pazzaglia)
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interessante
sembra scientifico
sarebbe bello farmi una passeggiata e domandarmi quali soni stati tutti i “contenitori” che mi hanno “contenuta”, qiuando sono uscita da un contenitore per entrare in un altro e perché e con quali effetti, ecc. Sarebbe il tema di una profonda meditazipne per rimettwere a posto le proprie idee intornp a sé stesso. Buoni spunti. grazie ciao
Gran bella cosa riflettere sui contenitori che ti hanno contenuta e quelli che ancora ti fanno sentire contenuta e sugli effetti! e chissà tu per quanti sei o sei stata contenitore!
Bellissima riflessione sulla vita, sono cose che abbiamo nella nostra mente ma di sicuro non ci fermiamo mai a rifletterci…
Grazie Dina!
Interessante , non avevo mai pensato in questi termini alla mia persona.
Buono spunto di riflessione.
Molto bella questa riflessione sul contenitore, in questo periodo in cui gli abbracci sono ancora vietati, fa riflettere ancora di più su quanto abbiamo bisogno di essere contenuti dentro qualcosa di confortante , fa parte proprio della nostra umanità. Grazie davvero.
Grazie, l’ho scritto qualche tempo fa, non avevo pensato ora al fatto degli abbracci che non possiamo ancora dare e ricevere!
Hai super ragione! È molto importante avere un contenitore!
Mi hai fatto riflettere su qualcosa a cui non avevo mai pensato… alla fine della lettura avevo in mente l’immagine della piantina che rinvasi man mano che cresce per farla crescere meglio… mi piace!
In effetti bisognerebbe riflettere maggiormente sull’ importanza di alcune regole che devono essere interiorizzate per avere dei confini che rafforzano la nostra identità.
Condivido le tue considerazioni e sono una grande sostenitrice del prendersi cura del proprio “contenitore”. Se è sano, in ordine e tranquillo puoi aprirti agli altri e aiutarli. Viceversa la dispersione è inevitabile. È un’ottima riflessione per tutti.