Italia
Cronache da LAMPEDUSA
Le bellezze che abbiamo visto, la realtà che abbiamo incontrato, le verità che abbiamo ascoltato
Non ho mai amato leggere i diari di viaggio, li trovo noiosi, ma ho scoperto che mi piace scriverli. In questo caso, l’esperienza è stata così intensa che voglio ne resti traccia e voglio condividerla. Questo è il diario dei nostri 9 giorni a Lampedusa nel luglio 2021.
L’arrivo
Siamo arrivati alla sera, il primo aereo preso dopo un anno, e dopo il secondo di pandemia, con la gioia di ritornare a volare. Al ritiro bagagli, un assembramento di persone concitate nel ritrovare le proprie valige, come se niente, in quell’anno,- i sacrifici del lockdown,- fosse avvenuto.
Paola del b&b a Cala Pisana viene a prenderci all’aeroporto; come segno distintivo per riconoscerci le avevo dato il mio grande cappello rosso.
Pochissimi minuti e siamo al b&b, davvero vicino all’aeroporto, ma avremmo scoperto poi, che tutto è vicino a Lampedusa. Ci presenta Melo e ci mostra la nostra camera e, nel buio, il cortile comune per le colazioni, su cui affacciano le 4 stanze. Un‘atmosfera etnica, colori e luci fioche, e un enorme giardino con grandi alberi, amache e angoli per il riposo, la cui bellezza possiamo solo intuire, vista l’oscurità. Il nostro alloggio, due stanze e un bagno dai toni bianco e blu, ricorda lo stile che si trova in America latina, è semplice e colorato, e perfetto per noi e nostra figlia sedicenne,
L indomani, con la luce, possiamo vedere bene.. e innamorarci definitivamente di questo posto!
Il primo giorno, l’approccio con l’isola, Cala Pisana e la Porta d’Europa
(19.7)
Ci si innamora di un posto, non perché sia perfetto, o il più bello del mondo, ma perché ti fa stare bene, perché è, e ti d,a tutto quello che cercavi; perchè è quello che ti risuona dentro, che ti fa sentire la bellezza, ascoltare la verità, sentirti in pace.
Perche lì crei i tuoi ricordi felici, quelli a cui attingerai nel momento del bisogno, o nei momenti bui, o di attesa.
Il patio davanti alla nostra stanza è uno spazio ampio in pietra, è comodissimo per noi, per i nostri momenti di relax, su sdrai e divani in muratura, e per mangiare il cibo da asporto, talvolta comprato nelle gastronomie. Ha un bel albero di ibiscus fucsia di fronte, e delle tende bianche ai lati dividono gli spazi delle altre stanze e consentono privacy e riservatezza rispetto agli altri ospiti.
Ci sono anche tanti gatti, grandi e cuccioli, che ogni tanto fanno capolino, chi più socievole, chi più diffidente. Questo angolo tutto per noi me lo porto nel cuore.
Di prima mattina vado già a fare una passeggiata mentre gli altri dormono, per vedere bene Cala Pisana, il mare, il nostro b&b da lontano, la parte di spiaggia attrezzata e il lastricato con gli ombrelloni e i chioschi.
Sulla spiaggia ci sono ben 2 aree circoscritte con la bandiera di Lega Ambiente, dove hanno deposto le uova le tartarughe
Per la prima colazione ci troviamo nel cortile comune su cui affaccia l’ingresso delle 4 camere.
Ogni camera ha un tavolino riservato e in un tavolo comune grande si trovano brioches friabili ripiene, buonissime, marmellate fatte in casa da Paola, – quella di limone mai assaggiata sarebbe diventata la mia preferita,- frutta, yogurt, succhi, latte, torte e frittate, preparate spesso con ingredienti provenienti dall’orto a fianco al giardino. Caffè, cappuccino o te vengono serviti al tavolo.
La colazione è il momento delle chiacchiere al b&b Cala Pisana. Si incontrano gli altri ospiti, ci si scambiano informazioni e esperienze, e ci si conosce meglio con Paola e Melo
Quella mattina Paola ci comunica che la sera successiva ci sarebbe stato un evento sulla via principale in città, via Roma, nei pressi dell’Archivio storico, a cui avrebbe partecipato: alcune letture sul tema L’isola, che riguardano anche Lampedusa, accompagnate dai disegni di un operatore sociale che lavora con l’accoglienza: abbiamo subito confermato la nostra presenza.
Dopo colazione abbiamo appuntamento con Paolo del noleggio Salsedo, per l’auto che avevo prenotato. Avevo chiesto a mio marito, al momento della prenotazione, se avesse voluto un auto aperta o chiusa e mi aveva detto che la preferiva sicuramente chiusa. Ma all’arrivo sull’isola, la vista delle Mehari, che è la macchina caratteristica dell’isola per i turisti, gli ha illuminato gli occhi, immaginando il divertimento di guidarla su strade talvolta sterrate e polverose. Fortunatamente al noleggio ne avevano una disponibile, arancione, bellissima senza portiere, come di consueto, ma anche senza specchietti!! e con quella abbiamo vissuto l’isola con gioia e spensieratezza, assaporando il piacere di vivere all’aperto per tutto il tempo, tra i profumi, il vento, il sole che scalda potente e.. la polvere. Presa l’auto, ci dirigiamo verso il Porto nuovo, per fare benzina all’unico distributore dell’isola, e non riuscendo a fare inversione per il traffico, proseguiamo per pochi metri sulla strada principale per andare a svoltare. Ma in salita sulla curva… la macchina si è ferma: è finita completamente la benzina! Inizia cosi la nostra avventura, in posizione panoramica, con vista sulla stupenda spiaggia della Guitgia! Ci vuole sempre qualche episodio per cui ridere e da raccontare no?
Fortunatamente Paolo viene subito in nostro soccorso a portarci un po’ di carburante così che la nostra vacanza puo’ avere inizio davvero.
Andiamo a dare uno sguardo più approfondito alla spiaggia della Guitgia, la spiaggia cittadina e una delle più grandi, dalle tonalità di azzurro bellissime, con le sue rocce dorate sui lati, ma così affollata e piena di ombrelloni che, in seguito, non siamo mai andati per restarci.
Compriamo un pò di frutta ai banchetti di fronte al Porto Nuovo, e raggiungiamo la strada principale, via Roma, per prendere 2 cose al supermercato CRAI, e comprare il pranzo: la nostra golosità ci porta subito all’arancineria Azzurra a prendere degli arancini, con i ripieni più particolari mai mangiati in Sicilia e dei cannoli siciliani alla ricotta e al pistacchio, nel forno La spiga d’oro, nella traversa a fianco. Scendendo vedo l’indicazione della scala colorata, di cui avevo visto foto e .. voglio vederla subito! Proseguiamo quindi e ci arriviamo: è davvero allegra, ogni gradino ha un colore che risalta sul bianco!
Sul fondo, si vede il mare e Cala Palme, che mi piace subito, col suo fascino esotico. Ci facciamo due foto e torniamo verso l’auto per andare al b&b e gustarci le prelibatezze comprate!
Ci rendiamo subito conto che non è così facile girare in auto per Lampedusa: la cittadina è un reticolato di strade che si incrociamo, e in nessuna c’è il cartello di dare la precedenza o lo stop, quindi meglio fermarsi sempre e sperare che anche gli altri si fermino! Aiuto!!!
Al pomeriggio ci godiamo l’ombra sulla splendida terrazza del b&b su cala Pisana. Il mare qui a riva non è sempre bellissimo, ma ai lati della cala, in alcuni orari ha un colore verde e una trasparenza indescrivibile. Famigliarizziamo con gli spazi del giardino, enorme, un angolo di verde da non credere che possa esserci a Lampedusa, con bellissimi alberi, amache e sedie, docce e fontanelle sparse ovunque, e anche un gradevole angolino molto fresco vista mare, con doccia a disposizione. Davvero tantissime comodità pensate per gli ospiti!
Nel tardo pomeriggio con la nostra Mehari andiamo a cercare la Porta d’Europa, sulla via che da una parte costeggia l’aeroporto e dall’altra ha il mare. Sbagliando strada, cosa che è capitata di frequente i primi giorni, soprattutto per le vie del centro tutte uguali, con poche indicazioni e tanti sensi unici, passiamo da Cala Maluk e Cala Sponge (o Cala Spugne) e torniamo indietro imboccando la strada giusta, segnalata con un cartello che non avevamo notato. La porta di Lampedusa, Porta d’Europa, 5 metri di altezza per 2 di larghezza, con i suoi decori significativi, è la prima cosa che vede chi arriva dall’ Africa, e si trova nel punto più a sud del continente, insieme a Punta Sottile. Il monumento è stato commissionato a Mimmo Paladino nel 2008 in memoria dei tanti migranti che non sono riusciti ad approdare sulla nostra terra e sono morti in mare; vuole essere anche il simbolo dell’accoglienza per chi arriva dal mare. Sul cielo azzurro, questa porta gialla dorata risalta e da proprio la sensazione di essere in un punto di confine.
Alla sera, dopo una cena non indimenticabile in un ristorante al Porto Vecchio, andiamo in via Roma, la via del passeggio: c’è tanta gente, negozi, bar e ristoranti, e sul fondo un belvedere sul Porto Nuovo, bellissimo. Sulla sinistra invece, si ha la vista sul Porto Vecchio, da sotto la statua della Madonna del mare.
Il secondo giorno, l’Isola dei conigli, il Centro Recupero Tartarughe e via Roma (20.7)
Come durante altre vacanze, con piacere mi alzo presto la mattina, lasciando gli altri a dormire. Qui vado sul terrazzo, cammino per la spiaggia deserta, e sento un profumo di mare intensissimo portato dalle onde, e mi viene in mente una vecchia canzone..
“nel silenzio del mondo io sento echi di infinito”
L‘atmosfera è bellissima con la luce del mattino, e io voglio prendermi tutto di questo posto, i momenti, le sensazioni in solitudine, e portarmeli via; sentire fino all’ultima goccia quel profumo di salsedine mista a macchia mediterranea, il rumore delle onde che arrivavano a riva, il piacere di passeggiare fino alla scogliera per guardarmi attorno e ammirare da tutti i lati la meraviglia che ho davanti.
Da Cala Pisana, costeggiando la profonda insenatura, si può arrivare sulla costa rocciosa a picco sul mare e, volendo, andare, fino a Cala Creta. Sul fondo la bellissima casa di Claudio Baglioni. Il panorama è selvaggio e stupendo.
Per oggi avevamo prenotato l’ingresso alla Spiaggia dei Conigli per il mattino. Da metà luglio si entra solo con prenotazione, e in un numero limitato di persone, con grandi polemiche da parte di chi non è riuscito a prenotare. Io sono contenta di questa decisione, che preserva un angolo di grande bellezza e permette anche di goderselo in modo umano: avevo visto certe foto che mostravano un sovraffollamento incredibile, con effetto carnaio,cisì tante persone che non si vedeva più la spiaggia.
All’arrivo c’è da fare la fila per il biglietto del parcheggio, marito e figlia mi lasciano in coda per andare a parcheggiare. Ma dopo poco apprendo che per il biglietto occorre il numero della targa, e per fortuna abbiamo con noi il contratto di noleggio, che ci evita di dover tornare indietro all’auto, perché poi bisogna comunque di nuovo andare a posizionare il biglietto! L’ingresso, per i prenotati è sgombro da attese, ma una lunga fila di persone sono in coda in quanto è previsto che un certo numero possa entrare anche senza prenotazione ad una determinata ora.. e quando comunicano che devono stoppare gli ingressi perché la spiaggia è full.. apriti cielo! succede il finimondo!.. gente che impreca, insulta i volontari di Lega Ambiente, che prega di farla entrare strumentalizzando i bambini, che minaccia.. eppure i primi arrivati sono riusciti ad entrare, e garantisco, che quando arriviamo alla spiaggia trovare lo spazio per mettere i teli non è stato facile nonostante il contingentamento… qualcosa non deve aver funzionato come doveva.
Il sentiero per la spiaggia è ben definito e percorribile e lo spettacolo, appena si arriva a vedere il mare, è più che mozzafiato.
Il punto panoramico, simile ad un grande terrazza, offre la vista sull’ Isola dei Conigli, da una parte, e sul mare della Tabaccara dall’altra.
Spostandosi sulla sinistra si ha la vista della Spiaggia dei Conigli.
La discesa con questo panorama meraviglioso,- ma devo dire anche la salita, – sotto il sole cocente, non è stata per me pesante: è troppa la bellezza che c’è attorno da ammirare per sentire la fatica.
Arrivati quasi alla spiaggia, si trova una bellissima casa in stile dammuso: è quella dove ha vissuto Domenico Modugno fino alla sua morte, anzi è morto proprio su quella spiaggia, davanti a quel mare, che lui aveva denominato la piscina di Dio.
Lasciati i teli e piantato il nostro ombrellone, siamo andati subito in mare: lo spettacolo è indescrivibile, non esagero se faccio quel paragone, che in genere non mi piace sentire con il mare, delle Maldive, dove sono stata 5 volte: il contesto è molto differente, non c’è il reef e i pesci (ma attorno alle rocce qualcuno si vede), ma il mare, sì, ha quei colori!!
Dalla spiaggia, andando verso l’isola, con la bassa marea talvolta appare un istmo di sabbia scoperto; gli occhi si riempiono di meraviglia, la roccia di fronte all’isola ha un colore bianco e dorato, ed è un incanto, e.. non si può non essere felici in un posto così!
Stiamo tanto in acqua, a parlare, a guardare, a meravigliarci, a conversare anche con sconosciuti, perché si socializza facilmente condividendo il bello! Poi torniamo nel nostro piccolo spazio di sabbia.
Non rimaniamo ancora tanto, la mattinata volge al termine e decidiamo di tornare prima di quanto sarebbe stato possibilele, le 13.30: il sole picchia e ci aspetta la salita.
Andiamo in via Roma per prendere un pranzo da asporto: oggi proviamo quello che si dice essere la gastronomia migliore dell’isola, Martorana.
La fila è lunga e fa caldo durante l’attesa del nostro turno, ma l’organizzazione è ottima e anche il cibo, che ci portiamo al b&b e mangiamo nel nostro patio, è davvero buono: proviamo anche il famoso il cous cous di pesce, oltre la tipica caponata.
Al pomeriggio decidiamo di goderci la terrazza del b&b di Cala Pisana e gli spazi freschi del giardino, e attendere il tardo pomeriggio di andare al Centro di Recupero delle Tartarughe a Punta Sottile.
La visita è davvero interessante, soprattutto si sente la passione che ci mettono volontari e medici in questa impresa: prima ci spiegano l’obiettivo del centro, poi possiamo vedere delle tartarughe carretta carretta che stanno curando, alcune nelle vasche in preparazione per la rimessa in mare, altre in vasche di lunga degenza e non si sa se potranno mai tornare in mare. Alcune tartarughe hanno mutilazioni gravi: ad una manca una pinna dorsale e quella opposta caudale.. la maggior parte sono state catturata accidentalmente con ami o reti durante la pesca, portate dai pescatori o dalle navi che le trovano in mare.
E’ impressionante quanto l’uomo possa essere causa di danni a questi animali: ci mostrano cosa hanno trovato all’interno dello stomaco di alcune tartarughe, grandi quantitativi di plastica: è terribile! ma la cosa importante è che ci siano strutture come queste, volte a prendersi cura di questi animali, a marchiarli e localizzarli nel tempo e nello spazio una volta riconsegnati al mare, a studiare i loro comportamenti, per venire a sapere un pò di più su questa specie. Il centro di soccorso raccoglie circa un centinaio di tartarughe e va avanti attraverso il lavoro dei volontari e alle donazioni da quasi vent’anni. Inoltre vengono tracciati sull’isola tutti i punti in cui le tartarughe vanno a deporre le uova, protetti con dei recinti, e scadenziati i tempi per la schiusa, e chi è in vacanza in quel momento può avere la fortuna di ammirare le piccole neonate tartarughe che vanno verso il mare! Apprendiamo anche una cosa bellissima che non sapevamo, ovvero che le tartarughe ritornano a deporre dove sono nate!
A questo link si può dare un aiuto affinchè vada avanti questa bellissima iniziativa https://it.lampedusaturtlerescue.org/donate
Soddisfatti di questa visita, andiamo a cena in una gastronomia del Porto Nuovo, anche questa molto ben organizzata e un’eccellenza a Lampedusa, la pescheria gastronomica da Gianni.
Saliamo poi in via Roma dove si tiene l’evento di cui ci ha parlato Paola, di fronte all’Archivio storico, dove entriamo prima per vedere con interesse reperti che riguardano Lampedusa, per leggere un po’ di storia, antica e recente.
Di fronte c’è il Museo Archeologico, e la libreria ambulante, l’unica dell’isola, ci racconta Paola, perchè Lampedusa non ha una libreria, ha solo una biblioteca, ottenuta tra l’altro con parecchi sforzi suoi e di altri isolani, che diventa utile soprattutto per i bambini e i ragazzi durante l’inverno quando non hanno altro, come punto di istruzione ed aggregazione.
Proprio in questa zona si tengono eventi e vengono proiettati film e documentari per far conoscere l’isola e la sua realtà, a chi è interessato.
Stasera sono previste letture di testi con musica e disegni, evento di cui ci ha parlato Paola, che hanno per tema le isole in generale, sensazioni, approdi, e ovviamente si parla anche di Lampedusa. Brani di libri, poesie, e una canzone, che conclude l’evento, cantata dalle donne che hanno letto i brani, che è stata un colpo allo stomaco.
E’ stato qua che siamo venuti anche a conoscenza dell’iniziativa “la coperta di Yusuf”
http://www.lacopertadiyusuf.it/
Il terzo giorno Cala Croce e il giro dell’isola e l’incontro con Francesco (21.7)
Dopo aver partecipato all’evento della sera precedente, a colazione pongo una domanda a Paola, qualcosa che non mi torna e a cui penso:
“Qua è tutto bellissimo, ma ho come la sensazione di essere in un grande resort da dove non esco, e so che fuori c’è dell’altro che non si vede. Che succede per davvero?“
Paola non risponde direttamente, dice che se ci interessa, nello stesso posto dove si è tenuto l’evento a cui abbiamo partecipato, c’è un’altra serata, oggi stesso, dove, Francesco, che era presente anche ieri sera, un operatore sociale che lavora al porto durante l’emergenza, presenta i suoi disegni e racconta storie.. sicuramente ci saremo, le diciamo senza esitazione.
Poi va a prendere un libro: “Se vi va di leggere qualcosa vi presto questo libro che è adatto per essere letto qui”.. Il libro si chiama “Appunti per un naufragio” di Davide Enia, un regista e attore amico di Paola, che prendiamo molto volentieri. Un libro bellissimo che ci avrebbe accompagnato a scoprire qualcosa di più, di Paola e Melo, dell’isola, dei vissuti di alcune persone che lavoravano e vivono l’emergenza e l’accoglienza, e con una bella storia di rapporto tra padre e figlio.
Decidiamo oggi di andare a Cala Croce. Il famoso bar Tunez noleggia lettini e poco oltre le 9 ce ne sono ancora in abbondanza. Scegliamo di non metterci sulla spiaggia, non tanto grande e già affollata, ma sulla punta delle rocce a destra, scelta che si rivela vincente perché c’è un arietta deliziosa, poca folla e un panoramè meraviglioso: stiamo da Dio per tutta la mattina davanti ad un mare con un colore sublime.
Facciamo una passeggiata fino alla parte opposta, e siamo abbagliati dall’azzurro e dalla trasparenza del mare.
La spiaggia è già pero’ invivibile e pienissima, la roccia qui emana un caldo pazzesco. Arriviamo alla caletta adiacente, Portun’Toni, molto carina e meno affollata e con un bel ristorante vista mare, che Paola ci ha consigliato e che andiamo a prenotare per la cena del sabato successivo.
Per pranzo torniamo a Cala Pisana, fermandoci a prendere qualcosa da mangiare di nuovo alla Pescheria Azzurra.
Nel tardo pomeriggio ritorniamo a Cala Croce con l’intenzione di fermarci per il tramonto, ma il sole ora batte proprio di fronte a noi e fa caldo, ma, soprattutto il Tunez, dalle 17 inizia a mettere una musica assordante che noi troviamo orrenda e fa a gara col locale sulla spiaggia di Cala Croce a chi riesce a prevalere con la musica più forte. Decidiamo allora che no, non stiamo bene lì, prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il nord dell’isola.
Il giro è bellissimo, a bordo della Mehari, sulla strada panoramica, una sensazione stupenda ci accompagna: distese di nulla, terra brulla e mare ma con un fascino che strega.. arriviamo ad Albero Sole, che è il punto più alto di Lampedusa, 133 mt.. Qui c’è una base militare e una piazzetta con una piccola nicchia in sasso, che ha all’interno un crocifisso. Sporgendosi un po’ fuori dalla recinzione verso le rocce, si può vedere la meravigliosa costa rocciosa a picco sul mare e lo scoglio denominato Vela, perché proprio quello pare. Paesaggio selvaggio incantevole..
Proseguiamo, passiamo dal famoso dammuso originale Casa Teresa, che sembra pero’ in stato di abbandono; ripartiamo e arriviamo dal famoso locale Sprizzando, conosciuto per gli aperitivi, ma c’è troppa gente e di nuovo quella musica per niente indicata al contesto, a nostro avviso (forse siamo troppo vecchi :)..
Intanto il sole comincia a calare, arriviamo al 35° parallelo, altro punto di ritrovo per la vista del tramonto, con il caratteristico cartello segnaletico..
Qui ci piace di più, un piccolo furgone vende bibite e drink e c’è meno folla, ci sono alcuni tavoli e sedie di fronte al mare, ed è un punto fantastico per osservare il tramonto.
Proseguiamo ancora con l’auto il nostro giro sulla strada panoramica, io sui sedili dietro della nostra Mehari mi godo questa strada, con una sensazione ben conosciuta che provo quando sono nella mia amata Fuerteventura..
Arriviamo in un altro rinomato punto aperitivi, “Oscia’ “, ma anche qui c’è troppa gente, ci accontentiamo quindi di fare le foto di rito al palo con i cartelli delle località..
Torniamo verso Cala Pisana, è un po’ tardi per fermarsi anche al faro di capo Gregale che sarebbe di strada, ma il giro dell’isola è stato comunque stupendo.
Usciamo per cena, andiamo in via Roma per arrivare in tempo all’incontro con Francesco. Decidiamo di fermarci in un piccolo ristorante a conduzione famigliare, Rivoli, dove mangiamo discretamente, proprio sulla strada del passeggio. Al termine della cena ci fanno omaggio anche di un sacchettino di fichi, un pensiero carino! Ci prendiamo 3 cannoli al Bar Cristal, e poi ci avviamo verso la fine di via Roma dove si tiene l’evento.
Francesco Piobicchi lavora con Mediterranean Hope, un’ associazione delle Chiese Evangeliche Valdesi e Metodiste, finanziato con i fondi 8 per mille. Si presenta raccontando che, lavorando al molo Favaloro, quando i migranti da gommoni e barche o dal mare vengono ripescati e portati sulla terra, gli è diventato necessario esprimersi disegnando i vissuti suoi, e le storie che sente dalle persone che arrivano. Cosi’ nascono i suoi Disegni dalla Frontiera. Inizia a presentarne alcuni e a raccontare.. Quello che sentiamo ci fa accapponare la pelle, storie terribili di persone che arrivano spesso traumatizzate, disperate, in fuga da torture allucinanti, in condizioni di salute pessime.. racconti simili a quelli ascoltati dalla viva voce di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che abbiamo avuto modo di sentire in un incontro tenutosi vicino a casa nostra, qualche anno prima. Alcune sono anche belle storie, emozionanti, di re-incontri e di nuova vita, ma comunque la realtà che ci mette davanti ci lascia scioccati, con le lacrime agli occhi, tanta tristezza e rabbia.. Mi colpisce molto anche quando racconta che, appena i migranti arrivano al porto e sbarcano, viene offerto loro subito un po’ di te caldo, un gesto di accoglienza dopo aver affrontato un viaggio e spesso un mare inclemente, a persone per lo più stravolte e impaurite.
Ci rendiamo conto, e forse solo un pò, di quante cose non si vedono, ne qui ne sui media, di come la situazione sia di difficile comprensione ascoltando solo una parte o certe notizie, di quanta manipolazione, disinteressamento, o interesse economico ci sia dietro una questione che non riguarda solo delle nazioni ma degli esseri umani, perchè di esseri umani sofferenti si tratta.. di come sia arduo capire se non si sentono certe testimonianze da chi vive e vede o ha vissuto queste situazioni.. così pure è difficile scrivere senza cadere nel retorico, quindi lascio piuttosto un video trovato su you tube dove Francesco racconta
Vogliamo contribuire e lasciamo un’offerta prendendo il libro dei disegni di Francesco e ci fermiamo a parlare un po’ con lui.
Questo è il disegno orginale di cui ci fa dono, che ora gelosamente conserviamo appeso nella nostra sala, davanti ai nostri occhi ogni giorni.
Il quarto giorno, Cala Francese, Chatu Persu, i tuffi a Cala Pisana (22.7)
Il giorno dopo la serata molto toccante in via Roma, durante la mia solita passeggiata mattutina, noto un traghetto della GNV a Cala Pisana. E’ la nave quarantena dove vengono portati i migranti, per fare la quarantena prima di essere portati all’hot spot che si trova nel centro dell’isola, a Contrada Imbriacola.
La nave sarà una presenza costante al largo di Cala Pisana, spesso ormeggiata dove c’è un piccolo molo e una strada senza uscita: la vedrò andare e venire in questi giorni, vedro’ talvolta le camionette che percorrono la strada, per me un promemoria dell’altro che esiste, oltre la grande bellezza, in questa isola. E mi sta bene così.
Oggi vogliamo visitare la parte nord est dell’isola, vicino all’aeroporto, che abbiamo già intravisto quando siamo andati a Punta Sottile a vedere il Centro di Recupero Tartarughe. Arriviamo a Cala Francese, ma dall’alto non ci entusiasma, nonostante pare vi abbia una villa Berlusconi: forse non è l’ora in cui risalta maggiormente, quindi decidiamo di spostarci nella attigua piccola cala di Chatu Persu.
Qui il mare è bello ma la spiaggia è piccolissima, piena di famiglie con bambini, c’è anche un simpatico bar. Ci facciamo un bagno ma non ci va di stare nella piccola spiaggia e siamo scomodi sulla roccia, quindi torniamo nella comodità del nostro b&b a Cala Pisana, ma passiamo a vedere Cala Spugne o Sponge, che è davvero carina: solo 2 file di ombrelloni, per forza si è davanti al mare!
Andiamo a pranzo al chiosco Kalos, sull’estremità del lastricato, di cui avevo letto buone recensioni, e in effetti il posto ha una bella astmosfera e i panini davvero buoni. Dopo un po’ di relax per me sulla nostra terrazza davanti al mare del b&b, ci spostiamo a fare il bagno dove c’è la scaletta per scendere dal lastricato in un mare che sembra una piscina: i colori sono pazzeschi, adulti e bambini si divertono come pazzi in quel mare bellissimo, a fare i tuffi, a fare snorkeling, a godersi quell’acqua trasparente..
Dopo il bagno andiamo in città con destinazione il famoso Bar Dell’Amicizia, rinomato per dolci e granite e, che vediamo ogni volta che andiamo in città, sbucando da una stradina. Il locale non è indimenticabile ma la granita siciliana è davvero buona, e anche i dolci, che sperimenteremo qualche giorno dopo. Arriviamo in centro e ci fermiamo da Comè, una gastronomia a fianco all’unica chiesa della cittadina di Lampedusa, che ha sul fondo, a Piazza Brignone, la fontana Cascella.
La piazza di fronte è un campo da calcio per i bambini che giocano, e punto di ritrovo per i ragazzi
Non ci accorgiamo che esageriamo a comprare il cibo questa sera, che ci mangiamo sul nostro patio, e ne resterà anche per il giorno dopo: è tutto davvero buonissimo! Ma prima di cena, andiamo a godere della vista della luce del tramonto a Cala Pisana
Il quinto giorno, il tour dell’isola in barca (23.7)
Scegliere la barca per il tour dell’isola è stata un’impresa. Quelle consigliate da Paola erano piene per i giorni in cui volevamo andare, andando al porto ci dicono che non sono potute uscire per il vento i giorni precedenti e quindi ci sono le uscite arretrate.. vorremmo andare con la Perla del mare, ottimamente recensita e troviamo il proprietario Giovanni, che non accetta prenotazioni via WhatsApp, ma il posto ce l’ha solo tra qualche giorno.. ci rendiamo conto che non vogliamo una barca troppo affollata da 18 – 20 persone, ma neanche troppo piccola come quelle per poche persone che interpelliamo,poca gente ma troppo poco spazio.. non vogliamo barche casinare, dove mettono musica a tutto volume, ma una atmosfera tranquilla; vorremmo inoltre evitare il buffet, dove la gente te si ammassa per mangiare, e nonostante questo requisito sia una regola per il covid, quasi nessuno lo rispetta e cercano di attrarre le persone con piatti succulenti e pieni di bel cibo.. alla fine decidiamo di prenotarci con la barca Sissy
(io sono quella seduta dopo il capitano che saluta)
E’ bella grande e accetta solo un massimo o di 12 persone, con il pranzo non al buffet (solo l’antipasto).
Lo spazio sulla barca è ottimo, il capitano Brignone e il figlio hanno disposto i teli delle persone dividendo bene gli spazi. La barca si ferma in tanti punti magnifici prt scendere in acqua, prima alla Tabaccara, dove si possono osservare le famose barche volanti, ovvero l’ombra delle barche nel bel mare azzurro trasparente, che le fa apparire come sospese,
poi al largo dell’Isola dei Conigli, a Cala Pulcino, e poi di fronte alla bellissima Punta dell’Acqua,
dove la roccia sembra d’oro, in quel mare azzurrissimo così invitante per il bagno… io sono davvero entusiasta
Facciamo tanti bagni, mangiamo antipasti siciliani, spaghetti alla ricciola e un secondo a base di alici e pomodorini e un dolce di pasta di mandorle.
Il nostro capitano ci mostra anche la barca di Claudio Baglioni, Respiro, che conosce e quando passiamo vicino Claudio sta facendo flessioni in acqua e lo saluta.
Le condizioni del vento ci consentono di fare il giro dell’isola: passiamo dalla punta estrema, Capo Ponente, le falesie mi ricordano quelle di Bonifacio, ci sono molti scogli e molte grotte nella costa rocciosa del nord.
Passiamo dal Faro Gregale, cala Mar Morto e cala Creta dove ci fermiamo per una merenda a base di buon melone, quasi di fronte alla villa di Baglioni.
Rientriamo al porto passando da Punta Sottile e dal Porto Vecchio, al Molo Favaloro una barca della guardia costiera sta trasportando dei migranti appena arrivati.
E anche sulla motonave c’è qualcuno che guarda con disprezzo, che non capisce la disperazione, che crede che queste persone abbiano un’alternativa, che non vede esseri umani col diritto al sogno di una vita migliore.
Il sesto giorno pomeriggio all’Isola dei Conigli e di nuovo giro dell’isola (24.7)
Anche stamane mi alzo presto e vado sul terrazzo di Cala Pisana. Mi godo la pace pazzesca e faccio anche un bagno in solitaria.
Raggiunta la famiglia per la colazione, ci rilassiamo nei bei spazi del nostro b&b, e all’ora di pranzo andiamo verso il lastricato in marmo di Cala Pisana, di nuovo siamo estasiati da quel mare che ci si presenta. Andiamo a mangiare nuovamente al Kalos, i cui panini ci erano piaciuti molto.
Al pomeriggio abbiamo la prenotazione per la spiaggia dei conigli. Andiamo verso le 15 e non c’è nessuna coda, parcheggiamo gratuitamente questa volta prima del parcheggio dei motorini.
E questa volta ci siamo attrezzati bene: la strada la facciamo sotto l’ombrellone!
I colori sono diversi, semplicemente meravigliosi. Questa volta c’e molta meno gente sulla spiaggia, è tutto più vivibile: lo rende la prenotazione e il rispetto delle regole imposte.
Ci fiondiamo subito in acqua ed andiamo verso l’Isola dei Conigli. Il colore del mare è così bello da farmi dimenticare i miei amati tropici. Stiamo in acqua a chiacchierare tra di noi e a scherzare per ore.
Torniamo sulla spiaggia, molta gente comincia ad andarsene ma noi restiamo fino alla fine, quasi soli con i volontari di Legambiente, a cui sono molto grata per questo lavoro di mantenimento di questo paradiso.. la spiaggia nella parte vietata alle persone si popola di gabbiani, il sole comincia ad andare dietro alla montagna, ed è uno spettacolo..
Risalendo guardo questo paesaggio e ho l’onore di vedere anche la spiaggia quasi deserta, davvero una visione sublime, e il sole illumina una parte della costa che diventa colore dell’oro. Questo posto è meraviglioso a qualsiasi ora.
Riprendiamo la nostra Mehari e rifacciamo la strada panoramica al nord dell’isola per goderci il tramonto. Ci fermiamo al 35 parallelo, il posto più in linea con noi, le nuvole oscurano il tuffo del sole nell’acqua ma è lo stesso magico..
Torniamo verso casa ancora estasiati di tutta la bellezza.
Andiamo a cena in via Roma, decidiamo per un hamburger al Molo 112, che è veramente gigantesco. La via principale è sempre più affollata.
Il settimo giorno, Cala Creta e Mar Morto (25.7)
Stamane di nuovo mi alzo presto e percorro tutta la baia profonda di Cala Pisana dalla parte della roccia.
Arrivo agli scogli a picco sul mare, davvero stupendi, individuo la casa di Claudio Baglioni e mi avvio lungo la strada, verso a Cala Creta. Ci sono alcuni residence, appartamenti e poi mi trovo proprio davanti alla casa di Claudio. Ovviamente nessun nome, ma faccio una foto di rito da mandare alle amiche sue fan. Suono, strada facendo? :)
Proseguo, e prima di cala Creta trovo un bella statua della Madonna che guarda il mare.
Cala Creta non ha spiaggia, solo un bar ristorante e una piattaforma dove sono posizionati dei lettini, ma dicono che abbia un fondale spettacolare. Più avanti molte villette fanno parte di alcuni villaggi, ma è tutto molto discreto, edifici bianchi, alcuni dei quali proprio sulla scogliera, con una magnifica vista mare. Anche qui è un bellissimo posto.
Ritorno alla base per la colazione, oggi abbiamo in programma la spiaggia di Mar Morto, che si chiama in verità Cala Calandra, e che non era in previsione ,perché non amo particolarmente le spiagge rocciose. Ma me ne hanno parlato come di una delle più belle.
Arriviamo, è attrezzata benissimo e ci facciamo mettere i lettini sul bordo del mare, e si sta proprio divinamente!
Il posto merita davvero, da una grande roccia c’è anche chi si tuffa, da una parte, e dall’altra una bellissima grotta mostra i suoi colori, mentre btutta la zona si presta per far snorkeling. Non è facilissimo l’acceso in mare e qui occorrono proprio le scarpette, ma il bagno è fantastico.
Stiamo così bene che torniamo a casa per pranzo, fermandoci di nuovo alla Arancineria Azzurra per assaggiare arancini con ripieno diverso, -qui sono tutti fantasiosi e buonissimi,- e poi torniamo a Mar Morto, a goderci la brezza del pomeriggio.
Per la sera abbiamo la nostra prenotazione per il ristorante Portun’tony che si rivela il migliore della vacanza: splendida vista sul mare di Cala Croce, ottimo servizio, piatti buoni e curati.
Decidiamo di andare a prendere un dessert in Via Roma, il bar Cristallo, meta del caffè dopo cena delle sere scorse, ci ha stuzzicato con la vista, dei suoi gelati e ci guadagnano quindi un tavolo per godercelo, vista passeggio.
L’ottavo giorno, il penultimo giorno, Cala Pisana (26.7)
E’ arrivato il giorno prima di partire da Lampedusa e io ho quel senso, conosciuto, di mancanza preventiva.
Avrei voluto fermarmi ancora oltre le 9 notti trascorse sull’isola.
Avevo ancora tante cose che avrei voluto fare: camminare sulle rocce dorate al tramonto da Cala Pisana a Cala Creta, trascorrere la fine della giornata a Cala Palme, percorrere ancora la strada panoramica, ritornare a Cala Croce, a Mar Morto, scendere a Cala Sponge, vivermi altre mattine in solitaria davanti al mare, e buttarmi quando ancora non c’è nessuno e il sole è basso, assaggiare i cannoli e le granite di altri bar, le lasagne di mare, vedere la grande panchina del faro Grecale, ascoltare altre storie, conversare piacevolmente con Paola e Melo, visitare il museo delle migrazioni..
e invece ci tocca andare, l’indomani, ma non senza un senso di gratitudine per quello che quest’isola, la sua storia e le sue persone ci ha regalato.
Dopo colazione decidiamo di andare al cimitero, che è proprio a Cala Pisana, attraversando la strada, dal nostro b&b.
Prima di entrare mi colpiscono due quadretti apposti all’ingresso
Sono toccata dalle parole di Emily Dickinson
“per uno sconosciuto gli sconosciuti non piangono ”
e rifletto sulla parentela vitale tra le anime, per cui provi “compassion” (nel senso di “patire con”) per il vissuto, la morte di un’estraneo come se lo avessi conosciuto, perchè certi sentimenti appartengono a tutti, certe situazioni non possono non toccare l’anima di un essere umano. Mi viene allla mente il concetto di fratellanza.
Entrando, penso a tutte quelle anime che si sono messe in viaggio con coraggio, da sole, all’istinto di sopravvivenza che devono avere per partire senza avere nessuno a fianco, senza alcun riferimento a destinazione..
..penso che io non ce l’avrei avuta quella forza di andare alla ricerca di una vita migliore, un attaccamento così forte alla vita.
Al cimitero c’e una zona con alcune croci fatte con le barche dei naufragi, alcune senza nome, come le tante tombe di nessuno saprà mai chi, e un monumento con la scritta:
Colpisce la tomba con la foto di un bambino, proveniente dalla Libia e morto nel naufragio a soli 4 mesi: è Yusuf, da cui l’iniziativa di cui abbiamo sentito parlare la prima sera, in Via Roma, la coperta di Yusuf. Una piuma è il simbolo delle morti in mare causate dalle ingiustizie subite.
Osserviamo tutto in silenzio con un groppo in gola.
Quel giorno decidiamo di goderci in pieno gli spazi del nostro b&b. Ognuno di noi trova il suo, nostra figlia un tavolo per disegnare nel cortile comune, mio marito un angolo fresco del giardino, io immancabilmente sul mare.
Da un po’ di giorni la spiaggia è parecchio affollata
e io mi sento davvero una privilegiata ad avere il mio posto sulla terrazza vista mare, sotto un grande ombrellone, senza gente attorno, se non una coppia anch’essa ospite del bb, rispetto a quelli accalcati sotto e di fianco.
Alla sera decidiamo di andare per cena al furgoncino davanti al campo sportivo, pescheria nuovo Vincenzo padre, dove già avevamo comprato ottimo cibo.. Ma l’organizzazione carente e il fatto che dobbiamo aspettare molto per dover prenderci il cibo in piatti di plastica e portarcelo in un tavolo, in un posto su una strada trafficata, allo stesso prezzo di un ristorante, ci fa desistere. Torniamo in via Roma e scegliamo di cenare da Voscienza.. dove anche qui non troviamo un servizio all’altezza e cibo nella norma..
Nella piazza in fondo a via Roma stasera proiettano un documentario sul naufragio davanti a Lampedusa del 3 ottobre del 2013, quando morirono 368 persone tra uomini, donne e bambini.. testimonianze di chi ha vissuto in prima persona e ha prestato soccorso, e persone che sono state soccorse. Di nuovo un colpo al cuore.
La partenza, (27.7)
L’ultima mattina a Lampedusa mi viene da piangere al pensiero di dover lasciare tutto questo. Vado sul terrazzo a vedere il sole che si alza, come altre mattine e lo scirocco rende la temperatura particolarmente gradevole, non troppo caldo. Esco dal cancello per andare sulle rocce ed ammirare tutto il panorama, da lontano, dall’alto, per l’ultima volta
Il b&b, il cimitero attiguo, la spiaggia dei tuffi, la scogliera che mi è entrata da subito nel cuore. Quella mattina non c’è neanche la nave quarantena sul molo.
Quanto mi mancherà aprire quella porta che dal giarddino mi conduce al mare…
È giunta l’ora di riconsegnare anche la nostra Mehari arancione, compagna di questo meraviglioso viaggio..
Ci fermiamo in via Roma per un’ultima granita al cafe Royal, prendiamo qualcosa per pranzo da Martorana e poi, sbrigate le pratiche dell’auto, ci riportano a Cala Pisana… le ultime ore sul terrazzo, l’ultimo bagno, l’ultimo pranzo nella nostra veranda..
e poi è ora che ci portino in aeroporto..
Andare al b&b Cala Pisana è stato andare nel posto giusto. Spazi giusti per noi come famiglia con figlia adolescente, terrazzo sulla spiaggia per evitare folla, ombra nel giardino, visto che non sopportiamo tanto stare al sole.
Ma anche il posto giusto per sapere qualcosa di più, per vivere interamente l’isola conoscere quello che non si vede.
Anche se intriso di dolore.
Sapevo che avrei pianto, dopo poche ore a lasciare questo posto: anche se il tempo è stato poco, come diceva il piccolo principe, si erano creati dei legami, con l’isola, con le persone.. dei ricordi..
“soffrirai, disse il piccolo principe”
Ma, come chiede il piccolo principe alla volpe, “cosa ci guadagni?”, io so bene cosa ci guadagno, anche senza chiedermelo.
Ci guadagno il profumo del mare.
Un cuore pieno.
Ricordi che fanno una vita.
Lasciamo l’isola pieni di gratitudine, ricolmi della bellezza che abbiamo incontrato e delle verità che abbiamo potuto vedere. A Paola e Melo il nostro ringraziamento
Grazie per l’accoglienza, l’umanità, e per la realtà che ci avete raccontato, per il coraggio, e per le persone che siete, che perseguono il valore della dignità degli esseri umani e della vita, per l’integrità, per non arrendervi, diventando modello e incentivo per noi e soprattutto per nostra figlia sedicenne, che accoglie i semi come terra nuova foriera di un nuovo futuro.. Un futuro, ci auguriamo di coscienza, rispetto e verità. Il posto è bellissimo, la nostra anima ha sentito il richiamo e noi l’abbiamo ascoltato e siamo stati benissimo.
La bellezza salva la vita, la bellezza è anche credere nei sogni e avere il coraggio di viverli
Se togli a una persona la possibilità di credere nel suo sogno, gli togli tutto.
E mentre siamo in attesa all’aeroporto pensiamo già come fare per ritornare presto a Lampedusa..

il ricordo che ho deciso di prendere di Lampedusa
Se volete sapere di più su Lampedusa e conoscere Paola e Melo e anche Francesco, potete guardare la puntata di Pif della trasmissione Il Testimone su Sky documentaries
tutti gli articoli su Lampedusa
luglio 2021
CASTELBRANDO (TV): Castellana per una notte e un giorno
In una giornata di sole d’autunno, col foliage che irrompe sulle colline del prosecco, la funicolare ti porta al castello Brandolini, che, dalla strada, si vede su, in alto, dominante il paese di Cison di Valmarino.
Castelbrando, da castrum del periodo romano, a fortezza nel periodo barbarico e ottomano, residenza nei periodi a venire, poi reggia nel periodo più recente, è stato magnificamente ristrutturato e reso luogo dove assaporare l’atmosfera delle epoche passate, godersi la vista delle territorio circostante, la sua area benessere, e una cucina raffinata.
Il suo nome deriva dalla famiglia Brandolini, che per secoli, dal 1300 alla metà del 1900, ne ebbero la signoria. Nel 1997 CastelBrando fu acquistato e restaurato dalla famiglia Colomban che lo rese splendido come si vede ora.
L’accesso è da un’entrata caratteristica con le tipiche bandiere medievali, per andare alla funicolare
In un attimo, l’ascensore, dopo la ripida salita, che mostra il paese diventare sempre più piccolo man mano che si sale, conduce al castello
Nella fortezza si entra attraverso la porta di una torre
Dalla strada di ciottoli, delimitata da un lato dalle mura merlate, si arriva all’ingresso del grande castello, uno dei più grandi ed antichi d’Europa, bianco con le finestre rosse.
Prima di accedere, merita fermarsi ad ammirare il panorama incantevole dalla balconata sulle colline, che si trova davanti all’ingresso
La sala della reception introduce in quell’ambiente regale che si può immaginare, immenso
Sulla sinistra si nota subito lo scalone che porta a uno dei ristoranti, ad alcune camere e ad altre sale
un’altra scalinata porta al cortile interno
Proseguendo si va verso la zona della Spa da una parte, e all’ascensore che porta ad altre camere, dall’altra.
Il castello è davvero grande: è come stare in in piccolo borgo! E’ costruito su 9 livelli, ha 50 ettari di parco, e nel cortile interno ha anche una chiesa e un teatro.
Di notte è splendidamente illuminato, l’atmosfera diventa magica, all’interno
e all’esterno
I saloni riportano indietro nel tempo, l’area museale racconta di tempi passati
Alcune ricostruzioni impressionano, come quelle delle prigioni, tra cui una con il boia e il condannato a morte, a dimensioni reali, che si possono vedere sul percorso per recarsi al ristorante la Fucina
Il teatro Sansovino, del 1500, ora adibito a salone per conferenze, conserva la magnificenza di un tempo
Le armature, che ogni tanto si incontrano sulle scale, impressionano.
Il nostro pacchetto, prenotato direttamente dal sito dell’hotel prevedeva una notte, accesso di 2 ore alla spa, cena e colazione, si è rivelato adeguato alle aspettative e al prezzo speso, in un posto anche al di sopra dell’immaginato per bellezza ed atmosfera.
La nostra stanza, all’ottavo piano, una delle più piccole e tra quelle che in passato erano adibite alla servitù, era ben arredata per far sentire l’atmosfera
Si affacciava sul cortile interno del castello, questa era la vista dalla finestra
3 scale particolari nelle diverse aree sono presenti nel castello.
Il giardino esterno ha vedute mozzafiato, sulle colline e sui 2 borghi, Cison di Valmarino e Valmareno.
Sono presenti alberi enormi di diversa provenienza, tra cui l’abete per albero di Natale più grande ltalia
Un porticato contiene nelle nicchie alcuni esemplari di carrozze utilizzate in passato ed altri utensili di utilizzo comune.
Il giardino interno è raggiungibile tramite una scalinata che porta alla piazzetta della chiesa, e al teatro
ha una vista sul bosco circostante, incantevole d’autunno, e sul paese di Valmareno
Indubbiamente l’autunno con i suoi colori rende tutto ancora più magico.
Di notte, questa zona, illuminata dalla luna e dalle luci artificiali è molto suggestiva.
La Spa
La zona benessere è molto bella: è formata da una sala attrezzata con pesi, a vista, una piscina interna, non grande ma gradevole, con alcuni getti per l‘idromassaggio,
Ha inoltre una bellissima zona sotterranea, che corrisponde alle antiche terme romane, con 2 saune, in bagno turco (attualmente non uso per le regole Covid), un percorso kneipp, docce aromatiche, una zona relax con lettini e tisane, tutto molto gradevole
Il pezzo forte, per me, però è l’idromassaggio esterno. con vista dai merli sulle colline,
e la zona relax,
Al giungere della sera, tra il tramonto e l’illuminazione, acquista un fascino irresistibile
Nella spa si può rimanere, previa prenotazione, per un massimo di 2 ore e 30 minuti, tempo in cui davvero ho potuto godere della meraviglia e del relax che questo spazio offre.
Cena e colazione
La nostra cena, tenutasi nel ristorante più moderno, La Fucina, comunque elegante e raffinato, è stata con piatti davvero gustosi e buoni, e ben presentati
La colazione ricca e variegata, viene servita nelle sale affrescate del ristorante Sansovino, dove ti puoi sentire come una di quelle donzelle che frequentavano il castello, o che si ritrovavano per il rito del te pomeridiano e per le chiacchiere di corte
Dalle finestre si vedono stupendi panorami da un punto privilegiato
Inutile dire quanto il mio entusiasmo fosse alle stelle, io e le amiche che mi hanno accompagnato in questo viaggio (ma il luogo è molto indicato anche per una ricorrenza romantica in coppia) abbiamo girato e rigirato, ispezionando ogni angolo, godendoci davvero questa esperienza davvero suggestiva, di essere castellane per una notte e un giorno!
Giro nei dintorni
Questa zona del Veneto offre davvero tante cose da vedere, tanti percorsi interessanti ed itinerari enogastronomici, e noi, col tempo limitato, abbiamo dovuto fare una scelta. Ci sarebbe piaciuto arrivare a Valdobbiadene, vedere i luoghi del suo famoso vino prosecco, ma restando a gongolare nel castello non avevamo sufficiente tempo.
Non potevamo esimerci dal visitare il borgo di Cison di Valmarino, che ospita il castello, classificato tra uno dei borghi più belli d’Italia. La piazza principale, Piazza Roma, è carina
Si affaccia sulla piazza la chiesa settecentesca,ed alcuni edifici affrescati, ed è percorsa da vie strette caratteristiche e graziose
Un bel ponte, contornato dal bel foliage della stagione autunnale, porta verso le Vie d’Acqua, un trekking che segue il corso del fiume Rujo, e comprende anche una passeggiata lungo la via dei Mulini, che, anche qui, per mancanza di tempo, non siamo riuscite a fare e di cui abbiamo appena assaporato la bellezza.
Da Cison di Valmarino, siamo salite e scese dalle colline trevigiane, tra i vigneti
In una ventina di minuti siamo arrivate a Refrontolo, per vedere il Molinetto della Croda, un vecchio mulino con una grande macina, del secolo XVII, che poggia sulla roccia (la “croda”) molto ben restaurato.
Un angolo davvero suggestivo soprattutto con la bellissima giornata di sole che la fortuna ci stava riservando.
https://www.molinettodellacroda.it/
Le tappe lungo la strada, all’andata e al ritorno: Treviso e Conegliano
Prima di arrivare a Castelbrando abbiamo fatto tappa a Treviso, distante circa 40 chilometri.
La città, attraversata dal fiume Sile, che circonda il centro storico, è davvero bella e merita la visita.
Sulla via del ritorno, attraversando le dolci colline venete del prosecco, ci siamo fermate a Conegliano: anche questa è una bella bella cittadina, con un gradevole centro storico
Soprattutto mi è piaciuta la Rocca di Castelvecchio
Il percorso per arrivarci a piedi, in una quindicina di minuti, è tramite una suggestiva strada in salita. che costeggia un’antica cinta muraria medievale
Il nostro breve giro sulle colline del Prosecco, 55° sito italiano riconosciuto dall’Unesco, in Veneto, finisce qui, abbiamo visto posti molto belli, ed è stata davvero una bella esperienza dormire in un castello … ovviamente il tutto accompagnato dal buon vino della zona!
ottobre 2021
Ti interessano altre mete in Italia?
Piazzetta Betlemme e i suoi dipinti, a SAN GIOVANNI in PERSICETO (BO)
È una piccola piazzetta, anche un po’ imbucata, Piazzetta Betlemme a San Giovanni in Persiceto, nella pianura bolognese, cittadina famosa anche per il suo carnevale, distante solo una quindicina di chilometri da casa mia che abito tra Bologna e Modena
Ne avevo sentito parlare da un po’ e avevo ammirato delle foto molto belle ma non l’avevo mai vista: ieri mi trovavo proprio lì e sono andata a cercarla.
San Giovanni in Persiceto
San Giovanni in Persiceto è un paese con un centro storico medievale gradevole, ad impianto concentrico, con le strade che riversano su Piazza del Popolo, dominata dalla chiesa Collegiata di San Giovanni Battista (dove sono presentii anche dipinti di Guercino, Albani, Gandolfi e Guardassoni)
Alcune vie hanno i portici, che sembra di essere a Bologna; negozi belli e particolari, un grande mercato il mercoledi’ sulla piazza e per le vie del centro, ed è soprattutto conosciuta per il suo storico carnevale, tra i più importanti d’Italia, che la riempie di gente ed allegria.
Qualche opera in centro qua e là, cattura gli sguardi, in primis la statua del gatto RE Gino, in memoria di un gattone bianco e rosso che per anni ha girovagato per le vie, entrando nei negozi, nella sala comunale, in teatro, conosciuto da tutti e diventato un simbolo e la mascotte del paese.
Lungo il portico del palazzo del comune si trovano simpatiche panchine dipinte.
La cittadina è rinomata anche per il suo Osservatorio astronomico comunale realizzato dal Gruppo Astrofili Persicetani, con un telescopio per l’osservazione planetaria e per la fotografia e altra strumentazione per lo studio del cosmo, e molto attivo nel campo della didattica e della divulgazione. E’ collegato al Museo del cielo e della terra, un planetario con uno schermo a cupola semisferica sul soffitto, che contiene 50 posti per l’osservazione virtuale del cielo e una telecamera collegata con il telescopio dell’osservatorio astronomico, che permette di osservare realmente le stelle e le galassie, il sole e la luna: quasi ogni scuola del circondario ci ha portato i propri studenti almeno una volta!
Nelle notti attorno al 10 agosto si svolgono nel giardino del Planetario le Persiceteidi, un’ occasione per osservare le stelle cadenti ad occhio nudo in compagnia, iniziativa del gruppo astrofili Persicetani.
Piazzetta Betlemme
Piazzetta Betlemme non la trovi per caso. Devi proprio guardare dov’è e arrivarci. Rimane nascosta, poco dietro alla piazza principale, fuori dalle stradine più caratteristiche.
Te la ritrovi davanti, piccola ma molto armonica e vivace, ed ha la particolarità di avere tutti, ma proprio tutti gli edifici della piazza dipinti, non solo qualche muro, a differenza di altre cittadine, come per esempio Dozza Imolese, dove i murales sono distribuiti in una parte di alcuni stabili in tutto il paese.
Stupende e colorate scene di vita rurale che creano un’atmosfera bucolica: gli animali da cortile, le piante rampicanti, ortaggi e fiori che decorano finestre e porte, panni stesi, perfino scarpe ed abitini appesi.
Un’intera piazza, salvata dal degrado, che è diventa un’opera d’arte.
Ogni facciata è ricca di colore e particolari. Nella piazza risiedono anche alcuni negozi, mimetizzati dai dipinti; in particolare una trattoria dove dicono si mangi molto bene, ottima cucina locale che mi propongo di andare a testare, e che, durante le serate estive, con i tavoli fuori lungo la piazza e le tovaglie a quadri, contribuisce a creare un atmosfera molto particolare e pittoresca!
I dipinti sono stati progettati e realizzati da Gino Pellegrini, negli anni 90, che fu importante scenografo cinematografico e pittore, con una tecnica chiamata trompe-l’œil, per cui il dipinto risulta realistico e tridimensionale e perfettamente integrato con gli elementi presenti. Per questo la piazza è stata anche denominata “Piazzetta degli inganni”: si guardi ad esempio questo particolare, le scale, il lavatoio su cui si poggia l’oca e la finestra sembrano veri!
Arrivando sulla piazza sembra di entrare in un altro mondo, alcuni l’hanno paragonata a una sorta di paesaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie: quello che posso dire io è che, con il naso all’insù e gli occhi sgranati, stupore e meraviglie mi hanno fatto compagnia per tutto il tempo che, con entusiasmo, ho girato e rigirato dentro al perimetro della piazza!
Come arrivare a San Giovanni in Persiceto
in auto: da Bologna: per la Via Emilia, fino a Borgo Panigale, svoltare per la Strada Provinciale Persicetana 568 in direzione di San Giovanni in Persiceto; dall’autostrada, da Bologna: dall’A1 uscita Borgo Panigale, prendere la Persicetana SP 568 (Persicetana) in direzione di San Giovanni in Persiceto.
in autobus: dall’Autostazione di Bologna c’è il bus 576 per San Giovanni in Persiceto (orari e tariffe visita il sito Tper)
Come arrivare a Piazzetta Betlemme
da Piazza del Popolo, il centro di San Giovanni Persiceto, percorrere Corso Italia verso Porta Garibaldi e prima della Porta, girare a destra verso Via Sant’ Apollinare e poco dopo sulla destra si arriva in Piazzetta Betlemme.
novembre 2021
non distante
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LAMPEDUSA: informazioni e suggerimenti per organizzare il viaggio
Ecco come abbiamo organizzato il nostro viaggio a Lampedusa, spunti che possono essere utili per chi volesse andare!
Lampedusa è un’isola molto piccola, 4 km di larghezza e 12 di lunghezza, fa parte dell’arcipelago delle isole Pelagie e sorge in mezzo al Mediterraneo o Mare Nostrum, come chiamato dagli antichi romani.E’ più vicina all’Africa che all’Italia, da cui dista 100 km, mentre la separano 200 km dalla Sicilia. La Porta d’Europa, il monumento in memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare, lasciando le coste africane, fuggendo dalla guerra o alla ricerca di un futuro migliore, per chi arriva dall’Africa è la prima cosa visibile della terra d’Europa.
Come arrivare a Lampedusa

Il nostro alloggio: il Bed and Breakfast Paola e Melo a Cala Pisana



E poi ci si innamora..
Ci si innamora di un posto, non perché sia perfetto o il più bello del mondo, ma perché ti fa stare bene. Perché è, e ti da, tutto quello che cercavi; perchè è quello che ti risuona dentro, che ti fa percepire bellezza, verità, e pace.
E’ quello dove crei i tuoi ricordi felici: quelli a cui attingi quando ne hai bisogno, o nei momenti bui, o di attesa.
Unanimainviaggio – Lampedusa, Cala Pisana
Il bb Paola e Melo è un’oasi a Cala Pisana, e forse in tutta Lampedusa.
Informale, colorato, semplice, in stile etnico. I proprietari ti accolgono all’arrivo all’aeroporto, e ti portano quando arriva il momento di ripartire. Disponibili per tutto, ti mettono a disposizione ombrelloni per la spiaggia, maschere e pinne, borse frigo, teli mare, acqua da tenere nel frigorifero.. a noi hanno messo a disposizione anche n bollitore dietro nostra richiesta!.. e ti prestano perfino i libri della loro ricca libreria!










Cibo


Noleggio Auto


Escursione giornaliera in barca






Isola dei Conigli
Spiagge di Lampedusa
Se ti interessano altre informazioni, puoi scrivermi e comunque qui trovi tutti gli articoli su Lampedusa ====> https://www.unanimainviaggio.it/lampedusa/
*quando si ha diritto a risarcimento per volo in ritardo o cancellato: Poichè è capitato spesso di sentire che un volo sia stato ritardato o cancellato e non tutti lo sanno, riporto qui i casi in cui si ha diritto a un RISARCIMENTO:
- quando un volo viene cancellato, prima di 14 giorni dalla partenza, la compagnia aerea ( se possiede la licenza rilasciata in un Paese dell’Unione Europea e tranne circostanze eccezionali non prevedibili) può offrire sempre un rimborso del biglietto o un volo alternativo
- quando una cancellazione avviene meno di 14 giorni dalla partenza, si può avere il risarcimento oltre al rimborso del biglietto
- in caso di ritardo: di due o più ore per tutte le tratte aeree fino a 1500 km; di tre o più ore per tutte le tratte aeree europee ed extra europee comprese tra 1500 e 3500 km; di quattro o più ore per le tratte oltre i 3.500 km al di fuori dell’Unione europea come da schema sotto riportato
Il passeggero ha diritto a un risarcimento per il volo cancellato o ritardato, tra i 250 e i 600 euro, in base al Regolamento (CE) 261/2004
- Tratte fino a 1500 km : €250 di risarcimento
- Tratte tra i 1500 – 3500 km: €400 di risarcimento
- Tratte superiori ai 3500 km: €600 di risarcimento
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L’isola e la spiaggia dei Conigli a LAMPEDUSA

L’isola dei Conigli, la relativa spiaggia e tutto il contesto della zona è davvero uno dei più bei paesaggi di mare mai visti.



Come arrivare alla Spiaggia dei Conigli
















La spiaggia e l’ isola dei Conigli
Una volta arrivati alla spiaggia, sull’asciugamano si sta molto poco, quindi la mattinata in cui eravamo tutti ammassati poco ci ha importato: è troppo bello godere di quel mare spettacolare.




Dalla spiaggia dei Conigli si può raggiungere a piedi l’isola dei Conigli, che è un piccolo isolotto di roccia di 4 ettari, collegata da un istmo sabbioso, visibile in caso di bassa mare ma sempre con acqua poco profonda



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Le spiagge di LAMPEDUSA e il resto non perdere
A Lampedusa ci sono spiagge di sabbia e spiagge di scogli, e spiagge dove sono presenti sabbia e scogli.
Io che amo le grandi spiagge di sabbia, sull’isola ho molto apprezzato anche quelle di scogli, piuttosto che le piccole spiagge di sabbia molto affollate, talvolta ben ventilate, che offrono una bella vista mare e sono ben attrezzate con ombrelloni e lettini sulla scogliera.. anzi, devo dire che me le sono godute tantissimo!!
La spiaggia dell’isola dei conigli
Questa spiaggia è talmente bella che gli ho dedicato un articolo a parte
La Guitgia
La spiaggia della Guitgia è bellissima, appare interamente salendo sulla strada, dopo la curva del porto. Ha attorno roccia, ma il tratto di sabbia centrale è spettacolare: peccato che essendo attrezzata, sia nel lato sabbioso che nel lato roccioso, ed essendo cosi fruibile, nel centro cittadino, e comoda anche per i bambini, risulti terribilmente affollata nei mesi di punta. Tanto che noi, oltre a vederla dalla strada, ci abbiamo fatto solo una passeggiata al tramonto.
Cala Croce, Portu ‘Ntoni e Cala Madonna
La spiaggia di Cala Croce e la spiaggetta attigua di Portu’Ntony sono anch’esse stupende, sebbene molto affollate nella parte di sabbia attrezzata, nei mesi centrali estivi. Ma sulla parte appena sotto al bar Tunez, sugli scogli, noi siamo stati divinamente, godendo di un venticello delizioso, che non c’era sulla scogliera di fronte, e che ci ha tenuto fresco al mattino, sotto l’ombrellone, regalandoci la possibilità di godere di un panorama dall’alto strepitoso. Mentre al pomeriggio dopo le 17, con l’intenzione di aspettare il tramonto, siamo letteralmente fuggiti via quando i due bar-ristorante hanno iniziato a mettere una musica per noi orrenda con Dj set, facendo a gara a chi la teneva più alta! Davvero terribile per noi, pur comprendendo che a qualcuno possa piacere!
Accanto a Portu’ntoni si trova anche Cala Madonna, baia lunga e stretta con spiaggetta piccola, ma con mare molto bello.
Cala Pisana
Va beh, Cala Pisana è nel mio cuore perché è la spiaggia che era davanti al b&b Cala Pisana da Paola e Melo, dove alloggiavamo. La cala è lunga e stretta, con una piccola spiaggetta di sabbia all’estremità, che e io mi sono goduta a tutte le ore: al mattino alle 7, quando mi alzavo e facevo la mia passeggiata lungo gli scogli, fino anche a Cala Creta, o mi mettevo a leggere, o a fare un bagno prima di colazione
talvolta dopo pranzo sotto l’ombrellone, sul terrazzo del b&b,
o a sera tardi, dopo il tramonto, quando restava deserta e la luna arrivava. La parte di mare più bella è quella laterale che costeggia la strada, pavimentata e attrezzata con ombrelloni e scalette per buttarsi in un mare da sogno, con sfumature accese dell’azzurro e del verde e tanti pesci che si vedono anche dall’alto
Cala Creta
Cala Creta è completamente rocciosa, e su uno spiazzo è possibile affittare lettini ed ombrelloni. È rinomata per i bei fondali: io l’ho vista solo dall’alto e dal mare
Cala Mar Morto
Cala mar Morto, come è chiamata Cala Calandra, è una spiaggia di roccia spettacolare. Rocce sui bordi, che hanno attrezzato, e dove si sta divinamente perché soffia sempre un bel vento; rocce nel mare pieno di pesci, a cui si accede con un pò di difficoltà (raccomandate le scarpette da scoglio); e rocce alte attorno, anche per fare i tuffi. Ha anche una bellissima grotta in cui si puo’ entrare a nuoto. Indubbiamente esercita un fascino particolare, ed io, da non amante delle spiagge rocciose, ne sono rimasta ammaliata.
Cala Francese, Sciatu Persu, Cala Maluk, Cala Spugne
Queste calette si trovano nella parte sud orientale dell’isola, a fianco all’aeroporto e vicino alla Porta d’ Europa, sulla via per il Centro di Recupero Tartarughe.
Con Cala Francese, al mattino, non è stato amore a prima vista, quindi l’abbiamo abbandonata subito per Sciatu Persu, piccola ma graziosa, sebbene particolarmente frequentata da famiglie con bambini, per il facile accesso ad un bel mare
Di ritorno ci siamo fermati a Cala Sponge o Spunge, che è sotto un costone: è molto stretta, ma cosi se si affitta l’ombrellone si sta al massimo in seconda fila davanti a un tratto di mare molto bello. Cala Maluk l’abbiamo vista anch’essa passando: gli ombrelloni si inerpicano sulla roccia e si vedono dalla strada, e sembra molto simpatica.
Queste spiagge sono belle, e sicuramente da vedere, ma devo dire che ho preferito le spiagge della costa sud.
Cala Palme
Cala Palme non è una vera propria spiaggia balneare, non è frequentata di giorno, forse perché vicina al porto vecchio. Ma l’ho trovata bellissima, nonostante i tanti natanti di fronte, per il fascino che esercitano su di me le palme, soprattutto all’ora del tramonto, dove ci di può fermare al suo bar per drink.
Ci sono anche altre spiagge che non abbiamo visitato: Cala Pulcino, un po’ complicata da raggiungere, rimane oltre la spiaggia dei Conigli, Cala Uccello, Cala Galera, Cala Greca.. Sarà per una prossima volta! (che ci sarà di sicuro:)
Informazioni sulle spiagge anche a questo link
https://visit.lampedusa.today/beach-tour-lampedusa-spiagge-da-non-perdere/?fbclid=IwAR0hmsG7qNcvK3lOmHcU-nYT8Lyl60GNrpGLd5obqsQGzw8B2ALCu9pugrU
Il resto da non perdere a Lampedusa
La strada panoramica e gli aperitivi al tramonto
Le rocce a picco sul mare e il sole che scende in acqua e illumina le falesie su di esso, offrono paesaggi spettacolari che si prestano per essere goduti al tramonto.
Via Capo Ponente, percorre la parte sud dell’isola fino a Capo Ponente, e poi la strada panoramica prosegue verso il nord dell’isola che è per lo più deserta e meravigliosa
Però.. c’è un però.. i localini, anche improvvisati con truck, sedie e tavolini, diventati oramai un’istituzione, dove bere qualcosa e socializzare davanti a cotanta bellezza, si affollano per l’attesa, e sono diventati dei punti di ritrovo
..i più vicini Tunez e Club Cala Croce, e quelli più a nord Sprizzando, Oscia, 35 parallello, ecc..
ll “però” è sulla scelta della selezione musicale, che a noi non è piaciuta, abbiamo avuto l’impressione che questi posti perdano davvero la loro natura, il romanticismo e il fascino del momento. Tra questi, comunque, quello che più mi è piaciuto come collocazione è stato il 35 parallelo

Il Centro di recupero Tartarughe

La Porta d’Europa

Il Belvedere di punta Albero Sole

Dammuso Casa Teresa

La scala colorata









e ancora, il faro di Punta Grecale con la panchina gigante, e la chiesa della Madonna di Porto Salvo.
E poi ancora merita fare il tour dell’isola in barca, affittare una Mehari, provare tutti i cibi tipici..
Dimenticato qualcosa??
Si!! ribadire quanto è bella Lampedusa!
tutti gli articoli su Lampedusa
Regale TORINO

Non ero mai stata a Torino e lo stesso la mia famiglia, e con l’uscita dei voucher della regione Piemonte per rilanciare il turismo, dove a fronte di una notte pagata altre 2 erano omaggio, decidiamo di non farci scappare l’occasione (promozione ancora valida https://www.visitpiemonte.com/…/la-nostra-ospitalita-e…)
Torino, l’alloggio
Per la nostra visita scegliamo di alloggiare al Best Western Hotel Piemontese, in zona Porta Nuova, quartiere San Salvario.
La posizione è buona, per arrivare alla stazione e all’inizio della centrale via Roma, occorrono 10 minuti a piedi, ma Torino è grande quindi per andare in centro e tornare, e non arrivare a sera stanchissimi, consiglio di prendere qualche mezzo pubblico, se si decide per questo hotel (alla stazione Porta Nuova ci sono i distributori di biglietti, che si acquistano anche con l’App GTT).
Il quartiere è pieno di locali e l’hotel è all’interno di un palazzo d’epoca molto bello,
Gli spazi comuni sono moderni e gradevoli
La nostra camera tripla affaccia sul cortile di una caratteristica casa di ringhiera, con una vista molto carina
Le camere comfort sono veramente belle, con soffitto di mattoni, un bel bagno spazioso e zanzariera sul letto.
Cosa visitare a Torino in 3 giorni
Tre giorni a Torino non sono sufficienti se si vuole visitare tutto quello che la città offre e con calma. Noi abbiamo visto tante cose ma scarpinando molto, e a volte un po’ troppo frettolosamente, e senza il tempo di tornare nei luoghi che ci sono piaciuti, e viverci tranquillamente la città.
I musei di Torino
Museo del cinema
Il museo del cinema si trova all’interno dell’edificio della Mole Antonelliana, ed è veramente particolare e curioso, per cui vale la pena visitarlo.
Si puo’ percorrere la storia della nascita del cinema, vedere tante belle ambientazioni, permettersi un giro sul red carpet,
Sdraiarsi su poltrone rosse in relax e vedere spezzoni di film, percorrere le gallerie con foto bellissime dei divi del cinema..
Davvero un museo simpatico e divertente!
Attenzione: il biglietto combinato della salita alla Mole + Museo del cinema è più conveniente ma le disponibilità per salire alla Mole sono meno, -non so se solo in questo periodo-, per cui è opportuno prenotare se si vuole salire anche con l’ascensore!
Museo Egizio
Il museo egizio di Torino è il secondo museo per importanza dopo quello del Cairo. Avendo poco tempo e avendo già visto quello del Cairo l’intenzione iniziale era di saltarlo, ma poichè un’amica me lo ha fortemente consigliato, con la visita guidata (da prenotare), così abbiamo fatto, ed è stata veramente un’esperienza molto interessante.
Oltre ad esserci un’ambientazione molto bella e reperti davvero interessanti, la guida ci ha parlato delle scoperte dell‘egittologo Ernesto Schiapparelli, scopritore della tomba di Nefertari, nella Valle delle Regine in Egitto, a cui si devono tanti reperti presenti nel museo (quando ancora si potevano portare via dal luogo dove erano trovati) e ci ha raccontato, a differenza di quanto solitamente si studia o si vede, della vita e della morte di persone diverse dai faraoni. In particolare, mostrandoci i ritrovamenti, ci ha parlato della tomba dell’architetto Kha e degli oggetti di uso quotidiano trovati nelle tombe intatte sua e della moglie.
Si possono ammirare anche una serie di sarcofagi interessanti, e delle bellissime sfingi, con un gioco di specchi molto affascinante
Molto interessante venire a conoscenza che, con l’avvento della tecnologia, c’è la possibilità di sottoporre le mummie a Tac per analizzare i resti umani, senza così dover togliere le bende e rovinarli, come è stato fatto per quelle ritrovate di Kha e della moglie .
Museo dell’automobile
Neanche al museo dell’automobile avevo molto interesse ad andare, mentre mio marito lo aveva in programma, ma sentendo pareri entusiasti ho deciso di andare anch’io: ed in effetti è un gran bel museo!
Si può vedere la storia delle automobili, dalle prime create
a quelle che ricordo della mia infanzia e adolescenza
a quelle viste nei film americani
e a quelle di ultima generazione.
Ci sono anche interessanti informazioni per gli appassionati
e simpatiche creazioni con l’utilizzo di parti di auto
Le altre attrazioni
Mole Antonelliana
La Mole Antonelliana si trova in una via del centro neanche tanto grande, e non in una piazza come avevo immaginato.
Essendo il simbolo di Torino ovviamente desta stupore e curiosità
La salita con l’ascensore, nonostante l’attesa del proprio turno (e se si prenotano i biglietti online si ha l’ingresso preferenziale, senza code, diminuendo l’attesa), è la cosa che più mi è piaciuta perchè si entra proprio dentro alla cupola, e si vede dall’alto la parte centrale del museo del cinema. La vista della città, una volta giunti sulla cima, è bella, ma come dicono alcuni, manca la Mole!!
Palazzo Reale
Il Palazzo Reale appare nella sua magnificenza, bianco candido, sulla spaziosa Piazza Reale
Vicino, c’è il bellissimo Palazzo Madama
La visita del Palazzo Reale, dimora storica della famiglia sabauda e Patrimonio dell’UNESCO, merita per la ricchezza dei saloni barocchi, per l’armeria reale e per l’esposizione di alcuni mezzi di trasporto usati all’epoca.
Dal Palazzo si accede alla Cappella della Sacra Sindone, patrimonio Unesco, dove un tempo era conservata la Sindone appunto, che fu poi trasferita nel Duomo, in seguito ad un incendio avvenuto nella cappella. Da qui, si può vedere l’interno del Duomo di San Giovanni dall’alto, collegato ma senza accesso.
Non ultimi, la bellezza della vista da una delle finestre del Palazzo
e i giardini reali
Il parco del Valentino e il lungo Po
Il Parco del Valentino, che costeggia la riva del fiume Po, perpendicolare al centro città, è davvero un giardino magnifico. Ospita il Castello del Valentino, anch’esso bianco e stupefacente
e un borgo medievale perfettamente ricostruito
oltre che il Giardino roccioso, uno spazio con ruscelli, cascate, piante e aiuole con fiori di numerose varietà,
e abitato da tanti scoiattoli che saltellano con le loro codone e si godono tanta bellezza.
Da segnalare anche le numerose installazioni presenti, create con materiale riciclato da Rodolfo Marasciuolo, il così denominato giardiniere-artista. Tra le più famose, che ci siamo divertiti a cercare, i lampioni innamorati
il pescatore
il ranocchio
Il Duomo e la Chiesa della Grande Madre di Dio
Il Duomo, dedicato a San Giovanni Battista, nell’omonima piazza, non mi ha particolarmente colpito, forse perchè ad agosto la piazza era deserta o forse perchè mi è sembrato strano che la chiesa più importante della città si trovasse in un punto quasi secondario, dietro al palazzo Reale. Ha a fianco un campanile romanico, su cui dicono che salendo si ha una gran bella vista della città, ma l’abbiamo trovato deserto, e al suo interno è conservata la Sacra Sindone, non visibile.
La chiesa della Grande Madre di Dio appare imponente di fronte a Piazza Vittorio, attraversato il Ponte Vittorio Emanuele: è molto singolare, con le sue colonne frontali che fanno ricordare il Pantheon di Roma
Dalle scale che portano alla chiesa si ha una magnifica vista di Piazza Vittorio
Villa della Regina
La Villa della Regina si trova oltre la chiesa della Gran Madre di Dio, sulla collina di Torino. Arrivarci a piedi è davvero una gran scarpinata e una gran fatica col caldo di agosto! La villa seicentesca ha dietro dei grandi giardini e a fianco una vigna, è visitabile con prenotazione ma per mancanza di tempo non siamo riusciti ad ammirare i suoi interni.
La vista della città dalla collina è indubbiamente spettacolare, anche se, forse, un po’ lontana!
Più vicino e senza dubbio meno faticoso è salire sul Monte dei Capuccini, a 300 metri dalla riva del Po, sempre dal lato della Chiesa della Grande Madre di Dio.
Non posso esimermi dall’inserire questo scatto che ho colto, in discesa dalla collina della Villa del Regina, del nostro gruppo Vacanze Piemonte, che ho chiamato: “chi erano mai questi Beatles??” :)
Porta Palatina
Porta Palatina, si raggiunge superando il Duomo di Torino, risale all’età romana, al I secolo d.c., ed è l’antica porta di accesso alla città, inserita nell’area del parco archelogico che comprende anche il teatro romano. Passando sotto i suoi archi si ha ancora oggi la sensazione di uscire (o entrare) nella città.
Da Porta Palatina si arriva a Porta Palazzo, dove è ubicata la grande Piazza della Repubblica, con l’edificio del mercato e il grande mercato all’aperto
Principali piazze e palazzi di Torino
Piazza San Carlo
Le piazze a Torino sono le cose che più mi sono piaciute. In particolare Piazza San Carlo, immensa e bianca, il salotto di Torino
apprezzabile a tutte le ore del giorno
e della notte
La via al centro città vero e proprio che porta in Piazza San Carlo è piazza CLN, delineata da due edifici, che creano l’effetto di una porta d’ingresso che interrompe la lunga Via Roma. Alla base ci sono due belle fontane con statue che rappresentano il Po e la Dora Riparia, mentre sul retro, affacciate sulla piazza, ci sono 2 chiesette gemelle.
Piazza Vittorio
Altra piazza per me stupenda è Piazza Vittorio Veneto, chiamata dai torinesi solo piazza Vittorio, una delle piazze più grandi d’Europa, con i suoi edifici bianchi e attorniata da portici, che guarda la chiesa della Grande Madre e il lungo Po, e da cui si vede la punta della Mole.
Piazza Carignano
Piazza Carignano deve la sua bellezza al palazzo omonimo, singolare rispetto agli altri perchè color mattone; sul lato, il bar della Farmacia è l’ideale per un aperitivo all’aperto (o un pranzo nel ristorante stellato) e dando una sbirciatina all’interno, si vedono gli arredi originali dell’antica farmacia dell’800 che ivi risiedeva.
Palazzo Madama
E’ uno stupendo Palazzo in Piazza Castello, poco prima di Piazza Reale. patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, e sede del museo civico.
Sul retro, troviamo il Castello
Palazzo fetta di polenta
Il vero nome è Palazzo Scarabozzi, è un palazzo curioso che si trova nel trafficato e anche poco attraente Corso S. Maurizio, chiamato cosi’ perchè lungo e stretto e di colore giallo.
Largo IV Marzo
Questa piazzetta mi è piaciuta particolarmente perchè piena di localini caratteristici dove mangiare, le cosi’ dette “piole”, piccole osterie con cibo locale a buon prezzo, e mi ha ricordato molto le piazzette parigine.. Qui ci siamo fermati a pranzo alla Piola da Cianci.
Gallerie e portici di Torino
A Torino, come a Bologna se piove non ti bagni: la città ha ben 18 km di portici, bianchi anzichè rossi, a differenza di quelli della mia città.
I portici in Piazza San Carlo ospitano il famoso Cafè Torino, risalente ai primi del 900, amato dai sovrani e frequentato da ospiti illustri, che ha sul pavimento davanti alla porta d’ingresso l’immagine di un toro rampante che dicono porti fortuna, come quello di Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, pestandogli gli attributi.
Molto belli anche i portici della lunga via Po, che sfocia in via Vittorio Veneto
Ma i miei preferiti sono stati senza dubbio quelli che svoltano a destra alla fine di Via Roma, verso piazza Castello: quando la via fa angolo ci si trova a destra la bellissima ed elegante galleria Subalpina, dove ci sono l’antico Cinema Romano e il caffè Baratti, i più antichi della città.
Altra bella galleria è la Galleria San Federico, che fu per molto tempo sede del quotidiano La Stampa, al cui interno si trova il cinema Lux, un altro dei cinema più antichi. Si può accedere anche da via Roma.
Torino di notte
Torino di notte è davvero uno splendore, ogni piazza ed edificio sono illuminati, ha un fascino particolare, che riporta davvero indietro in un tempo in cui magnificenza e regalità facevano da sovrane.
E non si puo’ lasciare Torino senza aver assaggiato il famoso “Bicerin“. Noi abbiamo provato la versione estiva, che è un vero e proprio dessert, preparato con caffè, cioccolato caldo e crema di latte (o panna montata), da gustare, come ci hanno suggerito, partendo col cucchiaino dal basso e venendo verso l’alto: una vera libidine!!
Qualche informazione organizzativa: la maggior parte delle attrazioni sono su prenotazione, ma si riesce ad entrare (facendo code e spesso con attese sotto il sole) anche senza. Volendo salire sulla Mole bisogna considerare che difficilmente si trova posto non prenotando. Io ho tenuto sotto controllo i posti disponibili sui siti, e prenotato un po’ all’ultimo momento, dovendo prendere però i pochi orari rimasti.
Regole Covid: Richiesto green pass e documento d’identità in tutti i musei. Purtroppo poi la gente, dopo l’ingresso, non fa attenzione a non creare assembramenti.
Pranzi e cene: Poormanger, tutto a base di patate, Porto di Savona in Piazza Vittorio, Piola da Cianci, Proseccheria di via Bertholet, Bistrot San Salvario e Sora Gina vicini all’hotel, La Piè -piadineria sotto la Mole, buonissima la piadina e anche il bicerin estivo, gelato di Biraghi -gusto unico fiordilatte, sotto i portici di piazza San Carlo.
In conclusione: Torino ci è piaciuta molto e sicuramente avrebbero meritato una visita anche a Superga e Venaria, che restano fuori dal centro… ma sarà per una prossima visita!
agosto 2020
Accogliente Lampedusa
Lampedusa, per me.
Lampedusa ti apre le braccia per mostrarti la sua parte migliore evidente, la bellezza e il blù prepotente e cristallino del suo mare, la sabbia morbida che lo accoglie, le rocce calde che brillano al sole, la terra brulla che si accende col calore, il suo cibo ricco, non solo nutrimento ma appagamento nella forma più completa del senso del gusto.
Accogliente per chi arriva dal continente o dalle isole, per apprezzare le meraviglie che vengono rivelate con fierezza ed orgoglio.
Lampedusa è punto d’incontro tra Africa ed Europa, passaggio di orario in pochi passi sulla spiaggia più bella dell’isola, una porta che segna il punto più lontano del nostro continente e, insieme, le tragedie del mare.
Lampedusa è un utero per le tartarughe che tornano nel luogo natio per deporre le uova, è protezione per loro e cura.
Lampedusa è trovare le tracce delle zampe di un cane, che è passato sul sedile della tua Mehari, durante la notte.
Lampedusa e l’attesa di un tramonto percorrendo le sue strade deserte, o davanti a una roccia a picco sul mare.
E mentre tu guardi l’immensa bellezza, con gli occhi che brillano e i sensi che si accendono e battono le mani, succede altro.
Lampedusa non è solo quello che appare. Lampedusa è quello che si vede e quello che non si vede.
A Lampedusa, in vacanza, se vuoi, puoi tenere gli occhi chiusi e non ti accorgi di niente. Ma se la coscienza ti chiama puoi vedere e ascoltare.
Lampedusa è chiederti, guardando l’orizzonte, se qualcosa sta accadendo in quel mare, a nostra insaputa; è sentire salire un senso di impotenza; è stima per chi ha il coraggio di un leone, di lasciare tutto, di affrontare quel mare, talvolta impetuoso e crudele, o assassino, e di scegliere di rischiare anche la morte, per il sogno di nuova vita, che possa essere definita tale.
Lampedusa è l’umanità delle persone che accolgono, che credono ancora nella dignità della vita.
Lampedusa è un traghetto che va e viene a Cala Pisana; è la nave quarantena, piena di storie tremende di esseri umani; è la barca della guardia costiera piena di persone appena sbarcate, e salve, a bordo; è le parole forti e toccanti di chi lavora alla frontiera, di chi sente il bisogno di condividere, dolore, morte, rinascita, verità.
Lampedusa ha 2 facce ma la stessa accoglienza.
Lampedusa ti accoglie e ti avvolge con la sua bellezza, ti stravolge con la sua storia, i suoi racconti. Lampedusa ti tocca e ti resta dentro.
Lampedusa per me è un cancello sul mare. E’ il b&b di Cala Pisana: un bagno al mattino, quando ancora la spiaggia è deserta. Camminare sulle rocce che scendono a picco, fino a Cala Creta e sentire il calore del sole che sale. Ammaliarmi con i profumi intensi del mare, delle piante, dei frutti dell’orto, deliziarmi di tutti i colori che vedo intorno. E’ andare in giro per spiagge e restare incantata.
E’ avere davanti lo spettacolo più bello di sempre, il mare. E’ ascoltare i racconti dei testimoni, di tragedie e salvatagg. E’ leggere un libro che parla di lei e di loro, dei naufragi, degli abissi, di fronte a quel mare, e provare qualcosa di indefinibile. E’ visitare un cimitero con tombe senza nome e croci fatte col legno di barche naufragate, e sentire risuonare dentro le parole di Emily Dickinson scritte all’ingresso: “Per uno sconosciuto gli sconosciuti non piangono”.
E’ toccare il coraggio di chi cerca una vita migliore, da una parte, e l’umanità delle persone che si prestano, lavorano e accolgono dall’altra. L’inferno che, con coraggio da ambo le parti, viene attraversato. E vedere la grande capacità, insita in tanti, di non arrendersi.
Lampedusa è un pensiero: che tutti gli esseri umani desiderano essere accolti.
Lampedusa è un pezzetto d’Italia, in tutto per tutto, in mare d’Africa.
Chi rifiuta
chi accoglie
chi non si arrende.
Chi resta umano.
luglio 2021
per non perdere gli altri articoli segui la mia pagina dove appena pronti li condivido https://www.facebook.com/unanimainviaggio
( su questo blog Lampedusa si trova in una voce dedicata sotto Italia e anche sotto Sicilia)
altro su la mia Lampedusa
LAMPEDUSA: informazioni e suggerimenti per organizzare il viaggio
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BOLZANO d’estate.. e BOLZANO d’inverno
BOLZANO D’ESTATE
Bolzano gioiello incastonato tra i monti, ma fa più caldo che a Bologna d’estate.
Bolzano case colorate ma con eleganza e discrezione.
Angoli di passato che spuntano e si mescolano tra i colori delle strade
La frutta sui banchi, spezie, fiori e cibarie, lungo Piazza delle Erbe, che piazza non sembra.
Bolzano e il suo duomo prezioso, il tetto piastrellato, verde, bianco e oro, che spicca
e il suo bel campanile
e gli affreschi della scuola di Giotto
Un incanto di sera
Bolzano e il Nettuno, fratello minore del nostro a Bologna, che sembra in incognito sulla via
Bolzano e le strade più belle, via Goethe e via Streiter, le mie preferite
Bolzano e i negozi dello shopping, dentro a palazzi eleganti, sotto ai suoi portici.
Bolzano e il Lungotalvera
un grande parco di prati ombreggiati e fioriti
su un fiume impetuoso
Bolzano, le piste ciclabili e le sue biciclette, tante, ma tante, come a Ferrara, che bisogna fare attenzione a non venire investiti
.
Bolzano e le sue piccole piazze, Piazza del Grano, Piazza delle Erbe, Piazza del Municipio
e poi quella grande, con la statua di Walther, che puoi immaginarla a Natale coi suoi mercatini
Bolzano e Otzi, l’uomo trovato tra i ghiacci, presente ogni dove, anche in un gusto di gelato
Bolzano e il centro storico piccolo e raccolto che lo giri in poche ore.
E poi c’è Soprabolzano, un panorama da incanto dalla sua funivia
Verde boscaglia, vallate dorate
E quando arrivi, se prendi il trenino del Renon,
ti porta tra monti, boschi e valli, e ti senti un po’ Harry Potter su quel treno rosso
Tra paesini da fiaba e balconi fioriti nell’altopiano
se scendi a Collalbo con una bella passeggiata arrivi alle Piramidi di terra, meraviglia della natura
Puoi godere di un pranzo su un terrazzo con vista
e le Dolomiti sullo sfondo
E se fai una sosta a Costalovara, ti godi silenzio e relax, davanti a un bel lago con attorno il bosco
Bolzano è una casa accogliente con vista di tetti e sui monti
È l’Hugo, i canederli, lo strudel e un bicchiere di Gerwurztraminer
Bolzano è un viaggio di lavoro, Bolzano è famiglia.. la prima notte fuori, per noi, dopo il lockdown del lungo inverno e di primavera.. Bolzano, per me, è finalmente addormentarsi in un altro letto, svegliarsi in un altro posto, con un altro panorama. Una boccata di aria nuova e fresca :)
informazioni ai link
https://www.bolzano.net/it/duomo.html
https://www.bolzano.net/it/oetzi.html
https://www.ritten.com/it/altipiano/highlight/funivia.html
https://www.ritten.com/it/altipiano/highlight/treno-del-renon.html
biglietto giornaliero funivia e trenino 15 euro (giugno 2021)
riferimento alloggio: Coopers apartaments, Via dei Bottai
gli appartamenti sul sito sono contraddistinti da un numero che corrisponde al piano, quindi alle rampe di scale da fare non essendoci ascensore, ma in palazzo d’epoca bellissimo di fronte a Piazza del Municipio, raffinati e di design in zona pedonale (convenzione con parcheggio non distante)
riferimento ristorante: Vogele, Via Goethe
spazio anche all’esterno sotto ai portici, vista Piazza delle Erbe, gentilezza estrema, consigliata prenotazione
BOLZANO D’INVERNO: GIRO PER I MERCATINI DI NATALE
E dopo aver visto Bolzano d’estate ci torno d’inverno, probabilmente nel periodo più bello, con la magica atmosfera dei mercatini di Natale, che di solito iniziano l’ultimo weekend di novembre e durano fino al 6 gennaio.
Per chi arriva col treno, come ho fatto questa volta, la stazione è comodissima: dopo pochi metri, percorrendo il viale omonimo, si arriva in Piazza Walther, fulcro dei mercatini.
Ma poco prima, proprio nei giardini di fronte alla stazione, una stella cometa luminosa accoglie e da il benvenuto, al primo primo spazio con addobbi e bancarelle: si trovano principalmente prodotti di artigianato, tra alberi rivestiti di palle di natale rosse, renne (non vere naturalmente!) ed angoli deliziosi
Una zona ancora più piena di magia scintillante quando la sera si accendono le luminarie..
e il viale della stazione con i grandi palloni illuminati sugli alberi è davvero bellissimo!
Poi si può cominciare a girare senza meta, godendo dell’atmosfera e ammirando tutto quello che si incontra: il mercatino di Natale di Bolzano è il più grande l’Italia e viene fatto da oltre vent’anni nella provincia alto altesina. Di seguito indico quello che, secondo me, è da non perdere in una giornata!
Mercatini di Natale di Bolzano: cosa non perdersi
Ovviamente le bancarelle con decorazioni natalizie, cibo tipico, prodotti artigianali e le attrazioni per grandi e piccoli, principlmente in Piazza Walther, nei giardini della stazione, ma anche lungo tante vie del centro
Il grande albero di Natale e la capanna della natività con lo sfondo del duomo
Magnifico con le luci della sera
Una colazione, o un te al pomeriggio, al bar ristorante Walther’s
un locale davvero bello, dove fanno uno strudel strepitoso
Un pranzo da Vogele Winerhaus, in via Goethe, dove ero stata d’estate, cenando sotto i portici con vista sul Mercato delle Erbe. Il locale, che non avevo visto all’interno, è davvero magnifico: elegante, su diversi piani, in un palazzo con arredi d’epoca mischiati a particolari moderni
eccellente organizzazione e servizio, e la riconferma della bontà dei prodotti della cucina tradizionale
Bersi un vin brulé nei banchetti in piazza Walther, quando comincia a fare freddo la sera
Fare un giro lungo tutto il corso di piazza delle Erbe tra i suoi banchetti
e svoltare lungo la Streiter Strasse, per arrivare fino a via dei Bottai e Piazza del Municipio, ammirando i bei palazzi e negozi addobbati a Natale
Girare col naso all’insù cercando le finestre dove qualcuno suona, come il meraviglioso Babbo Natale all’incrocio tra Piazza delle Erbe e via Museo
o in Kornplatz
Ammirare le enormi statue Thun sulla piazza principale, e la casetta dove vendono i prodotti, in via della Mostra
Fare un giro per i negozi di Via dei Portici e percorrere via Argentieri
Deliziarsi delle decorazioni dell’hotel Stadt Hotel Città, davvero stupende
Comprare canederli, bretzel e strudel da portarsi a casa!
Non abbiamo potuto farlo per mancanza di tempo, ma di sicuro sarebbe stato stratosferico godersi un drink dentro ad una bolla al Meta Sky bar con vista sulla piazza e sul duomo (non so a che prezzo ma a vederlo sembra spettacolare!)
Il tempo è sempre poco quando queste visite si fanno in giornata, le ore scorrono troppo veloci e spensierate, mentre si gode della bellezza e del fascino di questa città, che, riconfermo, mi piace davvero tanto!
giugno 2021
edit dicembre 2022
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I vulcani dell’APPENNINO EMILIANO: le SALSE di NIRANO (Mo)
Le Salse di Nirano, nel modenese, non lontano dalla più popolare Maranello, è un luogo davvero particolare, a me sconosciuto fino a poco tempo fa. Così come non avevo mai sentito parlare del fenomeno che da origine alle caratteristiche piccole montagne a cono che si vedono, i così detti “vulcani di fango”, e che si formano, con la fuori uscita e l’accumulo di fango freddo.
Il sottosuolo qui è ricco di idrocarburi liquidi (petrolio) e gassosi (metano ) e anche di acqua salata, testimonianza di un tempo, circa un milione di anni fa, in cui il mare ricopriva la pianura Padana e anche queste colline. Proprio dall’alto contenuto di sale nelle acque fangose deriva il nome di Salse.
La strada per arrivare, soprattutto in primavera o estate, in mezzo a campagna e colli, è molto bella, i campi verde brillante, o gialli arsi dal sole, si riempiono di balle di fieno, che io adoro!!
Le Salse sono inserite all’interno di una riserva naturale regionale: all’arrivo, si puo’ lasciare l’auto o il mezzo, nel parcheggio e proseguire per alcuni sentieri contrassegnati, che si inoltrano in un bel bosco, con anche camminamenti e ponti, che attraversano le zone più umide e che conducono alle Salse, oppure si può proseguire per la strada. La passeggiata nel bosco è quella che abbiamo scelto, è semplice e molto piacevole.
Il parco è anche l’habitat ideale di animali, uccelli, insetti, ranocchi, rettili. Alcune postazioni sono state create per l’osservazione della flora e della fauna del territorio, e alcuni pannelli esplicativi nei punti strategici forniscono interessanti informazioni. Tutto intorno, le belle e verdi colline.
Prima di arrivare a vedere le salse alla fine del sentiero si trova la Casa Rossa, adibita a museo.
Poi finalmente giunge alla vista la prima salsa dalla strada.
Io sono colta davvero dallo stupore!
Si prosegue poi per un bel sentiero per l’osservazione delle altre.
Indubbiamente un paesaggio insolito e affascinante
Pare che l’attività eruttiva dei vulcani di fango sia piu’ o meno evidente a seconda dei giorni e delle ore, e che ci siano anche lunghi periodi di quiescenza: noi siamo stati fortunati, abbiamo assistito al fenomeno di alcune bolle che fuoriuscivano dal cono, e soprattutto abbiamo potuto sentirne il suono, una specie di “blop” che ne indicava l’uscita.
Le salse di Nirano sono state utilizzate in passato per l’estrazione di oli con proprietà balsamiche o purganti, e a fini dermatologi e cosmetici, anche per la produzione di maschere e fanghi per le vicine Terme di Salvarola.
Insomma anche questa volta i dintorni della zona dove vivo sono riusciti a sorprendermi!
giugno 2021
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