Viaggi di testa e viaggi nel mondo

L’esercito di terracotta di Xi’an, in Cina: davvero l’ottava meraviglia del mondo!

 

 

All’ingresso del museo, quando nella prima fossa mi appaiono tutti in fila i numerosi guerrieri dell’Esercito di terracotta di Xi’an, mi prende un sobbalzo: il colpo d’occhio di trovarsi davanti all’armata, vecchia di 2000 anni, è davvero emozionante!

Sono passati solo 45 anni da quando venne scoperta, del tutto casualmente, questa meraviglia, unica nel suo genere: migliaia di statue, costruite per accompagnare il primo imperatore della Cina nel suo viaggio nell’aldilà!

Entriamo alle 13 di una giornata dopo la metà di settembre, e, fortunatamente, c’è gente, ma non tanta da non poter arrivare velocemente in prima fila, e godersi bene lo spettacolo dei guerrieri di fronte; anche a fianco la coda scorre bene, e prima di uscire, alla chiusura, riusciamo a tornare nell’hangar, per un ultimo sguardo, e per imprimere nella memoria questa grande bellezza

 

 

L’esercito di terracotta: storia

L’Emperor Qinshihuang’s Mausoleum Site Museum, a una quarantina di chilometri dall’antica capitale della Cina, Xi’an, è il luogo dove si trova in esposizione l’Esercito di terracotta, che comprende circa 8000 statue, tra soldati, cavalli, e carri, fatti costruire a custodia della sua tomba, dal primo imperatore Qin, l’artefice dell’unificazione della Cina -da cui viene il nome-, e della Grande Muraglia, vissuto nel terzo secolo a.c.

Qin pare fosse ossessionato dal pensiero dell’immortalità, e per questo si prodigò, durante la sua esistenza, nella ricerca dell’elisir di lunga vita; ma quando dovette arrendersi all’idea di dover anch’egli morire, decise di realizzare un luogo degno del suo rango nell’aldilà, attraverso la costruzione di un palazzo sotterraneo, dove potessero essere conservate le sue spoglie, assieme a tutto quello di cui pensava di aver bisogno. La camera funeraria avrebbe dovuto essere inviolabile e segreta, e a sua protezione il sovrano pensò di far costruire un’armata di guerrieri a grandezza naturale

 

 

La realizzazione avvenne con l’impiego di un gran numero di artigiani che, affinchè venisse mantenuto il segreto dell’esistenza del monumento, furono poi sepolti vivi alla morte dell’imperatore (da ritrovamenti in fosse vicino al sepolcro). Le fosse, la camera funeraria e l’esercito, vennero poi ricoperti da tonnellate di terra, e restarono segreti fino al 29 marzo 1974, quando l’esercito venne trovato.

In effetti, alla fine si può dire che Qin sia riuscito nel suo intento di conquistarsi l’immortalità, divenendo anzi molto più conosciuto per la sua armata di terracotta, -e per il mistero del suo Mausoleo, che ancora oggi è sepolto sotto la terra,- che per le sue imprese in vita: migliaia di visitatori si recano, ogni giorno, in visita al museo per ammirare il suo Esercito. Il suo nome rimane legato, nella storia, alla più grande scoperta archeologica del ventesimo secolo

 

 

Il ritrovamento, il 29 marzo 1974

Io avrei voluto vedere la faccia di quel contadino,Yang, quando, nel marzo del 1974, scavando nel suo terreno per costruire un pozzo, si trovò nelle mani la testa di un guerriero, e insieme ai contadini del villaggio, dopo varie indecisioni, e in seguito al rinvenimento anche di altri reperti, decise di avvisare le autorità governative: dopo scavi ed analisi, gli archeologi si resero conto di trovarsi di fronte a un vero e proprio esercito, che doveva essere legato al Mausoleo dell’imperatore Qin. Era già risaputo, infatti, che, da qualche parte, in quella zona, si trovasse la tomba del primo imperatore, ma nessuno poteva immaginare che, a sua difesa, fosse sotterrato anche un esercito in terracotta di tale portata!

 

 

Ogni singola scultura diseppellita è stata trovata in frantumi: soltanto 1 è stata estratta integra.

Con un lavoro grandioso, che dura ancora oggi, sono stati messi insieme i pezzi, e ricomposte le statue, ritrovate in 3 fosse, profonde fino a 6 metri: ad ora solo poco più di un migliaio di guerrieri, su circa 8000 rinvenuti, sono stati ricostruiti interamente, e messi in piedi, o nella posizione originaria. Statue a dimensione umana, molte delle quali poste ordinatamente in file parallele, come erano in origine. Il risultato di tutto ciò è che, a vederli ora, i guerrieri, sembra che abbiano un’anima.. la sensazione è di aver davanti persone che siano davvero vissute!!

 

 

I guerrieri sono stati fatti con un certo numero di stampi, ma ognuno è stato reso diverso dall’altro, ognuno con le sue particolarità: armature diverse, espressioni diverse, postura diversa, appartenenza a ranghi diversi, ed è bellissimo soffermarsi ad osservarli, uno ad uno. Taluni sono rimasti senza testa, e quasi tutti nelle mani non hanno le armi, che la loro posizione lascierebbe immaginare: alcune di queste armi di bronzo, sono state rinvenute, ed esposte nel museo, altre sono state trafugate nel tempo. Sono tutti delle stesso colore, grezzo, poichè, purtroppo, il contatto con gli agenti atmosferici ha fatto perdere loro i colori originari, poco dopo che sono stati dissotterrati.

L’esercito di terracotta è stato dichiarato patrimonio UNESCO nel 1987.

 

L’esercito di terracotta: la nostra visita

 

 

L’intero sito si estende su oltre 56 chilometri quadrati, ma il museo dell’imperatore Qin-Shi-Huang si racchiude principalmente in 3 hangar, dove i guerrieri ricostruiti, e quelli in via di ricostruzione, si possono vedere dall’alto, all’interno delle fosse in cui sono stati trovati.

La prima fossa ricorda un hangar per aerei, data l’enormità, 230 x 60 metri. Appena dopo essere entrati, si possono vedere le statue di fronte, tutte allineate ordinatamente a formare un rettangolo, in file separate da 9 corridoi, e intervallate dalla presenza di alcuni carri e di cavalli: il colpo d’occhio è davvero impressionante

 

.

Girato l’angolo, si possono vedere i guerrieri di fianco

 

 

e da dietro

 

 

Percorrendo il perimetro, si possono osservare tutti i dettagli: le espressioni del viso, i diversi copricapo, le uniformi, perfino le giunture sulle statue, fatte di più parti. In ogni volto si coglie la serietà e la fierezza che contraddistingue il compito di guardia che dovevano svolgere

 

 

Sul fondo ci sono le statue in via di completamento, quelle catalogate, quelle ancora non complete, e in via di ricostruzione, con accanto le cassette dei pezzi che appartengono ad ognuno, e, infine, i reperti di terracotta ancora da estrarre, e mescolati col terreno

 

 

La seconda fossa, scoperta nel 1976, è meno d’impatto: molte delle statue sono in fase di estrazione dal terreno, addirittura alcune si vedono ammassate l’una sull’altra; ma qui la cosa interessante è la presenza di un laboratorio mobile su rotaie, che permette ai restauratori di spostarsi nel luogo preciso del ritrovamento, e, ivi, di effettuare il loro lavoro. Quando siamo andati, c’erano alcuni archeologi all’opera.

A fianco della fossa sono state posizionate alcune teche in vetro, con guerrieri di diverso tipo e rango, tra cui anche l’unica statua trovata integra, che non è in piedi

 

 

Si riescono così ad osservare da vicino tutti i particolari dei soldati e degli ufficiali

 

 

 

Ci sono in mostra anche alcuni cavalli da traino: i particolari del muso sono davvero impressionanti

 

 

La terza fossa, la più piccola, è molto interessante perchè vi è rappresentata una scena con diversi soggetti, uomini e cavalli, in diversi ambienti

 

 

In alcune sale espositive adiacenti sono in mostra altri particolari, per esempio le armi; si può leggere la storia su pannelli espositivi, e ci sono anche alcuni strumenti interattivi. Purtroppo, al momento della nostra visita non era presente, perchè probabilmente in trasferta in altro luogo, una famosa carrozza in bronzo trainata da cavalli. Tutto ciò, comunque, cattura, e desta grandissimo interesse.

All’interno dell’area espositiva è presente un negozio di souvenir e anche un ristorante e un punto di ristoro: il fascino di quello che stiamo vedendo è tale, che ci passa l’ora di pranzo, per cui, affamati, riusciamo solo a mangiare qualche raviolo nella caratteristica area di ristoro attigua al ristorante, che ormai è chiuso.

 

 

Usciamo da una parte diversa da quella dove siamo entrati, facendo un lungo tratto di strada a piedi, molto colorato e vivace, in mezzo a negozi di souvenir, e di locali che offrono cibo di qualsiasi tipo: è come essere in un enorme centro commerciale all’aperto misto a un parco giochi; alla fine di questa via, si giunge al punto dove stazionano i taxi.

 

Ma… il mausoleo dell’imperatore?

Mentre ammiravo questa meraviglia, mi domandavo:

 

se qui sono stati trovati i guerrieri, dov’è la tomba dell’imperatore?

 

L’area dei ritrovamenti è molto estesa, ma non tanto lontano dal museo è stato individuato il luogo dal mausoleo, sotto ad una collinetta artificiale. Non sono ancora stati effettuati gli scavi, per una serie di motivi, tra cui, si dice, il rischio di danneggiare i reperti, portandoli alla luce, l’enorme profondità in cui si troverebbe la camera sepolcrale, il sospetto della presenza di quantitativi elevati di solfuro mercurio, che potrebbe essere tossico, attorno alla tomba, nonchè il timore di qualche altra diavoleria pensata dall’imperatore, per rendere la camera inaccessibile. Per ironia della sorte, pare che la morte dell’imperatore sia dovuta proprio ad una ingestione eccessiva di mercurio, che, secondo le credenze dell’epoca, portava l’immortalità. Il contenuto del tumulo, comunque, è ancora sconosciuto,

 

 

Dove si trova l’Esercito di terracotta

Il sito dell’esposizione si trova ad una quarantina di chilometri da Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, nella Cina Centrale.

Come raggiungere l’Esercito di Terracotta

-con il bus turistico 306, che parte dalla stazione dei treni di Xi’an (biglietto a bordo, 7 yuan)

-con un Didi (taxi, 35 euro a/r), che è stata la nostra scelta: dalla Pagoda della Grande Oca Selvatica, partenza alle 12, arrivo alle 13, nessuna fila all’ingresso

Biglietti: acquistati alla biglietteria senza fare coda; in alternativa viene suggerito l’acquisto su Wechat (ma si possono acquistare anche su Trip.com); all’ora di pranzo abbiamo trovato poca coda anche ai controlli per l’accesso; dopo i controlli si può scegliere se percorrere un lungo tratto a piedi o se, per pochi yuan, acquistare il biglietto per la macchinina elettrica che porta all’ingresso (fortemente consigliato per risparmiare energie, soprattutto nei periodi caldi)

Durata della visita: circa 3 ore (facendo con calma)

A metà settembre, all’ora di pranzo non abbiamo trovato grande affollamento; in particolare, vicino all’ora di chiusura la prima fossa era quasi vuota. Il suggerimento quindi è di sfruttare l’orario tra le 12.30 e le 13.00 nel tentativo di evitare di non godersi la visita per via della folla esorbitante che può crearsi, soprattutto davanti alla prima fossa.

 

 

Conclusioni

Nessuna fotografia o immagine rende quello che si può provare davanti all’Esercito di Terracotta: può destare interesse la storia, io stessa leggevo le informazioni, e guardavo video e foto con curiosità, prima di andare, ma mai mi sarei aspettata l’effetto che mi ha fatto essere dal vivo di fronte a questa spettacolare visione , che, letteralmente, lascia senza fiato. E’ davvero l’ottava meraviglia del mondo!

Assieme alla bellissima citta di Xi’an, ritengo che sia una tappa che vale il viaggio in Cina

 

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

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