Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Siamo soli?

 

 

Siamo soli.

Siamo tutti soli, quando andiamo a dormire e facciamo i conti con noi stessi.

Siamo soli, spesso in mezzo a tanta gente, quando sentiamo la distanza.

Che è la cosa che fa piu’ male.

Ci sentiamo soli quando non c’è nessuno che ci difende o che ci protegge. Quando non ci sentiamo considerati.

Quando dobbiamo cavarcela da soli e nessuno puo’ aiutarci.

Quando qualcuno o qualcosa che aspettavamo non arriva. O non sappiamo conquistarcelo.

Per esempio.

Ci sentiamo soli quando gli altri sembrano non capirci e quando noi non capiamo gli altri.

Siamo soli perchè siamo unici (e siamo unici, perciò siamo soli). Diversi da tutti, e quel che ci fa sentire meno soli è l‘essere simili. Anche quando troviamo cose che ci accomunano, perchè ci sono cose che appartengono a tutti, che sono proprio quelle che stillano il sentimento di non essere anime sole, ci sarà sempre qualcosa di differente, che ci distingue e che per questo, ci fa sentire una distanza.

La sensazione di essere soli è come un grande e infinito buco senza fondo.

 

 

Ma in realtà non siamo mai soli.

Abbiamo tante persone dentro di noi.

Che dialogano con noi e tra di loro. Che ci fanno compagnia, che ci sfidano, che ci fanno sentire in colpa. Che ci sorreggono o ci consolano. Che ci separano.

Tante voci.

Tutte quelle che hanno contribuito ad essere quello che siamo, nel bene e nel male, e che non ci abbandonano mai. Il padre, la madre, il nonno, la nonna, la zia, il migliore amico, il figlio, la maestra, il prof delle superiori, un maestro di vita..

Quelle che abbiamo introiettato e che si materializzano fuori, che troviamo o ritroviamo, anche solo per un attimo.

Che sentiamo che ci comprendono, o che sono avversari, contro cui crediamo di dover combattere, in una battaglia che è dentro di noi.

Ci rinfrancano però, queste voci, perché ci troviamo su un terreno famigliare, che ci fa sentire meno soli. Anche nel conflitto, nella ferita, o nel dolore.

 

 

E quando emerge qualcuno, che porta una speranza, che riaccende la fiducia, che primeggia e ha la meglio sulle altre voci petulanti, che ci conferma, che sta dalla nostra parte, – credendoci- , che pone fine alle sfide, ai boicottaggi, al voler farci sentire sbagliati, non amati, isolati, fuori… allora ci sentiamo sollevati. E meno soli. Anche se fosse solo un attimo, un’ora, un giorno.

E questo ci fa sopravvivere e rivivere.

 

 

Sono necessari, quei momenti in cui sentiamo una connessione con qualcosa o qualcuno. Conosciuto o sconosciuto non importa. Simile. Dentro o fuori. Qualcosa o qualcuno che va oltre le opinioni, i conflitti, le apparenze, la superficie, quello che è stato. Che va oltre i bisogni, il bisogno compulsivo di doversi riconoscere (sempre per non sentirsi soli), di dover riconoscere qualcuno.

La sensazione di essere sotto un tetto dove ci sono altri come noi. Esseri umani. Unici e diversi ma cittadini di quel mondo che si chiama universo, appartenenti a quella razza che si chiama genere umano.

 

 

E’ questo che ricerchiamo. E’ questo cio’ di cui abbiamo bisogno: quel momento in cui, nonostante il nostro essere soli – la notte prima di addormentarci, o quando sentiamo di aver subito un torto – il nostro essere diversi, possiamo comprendere di essere connessi con qualcosa di piu’ grande. Che ci porta fuori, e ci fa andare oltre.

Qualcosa che, comunque, da qualche parte, esiste. E non ci fa sentire piu’ cosi’ soli. Almeno per un po’.

 

 

 

dicembre 2018

 

 

 

(foto by Patty)

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

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Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

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Perchè la vita è un gran bel viaggio.