Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Lisbona e Pessoa: la struggente saudade contagiosa

 

 

“Non sono niente,

non sarò mai niente,

non posso voler essere niente.

A parte questo, ho dentro di me tutti i sogni del mondo.

(Tabaccheria, Poesie di Álvaro de Campos, uno degli eteronomi di Pessoa)”

 

Pessoa è nato a Lisbona e morto a 47 anni di cirrosi epatica.

Poeta inquieto, lucido, realista, tormentato, introspettivo, intenso, controverso, contraddittorio. Come i personaggi inventati con cui firmava le sue opere.

 

“Sono la scena viva sulla quale passano svariati attori che recitano svariati drammi”.

 

La difficoltà a tenere insieme tutti i pezzi. La consapevolezza della moltitudine da cui è formato l’animo umano.

Solitatorio e silenzioso.

Concordo con chi dice che travolge come un fiume in piena chi viene in contatto con i suoi scritti.

Io non lo avevo mai conosciuto, se non sentito il suo nome.

Ma mi è bastato un attimo, la lettura di pochi scritti, per sintonizzarmi con la sua anima.

 

I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l’ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c’è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l’insoddisfazione per l’esistenza del mondo.

 

 

Guardare la realtà, e guardarsi dentro con onestà, contemplando i travagli, l’inquietudine, che alberga, o ha albergato anche nelle anime più gioiose.. con quella saudade struggente per ciò che è andato, si è perso o non si è vissuto, ma che sa di vissuto, di coscienza

 

 

Lisbona lo ricorda, e va fiera, di colui che è considerato, postumo, uno dei più grandi poeti in lingua portoghese.

Nel suo ricordo, trasmette completamente la sua energia.

 

“Siediti al sole. Abdica, e sii re di te stesso”.

 

E’ sepolto nel chiostro del Monastero do Jeronimos.

 

 

Nelle foto, la statua in omaggio a Pessoa nel Chiado, in Rua Garret, nello storico cafe’ da lui frequentato Brasileira; un ricordo all’interno della libreria più antica del mondo, Livraria Bertrand, sempre in Rua Garret; un murales nelll’Alfama;

 

maggio 2024

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

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Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.