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FAVIGNANA: l’ex stabilimento della tonnara e l’affascinante storia della famiglia Florio

 

 

Arrivando al porto di Favignana l’ex stabilimento Florio è la prima cosa che appare: per me è stata una grande emozione, dopo aver visto la serie “I Leoni di Sicilia”, che ha come protagonista la famiglia Florio appunto, ed essermi incuriosita, tanto da andare a leggermi in dettaglio la loro storia.

Gli edifici delle tonnare sono strutture in pietra costruite sul mare, utilizzati per la lavorazione e conservazione del tonno, catturato con le tonnare, un sistema di pesca costituito da reti con sbarramenti, che formano delle camere, immerse nel mare. Questo sistema permetteva di pescare i tonni durante il loro passaggio vicino alla costa, in periodo di riproduzione, nella stagione primaverile, fino alla “mattanza”, una vera e propria lotta dell’uomo con l’animale, ma anche un rito, una tradizione che risale a tempi lontani: i tonni intrappolati venivano tirati a bordo delle barche che cingevano la tonnara, venivano uccisi, portati negli stabilimenti, lavorati, cucinati e messi sott’olio per la conservazione.

Si deve proprio ai Florio l’intuizione di conservare il tonno sott’olio, quando in precedenza la conservazione avveniva sotto sale, e a dare impulso all’industria del tonno in scatola.

 

 

La prima volta che ho visto l’edificio di una tonnara è stato a Vendicari, sempre in Sicilia: sono rimasta affascinata da questa costruzione, che è un vero e proprio monumento sul mare.

Lo stesso fascino l’ho avvertito arrivando a Favignana, trovandomi davanti all’ex stabilimento della tonnara Florio: la famiglia ne è entrata in possesso nel 1841, ed è diventato luogo di lavoro per oltre 800 isolani, negli anni d’oro, quando i quantitativi di tonni pescati, di enormi dimensioni, potevano raggiungere le migliaia a stagione. L’attività è continuata ad essere per anni una delle principali fonti economiche di Favignana, anche dopo i Florio, ma in seguito a vicissitudini che l’hanno portata al declino, e anche all’impoverimento della fauna ittica nei mari, negli anni 70 ha cessato l’attività. e lo stabilimento è stato acquistato dalla Regione Sicilia negli anni 90, chiuso nel 2007, e  restaurato in parte, – si pensi che si estende per 32 mila metri quadrati! –per farne un museo: è considerato oggi un importante esempio di archeologia industriale, ed è bellissimo! 

 

 

Già all’esterno dell’edificio, con la sua location stupenda sulla spiaggia di Praia, lambita da un mare cristallino, dalle tante sfumature di verde e di azzurro, si percepisce un‘atmosfera d’incanto; e se tutta la cittadina è pervasa dall’aura dei tempi passati, varcando la soglia dello stabilimento Florio sembra proprio di entrare nella storia

 

 

Sulla porta di ingresso si trova lo stemma della famiglia: un leone smagrito e febbricitante che beve da una pozza d’acqua, vicina ad alberi di china, piante da cui si ottiene il chinino, unico prodotto efficace all’epoca per la cura della malaria, dalla cui vendita è iniziata l’ascesa dei Florio

 

 

Ci si trova poi in un cortile che già conduce in un altro mondo, tra iscrizioni che riportano il numero di tonni pescati nelle mattanze

 

 

statue

 

 

finestre sul mare, con gli strumenti di lavorazione

 

 

piante fiorite, da dove si intravede la cima più alta di Favignana, col castello che domina l’isola

 

 

Porticati e saloni con arcate ricurve, dove si racconta la storia della pesca del tonno, con video-installazioni, strumenti multimediali, testimonianze di chi ha lavorato nella tonnara o alla mattanza, fotografie dell’epoca, e le barche originali usate per la pesca

 

 

Si giunge poi agli spazi in cui si lavorava il tonno. Le alte canne fumarie esterne svettano nel cielo e hanno accanto i forni, dove il pesce veniva cucinato, prima di metterlo nelle latte con l’olio

 

 

A fianco, si trovano diverse sale con centinaia di scatole di latta a marchio Florio, di varie dimensioni, messe in mostra, in un contesto che è di grande effetto

 

 

Oltre alle attrezzature e agli oggetti legati all’attività del tonno, lo stabilimento contiene reperti storici e archeologici rinvenuti sulle isole Egadi o nel mare, rostri, statue, anfore, risalenti alle guerre puniche, agli insediamenti romani, con pannelli che raccontano la storia delle battaglie e delle dominazioni sull’isola.

 

 

Noi abbiamo deciso di partecipare ad una visita guidata,  (inclusa nel biglietto d’ingresso, prevista a specifici orari) che si è dimostrata davvero interessante e ricca di informazioni. Ci è stata raccontata la storia della famiglia Florio, che si svolge dalla fine del 1700 fino ai primi del 900, ed inizia col trasferimento in Sicilia, a Palermo, della famiglia, originaria della Calabria. Snobbata e vezzeggiata dai commercianti e dai nobili della città, con il commercio delle spezie e del chinino, si è arricchita grazie alle grandi visioni, all’ambizione e alle capacità imprenditoriali di Vincenzo Florio, la cui attività si è espansa, anche con le generazioni successive, dal commercio delle spezie, alla produzione del tonno e del marsala, al settore degli zolfi, delle saline, e in molti altri settori, quali il finanziario e i trasporti, con la fondazione di una compagnia di navigazione. Il grande potere economico dei Florio ha fatto sì che acquisissero anche un’importante influenza sugli avvenimenti storico-politici del periodo.

E’ stato il figlio di Vincenzo, Ignazio, -che ha proseguito con successo le imprese del padre, accrescendo il patrimonio,- che ha lasciato l’impronta più forte a Favignana, acquistando le isole Egadi, nel 1847, per 2.750 milioni di lire, con l’implementazione della pesca col sistema delle tonnare e dell’industria del tonno sott’olio, e finendo per diventare senatore del Regno d’Italia

 

 

A lui è succeduto il figlio Vincenzo, vissuto nel periodo della Bella Epoque, che però purtroppo ha portato alla dissoluzione del patrimonio famigliare, ponendo fine alla gloria di questa famiglia.

Ascoltando questa storia, si prova un vero dispiacere per questo epilogo. Per quel che riguarda la pesca del tonno col sistema della mattanza, il calo del numero di esemplari, dovuto in parte allo sfruttamento e in parte al cambio delle rotte migratorie, insieme alle nuove regole ambientali, ha portato alla chiusura di gran parte delle tonnare negli anni ’90. L’ultima mattanza a Favignana si è svolta  nel 2007 , quando sono stati pescati poco meno di 100 tonni contro i 10.159 tonni del 1859.

 

 

Durante la visita guidata viene illustrato, tramite un modellino il funzionamento della tonnara, che comporta il passaggio dei tonni nelle reti verticali, di camera in camera, fino ad arrivare in quella dotata anche di fondo, chiamata “camera della morte”, sotto l’occhio vigile e le disposizioni ai tonnaroti del capo della tonnara, il rais. In sottofondo alla interessante spiegazione, si odono le “cialome”, i canti che i  pescatori intonavano durante la mattanza. Sul fondo dello stabilimento si trovano gli spazi dove venivano appesi i tonni, una volta catturati.

 

 

Poco distante dall’edificio, vicino al molo, si trova Palazzo Florio, dimora estiva della famiglia: in stile liberty, collocata in un bel giardino, abbiamo potuto visitare le sue stanze sui diversi piani: si possono osservare i ritratti e leggere la storia di tutti i componenti, e si può assistere ad un documentario storico molto interessante

 

 

Dalle finestre del palazzo sono rimasta incantata per la splendida vista dello stabilimento sul mare

 

 

Favignana dedica a questa famiglia un percorso con pannelli esplicativi nei luoghi storici

 

 

In Piazza Europa domina la statua eretta in onore di Ignazio Florio senior

 

 

Non so il motivo, ma a me lo stabilimento Florio rapiva a tal punto che ogni giorno della mia vacanza desideravo  tornare a vederlo, passando davanti, guardandolo dal molo turistico, o da piazza della Camparia, o con l’illuminazione della sera..

 

 

La prima cosa che ho visto all’arrivo e l’ultima quando me ne sono andata, salutando l’isola..  col desiderio di farvi ritorno presto

 

maggio 2025

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

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