Peloponneso, penisola del Mani: una Grecia straordinaria fuori dall’ordinario
Durante la programmazione della vacanza ad Elafonisos, ho aggiunto una giornata dedicata ad un giro in Peloponneso.
Il Peloponneso non è cosi tanto meta di vacanze, direi che lo conosciamo più o meno tutti per aver studiato a scuola le vicende delle guerre tra Atene e Sparta, per il canale di Corinto, ed è anche la regione dove si trovano i conosciuti siti di Micene, Edpidauro, e la bella cittadina di Nauplia, che io ho già visitato durante un viaggio ad Atene molti anni fa.
Ma il Peloponneso si estende fin più a sud, e qui si suddivide, nella sua parte meridionale, in 3 ulteriori penisole, volgarmente denominate “dita” perchè hanno la forma di tre dita rovesciate, (indice, medio e anulare), chiamate rispettivamente Messenia, Mani e Laconia, dove si trova Sparta (in realtà c’è anche un quarto dito nella parte est, chiamato Argolide, dove si trovano Micene, Epidauro e Nauplia) .
La regione dell’isola di Elafonisos, nostra meta di mare che vogliamo raggiungere è la Laconia, e prima di arrivare ad Elafonisos c’è un’altra tappa giudicata imperdibile dai più, dove decidiamo di fermaci una giornata e una notte, il borgo di Monemvasia ad appena un’ora da Elafonisos
Al ritorno ho messo in programma di fare una deviazione e visitare le principali cittadine della penisola del Mani, il dito centrale: non che fossi attratta da questa zona, ma tutti ne parlavano benissimo, e nonostante non avesse il genere di spiagge e paesaggi che io preferisco, una strana attrazione mi pervadeva leggendo di questi territori aspri, selvaggi, tortuosi e deserti, dove le case erano di pietra e a forma di torre, le coste frastagliate, con piccoli porticcioli, e divenuti patria dei discendenti degli spartani: si diceva che il popolo maniota avesse mantenuto un grande spirito combattente, che non si fosse mai sottomesso ai dominatori del luogo, rimanendo indipendente e geloso della sua libertà
Forse riconosco qualche similitudine .. e da questa probabilmente ne subivo l’attrazione☺
Non mi sarei certo aspettata di essere travolta dalla bellezza caratteristica di questi paesaggi, fatti di monti brulli e deserti, radi paesini, scogliere a picco sul mare, ed insenature con minuscoli villaggi; dall’energia di questa asprezza, intervallata dalla vivacità dei fiori delle colorate bougamville e degli oleandri, dalle distese di ulivi; dal carattere selvaggio che trasmette integrità di questi territori; dalla particolarità e il fascino dello stile architettonico, le torri di pietra bianca, solitarie o in piccoli gruppi, che compaiono qua e là, ristrutturate o diroccate, abitazioni o strutture turistiche, risalenti al XVII secolo, che rendono unico il soggiorno. Le torri erano le fortezze della famiglie che si contendevano le poche terre coltivabili, e venivano prese d’attacco, con l’obiettivo di distruggerle per la supremazia, attraverso anche lo sterminio dei membri maschili
Nella mia ricerca dell’alloggio per l’unica notte che ci abbiamo trascorso, ho cambiato varie volta la struttura, con il dispiacere di non poter andare in ognuna di quelle individuate, ognuna con la sua particolarità
Mai avrei pensato che tali asprezze risuonassero con la mia anima; ma forse non è poi cosi strano: in mezzo a tanta asprezza, essenzialità, a queste rocce potenti che si uniscono al mare e lo delimitano, rendendo il posto unico, emerge un’infinita bellezza
Ecco questi posti meravigliosi
In giro per il Peloponneso: AREOPOLI, torri e colori, GYTHIO e i polipi appesi
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