Lavori in corso
Ho smesso di chiedermi se la mia vita ha un senso e che senso ha la vita.
Ho smesso di pre-occuparmi, vivendo in anticipo qualcosa, che magari mai succederà.
Ho smesso di credere a chi mente, dicendo che non trova il tempo, quando invece è solo questione di scelte.
Ho smesso, anche se ci sono ancora degli strascichi, di sentirmi sbagliata, di pensare che le ragioni degli altri possano essere migliori delle mie, e di giustificare apparenti vittime, inconsapevoli carnefici.
Non ho smesso di sentire fatica ad alzarmi la mattina, a mettermi in moto per fare cose che forse poco mi interessano, ma che, in qualche modo, devo fare.
Non ho smesso di replicare, anziché ascoltare, di preferire chi è d’accordo con me, a chi ha idee e sensibilità opposte, di cercare stimoli compulsivamente, anzichè scegliere momenti di silenzio. Ma lo riconosco, ed è già qualcosa.
Non ho smesso di aspettarmi cose e comportamenti, e di restare delusa quando non rispecchiano le mie aspettative. Ma ci sto lavorando sopra.
Non ho smesso di sentirmi in colpa se mi concedo cose belle, quando parlo con qualcuno che fa scelte diverse.
Non ho smesso di tornare la bambina di un tempo quando vengono stuzzicate le mie ferite: l’adulto fa ancora fatica ad attivarsi con la ragione, e a dare risposte diverse.
Non ho smesso di mettermi in discussione, di guardarmi in profondità, di indignarmi, di cercare l’onestà, di ambire a una pace interiore.. con quali risultati, non lo so.
Non ho smesso di essere anche troppo sincera, con me e con gli altri, di far fatica a tacere, o evitare che la mia faccia parli per me. O, a volte, di non riuscire a dirlo, quel qualcosa di sincero, e poi non sentirmi bene, perché ho tradito me stessa. E questo credo non riuscirò a impararlo.
Non ho smesso di irritarmi per i cambiamenti, e invece a volte di desiderarli come una necessità. E di oscillare tra un estremo e l’altro, di frequente con non pochi conflitti, dimenticando che questo è il tutto di noi esseri umani.
Non ho smesso di essere curiosa: questo mi ha salvato in passato, e credo che ancora possa salvarmi.
Non ho smesso di sperare, di sognare, di farmi prendere dall‘entusiasmo, perché anche questo credo che per me sia salvezza.
Non ho smesso di restare incantata dalla bellezza della natura, dalla forma degli animali, dalla meraviglia delle opere dell’uomo, e dall’arte, che mi toccano l’anima e mi nutrono. Non ho smesso di amare di camminare al mattino presto sulla spiaggia, di prediligere le persone empatiche, di preferire il silenzio alle troppe parole.
Non ho smesso di cercare quello che mi fa stare bene, che mi fa sentire viva e apprezzare il mondo, e anche di non soccombere ai pesi della vita. Spesso al prezzo di dover far dialogare le mie vocine interiori, che frenano, che cercano giustificazioni, e mi sfiniscono. Il desiderio di non sprecare la vita ancora prevale.
Non ho smesso di aver paura di sprecare il tempo, con l’aggiunta, ora, di essere spaventata di invecchiare, e di averne poco, di tempo. Che si veda sulla mia faccia, sul mio corpo, e di non vedere quello che vedono gli altri.
E non ho smesso, anche se lo ritengo altamente improbabile, di sperare di diventare un’anziana stimata saggia, anziché una vecchia e indesiderabile rompicoglioni, lamentosa e a cui non va mai bene niente, irriducibile e troppo attaccata alla vita.
Ma qui, c’è ancora molto lavoro da fare.
“Uno su mille ce la fa..
ma quanto è dura la salita,
in ballo c’è la vita..
Gianni Morandi
gennaio 2025
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