Italia
La VALLE DEI TEMPLI di Agrigento: fascino, storia e bellezza
La Valle dei Templi di Agrigento è di una bellezza straordinaria. Percorrendo le strade attorno ad essi, aleggia un’energia che riporta ad antichi splendori, i templi dominano il paesaggio e si possono ammirare da ogni angolatura, con la luce del giorno e l’illuminazione della notte. Fino ad arrivare nel parco archeologico, e poterli vedere da vicino, perdendosi tra la campagna, dove si trovano, e il mare che si scorge all’orrizzonte.
Nel parco archeologico, che si trova su un altopiano con la visita guidata si possono visitare 5 templi ,e vedere anche delle necropoli cristiane, un museo archeologico, e un giardino, santuari, fortificazioni, resti di un teatro. I templi risalgono a 2500 anni fa, ovvero al 500 a.c. e facevano parte della città greca di Akragas.
Patrimonio mondiale dell’Unesco, la Valle, che è l’are archeologica più grande nel mondo, di 1300 ettari circa, è stata zona dominata dai Greci, dai Cartaginesi, dai Romani, dagli Arabi e dai Normanni, per la sua posizione strategica vicina a Porto Empedocle, apertura sul Mediterraneo, e qui, pertanto, si trovano testimonianze di tutte le diverse culture che hanno lasciato la loro traccia.
La zona, nonostante sia chiamata “valle”, è su un terreno collinare, a 230 metri dal mare, e percorrendo la strada, sia di giorno che di notte, si vedono comparire questi templi meravigliosi, che ad ogni visione sono sempre un tuffo al cuore.
Visita guidata alla Valle dei Templi
Abbiamo scelto di fare una visita guidata al parco archelogico, per evitare di vagare tra i monumenti, senza comprendere molto della loro storia.
Avevo contattato, prima della partenza, qualche guida, cercando nominativi e recensioni su Tripadvisor, ma per la bassa stagione, ho avuto un pò di difficoltà a trovarne una che facessa una visita di gruppo. Sono possibili anche visite individuali, e di più facile organizzazione, ma più costose per sole 2 persone. Tuttavia, all’ingresso di Porta V, dove c’è il parcheggio, un’ottimo servizio di informazioni, di navette, che accorciano il percorso che sarebbe da fare a piedi, e di guide presenti sul posto, permette di formare un gruppo, anche al momento, con i turisti che arrivano. Noi abbiamo incontrato proprio in quel punto la nostra guida, precedentemente contattata, che in poco tempo è riuscita a trovare 9 persone che volessero partecipare alla visita.
Scelta assolutamente indovinata, perchè abbiamo potuto avere tantissime informazioni sui templi, la storia e il contesto, avere nozioni di arte, sul territorio e sulla vegetazione presente. Sicuramente una visita in autonomia non è altrettanto arricchente, interessante, ed entusiasmante.
Abbiamo quindi lasciato l’auto al parcheggio di Porta V, dove abbiamo deciso col gruppo, su proposta di Valentina, la nostra guida, di salire con la navetta (al costo di 3 euro) all’ingresso del Tempio di Giunone, per iniziare, scendendo a piedi, la visita a tutti i templi.
I templi
Il tempio di Giunone, si trova nel punto più alto della collina, ed è quello che vedevo, in lontananza sulla collina, dal nostro hotel.
“Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol… Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti… verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone”
– Wolfgang Goethe
Lascia subito a bocca aperta per la bellezza: 6 colonne nel lato corto, 23 nel lato lungo, e un panorama pazzesco sul mare.
Proseguendo, si ha la vista sulla città di Agrigento in mezzo ad una meravigliosa vegetazione, tra fiori di acanto, da cui proviene la forma dei capitelli delle colonne corinzie
splendidi aloe fioriti, ginestre, tantissimi ulivi, agavi enormi, rosmarino, alberi di pistacchio, mandorli e tante altre specie, fino ad arrivare al bellissimo tempio della Concordia.
Questo tempio, anch’esso formato da 6 colonne per 13 nel lato lungo, è uno dei meglio conservati dell’antichità greca, e venne utilizzato anche come chiesa cristiana in epoca romana.
Su un lato si trova la statua in bronzo di Icaro Caduto, con gambe e ali spezzate: la mitologia narra che Icaro, con le ali di cera, si avvicinò troppo al sole che gliele bruciò e per questo precipitò in mare. L’opera fu donata dell’artista polacco Igor Mitoraj, dopo una esposizione delle sue creazioni, avvenuta nel sito qualche anno fa.
Il Tempio successivo che si incontra è quello di Ercole, il più antico, ma purtroppo meno integro rispetto agli altri: le colonne ancora erette sono state ricostruite.
Segue il tempio di Giove, che fu uno dei più grandi di tutta l’antichità greca, di cui restano però solo poche rovine: molti dei materiali con cui sono stati costruiti i templi sono venuti utilizzati, nel tempo, per la costruzione di altri edifici. Tra le rovine si trovano alcuni Talamoni, statue di figure umane composte da blocchi, di altezza fino a 8 metri.
L’ultimo tempio del percorso è quello di Pulluce e Castore o dei Dioscuri, di cui spiccano i resti di 4 colonne ancora erette in seguito a restauro, mentre altre rovine si trovano a terra.
Da questo punto si ha una bellissima vista sulla città di Agrigento.
Prima di arrivare al tempio, ed avviarsi poi verso il parcheggio di Porta V, c’è una deviazione che porta ai giardini della Kolimbertha, non inclusi nella visita, e che abbiamo tralasciato.
La visita guidata dura circa due ore, dopo di che si può restare e volendo andare a rivedere cio’ che si vuole rimirare con calma. Se avessi avuto più tempo senza dubbio sarei fermata ancora ore, o forse sarei anche tornata a fare anche la visita al tramonto, da quanto questo luogo mi ha affascinato.
💁♀️Guida visita di gruppo Valle dei Templi:
Valentina 349 4016976 ig Valentina_toursicily, € 15 – ingresso € 10, navetta per fare andata € 3. Possibilità di visite private circa € 100.
L’alloggio nella Valle dei Templi
Soggiornando nella Valle dei Templi si viene investiti dall’atmosfera di epoche passate, contornati dalla bellezza che all’improvviso si scorge svoltando una curva o lo sguardo, alla comparsa di uno dei templi.
Ho avuto anche la fortuna di trovare un bellissimo alloggio, dopo averne spulciati parecchi, il Doric Boutique hotel, con una vista sorprendente sul tempio di Giunone, sulle colline e sul mare, e di subire così il fascino avvolgente e l’energia di questi luoghi intrisi di storia e di bellezza.
Svegliarsi con un tale panorama, la mattina, mi ha riempito di gratitudine
e la stessa emozione ho sentito al tramonto
e al momento di andare a dormire, quando volgevo lo sguardo al tempio illuminato🙏.
L’hotel è in un meraviglioso giardino pieno di piante e fiori, molto curato
pieno di particolari ricercati
Ha una stupenda piscina a sfioro, una palestra, un ristorante per la colazione e/o la cena con vista, e servizi davvero eccellenti
Le camere sono stupende, moderne e di design
la nostra un aveva balcone con vista
La cura ai dettagli e al cliente è davvero eccellente (per esempio nella dotazione del bagno è presente burro cacao e specchietto, clessidra per il te al tavolo della colazione, possibilità di rimanere all’hotel dopo aver lasciato la camera e di fare il check in anticipato on line, ha sistema automatico di apertura del portone d’ingresso e per il messaggio per le pulizie), e il è personale gentilissimo.
Se si vuole esagerare ci sono anche le camere con piscina privata, sempre vista mare e tempio.
Un posto davvero top che non posso fare a meno di consigliare!
Nei 2 giorni che siamo rimasti cadeva anche il mio compleanno 🥳 e credo sia stata la prima volta che l’ho festeggiato in viaggio.
A sorpresa, mentre facevamo colazione davanti al panorama spettacolare, il personale dell’hotel è arrivato alle mie spalle cantandomi “tanti auguri a te”, portando un’ottimo dolce con candelina, preparato coi pistacchi delle piante coltivate nel loro pistachieto🎂. L’avevo visto fare tante volte ad altri, mentre ero in vacanza, ma mai era capitato a me, e devo dire che è stato davvero bellissimo ed emozionante.
Il soggiorno attorno alla Valle dei Templi mi ha fatto apprezzare ancor di più questa breve vacanza di un paio di giorni!
🏚Hotel: Doric Boutique Hotel – Valle dei Templi, prenotando sul loro sito il prezzo è inferiore rispetto a Booking, ed è inclusa la colazione.
Alcune informazioni sulla strada per arrivare
Da Catania si prende l’autostrada A19, che non è a pagamento ed è molto scorrevole. Attraversa un paesaggio di stupende dolci colline, molto verdi in primavera, e poco edificate.
🚗Noleggio auto:
Abbiamo scelto l’agenzia già conosciuta ed usata in precedenza, Locauto, noleggio all’aeroporto di Catania, prenotato direttamente dal loro sito con uno sconto trovato su internet; interessante possibilità di fare anche lo smart check in, evitando così la fila all’aeroporto- Per l’assicurazione eliminazione franchige e protezione danni gomme, cristalli, sottoscocca, abbiamo usato Worldwide Ensure.
Per pranzi e cene rimando all’articolo su Agrigento
maggio 2022
gli altri articoli sulla Valle dei Templi
Agrigento, la Valle dei Templi e la Scala dei Turchi: fascino greco e meraviglie siciliane
tutti gli articoli sulla Sicilia
Dormire a VENEZIA, il carnevale e BURANO
Festeggiare un evento importante a Venezia
Trascorrere una notte d’incanto in questa città unica
Dormire in una residenza storica, dimora della famiglia di Marco Polo
Trovarsi in una stanza in stile veneziano, tappezzeria e drappi rosso e oro, lampadari di cristallo
Aprire la finestra al mattino con vista su un canale, i gondolieri che preparano le loro gondole per la giornata
Pranzare in uno storico ristorante del 1500 frequentato da Casanova
Perdersi per le calle, i campi, e i ponti, che attraversano i canali, che donano meravigliosi scorci
Cercare la libreria Acqua Alta, sul canale, stipata di cartoline, gadget, e libri, dentro a gondole, a vasche, a tini e canoe, che talvolta fan da arredo o da scala. E anche dimora per gatti audaci
Camminare per la bella piazza San Marco gremita di gente mascherata per il carnevale, che gira e fiera si mostra e si mette in posa
Cercare le opere d’arte nella basilica dei Frari, del Tiziano e contemplare e le altre meraviglie
Ammirare la magnificenza e l’imponenza del ponte del Rialto
e il Canal Grande dalla terrazza del Fondaco dei Tedeschi
la scala Contarini del Bovolo imbucata tra le calle, e tutti i palazzi eleganti, blasonati o meno, che appaiono lungo il cammino
ognuno che concorre alla magia e al fascino della città.
Venezia, inutile ribadirlo, è città unica e impareggiabile, che non può far altro che infondere meraviglia ad ogni visita.
Un evento particolare, un compleanno importante da festeggiare.. Non potendo fare un lungo viaggio, quale migliore idea che trascorrere una notte a Venezia, in un edificio storico appartenuto alla famiglia di Marco Polo, e nel periodo del carnevale?
Siamo rimasti due giorni e questo è stato il nostro giro a Venezia
Primo giorno:
da parcheggio Marghera a piazzale Roma (in autobus)
Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
Ponte del Rialto
Pranzo alla storica trattoria Poste Vecie, Rialto Mercato
Hotel Ca Amadi (zona Rialto)
Libreria Acqua Alta (a Calle Lunga Santa Maria Formosa, nel Sestiere Castello)
Piazza San Marco, Palazzo Ducale, Ponte dei Sospiri
Terrazza Fondaco dei Tedeschi e visita al bellissimo centro commerciale (zona Rialto)
Osteria Fanal del Codega (Sestiere San Polo)
Secondo giorno:
Ponte del Rialto
Scala Contarini del Bovolo
Fondamenta nove e imbarco per Burano
Piazza San Marco
Vaporetto Canal Grande – Piazzale Roma e bus per parcheggio Marghera
Venezia, il parcheggio
Abbiamo scelto gli economici parcheggi di Marghera, in particolare il Terminal Service, 5 euro al giorno, contro i 22 del parcheggio Tronchetto (che richiede poi di prendere il People mover per arrivare in città) o gli oltre 30 euro a Piazzale Roma. Da qui passano diversi autobus (biglietto 1.5 euro) con destinazione piazzale Roma.
Venezia l’alloggio

Alloggiare a Venezia in un edificio storico che è stato di proprietà della famiglia di Marco Polo.. non ha prezzo!







Cercavo un posto caratteristico, visto che stavamo festeggiando un compleanno importante, e ho trovato, spulciando su Booking.com, l’hotel Ca Amadi, residenza storica appartenuta alla famiglia di Marco Polo prima, al conte Amadi poi, di grande fascino. Si raggiunge dal Ponte del Rialto, passando il centro commerciale Fondaco dei Tedeschi, e prendendo alcuni vicoli laterali.
Chi crede che un posto del genere e in posizione così invidiabile abbia un costo inaffrontabile si sbaglia: con qualche scontistica di Booking (genius o sconti ricevuti) si arriva ad un prezzo davvero invitante per il posto!
Mangiare a Venezia
Credo sia pensiero comune anche per i ristoranti, che i prezzi siano altissimi a Venezia.
Quello che ho riscontrato è che gli ultimi rincari dopo il Covid in molte zone dell’Italia, hanno allineato i prezzi, pertanto, certo non si spende poco, ma adesso come adesso, non più di quello che si spende per mangiare in altre città o località turistiche (ad esempio non più di quelli di Lampedusa!)
Per pranzo ho cercato un posto che si distinguesse: l’antica trattoria Poste Vecie, prenotato tramite The fork che riservava un bello sconto. Un ristorante storico, accessibile tramite un ponticello su un canale
che in passato è stato sede di un ufficio postale, di cui vedono reperti nelle sue sale, e con una saletta affrescata dal Cherubini, e con un bel caminetto antico.
Un posto caratteristico, elegante, e romantico, frequentato in passato anche dal Casanova, che si trova vicino al mercato del pesce, dove il cibo conserva tutto il suo sapore genuino e dove, al termine del pranzo, ci hanno offerto le caratteristiche frittelle veneziane, con tanto di candelina per il compleanno. Abbiamo mangiato il baccalà mantecato, tipico piatto veneziano, di una bontà mai sperimentata prima, un rombo alla griglia altrettanto buono, e ancora da evidenziare degli ottimi spaghetti al nero di seppia.
Per cena ho scelto invece l‘osteria Fanal del Codega, un piccolo ristorante con tavolini anche a bordo del canale per le serate calde (ma purtroppo non era il nostro caso), e interni piacevoli, soffitto a travi, cibo preparato tutto al momento e accompagnamento musicale col pianoforte. Qui abbiamo assaggiato ancora pesce, spaghetti allo scoglio, grigliata mista e seppie alla veneziana con polenta.
Il Carnevale a Venezia
Capitare a Venezia per il carnevale è una meraviglia e una disdetta allo stesso tempo. Una meraviglia per l’atmosfera, e per le maschere che si vedono in giro per la città, davvero incantevoli. Una disdetta se si capita di sabato o di domenica, quando dalla folla non riesci neanche a camminare, a prendere un vaporetto, un bus, a bere un caffè, a girare per le calle, a vedere il Ponte dei Sospiri.
Quest’anno si teneva di nuovo il carnevale dopo 2 anni di divieto per il covid-19. Assembramenti nel weekend come se non ci fosse mai stato.
Abbiamo avuto la fortuna di essere arrivati di venerdì e aver goduto dello spettacolo con una quantità di gente accettabile. Ma ripassando il sabato, davvero la quantità di gente era allucinante.
Le maschere pero’ erano davvero belle!
Alcune informazioni e denominazioni utili sulla città di Venezia
Prima di parlare di quello che abbiamo visto in particolare, al di là delle bellezze consuete di Venezia (San Marco, il Ponte dei Sospiri, quello del Rialto, ecc..) lascio alcune informazioni che io ho trovato utile studiando la visita alla città.
A Venezia le piazze si chiamano “campi”, le vie “calle”, i sottopassi “sottoportego”, i quartieri “sestieri”. La città è divisa in 6 sestieri: Cannaregio, Santa Croce, San Polo, Dorsoduro, Castello e San Marco. Inoltre i bacari sono i tipici bar dove si gustano i cicchetti, gli assaggini, come le tapas per la Spagna.
Cannaregio è la parte a nord, quella del ghetto e dei bacari più conosciuti e di Fondamente nove, dove ci si imbarca per le isole; Santa Croce è la zona che parte da Piazzale Roma, col ponte di Calatrava e che arriva fino al Canal Grande; San Polo è il sestiere del Ponte del Rialto e della Basilica dei Frari; Dorsoduro è la zona universitaria e delle Zatter , il lungomare più famoso; Castello è il sestiere oltre il Palazzo Ducale, dove c’è la biennale, l’altra promenade, Riva degli schiavoni e l’arsenale; San Marco è quello della omonima piazza e Basilica, Palazzo ducale, ponte dei Sospiri, Fenice.
Le attrazioni
Rimanendo così poco tempo a Venezia, solo una notte e due giorni, abbiamo fatto una selezione delle attrazioni da vedere e abbiamo scelto:
- La libreria Acqua Alta, in Calle Lunga Santa Maria Formosa, tra San Marco e Rialto, tappa obbligata per chi come noi, ama i libri e i gatti:
a dispetto di un entrata normale, la libreria ha un uscita anche sul canale
e all’interno si trovano davvero stipati tantissimi libri, nuovi, vintage ed usati, su Venezia, sull’arte, sui gatti, vecchi fumetti, cartoline, gadgets, dentro barche, vasche e contenitori in modo che siano protetti dalla eventuale acqua alta.
Alcuni vecchi libri sono stati usati anche come arredamento alle pareti o per fare una scala.. insomma davvero un posto molto affascinante!
- La vista dalla Terrazza del centro commerciale Fondaco dei Tedeschi, che si trova sopra al ponte del Rialto, con ingresso gratuito e prenotazione on line: è una gran bella vista sul Canal Grande, davanti e dietro al Rialto (che si vede parzialmente); tuttavia è piuttosto piccola quindi non ci si aspetti chissà cosa.. Molto bello e meritevole di una visita anche il centro commerciale, una location storica stupenda, soprattutto il piano all’ingresso
- la visita alla Basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, sulla strada da Piazzale Roma al Rialto nel sestiere di San Polo, in stile tardo gotico
- all’interno sono contenute importanti opere d’arte, tra cui 2 dipinti di Tiziano, l’Assunta e la Madonna di Cà Pesaro, uno di Bellini, uno di Donatello, e la tomba di Canova, ed è davvero come visitare un museo
- la scala Contarini del Bovolo, edificio tardo gotico, ubicato nel sestiere di San Marco: non siamo saliti sulla scala a spirale di 80 gradini fino a 26 metri d’altezza, che sicuramente avrebbe meritato, ma il monumento è davvero bello e singolare da vedere
E poi, ovviamente, spostandosi per raggiungere i vari punti di interesse, si può apprezzare quella che è Venezia: si rimira la città dall’acqua sui vaporetti, ci si perde per le calle, si ammirano meravigliosi scorci sbucando dai canali o salendo sui grandi o piccoli ponti, si passa dai sottoporteghi, si arriva nei campi e nei campielli, e col naso all’insù si può contemplare della bellezza dei palazzi storici
Inutile poi dire quanto è bella Venezia al calar della sera
o la notte, illuminata, e nel momento in cui anche i turisti sono meno numerosi
Burano
Il sabato avevamo programmato di prendere un vaporetto ed andare nella colorata Burano, per sfuggire al caos dei turisti per il carnevale.
Ne parlo qui:
Insomma un giro a Venezia dà sempre grande soddisfazione!
febbraio 2022
Pittoresca BURANO
Burano davvero un’isola pittoresca. Nel senso che sembra uscita dalla tavolozza di un pittore che si è divertito coi colori.
Colori caldi, forti, anche quando sono pastello.
Arrivando da Venezia, col traghetto, pare di sbarcare in un altro mondo.
Alla fermata il suono del verso dei gabbiani, richiamati anche dal bar ristorante, che subito ha attratto la nostra attenzione, essendo quasi l’ora di pranzo, mi ha fatto ricordare un‘isola danese, visitata molto tempo fa, Bornholm, tra la Svezia e la Polonia, dove il loro canto era ovunque e una costante.
Al “Fritto misto“, un nome anonimo per un posto con cibo eccellente, si trovano cicchetti, primi piatti, piatti di pesce squisiti e serviti dentro contenitori fatti di pane croccante e con posate di legno: un plauso alla ecosostenibilità di questo ristorantino a cui non abbiamo resistito.
Pochi tavoli di legno, una ottima organizzazione: si ordina dalla finestra, si riceve un numero e un dispositivo che suona quando il tuo ordine è pronto. Nonostante le temperature, ancora fredde di fine febbraio, la giornata soleggiata, la bontà del cibo, la vista dei colori, il mare e l’idea di quello che ci aspettava, ci ha fatto godere in pieno il nostro pranzo.
Una stradina si addentra da qui nel paese, ricca di negozi carini e caratteristici, fino ad arrivare al primo canale.
Un tripudio di colori delle case, che si avvicendano, una dopo l’altra, con un ordine e una cura che rasenta la perfezione.
Burano non è cosi piccola come mi aspettavo. Dall’imbarcadero occorre poco tempo per arrivare al mare, dall’altra parte dell’isola, ma girare per le calle e costeggiare i 3 canali che la attraversano, ammirando il riflesso delle case colorate sull’acqua, e sbirciando nella miriade di vicoletti che la compongono, prende tempo, e va fatto con assoluta calma, per godere di ogni angolo, di ogni colore.
Talvolta si giunge nei pochi slarghi o nelle piazze, vivaci comunque, per i colori o per i bar e ristoranti con sedie e tavolini che ospitano i turisti.
Si passano i ponticelli, alcuni in legno, o ci si avventura in vicoli che restano deserti. Dalla parte opposta dell’arrivo del vaporetto, il campanile storto, che si scorge presto da lontano.
Burano, famosa anche per i merletti e gli abiti artigianali, bellissimi e particolari, che hanno catturato l’attenzione della mia adolescente. Burano e i suoi dolci tipici, le esse, biscotti semplici ma sani e gustosissimi, che abbiamo preso da un forno artiginale sul canale.
Burano è un’opera d’arte, immagine di bellezza, che come ogni bellezza suscita emozioni, concetto ben spiegato su una piastrella appesa ai muri di una casa colorata:
Il colore come la musica si serve di una scorciatoia per raggiungere i nostri sensi e suscitare le nostre emozioni
Arrivare a Burano
Per arrivare a Burano da Venezia, il mezzo più veloce è il vaporetto numero 12 che si prende a Fondamente nove, in quanto non occorre fermarsi a Murano e cambiare barca (questa linea comunque ferma anche a Murano).
In alternativa le linee 4.1, 4.2 e la 3 che passano anche da piazzale Roma e dalla stazione, vanno a Murano dove si deve scendere, recandosi a Murano Faro e prendendo la linea 12. La linea 14 passa da San Marco e va anche a Burano ma impiega più tempo e ha minor frequenza.
E’ consigliabile acquistare un abbonamento giornaliero da 21 euro, in quanto la singola corsa, dal prezzo di 7,5 euro, ha validità 75 minuti, pertanto già con 3 corse il costo dell’abbonamento è ammortizzato, e se non si riesce a prendere il vaporetto perchè troppo affollato il biglietto potrebbe arrivare a scadere.
Il viaggio in vaporetto dura quasi un’ora.
Forse non tutti sanno che Burano si raggiunge anche senza passare per Venezia, da Cavallino Treporti, vicino a Jesolo, in 35 minuti di vaporetto, linea 12
https://www.isoladiburano.it/it/come-arrivare-a-burano.html
febbraio 2022
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CHAMOIS, la Perla delle Alpi senza auto, in Valle D’Aosta
Chamois è un pittoresco borgo alpino della Valtournanche, a pochi chilometri dal monte Cervino, in Valle d’Aosta, che fa parte delle Perle delle Alpi, ed è considerato uno dei paesi più belli d’Europa
Di ritorno da Cogne e dal Monte Bianco, sulla strada verso casa, prima di lasciare la Valle d’Aosta decidiamo di fare una deviazione in un paesino alpino di cui di frequente avevo sentito parlare, per la sua bellezza e per la caratteristica di essere l’unico comune in Italia a non essere accessibile alle autovetture e privo di strade asfaltate.
Il paese di Chamois infatti si può raggiungere a piedi attraverso una mulattiera piena di curve dal fondo valle, tramite un sentiero dalla località di La Magdaleine a piedi o in bicicletta, o piu facilmente con una funivia. Alternativa decisamente più costosa è l’elicottero o un piccolo aereo, visto chè è presente un altiporto. Il trasporto di merci e animali avviene attraverso una teleferica.
La funivia per la verità è un po’ vetusta, parte dalla cittadina di Buisson … piuttosto vertiginosa, arrivando fino a 250 mt dal suolo, quanto panoramica, porta fino a 1800 mt, altezza di Chamois. E’ davvero impressionante salire l’ultimo tratto molto in pendenza attaccato alla montagna! Per fortuna che la salita dura solo 5 minuti.
All’arrivo ci si trova davanti ad una balconata che offre uno splendido panorama sui monti, la chiesetta del paese, la seggiovia che porta al lago di Lod, a 4 km, e spicca il grande silenzio per la mancanza di auto che circolano, in un territorio che accoglie soltanto un centinaio di abitanti.
Ma a parte quello che manca, quello che ci appare davanti sono verdi praterie, fiori selvatici di mille colori, casette tradizionali e antiche in pietra e legno, boschi di alberi stupendi e la sensazione di quiete, di ritmi tranquilli e riposanti
Camminando nel sali scendi di stradine del paese, si nota talvolta uno stato di isolamento e abbandono di alcune abitazioni, ma basta passeggiare verso il torrente e per i sentier,i che subito il paesaggio e la natura sovrastano quella sensazione: solo pace e tranquillità fanno compagnia lungo il cammino. E’ un luogo davvero che lascia senza parole, nel senso che zittisce, toglie la voglia di parlare, porta ad ammirare, guardare dentro e fuori.
Per pranzo ci siamo fermati nel centro del paese, al bar Funivia, di fronte alla chiesa e a fianco alla funivia, mangiando degli ottimi panini, con una vista sui monti e su quel paesino da fiaba! Che effettivamente è davvero incantevole come mi hanno descritto e come l’avevo immaginato.
Chamois fa parte del comprensorio del Cervino Ski Paradise, che d’inverno annovera 200 chilometri di piste sciistiche, 16 che partono nei dintorni della cittadina stessa.
Per arrivare a Buisson in auto occorre percorrere l’autostrada A5 Torino-Aosta uscendo a Chatillon. Da qui si trovano le indicazioni per Valtournenche-Cervinia fino all’arrivoa a Buisson, dove è possibile parcheggiare l’auto esattamente di fronte alla funivia per Chamois.
agosto 2021
tutti gli articoli sulla Valle d’Aosta
COGNE, ai piedi del Gran Paradiso
Cogne.. un paese da sogno!
Cogne, i prati Santorso, grandi, verdi sotto i monti, col Gran Paradiso innevato che li domina, sullo sfondo, e che ti guarda,… e tu non puoi non ricambiare, ammaliato, con lo sguardo a perdita d’occhio.
Cogne, il torrente Valnontey, con le sue acque verdi, impetuose, che scende e rinfresca le menti, costeggia il sentiero che sale sui monti e disperde i pensieri che non siano in armonia con tanta bellezza.
Cogne, le case ordinate coi fiori ai balconi, e il legno che scalda.
Cogne e la telecabina, che ti porta sopra i 2000: dall’alto, tutta la valle, il paese che diventa piccolo piccolo,.. E percorrendo il sentiero, ti avvicini ai giganti, vedendoli tutti, il Bianco, il Gran Paradiso, e poi il verde e l’azzurro, la terra e il cielo..
E tu, lì, a contemplare la grande bellezza.
L’arrivo a Cogne
La Valle D’Aosta mi ha stupito per quanto mi è piaciuta, e la strada per arrivare a Cogne ancor di più: si costeggia il torrente Grand Eyvia, affluente della Dora Baltea, dal colore verde quasi come la giada, attorniato dagli alberi verde scuro brillante, in estate.
Cogne è un piccolo paesino in una vallata, con molte case caratteristihe in sasso o in legno, e addobbate con fiori, con un prato enorme e meraviglioso, che guarda il Gran Paradiso: il prato di Sant’Orso.
Cogne, il nostro l’alloggio: l’hotel Sant’Orso
hotel Sant’Orso: davvero una favola e il soggiorno è stato indimenticabile!
Davanti al prato di Sant’Orso si trova l’omonimoPrenotato parecchio tempo prima su booking.com, la nostra camera era nella parte più nuova, una tripla all’ultimo piano, con un balcone vista Gran Paradiso
Avevamo un secondo balcone con vista su parte del paese e sullo spazio privato, attrezzato, dell’hotel.
In stanza avevamo a disposizione anche un binocolo, per guardare in modo ravvicinato ogni angolo dei monti e dei prati
Molto moderna, la camera era tutta in legno e molto spaziosa
La colazione era compresa, con vista, buffet dolce e salato, e addirittura c’erano le ostriche!! Ristorante ottimo, servizio impeccabile e una spa con piscina coperta, ma con vetrate aperte, sauna e angoli relax, e anche un piccolo idromassaggio all’esterno vista monti e a fianco sauna e botte con acqua ghiacciata. Il tutto davvero bellissimo e scenografico
Svegliarsi al mattino, vedendo il sole che illumina il Gran Paradiso non ha prezzo!
Passeggiata Valnontey
Dal prato Sant’Orso parte una strada che porta verso il piccolo paesino di Valnontey, a 3 km di distanza, e che diventa poi sentiero che conduce in mezzo ai boschi. La strada costeggia ad un certo punto l’omonimo torrente, spettacolare, nella vallata.
Alcuni ponti lo attraversano: il paesaggio qui è davvero suggestivo tra una vegetazione rigogliosa e la fragorosa voce del torrente.
Non ci siamo addentrati molto quando i sentieri cominciavano a salire in mezzo al bosco, ma è stata comunque una passeggiata fresca ed imperdibile.
La cascata di Lillaz
A poco più di 3 km da Cogne si trova il paesino di Lillaz, raggiungibile quindi anche a piedi, davvero grazioso, da cui si puo’ arrivare alla omonima cascata di Lillaz.
Non trovando posto al parcheggio indicato per iniziare la camminata, che in una decina di minuti porta alla cascata per un percorso abbastanza in piano, abbiamo cambiato direzione, arrivando nei pressi del campeggio Le Salasses, dove si trova un altro parcheggio, con indicazioni per un sentiero verso la cascata. La via si addentra in un bosco bellissimo e per nulla frequentato,
Il sentiero è più impervio e più in salita rispetto a quello dal paese, che abbiamo fatto poi al ritorno e che costeggia il fiume, ma indubbiamente è molto più bello e selvaggio, e ci ha portato di fronte al primo salto della cascata.
La cascata di Lillaz infatti scende in più salti, formando talvolta delle vasche di acqua verdissima
Per arrivare al salto più alto occorre percorrere un tratto del sentiero piuttosto in salita, stretto e talvolta difficoltoso se si incontrano altre persone.
Ma vale assolutamente tutto lo sforzo: i salti della cascata, visti anche dai ponticelli che sono stati costruiti per attraversarla e dall’alto, e il fiume quando scorre in piano, sono una vista mozzafiato
Sentiero natura del Montseuc con telecabina Pulsè
Poco distante dal centro di Cogne, si trova la telecabina Pulsè, che porta a 2081 metri di altitudine.
Scesi dalla telecabina non si arriva in una vallata o in un punto panoramico, come mi sarei aspettata, ma in una piccola spianata in mezzo agli alberi, con un bar aperto nella stagione estiva, e poi si deve proseguire per il sentiro nel bosco, se si vuole arrivare alla prima balconata con vista. Il sentiero è ad anello, e per compierlo interamente, occorrono circa 2 ore, è piuttosto faticoso, con un dislivello di 250 metri; in alternativa è possibile arrivare in un punto da dove si puo’ ammirare la vallata di Cogne, e sul fondo il massiccio del Monte Bianco, e salendo ancora un po’, avere una magnifica vista del Gran Paradiso (tempo di percorrenza circa 30 minuti).
Noi non abbiamo proseguito oltre, ma si dice che da li’ in poi occorra un po’ di esperienza di montagna, ma quello che abbiamo visto mi fa dire che ne è valsa comunque la pena!
Dove mangiare a Cogne
Purtroppo la nostra permanenza a Cogne è durata solo 2 notti, dopo di che siamo andati sul Monte Bianco con lo Skyway e a Chamois, sulla via del ritorno.
In questi 2 giorni abbiamo mangiato di giorno apizze, focacce, pane, e speck e formaggio del luogo, acquistati nel forno e nei negozi del paese e mangiati al sacco, mentre la prima sera siamo andati al ristorante dell’Hotel Sant’Orso che è davvero notevole: ambiente caratteristico, cucina tipica valdostana e servizio eccellente. Tanto che avremmo voluto ritornarci anche la sera successiva, ma non c’era disponibilità, così siamo andati in pieno centro del paese, alla enoteca-ristorante Cave de Cogne, piccola ma con uno stupendo giardino esterno, dove abbiamo mangiato benissimo le specialità della zona.
Cogne è davvero una cittadina incantevole, mi ha talmente entusiasmato che, come spesso mi accade, ho in previsione di tornarci!
E dopo Cogne, tappa successiva verso il ritorno Chamois!
agosto 2021
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Da Ortisei al rifugio delle ODLE: strepitosi paesaggi per un trekking in VALGARDENA
Tra ghiacci e cielo, sul tetto d’Europa: il MONTE BIANCO con lo Skyway
Ho visto per la prima volta immagini dello Skyway sul Monte Bianco in una trasmissione di Licia Colò, e l’esperienza è entrata subito nella mia wish list!
Si perché dal servizio sembrava proprio di andare a toccare il cielo, e ho immaginato la sensazione di immensità che si poteva provare una volta arrivati lassu’, sulla montagna più alta d’Europa, con tutto intorno il bianco candore della neve e l’azzurro del cielo.
In occasione della nostra visita alla città di Torino, ho quindi programmato di realizzare anche questo sogno, nel mese di agosto 2021, e con il pretesto di trascorre qualche giorno in due località della Valle D’Aosta di cui mi avevano parlato molto bene, Cogne e a Chamois, siamo andati allo Skyway, e devo dire che davvero è stata un cosa fighissima!
Ho aspettato a prenotare dal sito delle funivie del Monte Bianco controllando fino all’ultimo il meteo e la disponibilità: volevo cercare, se era possibile, di andare in un momento di sole. Dal sito si puo’ scegliere la salita fino al Pavillon, che è la fermata del primo tratto, a 2173 metri, oppure fino a Punta Helbronner che è la stazione sommitale, a 3466. Noi abbiamo scelto la seconda opzione che consiglio vivamente! Le partenze sono ogni 15 minuti, la prenotazione è obbligatoria e solo online, fino ad un’ora prima. Per l ‘andata, la discesa da Punta Hellbronnen era, nel periodo Covid, dopo al massimo 1 ora e 30, esclusi escursionisti e coloro che prenotavano anche il pranzo al ristorante, e libera dal Pavillon.
Il biglietto è piuttosto costoso, ma vale ogni euro speso.
Il giorno prescelto ero già emozionata alla prima vista del Monte Bianco, arrivando da Cogne (distante neanche un’ora) in località Courmayuer, dove si trova lo Skyway.
Siamo partiti per tempo per fermarci a fare un giro nella cittadina, famosa località turistica davvero molto bella, proprio sotto le vette innevate.
Siamo agevolmente arrivati al parcheggio dello Skyway attorno alle 11.30 https://www.montebianco.com/it/info-utili-e-tariffe-parcheggio. Il nostro biglietto prevedeva la salita per le 12.15. La mia emozione era a mille!!!
Sbrigati tutti i controlli del caso e del covid, dopo un po’ di attesa, siamo entrati finalmente nella grande cabina della funivia, che mentre sale ruota di 360 gradi, in modo far godere del panorama da qualsiasi parte: una cosa spettacolare!
Pian piano si cominciavano a vedere le cime dei monti più vicini, anche quella del Monte Bianco.
In 10 minuti totali lo Skyway è arrivato a destinazione
All’arrivo, si scende su una piattaforma con una ringhiera, da dove si possono ammirare tutte le montagne.
Da una parte Punta Helbronner, Monte Bianco
dall’altra la vista verso l’infinito, montagne, nuvole, ghiacciai e il dente del gigante
Cielo e neve, e la sensazione di immensità e di bellezza, che non può non pervadere anima e corpo.
Abbiamo girato sulla piattaforma, ammirando e rimirando, con lo stupore negli occhi e il cuore gonfio di gioia.
Avendo il tempo limitato dovevamo compiere una scelta e abbiamo saltato la Feltrinelli 3466, “la libreria che sfiora il cielo” e la mostra dei cristalli, che sono a Punta Helbronner. Abbiamo preferito prendere l’ascensore, scendere e percorre il tunnel sotto la montagna, che è molto suggestivo, ed arrivare al rifugio Torino, il punto di partenza per gli escursionisti, e anche il punto più vicino ai ghiacciai.
E devo dire che è stato molto emozionanate, a metà agosto, mettere i piedi sulla neve. Ovviamente è vietato ai non escursionisti scendere e camminare sul ghiacciaio.
Esaurito il tempo a disposizione, siamo scesi alla stazione intermedia Pavillon, dove ci siamo fermati sui prati, a fare un pic nic e a riposare, sotto al monte Bianco, di fronte ad un panorama spettacolare ad alta quota, mentre vedevamo le cabine dello Skyway andare su e giù.
Proprio qui, al Pavillon, si puo’ visitare il giardino botanico più in alto d’Europa, un’oasi naturalistica di circa 7.000 mq., realizzato da una Onlus chiamata Saussurea, da cui anche il nome del giardino, a fini di studi naturalistici e divulgazione, con particolare riferimento alla flora dei territorio della Valle d’Aosta e del Monte Bianco.
Prima di ridiscendere, siamo andati a visitare l’Hangar 2173, ovvero uno spazio espositivo multimediale dove sono narrate le origini della funivia e abbiamo potuto conoscere la storia davvero incredibile e appasionante dell’ing. Lora Totino, che ha trasformato un sogno in realtà, dando l’avvio al cantiere nel 1941 con la stesura della prima fune per la costruzione della funivia, che sarebbe arrivata fino ad oltre 3000 metri. In mostra ci sono tanti pezzi originali della vecchia ferrovia e la spiegazione dei lavori e della tecnologia applicata, che ha portato lo Skyway ad essere quello dei giorni nostri..
La visita all’esposizione, inclusa nel biglietto, secondo me è imperdibile, e offre tantissimi spunti di riflessione, con pannelli espositivi, frasi, interviste a personaggi famosi, sul tema dell’uomo, della montagna, della ricerca, della motivazione e dell’ avvicinamento al cielo.
Lo Skyway del Monte Bianco, così come si vede oggi, è stato inaugurato nel 2015, e davvero qui ci si rende conto della grandezza della genialità e della tecnologia ingegneristica italiana, che è stata in grado di costruire quest’opera, consentendo anche a chi non è escursionista e non sarebbe in grado di arrivare tanto in alto, di avvicinarsi e di fruire di tali meraviglie della natura.
Non siamo invece andati a visitare la cantina Cave Mont Blanc, che produce spumante ad alta quota, eravamo già ubriachi di tanta bellezza!
E scendendo… un ultimo dono: uno stupendo stambecco appollaiato, mentre passavamo con lo Skyway, stava tranquillo sulle rocce sotto il sole!
Che dire? Viste da togliere il fiato, emozione tra cielo e ghiacciai, relax sotto i monti che ci hanno accolto, coinvolgimento nella visione e nel lavoro di grandi uomini che hanno sfidato l’impossibile, e anche uno stambecco.. potevo volere di più??
agosto 2021
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Borghi e castelli del MODENESE e altre bellezze: Spilamberto, Castelvetro, Levizzano, Spezzano, Guiglia, Vignola, Savignano, Nonantola, Maranello, Zocca
La zona sud del modenese, appena dopo la provincia di Bologna, è una zona ricca di bellissimi borghi, cittadine e castelli, oltre ad avere una stupenda campagna, colli splendenti e cibo da urlo!!
Abitando proprio al confine tra Bologna e Modena, mi capita spesso di andare in giro per la Strada dei vini e dei sapori, in collina e in pianura, sia in una provincia che nell’altra, dove si trovano affascinanti borghi e cittadine.
In questo articolo vi parlo delle zone a sud del modenese, tra la pianura e l’Appennino, in particolare delle Terre di Castelli, località dove si trovano belle rocche, torrioni, castelli fortificati, borghi medievali affascinanti, o degni di nota, come Vignola, Savignano sul Panaro, Guiglia, Spilamberto, Castelvetro, Levizzano, Castelnuovo Rangone, Nonantola, Maranello e Zocca.
Spilamberto
Spilamberto è un borgo sulla strada che porta alla più conosciuta Vignola, nel cuore delle Terre di Castelli.
Ha un piccolo e delizioso centro storico, dominato dal Torrione Rangoni, 30 metri di altezza, che costituisce il passaggio di ingresso al paese. In passato era la torre più alta di una struttura fortificata, e alcuni edifici del periodo sono ancora visibili accanto alla torre e costituivano le mure circondanti la cittadina. La torre, in passato, ha ospitato le prigioni, mentre attualmente è sede del Museo archeologico e dell’Ordine del Nocino Modenese. Nella cittadina si trova anche il museo dell’aceto balsamico, prodotto tipico della zona.
Dalla parte opposta della torre si trova Rocca Rangoni e il suo bel parco, che ospita sovente manifestazioni, mostre ed eventi culturali.
Le viuzze di Spilamberto sono molto caratteristiche, alcune hanno la pavimentazione di ciottoli e i tipici portici emiliani.
Spilamberto non è una cittadina particolarmente vivace, tuttavia durante la festa di San Giovanni, il 24 giugno, l’ho vista davvero trasformarsi: il centro si anima, e si riempie di gente, tutti i locali si predispongono offrendo all’aperto prodotti tipici, ci sono manifestazioni, rievocazioni, musica e tanta allegria
https://emiliaromagnaturismo.it/it/localita/spilamberto
https://www.facebook.com/profile/100063466545182/search/?q=spilamberto
Castelvetro
Castelvetro è uno dei miei borghi preferiti della zona. Arrivando si vede il cuore e centro storico del borgo, arroccato sulla collina.
Si deve lasciare l’auto al parcheggio per entrare nel piccolo borgo, che ha strade pedonali di ciotoli, che conducono alla piazza principale, Piazza della Dama, come è chiamata Piazza Roma, per la particolare scacchiera presente sul pavimento.
La Piazza è un balcone sulla vallata sottostante, delimitata dai classici merli che si vedono sui castelli, dove spicca la Torre dell’Orologio.
Bella anche la piazzetta dove affaccia la Chiesa Parrocchiale dei Santi Senesio e Teopompo e la torre delle Prigioni. Ma tutto il centro storico è contornato da palazzi interessanti ed edifici storici in mattone!
Zona di produzione di vini e aceto balsamico, a Castelvetro si trovano anche interessanti ristoranti con specialità tipiche emiliane.
Posso segnalarne uno che ho provato, la Pizzeria il Castello, proprio in piazza Roma, dove si mangiano ottime pizze gourmet, d’estate in una meravigliosa terrazza sulla vallata, oppure dove fare un aperitivo, nei tavoli proprio davanti alla scacchiera.
https://www.facebook.com/profile/100063466545182/search/?q=castelvetro
Levizzano Rangone
Vicinissimo a Castelvetro, sulle splendide colline disseminate di vigneti di lambrusco grasparossa, si trova Levizzano Rangone, con il suo castello in posizione dominante.
Il castello ha una cinta muraria, e si puo’ accedere al cortile, attraverso un arco, dove si trova la “Torre Matildica”. Di fronte al castello c’è un meraviglioso prato, con doppia fila di cipressi che io adoro, che sale verso la chiesa del paese.
Anche qui posso segnalare un posto dove abbiamo mangiato divinamente proprio di fronte al castello: il Divin Leone, un ristorante – enoteca piccolo ma molto caratteristico, con cucina tipica del luogo.
https://castelliemiliaromagna.it/it/s/castelvetro_di_modena/6094-castello_di_levizzano/
https://www.facebook.com/profile/100063466545182/search/?q=levizzano
Spezzano
Il castello di Spezzano è di origine medievale, è diventato poi palazzo rinascimentale e in seguito residenza di campagna.
Resta nascosto da molta vegetazione, un po’ in collina, ma quando lo si ha davanti è davvero affascinante. E’ sede di un museo della ceramica, industria fiorente in zona e dell’acetaia comunale. Peccato averlo trovato chiuso!
Vignola
Vignola è ben conosciuta per le sue famose e buonissime ciliegie, ma la sua rocca, grande e imponente, è meritevole di una visita.
E’ la prima cosa che si vede, prima di attraversare il ponte sul fiume Panaro, arrivando dalla strada provinciale di Bologna, che diventa via Claudia. L’accesso è dalla elegante zona pedonale del centro storico, passando sotto la Torre dell’orologio.
La vista si apre su una bella piazza raccolta, e un porticato che conduce all’ingresso
La Rocca risale a prima dell’anno 1000 ed è disposta su cinque piani, compresi i sotterranei, attualmente adibiti a sede per convegni e concerti; ci sono sale e cappelle affrescate sugli altri piani e camminamenti di ronda all’ultimo piano, che collegano le 3 torri
Davvero vale la pena visitare Vignola, paese che ospita un grande mercato cittadino il giovedi’, ha bei negozi, e tra marzo ed aprile di ogni anno, si tiene la famosa festa dei ciliegi in fiore con parate di carri fioriti, stand enogastronomici, mercatini, mostre, intrattenimenti, anche all’interno del castello. Mentre nella circostante valle del Panaro si può osservare con meraviglia la spettacolare fioritura di questi alberi, che doneranno poi i golosi frutti!
https://www.terredicastelli.eu/luoghi-di-interesse/rocca-di-vignola/
Guiglia
Guiglia è una piccola cittadina, un borgo molto particolare, a 490 metri di altitudine, che non sembra neanche di essere di queste parti.
L’ingresso al borgo avviene attraverso una porta storica, e percorrendo pochi metri, si giunge ad una bellissima terrazza, chiamata anche “il balcone dell’Emilia”, anch’essa con una scacchiera sulla pavimentazione, con vista sulle colline e sulla pianura sottostante.
Proseguendo lungo la strada principale si arriva al Castello di Guiglia, costruito tra il IX e X secolo, e considerato uno dei punti strategici migliori per controllare la valle del fiume Panaro. Nel castello c’è la Torre del Pubblico che domina l’ingresso, e una bella pineta che lo circonda. E’ sede spesso di eventi nel cortile o al suo interno, concerti e proiezioni: noi siamo stati a bellissime feste di Halloween, nella sua cornice interna affascinante addobbata per l’occasione!
https://www.facebook.com/profile/100063466545182/search/?q=guiglia
Poco distante da Guiglia si trova un punto di straordinaria bellezza naturalistica:
I Sassi di Rocca Malatina
I Sassi di Rocca Malatina si trovano nel comune di Guiglia, a 15 km da Vignola. Sono delle guglie di roccia arenaria, risalenti al periodo del Miocene, che svettano tra il verde delle colline dell’Appennino Modenese, regalando una vista sorprendente.
Se si ha la fortuna di andare con una bella giornata di sole, c’è da restare incantati!
Si trovano all’interno di un Parco Regionale, in un territorio boscoso, che vanta oltre 100 km di sentieri che vi si addentrano, con itinerari segnalati
e con una flora molto variegata e colorata
C’è la possibilità con una breve passeggiata di arrivare fin sotto i monoliti
e, ad esclusione dell’inverno, è possibile percorrere il sentiero di Salita sul Sasso della Croce, per godere del panorama dall’alto di una delle guglie: noi una volta siamo riusciti a salire! È la cima più alta di questo gruppo di guglie, che ricordano un po’ le Meteore in Grecia. In 20 minuti di sentiero, a tratti con scalini impervi (ma c’è una ringhiera da aggrapparsi) si arriva a 567 metri dove si gode di un panorama pazzesco sui boschi, sugli Appennini, sulla Pianura Padana e, nei giorni di cielo terso, anche sulle Alpi e pare si veda il Monte Rosa.
La salita è a pagamento (3 euro), con biglietti da acquistare presso il Centro Visite del Parco http://www.parchiemiliacentrale.it/parco.sassi.roccamalatina/centri-visita-dettaglio.php?id=57) che si trova nel piccolo Borgo dei Sassi, dove ci sono alcune case antiche e un oratorio.
All’arrivo ai Sassi di Rocca Malatina si trova il bar ristorante locanda il Faro, molto scenografico per la sua vista sulle rocce, dove abbiamo mangiato con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Proseguendo invece il sentiero, oltre il Centro Visite, si trova il ristorante Altoforno impasti agresti, che non è solo un ristorante ma anche un luogo dove vengono preparati prodotti da forno per la vendita esterna, che ha alcuni tavolini proprio su per il bosco che ha di fronte, in una cornice davvero incantevole.
Zocca
Salendo ancora a 759 metri di altitudine, tra le vallate del Panaro, del Reno e del Samoggia, si arriva a Zocca, meta di soggiorni estivi per chi cerca il fresco, ma soprattutto cittadina divenuta popolare per la casa natale di Vasco Rossi
Se cercate su Google, la casa di Vasco, dove ancora abita la madre, appare come punto di interesse culturale, ed è diventata meta di pellegrinaggio per i fan, e tutta la strada opera d’arte per i tanti disegni e murales! Inutile dire che essere lì è una grande emozione!!
Maranello
Tornando in pianura, non si puo’ non citare Maranello, la patria della Ferrari, dove puo’ essere visitato il museo ad essa dedicato
https://emiliaromagnaturismo.it/it/localita/maranello
Savignano sul Panaro
Non visibile dalla strada, a 100 metri di altezza, in mezzo alle colline popolate da vigne, alberi da frutto, campi coltivati e calanchi, prima di arrivare a Vignola, da Bologna, si incontra Savignano sul Panaro, dove si trova un antico borgo medievale meraviglioso, che riporta indietro ad un’altra epoca, un altro dei miei preferiti!
La via di accesso, con una bella pendenza, è pavimentata con ciotoli di fiume, e arriva fino alla cima dove si trova la Chiesa Parrocchiale di S. Maria dell’Assunta, col suo altissimo campanile.
Da lassù, si gode un panorama impagabile sulla campagna, nel silenzio, soprattutto al tramonto.
Il borgo, antico feudo, è fortificato e sulla cinta muraria le case sono state ben ristrutturate conservando tutta la loro autenticità e bellezza. Per questo Savignano sul Panaro fa parte dei borghi autentici d’Italia. Attraversato da 2 voltoni, con torri difensive che un tempo avevano il ponte levatoio, il borgo risale al 1026.
Ogni anno, a settembre, si svolge una rievocazione storica chiamata la “Lotta per la spada dei Contrari”, una festa in costume con dame, cavalieri, soldati, giullari, in un’ambientazione medievale davvero realistica, arricchita da spettacoli, mercati, locande, e, naturalmente, dalla sfida tra le 6 contrade del paese per la spada dei Contrari.
Savignano ha orgini antichissime, sono stati ritrovati reperti risalenti alla preistoria e al periodo etrusco. Merita menzione il Museo della Venere e dell’Elefante, che si trova nella parte bassa del paese, una mostra permanente di importanti ritrovamenti archelologici, tra cui lo scheletro di un elefante risalente a due milioni di anni fa, rinvenuto nel greto del fiume, e la copia di una scultura del paleolitico ritrovata nel territorio, la Venere di Savignano, insieme ad altri reperti del periodo neolitico.
https://www.terredicastelli.eu/luoghi-di-interesse/borgo-medievale-savignano-sul-panaro/
Nonantola
Nonantola, è una cittadina molto interessante sulla via Romea Nonantolana, che collega la pianura Padana con l’Appennino tosco emiliano, resa molto famosa dall’ abbazia benedettina romanica del XI secolo.
L‘abbazia è stata riaperta di recente dopo il restauro post terremoto. I suoi interni sono davvero belli, si può vedere una delle più grandi cripte dell’epoca romanica, e visitare un ricco museo dove sono esposte importanti opere
Inutile dire che la basilica da sola vale il giro, anche se la cittadina ha angoli deliziosi. In estate ospita la festa della musica, un evento che la trasforma in vivace e gioiosa, e che appaga il senso del gusto con i suoi ristoranti, dove vengono cucinati piatti tipici, tra cui “La piazzetta del gusto”, dove si possono gustare i nostri passatelli, in brodo, asciutti e in tutte le salse.
https://www.facebook.com/profile/100063466545182/search/?q=nonantola
Villa Sorra
Non distante da Nonantola e dalla Via Emilia, merita di essere nominata Villa Sorra, una bellissima tenuta, dove è ubicata questa importante villa storica modenese degli inizi del settecento, circondata da un grande parco.
La villa si trova nei pressi di Castelfranco Emilia ma la proprietà è condivisa tra i comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro.
La cosa che più mi ha colpito all’arrivo è il viale di olmi giganteschi che portano verso la villa, e il parco in cui ci si può rilassare, e dove si tengono spesso interessanti eventi, manifestazioni, iniziative culturali sportive e turistiche
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RIVA del GARDA e dintorni: il parco grotta cascata del VARONE e la ciclabile del Garda
Un altro desiderio a lungo cullato, quello di percorrere la ciclopista del Garda e sempre rimandato. Poi, d’inverno, la previsione di due giornate di sole là, mentre qui in Pianura Padana imperversa la nebbia, e 2 giorni liberi, ci fanno cogliere l’occasione
Cerco alloggio nei dintorni del lago di Garda, ho già visitato più volte la bella Sirmione, Desenzano, Lazise, una volta sono stata a Torbole, nella parte trentina dell’alto Garda, con i monti che si buttano nel lago, e mi è rimasta impressa: è in quella zona che voglio tornare.
Riva del garda
Riesco a trovare posto all’ultimo momento all’Hotel Bellariva, a Riva del Garda, ed è stata davvero una fortuna perché Riva si è rivelata la meta giusta: una cittadina sul lago, nella parte trentina, davvero splendida.
L’hotel poi è molto bello, completamente ristrutturato e fronte lago, a qualche passo dalla zona pedonale, che si può raggiungere anche con una passeggiata sul lungolago.
E poi ci sono anche le palme, che chi mi conosce sa, quanto le amo!
Prendiamo una camera deluxe, moderna, molto spaziosa e con vista diretta sul lago, anche se al primo piano. Le camere ai piani alti hanno un panorama migliore ma noi non ci lamentiamo: è comunque bellissima!
All’ultimo piano c’è un grande terrazzo con vista strepitosa: immagino d’estate, con il bar aperto, i lettini per godere del sole, e le 2 vasche idromassaggio, cosa dev’essere rilassarsi in questo spazio!
La colazione si tiene in un locale a vetrate al piano terra vista lago, che la sera diventa ristorante (con una bella selezione di piatti che però non siano riusciti a provare).
A Riva, in questo periodo di fine dicembre, diventa buio molto presto, perché il sole cala dietro ai monti, ma al mattino si rispecchia sul lago, ed è una meraviglia, e conciglia le passeggiate rigeneranti.
Talvolta in lontananza, nel cono che si forma tra le montagne sul lago, appare la nebbia, rendendo ancora più affascinante il paesaggio.
La nebbia crea davvero strani effetti sul lago
Il centro storico di Riva del Garda ha scorci molto carini
In questo periodo, con le luminarie di Natale l’atmosfera c’è una bella atmosfera. Per i più piccoli c‘è anche il villaggio di Babbo Natale
In piazza del Brolio troviamo casette di legno che vendono street food tipico trentino. Ci prendiamo anche noi un ottimo hamburger con la carne salata
Le piazze principali comunicanti, Piazza III Novembre e Piazza Catena, che guardano il lago dominate dall’alta Torre Apponale con l’orologio del 1200, sono contornate edifici storici
Di sera sono ancora più affascinanti grazie ai proiettori che illuminano e colorano gli edifici con disegni natalizi
L’atmosfera è calda e vivace
Stare a Riva del Garda è stata proprio una scelta azzeccata, oltre che un ottimo punto per visitare le prossime due attrazioni di cui vi parlo.
Il parcogrotta cascata del Varone
Non avevo mai sentito parlare di questo posto, che da subito, guardando le foto, mi ha davvero incuriosito e attratto, anche per la vicinanza a Riva, soltanto 3 chilometri, nel comune di Tenno (TN).
La segnaletica conduce facilmente all’attrazione. Ci sono due percorsi una volta entrati nel parco: uno va alla cascata inferiore, l’altro è un costituito da scale che conducono alla grotta superiore, delimitate da piante meravigliose, orchidee, piante grasse, cavoli colorati, viole, ecc: un orto botanico davvero bello
Poco oltre l’ingresso si trova anche un piccolo giardino giapponese.
La cascata del Varone è dentro una gola scavata dalla potenza dell’acqua, che fa un salto in una voragine ad imbuto di quasi 100 metri: nel tempo, nella montagna si sono formati canyon e grotte, che l’uomo è sapientemente riuscito a valorizzare con giochi di luce, creando visioni di grande effetto, che illuminano ogni piega della roccia, visibili attraverso percorsi con scale, passerelle e poggioli
Iniziamo la visita andando subito alla grotta superiore.
Giunti all’ingresso un rumore fragoroso anticipa la visione: l’acqua scende potentissima, mentre una fessura dall’alto fa passare la luce naturale. Miriadi di schizzi arrivano e bagnano senza che ce ne si accorga, nonostante la ringhiera che delimita. Lo spettacolo è talmente bello che mi fermo a lungo ad osservare e ad ascoltare la potenza dell’acqua.
Proseguendo sulla passerella e si esce da questa grotta e guardando in basso si può vedere il passaggio della parte bassa e il punto dove arriva l’acqua.
Sul fondo si vedono i monti innevati del Trentino.
Dopo essermi saziata di questo spettacolo, scendiamo per la stessa strada, e arriviamo alla grotta inferiore. Qui c’è un percorso un po’ più lungo da fare, entrando proprio nelle viscere della montagna.
Le luci sulle pareti cambiano, e gli effetti sono uno più bello dell’altro
Mentre l’acqua scende e continua il suo percorso, fino ad arrivare al punto in cui giunge a terra, si può vedere bene il meraviglioso lavoro che ha fatto nel tempo, con le luci colorate che illuminano ogni increspatura sulla roccia ..
Sono estasiata, io uno spettacolo così non lo avevo mai visto!
Entrare nelle viscere della montagna mi ha ricordato quando sono stata alla Cueva de Los Verdes di Lanzarote.. e questa bella illuminazione, la mia recente visita al Palombaro lungo di Matera..
Con la giacca bagnata fradicia e il pelo del cappuccio che sembra un tutt’uno coi miei capelli, me ne vado via soddisfatta da questa visione, che consiglio di non perdere, anzi.. secondo me vale la pena anche venire apposta alla cascata del Varone, per la sua bellezza e per la sensazione della potenza della natura che evoca.
Di seguito il link al sito, la visita, se non si resta cosi tanto come me a guardare e riguardare, può durare dura circa un’ora.
https://www.cascata-varone.com/it/
La ciclopedonale del Garda
Graziati da una meravigliosa giornata invernale di sole, da Riva ci spostiamo nella vicina Limone, distante una decina di chilometri e già in provincia di Brescia.
La statale costeggia il lago e offre già bellissimi panorami. Vediamo anche dove inizia la ciclopedonale, ma i parcheggi per lasciare l’auto sono davvero pochi, per cui conviene andare fino a Limone e prendere il sentiero costiero.
Il centro storico di Limone resta in basso, sulla riva del lago, ed è pedonale. Lasciamo quindi l’auto nel parcheggio che si trova all’ingresso del paese, poco oltre lo spiazzo dove c’è dell’ufficio informazioni. Da qui, attraverso una scala e lungo stradine in discesa arriviamo sulla promenade, dove si ha un bel panorama di Limone, che è arroccata tra montagna e lago
Il passeggio è ampio e panoramico ma purtroppo in questo momento è quasi tutto chiuso.
Per prendere il Sentiero del Sole che porta alla ciclopista del Garda, si attraversa l’interno del paese, che ha piazzette, stradine e angoli davvero pittoreschi, e tanti negozi dove vendono prodotti provenienti dai limoni e gadget che li ricordano.
Si passa per il piccolissimo porto vecchio, si costeggiano delle mura, fino a imboccare il sentiero in via Reamol
Qui, attraverso uliveti e limonaie, con tratti a volte delimitati da pini e cipressi e altre volte da vegetazione mediterranea più bassa, si possono ammirare panorami incantevoli
In basso, spiagge, ville, la costa rocciosa, e il lago con un acqua di un colore che sembra il mare. Di fronte le montagne trentine e il monte Baldo
Dopo circa 3 chilometri, accanto alla statale, si trova il cartello dell’inizio della ciclopista:
Il progetto della ciclabile prevede che questa colleghi Limone a Riva del Garda, ma per il momento sono stati costruiti solo 2,5 chilometri. Ma anche solo questo breve percorso sulla passerella, che è quasi tutta sospesa sul lago, regala delle viste davvero mozzafiato
.. e io finalmente sono in uno dei luoghi che da tanto desideravo vedere, con i miei occhi stupiti ed entusiasti.
Fortunatamente non c’è troppa gente e devo dire che la ciclopista mi pare più indicata per essere fatta a piedi che in bicicletta, il percorso è breve e i pedoni darebbero piuttosto fastidio ai ciclisti e viceversa
Inoltre la parte del Sentiero del Sole di Limone è in certi punti sconnessa, talvolta si stringe e il saliscendi non si presta molto a una passeggiata in bicicletta (al limite andrebbe meglio una bici elettrica), oltre al fatto che per le strade del centro storico di Limone la bici va condotta a mano
Anche questa destinazione non ha deluso le mie aspettative: passeggiare sospesi tra il lago e i monti è stata davvero una sensazione di bellezza infinita!!
Ma quanti bei posti abbiamo nella nostra Italia!
dicembre 2021
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Il fascino indescrivibile e avvolgente di MATERA
Breve ed intenso, 2 giorni e una notte, ma sufficiente per farmi innamorare.
Matera mi ha rapito portandomi dentro la sua anima, lasciandomi sorpresa ad ogni angolo, con lo stupore di vedere quello che non ti aspetti, con la voracità di girare per scoprire un’altra prospettiva, un altro angolo, un’altra vista da incanto.
Matera è terra che ha sempre accolto nel suo ventre, offrendo casa e protezione.
Caverne, grotte, dove rifugiarsi, spazio rubato alla roccia, case scavate nella roccia e costruite sulla roccia. Roccia che ti avvolge tutto intorno, grande contenitore, un mondo a parte, e un presepe, dove anche tu, quando cammini, diventi uno dei personaggi.
E’ l’impronta forte che è rimasta della storia, delle tante storie nel tempo, che ti arrivano addosso.
E’ la bellezza della gravina selvaggia, il dirupo su cui si affaccia; del fiume che scorre e fa sentire la sua voce; della Murgia che di fronte la guarda, le caverne come fossero tanti occhi che osservano da lontano.
Matera è qualcosa di mai visto prima. È una storia emozionante ascoltata dalla voce di una guida appassionata e divertente, che racconta la sua terra, e che mi ha toccato il cuore.
Sassi, acqua, povertà.
Riconoscimento, riscatto, rinascita.
Matera assomiglia anche agli uomini. Non è solo quel che vedi, è apparenza, che nasconde i suoi segreti nelle profondità, sotto ciò che è evidente, siano essi vergogne, fatiche, abbandoni o risorse, ingegno, tesori.
E’ qualcosa che era rimasto lì, dimenticato, fintanto che giustizia ha trionfato, è iniziata la risalita, e ha avuto la sua rivincita. Completamente meritata.
Diamante grezzo reso splendente, di cui andare fieri. E da cui prendere esempio e forza.
Due giorni e una notte a Matera
E’ novembre e piovono offerte Ryanair.. la voglia della consueta toccata e fuga novembrina si fa sentire: lo scorso anno abbiamo saltato a causa della pandemia, gli anni precedenti abbiamo fatto Londra, Barcellona e poi Siviglia, e prima ancora le terme euganee.
Ma un irresistibile volo per Bari, a 10 euro andata e ritorno, ci fa decidere: da tanto tempo volevamo visitare Matera, e questa è l’occasione giusta!
Arriviamo all’aeroporto di Bari, ci dirigiamo verso il banco dell’autonoleggio Sixt a prelevare la nostra auto, in precedenza prenotata, e partiamo in direzione Matera.
Matera dista neanche un’ora dall’aeroporto di Bari, e la super strada per arrivare è molto comoda.
La Murgia materna: il parco delle chiese rupestri, il belvedere Murgia Timone, le caverne preistoriche
La prima tappa, arrivati al mattino da Bari a Matera, è stato il parco della Murgia Materana, a 7 chilometri dalla città
Avrei voluto arrivare dal centro, scendendo lo strapiombo della gravina, un canyon attraversato dal torrente, passando per il ponte tibetano
Ma l’incertezza del tempo e la possibilità di trovare terreno fangoso, mi ha fatto desistere. Per cui, puntato il navigatore, siamo arrivati al centro Jazzo Gattini, e lasciata l’auto al parcheggio, abbiamo camminato lungo l’altopiano. Dapprima a fianco a praterie, dove mucche podoliche dal manto grigio sfumato e bianco pascolavano con i loro campanacci in compagnia di qualche cavallo, poi per i sentieri, per circa un chilometro avvicinandosi alla vista della città dei Sassi.
Il parco della Murgia Materana è un parco archelogico storico naturale con chiese rupestri e villaggi neolitici e con alcuni meravigliosi punti panoramici, con vista sui Sassi di Matera di fronte.
Sul fondo del sentiero si trova un piazzale, raggiunto anche dall’autobus turistico, che guarda l’estremo della città, il canyon e il torrente Gravina, e da lì partono dei sentieri a ritroso, lungo il crinale, dove ci sono alcune chiese rupestri (purtroppo chiuse in quel momento), incastonate nella roccia, e ampie grotte, in cui entrare e immaginare gli uomini della preistoria che vi trovavano rifugio
La meta che mi ero prefissata di raggiungere era il belvedere Murgia Timone. Da li’, e da dentro le caverne che si incontrano lungo la via, si può godere di una vista spettacolare dei Sassi.
Il parco della Murgia Materana è sito Unesco, come Matera: è una meta imperdibile, a mio parere, se si programma una visita alla città
Il nostro alloggio a Matera: la Neviera nei Sassi
Per il nostro breve soggiorno a Matera volevo alloggiare in un posto davvero tipico e particolare, e studiando le varie soluzioni ho proprio trovato il posto giusto.
La Neviera nei Sassi è un b&b che si trova in una strada del centro cittadino, via Buozzi, vicino a Piazzetta Pascoli, nella zona del Sasso Caveoso, ma non lontano dalla parte di via Ridola non pedonale, dove abbiamo potuto comodamente parcheggiare l’auto sulle strisce blu.
È un insieme di grotte trasformate in 3 camere, 2 quadruple enormi, bilocali, e una doppia. Noi abbiamo alloggiato nelle due quadruple, la 1 e la 3.
La nostra camera era proprio nella neviera, il posto dove in passato conservavano la neve, molto affascinante, ben riscaldata, con una doccia in grotta che fa anche effetto sauna. Davvero una meraviglia!
Anche l’altra quadrupla, dove alloggiava nostra figlia era stupenda, aveva anche la vista su una cisterna sotterranea illuminata.
A disposizione avevamo un buono per la colazione in un bar nelle vicinanze, ma anche capsule per il caffè, bollitore con te e caffè, acqua, qualche biscottino, e le mappe della città.
Dormire nella Neviera è stata una delle cose più affascinanti del nostro giro a Matera; sicuramente il mio consiglio per chi pianifica una visita alla città è di non perdersi l’esprienza di alloggiare in una casa grotta ristrutturata, per respirare completamente l’energia della città .
La struttura della città
“Ho visto un precipizio, lì dentro c’era Matera. Chiunque la veda non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza “
Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”
Matera sorge sopra un dirupo. Nella roccia sono state scavate grotte, usate come abitazioni, sopra le quali scorrono strade, che sono i tetti di dette abitazioni; la città, quindi, non è solo quello che si vede, perchè si sviluppa anche sotto la terra. L’ingegno dell’uomo ha fatto sì che fosse architettato un sistema di raccolta delle acque, attraverso solchi che corrono sui tetti, si riversano all’interno, nelle grotte, lungo canaletti nei pavimenti delle case, defluendo in apposite cisterne, collegate tra loro da vasi comunicanti. Matera nel 1993 è entrata a far parte dei siti riconosciuti dall’Unesco proprio per il sistema di canalizzazione delle acque piovane messo in opera attraverso i secoli.
Le grotte sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto
Il centro di Matera si divide in 4 parti principali da non perdere.
Il Piano, è costituito dalla parte tutta in piano che va da Piazzetta Pascoli a Piazza vittorio Veneto, zona rinascimentale, formata da due grandi strade principali pedonali, via Ridola e via del Corso, che si susseguono, intervallate da Piazza del Sedile e Piazza san Francesco
A destra del Piano, si trova il Sasso Caveoso, mentre a sinistra il Sasso Barisano, le zone piu antiche risalenti all’anno 1000, dove si trovano le case abitate un tempo principalmente dagli artigiani, ricavate scavando la calcarenite, ovvero la roccia di cui sono composti i sassi, in un saliscendi di stradine
Al centro, c’è la strada che va in salita verso la collina e porta alla Civita, risalente al 1200, il rione dove è ubicato il duomo
All’interno dei Sassi si trovano tante chiese rupestri, scavate nella roccia, la maggior parte delle quali conservano affreschi e sono di spettacolare bellezza. Si trovano anche diverse case nella grotta, molto interessanti da visitare per rendersi conto di come era la vita in tempi passati.
Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà.
Le meravigliose viste di Matera
Oltre alla vista di tutta la città di Matera dal Parco della Murgia, che è fenomenale, ci sono diversi punti panoramici molto belli nei Sassi
Dalla cattedrale della Madonna della Bruna, sulla Civita, c’è una bella balconata sul Sasso Barisano
Dal belvedere di Piazzetta Pascoli si ha una vista sul Sasso Caveoso
Dal belvedere Guarricchio di Piazza Vittorio Veneto, oltrepassando i 3 archi, si ha la vista sul Sasso Barisano.
Dal Sasso Barisano, nella parte più esterna di Via Madonna della Virtù, sulla parte superiore dove si tiene l’esposizione di Dalì, si ha una vista fantastica del canyon e della gravina. Sul fondo del, lato destro c’è la chiesa e il convento di Sant’Agostino
Sopra al piazzale della chiesa di San Pietro Barisano si ha un’altra stupenda vista da vicino del Sasso Barisano e della Civita.
Salendo lo sperone roccioso del Montirone, dove si trova la chiesa di Santa Maria de Idris, il panorama è su entrambi i sassi, e sul retro c’è una magnifica vista della Murgia
Il mio panorama preferito resta comunque quello che si vede da via Muro, nel Sasso Caveoso, che guarda verso la chiesa nella roccia, così particolare, di Santa Maria de Idris, il piazzale della chiesa di San Pietro Caveoso, con la Murgia sullo sfondo, e ai piedi il Sasso Caveoso
“Eravamo intanto arrivati al fondo della buca, a Santa Maria de Idris, e alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. Di lì, sembra quasi una città vera. Le facciate di tutte le grotte, che sembrano case, bianche e allineate, pareva mi guardassero, coi buchi delle porte, come neri occhi.”
Carlo Levi
La nostra guida a Matera: Giulio Cappella
Visitare Matera con una tour guidato è sicuramente un modo per conoscere bene la storia della città e per vedere i posti principali, quando non si ha troppo tempo a disposizione. Inizialmente infatti non è cosi facile orientarsi tra i rioni e le stradine dei sassi. Ma vale la pena comunque la visita guidata anche se si ha più tempo a disposizione, per ascoltare la storia della città dalla voce fiera e appassionata di un abitante del luogo.
La mia scelta è ricaduta su una visita di gruppo pomeridiana (ma eravamo solo 9 persone) con Giulio Capella, dopo aver letto le ottime recensioni su TripAdvisor, simpatico, appassionato e divertente ma mai sopra le righe, preciso e preparato, e che ci ha dato in un tour di quasi 3 ore moltissime notizie, con un taglio storico, artistico e sociale che ho apprezzato molto.
Partiti da piazza San Francesco, siamo scesi dal Sasso Barisano, saliti sulla Civita, dove abbiamo visitato anche l’interno barocco della cattedrale romanico-pugliese della Madonna della Bruna, e passati da via Muro, famosa per le scene del film “La Passione” di Mel Gibson
La vista da qui, sulla chiesa di Santa Maria de Idris e sul Sasso Caveoso, come citavo sopra, è strepitosa, soprattutto all’imbrunire, quando la città sembra diventare un presepe
Abbiamo visto lungo le strade il sistema di raccolta delle acque usato in passato, i raccordi di canalizzazione tra le case, per cui Matera è diventata patrimonio Unesco.
Abbiamo visitato la casa cisterna e ascoltato la storia di come viveva chi ha abitato nelle case grotta, fino a un passato neanche tanto remoto
Siamo entrati a visitare la chiesa rupestre della Madonna delle Grazie, e ammirato gli affreschi
Al termine della visita mi è salita una grande emozione per la storia di riscatto e rinascita di questa straordinaria città.
Di seguito il riferimento di Giulio: 320 8214680
Altre cose da non perdere a Matera
-La chiesa nella roccia di Santa Maria de Idris, con la croce che svetta, comunicante con la chiesa di San Giovanni, e il sottostante piazzale di San Pietro Caveoso, offrono un colpo d’occhio meraviglioso, ma vale la pena assolutamente la salita allo sperone del Montirone
per le monumentali rocce
per visitare l’interno delle due chiese e vederle da vicino
e per ammirare il bel panorama del retro, sulla Murgia Materana
-Il Palombaro lungo, una grande cisterna idrica ipogeo, realizzata per la raccolta delle acque sorgive, scavata nel XVI secolo, alto 17 metri, in piazza Vittorio Veneto, è un posto davvero pazzesco, e splendidamente illuminato
-La Goccia, la scultura di Kengiro Azuma, si incontra in Piazzetta Pascoli; sullo sfondo si trova Palazzo Lanfranchi da una parte, e il belvedere panoramico da un’altra
-Le opere di Dali’ si trovano in giro per la città: il pianoforte surrealista a Piazza S. Francesco, l’orologio molle in sella al cavallo, in via Madonna della Virtu (di fronte al complesso rupestre), l’elefante spaziale in piazza Vittorio Veneto, ma strepitosa è l‘esposizione di oltre 200 opere Dalí “La persistenza degli opposti”, in una location straordinaria, ovvero il complesso rupestre della Madonna della Virtù e San Nicola dei Greci, che da sola vale il viaggio (ne parlo qui)
Dalì a MATERA: stupore e bellezza, tra il tempo ballerino e la danza degli opposti
-Alcune belle statue in bronzo, a grandezza naturale, si trovano in giro per la città
-Via Ridola e Via del Corso, che iniziano in Piazzetta Pascoli e terminano in Piazza Vittorio Veneto, e che ci si ritrova spesso a percorrere muovendosi per il centro, la centrale Piazza San Francesco che le delimita, conducono nelle varie stradine dei sassi in cui perdersi, da quelle più grandi (via Beccherie, via D’Addozio, via San Biagio) a quelle più piccole, alle scalinate che salgono e scendono come in un dedalo, e che portano ad angoli e scorci meravigliosi
Matera di sera




Non avrei voluto mai che finissero quelle 2 giornate: sebbene fossi risucita a vedere tutto quello che mi ero proposta e fossi soddisfatta, avrei voluto nutrirmi ancora di tanta bellezza!
Mangiare a Matera
Mangiare a Matera è una gran bella esperienza. Quello che abbiamo trovato è stata una cucina molto singolare, diversa da tutte quelle provate prima e poco conosciuta. Non so se perchè avevo selezionato alcuni ristoranti in ambienti piuttosto tipici e particolari, con eccellenti recensioni su Tripadvisor, ma devo dire che in ognuno abbiamo percepito una grande passione nella preparazione dei cibi, e anche nel raccontarli e presentarli, una ricercatezza degli ingredienti, e il mantenimento della tradizione anche quando il piatto era arrichito e rivisitato.
Abbiamo assaggiato le seguenti specialità lucane, tutte buonissime:
Baccalà impanato e pasticciatoCrapiata (la zuppa tipica)Polpette di paneOrecchiette con ragù di salsiccia pezzentePaccheri con caciocavallo e pistacchioAgnello alla LucanaRavioli ripieni di burrataCavatelli con mollica croccantePeperoni cruschi
I ristoranti, che mi sento assolutamente di consigliare, sono i seguenti:
-Osteria da Pico, bellissimo locale in grotta nel Sasso Barisano, cibo ottimo
-Bollicine bistrot, bel locale in grotta nel Sasso Caveoso (via Buozzi) cibo ottimo
–Burro salato, locale appena fuori dall’area pedonale in una traversa di via del Corso (via Rocco Scotellaro), molto bello e con servizio eccellente, cucina molto raffinata e ricercata, tradizionale lucana e francese rivisitata
Conclusioni
Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza.
Carlo Levi
Dopo essere stata definita “vergogna d’Italia”, nel 1952, per le condizioni di povertà in cui ancora negli anni 60 viveva la popolazione di Matera nelle grotte, la città ha avuto il suo riscatto: il 9 dicembre 1993 i Sassi di Matera sono diventati patrimonio dell’umanità Unesco e nel 2019 Matera è stata designata Capitale europea della cultura.
Matera per quanto ne abbia sentito parlare, decantata per la tanta bellezza e particolarità, è impossibile immaginarla, è una città unica e davvero indescrivibile, seppur ci si provi, e con cui io ho empatizzato molto. E’ un museo a cielo aperto che mi ha lasciato sorpresa e mi ha entusiasmato.. e mi ha lasciato una grande voglia di tornarci!
“… arrivai ad una strada che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. Ma di lassù dove ero io non se ne vedeva quasi nulla, per l’eccessiva ripidezza della costa, che scendeva quasi a picco. Vedevo soltanto, affacciandomi, delle terrazze e dei sentieri, che coprivano all’occhio le case sottostanti. Di faccia c’era un monte pelato e brullo, di un brutto color grigiastro, senza segno di coltivazioni né un solo albero: soltanto terra e pietre battute dal sole. In fondo scorreva un torrentaccio, la Gravina, con poca acqua sporca ed impaludata tra i sassi del greto. Il fiume e il monte avevano un’aria cupa e cattiva, che faceva stringere il cuore. La forma di quel burrone era strana: come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso da un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca: S.Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante. E cominciai anche io a scendere per una specie di mulattiera, di girone in girone, verso il fondo. La stradetta, strettissima, che scendeva serpeggiando, passava sui tetti delle case, se quelle così si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone: ognuna di esse ha sul davanti una facciata; alcune sono anche belle, con qualche modesto ornato settecentesco. Queste facciate finte, per l’inclinazione della costiera, sorgono in basso a filo del monte, e in alto sporgono un poco: in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelli di sotto. Le porte erano aperte per il caldo. Io guardavo passando, e vedevo l’interno delle grotte, che non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie..”
Cristo si è fermato a Eboli
dicembre 2021
Dalì a MATERA: stupore e bellezza, tra il tempo ballerino e la danza degli opposti
Veder comparire le opere di Dalí mentre si passeggia per i sassi di Matera è davvero suggestivo, ma ammirare più di 200 pezzi in un complesso rupestre, tra il chiaroscuro delle luci e una musica orientaleggiante che accompagna, è un incanto.
La prima scultura ce la siamo trovata davanti passeggiando per via del Corso, in Piazza San Francesco: la ballerina del Piano Surrealista.
Ci ho girato attorno l’ho osservata da tutti i lati, uno più bello dell’altro, di giorno e di sera
Da dietro pare offrirsi con uno slancio verso l’alto con tale sinuosità e leggerezza che sembra prendere il volo
Dal fianco sembra elevarsi e danzare con tutta la plasticità del suo corpo
Da davanti alza le braccia al cielo guardandolo, come in segno di ringraziamento
Le gambe da donna del pianoforte, con scarpe eleganti col tacco e l’abitino corto arricciato e ammiccante, e sul fondo la piazza e la chiesa di San Francesco, sono una vista incantevole.
Dell’Elefante Spaziale, che compare all’improvviso in un lato di piazza Vittorio Veneto, mi ha colpito il contrasto tra la leggerezza delle irreali lunghe e sottili zampe, che lo slanciano verso l’alto, al cospetto del pesante corpo grosso e massiccio. L’elefante trasporta una preziosa piramide
Il Cavallo con l’orologio molle si trova sulla passeggiata di via Madonna della Virtù: da un lato il burrone, la gravina e la vista della Murgia Materana, dall’altro il complesso rupestre di Madonna della Virtù e San Nicola, dove risiede proprio l’intera mostra di Dalí
Il cavallo ha un bellissimo movimento, la criniera pare mossa dal vento. Sul davanti sembra lanciarsi deciso in una corsa, mentre da dietro sembra frenato, forse dall’orologio molle che è la sua sella. Il tempo, come il movimento del cavallo, è fluido, ma nello stesso tempo pare sia un peso che trattiene
L’esposizione, all’interno del complesso rupestre dentro la roccia, si chiama “La persistenza degli opposti” perché volge attorno ad alcuni concetti di opposti che si contrappongono.
Quattro temi sono oggetto dell’esposizione: il tempo; la contrapposizione tra l’involucro duro e l’interno tenero, la protezione e la vulnerabilità; la religione; la metamorfosi, ovvero la perdita della forma e la trasformazione.
Le opere si trovano in angoli suggestivi delle due chiese, e dentro e fuori dal complesso
Sono all’interno di nicchie, grotte, con pareti rupestri affrescate, sapientemente illuminate e risplendono nella loro bellezza.
La prima parte, per me stupenda, è una collezione di orologi molli
Per Dalì il tempo è fluido e relativo, legato alla soggettività e alle percezioni: da qui l’orologio molle a simboleggiare questo concetto
Meravigliose anche le altre sculture. In particolare mi ha colpito Alice nel paese delle meraviglie, l’eterna bambina che risponde alla confusione del mondo con la logica dell’infanzia
e anche Adamo ed Eva, nel momento in cui viene offerta la mela, in un gioco di riflessi di luce splendido
di nuovo un elefante spaziale, con le sue contraddizioni
e le tante sculture rappresentanti donne, ballerine, angeli, dove risalta la bellezza e la morbidezza delle forme
Talvolta è messo in evidenza anche il loro opposto, come nel caso delle bellissime Tersicore
una doppia immagine di donna, una con un corpo morbido e attraente, l’altra con un corpo dura e spigoloso, a dimostrare le due parti opposte che albergano in ognuno di noi, e che danzano a momenti alterni: da una parte la grazia e la fluidità, dall’altra la rigidità. E’ l’eterno contrasto tra interno ed esterno, involucro duro che vuole proteggere un interno molle, ovvero la vulnerabilità; il visibile e l’invisibile, ciò che si vede da fuori, che devia dalla verità custodita all’interno. Impossibile non identificarsi o ritrovare il mondo in cui viviamo in queste opere!
Alcune sculture sono posizionate anche nella parte superiore esterna, una specie di giardino che si trova in conclusione del percorso espositivo
L’ultima parte è costituita da opere più piccole e disegni dell’artista
Inutile dire che l’esposizione, che pare continui anche nel 2022, ed è già stata più volte prolungata, da sola vale il viaggio, ed è imperdibile per opere, location, e per tutta la bellezza che c’è attorno, nel corso di una visita alla bella Matera!
di seguito il link all’esposizione:
https://www.daliamatera.it/
dicembre 2021
foto di Patty
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