Valutazioni e lezioni
Credo che sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di essersi sentiti valutati ingiustamente.
Per un compito, un obiettivo, qualcosa a cui si è dedicato tempo, o in cui ci si è messa l’anima, e che sembrava, ai nostri occhi, essere un buon lavoro.
La sensazione che chi doveva giudicare non abbia capito, o non abbia voluto capire. Di non essere stati compresi. Che la valutazione sia stata fatta con leggerezza o superficialità. Che qualcosa sia stato dato per scontato, senza guardare sforzo o impegno. O semplicemente, che chi ha valutato avesse una visione diversa dalla nostra o dei parametri diversi di valutazione del risultato.
Il rammarico e la delusione, con conseguente rabbia o ancor peggio calo dell’autostima, possono fare molto male.
D’altro canto, per gran parte della nostra vita, dalla scuola al lavoro, dalla nostra vita privata, a quella pubblica, siamo sottoposti a valutazioni. Da genitori, insegnanti, datori di lavoro, clienti, conoscenti, amici e nemici.
Non possiamo sottrarci. Noi, i nostri compiti, il nostro lavoro, le nostre opere, la nostra immagine.
Se le valutazioni non vanno nel verso da noi desiderato, o nel verso del successo, pesano su di noi. Difficile restarne indenni. Magari contribuiscono a farci sentire falliti o non abbastanza. Bravi, buoni, belli, ecc.
Contribuiscono a costruire il pensiero che ci facciamo di noi stessi, a costruire il nostro “personaggio”. Quello che poi crediamo di essere e interpretiamo per gran parte del nostro tempo e di fronte a gran parte delle persone.
Oppure possono servire a darci una spinta, essere uno stimolo. A non darsi per vinti.
L’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling prima di diventare famosa con i suoi libri, ha ricevuto decine di rifiuti. Vasco Rossi, agli inizi della sua carriera, arrivo’ ultimo al Festival di Sanremo. C’è chi coglie la sfida, e anzi, rifiuti e insuccessi, proprio perché è in sfida col mondo, gli servono proprio come trampolino di lancio.
Ma anche chi apparentemente subisce la frustrazione di una valutazione negativa, e non ha il carattere da sfidare, puo’ avere il suo riscatto. Fortunatamente non tutte le persone sono uguali . C’è chi è piu’ affine o piu’ attento, e sa riconoscere ed apprezzare cio’ che altri hanno denigrato.
Quindi, c’è sempre una speranza.
L’importante è fare del proprio meglio, credere nel proprio lavoro o in quello che si fa, cercare un pubblico diverso, se chi si è trovato, o si ha davanti, o ci ha valutato, non apprezza. Riuscire a cogliere le opportunità e la lezione che, anche un apparente insuccesso o una valutazione negativa, possono portare.
E crederci. Non arrendersi, se quello che abbiamo fatto l’abbiamo fatto col cuore o con grande impegno. Anche quando le valutazioni che riceviamo sono importanti perché ne va della nostra carriera scolastica, della nostra carriera lavorativa, o molto, piu’ importante della nostra autostima.
Credere che non esistono sconfitte ma soltanto lezioni da imparare. Che, spesso, proprio dalle apparenti sconfitte, nasce la forza per un successo.
O anche soltanto la forza.
Per affrontare nuove sfide.
Che tutto serve per indirizzarci verso la strada giusta. Per noi.
Perché
“..a volte, quando si perde, si vince”
(dal film “Al di là dei sogni” con Robbie Williams).