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In giro per la calda e caotica ATENE
Atene, città viva, tanta storia, tanto da vedere e da vivere.
La nostra è stata una visita superficiale, col poco tempo che avevamo a disposizione, un giorno e mezzo, e il grande caldo di fine luglio: volevano vedere le cose principali e camminare anche senza meta per le sue strade, dove in ogni angolo è un pezzo di storia, assaporandone l’atmosfera senza troppo impegno.
Tuttavia girare per Atene non è così semplice. Seguire la guida Lonely Planet. tra il caldo e la difficoltà ad orientarsi con i nomi complicati è risultato, almeno a me, davvero ostico🥺.
È una città incasinata, perché c’è traffico, perché c’è tanta gente, perché le distanze sono più grandi di quelle che sembrano dalla mappa, perché non è facile trovare i nomi delle vie, e quando si trovano spesso sono scritti con l’alfabeto greco o hanno nomi difficili da memorizzare per noi
L’atmosfera che si respira è più di una città mediorientale, che europea, soprattutto quando si arriva a Piazza Monastiraki, il fulcro di Atene, con la vista dell’acropoli che domina sulla collina, le persone che si accalcano vicino a qualche artista di strada che fa spettacolo, la chiesa ottomana, e il punto da dove partono le stradine dei mercati (dentro ai negozi) e dei ristoranti, e in direzione dei monumenti più importanti
Nel primo pomeriggio, dopo aver trascorso la mattinata all’acropoli, abbiamo fatto una siesta, quasi obbligata per non soffocare nella calura, ed arrivare a sera sfiancati.
Arrivo ad Atene
Arriviamo nel tardo pomeriggio attraverso i diversi paesaggi che si sono avvicendati, e una bella autostrada per gran parte del percorso, dopo la settimana ad Elafonisos e il breve giro nel Mani in Peloponneso, visitando le cittadine di Limeni, Areopoli e Gerolimenas.
Fortunatamente siamo d’accordo con il rent a car di lasciare l’auto in città nei pressi del nostro hotel: subito fronteggiamo il traffico convulso di Atene, passando da una delle sue vie principali, Ermou. Poiché non ci sarebbe servita la macchina in quei 2 giorni, avevamo programmato di raggiungere poi l’aeroporto in taxi, risparmiando i soldi per lasciarla in un parcheggio.
Alloggio ad Atene
Il nostro hotel, Ederlezi boutique hotel, che avevo prenotato prendendo accordi tramite mail e WhatsApp, l’ho scelto perché mi piaceva lo stile che avevo visto, moderno con arredamento in legno
e per un bel terrazzo a disposizione degli ospiti sul tetto
Si trova nel quartiere Psirri, molto vivace e pieno di bellissimi locali, a 15 minuti da Monastiraki, in Lepeniotou, poco distante dalla via Ermou, al di là della quale, c’è il centro storico
Il nostro tour nel centro di Atene
In una giornata (dal tardo pomeriggio alla sera successiva) abbiamo visto
I giorno dalle 18
Monastiraki
Biblioteca di Adriano
Agorà (visitata)
Cattedrale
Piazza Syntagma con cambio della guardia
Plaka
II giorno
Mattino
Acropoli
Viale Dionysiou Areopagitou e Apostolou Pavlou
Pomeriggio
Mercatini Monastiraki
Torre dei venti
Anafiotika
Plaka
Arrivati nel tardo pomeriggio, il primo giorno ci dirigiamo, attraverso le vivaci stradine del quartiere Psirri, subito a piazza Monastiraki, da dove ci appare in alto l’acropoli
Piazza Monastiraki
Piazza Monastiraki è sempre affollata, soprattutto la sera, se non affollata, brulicante.
Si affacciano la bella moschea di Tzistarakis e la chiesa bizantina di Pantanassa e la stazione della metro.
Da qui si può prendere la strada che conduce all’Agorà, girare per le strade del mercato delle pulci, con negozi di souvenir turistici, andare verso la cattedrale e anche fino quindi piazza Syntagma, o addentrarsi per le stradine pedonali verso Plaka.
L’agorà
Dopo aver ammirato la biblioteca di Adriano (che è diventata poi il nostro punto di riferimento), appena oltre piazza Monastiraki, un’area dove spicca un tempio con colonne ben conservate e altre rovine, poco oltre ci siamo trovati davanti all’antica Agora che abbiamo deciso di visitare, approfittando del minor caldo del tramonto, e della poca fila per acquistare i biglietti. Il tempo per visitarla è stato limitato perché alle 21 in punto chiudono, mentre noi avremmo voluto fermarci ancora per vedere con calma il bellissimo tempio, ottimamente conservato di Efesto
Invece quando siamo arrivati lì, dopo aver visto il resto, ci hanno detto era orario di chiusura. L’agorà, il luogo dove si svolgeva la politica, la filosofia e le trattative commerciali nell’antica Grecia, merita assolutamente di essere vista: al tramonto, con la luce sui monumenti, è bellissima.
Spicca la maestosa Stoa di Attalo risalente al I secolo a.c. ma ricostruita negli anni 50, un enorme edificio a colonne bianco
A fianco all’Agora passa una bella strada pedonale, Adrianou, sempre molto animata, piena di locali per mangiare e da cui partono tutti i vicoletti dei mercatini.
Piazza Syntagma
Tornati a Monastiraki, dopo la visita all’Agorà, ci vogliamo dirigere verso piazza Syntagma per vedere anche il cambio della guardia, che si tiene ogni ora: sono quasi le 21 e l’idea è ottima perché col caldo che fa ancora a quest’ora, non oso immaginare attendere e guardare questa curiosa cerimonia tradizionale, che dura una decina di minuti. Curiosa in quanto il passo dei militari, e le scarpe, è davvero, oserei dire, strambo🤪 e rumoroso, molto diverso dal cambio della guarda di Londra: merita sicuramente di essere visto
Piazza Syntagma, che in greco significa Costituzione, è la sede del parlamento, è molto grande e si trova in mezzo a 2 grandi vie di circolazione e al termine di Ermou.
La cattedrale
Andando verso piazza Syntagma, passiamo per la Cattedrale dell’Annunciazione, una chiesa greco ortodossa del 1800 su una grande piazza, che ha a fianco la minuscolo chiesa di Agios Eleftherios del VII secolo
Plaka
Da Syntagma ci dirigiamo verso la vivacissima Plaka: qui come ovunque ad Atene ad ogni angolo c’è una taverna, un cocktail bar, negozietti, chi fa musica.. c’è insomma una bella atmosfera, nonostante la confusione e l’imbarazzo della scelta per cenare. Scegliamo un locale gradevole e mangiamo anche bene. Camminare per le vie di Plaka la sera è molto gradevole.
L‘Acropoli domina, illuminata sulla città bassa
L’acropoli
L’indomani ci svegliamo presto per essere all‘Acropoli all’apertura, visto il caldo.
La strada per arrivarci è ovviamente in salita e abbastanza lunga: come dicevo, dalla mappa sembra tutto molto più vicino. Saliamo dalle vie che ci indica il navigatore per l’ingresso principale, anche se i suggerimenti dicono di entrare dall’ingresso laterale per trovare meno coda, ma questo ingresso da cui poi usciremo, vicino al museo dell’Acropoli, avrebbe allungato troppo la strada.
Avendo fatto i biglietti online la sera prima, saltiamo la coda alla biglietteria, ma c’è comunque fila ai tornelli per i controlli, che scorre comunque velocemente.
La cosa che più mi è piaciuta dell’Acropoli è stata l’ingresso dal Propilio.. che è l’accesso a tutto il sito: è l’unico monumento che si attraversa, e si percorre un tempio, ed è una grande emozione, mentre gli altri templi si guardano da lontano
Il Partenone, in perenne ristrutturazione, è sempre maestoso ed emozionante da vedere
Altra cosa che ho adorato è l’Eretteo
in particolare le colonne con le cariatidi, i cui originali sono conservate al Museo dell’Acropoli
Non poteva mancare la foto con .. le doppie cariatidi!!
E poi la meravigliosa vista su Atene che si ha appunto dall’Acropoli
Nonostante comunque il grande afflusso di gente, al mattino ci godiamo il sito e senza patire troppo caldo.
Scendiamo poi dalla parte opposta a quella di entrata, passando per il teatro di Dionisio
e arrivando al Museo dell’Acropoli, che non visitiamo per mancanza di tempo. Ci godiamo comunque il grande viale pedonale che lo circonda, Dionysiou Areopagitou, con la vista della collina e del Partenone e qualche musicista che suona, creando una bella atmosfera
È ora di pranzo, e abbiamo una sete bestia, quindi ci fermiamo a bere e mangiare una bella insalata in un bar ristorante sul viale nel quartiere Thisseio che costeggia la collina, e poi l’Agorà, proprio sopra al tempio di Efesto, da cui abbiamo una meravigliosa vista sull’Acropoli
Ci guardiamo i vari banchetti sul viale lungo la via, dirigendoci verso l’hotel per fare una siesta nelle ore più calde, o sappiamo che non arriveremo a sera.
Verso le 17.30 ci rimettiamo in moto, guardiamo le viuzze con i locali della nostra zona, Psirri
alcuni davvero belli, altri più caratteristici o a tema, finché ce ne appare uno esagerato: è il little Kook, a tema Alice nel paese delle meraviglie
è terribilmente tutto esagerato ma sembra di essere in un parco giochi e io mi diverto come una bambina a girare nella croce di vie occupate dal locale, a sbirciare carte, personaggi, angoli assurdi..
perfino i camerieri sono vestiti da personaggi di Alice, è uno spasso non solo per i grandi ma anche per i bambini!
La sera ci ripassiamo, tutto è illuminato che pare di essere a Las Vegas.. sarà pure kitsch ma è un posto pazzesco!!
L’agorà romana
Ci dirigiamo verso la Torre dei venti, poco distante anch’essa da Monastiraki, che fu meridiana e stazione metereoligica
e l’Agorà Romana, sede dei commerci ateniesi in epoca romana, con la bellissima porta di Atena, ottimamente conservata
Anafiotika
Cerchiamo girando per Plaka il quartiere Anafiotika, vedendo vicoli deliziosi, case colorate o bianche con bouganville colorate.
Assolutamente da non perdere la via chiamata Miniskelous: una scalinata dove affacciano caffè e ristoranti adornata di fiori, cuscini, sedie colorate davvero pittoresca
Nei dintorni ci sono angoli davvero incantevoli, si sale e si scende, e in basso si trovano le vie animatissime di Plaka, dove ci abbiamo consumato la nostra ultima cena greca in compagnia di musica tradizionale
La nostra visita ad Atene finisce a Piazza Monastiraki dove è iniziata, con la folla e il trambusto della notte, sotto un un acropoli illuminata
L’indomani abbiamo il taxi prenotato molto presto che ci porterà in aeroporto.
Ho scritto tanto ma davvero ad Atene c’e ogni angolo da descrivere e anche una visita superficiale vale davvero la pena!!
luglio 2023
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La vita è bella… ad AREZZO!
La vita non è bella solo ad Arezzo, ma ad Arezzo, è stata girata una parte del pluripremiato e grandioso film di Roberto Benigni “La vita è bella”: per un impegno ci troviamo in città, e facciamo questa piacevole scoperta!
Non era mia intenzione scrivere un articolo, perché ci saremmo fermati solo qualche ora, per cui non avrei potuto dare informazioni approfondite, ma anche senza entrare nelle sue bellissime chiese, o vedere le opere di importanti artisti come Piero Della Francesca e Cimabue, o visitare i musei di Casa Vasari e Casa Petrarca, o la Fortezza Medicea, in cima al colle, dal breve giro fatto per il centro, e per la particolarità che vengono ricordate le scene del film nelle vie cittadine dove sono state girate, devo dire che la città e l’atmosfera mi sono piaciute molto, e quindi non riesco a fare a meno di scriverne e condividere qualche foto.
Forse un po’ oscurata dalla fama delle altre città toscane, Firenze, Siena, Pisa, e anche Lucca, o forse poco sponsorizzata in passato dalla gente del luogo, come ci raccontava un locale con cui ci siamo fermati a chiacchierare, per la prevalenza di altri interessi diversi dal turismo, ad Arezzo spesso ci si va, così come abbiamo fatto noi, per caso, o perchè si è di passaggio, o essendo di strada per visitare un’altra città.. Ma sembra che negli ultimi tempi le cose stiano cambiando, un pò in seguito alla notorietà data dal film di Benigni, e anche, per esempio, per i mercatini di Natale, che pare siano molto belli, e che contribuiscano ad attirare tantissimi turisti.
Dopo quanto visto, io penso che Arezzo meriti proprio una visita apposita, per molto più tempo rispetto a quello che gli abbiamo dedicato, per cui consiglio moltissimo la visita.
In giro per Arezzo
L’interesse del centro storico è, secondo me, indiscutibile, e girovagando per le sue strade si ha proprio la sensazione di essere in una città della Toscana, con un’atmosfera dove bellezza e arte hanno la capacità di ammaliare.
Il centro antico della città sorge su un colle: arrivando si può subito individuare da lontano la cittadina medievale, il suo duomo, e l’alto campanile, che domina la vista, e le case e gli altri monumenti, che si raccolgono attorno.
Corso Italia, l’elegante e caratteristica via pedonale del centro, conduce alla Chiesa romanica di Santa Maria della Pieve, ma è prendendo la strada sulla destra, via Seteria, che salendo, si arriva alla bellissima Piazza Grande
La piazza è stranamente in pendenza e davvero grande
Si affacciano su di essa gli antichi palazzi con balconcini in legno, che a piano terra, da vecchie botteghe sono diventate negozi di souvenir o ristoranti, e che conservano ancora elementi del passato. Alle finestre e ai balconi sono appesi gli scudi, ovvero stemmi e bandiere che rappresentano i quartieri, le casate nobiliari, le istituzioni medievali, che danno un tocco di colore e di passato..
Su un lato della piazza spicca un lunghissimo porticato con archi, il Loggiato del Vasari, dove chi vuole mangiare fronte piazza, può scegliere uno dei tanti ristoranti, godendo di una gradevole atmosfera. A fianco si trova il Palazzo della Fraternità dei Laici, uno dei monumenti più importanti, un edificio in stile gotico e rinascimentale, che ha una torre con l’orologio, e che attualmente è sede di un museo. Attaccato, a fianco, segue l’abside circolare della chiesa di Santa Maria
Proprio all’angolo opposto delle logge, si trova Piaggia San Martino, il vicolo dove Roberto Benigni, nella prima parte del film “La vita è bella“, inforcava la sua bicicletta e, caricando la famiglia, se ne andava per la piazza 😍
All‘apprezzamento per la bellezza di questo posto, si aggiunge l‘emozione al ricordo dell’amore e della tenerezza capace di sprigionare uno dei più bei film della nostra cinematografia. Chi tra noi donne non vorrebbe sentirsi salutare con quell’indimenticabile
“Buongiorno Principessa“
e sentire quell’emozione che si legge negli occhi della protagonista, Dora, a quelle parole??
Quelle parole che contengono la capacità dell’amore di travolgere, di lottare per costruirsi una vita insieme, e tutta la fiducia, – che si trasforma in forza e coraggio -, per affrontare le sfide della vita
In città, in ogni punto dove è stata girata una scena del film, è esposta una locandina, con le foto e con i dialoghi abbinati
La troviamo anche sulla bella Piazza della Libertà, dove affaccia il palazzo della provincia con la sua alta torre
precisamente nell’angolo dove si trova la scalinata che porta alla cattedrale dei santi Pietro e Donato
il punto in cui Guido, il Benigni de La vita è bella, stende un tappeto rosso per la sua principessa durante un temporale..
A fianco scorre via Ricasoli, che da un lato scende in pendenza, e ci ha incuriosito per la statua che si vede all’incrocio, alla fine della via, e il panorama
mentre dall’altro, fiancheggia la Cattedrale con il suo alto campanile, e conduce verso il bel giardino del Passeggio del prato
Da qui, volendo, attraverso una scalinata ci si ritrova di nuovo in Piazza Grande
Poco distante da Piazza Grande, c’è via Cavour: nel film si vedono i due fidanzati passeggiare, di fronte alla Basilica di San Francesco, sulla omonima piazza, che è mozzafiato quando appare alla vista, in stile gotico italiano, e nota soprattutto per gli affreschi di Piero della Francesca
Proprio poco oltre la piazza, ci fermiamo per pranzo al Covo dei briganti, di cui avevo letto buone recensioni: il ristorante si trova all’interno di un palazzo storico che era una farmacia, ci racconta l’host, e ha mantenuto le caratteristiche del locale di altri tempi, i pavimenti, i soffitti e alcune simpatici cartelli ai muri; ha 2 sale al primo piano con vista giustappunto sulla via Cavour
L’atmosfera è davvero gradevole, ci viene assegnato un tavolo proprio davanti alla finestra,
e con questa bella giornata di sole, il buon cibo locale, dei tortelli fatti in casa con ragù toscano, scelti dall’esposizione nel bancone all’ingresso, la sala per gran parte del tempo tutta per noi, e mio marito accanto, ho la fortuna di sentirmi anch’io… una principessa!
Sulla via del ritorno non riesco a fare a meno di comprarmi una tee shirt con l’immagine e il titolo del film: oltre che come ricordo di questa visita, anche per tenere sempre ben a mente che, anche nei momenti bui.. la vita è bella..
Ripassiamo da Piazza Sant’Agostino, sulla via del ritorno, la prima che abbiamo visto all’arrivo in città, anche questa in pendenza, e con la splendida chiesa omonima che domina sulla via, e che ci ha colpito subito
Lasciamo Arezzo, canticchiando nella nostra testa l’aria della canzone de La vita è bella, contenti di aver visto anche questa città.
Che ci ha contagiato con la sua arte, la sua cultura, la sua atmosfera affabulatrice, e che, come ogni viaggio, lungo o breve che sia, ci ha arricchito ed emozionato.
Che ci ha fatto sentire, in mezzo a tanta bellezza,- fonte di entusiasmo, ispirazione, e nutrimento,- .. che …
la vita è proprio bella!
settembre 2023
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GEROLIMENAS: il mare in una stanza
Gerolimenas è per me impossibile da dimenticare: un piccolo villaggio pittoresco e caratteristico nella penisola del Mani, in Peloponneso, che, come va di moda dire, mi ha rubato il cuore.
Gerolimenas è bellezza allo stato puro, sensazione di essenziale ed autentico.
E’come essere arrivati al nocciolo, al cuore.
Poco importa se ci sono anche case diroccate, in certi punti un pò di disordine per strada, un unico hotel che stona perché non fatto di pietra come invece tutti gli altri edifici… A camminare per Gerolimenas sembra di essere in un luogo dall’altra parte del mondo.. invece siamo in un paese del profondo sud del Mani, dove un cartello segnala l’ultima gas station a chi vuole andare oltre.
Cittadina deserta d’inverno, ci dicono, perché soggetta ad un vento impossibile, ma balsamo per l’anima durante la calda estate, e le giornate come questa che stiamo trascorrendo.
Da una parte, un promontorio che si butta nel mare, che si scorge all’arrivo, togliendo le parole: una scogliera che sembra un fiordo, che fa entrare l’acqua nella sua baia lunga e stretta; dall’altra il paesino, ex villaggio di pescatori: poche case, poche barche, una spiaggetta. piccola. di sassi bianchi rotondi, grossi. Un mare cristallino dalle sfumature verdi e blu, che diventa bianco a pochi metri dalla riva. Un posto di poche parole, di pochi pensieri, di pochi fronzoli, che emerge tra montagne brulle, che svettano e risaltano nel cielo blu.
Un porto. Un punto d’arrivo dopo il deserto, e prima di altro deserto. Dove l’anima si posa e riposa.
Ho conosciuto questo luogo, sono rimasta poche ore, ma quelle poche mi hanno fatto pensare che se un giorno avessi bisogno di mettermi in pace col mondo, è qui che vorrei tornare
Una giornata a Gerolimenas
Limeni, una mezz’ora di strada pressoché deserta, qualche edificio a torre, un paesino o due, tra ulivi e monti aspri, che al tramonto, coi raggi del sole che rendono dorate le montagne spoglie, mi fa letteralmente impazzire Arriviamo da
Avvicinandosi a destinazione, la strada scende, e appare il mare, con un promontorio di roccia enorme che si scorge all’improvviso, cogliendo di sorpresa.
Arriviamo all’ingresso del paese, che non si mostra ancora, e parcheggiamo a fianco a una chiesetta: in questa zona le chiese di pietra sono piccole e davvero graziose
Il nostro boutique hotel è poco oltre, sulla strada verso il villaggio, che ancora non vediamo, in una torre ristrutturata: lo individuo prima di arrivare perché c’è un vicoletto col suo nome, ornato di fiori, da cui si vede mare
Entriamo alla Laoula guesthouse, che ho trovato per caso un giorno, dopo aver prenotato e disdetto altri 2 posti meravigliosi, come tutti in questa zona: avrei voluto andare ovunque, perché ogni posto credo che meritasse, per location o per le sue caratteristiche; ma questo a Gerolimenas era imperdibile, proprio nel villaggio, tappa che non volevo perdere, e sul mare
Aggeliki mi aveva prenotato la stanza deluxe Tersichori libera per quella notte, via mail, rispondendomi prontamente e con una gentilezza che mi aveva colpito.Ci conduce al nostro alloggio attraverso un corridoio con i muri di pietra: mi sento avvolta da un’energia pazzesca e mi sembra di entrare in un altro secolo, mi prende anche una grande emozione
Apre la porta della camera e..abbiamo di fronte a noi il paradiso! Il mare in una stanza!
La camera è bellissima, ampia, tutta in pietra e con particolari ricercati e di pregio
Ha una terrazza sul mare con vista sulla scogliera di fronte che è impagabile. Siamo davvero sull’acqua!
Dal lato opposto finalmente vediamo il paese e la piccola spiaggia cittadina, di ciottoli bianchi
Stesi sul letto possiamo vedere la TV e il mare.. ma che ce ne importa della tv, con tutta questa bellezza attorno!
Al mattino mi sveglio presto, con la scogliera di fronte, passo minuti, ore, a guardare il mare, a scrivere, a riempirmi gli occhi di tanta bellezza
Sotto la nostra camera, c’è una spiaggia rocciosa con gli scogli, ci sono sedie, lettini ed ombrelloni a disposizione, e un accesso in acqua per il bagno tramite una scaletta, in un mare verde brillante
I cani dei proprietari si divertono a saltare sugli scogli, e a giocare con una palla, a recuperarla dal mare, indubbiamente felici
Andiamo a visitare il paese: case, hotel e ristoranti sono tutti costruiti in pietra, con rarissime eccezioni. Ci sono parecchi turisti, soprattutto greci.
Arriviamo alla spiaggia. In genere non amo le spiagge non di sabbia, ma questa è impossibile non amarla, anche se di sassi, nonostante occorrano le scarpette per camminare senza avere fastidio
Facciamo un bagno, prima che il sole si sposti dietro la roccia e lasci la spiaggia in ombra, l’acqua diventa subito alta ma è una meraviglia!!
Nel piccolo porticciolo ci sono poche barche; sulla spiaggia affacciano bei locali, e da lì vediamo il nostro hotel sul mare, con la pietra caratteristica, che ormai è diventata dorata sotto il sole calante
Ci prepariamo per andare a visitare l’ultimo posto che ci è rimasto, Areopoli, e al ritorno troviamo la scogliera illuminata in alcuni punti, la luna che riflette sul mare nero, e una barca ormeggiata, sotto il cielo stellato… e quel mare con la sua voce dolcissima..🤩 Non stiamo sognando, è tutto vero, ci sentiamo un tutt’uno col mare! Ed è una sensazione bellissima!
La notte dormiamo con la porta finestra aperta (e la zanzariera chiusa), col rumore delle onde che ci culla.
L’indomani un’ottima colazione ci aspetta in una sala con un panorama strepitoso…anche quella sul mare!
Restiamo a goderci il più possibile questo posto che genera quiete, i suoi profumi, le sue luci. A me sorge anche l’idea che mi piacerebbe proprio condurre questo b&b, qui a Gerolimenas..nella lentezza, in pace col mondo!
Non proseguiamo oltre, nel Mani: magari potessimo avere più tempo, per vedere davvero cosa ci sia oltre il cartello che dice “Last gas station”!!!
E peccato anche non potersi fermare di più qui, a me piace da impazzire, si è capito! Ma purtroppo dobbiamo lasciare il Peloponneso per la nostra ultima tappa in Grecia: la città di Atene.
Gerolimenas resta uno dei ricordi più belli di questa vacanza nel Peloponneso!
Peloponneso, penisola del Mani: una Grecia straordinaria fuori dall’ordinario
In giro per il Peloponneso: AREOPOLI, torri e colori, GYTHIO e i polipi appesi
luglio 2023
tutti gli articoli sulla vacanza in Grecia
LIMENI: case in pietra banca, barche volanti e tartarughe
Limeni, nella penisola del Mani, in Peloponneso, appare dall’alto, scendendo i tornanti dai monti verso il mare.
Il panorama è bellissimo.
La piccolissima cittadina è il porto di Areopoli, che si trova all’interno, a 4 chilometri di distanza, e che visiteremo nel pomeriggio. Ha la caratteristica architettura del Mani, ovvero gli edifici sono a forma di torre, in pietra chiara.
Un’unica strada stretta a senso unico attraversa il villaggio.
Noi ci fermiamo prima dell’ingresso in paese, parcheggiando sulla strada, appena vista l’insenatura, con le case a torre in pietra bianca che affacciano su un mare dal colore blu, che sfuma in un verde brillante verso la riva.
Ci avviamo a piedi, sotto il sole cocente e accecante di luglio, che riflette su tutto quel bianco
Già alla prima curva verso la cittadina il panorama è spettacolare, con le poche barche ormeggiate che sembrano volare: in tanti si stanno godendo un bagno, nel primo tratto, dove, tramite una piattaforma di scogli, ci si può buttare in quel mare splendido. La cittadina raccoglie molti turisti.
Ai due lati della stretta strada, ristoranti, piccoli hotel e affittacamere fanno desiderare di restare, di fermarsi magari anche una notte, per godere a pieno di tanta bellezza
I colori dei fiori e dei serramenti risaltano regalando viste deliziose
Dopo aver percorso tutta la breve via del paese, non resistiamo ad un pranzo di pesce in una taverna sul mare: i polipi appesi a Gythio ci hanno solleticato parecchio
Nella taverna O’ Takis, c’è un pescatore seduto a bordo del mare che sta pulendo il pesce, a poca distanza dal nostro tavolo.
Questo attrae una delle tartarughe che risiede in forma stabile a Limeni, una carretta – carretta stupenda: non piccola eh.. bella grande!
Arriva volteggiando, tira fuori la sua testina, va e viene addentando i resti che il pescatore, compiaciuto dalla sua presenza e da quella dei turisti estasiati dalla vista, gli butta nel mare..
Sembrano proprio amici! … e all’arrivo di altri 2 esemplari suoi simili, la tartaruga si affretta a scacciarli, per difendere il suo territorio e il suo bottino
La scena è spettacolare, staremmo ore a guardare questa meraviglia della natura!
Ma terminato il nostro pranzo, dobbiamo partire verso la prossima meta, il posto dove passeremo la notte: un altro villaggio di pescatori, ancora più a sud, nel profondo Mani: Gerolimenas.
luglio 2023
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Peloponneso, penisola del Mani: una Grecia straordinaria fuori dall’ordinario
Durante la programmazione della vacanza ad Elafonisos, ho aggiunto una giornata dedicata ad un giro in Peloponneso.
Il Peloponneso non è cosi tanto meta di vacanze, direi che lo conosciamo più o meno tutti per aver studiato a scuola le vicende delle guerre tra Atene e Sparta, per il canale di Corinto, ed è anche la regione dove si trovano i conosciuti siti di Micene, Edpidauro, e la bella cittadina di Nauplia, che io ho già visitato durante un viaggio ad Atene molti anni fa.
Ma il Peloponneso si estende fin più a sud, e qui si suddivide, nella sua parte meridionale, in 3 ulteriori penisole, volgarmente denominate “dita” perchè hanno la forma di tre dita rovesciate, (indice, medio e anulare), chiamate rispettivamente Messenia, Mani e Laconia, dove si trova Sparta (in realtà c’è anche un quarto dito nella parte est, chiamato Argolide, dove si trovano Micene, Epidauro e Nauplia) .
La regione dell’isola di Elafonisos, nostra meta di mare che vogliamo raggiungere è la Laconia, e prima di arrivare ad Elafonisos c’è un’altra tappa giudicata imperdibile dai più, dove decidiamo di fermaci una giornata e una notte, il borgo di Monemvasia ad appena un’ora da Elafonisos
Al ritorno ho messo in programma di fare una deviazione e visitare le principali cittadine della penisola del Mani, il dito centrale: non che fossi attratta da questa zona, ma tutti ne parlavano benissimo, e nonostante non avesse il genere di spiagge e paesaggi che io preferisco, una strana attrazione mi pervadeva leggendo di questi territori aspri, selvaggi, tortuosi e deserti, dove le case erano di pietra e a forma di torre, le coste frastagliate, con piccoli porticcioli, e divenuti patria dei discendenti degli spartani: si diceva che il popolo maniota avesse mantenuto un grande spirito combattente, che non si fosse mai sottomesso ai dominatori del luogo, rimanendo indipendente e geloso della sua libertà
Forse riconosco qualche similitudine .. e da questa probabilmente ne subivo l’attrazione☺
Non mi sarei certo aspettata di essere travolta dalla bellezza caratteristica di questi paesaggi, fatti di monti brulli e deserti, radi paesini, scogliere a picco sul mare, ed insenature con minuscoli villaggi; dall’energia di questa asprezza, intervallata dalla vivacità dei fiori delle colorate bougamville e degli oleandri, dalle distese di ulivi; dal carattere selvaggio che trasmette integrità di questi territori; dalla particolarità e il fascino dello stile architettonico, le torri di pietra bianca, solitarie o in piccoli gruppi, che compaiono qua e là, ristrutturate o diroccate, abitazioni o strutture turistiche, risalenti al XVII secolo, che rendono unico il soggiorno. Le torri erano le fortezze della famiglie che si contendevano le poche terre coltivabili, e venivano prese d’attacco, con l’obiettivo di distruggerle per la supremazia, attraverso anche lo sterminio dei membri maschili
Nella mia ricerca dell’alloggio per l’unica notte che ci abbiamo trascorso, ho cambiato varie volta la struttura, con il dispiacere di non poter andare in ognuna di quelle individuate, ognuna con la sua particolarità
Mai avrei pensato che tali asprezze risuonassero con la mia anima; ma forse non è poi cosi strano: in mezzo a tanta asprezza, essenzialità, a queste rocce potenti che si uniscono al mare e lo delimitano, rendendo il posto unico, emerge un’infinita bellezza
Ecco questi posti meravigliosi
In giro per il Peloponneso: AREOPOLI, torri e colori, GYTHIO e i polipi appesi
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In giro per il Peloponneso: AREOPOLI, torri e colori, GYTHIO e i polipi appesi
Lasciamo Elafonisos e la regione della Laconia, nel Peloponneso, al mattino, per dirigerci verso la regione del Mani.
Il Mani è volgarmente definito come il dito medio del Peloponneso: pensando alla regione come formata da 3 dita, è quello centrale, ovvero la penisola in mezzo.
Ma prima di addentrarci in questo territorio particolare, passiamo da un paese molto caratteritico: Gytheio, Gythio, Gythion, o Giteo, – si trova scritto in tanti modi – un luogo sorprendente, e vediamo il perchè!
Gytheio
Gytheio significa “terra degli dei“: la cittadina portuale affaccia sul golfo di Laconia, e noi siamo incuriositi dal fatto che questo è il primo punto di mare vicino a Sparta, che dista 42 chilometri, e per questo in passato divenne il suo porto. E’ il luogo dove la leggenda narra che trascorsero la loro prima notte Elena e Paride, mentre stavano fuggendo da Menelao, prima di imbarcarsi per Troia.
La cittadina è costruita ad anfiteatro, ma noi non abbiamo tempo purtroppo di entrare nel centro e vediamo solo il suo lungomare: le case che vi si affacciano, i tanti locali, le taverne, le caffetterie, una bella piazzetta, il porto.. Ci fermiamo a bere qualcosa di fresco proprio sul mare
Poi finalmente ci appare l’immagine più famosa di Gytheo, che ho visto in parecchie foto, e che mi auguravo di vedere: una distesa di polipi, letteralmente stesi su un filo, sul molo, vicino alle barche!!
È uno spettacolo!!! I polpi vengono lasciati ad essiccare al sole per ore, prima di essere cucinati: ci rammarichiamo di non poterci fermare per assaggiarli, fanno una gran gola!
Dobbiamo riprendere il nostro viaggio, in direzione di Areopoli, la capitale della regione del Mani.
Lungo la strada, in lontananza, vediamo un relitto arenato sulla spiaggia: siamo a Valtaki, è la nave mercantile Dimitros, che è naufragata nel 1981 e non è mai stata rimossa, e fa una certa impressione.
Areopoli
Strade ed edifici tutti in pietra bianca, case a torre e vicoli di ciottoli
sedie che colorano il paese
lanterne e candele sui tavoli
vasi colorati e muri adornati
una chiesa con un alto campanile su una piazza
e una più piccola lungo la strada
tanti gatti, anche qui, come ovunque in Grecia
un’atmosfera incantevole…
Una Marzameni all’ennesima potenza: questa è Areopoli! Con la differenza che nella prima c’è solo una piazza così colorata e decorata, nella seconda è cosi tutto il paese. Che non è neanche tanto piccolo. Ma è stupefacente!
Ci arriviamo al tramonto, quando le pietre bianche degli edifici e delle strade diventano dorate, e i turisti iniziano ad occupare i tavoli delle belle taverne, cocktail bar e roof garden
L’impatto con tutti questi colori vivaci è forte, si resta a bocca aperta: sembra un paese bomboniera!
Anche qui, come negli altri 2 paesi che visiteremo, vi sono angoli trascurati, edifici decadenti o con lavori in corso, e un po’ dispiace perchè rovinano la magia
Areopoli è una cittadina di un migliaio di abitanti che si trova nell’entroterra, a 3 km dal mare e dal paesino di Limeni, che è il suo porto, e conserva tutte le caratteristica dell’area maniota.
Dicono che i manioti siano i diretti discendenti degli spartani, e che si rifugiarono in questi territori, difficilmente raggiungibili ed impervi, barricandosi nelle loro torri, dopo la sconfitta, ma che non si arresero mai ai dominatori. Tra i vari clan si sviluppavano lotte spietate per la conquista delle poche terre fertili. Popolo di ex guerrieri, pare che tutt’ora conservino un carattere schivo e burbero, ma .. io di questa regione subisco un fascino pazzesco!
E proprio da Areopoli il panorama cambia: curve tra montagne brulle, quasi prive di vegetazione, edifici a torre di pietra bianca, pochissimi centri abitati e a distanza di chilometri
Intanto noi ci godiamo l’imbrunire in paese, cerchiamo di infilarci in tutti i vicoli, visitiamo la chiesa principale, e poi ci concediamo una cena in un roof garden, prima che faccia buio, e il paese si illumini con le luci calde della sera
- Siamo già andati a prendere la nostra camera per la notte prima di arrivare qui, in un paese distante mezz’ora più a sud, trovando un paesaggio deserto ed ineguagliabile alla luce del tramonto. Il sole che illumina le aride montagne da una parte, e la vista, in alcuni tratti, delle scogliere a picco sul mare dall’altra, addentrandoci ancora di più nel profondo Mani.
Il paese si chiama Gerolimenas, e un cartello avvisa, prima dell’ingresso in una specie di fiordo nel mare, dell’ultima gas station della zona, cosa che mi fa pensare ai luoghi remoti degli Stati Uniti.. invece sono in Grecia, e stiamo per trascorrere la notte in un altro luogo magico che mi ha rubato il cuore
luglio 2023
torna per leggere il racconto di Gerolimenas e Limeni
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ELAFONISOS: colori caraibici nel mare della Grecia
Quest’anno niente Caraibi, niente Oceano indiano, niente amati tropici.. dovevamo stare più vicino. Ero quindi alla ricerca di un mare che fosse all’altezza.
In lista da un pò di tempo avevo la poco conosciuta, dai più, isola di Elafonisos, o Cervi, in Grecia, nella regione del Peloponneso.
In verità questa piccola isola di soli 20 kmq ha il 98% di turismo straniero composto da italiani, per cui anche se parlandone pare che nessuno la conosca, tra gli estimatori del bel mare è ben conosciuta!
E così abbiamo deciso di andare, per verificare se quanto sentito dire sul mare dai colori caraibici che la circonda, fosse vero oppure no.
Elafonisos per me
Alzarmi al mattino presto e godermi la mia vista mare, la natura e le temperature non ancora calde, con un libro o con i pensieri.
Stare sulla spiaggia in riva al mare, leggere, riposare la mente, tra un bagno e l’altro.
Aspettare il pranzo o la cena per gustare i prodotti e le prelibatezze della cucina greca in qualche taverna sul mare
Passeggiare sulla strada del porto, ammirando quei bei colori: il bianco delle case e il blu dei serramenti che spiccano, le sedie colorate dei ristoranti, le barche ormeggiate, la chiesetta solitaria sull’acqua, i tanti gatti che si aggirano ovunque; oppure nei vicoletti, per scoprire angoli deliziosi, o ahimé trasandati, perchè così è il villaggio di Elafonisos: all’interno, ha angoli molto pittoreschi ed altri disordinati, trascurati, con edifici diroccati.
Godere della diversa luce che illumina il paese nei vari momenti della giornata, da quella che fa risaltare il bianco, al mattino, a quella del tramonto che, girando l’angolo sulla punta, offre lo spettacolo del sole che si butta sul mare.
Percorrere quelle poche strade che attraversano l’isola con i panorami spettacolari che offrono: le colline aspre e brulle, gli ulivi, il mare che compare all’improvviso, o che affianca la via costiera.
La lentezza del trascorrere del tempo, che ti fa sminuzzare la bellezza per il poco da fare.
Gli attimi che passano, che ti fanno accorgere di vivere, e osservare accuratamente il mondo.
I pensieri che smettono di correre, anche loro, e possono spaziare, liberi, senza meta e senza senso, seguiti non inseguiti, banali, leggeri, influenzati dal senso del bene essere, bene stare.
Il fare che perde la sua predominanza, a vantaggio dell’essere, del sentire.
Le dune, gli isolotti nel mare, i promontori brulli.
Il tutto davanti a quel mare, con quei colori così belli, che non vedi l’ora che cambi l’orario per apprezzarne le sfumature, cercando di incamerare tanta bellezza. E così invitante, da tuffartici dentro per sentire anche l’acqua fresca sulla pelle.
Questa è Elafonisos per me.
Come arrivare ad Elafonisos
Arrivare ad Elafonisos non è molto agevole: per questo l’isola è meno battuta dal turismo che altre mete. Per sceglierla bisogna essere ben motivati!
Si può arrivare
-con un volo su Atene, e da lì si può noleggiare un auto: occorrono poi circa altre 5 ore, passando da Sparta, in parte tramite un’ autostrada a pedaggio, per giungere a destinazione. Le strade sono belle e anche i paesaggi che si attraversano.
-con un volo su Kalamata, e poi noleggio auto, ma i voli ci sono soltanto da Bergamo e durante la stagione estiva. Da qui l’isola si raggiunge in circa 3 ore.
-con un traghetto per Patrasso, andando con la propria auto: la traversata è comunque lunga e occorre poi lo stesso tempo, 5 ore, per arrivare all’imbarco per l’isola.
Noi siamo arrivati da Atene, dopo aver fatto una sosta a Corinto, ed esserci fermati una notte a Monemvasia.
Ci si imbarca in una cittadina che si chiama Pounta: non occorre prenotare il traghetto perchè partono ogni mezz’ora. Per cui, appena arrivati, facciamo il biglietto e ci fanno salire. Tempo 10 minuti e giungiamo al porticciolo, attraversando un mare verde meraviglioso, che già fa immaginare cosa ci aspetta
La prima cosa che si vede arrivando è la chiesetta di Santo Spiridone, che è su un isolotto nel mare, unito da un ponte all’isola, e che è davvero pittoresca
Attenzione a non confondere l’isola di Elafonisos con la spiaggia di Elafonissi, che è a Creta: dicono che sia anch’essa bellissima, ed è un malinteso in cui qualcuno incorre.
L’isola di Elafonisos: somiglianze
Il mare e le spiagge
Ebbene sì, posso confermare che il mare di Elafonisos può reggere il confronto con tanti altri bei mari che ho visto🤩
Sottolineo mari, non parlo di spiagge: non c’è qui il fascino delle spiagge di palme dei Caraibi (repubblica domenicana, cuba, bahamas ) o delle rocce delle Seychelles; non parlo di vita sottomarina che non è confrontabile con quella delle Maldive, tanto per fare qualche esempio. Il contesto è mediterraneo per cui simile a quelli delle meravigliose spiagge di Corsica, Sardegna o di Lampedusa; per certi aspetti ricorda anche Formentera.
Mi riferisco ai colori del mare, alla limpidezza cristallina: per questo Elafonisos raggiunge un livello altissimo
Per il resto, ogni posto è un mondo a sé, ed Elafonisos come tutti i posti, ha paesaggi ancora diversi e originali rispetto agli altri posti
I paesaggi
L’isola è in gran parte deserta fuori dal centro abitato, hotel e case sorgono qua e là e il paesaggio è tipico della macchia mediterranea: può assomigliare a quello della Sardegna, o delle Baleari, o della Puglia, essendoci parecchi alberi di ulivo, in alcune zone. Ci sono piante grasse e cicale, che cantano in continuazione, come in Sicilia.
Il villaggio di Elafonisos
Elafonisos ha solo una cittadina, che si chiama come l’isola stessa.
Avevo letto che fosse un villaggio un po’ anonimo, poco caratteristico, invece l’ho trovato molto grazioso e colorato, col porticciolo, le taverne sul mare, e l’incantevole chiesetta, affascinante sia di giorno che di sera
all’arrivo e alla partenza: è la prima ed ultima vista dell’isola
Le innumerevoli taverne sulla spiaggia o addirittura coi tavoli proprio sul bordo del mare, con le sedie colorate sono incantevoli
Essendo collocato sulla punta dell’isola, il villaggio ha una parte ad est, che al mattino è illuminato dal sole, quella del porto con le barche dei pescatori
poi, girato l’angolo della punta, di fronte alla chiesa, si passa al lato ovest, dove si può ammirare il tramonto
Nella cittadina ci sono diversi minimarket, una farmacia, molti locali fronte mare, dove è una meraviglia fare un aperitivo al tramonto o cenare la sera, o gustarsi un cocktail dopo cena
La strada principale viene chiusa al traffico, dalle 19.30, e dopo le 20.30 ci si può impiegare un pò di tempo a trovare parcheggio nei dintorni.
La passeggiata sulla strada del lungomare in paese si fa in una mezz’oretta. Merita inoltrarsi anche all’interno: nelle viuzze si trovano case tipiche bianche con i fiori e angoli più disordinati e lasciati andare, che è un peccato. Stop, non c’è altro.
Ah no, dimenticavo! come nel resto della Grecia ci sono tanti gatti!
Al porto addirittura c’è una cosa che non avevo mai visto altrove: un distributore, di quelli che vengono usati per le bibite o le merendine, dove si può acquistare cibo per gatti (e mi pare per cani), e ovviamente lì attorno se ne radunano a decine!
L’isola ha un altro piccolo centro abitato, Kato Nisi, con un minimarket, qualche casa sparsa, hotel e ristotanti, dove si trova la spiaggia di Panagia.
Le spiagge di Elafonisos
Chi viene ad Elafonisos viene per godersi il mare. Le spiagge dell’isola sono 4, ampie e sabbiose, e per chi ama gli scogli ci sono anche tratti rocciosi.
In generale la sabbia è ustionante nelle ore centrali, impossibile camminare senza ciabatte, ma sotto gli ombrelloni, anche in piena estate, non si patisce caldo.
Non ci sono bar o ristoranti direttamente sulle spiagge, restano dietro, prima che inizino le dune, e solitamente sono quelli che affittano gli ombrelloni e i lettini: due sono a piccola Simos, Cervi e Paradiso, due a grande Simos, Asimos, dove si arriva dalla stessa strada di piccola Simos, e il campeggio, che resta sulla strada principale; altri 2 sono a Kato Nisi. I ristoranti fanno anche il servizio di consegna del cibo in spiaggia, il famoso delivery, per cui si può ordinare dalla spiagge e mangiare sotto l’ombrellone senza spostarsi
Nei punti con spiaggia attrezzata c’è molto affollamento sia sulla spiaggia che in acqua, nelle ore centrali della giornata. Noi abbiamo scelto la soluzione di acquistare 2 spiaggine, mentre il nostro host ci ha prestato un ombrellone, e questa, oltre ad essere la soluzione più economica, l’abbiamo ritenuta per noi la migliore, perchè ci permetteva di cercare un posto con poca gente attorno.
Il prezzo di lettini ed ombrelloni, nelle poche file vicino al mare, 2 o 3 soltanto, si aggira sui 25/30 euro, che sembra tanto, ma se consideriamo che nello stesso periodo nelle ultime file a Marina di Ravenna il costo è di 27 euro, ci si può ricredere
La spiaggia di Simos
La spiaggia di Simos, è la più famosa: è formata da due mezzelune divise da un istmo, che collega un isolotto alla terraferma, ed è l’immagine ricorrente che si vede dell’isola. Le due baie hanno il nome di Paralia e Fragos, ma sono più conosciute come grande Simos e piccola Simos
Le spiagge sono circondate da dune alte fino 6 metri, che rendono il paesaggio incantevole e selvaggio
Grande Simos
Gli accessi per grande Simos sono 3: il primo si trova prendendo la strada che va verso piccola Simos, quando si arriva al parcheggio dell’Asimos bar; l’altro è nei pressi del campeggio, e ha un grande spazio per lasciare l’auto. Per entrambi occorre poi percorrere un tratto attraversando le dune per arrivare alla spiaggia. Il terzo accesso si trova proseguendo oltre il campeggio, verso l’estremità della spiaggia, dove, se ci sono posti liberi sulla strada per parcheggiare, si può accedere in modo comodo, tramite una scaletta.
La zona del campeggio è per i miei gusti è troppo affollata; tuttavia è molto grande per cui si possono trovare anche spazi, nella parte non attrezzata con ombrelloni e lettini, dove non c’è troppa gente. Nonostante le gradazioni di blu del mare, noi abbiamo preferito piccola Simos, che è un paradiso caraibico
Piccola Simos
A piccola Simos si arriva attraversando le dune e parcheggiando vicino ai 2 ristoranti presenti prima di queste, con una camminata di 5/6 minuti, un pò di più se si vuole raggiungere la parte per me più bella, quella prima dell’istmo davanti all’isolotto.
Il mare qui è una favola, basso per parecchi metri tanto da creare l’effetto laguna, con colori che variano ad ogni ora, e anche, non so per quale misterioso motivo, a seconda delle giornate
Fare il bagno è meraviglioso, l’acqua in luglio è molto calda e gradevole
Allungando lo sguardo oltre la baia, si vedono le gradazioni di colori blu e verdi di grande Simos.
La spiaggia ha due zone attrezzate con bei lettini di legno e ombrelloni di paglia, in corrispondenza dei ristoranti, che sono solitamente più affollate, mentre sulla spiaggia libera, a luglio abbiamo trovato meno gente, e al mattino, fino ad oltre le 11, spesso le persone si contavano sulle dita di una mano
Una bella torretta azzurra campeggia sulla spiaggia, sede del life guard, molto presente per controllare che i natanti non si avvicinino oltre il consentito
Alla sera il sole tramonta dietro le dune, ma a tarda ora
l’atmosfera è davvero incantevole
Elafonisos, non solo Simos beach: Panagia beach
Sebbene la particolarità e bellezza di Simos beach, e per me in particolare di little Simos, con la sua laguna e acqua azzurra, siano indiscutibili, la spiaggia di Kato Nisi, Panagia, mi ha lasciato senza parole, alla vista poco prima del mezzogiorno. E di bei mari direi di averne visti!😍. Neppure in foto rende la bellezza. Il mare è di un azzurro cristallino, e trasparente come un diamante
Panagia è molto comoda da raggiungere perchè rimane sulla strada, nonostante questa non si veda dalla spiaggia, coperta dalla vegetazione. Il punto più bello, a mio parere, è quello di fronte all’hotel Kalimera inn: tra l’altro è un tratto che abbiamo trovato sempre poco frequentato.
Qui il tramonto del sole è sul mare, tuttavia bisogna attendere fino alle 20.30./21.00 a luglio.
La piccola Lefki
Imboccando la strada per piccola Simos, si incontra dopo poco la spiaggia di Lefki. L’abbiamo vista frequentata soprattutto da famiglie con bambini, e quando siamo andati aveva un po’ di poseidonia, ma colori molto belli. Non ci siamo fermati perchè è davvero piccola e può risultare affollata, ma i colori del mare meritano assolutamente.
Dal nostro alloggio avevamo una gran bella vista proprio su questa baia
Kontigoni beach, la spiaggia cittadina
Kontigoni è la spiaggia cittadina, proprio sulla strada che costeggia il paese. Ha alcune aree attrezzate e altre dove affacciano ristoranti e bar, o dove questi hanno sedie e ombrelloni per aperitivi, cene e anche colazioni. Qui il tramonto offre viste meravigliose
Alloggiare a Elafonisos
Essendo l’isola così piccola non ha grande importanza dove si alloggia: si puo scegliere di stare in paese per godere di aperitivi, cene sul mare, passeggiate serali, senza doversi spostare la sera, e durante il giorno raggiungere le spiagge, oppure fuori dal paese, in zone più deserte e selvagge, vicino alle 2 spiagge di Simos, o a Kato Nisi, per essere più vicini a queste, e nella pace, e poi spostarsi per andare al villaggio, che richiede dai 5 ai 15 minuti, al bisogno.
Il mio suggerimento è di cercare un alloggio in prima linea vista mare se si vuole stare in paese, mentre se si decide di non alloggiare nel villaggio, per me è da preferire non stare in prossimità, ma spostarsi: la soluzione vicino al villaggio ma con necessità di prendere l’auto a me non sarebbe piaciuta.
Se dovessi consigliare un alloggio in paese, per location suggerirei il Pallas hotel, una piccola struttura vicina al porto, con balconi fronte mare in legno molto carini; oppure il Coralli rooms, dalla parte opposta verso la fine del paese, o, sempre in questa zona, l’hotel Elafonisos, che è proprio l’ultimo edificio del villaggio, direttamente sul mare.
Noi abbiamo deciso di alloggiare vicino a Simos, che vedevamo in lontananza dal nostro monolocale, e raggiungevano in pochi minuti di auto
La struttura dove siamo stati si chiama Domatia Me Thea, l’ho trovata navigando su gruppi Facebook e Tripadvisor, e ha, a mio parere, un’ottimo rapporto qualità prezzo (nei dintorni, sulla strada per Simos, non sono presenti molte strutture, è in corso la costruzione di altre unità abitative, e sono presenti al momento 2 hotel piuttosto costosi, i più vicini alla spiaggia, il Double beach e il Simos Mare).
Il Domatia Me Thea è una bella casa nuova con appartamenti monolocali con vista mare
I monolocali, con angolo cottura, sono arredati con gusto e con mobili di pregio, e dotati di tutto quello che può servire anche per cucinare.
Ho prenotato la struttura via mail dal sito, e Kostas, che vi abita con la moglie, persona gentilissima, discreta, disponibile e molto attento al cliente, e che cura il posto con passione, mi ha risposto prontamente facendomi la sua offerta
Il monolocale dove alloggiavamo è a livello del terreno, ma nonostante questo, dalla porta finestra potevamo vedere il mare
Forse per sua l’ubicazione, resta fresco anche dopo una calda giornata, spegnendo l’aria condizionata al mattino
Salendo qualche gradino avevamo a disposizione un bello spazio con tavolo, sedie ombrellone e un lettino, che abbiamo usato prevalentemente la sera, o io al mattino presto per godermi un pò di tempo in solitudine, guardando il mare
Per i momenti in cui la zona era esposta al sole, Kostas ha predisposto all’ombra un albero del giardino un altro tavolo con due sedie, dove noi solitamente facevamo colazione
La vista dall’alloggio è da una parte sulla spiaggia di Lefki
e in lontanza, dall’altra, su Simos beach
Gli appartamenti ai piani superiori hanno dei bei balconi vista mare.
Sul retro, un parcheggio sotto una tettoia consente di non lasciare l’auto sotto il sole.
L’unica cosa che stona nel contesto è un edificio in costruzione, che sembra abbandonato, proprio dietro la casa.
Volendo, in una decina di minuti si può raggiungere a piedi l’ingresso del campeggio per arrivare in spiaggia, ma noi siamo sempre andati con l’auto.
Con l’auto la spiaggia di Simos si raggiunge in 7-8 minuti, e il villaggio di Elafonisos e Kato Nisi in una quindicina di minuti.
Mangiare a Elafonisos
I prezzi nei market sono leggermente più alti rispetto all’Italia, si trova di tutto, -pure la pasta Barilla,- ma anche la loro pasta, che abbiamo provato, è buona. Frutta e verdura sono molto saporite.
Nelle taverne invece i prezzi sono un pò più bassi in confronto quelli che si trovano in Italia, nei principali luoghi di villeggiatura o città, (visti tutti gli aumenti che ci sono stati nel nostro paese, cui anche la Grecia è stata soggetta), per le porzioni offerte, molto abbondanti; soprattutto con le stesse cifre si mangia pesce, che da noi è più caro. Il costo medio di una cena per noi è stato di 45/50 euro in due, con 3 portate e birra.
I ristoranti che abbiamo provato per cena sono:
-Aronis, consigliato dal nostro host, alla fine del villaggio di Elafonisos, con i tavoli a bordo del mare e un tramonto stupendo davanti, dove abbiamo mangiato benissimo il pesce e moussaka (prenotando il giorno prima)
–Ourania, anche questo consigliato dall’host, dalla parte opposta all’inizio del porto, sempre sul mare, dove abbiamo mangiato praticamente attaccati alle barche, cibo ottimo ed estrema gentilezza: l’unica cosa è che il nome in greco è diverso, quindi non è stato facile individuarlo, ma si può riconoscere perchè ha sempre i tavoli pieni, a differenza degli altri (ci siamo fermati a prenotare al tramonto)
–The island of Panagia da Aleksandra: questo ristorante è consigliato da tutti, oltre che per il buon cibo, per la bella location, una terrazza vista mare sulla collina della zona di Kato Nisi, che al tramonto offre un panorama fantastico
-Gyrofolia, nel paese di Elafonisos, è una taverna dove mi sono voluta fermare una sera al tramonto perchè si mangia sulla spiaggia, coi piedi nella sabbia: si riconosce dalle sedie azzurro chiaro. Di particolare hanno il gyro pita, cioè il pane tipico greco, assomigliante alla piadina, riempito con carne alla griglia a scelta, qualità discreta e molto economico
-per l’aperitivo una sera ci siamo fermati da Antimamalo
anche questo è facilmente riconoscibile, proprio a bordo dell’acqua, spettacolare al tramonto: si entra da una porta sul mare!!
Per pranzo, quando non ci siamo portati qualcosa da mangiare sotto l’ombrellone, abbiamo sperimentato:
-il Cervi beach club, a piccola Simos, dal parcheggio poco prima della spiaggia, locale molto bello e moderno, quasi sempre deserto e con prezzi bassi
i loro souvalki di capra sono eccezionali!
– il Paradiso, che è a fianco, più economico ma meno bello e con un servizio un pò lento
– la Taverna Liminska, a Kato Nisi, di fronte alla spiaggia di Panagia, dove abbiamo mangiato ottime insalate greche e pesce
Tutti questi ristoranti effettuano anche servizio di delivery sulla spiaggia, per il mangiare e per il bere.
Quanto restare a Elafonisos
Per qualcuno l’isola può essere troppo piccola e con poche attrattive, per cui possono essere sufficienti 3 giorni, per vedere le spiagge e fare il solito giro lungo la strada principale del villaggio. Qualcuno dice che l’isola è poco caratteristica, che non si avverte la “grecità“.
Io dico che, per gli amanti del bel mare e della tranquillità, senza necessità di troppi stimoli, una settimana è il minimo.. io sarei rimasta anche di più!!
Benedetto Meltemi
Elafonisos è un isola soggetta al Meltemi, un vento che soffia nel mare Egeo, caldo e secco. Talvolta è stato benedizione per spezzare il caldo forte, che dal mattino presto durava fino a sera, a fine luglio. Noi, abituati a Fuerteventura, l’abbiamo gradito, ma a non tutti non disturba. A volte può essere talmente forte da impedire di tenere l’ombrellone aperto. Non ci è mai capitato, ma in qualche occasione abbiamo dovuto legarlo ad una pietra per impedire che volasse via (è opportuno per questo portarsi una corda o una sacca con corda)
Ovviamente nel caso tiri il vento, il mare si increspa un pò, e perde la trasparenza, ma potendosi spostare è facile riuscere a trovare una spiaggia più riparata. Una di questa dicono che sia la piccola baia di Lefki.
In assenza di vento, soprattutto nel villaggio, il caldo, anche la sera, può essere davvero pesante.
Nel nostro alloggio, fuori dal centro e vicino alla spiaggia di Simos, la temperatura di sera era sempre gradevole. Ma al mattino cominciava a far caldo presto.
Vacanza a Elafonisos: per chi è adatta
Una vacanza a Elafonisos non è per tutti.
L’isola è grande solo 20 km, ha solo 4 spiagge, ha un unico paesino con taverne e cocktail bar, non ha resort con spiaggia attrezzata, e non ha strutture direttamente sulla spiaggia. Ha belle strade panoramiche, poche, che si percorrono in una ventina di minuti.
Ad Elafonisos si va per fare vita da spiaggia, godere del mare, mangiare cibo greco, fare due passi la sera, sempre sulla stessa via
Si va per godere dei colori: i colori del mare, i colori del tramonto, i colori del villaggio, le case bianche con le finestre blu, e le sedie colorate
In conclusione
Elafonisos è adatta:
-a chi ama i mari con mille sfumature di blu o cerca un mare simile a quelli tropicali pur restando in Europa
-a chi ama passare le giornate in spiaggia a non far niente, a oziare, leggere o ascoltare musica sotto l’ombrellone, e fare bagni in mare
-a chi la sera non cerca divertimento ma si accontenta di una passeggiata al villaggio
-a chi ama mangiare bene, il cibo greco è sublime
-a chi non interessa se non è troppo comoda da raggiungere, anzi è contento di abbinare un bel tour in Peloponneso!
Io Elafonisos, l’ho adorata!!
luglio 2023
tutti gli articoli sulla Grecia
La felicità è desiderio di ripetizione?

Nei periodi bui, quando si è in fondo al pozzo, aggrapparsi al ricordo della felicità vissuta può essere la propria ancora di salvezza.
Se si è sperimentata la felicità, infatti, si vuole ripetere l’esperienza, andando quindi alla sua ricerca.
A volte è un appiglio e una motivazione per andare avanti, la sua ricerca, con la speranza di poterla ritrovare. Altre volte, quando dobbiamo attendere, – un periodo, un’evoluzione o che qualcosa si compia, – o di comprendere qualche cosa prima di avere di nuovo la nostra dose di felicità, può accadere che il cercarla diventi bramosia, che l’attesa diventi strazio, e che più si allontana quel momento felice, più si cada nello sconforto nella disperazione. Quella che sovviene quando si è trovato qualcosa che poi si è perduto.
La nostalgia diventa talmente dolorosa, da arrivare a credere che sia stata una maledizione persino il momento in cui si è stati felici.
È la dannazione della conoscenza: chi resta all’oscuro e non sa, non può bramare, desiderare.
Il desiderio talvolta è spontaneo, ma di frequente è presupposto della conoscenza, dell’avere provato ciò che genera l’esaudimento. Se non lo si fosse conosciuto, quel momento felice, non si avrebbe così tanto desiderio di riviverlo.
” la felicità è desiderio di ripetizione”
scriveva uno strepitoso Milan Kundera nel libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere” .. ma aggiungeva anche che
“.. il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l’uomo non può essere felice. perché appunto la felicità è desiderio di ripetizione.”
Ma davvero, quindi, non si può essere felici?
“L’unica cosa davvero importante è che abbiate nostalgia della felicità solo così vi verrà voglia di cercarla”
(dal film “Il primo giorno della mia vita”)
L’aver provato la felicità è auspicio di nuova felicità, o quanto meno motore.
La promessa di ritrovarla, alla realizzazione del desiderio, è una spinta potente.
Quando il ricordo di quella felicita si affievolisce, e il desiderio perde forza, vengono meno le motivazioni per cui lottare, stare al mondo, sperare in futuri momenti felici.
E talvolta resta solo la fuga: è nel futuro, immaginando futuri piani, nuovi scenari, che si può trovare la salvezza.
Desiderio è sentire che manca qualcosa ed essere motivati nel cercarla e nel trovarla.
Implica attesa, che può essere a volte lunga o dolorosa. Implica agire per arrivare ad esaudire il desiderio stesso. Perché il desiderio è la promessa di felicità, alla sua realizzazione. Torniamo all’assunto di Milan Kundera: la felicita è desiderio di ripetizione.
E allora però io voglio credere in un’altra teoria, quella dell’”Eterno Ritorno” di Friedrich Nietzsche, che sentenzia che ogni momento della nostra vita – un’azione, una frase, un pensiero – è destinato a tornare, e noi siamo destinati a riviverlo innumerevoli volte
«Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – … L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!
Secondo questa teoria, contrapposta a quella che dice che il tempo avanza in linea retta, il tempo ruota in circolo.
…perché se il passato si svolge eternamente ed è principio e fine, alfa e omega, allora non è altro che la ripetizione di ciò che accadrà, e il futuro eterno non ripropone che gli infiniti accadimenti già presenti nel passato. I due eterni fiumi del passato e del futuro confluiscono nella cascata senza fine dell’eterno ritorno
Quindi non c’è qualcosa che ci sfugge e che non è mai più raggiungibile, ma tutto è destinato a tornare (tanto il dolore, ahinoi!, ma anche il piacere!), realizzando il nostro desiderio di ripetizione delle cose belle che ci rendono felici.
Dando un senso ai ricordi dei bei momenti che ci teniamo stretti.
Dando un senso al sogno di un futuro.
Alimentando la fede che ci siano ancora momenti di felicità, in serbo per noi. Bei momenti che si ripetano.
giugno 2023
Milan Kundera 1 aprile 1929 – 11 luglio 2023
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MONEMVASIA: il Medioevo sul mare
Monemvasia è entrare da una porta ed approdare in un altro mondo, in un altra epoca, in un altro stato d’animo.
Lasciare fuori tutto, immergersi nell’atmosfera medievale, bizantina, ottomana, veneziana, che ti cattura; per i vicoli a piedi, o in un mare da favola, da una scaletta.
O salire, costeggiando le mura, per trovarsi davanti a un tramonto con vista dall’alto, che fa sognare di volare sopra a tutto, col sentimento di guardare a distanza quello che è stato. Con gratitudine per il bello, e sollievo per quel che di duro e difficile ci si lascia alle spalle. Il pensiero di un’altra giornata che se ne va, che diminuisce il nostro tempo, ma che si annovera tra i nostri ricordi più belli.
Il sole che si alza dal mare all’alba, a Monemvasia, sprigiona tutta l’energia della fiducia del giorno nuovo, e la speranza di nuova bellezza da poter apprezzare.
Monemvasia è passeggiare la mattina presto, d’estate, quando ancora il caldo non ti distrugge, per le sue vie armoniose e fiorite; è perdersi senza avere una meta, per trovare angoli da sogno; è passeggiare a fianco alle mura, sul bastione, e fino al faro, per ascoltare la voce forte del mare, e quello che fa risuonare dentro di te.
Monemvasia è un profumo così forte del mare, varcando il “portelo”, che inebria, e rende irresistibile immergersi nelle sue acque, per assaporare tutta la bellezza da dentro, col fresco che arriva sulla pelle, guardando la meraviglia che ti sta attorno.
Il borgo di Monemvasia
Arriviamo a Monemvasia dopo la prima sosta a Corinto in circa 3 ore.
Monemvasia è una suggestivo borgo fortificato, su un isolotto roccioso nel sud del Peloponneso, nella regione della Laconia. Staccatosi dalla terraferma, in seguito ad un terremoto, avvenuto attorno alla fine del 300 d.c., il borgo fu fondato nel V secolo d.c.
Questa sua caratteristica, in passato, l’ha resa una fortezza inespugnabile di grande valore strategico, un porto importante per i traffici commerciali, collegata a quel tempo solo da un ponte mobile in legno, da utilizzare quando necessario. Soltanto nel XX secolo è stata costruita una strada che unisce il borgo alla terraferma.
Altrimenti chiamata Malvasia, per il famoso vino, che sin dal passato veniva prodotto ed esportato, Monemvasia significa “unica entrata”; la sua unica via di accesso è attraverso una porta di pietra, che nasconde la cittadina alla vista, dove solo i pedoni possono accedere. Il kastro (castello), con le sue caratteristiche medievali, e i segni delle dominazioni che si sono nel tempo avvicendate, Bizantini, Ottomani,Veneziani, si sviluppa sul promontorio attaccato ad un costone, nella parte bassa, mentre i resti dell’antico borgo si trovano nella parte alta.
La citta bassa
Vicoletti e strade di ciottoli, scale, piazzette, chiese, e antiche abitazioni, molte delle quali sono state trasformate in strutture turistiche o negozi, scorci con porte colorate e fiori di bouganville ed oleandri, gatti ovunque che girano
e poi i panorami dai merli su un mare verde: questa è la città bassa e sembra di essere piombati indietro nel tempo e in una location degna di una favola, con il rumore del mare o del vento che fanno compagnia
Due deliziose piazze che guardano il mare, sorgono nella cittadina. Nella prima si arriva entrando nel paese, e seguendo il vicoletto centrale, dove ci sono negozi e ristoranti: è la piazza principale, dominata dalla cattedrale di Christos Elkomenos, col suo bel campanile, e il suo cannone al centro
La seconda si trova verso la fine del paese, è veramente grande, ed è adornata con palle di cannone messe in ordine sparso. Da qui si ha una vista superba sul mare e sulla città arroccata. A lato, una splendida chiesetta, la Chiesa Panagia Chrysafitissa, con forma rotondeggiante del periodo ottomano, domina il paesaggio
Noi è proprio su questa piazza che abbiamo alloggiato
Costeggiando i merli sul mare, si arriva al limite delle mura, che proseguono poi verso l’alto
Attraverso una porta scavata sulla pietra si giunge al faro.
Altre chiese ortodosse si trovano all’interno del paese. Addentrandosi nella parte sinistra del borgo, lungo le scale che si trovano in più punti, che sembra di entrare nelle case delle persone, si sale verso la città alta, e lungo il percorso a piedi, si può godere di viste strepitose
Anche l’accesso alla città alta avviene attraverso una porta, e di nuovo sembra di fare un salto nel tempo. Ancora una volta non possiamo vedere cosa ci attende: le rovine si trovano in mezzo ad una natura selvaggia, dove domina sulla cima della roccia, la meravigliosa chiesa bizantina di Agia Sofia
La nostra visita a Monemvasia
Arriviamo in un pomeriggio, col sole rovente di luglio, e ci fermiamo una notte nel borgo, perché ho letto che dormire nel kastro è un’esperienza indimenticabile,. E in effetti così è stato: ci si gode il tramonto e l’alba, il bagno con vista sul borgo, la cena in qualche bel locale, e la cittadina illuminata, e soprattutto si gode dei momenti in cui la maggior parte dei turisti se ne è andata
L’alloggio che avevo prenotato, Kellia Guesthouse, più che una guesthouse è un boutique hotel: è una tradizionale casa di pietra, sulla grande piazza che si apre sul mare alla fine del paese, di fronte alla chiesetta bianca di Panagia Chrysafitissa
La stanza che ci hanno assegnata è meravigliosa, mantiene l’atmosfera percepita camminando per le strade del borgo; ha una bella vista sul mare, ha particolari di arredamento originali e ricercati
L’ingresso è indipendente dal retro
In camera c’è una caraffa di Malvasia per noi, offerto come benvenuto, su un tavolo che è la base di una vecchia macchina da cucire. Anche i tavoli per la colazione sono fatti così, davvero originali!
Con il pernottamento ci offrono una degustazione di vini in una cantina sulla strada principale
La colazione del mattino successivo, sulla piazzetta, sotto l’ombra degli alberi, è un brunch per noi: salato, dolce, torte e marmellate fatte in casa, yogurt greco e frutta, tutto squisito, col magnifico panorama del mare e un delizioso venticello.
E vengo a sapere che proprio in una stanza di questo hotel è nato il più importante poeta greco del ventesimo secolo, Yannis Ristos
Che farmene delle stelle,
di questo vento leggero che mi accarezza la sera;
che farmene di una finestra spalancata sul mondo,
sull’orizzonte, se tu non ci sei?
Tutto ha una luce diversa se sei qui con me.
Tutto ha senso solo se posso raccontartelo.
Il Portelo
Non resistiamo a un bagno nel mare, che abbiamo visto dall’alto tra i merli del camminamento
Entriamo da una porta sulla scogliera, chiamata il “Portelo”, e ci arriva un profumo intensissimo di mare
Metto il mio salvagente, e mi butto nell’acqua fresca e cristallina dalla scaletta della scogliera. Guardare il paese da dentro il mare non ha prezzo!
Usciti dall’acqua si può fare una doccia sugli scogli, è tutto tremendamente bello: io sono senza parole
La città alta al tramonto
È quasi il tramonto: decidiamo di salire alla città alta, è il momento migliore per la tregua dal caldo. Il cammino è un pò impervio, i gradini sono scivolosi, sono opportune le scarpe da ginnastica (che abbiamo indossato), ma la salita, di una ventina di minuti, è molto piacevole, e il panorama dall’alto sulla cittadina e sul mare ripaga di tutto
I resti della città vecchia sono affascinanti, soprattutto con questi colori
Raggiungiamo sulla cima la chiesa bizantina di Agia Sofia
La vista da qui spazia tutto attorno allo sperone, e al tramonto è un incanto, le tonalità del cielo dal viola al rosso regalano uno spettacolo indimenticabile
Dopo la discesa andiamo a cena in un locale consigliato dal nostro host, che avevamo prenotato prima di salire, il ristorante To Kanoni, che è forse il terrazzo nella location più bella del borgo, con vista sulla piazza principale: qui mangio la mia prima moussaka, il saiti, caratteristico piatto della zona fatto di pasta sfoglia ripiena di spinaci e feta, e beviamo la birra Sparta, con la deliziosa compagnia di un gattino rosso che ci viene a trovare, mentre scende la sera
Alba a Monemvasia
L’indomani mi alzo presto per vedere il sole sorgere sul mare: lo spettacolo è grandioso, non solo per il sole che riflette sul mare e si alza, ma per tutto il contorno, per la luce che illumina la pietra, che accende le case del borgo
Esco da una porta scavata sulle mura
Prendo un sentiero che arriva al faro: la voce del mare qui è dirompente, un’energia rigenerante mi investe e mi nutre
Ritorno dalle mura, salgo le scale che le costeggiano
Guardo il panorama mozzafiato tra le case di pietra chiara, in questo posto incantato
E poi mi incammino scendendo verso il paese, perdendomi tra i vicoli
Ritorno per colazione, ci gustiamo le delizie che ci portano con la lentezza che si addice a un posto dove si deve assaporare ogni attimo
E questo è solo l’inizio, del nostro viaggio. In un posto sorprendentemente bello, nella regione della Laconia.
Un gran bell’inizio davvero: ho amato Monemvasia, è di una bellezza difficile da descrivere, e mi ha trasmesso emozioni bellissime.
Adesso ci aspetta un’ora di viaggio: nel pomeriggio arriveremo alla nostra meta principale, raggiungeremo la nostra isoletta dai colori caraibici, Elafonisos. Ed io non vedo l’ora.
Monemvasia: informazioni pratiche
Parcheggiare a Monemvasia
Il borgo è interamente pedonale e unito da una strada con la terraferma, che ha l’ultimo tratto in salita. Noi abbiamo avuto la fortuna di riuscire a parcheggiare sulla strada, oltre il ponte e vicino all’ingresso del borgo: un tentativo per vedere se si trova posto, può essere fatto.
In alternativa c’è unsi può lasciare l’auto al parcheggio prima del ponte, e prendere la navetta che porta all’ingresso, che si può attendere all’ombra; oppure si può fare la strada a piedi, ma questa opzione col caldo estivo, non la consiglio (quello della foto è il primo tratto, dopo inizia la salita).
Alloggiare a Monemvasia
Nonostante si possa dormire anche prima del ponte, fuori dal borgo, nella località di Gefyra, che offre un bel panorama dello sperone di Monemvasia, e a prezzi molto contenuti, per godere a pieno di tutta la magia del luogo, io consiglio di alloggiare dentro al castello, in una dimora storica, magari con balcone vista mare. Sono presenti piccoli hotel, vecchie dimore o guesthouse da tutti i prezzi, alcuni assolutamente non troppo alti per la location. Alcuni richiedono un soggiorno minimo di 2 o 3 notti nell’alta stagione, ma sotto data, accettano anche una sola notte. Inizialmente io avevo prenotato un alloggio a Gefyra per contenere i costi; poi mi sono lasciata tentare dall’idea di dormire dentro al castello e la spesa maggiore vale assolutamente la pena, è un esperienza che merita indubbiamente.
Consiglio il nostro alloggio Kellia Guesthouse per la fantastica posizione sull’ampia piazza e le belle camere, io ho prenotato direttamente sul loro sito e pagato all’arrivo
Oppure mi è sembrato molto bello l’hotel in alto nel paese, con una vista strepitosa, il Bastione Monemvasia (ma essendo in alto la strada da fare è parecchia).
Luglio 2023
Peloponneso, penisola del Mani: una Grecia straordinaria fuori dall’ordinario
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Il canale di CORINTO
Arrivati con un volo da Bologna ad Atene, la prima tappa in programma sulla strada per il Peloponneso è Corinto: volevamo vedere il famoso canale che consente di far risparmiare fino a 700 chilometri, mettendo in comunicazione il Mar Egeo con il Mar Ionio senza dover circumnavigare il Peloponneso, che così viene diviso dal resto della Grecia.
La grande opera di ingegneria è stata avviata in epoca romana dall’imperatore Nerone, ma addirittura fu ideata già nel XVII secolo a.c. , anche se è stata portata a termine solo nel 1893, in collaborazione con ingegneri francesi ed ungheresi.
Come arrivare
Per arrivare al canale di Corinto dall’aeroporto abbiamo preso l’autostrada A75, seguendo le indicazioni per Corinto, e dopo circa 80 chilometri siamo usciti a Loutraki. Si arriva al ponte metallico che attraversa il canale, quasi senza accorgersene: si può parcheggiare l’auto negli spazi previsti per andare a vedere il panorama sui 2 passaggi pedonali, ai due lati della carreggiata, che ne consentono la vista in tranquillità. Alle estremità del ponte si trovano l’ufficio del turismo e dei pannelli esplicativi, diversi chioschi di souvenir, dei ristoranti e i parcheggi.
Il canale
Il canale, è largo 23 metri e lungo 6 chilometri, e fanno impressione le sue pareti alte fino a90 metri di roccia, che fanno risaltare il blu del mare. La vista è davvero spettacolare dai due ponti pedonali che affiancano quello per i veicoli.
Attraverso uno dei ponti pedonali si può arrivare ad una postazioe per il bungee jumping.
Alle due estremità, a livello del mare, ci sono anche 2 ponti sommergibili, che consentono il passaggio ad auto e pedoni per attraversare il canale, e che hanno la particolarità di venire immersi nell’acqua quando devono passare delle navi. Non siamo andati a vederli perchè, al di là della genialità dell’opera, non mi pareva avessero grande attrattiva scenografica.
Anche altri ponti attraversano il canale, tra cui quello dell’autostrada e quello delle ferrovie.
Dal canale di Corinto passano soprattutto imbarcazioni turistiche e navi da crociera, e soltanto una alla volta: il passaggio è troppo stretto per le attuali navi cargo o mercantili.
Purtroppo il terreno franoso e la zona sismica ha causato talvolta l’esigenza di chiudere il canale.
In uno dei ristoranti passato il ponte, ci siamo fermati per nostro primo pranzo greco, a base di ottimi souvlaki e una birra Sparta.
Poi .. via! Dopo questa sosta che merita assolutamente, abbiamo proseguito verso la tappa successiva prevista, a 3 ore di auto, ovvero il borgo fortificato di Monemvasia, che si trova su un’isola rocciosa unita alla terraferma da un ponte, nella regione della Laconia, nel sud del Peloponneso.
luglio 2023
In giro per il Peloponneso: AREOPOLI, torri e colori, GYTHIO e i polipi appesi
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