Giordania
Un bagno nel Mar Morto in Giordania
Dal deserto del Wadi Rum si deve arrivare fino ad Aqaba, dove si ha la vista del golfo con il Mar Rosso, Israele e Arabia Saudita, per risalire verso il nord della Giordania, direzione Mar Morto, a 4 ore di distanza, la nostra ultima tappa, prima di ritornare verso casa.
Panorami diversissimi si avvicendano, tutti meravigliosi: rocce, deserto di sabbia, coltivazioni di palme, piccole cittadine, una sbirciata all’ancora chiuso Wadi Mujib, fino ad arrivare alla zona mineraria del Mar Morto, dove è d’obbligo una sosta per gustarsi il panorama del blu intenso dell’acqua orlata dalla spiaggia bianca del sale
Purtroppo non avevamo abbastanza tempo per fermarci.
Il Mar Morto, anche se definito mare dal nome, in realtà è un grande lago salato, nel punto più basso della terra, a 430 metri sotto il livello del mare
Come tutti i bacini, negli ultimi tempi ha sofferto del fenomeno del riscaldamento globale e le sue acque si stanno gradatamente ritirando.
Il suo alto grado di salinità non consente alcuna vita nelle sue acque, da qui il nome, ma fa sì che un corpo riesca a galleggiare completamente sull’acqua, esperienza che vogliamo fare. I sali e i minerali del Mar Morto sono conosciuti per le loro qualità terapeutiche, così come i famosi fanghi, che pare siano miracolosi per la pelle.. vuoi non provare a vedere se fanno il miracolo di farti diventare più giovane e bella?
Abbiamo quindi proseguito per alcuni chilometri con destinazione Hotel Ramada (che non mi è piaicuto molto)
Con un voucher d’ingresso, abbiamo usufruito di un pranzo a buffet, e della navetta per raggiungere la loro spiaggia, che è bruttarella: la sabbia è scura e l’acqua un pò torbida
Ma abbiamo fatto il famoso bagno nel Mar Morto e confermiamo che … si galleggia, ed è anche divertente. L’acqua però non è così calda come mi aspettavo
Il bagno non deve durare oltre i 20 minuti, e sulla spiaggia c’è a disposizione un pozzo con il fango .. fa un po’ senso affondare le mani nella fanghiglia nera vischiosa, ma io non ho resistito a spalmarmela dappertutto
come la maggior parte delle persone. che sembravano dei neri extraterrestri, mentre il marito si è divertito a guardare!
Dopo aver lasciato asciugare il fango sulla pelle, che diventa come quella di un elefante, ci si ributta in acqua per sciaquarsi e poi ci si lava sotto la doccia
Le nostre 3 ore sul Mar Morto passano veloci, dobbiamo prendere la via del ritorno verso l’aeroporto di Amman, ad un’ora di distanza. Peccato non fosse stato aperto il Wadi Muijb, un fiume, riserva naturale, dove fare canyoning.. apriva dopo pochi giorni, ma non avremmo comunque avuto tempo sufficiente.
Il nostro viaggio in Giordania purtroppo termina qui. Quattro giorni sono davvero pochi ma li abbiamo vissuti cosi’ intensamente, facendo tante cose e dormendo molto poco, che ci è sembrato che ne fossero trascorsi 15, di giorni.
Meglio poco che niente, è il mio motto, e la Giordania, in definitiva, è solo a 4 ore dall’Italia.
E io sono una che ama tornare nei posti in cui ho lasciato il cuore.
Per cui, il nostro è solo un arrivederci.
aprile 2023
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Il Wadi Rum: paesaggi mozzafiato del deserto della Giordania, e notte in una bubble tent
Addormentarsi e svegliarsi nel deserto del Wadi Rum è come immergersi in un altro mondo e nello stesso tempo nel proprio mondo.
Un mondo di silenzio, di colori, di sole, e aria sulla pelle. Di bellezza, che non può far altro che risvegliare la gioia infinita di essere su questa terra meravigliosa, e tanta gratitudine per ciò che si vive.
Siamo arrivati al deserto del Wadi Rum da Petra, passando per uno dei punti più alto della Giordania, 1600 mt., con l’infinito a perdita d’occhio
Avvicinandosi alla meta, il paesaggio già preannunciava il suo fascino.
Ci siamo fermati al Visitor Center per la registrazione, e dopo pochi chilometri siamo arrivati al punto d’incontro con Hassan che era venuto a prenderci per portarci al camp.
Siamo saliti sul pick up fuoristrada e abbiamo percorso una quarto d’ora scorazzando con l’auto su strada sabbiose. L’eccitazione aumentava
Siamo arrivati al camp, che è in punto meraviglioso: sotto una grande roccia rossa, ampia vista del deserto di sabbia, e sul fondo altri monti del deserto
Il Jamal Rum camp è formato da una grande tenda rettangolare, dove si mangia
una tenda più piccola, adornata con tappeti e con un focolare al centro, per ritrovarsi la sera dopo cena
alcune belle tende normali e delle tende bubble.
Alcuni gradevoli spazi comuni, un punto per accendere il fuoco, e un impianto con pannelli solari
Al nostro arrivo, ci ha accolto il simpatico Mohammed: i ragazzi del camp sono molto disponibili a soddisfare le richieste e lavorano sodo per organizzare tutto al meglio.
Io sono stata molto indecisa prima di partire riguardo l’opzione se stare in un campo semplice, con solo tende (ma non troppo spartane, assolutamente con bagno in camera, e con riscaldamento e aria condizionata – non volevo patire troppo freddo la notte o troppo caldo durante il giorno entrando nella tenda) oppure se fare l’esperienza della bubble tent.
Alla fine ha prevalso questa seconda opzione: ho pensato che difficilmente avrei potuto fare altrove l’esperienza di dormire in una bolla, e a un prezzo contenuto, nonostante il glamping sia molto diffuso ultimamente un pò ovunque.. ma questa è un’altra storia, siamo nel deserto, e, oramai, queste tende a cupola con la grande finestra sul cielo, sono diventate caratteristiche del Wadi Rum.
Dormire in una bubble tent nel deserto
Siamo entrati nella nostra bubble room ..ed era bellissima!!!
Molto spaziosa, l’aspetto ordinato con alcuni dettagli caratteristici, e il bagno dietro il letto
Quando abbiamo aperto le tende bluette si è presentato davanti un panorama pazzesco!
In dotazione in camera c’era solo un asciugamano grande, solo shampoo (ma chi non si prende un bagnoschiuma dall’hotel precedente!?) ma tanta carta igienica :); mancava il lenzuolo sopra, c’era solo una pesante coperta, ma il lenzuolo sotto e i cuscini erano ben puliti
“Siamo nel deserto”, avevo pensato, “e non deve essere facile avere l’acqua per lavare tutto”. Io a questo ero preparata e mi ero portata un telo leggero da usare come lenzuolino. La pulizia della stanza lasciava un pò a desiderare, ma eravamo in un posto magnifico, “Passo io uno straccetto per la polvere e via“, ho pensato! La bubble, prenotata attraverso il driver che avevo contattato, Ibrahim, aveva un ottimo prezzo rispetto ad altre, e rispetto a un glamping dalle nostre parti.. per cui, per noi nessun problema!
La bolla poggia su un pavimento in legno, e sul patio privato c’è un lettino prendisole e un magnifico dondolo, dove godersi il più grande spettacolo dopo il big bang!!!
Mi sembrava di essere approdata in paradiso! .. invece ero nella Valle della Luna, che è la traduzione di “Wadi Rum”.
Abbiamo tenuto aperte le tende della grande finestra tutta la notte, e al mattino, al sorgere del sole, ho visto la montagna di fronte illuminarsi e diventare dorata..
Davvero un’esperienza indimenticabile!
Il tour nel deserto
Dopo il pranzo nella tenda grande, alle 15 siamo partiti per il tour nel deserto con il pick up. Eravamo poche persone, suddivise in 3 macchine, e il cassone del pick up era solo per noi 2. Ci siamo arrotolati dei foulard alla testa per il vento, come fanno i beduini con la loro kefiah (rossa), messo gli occhiali, e siamo partiti!
Che meraviglia, il vento che arrivava sul viso e i paesaggi diversi che si avvicendavano! Rocce, montagne dalle forme strane, sabbia, rossa, gialla, archi, gole…
Ogni tanto si scorgeva un camp, o dei cammellieri
Questo deserto è un incanto!
La prima sosta l’abbiamo fatta in un punto dove c’era un alta duna di sabbia su cui siamo saliti, contornata da una grande roccia
Ci siamo fermati in un bar del deserto
dove ci hanno offerto un tè squisito: il tè nel deserto era diventato una realtà!!
Abbiamo proseguito e la sosta successiva è stata in un punto che, se non fossimo stati in Giordania, avrei detto che avremmo potuto essere nei grandi parchi americani
Abbiamo poi visto tutti i punti principali dell’area protetta: il fungo, dove accanto ad un chiosco i beduini giocavano a pallavolo :) sotto il sole
la casa di Lawrence d’Arabia, i resti di un edificio, originariamente costruito dai nabatei dove si narra che visse Lawrence nel periodo della rivolta araba
le grandi distese di sabbia: super eccitante scendere con il fuoristrada!!
i disegni rupestri
alcuni formazioni rocciose bellissime
i cammelli selvaggi
In certi momenti mi è venuto in mente il meraviglioso safari allo Tsavo in Kenya, un altro viaggio indimenticabile..
Io mi sono anche arrampicata sull’arco di roccia di Burdah, con grande incoscienza, 35 metri di altezza
A un certo punto, in un passaggio dove poteva passare solo una persona alla volta, che doveva scavalcare le altre, mi è preso il panico, volevo tornare indietro, ma una guida mi ha incitato, e ho proseguito. Ma di nuovo, a un passo dalla meta, quando dovevo arrivare all’ultima parte dove sotto c’e il vuoto, ho creduto di non farcela: la guida è venuta a tirarmi per le mani e ce l’ho fatta.. ma mai più!!!
Certo una volta lassù… che soddisfazione, e che spettacolo!!
Mio marito ha seguito dal basso l’impresa con ansia, contento quando sono arrivata giù sana e salva
Al ritorno le luci del tramonto rendevano tutto splendido
Per finire il nostro tour, ci hanno portato in un punto panoramico su una roccia ed abbiamo atteso lì il tramonto.
Cena nella tenda beduina del deserto
Al ritorno, per cena c’era lo zarb, ovvero il barbeque beduino: carne cucinata in un forno creato in una buca sotto la sabbia con la brace, messa a cuocere in un barbeque di acciaio a 3 piani, coperta e fatta arrostire lentamente
Molto scenografico il momento in cui scoprono la buca e tirano fuori il barbeque! La carne era squisita, e a seguire ci siamo gustati un tè nella tenda beduina davanti al fuoco
Alla notte il camp illuminato e le stelle sono bellissimi
L’escursione termica si fa sentire, come avevamo studiato nei libri di scuola: al nostro arrivo faceva un gran caldo, di notte all’aperto era un gran freddo!
Ma anche questa è l’esperienza fantastica del deserto!
Cammellata all’alba
La mattina ero in piedi prima della sveglia, non volevo perdermi neanche un momento.
Avevamo prenotato un giro in cammello all’alba, appuntamento poco dopo le 6
Tutti ben coperti, siamo saliti sui nostri cammelli: inutile dire quanto stupendi fossero i colori dell’alba e i riflessi del sole che sorgeva sulle rocce.. Un’ora bellissima su questi animali, che si fermavano a far colazione, a brucare e mangiare dove trovano erba e fiori
E dopo colazione è arrivato il momento di partire.. tappa successiva il Mar Morto, e poi il volo verso casa, ahinoi!
Io.. sarei rimasta ancora, in quel magnifico deserto.
A non fare nulla, solo ad ammirare la bellezza. Ad ascoltare il silenzio. Ad attendere il passare delle ore e l’avvicendarsi dei colori. Fino ancora al nero della notte e alla luce delle stelle, per rivivere tutto di nuovo.
A sentire che quel deserto, e quel cielo, erano il tetto e le pareti della mia casa, dove potevo quietare e riposare, con la testa sgombra da tutto..
Piena solo di quella immensità.
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Aprile 2023
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sul deserto
Giordania: da Amman a Jerash
Amman
Siamo arrivati ad Amman in serata.
Avevamo acquistato on line il Jordan pass e abbiamo passato i banchi per il rilascio del visto.
Ad attenderci all’aeroporto abbiamo trovato Ibrahim Ali, con cui ho preso accordi per organizzare il viaggio, e Mohammed che sarebbe stato il nostro driver fino a Petra.
Ci siamo fermati ad acquistare le Sim giordane ai banchi prima dell’uscita, e poi siamo stati accompagnati al nostro hotel, ad Amman downtown: ci siamo resi subito conto del traffico della città!
Ad Amman ho percepito subito un senso di famigliarità: ci sono i portici, come a Bologna, la nostra città!!
A parte questo, si respira un’aria molto mediorientale.
Siamo arrivati al Khan Khediwe hotel, e abbiamo salutato i nostri nuovi amici, dandoci l’appuntamento per l’indomani alle 8: il programma prevedeva la visita delle rovine di Jerash e poi la partenza per Petra.
L’hotel è molto carino, ha uno stile un po’ anni 30, e la stanza era davvero gradevole e caratteristica: ci siamo sentiti subito in Giordania!
L’avevo trovato per caso guardando sulle mappe di Google, e contattato via email, ottenendo un ottimo prezzo: era bastata la conferma, senza alcuna richiesta della carta di credito
Dall’hotel la vista era di una città che si sviluppa in modo in po’ disordinato, e in pendenza, con edifici a volte un po’… sgarrupati!
Ci siamo fermati pochi minuti in hotel, e siamo usciti per andare a cambiare i soldi e per la cena. E’ bastato fare pochi metri ed eravamo in centro, nella zona chiamata Al Balad, con strade molto vivaci, e in mezzo ai suq, tra luminarie, negozi e bancarelle, tantissima gente in giro: gran confusione e trambusto da rimanere disorientati ma in preda alla sorpresa! Da considerare che era periodo di Ramadan, ma fuori dagli orari del ritiro.
Abbiamo percepito subito l’atmosfera della città!
Trovato un ufficio per il cambio, abbiamo cercato un locale per cena, che avevo precedentemente individuato, e che era proprio lì vicino, di cui avevo sentito parlare bene: l’Hashem Restaurant
Non è un ristorante elegante, ma uno dei più antichi di Amman, famoso per i suoi felafel, e frequentato soprattutto dai giordani. Il locale è molto informale, ci sono tavolini sotto un portico e ne abbiamo trovato subito uno libero. Un cameriere è arrivato a mettere una tovaglia di plasticaccia trasparente e a darci la lista dei cibi su un foglio che dovevamo crociare, come alla festa dell’Unità🤣
Non abbiamo capito molto dal menù, abbiamo ordinato i famosi felafel, polpette di ceci e vegetali, l’hummus con carne, la fatteh, che è simile all’humms fatta con la farina di ceci, e il moutabel, che avevo letto essere crema di melanzane e yogurt: io non avevo mai assaggiato nulla di tutto ciò. Non riuscivamo a capire le quantità e così abbiamo aggiunto anche delle patatine, nel caso non ci piacesse nulla. Il cameriere ha ritirato il foglio dell’ordine e ci ha allungato letteralmente delle specie di piadine e della verdura tipo giardiniera In brevissimo tempo abbiamo avuto anche il resto del cibo.. tanto e buonissimo!
Ci siamo strafogati, e non siamo riusciti neanche a finire tutto.
Abbiamo girato poi per un dedalo di strade, ovunque colori, bancarelle, piccoli negozi con esposti abiti tradizionali, souvenir, vetrine con lampade, dolciumi, frutta secca, spezie, oro e preziosi, kefieh, i tradizionali foulard copricapo, che in Giordania sono bianchi e rossi, davvero di tutti..
Abbiamo salito ripide strade e siamo riscesi percorrendo vicoletti, dove vendevano merce per categorie, negozi di macchine per cucire, asse da stiro, filati, abiti da sposa, lingerie, ecc.
Abbiamo percorso le strade del centro, Rainbow street, dove, sarà stato per il Ramadan, o il tratto fatto, ma abbiamo trovato tutto chiuso; le vivaci la Al-Hashemi street, la Shaaban 9 street, Al Malek Faisal, Basman street; abbiamo visto la bella e particolare moschea Al Husseiny
Ci siamo poi diretti verso il teatro, che era molto vicino al nostro hotel.
Il teatro romano, enorme, che ospitava fino a 6000 persone, sorge su una grande piazza, dove molti ragazzi e bambini stavano giocando a pallone, nonostante fosse ormai buio, e tante persone stavano passeggiando
In passato era il Foro, e sono rimasti i bellissimi resti di colonne romane
Ovviamente il teatro era chiuso ma si può vedere completamente nella sua interezza.
Poche ore quindi, la sera, proprio un piccolo assaggio della capitale giordana: per mancanza di tempo abbiamo dovuto sacrificare la visita del resto della città, mi è dispiaciuto soprattutto non visitare la Cittadella ma spero di far capitare un’altra occasione!! L’essenza della città comunque l’abbiamo sentita tutta!
L’indomani la colazione ci è stata consegnata in camera poiché era il periodo del Ramadan: non era niente di speciale, ma non importa, eravamo troppo impazienti di andare a vedere le bellezze che già immaginavamo.
E ora, stava per cominciare davvero il nostro tour in Giordania!
Jerash
Jerash si trova a circa un’ora a nord di Amman. Appena fuori dalla capitale il paesaggio cambia radicalmente, ci siamo poi accorti in seguito di quanto siano vari i paesaggi della Giordania.
Abbiamo visto i primi cammelli brucare nell’erba, e abbiamo scoperto che il latte di cammella ha tantissime proprietà terapeutiche e viene usato anche in campo medico.
Siamo arrivati a Jerash quando al sito ancora non c’era tanta gente.
Jerash è conosciuta come la Pompei d’oriente, è un sito risalente all’epoca romana, I sec a.c, e nel III secolo d.c. fu al suo massimo splendore, mentre cominciò a decadere nel VII d.c. in seguito ad un forte terremoto
Lo stupore nel visitare questo sito è che è ottimamente conservato: non sono solo rovine, ci si può proprio rendere conto di com’era fatta la città. L’ottima conservazione dicono sia dovuta all’aria asciutta del deserto.
L’ingresso al sito è preceduto da una grande porta, l’Arco di Adriano alto 12 mt.
Vicino all’arco ci sono i resti delle mura e una successione di arcate.
Andando oltre si accede a quello che era l’ippodromo, che ospitava gare di atletica e corse con le bighe, e di fronte ci sono i resti di una chiesa, dove si possono vedere autentici mosaici sulla pavimentazione. Si prosegue fino ad arrivare all’entrata vera e propria, nella porta sud, anche se lo spettacolo è già iniziato🤩.
Con pochi passi e salendo sulla cima della collinetta a sinistra ci si trova nel tempio di Zeus
immenso, colonne enormi di 15 metri e rovine davvero maestose
Da questo punto si ha una vista strepitosa su tutto il grandioso foro romano
Ma è proprio a fianco, oltre il tempio tornando verso la discesa che si ha la sorpresa: varcando una porta, ignari di dove si arriverà, ci si trova dentro ad un meraviglioso teatro romano, nascosto alla vista, di incredibile fascino
Due musicisti con la cornamusa contribuiscono a creare l’atmosfera e a fare immaginare di essere ai tempi dei romani, li riporta anche la Lonely Planet! Davvero un momento magico!
Riprendendo la strada verso il centro città, fulcro delle attività sociali in epoca romana, si arriva nella grandissima piazza elittica
La piazza è delimitata da 56 colonne che si aprono al cardo, una lunga di strada 800 mt risalente al I sec d.c., che in alcune parti sul lastricato mostra ancora i solchi delle ruote dei mezzi che la percorrevano, e che termina con una parte colonnata meravigliosa
Il periodo primaverile con le fioriture esalta la bellezza di tutto il sito
Poco oltre la metà delineata dal decumano, la strada che tagliava perpendicolarmente la via principale, si trova quella che era una fontana ornamentale, il Ninfeo, con colonne corinzie e una vasca di granito rosa alla base
Sulla destra di trovano anche i resti di una cattedrale, e salendo la collina ci sono tantissime altre rovine, tra cui camminare con lo sguardo sorpreso, dove spicca tra gli altri il tempio di Artemide.
Alla visita al sito di Jerash abbiamo dedicato due ore e mezza, senza riuscire a vederlo completamente: sicuramente un’ora in più avrebbe permesso di vederlo tutto, ma dovevamo partire per la tappa successiva, Petra.
Un inizio alla grande, Jerash è davvero stupenda!
il racconto di Amman su Facebook
il racconto di Jerash su Facebook
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I paesaggi della Giordania
I paesaggi in Giordania sono sorprendenti, cambiano repentinamente, almeno in primavera, anche nel giro di pochi chilometri.
Il paesaggio fuori Amman, verso Jerash, assomiglia un po’ ai nostri della Sicilia e della Sardegna. In primavera il suolo è verde e fiorito, per diventare poi giallo e brullo, ci ha detto il nostro driver, in estate.
Alcune zone sono aride e desertiche, altre verdi attigendo dall’acqua sotteranea, che consente il proliferare di vegetazione, erba, alberi e fiori. In alcune zone particolarmente ventose, gli alberi crescono piegati, e l’energia del vento viene sfruttata con grandi pale eoliche.
Le montagne di Petra hanno una colorazione dai toni rosati, crema e marrone, e non solo, e forme morbide, che a volte ricordano la panna montata o i mash mellow
La città di Petra viene chiamata “città rosa” perchè il rosa è il colore prevalente della pietra e della sabbia, ma le sfumature di colore sono molteplici, da lasciare a bocca aperta, dal Siq, ai monumenti scolpiti, alle rocce, alla terra
Il vicino punto più alto della zona, 1600 mt, assume le tonalità del beige
I paesaggi del Wadi Araba, che si vedono lungo il cammino verso il monastero di Petra, regalano dall’alto panorami a perdita d’occhio, e danno l’idea dell‘infinito. Il silenzio del percorso interrotto solo dalla voce del vento, riempie l’anima di bellezza, e se anche sei solo, sai di non essere solo
Nel deserto si alternano i colori piu caldi del giallo, e del marrone e tutte le forme. Dai granelli di sabbia, alle parti sassose, fino alle rocce giganti, disegnate nel tempo dagli agenti atmosferici, talune in orizzontale altre e in verticale
Forme dolci e arrotondate, mai appuntite, canyon scavati tra le montagne, ponti ed archi naturali.
Colori intensi: sabbia rossa, gialla, formazioni rocciose marroni beige rosse ruggine, che si tingono di oro o di rame al tramonto e all’alba.
I paesaggi del deserto ti stregano.
Verso Aqaba il paesaggio di nuovo cambia, una strada in mezzo a monti color champagne si apre sul golfo e sul mare.
La strada torna pianeggiante e poi attraversa un deserto di sabbia, talvolta popolato da cammelli.
E di nuovo la roccia, chiara, ricca di minerali, poi orlata da un’acqua azzurro, intenso che contrasta con i bianchi cristalli di sale nel Mar Morto, il punto più basso della terra
Poi un tratto dove l’acqua si ferma e diventa uno specchio riflettente perfettamente le sagome sulla riva.
E la sabbia si fa poi più grossa e scura, dove è possibile cospargersi di fango nero e divertirsi a galleggiare nel grande lago salato
Una grande varietà, sorpresa e stupore ad ogni vista: impossibile non restare affascinati, ammaliati, avvolti e toccati da tanta bellezza.
Aprile 2023
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I colori di Petra
A Petra ci arrivi dopo un lungo percorso attraverso una una gola avvolgente, il Siq, con striature sfumate che tolgono il fiato
O con un tragitto che sale e che scende, su alture che regalano viste di rara bellezza, dove l’occhio si perde nell’infinito, fino al Monastero.
Qui la voce del vento, quando si fa sentire, ha un suono che pare musica. Ma anche il silenzio ha un suono, che vibra con l’anima, mentre trepidante di attesa e curioso percorri la via.
Qui, lungo il percorso, e nella città, si odono i ragli striduli dei muli, i belati delle capre che si chiamano, lo strano borbottare talvolta dei cammelli, e gli zoccoli dei muli, con cui i beduini si muovono in città, o per salire irti sentieri
I cani fanno compagnia agli altri animali, o dormono in strada, in una grotta all’ombra, o in un monumento, mentre i tanti gatti coccolano i turisti
Qui la storia ti cattura pian piano, e con l’ingresso nella città fai un salto nel tempo, e puoi immaginare di vite passate
Ti trovi in uno spazio protetto dal resto del mondo, che lasci alle spalle, e i pensieri piccoli o quotidiani non esistono più, completamente assorbito da una mondo così lontano, sconosciuto fino ad ora, che ti avvolge, insieme agli occhi neri e profondi dei beduini, popolo gentile, ed erede del tempo che fu, che popola e protegge quel luogo prezioso.
Ma quello che più mi ha colpito di Petra, ancora più delle opere immense dell’uomo di duemila anni fa, della storia di una città rimasta nascosta e protetta per un lunghissimo periodo, sono stati i colori
L’opera di una natura grandiosa e del tempo, che come un pittore ha dipinto le rocce arenarie, quelle che si vedono lungo il percorso, o che sono diventate monumenti, case, tombe, o rimaste semplici sassi, quadri lì esposti per essere ammirati.
Colori che cambiano col passare delle ore, rosa, rosso, beige, giallo, ocra, senape, champagne, sabbia, marrone, nero; che diventano dorato, rame, ruggine, col sole del mattino o del tramonto
striature, righe, curve, su rocce morbide, ruvide, dolci, rotonde, o con forme strane
Colori che riempiono gli occhi, il cuore.. e la mente, di ricordi che resteranno per sempre, a baluardo di una bellezza ammirata, inebriante, e difficile da immaginare e da descrivere.
Aprile 2023
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Visitando Petra: il mio itinerario
Da quanto tempo sognavo di vedere Petra, città antica nel deserto giordano e proclamata patrimonio Unesco! E finalmente il momento è arrivato, nel mese di aprile del 2023
Petra: breve storia
Petra, da “pietra”, perchè la città è stata scavata nella pietra da un popolo nomade del deserto proveniente dall’Arabia, i Nabatei. Che non solo erano commercianti e mercanti, ma si sono dimostrati anche architetti, scultori, esperti di ingegneria idraulica, in grado appunto di scolpire nella roccia arenaria, nel I secolo a.c. un’intera città, monumenti e tombe, e di costruire un sistema idraulico composto da tunnel, canali, dighe, che portasse l’acqua nella città, e cisterne per farne scorta.
In pratica hanno trasformato una zona del deserto in un oasi dove, nel suo massimo splendore, vivevano fino a 30000 persone. Petra diventò un importante punto di passaggio per i traffici commerciali: le carovane con merci provenienti dal medio oriente, si fermavano per rifornimento e riposo a Little Petra per poi proseguire verso la città. Fu poi conquistata e annessa all’impero Romano; il suo declino iniziò con un devastante terremoto e il cambio delle rotte delle merci: rimase terra dei beduini, nascosta tra i monti e le rocce, e protetta da una gola lunga 1,2 chilometri, per centinaia di anni
Solo nel 1812, un avventuriero svizzero, J. Burckhardt, travestito da arabo, riuscì a convincere un beduino a condurlo a Petra, e fu allora che venne riscoperta la città nascosta.
Petra è conosciuta anche come la città rosa, per il colore delle sue rocce: in verità le rocce arenarie hanno una varietà di colori tale da sembrare che siano state dipinte!!
Visitando Petra
Il sito archeologico di Petra
Dopo avere effettuato l’accesso dal Visitor Center, inizia un sentiero
si cominciano a vedere le prime tombe costruite nella roccia,
la Casa dello Spirito e la tomba dell’Obelisco, e ancora non si è entrati nella gola.
Occorre camminare per circa 20 minuti, per arrivare all’ingresso del Siq,
un canyon dai colori meravigliosi, alto 100 metri e lungo 1,2 chilometri
Il Siq è stato scavato nel tempo dall’acqua, e in alcuni punti si allarga e in altri si restringe
Fino ad arrivare al punto in cui, da una stretta fessura, dopo circa 40 minuti di cammino, si intravede quello che è chiamato il Tesoro, Al Khazneh
La vista del Tesoro è qualcosa di stupefacente: io sarei rimasta ore a rimirarlo (e in effetti così è stato :) ).
Dal Tesoro la città si apre e si estende per oltre circa 4 chilometri, fino al Monastero, che si trova nel punto più alto, e si raggiunge percorrendo 800 faticosi gradini
Ma noi, il primo giorno, non siamo partiti da qui.
Tips: i biglietti per Petra vanno ritirati col Jordan Pass e passaporto non all’ingresso del sito, ma al ticket office, appena oltre l’entrata.
La back way
Dopo aver dormito la prima notte a Petra, abbiamo iniziato la nostra visita alle 6.45: il sito apre alle 6, ma nel nostro hotel la colazione veniva servita dalle 6.30.
Per non dover fare gli 800 gradini in salita verso il Monastero, abbiamo deciso di non fare il percorso dal main trail ma di entrare dalla back way: abbiamo preso lo shuttle gratuito dal visitor center (che parte dalle 7.30), e che porta a Little Petra; da lì una camionetta, per 6 jod a testa (questa parte si puo’ fare anche a piedi ma si allunga parecchio), con un percorso di 20 minuti, davvero molto bello, ci ha lasciato all’inizio del trekking – MERAVIGLIOSO – di circa 1 ora, per il Monastero
Siamo saliti, e abbiamo visto panorami bellissimi sul Wadi Araba
Durante il cammino mi sono ritrovata più volte a ringraziare Dio per tanta bellezza
Questo percorso non è tanto più corto ma consente
-di non dover fare avanti e indietro per la stessa strada, verso il Monastero e ritorno al posto di partenza
-di fare una salita meno faticosa, più in ombra, quando ancora non si è troppo stanchi e il sole non è ancora a picco
Il Monastero
Dopo circa 1 ora, siamo arrivati al Monastero, e io ero felicissima!
Il Monastero (Al Deir) è il monumento più grande di Petra, ancora di più del famoso Tesoro
Costruito nel III sec. a.c., è stato anch’esso una tomba nabatea, e in seguito è stato adibito a chiesa, Lo abbiamo rimirato in lungo e in largo e ovviamente abbiamo fatto delle foto, senza però salire ai view ponts, davvero in alto, per tenere le energie per il resto della giornata
Ci siamo fermati al bar dentro la grotta situata proprio davanti al monumento, rilassandoci dopo aver percorso questo tratto, e gustandoci un tè alla menta, prima di riprendere la strada in discesa, in compagnia di uno dei tanti simpatici gattini che incontreremo anche dopo in città. Abbiamo voluto prendercela con calma, perchè sapevamo che la giornata sarebbe stata lunga e faticosa
La discesa dal Monastero verso la città e il Tesoro
Con calma abbiamo iniziato la discesa, durante la quale abbiamo incontrato persone che salivano con grande affanno,tutti rossi in viso e la lingua fuori (il caldo si fa già sentire): i gradini sono tanti, ma soprattutto il terreno è sconnesso e sotto il sole
Altri salivano con i muli, cosa a mio avviso molto pericolosa, poichè, se si dovesse sfortunatamente cadere mentre l’animale si inerpica nei sentieri rocciosi in salita, non oso immaginare cosa potrebbe succedere
Ringrazio di aver fatto la scelta di percorrere la back way, anche perché salendo stremati o impauriti, non si riuscirebbe a godere dello spettacolo che la natura offre, tra le formazioni rocciose, i colori, le opere umane e i paesaggi
(per chi entra invece dal Siq il mio consiglio è di andare direttamente all’inizio del sentiero del Monastero attraversando tutta la città, per non arrivare nelle ore più calde a fare la salita, cosa però che credo sia molto difficile perchè è impossibile non fermarsi ad ammirare e fotografare il Siq e il Tesoro che al mattino è illuminato)
La discesa dura circa 40 minuti/1 ora, con panorami dall’alto davvero straordinari e la sensazione di essere sul tetto del mondo. Lungo la via, una piccola deviazione porta al Triclinio dei Leoni, che ha una inconsueta fessura a forma di serratura scolpita nella roccia
Su molte pareti si possono vedere delle tombe.
Arrivati sul fondo del sentiero, si trovano 2 ristoranti, il Basin, a self service, e il ristorante Nabateo, e un chiosco take away, con ampi spazi all’ombra per mangiare. Noi ci siamo fermati al chiosco, a fianco al ristorante Nabateo
Abbiamo ripreso il cammino e visitato la città seguendo il percorso principale a ritroso, e abbiamo visto in sequenza:
*il palazzo della ragazza, o Castello della figlia del Faraone, Qsar Al Bint, luogo di culto delle divinità nabatee, uno dei pochi non scavato nella roccia
*il grande tempio, un complesso enorme con grandi colonne e scalinate
*la strada delle colonne, la via più importante della città antica e del periodo romano, di cui restano poche delle originarie colonne, e dove si trova anche il ninfeo, i resti di una fontana, sotto un grande grande albero di pistacchio di 450 anni
*le tombe reali, raggiunte da una strada in salita piuttosto faticosa sotto il sole, che sembrano palazzi, con le facciate di roccia dalle innumerevoli striature, meravigliose, ed enormi camere funerarie, che in caso di necessità danno anche un po’ di tregua dal caldo
*il teatro nabateo, l’unico al mondo scavato nella roccia
*la strada delle facciate, con tombe scavate nelle pareti della roccia
*il Tesoro, (Al Khazna), il monumento più conosciuto di Petra
Alto 40 metri, con colonne e capitelli corinzi, il Tesoro è così chiamato in seguito ad una leggenda legata ad un faraone egiziano che pare nella fuga avesse nascosto qui il suo tesoro. In realtà il Tesoro era un mausoleo, con le tombe dei famigliari del re che diede il massimo splendore alla città. E’ stato costruito dall’alto in basso, lavorando la roccia con martello e scalpello, dai nabatei, nel I secolo a.c.
*l’Altura del Sacrificio, un trekking fenomenale e per me imperdibile di circa 1 ora
Il sentiero porta in un punto dove venivano fatti sacrifici e cerimonie religiose: sono riconoscibili sulla pietra i canali di scolo che servivano per far defluire il sangue degli animali sacrificati
Siamo saliti al tramonto, quando il sole faceva meno caldo, ed è stato uno stupendo coronamento della visita, perché da lì si può ammirare dall’alto tutta la città, e il percorso fatto, con panorami da urlo
Prendento un sentiero laterale si arriva ad un view point spettacolare, dove c’è una tenda beduina con tanto di souvenir e bevande. Durante il percorso abbiamo incontrato solo 3 o 4 persone
Scendendo abbiamo potuto ammirare i riflessi del sole che tingevano la città del colore dell’oro
*Petra by night (che si tiene il lunedì mercoledì e giovedì, dalle 20.30 alle 22.30)
Essendo una delle serate dello spettacolo, non siamo usciti alla chiusura del sito, ma abbiamo atteso al bar di fronte al Tesoro (che ha solo bevande e snack, per cui nel caso meglio procurarsi qualcosa da mangiare), assistendo anche a tutta la preparazione dello spazio, e mantenendo i posti migliori per la visione, per non dover rifare l’ora di strada in andata e ritorno e trovarsi in mezzo alla calca rientrando. Assieme a noi, attendevamo dei simpatici gattini e pochissimi altri turisti!
Lo spettacolo di musica di per sè non merita, e questo lo avevo letto un pò ovunque, ma merita assolutamente l’atmosfera del sito di notte, e vedere il Tesoro illuminato da centinaia di fiaccole che vengono accese, e da luci colorate
Un addetto passa a vendere i biglietti ai turisti rimasti dentro, non sono compresi nel Jordan Pass e costano 17 jod
Praticamente quel giorno siamo rimasti dentro al sito 14 ore (+ 2 per raggiungerlo), ci siamo fermati più volte per un tè alla menta o una limonata con menta (bevanda buonissima) nei frequenti punti di ristoro, prendendocela comoda e guardando anche le bancarelle di artigianato dei beduini
L’ingresso dal Siq
Il giorno successivo alle 6.45 siamo entrati di nuovo nel sito, questa volta dall’ingresso principale, per percorrere il Siq (20 minuti), godere di questa meravigliosa gola e arrivare al Tesoro (40 minuti), per vederlo spuntare alla fine del Siq e illuminato dal sole, prima che torni in ombra, dopo poco
L’orario era perfetto, in alcuni momenti eravamo da soli lungo il Siq, e anche davanti al Tesoro c’erano poche persone, i beduini e i cammelli
Siamo saliti sul panorama più vicino, a destra del Tesoro, proposto da una guida beduina, un ragazzo che assieme ad altre 25 famiglie abita nelle grotte di Petra
Ci siamo arrampicati sulle rocce per 5 minuti, col suo aiuto, trattando il prezzo a 6 jod a testa
La vista del Tesoro dall’alto è bellissima, ci si può rilassare un attimo, dopo l’arrampicata e gustare un delizioso tè alla menta, preparato dal beduino custode del luogo
ci siamo anche concessi un momento di relax
I beduini sono ben organizzati per proporre il punto panoramico su cui salire, mostrano le foto, danno il tempo di percorrenza e il prezzo, che è ovviamente da trattare
Tips: Per le informazioni su Petra ho trovato ottime dritte sul blog di un’italiana che ha sposato un beduino e vive nella città, si chiama Cristina Cori, fa anche la guida e ha un gruppo Facebook che si chiama Amici della Giordania.
Little Petra
A pochi chilometri da Petra si trova Little Petra,
Noi ci siamo fermati il pomeriggio prima di arrivare a Wadi Musa, il paese dove si trova Petra: le formazioni rocciose, dolci, dorate e color champagne introducono già a quello che sono i paesaggi dell’area. Visitare piccola Petra è stato un anticipo della meraviglia che avremmo visto il giorno successivo
Lungo la strada panoramica per arrivare, il nostro driver, Mohammed Hussein, una splendida persona, ha fermato la sua auto, e sul cofano ha improvvisato un eccellente pranzo per noi, con il miglior pane giordano di tutto il viaggio, che ho scoperto poi chiamarsi manaqish: una focaccia simile alla pinsa romana, calda, acquistata in una bakery sulla via, da intingere prima nell’olio di oliva e poi in un miscuglio di spezie, grosse olive, un ottimo formaggio e delle piccole melanzare ripiene preparate dalla moglie, buonissime. Abbiamo poi visto in seguito che ogni ristorante come antipasto porta del pane arabo, una specie di piadina, e questo misto di spezie, che possono essere timo, origano, sesamo, sale, che si chiama Za’hatar, da mangiare nel modo che ci ha mostrato Mohammed.
Un momento di condivisione davvero bello, con un panorama pazzesco, che non dimenticheremo, e di cui siamo molto grati
Piccola Petra era un luogo di rifornimento e ristoro per le carovane dirette a Petra
L’ingresso avviene attraverso una breve gola, o un Siq in piccolo, dopo la quale si trova un monumento scolpito nella roccia, una tomba, che è un piccolo Tesoro, simile a quello di Petra.
Proseguendo, si possono ammirare altre grotte scavate nella roccia e formazioni bellissime. Già a questa vista io ero impazzita di entusiasmo!
Il sito termina con un piccolo mercatino ed una scala
Al ritorno dal nostro percorso ci siamo fermati in uno dei posti che più mi sono piaciuti della vacanza: all’interno di una grande grotta, adornata di tappeti, dove un bellissimo beduino ci ha preparato uno squisito tè e un caffè preparato in maniera tradizionale, e dove un gattino si è sdraiato con noi, offrendoci la sua compagnia: un momento davvero magico!
All’uscita dal sito, Mohammed ci ha mostrato, entrando da una porta in una parete di roccia, un ipogeo, profondissimo, scavato dai Nabatei con martello e scalpello, adibito a cisterna per raccogliere l’acqua
La visita a Little Petra è stato il nostro primo contatto con la civilta nabatea, la prima grande emozione, che ci ha caricato di entusiasmo e di curiosità per quello che avremo visto il giorno successivo, e vale assolutamente la pena fermarsi e dedicarle un po’ di tempo, assaporando lentamente l’energia del posto
Petra è un sito straordinario, ci si sente davvero catapultati in un’altra epoca e in un altro mondo; mi hanno impressionato oltre la storia e i monumenti, i colori delle rocce: la natura qui si è meravigliosamente sbizzarrita!
Cerco di descrivere qui colori ed emozioni
Alloggio a Petra:
2 notti, hotel La Maison prenotato da Agoda (che aveva il prezzo più basso) € 138 doppia per 2 notti con colazione.
Bell’hotel esternamente, bella reception, sala colazione; camere con qualcosa da sistemare (tipo il bagno), ma comodo essendo vicino al visitor center che è l’ingresso di Petra
Cena: My mom’s receipe, ristorante bellissimo e in stile, terrazzo all’ultimo piano, cibo ottimo
Alle 10 del secondo giorno per noi era giunta l’ora di lasciare Petra ed raggiungere la tappa successiva: il desero del Wadi Rum!
le cose che ho amato di Petra su Facebook
il racconto di Little Petra su Facebook
il racconto di Petra giorno 1 ingresso dalla back way su Facebook
il racconto di Petra by night su Facebook
il racconto di Petra giorno 2 ingresso dal Siq su Facebook
aprile 2023
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Organizzare un viaggio fai da te in Giordania è possibile.
Come sempre l’organizzazione richiede impegno e dedizione, ma le energie spese si possono poi trasformare in meritate soddisfazioni perchè il paese merita davvero di essere visitato.
E ha il vantaggio di essere a sole 4 ore di volo dall’Italia.
10 Passi per organizzare un viaggio in Giordania
Ecco il mio personale elenco delle cose da fare per organizzare un viaggio di 4 giorni in Giordania:
1-trovare un volo
2-leggere racconti di viaggio, blog, guide e studiare un itinerario
3-contattare un driver o prenotare un auto
4-prenotare alloggi
5-comprare Jordan pass
6-fare assicurazione
7-registrarsi sul sito governativo
8-preparare le valigie
9-prenotare eventuale parcheggio
10-Partire!!👏
1- i voli per la Giordania partono da diversi aeroporti italiani per Amman, con compagnie low cost (da Roma anche con la compagnia di bandiera); d’inverno ci sono voli anche per Aqaba da Venezia, e potrebbe essere comodo, arrivare su una città e tornare dall’altra per risparmiare tempo, non dovendo tornare sullo stesso aeroporto, essendo le due località agli estremi della Giordania. Amman infatti si trova al nord, vicino Jerash, Madaba, Betania, e le principali località del Mar Morto; Aqaba si trova vicino a Petra, il deserto del Wadi Rum, il Mar Rosso.
Noi per ragioni di combinazione di giorni, pur essendoci voli da Bologna, dove abitiamo in provincia, siamo partiti da Bergamo. Nel periodo invernale è possibile trovare voli anche a prezzi molto bassi, ma io ho preferito andare in una stagione col tempo “giusto” ne troppo freddo, ne troppo caldo, per godermela di più.
2-in base ai giorni a disposizione, all’aeroporto di partenza e di ritorno, dopo aver letto guide, diari di viaggio, blog, indispensabile passo per capire dislocazioni dei punti d’interesse e tempi da dedicare, si può cominciare a ipotizzare un itinerario in base alle proprie preferenze; qualora si abbia poco tempo a disposizione e ci si affidi ad un driver, questi può suggerire l’itinerario fattibile e migliore, dove andare prima o dopo, quanto fermarsi.
3-scegliere di noleggiare un auto potrebbe essere la soluzione più economica. Tuttavia se non si ha molto tempo a disposizione e ci si vuole rilassare, non dovendo avere l’attenzione al percorso, ai tempi, avere l’ansia dei controlli di polizia, e via dicendo, un driver potrebbe essere la soluzione migliore.
In caso di noleggio auto, si può far riferimento a Rentalcars o simili comparatori, leggendo sempre le recensioni delle agenzie di noleggio (io privilegio sempre Locauto o Alamo, oppure Sixt e vado sempre a vedere anche il prezzo sul loro sito, le ho già usate e constatato l’affidabilità, ed ho anche sconti per il noleggio con loro. Si può guardare anche online se si trovano codici sconto).
Con solo 4 giorni a disposizione, abbiamo scelto di affidarci ad un driver ed è stata un’ ottima scelta. Per avere nominativi ho consultato gruppi Facebook come “Italiani in Giordania” e “Amici della Giordania”, e TripAdvisor, e ho contattato qualcuno dei driver che venivano consigliati in base all’esperienza degli altri viaggiatori, via messenger o whatsapp. Ho confrontato poi i prezzi e ho scelto a sentimento quello che più mi aveva ispirato. Ogni driver propone un itinerario e lo modifica in base alle esigenze comunicate. Tutti mi hanno risposto, più o meno celermente, e con grande gentilezza e disponibilità.
La nostra scelta è ricaduta su Ibrahim Alì, (WhatsApp +962 795817646) bravo organizzatore, che ci ha trovato per ogni tappa un driver puntuale e affidabile.
4-se come me amate ricercare minuziosamente gli alloggi più consoni, si può iniziare la ricerca in base a quanto consigliato dagli altri viaggiatori o consultando Booking.com, Agoda, ecc. o Trivago che compara diversi portali, o/e il sito degli hotel.
In caso di tour con driver, questi può anche prenotare gli hotel, spesso offrendo anche prezzi migliori.
Io ho prenotato l’hotel Khan Khediwe in centro ad Amman, trovato per caso sulla mappa, con un ottimo prezzo sul loro sito (56 jod la doppia con colazione), senza richiesta di carta di credito, e l’hotel La Maison a Petra, cancellazione fino a 3 giorni prima, comodissimo vicino all’ingresso del centro visitatori, tramite Agoda, a 108 jod la doppia con colazione per 2 notti in 2, mentre il driver mi ha prenotato il Jamal Rum camp nel Wadi Rum, soggiorno in bubble room, pacchetto inclusa colazione, cena e jeep tour di 4 ore al prezzo migliore. In generale i prezzi per un jeep tour di 4 ore nel deserto ho visto che si aggirano sui 65 jod in 2, e un giro di 1 ora in cammello sui 15 jod a persona. Il prezzo del soggiorno nel camp cambia a seconda che si scelga una tenda (più economica) o una bubble rum (alcune hanno anche costi molto elevati e sono lussuose), che ci sia l’aria condizionata, il riscaldamento e il bagno privato in camera (in molti camp il bagno è in comune). A volte vengono proposti dei pacchetti di soggiorno, tour e pasti, che possono esser convenienti.
5-poco prima della partenza ho acquistato i Jordan pass (non rimborsabili), sul sito Jordan Pass, che includono gli ingressi a Petra (1, 2, o 3 per rispettivamente 70, 75, 80 jod), in giorni consecutivi, e a molti altri siti e che includono il prezzo del visto: sicuramente l’opzione è conveniente. Se si arriva ad Aqaba il visto non è necessario.
6-l‘assicurazione sanitaria, soprattutto dopo il covid, è fortemente consigliata pur non essendo obbligatoria. In particolare per un viaggio come questo, che comporta trekking in zone a volta impervie. Io di solito sottoscrivo Columbus, Viaggi Sicuri o Assivia. In caso di noleggio auto, sottoscrivo anche Worldwideinsure per l’abbattimento delle franchigie, cristalli, gomme, ecc., molto più economica dell’acquisto con gli autonoleggi on line o al banco a destinazione.
7-registrazione sul sito governativo gateway2jordan almeno 72 ore prima della partenza, per ottenere un QR code da presentare al’imbarco (che a noi non hanno richiesto). A proposito di registrazioni, per ogni viaggio intercontinentale io effettuo la registrazione sul sito del Ministero degli esteri Servizi UdC (dovesiamonelmondo.it)
8-solitamente io ho una lista delle cose da portare in viaggio, che consulto prima della partenza per evitare dimenticanze. Per gli abiti preparo una lista a parte: in questo caso, essendo il viaggio in primavera, ho portato abiti leggeri per il giorno, e piumino 100 grammi e qualche maglietta più pesante per l’escursione termica nel deserto. Indispensabili cappello, occhiali, crema solare, scarpe comode. Denaro: importante calcolare quanto contante serve per i pagamenti da portare con sè. I driver vanno pagati in contanti e spesso anche i camp nel deserto, per il resto, gli hotel, i ristoranti e a volte anche le bancarelle di souvernir solitamente accettano le carte di credito. I soldi vanno poi cambiati preferibilmente non all’aeroporto ma negli uffici delle città, che hanno un cambio più vantaggioso
9-qualora si raggiunga l’aeroporto in auto può servire prenotare eventuale parcheggio: noi per Bergamo Orio al Serio abbiamo lasciato l’auto ad Evoluzione Blu parking, col quale avevamo uno sconto, economico, con navetta per l’aeroporto, e con la possibilità di tenere le chiavi.
10-E quando finalmente arriva il giorno della partenza… il sogno si realizza, si parte!!👏
E ora.. il mio itinerario
Itinerario di 4 giorni in Giordania
–Arrivo in serata ad Amman, 1 notte
Incontro all’aeroporto con il driver, che ci ha portato all’hotel ad Amman, dopo aver acquistato la Sim.
Khan Khediwe hotel, prenotato via mail senza richiesta di carta di credito con colazione, bello, consigliato anche per posizione centrale a downtown, vicino al Teatro Romano e alle animate vie del centro
Giorno 1 e 2
Mattina successiva visita a Jerash, (a meno di un’ora) a nord di Amman, visita 2 ore e mezzo
Partenza per Little Petra (a circa mezz’ora da Petra), visita di 1 ora
Arrivo nel tardo pomeriggio a Petra
–Petra 2 notti
hotel La Maison prenotato con Agoda che aveva il prezzo più basso, con colazione; belle le parti comuni, da rivedere alcuni dettagli delle camere, comodissimo perché vicino all’ingresso di Petra. Consiglio assolutamente un hotel vicino al centro visitatori, per arrivare al sito a piedi all’apertura (ore 6) e non dover fare ulteriore strada la sera, dopo aver scarpinato tutto il giorno (molti hotel sono a Wadi Musa che è lontano e in salita rispetto all’ingresso)
Cena entrambe le sere da My mom’s receipe, ristorante caratteristico e bellissimo con terrazza e cibo giordano buonissimo.
Mattina visita del sito di Petra dalle 6.45, ingresso dalla back way, fino alle 22.30, inclusa Petra by night
Giorno 3
Il mattino successivo ingresso alle 6.45 al sito di Petra dal Siq per vedere il Tesoro illuminato dal sole, fino alle 10.
–Wadi Rum, 1 notte-
al Jamal Rum Camp (a 2 ore) prenotato attraverso il driver, ottimo prezzo, incluso pernotto in bubble room, colazione pranzo e cena, 4 ore di jeep tour al pomeriggio, a cui abbiamo aggiunto 1 ora di cammello all’alba e il pranzo. Camp in posizione stupenda in mezzo al deserto (alcuni sono vicino alla strada), sotto una grande roccia, bubble tents belle, con vista meravigliosa, bagno in camera, aria condizionata e riscaldamento, pulizia da migliorare.. ma siamo nel deserto..
Giorno 4
-partenza per il Mar Morto (a 4 ore)
Vista dei paesaggi da Aqaba al Mar Morto e sosta al panorama della spiaggia di sale. Sosta di 3 ore all’hotel Ramada (non un gran che) per pranzo, bagno nel Mar Morto e fanghi. Ripartenza per l’aeroporto di Amman (1 ora)
Col senno di poi..
Ho aggiustato più volte l’itinerario ma sono contenta di quello che ho scelto perché è stato un crescendo di bellezza; forse l’unica cosa divertente ma che ha fatto uscire un po’ dalla magia è stato l’hotel nel Mar Morto.
Se avessi avuto un giorno in più: avrei visitato Amman, poi sarei andata nel Mar Morto, visitato la spiaggia di sale, e passato notte in un bell’hotel. L’indomani avrei percorso un tratto della strada dei Re e sarei andata giù a Little Petra. E l’ultimo giorno sarei rimasta qualche ora in più nel deserto.
Da questo viaggio credo di essere tornata con molte più rughe: ero sempre sorridente ed entusiasta per questo desiderio realizzato e per le meraviglie che vedevo e vivedo (si può notare anche dalle foto :)..
La Giordania è uno dei posti più belli mai visti, le persone sono gentili e amichevoli, la storia è affascinante, i paesaggi variano continuamente e sono uno spettacolo, merita più giorni ma io ringrazio per tutto quello che ho visto e vissuto!
Aprile 2023
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