Reciprocità
Col tempo ho assunto la consapevolezza che per far funzionare i rapporti occorre reciprocità.
Non funziona se uno soltanto da e l’altro soltanto prende.
Non funziona se uno si prodiga e l’altro se ne frega.
Non funziona se a uno importa e all’altro no.
Non funziona se uno corre dietro all’altro che sfugge.
Cercare chi non cerca mai. Accogliere chi non accoglie.
Non funziona se uno pensa di essere unico per l’altro invece è uno fra i tanti.
Non funzionano le cose a senso unico.
Non credo nell’amore incondizionato, neanche tra genitori e figli. Amiamo e ci aspettiamo di essere amati.
È difficile non aspettarsi qualcosa in cambio, quando si tiene a un rapporto e forse anche quando si tiene a sé stessi. Quando ci si sente importanti, e si sente di avere un valore. Si tratta di amor proprio, di non svalutarsi. Di pensare di essere degni di amore e di ricevere. L’amore fine a se stesso credo non appartenga agli umani. Forse agli umani illuminati, o ai devoti caritatevoli.
Rispetto reciproco, interesse reciproco, sentimento reciproco, accoglienza reciproca, comprensione reciproca: senza reciprocità le cose sono destinate a finire, salvo i rapporti malsani, o quelli dove un soggetto è carente di amore per sé stesso.
Occorre reciprocità di sensibilità per trovarsi bene insieme, affinché l’uno non si senta ferito dalle diverse intenzioni o modalità dell’altro. La reciprocità dei sentimenti è indispensabile in una relazione affinché non sia sbilanciata. I conti devono tornare, per non contrarre debiti che possono creare legami tossici, per non alimentare illusioni o aspettarsi qualcosa in cambio che non arriva e lascia nell’attesa, o provoca delusioni. Senza reciprocità le cose possono morire. Dev’esserci scambio. Nella reciprocità c’è complicità, c’è l‘intenzione, c’è la volontà, ovvero c’è quello che ci fa sentire importanti per l’altro.
Se il principio di fare all’altro quello che vorremmo venga fatto a noi è un buon metodo per innescare uno scambio positivo, il rispecchiamento vale anche al contrario, e comportarsi nello stesso modo in cui l’altro si comporta con noi a volte può servire a far capire, quando non bastano le parole, le spiegazioni. A volte. Può non venire naturale, a chi è abituato a cercare di capire, a dare chance, a porgere l’altra guancia, a chi è troppo empatico, o a chi è troppo nel bisogno.
Il rapporto, così, nel bene o nel male può evolversi, mutare, quando si decide che non deve essere più sbilanciato.
Oppure giungere a conclusione. E allora ci si può mettere alla ricerca di quella reciprocità necessaria. Per stare bene.
aprile 2023
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