Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Una sosta a GORIZIA

 

 

Gorizia, città friulana sul confine tra Italia e Slovenia, mi accoglie con una fisarmonica su Corso Italia, che mi catapulta subito nell‘atmosfera mitteleuropea della città

 

 

Mi colpiscono subito i suoi curati palazzi ottocenteschi, bassi, al massimo a 3 o 4 piani, dai colori pastello.

 

 

Corso Italia prosegue col nome di Corso Giuseppe Verdi. Lungo la via si incontrano i bei giardini pubblici e il mercato coperto cittadino, che meritano entrambi una sosta

 

 

L‘anima mitteleuropea si respira tutta nella sua piazza principale, Piazza della Vittoria, dalla forma insolita: non ho mai visto una piazza a forma triangolare!

 

 

Al centro della piazza si trova la fontana del Nettuno, che qualcuno dice assomigli a quella di Bologna: e io da bolognese dico, manco per idea! Sulla piazza affacciano bei palazzi colorati, e la chiesa barocca di Sant’Ignazio, che si trova dall’altra parte della strada, non la sovrasta ma è imponente e caratteristica con i suoi due campanili a cipolla, tipici delle chiese del centro Europa.

 

 

Da qui, accendo google maps per arrivare a Piazza della Transalpina, dove si trova il confine tra Italia e Slovenia, a circa 2 km fuori dal centro.

Piazza della Transalpina è la cosa che più mi ha emozionato a Gorizia, e ne parlo qui

Linee di confine

 

Fino al 2004 la piazza era divisa da una rete e un muretto che segnava il confine tra Italia ed Est Europa, e la città, nella parte italiana e slovena.

La stazione slovena che si affaccia sulla piazza è davvero bella

 

 

All’interno è tutto chiuso, ma le biglietterie mi ricordano lo stile della metropolitana di Budapest

 

 

Lungo la va del ritorno, la cosa che mi colpisce è che il cartello che definisce l’ingresso in Slovenia è pulito e ordinato

 

 

mentre quello dalla parte opposta, venendo dalla Slovenia in Italia è appoggiato a terra, contro un albero, sporco, quasi precario.. non è un gran bel biglietto da visita, vorrà dire qualcosa?!?

 

 

Ritornando verso Piazza della Vittoria, sulla strada si incontra Il Palazzo Attems Petzenstein, risalente alla prima metà del Settecento, in sile barocco e rococò, sede di musei e pinacoteca

 

 

Dalla base del triangolo di Piazza della Vittoria, parte la strada più antica di Gorizia, via Rastello, che termina in un angolo con abitazioni molto caratteristiche, e la strada in salita che conduce verso il castello, via Crocevia, con all’angolo la statua in bronzo di un filosofo goriziano, Carlo Michelstaedter.

 

 

Il duomo lo incontro per caso, entrando da un arco che indica il Palazzo della Questura. Una bella piazzetta si apre con case con muri dai bei colori, di fronte a un edificio bianco con una meridiana, che scopro, andando avanti, essere una parete della cattedrale neoclassica dei santi Ilario e Tiziano. La trovo davvero strana, per essere un duomo cittadino. La piazza, tranne che per un bar molto discreto, è per lo più deserta.

 

 

Pochi passi oltre si trova Piazza Sant’Antonio, una piazza non piazza: in realtà è l’area adiacente ad un chiostro (di un convento francescano del XIII secolo) aperto con 3 bei porticati sui lati e il quarto con vista sul castello, e di fronte al Grand hotel, di un giallo acceso che spicca. Peccato che il lunedì tutti i locali sotto i portici, che appaiono molto caratteristici, siano chiusi. Ma fare un giorno diverso qualcuno no?

 

 

Per mancanza di tempo non riesco ad andare a Borgo Castello, quartiere un tempo abitatato dai nobili e dai loro servitori, dove si trova appunto il Castello, su un’altura, da cui si dice si veda anche un bel panorama. Mi devo accontentare di vederlo guardando in alto da Piazza della Vittoria, apprezzare le belle case all’inizio della salita di via Crocevia,  e vedere il verde del borgo da Piazza Sant’Antonio: mi consola sapere che attualmente è chiuso, quindi non potrei comunque visitarlo.

Ritornando verso il centro, percorrendo via Mazzini, arrivo in Piazza del Municipio, un incrocio di strade dominato da un basso palazzo molto mitteleuropeo con un orologio al centro.

 

 

Da qui si rientra nella zona pedonale di via Garibaldi e arrivo nel punto in cui è iniziato il mio tour, in Corso Italia, dove subito ero stata colpita dal dehor del cafè del Teatro Giuseppe Verdi, storico bar risalente al 1781, che conserva arredi originali e atmosfera di un tempo, e che si trova appunto a fianco del Teatro Giuseppe Verdi.

 

 

Gorizia sarà capitale della cultura nel 2025, è una graziosa città a cui sono stata contenta di aver dedicato qualche ora andando verso Trieste.

Una città che mi ha portato riflessioni, come questa

Linee di confine

 

ottobre 2022

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

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