Viaggi di testa e viaggi nel mondo

SICILIA

Salita sull’Etna, in Sicilia

 

 

Per arrivare sull’Etna, partiamo in auto da Nicolosi, dove abbiamo pernottato.

 

 

 

Percorrendo una meravigliosa strada, che attraversa paesaggi formati da pietra lavica, arriviamo a 1923 metri, dove si trova la funivia dell’Etna. Da li’, con una telecabina, si arriva fino a 2500 metri, al rifugio La Sapienza. Siamo pronti per salire sul vulcano piu’ grande d’Europa.

 

 

Durante la risalita, vediamo la terra della montagna assumere colori diversi, dal marrone, al rosso, al nero e c’è un silenzio da meditazione. Il paesaggio cambia, c’è anche qualche tratto con vegetazione, sopravvissuta evidentemente alle colate laviche.

 

 

Dal rifugio La Sapienza, partono pullman fuori strada che riescono a risalire la montagna di lava, lungo un percorso predefinito.

 

 

 

Ci fermiamo dentro al rifugio per vestirci, perchè là comincia ad essere freddo e soprattutto c’è un gran vento. Per chi non avesse scarpe ed abiti adatti (alcune persone, essendo estate sono arrivate in ciabatte), affittano scarponi, scarpe da trekking, bastoni da trekking, giacche antivento,  e per l’inverno, ciaspole e slittini. . Noi comunque siamo saliti con normali scarpe da running e avevamo portato kway antivento.

 

 

 

I pullman ti portano fino ai crateri sommitali. Per salire occorrono circa 20 minuti.

 

 

Quando arrivi, lo scenario è veramente spettacolare e suggestivo. Sei a ridosso dei coni sommitali e da li’ godi di una vista, che spazia dal mare sino all’interno della Sicilia.

 

 

Con i piedi calpesti la terra lavica, puoi passeggiare sul crinale, guardarti intorno e vedere i crateri, da dove, quando ci sono le eruzioni, esce la lava.

 

 

 

Il terreno è nero, con chiazze rosse dovute al ferro, manganese e zolfo, eruttati e solidificati. Se provi a prendere in mano un po’ di quella terra nera, noti che è leggerissima.

Dal pullman, vieni assegnato ad  una guida da seguire, che spiega quel che vedi, ti indica i coni eruttivi, ti racconta la storia delle eruzioni, ti mostra i punti fumanti nel terreno.

 

 

Lassu’ il vento è ancora piu’ forte, come si puo’ vedere da questo video.

 

 

Il vento non ci ha permesso di restare su quanto sarebbe meritato.  La sensazione è proprio di essere a tu per tu con la forza della natura, che ancora una volta, ha saputo stupirmi.

 

 

 

Scesi di nuovo alla stazione di partenza della funivia dell’Etna, è da non perdere l’Etna Experience,  un filmato in 7d, che dura solo pochi minuti, ma che fa vivere tutto quello che riguarda un vulcano prima e durante l’eruzione. Una simulazione con movimenti, vibrazioni, rumori, vento, acqua, sensazioni tattili, una delle quali mi ha fatto letteralmente sobbalzare dalla poltrona.

Da fare assolutamente dopo la salita, per evitare di restare traumatizzati dalla paura del crollo della funivia che viene simulato. Un’esperienza davvero terrificante!

 

https://www.funiviaetna.com/funivia-delletna/

settembre 2017

 

Tutti gli articoli sulla Sicilia qui

Sicilia

(foto di Patrizia Pazzaglia)

Visite: 6359

L’albero della pace di via D’Amelio a Palermo

 

 

Ci sono eventi nella storia del tuo paese che non devono essere dimenticati.

Ci sono uomini che devono essere ricordati come modello, per l’integrità, il coraggio, la forza, la generosità. In un’epoca dove ben altri valori vengono perseguiti, o dove c’è un vuoto di valori.

Durante un viaggio in Sicilia con la mia famiglia, che ci ha portato anche a Palermo, ho sentito forte il desiderio, quasi il dovere, di passare a visitare i luoghi della memoria di due uomini di grande valore.

 

I giudici Falcone e Borsellino.

 

Colpiti a tradimento, assieme ai loro cari, e a coloro che vivevano ormai ogni minuto con loro e dovevano proteggerli, mentre stavano agendo in funzione di cio’ in cui credevano: i loro valori.

I valori.

Cio’ che dovrebbe guidare la nostra vita e in funzione dei quali prendiamo le decisioni di ogni giorno.

Cio’ per cui, per noi, dovrebbe valere la pena vivere. Per qualcuno anche morire.

Non si deve dimenticare, e i nostri figli devono sapere. La memoria deve essere mantenuta.

Oltre alla storia del nostro paese, e quello che è accaduto, devono sapere di che cosa sono capaci gli uomini, nel bene e nel male.

Devono sapere che esistono uomini senza scrupoli e senza coscienza, ma che esistono anche uomini cosi’. Che hanno dato la vita per la lotta contro le ingiustizie.

Via D’Amelio è una via strana. Non è stato facile arrivare nel punto dove scoppio’ l’autobomba il 19 luglio del 1992.

In mezzo ad auto parcheggiate, davanti ai palazzi, c’è un ulivo, chiamato l’Albero della Pace e una lapide con i nomi. Una foto di Paolo Borsellino che sorride. Sull’albero, e sulla base, biglietti con messaggi, cappellini, indumenti, oggetti di ogni genere, lasciati da chi va in visita. Come omaggio, come gesto di stima, come impegno..chissà..

Difficile dire cosa si prova davanti a questo alberoSono emozioni che ti attraversano e ti squarciano.

Tristezza, rabbia, vuoto.

Ma anche tanta ammirazione. Senso di forza. Volontà.

Desiderio di poter essere inondati da quei valori, di poter attingere a tanta rettitudine e dedizione. Ammirazione di fronte alla capacità di non scendere a compromessi e portare avanti la propria battaglia, nonostante tutto e tutti. La giustizia, a qualsiasi prezzo e prima di tutto.

Desiderio che nostra figlia “senta” quello che trasmette quell’albero e tutti gli oggetti, e comprenda quello che rappresenta.

In silenzio, anch’io sento il bisogno di lasciare qualcosa. Come gesto di omaggio. Ma anche per me stessa. Come impegno. Come per dire: ci sono, sono con voi.

 

Lasciamo via D’amelio.

Lungo l’autostrada Trapani-Palermo, il monumento nel luogo dove è avvenuta la strage in cui morirono Falcone, la moglie e la sua scorta, si scorge senza preavviso. Poco prima del cartello autostradale che riporta l’indicazione di  “Capaci” e svetta sullo sfondo delle montagne, riportando solo la data del 23 maggio 1992 e il nome delle vittime.

 

 

Lasciamo la città, con la speranza che, dopo aver spiegato a nostra figlia, poco piu’ che adolescente, cosa succedeva in quegli anni e chi erano queste persone, dopo averle fatto leggere il libro “Perchè mi chiamo Giovanni “, di Luigi Garlando, che spiega le cose nella sua lingua, dopo la sensazione provata davanti all’Albero della pace, nell’epoca dei gruppi di whatsapp e degli youtuber presi come modelli, qualcosa resti. Se non altro, la curiosità nei confronti di questi eroi o la capacità di farsi delle domande di fronte alle ingiustizie che, quotidianamente, si incontrano.

E a me, resta un grande senso di gratitudine.

 

(settembre 2017)

 
 
 
 
 
 
 
Tutti gli articoli sulla Sicilia qui 
 
http://www.unanimainviaggio.it/sicilia/
 
 
 
Visite: 7583
Cosa vuoi cercare ?
Seguimi su Facebook

Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.