MONEMVASIA: il Medioevo sul mare
Monemvasia è entrare da una porta ed approdare in un altro mondo, in un altra epoca, in un altro stato d’animo.
Lasciare fuori tutto, immergersi nell’atmosfera medievale, bizantina, ottomana, veneziana, che ti cattura; per i vicoli a piedi, o in un mare da favola, da una scaletta.
O salire, costeggiando le mura, per trovarsi davanti a un tramonto con vista dall’alto, che fa sognare di volare sopra a tutto, col sentimento di guardare a distanza quello che è stato. Con gratitudine per il bello, e sollievo per quel che di duro e difficile ci si lascia alle spalle. Il pensiero di un’altra giornata che se ne va, che diminuisce il nostro tempo, ma che si annovera tra i nostri ricordi più belli.
Il sole che si alza dal mare all’alba, a Monemvasia, sprigiona tutta l’energia della fiducia del giorno nuovo, e la speranza di nuova bellezza da poter apprezzare.
Monemvasia è passeggiare la mattina presto, d’estate, quando ancora il caldo non ti distrugge, per le sue vie armoniose e fiorite; è perdersi senza avere una meta, per trovare angoli da sogno; è passeggiare a fianco alle mura, sul bastione, e fino al faro, per ascoltare la voce forte del mare, e quello che fa risuonare dentro di te.
Monemvasia è un profumo così forte del mare, varcando il “portelo”, che inebria, e rende irresistibile immergersi nelle sue acque, per assaporare tutta la bellezza da dentro, col fresco che arriva sulla pelle, guardando la meraviglia che ti sta attorno.
Il borgo di Monemvasia
Arriviamo a Monemvasia dopo la prima sosta a Corinto in circa 3 ore.
Monemvasia è una suggestivo borgo fortificato, su un isolotto roccioso nel sud del Peloponneso, nella regione della Laconia. Staccatosi dalla terraferma, in seguito ad un terremoto, avvenuto attorno alla fine del 300 d.c., il borgo fu fondato nel V secolo d.c.
Questa sua caratteristica, in passato, l’ha resa una fortezza inespugnabile di grande valore strategico, un porto importante per i traffici commerciali, collegata a quel tempo solo da un ponte mobile in legno, da utilizzare quando necessario. Soltanto nel XX secolo è stata costruita una strada che unisce il borgo alla terraferma.
Altrimenti chiamata Malvasia, per il famoso vino, che sin dal passato veniva prodotto ed esportato, Monemvasia significa “unica entrata”; la sua unica via di accesso è attraverso una porta di pietra, che nasconde la cittadina alla vista, dove solo i pedoni possono accedere. Il kastro (castello), con le sue caratteristiche medievali, e i segni delle dominazioni che si sono nel tempo avvicendate, Bizantini, Ottomani,Veneziani, si sviluppa sul promontorio attaccato ad un costone, nella parte bassa, mentre i resti dell’antico borgo si trovano nella parte alta.
La citta bassa
Vicoletti e strade di ciottoli, scale, piazzette, chiese, e antiche abitazioni, molte delle quali sono state trasformate in strutture turistiche o negozi, scorci con porte colorate e fiori di bouganville ed oleandri, gatti ovunque che girano
e poi i panorami dai merli su un mare verde: questa è la città bassa e sembra di essere piombati indietro nel tempo e in una location degna di una favola, con il rumore del mare o del vento che fanno compagnia
Due deliziose piazze che guardano il mare, sorgono nella cittadina. Nella prima si arriva entrando nel paese, e seguendo il vicoletto centrale, dove ci sono negozi e ristoranti: è la piazza principale, dominata dalla cattedrale di Christos Elkomenos, col suo bel campanile, e il suo cannone al centro
La seconda si trova verso la fine del paese, è veramente grande, ed è adornata con palle di cannone messe in ordine sparso. Da qui si ha una vista superba sul mare e sulla città arroccata. A lato, una splendida chiesetta, la Chiesa Panagia Chrysafitissa, con forma rotondeggiante del periodo ottomano, domina il paesaggio
Noi è proprio su questa piazza che abbiamo alloggiato
Costeggiando i merli sul mare, si arriva al limite delle mura, che proseguono poi verso l’alto
Attraverso una porta scavata sulla pietra si giunge al faro.
Altre chiese ortodosse si trovano all’interno del paese. Addentrandosi nella parte sinistra del borgo, lungo le scale che si trovano in più punti, che sembra di entrare nelle case delle persone, si sale verso la città alta, e lungo il percorso a piedi, si può godere di viste strepitose
Anche l’accesso alla città alta avviene attraverso una porta, e di nuovo sembra di fare un salto nel tempo. Ancora una volta non possiamo vedere cosa ci attende: le rovine si trovano in mezzo ad una natura selvaggia, dove domina sulla cima della roccia, la meravigliosa chiesa bizantina di Agia Sofia
La nostra visita a Monemvasia
Arriviamo in un pomeriggio, col sole rovente di luglio, e ci fermiamo una notte nel borgo, perché ho letto che dormire nel kastro è un’esperienza indimenticabile,. E in effetti così è stato: ci si gode il tramonto e l’alba, il bagno con vista sul borgo, la cena in qualche bel locale, e la cittadina illuminata, e soprattutto si gode dei momenti in cui la maggior parte dei turisti se ne è andata
L’alloggio che avevo prenotato, Kellia Guesthouse, più che una guesthouse è un boutique hotel: è una tradizionale casa di pietra, sulla grande piazza che si apre sul mare alla fine del paese, di fronte alla chiesetta bianca di Panagia Chrysafitissa
La stanza che ci hanno assegnata è meravigliosa, mantiene l’atmosfera percepita camminando per le strade del borgo; ha una bella vista sul mare, ha particolari di arredamento originali e ricercati
L’ingresso è indipendente dal retro
In camera c’è una caraffa di Malvasia per noi, offerto come benvenuto, su un tavolo che è la base di una vecchia macchina da cucire. Anche i tavoli per la colazione sono fatti così, davvero originali!
Con il pernottamento ci offrono una degustazione di vini in una cantina sulla strada principale
La colazione del mattino successivo, sulla piazzetta, sotto l’ombra degli alberi, è un brunch per noi: salato, dolce, torte e marmellate fatte in casa, yogurt greco e frutta, tutto squisito, col magnifico panorama del mare e un delizioso venticello.
E vengo a sapere che proprio in una stanza di questo hotel è nato il più importante poeta greco del ventesimo secolo, Yannis Ristos
Che farmene delle stelle,
di questo vento leggero che mi accarezza la sera;
che farmene di una finestra spalancata sul mondo,
sull’orizzonte, se tu non ci sei?
Tutto ha una luce diversa se sei qui con me.
Tutto ha senso solo se posso raccontartelo.
Il Portelo
Non resistiamo a un bagno nel mare, che abbiamo visto dall’alto tra i merli del camminamento
Entriamo da una porta sulla scogliera, chiamata il “Portelo”, e ci arriva un profumo intensissimo di mare
Metto il mio salvagente, e mi butto nell’acqua fresca e cristallina dalla scaletta della scogliera. Guardare il paese da dentro il mare non ha prezzo!
Usciti dall’acqua si può fare una doccia sugli scogli, è tutto tremendamente bello: io sono senza parole
La città alta al tramonto
È quasi il tramonto: decidiamo di salire alla città alta, è il momento migliore per la tregua dal caldo. Il cammino è un pò impervio, i gradini sono scivolosi, sono opportune le scarpe da ginnastica (che abbiamo indossato), ma la salita, di una ventina di minuti, è molto piacevole, e il panorama dall’alto sulla cittadina e sul mare ripaga di tutto
I resti della città vecchia sono affascinanti, soprattutto con questi colori
Raggiungiamo sulla cima la chiesa bizantina di Agia Sofia
La vista da qui spazia tutto attorno allo sperone, e al tramonto è un incanto, le tonalità del cielo dal viola al rosso regalano uno spettacolo indimenticabile
Dopo la discesa andiamo a cena in un locale consigliato dal nostro host, che avevamo prenotato prima di salire, il ristorante To Kanoni, che è forse il terrazzo nella location più bella del borgo, con vista sulla piazza principale: qui mangio la mia prima moussaka, il saiti, caratteristico piatto della zona fatto di pasta sfoglia ripiena di spinaci e feta, e beviamo la birra Sparta, con la deliziosa compagnia di un gattino rosso che ci viene a trovare, mentre scende la sera
Alba a Monemvasia
L’indomani mi alzo presto per vedere il sole sorgere sul mare: lo spettacolo è grandioso, non solo per il sole che riflette sul mare e si alza, ma per tutto il contorno, per la luce che illumina la pietra, che accende le case del borgo
Esco da una porta scavata sulle mura
Prendo un sentiero che arriva al faro: la voce del mare qui è dirompente, un’energia rigenerante mi investe e mi nutre
Ritorno dalle mura, salgo le scale che le costeggiano
Guardo il panorama mozzafiato tra le case di pietra chiara, in questo posto incantato
E poi mi incammino scendendo verso il paese, perdendomi tra i vicoli
Ritorno per colazione, ci gustiamo le delizie che ci portano con la lentezza che si addice a un posto dove si deve assaporare ogni attimo
E questo è solo l’inizio, del nostro viaggio. In un posto sorprendentemente bello, nella regione della Laconia.
Un gran bell’inizio davvero: ho amato Monemvasia, è di una bellezza difficile da descrivere, e mi ha trasmesso emozioni bellissime.
Adesso ci aspetta un’ora di viaggio: nel pomeriggio arriveremo alla nostra meta principale, raggiungeremo la nostra isoletta dai colori caraibici, Elafonisos. Ed io non vedo l’ora.
Monemvasia: informazioni pratiche
Parcheggiare a Monemvasia
Il borgo è interamente pedonale e unito da una strada con la terraferma, che ha l’ultimo tratto in salita. Noi abbiamo avuto la fortuna di riuscire a parcheggiare sulla strada, oltre il ponte e vicino all’ingresso del borgo: un tentativo per vedere se si trova posto, può essere fatto.
In alternativa c’è unsi può lasciare l’auto al parcheggio prima del ponte, e prendere la navetta che porta all’ingresso, che si può attendere all’ombra; oppure si può fare la strada a piedi, ma questa opzione col caldo estivo, non la consiglio (quello della foto è il primo tratto, dopo inizia la salita).
Alloggiare a Monemvasia
Nonostante si possa dormire anche prima del ponte, fuori dal borgo, nella località di Gefyra, che offre un bel panorama dello sperone di Monemvasia, e a prezzi molto contenuti, per godere a pieno di tutta la magia del luogo, io consiglio di alloggiare dentro al castello, in una dimora storica, magari con balcone vista mare. Sono presenti piccoli hotel, vecchie dimore o guesthouse da tutti i prezzi, alcuni assolutamente non troppo alti per la location. Alcuni richiedono un soggiorno minimo di 2 o 3 notti nell’alta stagione, ma sotto data, accettano anche una sola notte. Inizialmente io avevo prenotato un alloggio a Gefyra per contenere i costi; poi mi sono lasciata tentare dall’idea di dormire dentro al castello e la spesa maggiore vale assolutamente la pena, è un esperienza che merita indubbiamente.
Consiglio il nostro alloggio Kellia Guesthouse per la fantastica posizione sull’ampia piazza e le belle camere, io ho prenotato direttamente sul loro sito e pagato all’arrivo
Oppure mi è sembrato molto bello l’hotel in alto nel paese, con una vista strepitosa, il Bastione Monemvasia (ma essendo in alto la strada da fare è parecchia).
Luglio 2023
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