Viaggi di testa e viaggi nel mondo

Kenya, emozioni in Africa

 

 

 L’Africa è una terra che puo’ risvegliare sensazioni antiche e profonde.

Forse perchè è stata la culla del genere umano, riporta a qualcosa di ancestrale, che si riconosce, ma che è difficile da decodificare.

Qualcosa che sappiamo appartenere a tutti e che ci riporta tutti a uno stesso piano, nel cerchio della vita.

Rispetto delle regole della natura, senza forzature. Emozioni, desideri ed esigenze primitive, pure, semplici, inviolate, non mediate dalle sovrastrutture costruite per far da barriera e difendersi. Che permettono di sentire col cuore e di comunicare dal cuore, anche in assenza di parole.

Questo è quello che ho provato toccando il suolo africano, camminando su quella terra rossa, entrando in contatto con le persone, vedendo i paesaggi e gli animali nel loro habitat. E quando si prova questa sensazione, non si puo’ dimenticare.

Il mal d’Africa è una struggente nostalgia di questa terra, della bellezza di un mondo incontaminato, ma anche la nostalgia di quella parte piu’ vera ed essenziale di noi stessi che viene risvegliata. Come un ritorno a casa.

In questo articolo racconto il nostro viaggio in Kenya.

So che l’Africa mi sta chiamando, e io, prima o poi, le risponderò.

 

 

Viaggio in Kenya con bambina di 7 anni

Al ritorno dalla nostra vacanza a Zanzibar, (https://www.unanimainviaggio.it/zanzibar/), con il mal d’Africa addosso, e i ricordi indelebili della vacanza, ho iniziato subito a cercare il viaggio per l’anno successivo.

Mi sarebbe piaciuto fare un safari, affinchè mia figlia potesse vedere dal vivo gli animali della savana.

Navigando sul web, ho trovato su Tripadvisor alcune recensioni di un posto dal nome strano, Mimi na wewe… in Africa, e tutte le volte che leggevo i racconti di chi ci era stato, sentivo un’emozione dentro. Ho mostrato il posto e le recensioni a mio marito, e lui ha detto senza esitazione: “E’ li’ che dobbiamo andare‘”

 

 

L’alloggio in Kenya: il Mimi na wewe..in Africa

Ho scritto allora all’indirizzo e-mail indicato sul sito della struttura, e mi ha risposto Gloria, raccontandomi che erano una famiglia di Verona, che si era trasferita vicino a Watamu, in un villaggio africano chiamato Timboni, e che avevano costruito una piccola struttura con 6 cottage, ristorante, piscina, in un rigoglioso giardino. Offrivano un servizio flessibile, dal solo pernottamento e colazione, alla pensione completa. Il nome, Mimi na wewe..in Africa significava “Io e te ..in Africa”.

Ricevuto il loro preventivo, e trovato un volo con la Ethiopian Airlines, abbiamo prenotato.. Si ritornava in Africa!!! Il mio umore era alle stelle!

A metà luglio siamo partiti, atterrando all’aeroporto di Mombasa. E’ venuto a prenderci Carim, l’autista di fiducia del Mimi Na Wewe.

Carim ha dovuto attenderci per parecchio, fuori dall’aeroporto, in quanto, a causa del breve scalo ad Addis Abeba, una delle nostre valigie non era riuscita ad arrivare e l’abbiamo recuperata solo dopo 2 giorni (dovendo andare noi a prenderla: fortunatamente dal Mimi Na Wewe, tramite un loro collaboratore, sono riusciti a farcela avere, senza dover perdere noi una giornata per tornare all’aeroporto di Mombasa, e senza spese). Per un caso fortuito, le cose essenziali erano nelle valigie arrivate, ma da allora faccio molta attenzione a come preparo i bagagli, dividendo le cose, e attrezzando con quello che io chiamo il “kit di soccorso” il bagaglio a mano.  Ne ho parlato in questo articolo:

 

Bagagli smarriti

 

All’arrivo, dopo un paio di ore di strada, in auto nel buio della notte, ad attenderci c’erano Gianni e Gloria, che ci hanno accolto e ci hanno consegnato le chiavi del nostro cottage. Non avevamo ancora visto, per il buio, dove eravamo capitati e non sapevamo ancora che splendida esperienza ci avrebbe aspettato.

 

 

Con la luce del giorno, abbiamo capito di essere in un posto che era assolutamente nelle nostre corde, e che rispecchiava quello che avevamo letto nelle recensioni di chi ci aveva preceduto: la bellezza che era attorno a noi lasciava senza fiato.

La struttura non è per tutti, è molto spartana, non è assolutamente adatta a chi cerca qualcosa di simile ad un resort: noi ce ne siamo innamorati e l’abbiamo apprezzata per l’atmosfera famigliare, per le dimensioni, per l’incantevole giardino in cui è inserita, pieno piante grasse, fiori, alberi da frutto, per la sua bella piscina, per le strutture comuni in stile africano e tutte con il tetto di paglia, per il contesto in cui è inserito, lungo la strada per entrare nel villaggio africano di Timboni.

 

 

I cottage sono essenziali e spartani, con anche la possibilità dell’uso della cucina, presente all’esterno, sulla veranda di ogni camera, utilizzabile su richiesta.

 

 

Le camere sono molto semplici ma perfettamente in armonia con il posto, arredate con pochi elementi di costruzione locale, bagno molto minimale.

 

camera mimi na wewe in africa kenya

 

Abbiamo scelto di mangiare quasi sempre nella struttura, insieme ai proprietari, deliziandoci dei racconti delle loro esperienze in Kenya. Il cuoco cucinava divinamente pesce fresco, carne, pasta ben cotta, specialità locali, la frutta fresca era sempre presente e il cibo veniva servito in un bellissimo gazebo con tetto di paglia, di fronte alla piscina. Nessun buffet enorme ma cibo in abbondanza, con assoluta attenzione a nessuno spreco, scelta che, a maggior ragione in questo posto, era pienamente da noi condivisa.

Nostra figlia poteva muoversi liberamente nel giardino e stare in piscina, come se fosse a casa sua, in tutta sicurezza, rincorrendo il cane, i gatti, i ricci e tutti gli animali presenti.

 

 

La prima settimana eravamo gli unici ospiti della struttura. La stagione turistica era appena iniziata e quella delle piogge, che va da aprile a giugno, appena finita:  molti locali a Watamu erano ancora chiusi e il cielo, a volte, era nuvoloso, qualche temporale arrivava per finire dopo poco. Con queste condizioni, ci siamo goduti il posto in tutta tranquillità, a stretto contatto con questa splendida famiglia e il personale africano che lavora li’.

 

 

Uscendo dalla struttura si è ai confini di un villaggio africano, e si puo’ vedere la vita che conducono gli abitanti: le case di fango nel bush, le donne che preparano la polenta fuori dalle case, i bambini che camminano o giocano in strada.. Dalla parte opposta, corre la strada che porta a Watamu, con negozi dove vengono vendute merci non per i turisti, ma per la vita di tutti i giorni degli africani. Piu’ di una volta ci siamo trovati ad essere gli unici bianchi che passeggiavano lungo la strada, ma ci sentivamo tranquilli... anzi, erano i piccolissimi bambini africani ad avere paura di noi quando ci vedevano, perchè, come una volta si usava impaurire, dalle nostre parti, con la storia dell’uomo nero, lì loro hanno paura dell’uomo bianco!

 

 

A dieci minuti di tuc tuc dalla struttura, si arriva al mare, a Watamu. Qui è molto evidente il fenomeno delle maree, e certe zone, nella nostra estate, sono piene di alghe: per godere delle condizioni migliore del mare il periodo piu’ adatto non è sicuramente l’estate (ma vale comunque la pena).

 

 

Watamu è formata da tante baie, e la spiaggia più bella nei momenti di bassa marea è quella dell‘isola dell’amore. 

 

 

Un po’ piu’ distante dal centro della città, ma raggiungibile con il tuc tuc, si trova la spiaggia di Garoda, che non è soggetta al fenomeno delle alghe, ed è sempre meravigliosa.

 

 

Alloggiare al Mimi na wewe, per noi è stata un’esperienza emozionante ed educativa. Abbiamo avuto modo di toccare, tramite loro, un po’ della vera Africa e di vedere i suoi magnifici paesaggi, e con molta piu’ flessibilità rispetto a quanto proposto dai pacchetti turistici. Tra gli altri, infatti, uno dei vantaggi è stato di poter scegliere di fare il safari a metà vacanza, anzichè all’inizio, come spesso è previsto nei viaggi organizzati, cosa che io consiglio vivamente: si parte non stanchi del viaggio, quando ci si è già ambientati, e portando il solo il necessario per il safari (per non  sporcare tutto di terra rossa!)

Inoltre, essere presso una famiglia italiana, ci ha fatto sentire piu’ sicuri, perchè qualsiasi problema avesse potuto insorgere, sapevamo di poter contare su persone che erano in grado di assisterci e consigliarci, e per la bambina (oltre che per noi) è stato come essere a casa di amici.

 

 

Escursioni ed esperienze

Davide, Il collaboratore di fiducia africano al Mimi na wewe, persona splendida, ci ha accompagnato a scoprire le bellezze limitrofe, dal mare di Watamu, al villaggio di Timboni col buio della notte, a far visita al pastore del villaggio nella sua casa, a casa della cuoca e della sua famiglia, non senza esserci fermati prima a fare un po’ di spesa per loro.

 

 

Con l’autista di fiducia, abbiamo potuto fare escursioni, come quella bellissima a Marafa, detta anche “Cucina del diavolo”, Hell’s kitchen, un canyon che al tramonto assume colori meravigliosi.

 

 

Un posto talmente bello che gli ho dedicato un articolo a parte

La cucina del Diavolo a Marafa-Kenya

 

Per arrivare a Marafa occorre percorrere una lunga strada, a tratti deserta, a tratti con villaggi, dove talvolta si incontravano persone che portavano sulla testa pesanti taniche gialle di acqua, nel loro lungo e faticoso viaggio per l’approvvigionamento, e dove alcuni paesaggi mi hanno proprio ricordato il film “La mia Africa“.

 

 

Carim ci ha portato anche all”incantevole Sardegna due, una delle spiagge piu’ belle della zona che ci tenevo a vedere, con enormi lingue di sabbia, piuttosto lontana da Watamu, e con una strada per arrivare piuttosto dissestata. Peccato che quel giorno il tempo non fosse proprio sereno.

 

 

Con il tuc tuc, invece, siamo andati a visitare le rovine di Gede (Gedi Ruins) un sito archeologico abbastanza vicino, testimonianza di un insediamento arabo, tra i piu’ antichi della zona, in direzione Malindi, diventato un museo nazionale, immerso in una foresta, con bellissime e immense piante, tra cui baobab, sequoie, anacardi e tamarindi.

 

 

Passeggiare tra le rovine, in quel contesto, che pareva di essere nella giungla, aveva un fascino incredibile, considerando che eravamo solo noi con la guida, ed è stato anche un bel divertimento per nostra figlia. Infatti, oltre alle liane degli alberi su cui arrampicarsi e dondolarsi,  nel sito è presente un laboratorio per l’allevamento e riproduzione di farfalle, che lasciate libere, volavano ovunque.

 

 

Il momento piu’ entusiasmante, pero’,  per Giada è stato all’ingresso, dove vivono simpatiche scimmiette, che salgono sulle spalle dei turisti.

 

 

Con Gianni e Gloria abbiamo avuto l’opportunità di andare a visitare delle scuole, una elementare 

 

 

e una materna, in un edificio fatto di fango, e quelle sono state le esperienze piu’ toccanti.

 

 

I bambini che hanno cantato e ballato per noi, nostra figlia, prima impaurita, che poi ha giocato con loro, la visita alle classi dove facevano lezione, il momento della merenda e del gioco…momenti emozionanti e indimenticabili.

i’m happy today  (clicca per vedere il video dei bambini che cantano)

 

 

 

Altra esperienza unica, è stato partecipare alla messa della domenica. Siamo andati nel bush in due diverse chiese: durante la celebrazione, un’esplosione di emozioni, loro e nostre, preghiere, canti, urla catartiche, pianti, tamburi..e una grande accoglienza per noi: mi ha toccato molto vedere la loro gioia e il loro orgoglio per la nostra presenza li’ con loro.

 

 

messa africana pastore Tsopa (clicca per vedere il video dei canti della messa)

Queste esperienze le ho raccontate nel dettaglio in questo articolo

 

Incontro con i Masai a Zanzibar

 

Camminando per raggiungere questi posti, abbiamo potuto vedere come vivono gli africani nel bush, le loro case, il loro lavoro, la loro vita sociale.

 

 

Abbiamo anche visitato Mida Creek, nel parco marino di Watamu, una laguna delimitata da una fitta parete di mangrovie, dove, nell’attesa di smaltire una fila, che si era creata per attraversare un ponte tibetano, per raggiungere il mare, la guida, amico di Gianni e Gloria, ha invitato il nostro gruppo (eravamo 3 famiglie) a casa sua, non distante da quel luogo.

 

 

Abbiamo cosi’ visto il suo villaggio, composto da qualche capanna, e incontrato le donne della sua famiglia.. Felice Caccamo, come si fa chiamare la guida, è andato a prendere per noi, direttamente da una palma, un cocco per ognuno di noi e ci ha offerto da bere il suo latte.

Non potro’ mai dimenticare quei momenti, le donne curiose nei nostri confronti, i sorrisi nel rivedere le loro facce nella macchina fotografica dopo aver scattato una foto, i kanga, i loro vestiti, stesi davanti alle capanne, e i loro saluti alla nostra partenza..

 

 

Per nostra figlia di 7 anni, non è stato facile vedere e capire un mondo cosi’ diverso dal nostro. Ha impiegato un po’ di tempo per metabolizzare l’esperienza, ma credo comunque che tante cose le siano rimaste dentro anche a lei, insieme al ricordo di quelle divertenti che ha vissuto, come spostarsi con i tuc tuc, vedere le scimmiette a Gede, camminare per il canyon di Marafa.. E poi…il safari nella savana, con tutti gli animali.

 

 

Il safari

Il safari lo abbiamo pianificato direttamente in loco, affidandoci alle persone di fiducia del Mimi na wewe.

I paesaggi della savana e gli animali visti dal vivo e da vicino, dal tettuccio apribile del furgoncino, sono stati quanto di piu’ bello ed emozionante ci possa essere..

Dormire poi nella savana in un bel lodge, di fronte ad una pozza d’acqua dove gli animali venivano ad abbeverarsi è stato meraviglioso. Un momento pazzesco l’abbiamo vissuto vedendo arrivare una mandria di bufali, centinaia e centinaia, venuti a bere nella pozza, tantissimi e selvaggi,  che poi hanno proseguito per la loro strada.

mandria di bufali allo Tsavo  (clicca per vedere il video)

Un vero spettacolo..per bambini e per grandi, come essere dentro ad un film.

 

 

Qui il racconto dettagliato del nostro safari in Kenya

Safari in Kenya

 

Profilassi si o no? i nostri dubbi

I dubbi sorti prima della partenza relativamente al fare o meno la profilassi antimalarica, dopo mille pensieri e considerazioni, ce li hanno dissipati alcuni italiani che vivono in Africa, che la sconsigliano, per gli effetti collaterali. Inoltre c’è la possibilità di acquistare in farmacia, prima della partenza dall’Africa, per pochi euro, il test con inclusi i farmaci da assumere in caso si risultasse positivi (raro comunque nel periodo in cui siamo andati). Ovviamente è molto importante dotarsi di repellenti molto potenti da utilizzare (tipo Antibrumm o Autan tropicale), spray da dare sugli abiti prima della partenza (tipo Insect ecran o Biokill), l’uso di abiti chiari per coprire il corpo dal tramonto, e di zanzariere in camera, dove comunque uno spray antizanzare veniva spruzzato ogni sera.. e la profilassi naturale a base di ledum palustre (funzioni o no..male non fa).

Tutte le considerazioni e accorgimenti utili li ho riportati qui

 

Incontro con i Masai a Zanzibar

 

Conclusioni

..che altro dire..ci sarebbero tanti momenti ancora da raccontare, tante emozioni che è difficile poter trasmettere..L’Africa con la sua natura rigogliosa e selvaggia, e il contatto con condizioni di vita cosi’ diverse dalle nostre, con una popolazione priva di sovrastrutture ed essenziale, lascia al ritorno quella nostalgia che si chiama Mal d’Africa, che fa fatica ad andarsene, e lascia una voglia pazzesca di tornarci.. Ed io spero proprio di tornarci, prima o poi.

 

 

 

jambo (clicca qui per il video dei bambini che cantano “jambo”)

 

(luglio 2012)

 

se ti interessa il diario giornaliero leggi qui

Incontro con i Masai a Zanzibar

 

trovi tutti gli articoli sul Kenya qui

 

Kenya

 

e trovi la mia recensione del Mimi Na Wewe in Africa su Tripadvisor qui

https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g661279-d1749490-r136579521-Mimi_na_Wewe_in_Africa-Watamu_Coast_Province.html#

 

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4 Commenti
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3 anni fa

Avete fatto proprio un bel viaggio! Posti splendidi! Devo ammettere che ho sempre evitato alcune zone proprio per tutti i casini legati agli eventuali vaccini e infatti in Kenya non ci siamo mai stati.

1 anno fa

Complimenti per l’esperienza fatta in Kenia. sei stata in Africa. In Kenia. Hai visto un altro mondo, diverso da quello di Casa. Hai avuto contatti con la gente genuina, … La natura incontaminata. … E poi tutti gli insegnanenti che hai ricevuto …. Davvero brava. E’ stato bello leggere il tuo diario. Si sentiva che hai sentito l’Africa, l’hai vissuta e te ne sei nutrita spiritualmente. Brava te come viaggiatrice del mondo. Brava te come scrittrice delle tue esperienze. Speriamo che tu possa continuare cosi’.

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.