Quello che non ho imparato

QUELLO CHE NON HO IMPARATO
In tanti anni di vita e di esperienze, non ho ancora imparato che le cose passano: i momenti difficili vissuti, quelli gioiosi o dolorosi, i problemi, le relazioni, le persone, le situazioni.
E che, nonostante tutto, si puo’ sopravvivere, passare ad altro, girare pagina. Che se non passano, i momenti duri, almeno si alternano. Come in quel detto, che mi piace tanto
“buon tempo e mal tempo,
non dura tutto il tempo”.
Non ho ancora imparato che solo poche circostanze sono questione di vita o di morte, o prive di soluzione.
Non ho ancora imparato che voltarsi a guardare da un’altra parte, puo’ essere il rimedio per cambiare uno stato d’animo negativo. Che spostandosi, si possono vedere le cose da una diversa angolazione.
Non ho ancora imparato a non farmi sopraffare dall’ansia davanti a un problema o a un conflitto, a qualcosa che non va secondo i piani. E non ho ancora imparato ad attendere, ad aver pazienza.
Non ho ancora imparto ad avere fiducia nelle mie risorse, o almeno, ad avere fiducia in quello che deve essere, ed accoglierlo.
Non ho ancora imparato fino in fondo, a vedere le delusioni come l’opportunità che venga svelata la verità, che vengano demolite malsane aspettative. Che siano un’occasione per svegliarmi.
Non ho ancora imparato a non dar credito alle parole o ai gesti delle persone di cui poco mi importa. E che mi deve importare poco delle persone che vedono poco, o solo sè stesse, e delle persone ottuse.
Non ho ancora imparato a non rimanerci male di fronte a un tradimento, quando mi mancano di rispetto o di lealtà, di delicatezza, o quando mi prendono per scema o non mi considerano.
Non ho ancora imparato a non prendermela e farmi scivolare addosso le cose poco importanti, gli sberleffi delle persone insulse, a proteggermi davvero da chi o da quello che intuisco puo’ farmi del male. Non ho imparato a prendere le cose con un’opportuna leggerezza.
Non ho imparato a mascherare il disappunto, che mi si legge in faccia, e non ho imparato a tollerare chi si, e mi, racconta balle.
Non mi illudo di imparare cio’ che finora non ho imparato, sapendo anche che ritornerà a ripetersi se non imparo, e sarò costretta a riviverlo. Ho imparato a vederlo, a decifrarlo, a riconoscerlo, se non prima, mentre accade o appena dopo .. ma se non entra nella carne, non è possibile far la cosa giusta, e che faccia meno male, pur sapendo.
Mi auguro che almeno la consapevolezza di quel che non ho imparato a qualcosa possa servire, magari anche solo a non credere di vivere alla mercè di quel che accade o ad attribuire colpe o sfortune. A poter accogliere i miei limiti e le mie ragioni, a comprendere che non tutto è possibile, talvolta neanche imparare nel tempo che abbiamo disponibile. E che, comunque, si può fare del proprio meglio, e accettare quel che non si può cambiare.
Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;
il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare;
e la saggezza di riconoscerne la differenza.
dicembre 2020
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ciao
hai scritto parole di saggezza profonda che sono anche spunti di riflessione per dei prossimi blog. Parole adatte per aiutare i giovani a riflettere. da apprezzare anche il tuo atteggiamento di autocritica che si rivolge su te stessa, segno di saggezza. Segnale che vuoi essere una persona seria. continua così. ciaoe buon anno.
Grazie sr. Mariadoria, le tue parole sono sempre un balsamo per la mia anima, e di grande incoraggiamento. Spero di dare spunti a chi cerca o ne ha bisogno, come ringraziamento per ciò che, a mia volta ho ricevuto. Buon anno nuovo anche a te! a presto!