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Florida

Miami Beach, Florida

 

 

Col bus 120 arriviamo da Miami Downtown a Miami South Beach, passando per il lungo ponte, che collega la terraferma alla striscia di terra che si trova di fronte a Miami. Il bus percorre gran parte di Miami beach e quindi diventa anche un giro panoramico, e ha una fermata proprio davanti al National Hotel che ho prenotato, sulla elegante Collins Avenue, a pochi passi dalla famosa Ocean Drive, il lungomare di palme davanti all’Oceano, ricco di locali, boutique, alberghi ed edifici in stile art deco’.

 

      

Il National Hotel, uno dei primi hotel di South Beach, costruito nel 1939, svetta alto nel cielo e ci si presenta davanti in tutta la sua maestosità ed eleganza

 

 

Perfettamente ristrutturato e mantenuto, alloggiare in questo hotel è stato come stare in un museo dell’art deco’, con un’atmosfera unica, dovuta a tutti i particolari ricercati, che ti rimandano indietro nel tempo, con un’eccellente servizio. E’ stata una vera sorpresa e ha superato di gran lunga le mie aspettative.

 

 

La scelta è ricaduta su questo hotel, dopo che avevo inizialmente prenotato un altro albergo sulla Ocean Drive, ma che ho scoperto in seguito essere stato oggetto di una puntata della trasmissione Hotel da incubo!! Il Penguin hotel, ristrutturato di recente e con buone recensioni, è veramente in ottima posizione vista mare, ma per non non rischiare di avere qualche lamentela, ho provveduto a cancellare all’ultimo momento la prenotazione, anche per non lasciare Miami con una brutta ultima impressione. E comunque la differenza di prezzo non era poi cosi’ pazzesca (con una bella offerta Orbitz), per quanto invece la differenza di stile! Consiglierei il National hotel mille volte!!

 

 

Il National Hotel l’ho scelto principalmente per la sua  stretta ma lunga piscina, 62 metri, (in verità ce ne sono due di piscine) inserita in un meraviglioso giardino con piante tropicali.

 

 

Oltre a bellissime aree relax, ha ingresso diretto sulla spiaggia, dove si puo’ usufruire anche delle loro tende per l’ombra.

 

 

Entriamo nell’hotel e siamo invasi da un profumo buono e intenso. Tutt’ intorno, nella hall, quadri in bianco e nero di attori e personaggi famosi che sono stati ospitati, e un biliardo. Mobili scuri, lucidi, un pianoforte, ed oggetti eleganti come soprammobili. Il bagno ha le pareti disegnate come il mantello di un tigre.

 

 

Sulla porta dell’ascensore è disegnato un abito che si divide in due all’apertura. Vicino all’ascensore un vecchio apparecchio telefonico a rotelle.

 

 

In camera, ci attendono sul letto bellissime coperte maculate. Molto kitch, ok, ma nell’insieme stanno benissimo. Sembra di essere in un film anni 40. Mi aspetto quasi nella hall di vedere il pianista e che qualcuno gli dica “Play it again Sam!”  ah ah ah :) ( cit. film Casablanca)

 

 

Andiamo subito a tuffarci in piscina, a fare un bagno, uno dei tanti che ci aspettano in queste 2 giornate.

Per cena andiamo all’11th street Diner, sulla undicesima strada appunto, molto particolare perchè è un enorme food truck color metallo, tipico americano, che ricorda al suo interno i ristoranti che si vedono nei film anni 50, con le poltrone rosse, stile American Graffiti, con cibo ottimo, hamburger veramente eccezionali. Per arrivarci percorriamo un lungo tratto della Collins Avenue e poi prendiamo la 11st steet, in direzione Washington Avenue.

Dopo cena andiamo verso la vivacissima e latina Espaniola Way, e capisco come mai si chiama cosi’, con i suoi tipici edifici mediterranei e ristoranti italiani: di nuovo un posto molto diverso da tutti gli altri, qui a Miami!!

 

 

Non possiamo mancare la passeggiata sulla Ocean Drive, la via del passeggio nell’Art Déco Historic Districts,  per ammirare oltre ai famosi edifici anni 30, con facciate bianche e color pastello, anche le persone che la popolano e le auto che circolano!!! Passiamo di fronte alla famosa Villa Casaurina, in passato casa di Versace, ora un boutique hotel, ma l’edificio che piu’ mi è piaciuto è il Betsy hotel, in uno stile che ti riporta proprio indietro in quegli anni.

 

 

Torniamo verso il National Hotel, la lunga piscina è illuminata con luci colorate che si alternano, ed è una meraviglia. Io e Giada decidiamo di fare un bagno notturno, anche se sono già le 23, la piscina è aperta e vuota, non possiamo perderci una simile occasione! Ci infiliamo il costume e ci buttiamo in acqua sotto il cielo stellato e le palme attorno, con le luci colorate che illuminano i nostri visi, sorridenti e contenti per tanta bellezza. Nuotiamo e ci fermiamo a guardare, chiacchieriamo, complici, e ci godiamo momento per momento quel lungo bagno… non vorremmo piu’ uscire da quell’acqua tiepida, e non vorremmo che finisse mai, questa serata.

 

 

La mattina dopo, mi alzo di buon ora per passeggiare sulla spiaggia di Miami Beach, mentre la famiglia dorme ancora. Vedo le persone correre o passeggiare sui vialetti con le palme che portano al mare, proprio come nel mio immaginario.

 

Sulla spiaggia di Miami, enorme e vuota, spiccano le cabine con i colori colori vivaci delle cabine dei Lifeguards, ancora disabitate e illuminate dalle prime luci del giorno.

 

 

Il mare purtroppo non è bellissimo, ci sono un po’ di alghe e i temporali degli ultimi giorni l’hanno reso un po’ mosso. Non è facile a Miami trovare il bel mare cristallino che si vede in certe foto.

 

 

Guardo gli hotel che si affacciano su questa spiaggia, quelli piu’ moderni e quelli d’epoca e il mare infinito, ed è veramente uno spettacolo che non mi aspettavo.

Ritorno indietro dalla mia passeggiata sulla spiaggia per il Lummus park e costeggio Ocean drive con il sole del mattino. Vado a svegliare la famiglia e andiamo a far colazione di fronte al nostro hotel, senza saperlo siamo di fronte a Rosetta Bakery, una famosa pasticceria italiana, ottime brioche, cappuccino, succo a piu’ di 30 dollari! Ma del resto, qui questi sono i prezzi.

 

 

Mentre marito e figlia tornano in hotel a prepararsi, io vado ancora in giro, vado a vedere la Lincoln Road, che diventa piacevolmente pedonale ed è piena di negozi..pieni di saldi..peccato proprio aver poco tempo!!

Ma la nostra bella piscina ci aspetta ancora, dopo il check in possiamo restare fino alla partenza e oggi vogliamo prenderci una giornata di relax, riposarci e godercela tutta, sulla spiaggia fa troppo caldo e quella è un’oasi troppa bella..

 

 

Per le 19 prendiamo l’autobus 150 per l’aeroporto, che ferma proprio davanti al nostro hotel. Nell’attesa mi guardo ancora intorno e passeggio un pò, l’atmosfera di South Beach mi incanta proprio..

 

 

In poco meno di mezz’ora siamo all’aeroporto, come sempre ho un peso al cuore.. non solo perchè le nostre vacanze sono terminate, ma perchè anche di Miami ho adorato tutte le sue mille sfaccettature.

E so già che ci vorrei tornare.

 

 

Intanto, anche quest’anno (perchè sono solita a queste “coincidenze), il caso ha voluto che uscisse una canzone, che descrive tante delle mie sensazioni vissute a Miami..

 

 

 

 

Luglio 2019

 

 

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Wynwood walls a Miami

  

 

A pochi minuti dal centro di Miami, si trova il Wynwood walls, esattamente al 2520 NW 2nd AveMiami, FL 33127-4306, dove sono esposte opere meravigliose di street art, murales, graffiti, e altre opere particolari, all’interno di quello che è diventato il piu’ grande street art museum del mondo, che fa parte del Wynwood art district, nell’omonimo quartiere.

 

 

Il quartiere, che è stato riqualificato alla fine degli anni 2000, era un’area industriale in decadenza e non raccomandabile, abitato principalmente da portoricani. Ora è un magnifico museo a cielo aperto e gratuito. Perfino i parchimetri sono decorati.

 

 

Arrivando nel quartiere, tutt’intorno, sui muri, vi possono scorgere murales, anche enormi, che ti catturano: vale la pena passeggiare e lasciarsi entusiasmare da tanta bellezza.

 

 

Il Wynwood walls è uno spazio dove ci sono, oltre a graffiti e murales, gallerie d’arte con riproduzioni bellissime di famosi artisti che le hanno dipinte in diverse parti del mondo, e altre opere di estrema originalità.

 

 

Appena arrivati eravamo estasiati da tutti quei colori!

 

 

Io sono rimasta incantata dalla creatività che avevo davanti agli occhi!

 

 

Ovviamente le foto qui si sono sprecate :)

 

 

Nelle gallerie la creatività dà il suo massimo

 

 

 

Alcune riproduzioni sono state un colpo al cuore, come quella di Gandhi e Madre Teresa, o di Nelson Mandela.

 

 

Alcune sono un colpo allo stomaco.

 

 

Alcune sono divertenti

 

 

Mi sono piaciute in particolar modo quelle di Eduard Kobra, artista brasiliano,che dipinge con colori sgargianti e grafiche geometriche e caleidoscopiche, dando l’illusione del 3d, ispirandosi anche a personaggi della politica, della cultura, della musica e aggiungendo la sua interpretazione personale.

 

 

I suoi murales si trovano in parecchie città del mondo, anche a Roma ha disegnato il volto di Malala Yousafzai, studentessa pakistana, all’esterno del MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma di via Prenestina (al 913), e perfino sulle Alpi Apuane, dove ha disegnato un David di Michelangelo in mezzo al bianco di una cava di marmo.

Le sue opere trasmettono veramente potenti emozioni, alcune mi hanno fatto venire i brividi.  Qui il suo profilo instagramm https://www.instagram.com/kobrastreetart/?hl=it

 

 

Cosa c’è di piu’ bello per una ragazza che fa l‘Istituto d’arte che vedere un museo del genere?

 

 

Lascio parlare alcune immagini, difficile poter esprimere a parole ciò che le opere trasmettono.

La foto sotto rappresenta come mi sentivo al termine della visita.

 

 

Gratitude.

 

 

luglio 2019

 

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Orlando: Universal Studios e Universal’s Islands of Adventure

 

 

Ci accorgiamo che stiamo arrivando ad Orlando perché vediamo sull’autostrada un tralicio fatto a forma di Topolino.

Il tempo è nuvoloso, col navigatore arriviamo in città, una città fatta di hotel, ristoranti, outlet e parchi giochi.

Il navigatore ci porta al nostro hotel, il ROSEN INN NEAR THE PARKS sull’Universal Boulevard, dove staremo per 2 notti, prenotato da Agoda  e pagato pochissimo. Ho scelto questo hotel per varie ragioni: per rientrare nella media dei prezzi del nostro viaggio in Florida (https://www.unanimainviaggio.it/viaggi-nel-mondo/florida-usa/), visto che qui a Orlando è possibile, si trovano alloggi anche a poco prezzo, perché sembrava comodo, proprio sulla via degli Universal Studios e con navetta gratuita, per l’ ottimo punteggio delle recensioni.  L’hotel è simile a un motel, ha una bella hall con personale gentilissimo e una bella piscina centrale. L’ arredamento delle camere è un po’ old stile pero’ sono  tenute molto bene, per cui non risulta sgradevole. Ha il bollitore con il caffè in camera e un market fornitissimo. Posso confermare l’ottimo rapporto qualità prezzo. All’interno c’è un corner dove si possono acquistare i biglietti per i parchi e prenotare la navetta.

 

         rosen inn near the parksrosen inn near the parks orlando camera

 

Dopo aver appurato che il costo dei biglietti è lo stesso di altri punti all’esterno e sul sito online, li acquistiamo e prenotiamo la prima navetta delle 7.30 per l’indomani, nonostante l’apertura del parco sia alle 9, come da consigli letti su vari siti e forum: giusta decisione in quanto occorre un po’ di tempo per raggiungere gli studios, altro tempo per camminare fino all’ingresso dalla fermata dell’autobus, e i cancelli aprono  mezz’ora prima per  iniziare i controlli. In questo modo, siamo riusciti a  fare  pochissima coda per le prime attrazioni.

 

universal studio florida harry potte

 

Quello che interessava a nostra figlia era principalmente tutto cio’ che riguardava Harry Potter, ma è riuscita a fare anche alcuni altri rollercoaster  e tutti insieme siamo riusciti a vedere 3 spettacoli. E’ rimasto fuori tanto, ma facendo 2 parchi in un giorno è normale.

Abbiamo fatto il biglietto giornaliero Park to Park, che consente nello stesso giorno, di andare agli Universal Studios e a Island of Adventure. Le attrazioni di Harry Potter sono infatti divise tra i 2 parchi, comunicanti tra loro tramite l’Hogwart Express.

https://www.universalorlando.com/web/en/us

Entrando nel parco, si riceve una carica adrenalinica pazzesca! Ti guardi attorno, da una parte vedi un lago con l’Hard Rock Cafè piu’ grande del mondo, dall’altro vedi in lontanza il castello di Hogwarts, e poi tutto intorno giostre e rollercoaster..

 

           

 

Entri nella magia, regredisci nell’infanzia, sprizzi eccitazione da tutti i pori..anche chi non è piu’ un bambino o un ragazzo, non puo’ non esserne affascinato.

 

 

Come consigliato nel forum di Tripadvisor e in alcuni blog (https://www.viaggi-usa.it/), siamo entrati subito ad Island of Adventure, andando verso  Hogsmeade.

 

              universal studio florida harry potteuniversal studios orlando florida harry potter.

 

La ricostruzione è meravigliosa, sembra proprio di essere nel film e arrivare al castello di Hogwarts, è una grande emozione.

 

universal studios florida orlando harry potter

 

Entriamo per la prima attrazione, la nr. 13 , the Forbidden Journey, che permette di visitare  il castello, passando per la stanza dei quadri parlanti, dall’ufficio di Silente, e davanti a Harry, Hermione e Ron che parlano su un balcone.  Lasciamo il papà, che soffre di vertigini e non sale in carrozza, mentre noi….via!!

Partiamo in giro assieme ad Harry che cavalca la scopa, gioca sul campo di quiddich, e vola sopra e dentro il castello. Emozionante vederselo lì davanti, adrenaliniche le volate in picchiata sul campo e sul castello di Hogwarts. E al termine ti trovi davanti alla proiezione di  tutti i personaggi che ti guardano e ti applaudono..è una grande emozione!

Terminata la corsa, visto che siamo li’ e non c’è coda, facciamo anche l’attrazione di fronte, Flight on Hippogriph, un rollercoaster non troppo veloce e con spirali non eccessivamente pendenti, ma neanche poco per me. e molto breve. Vorremmo fare la nuova attrazione Hagrid’s Magical Creatures Motorbike Adventure ma  è temporaneamente chiusa, dicono che dovrebbe aprire piu’ tardi, quindi ci ripromettiamo di tenerla sotto controllo con la comoda app, che abbiamo scaricato, che segnala anche i tempi di attesa.

 

 

 

Andiamo a prendere l’Hogwarts Express per Diagon Alley, agli Universal Studios, anche qui non facciamo fila, e questo è veramente bellissimo: si parte con il treno vero e nelle vetrate dello scompartimento passano paesaggi e personaggi, proprio come se si stesse viaggiando e la cosa bella è che, facendo il percorso inverso, cambiano scene e paesaggi.

 

 

Si scende e si esce a King Cross, la stazione è identica a quella di Londra, poco distante c’è il Nottetempo, e a sinistra c’è un arco: non si vede cosa c’è oltre, ma entrando ti trovi a Diagon Alley e ti sembra di entrare nel film.

 

 

 

 

 

Molto piu’ grande e realistica di quella vista agli Studios di Londra, tutto è ricostruito perfettamente: c’è la bottega di  Ollivander, il negozio dei Wisley,  quello di Madame Malkin, il negozio concorrente di Ollivander, sempre vuoto, alcuni chioschi con la burrobirra e tanti altri negozi dove si possono acquistare gli abiti e tutta l’oggettistica, e anche Nocturn Alley.

 

Sul fondo, c’è la Banca di Gringotts, e sopra ad essa spicca, gigante, il drago che lancia fuoco a intervalli prestabiliti. Siamo in estasi, anch’io, come l’adolescente, che non sono neanche tanto fan, e mi guardo attorno esterefatta..

 

hogwarts express universal studios orlando

 

Per fare l’attrazione 11, Escape from Gringotts,  bisogna entrare nella banca. Qui attendiamo circa 30 minuti.  Con l’escamotage di prendere le corse dei singoli (in pratica si sale da soli, non con i compagni, usano il sistema per riempire tutti i posti) , si riesce a risparmiare tempo, tanto, quando si è in quel turbinio, non ci si accorge se qualcuno è insieme a noi!! (salvo mia figlia che sentiva le mie urla da dietro di me!).

Si scende nei sotterranei, si incontrano Harry Potter, Ron, Hermione, e anche Voldemort e Bellatrix, la banca si frantuma e tu sei in mezzo mentre tutto crolla !! Pauraaaa!!! Per me è stata una delle attrazioni piu belle.

Giada vede un bel cappello e ne ha bisogno se lo prova, le sta benissimo e lo compriamo (da notare che la sera precedente in un negozio in città aveva già comprato cappello invernale e maglietta di Griffondoro), entra nel negozio degli abiti e si prova quello rosa di Hermione al ballo, e poi vuole i calzini lunghi di Griffondoro, che si mette subito.

 

 

Usciamo da Diagon Alley, ci guardiamo intorno, passeggiamo, e a un certo punto sentiamo cantare “Freedom”..stavolta sono  io a correre e fuori da un negozio, i Blues Brother e Aretha Franklin, ricordi della mia gioventù, fanno il loro spettacolo, …meraviglia, sono identici! Restiamo finchè non finiscono e si allontanano andandosene con la loro auto…Intanto ci guardiamo intorno, vediamo altri personaggi dei cartoni, è tutto troppo simpatico!!

 

 

L’adolescente vuole fare anche quei rollercoaster a ruota, che ti trovi a testa in giù..io manco morta, il padre, non ha fatto neanche gli altri, ma lei ora non ha problemi ad andare da sola. Va sul Rock it, facendo parecchia fila e noi l’aspettiamo giù, cercando sulla mappa dove andare a pranzo. Quando ritorna, con l’aria soddisfatta, andiamo a pranzo, abbiamo scelto Mel’s Drive, il locale di American Graffiti, tutto è uguale, persino le cassiere sono vestite come nel film. Mangiamo dei buoni hamburger, per 46 usd, dopo aver fatto coda anche qui, e intanto ci rinfreschiamo un po’ perchè fuori è diventato molto caldo.

 

 

Guardiamo cosa fare ancora agli Universal Studios, avevo sentito parlare molto bene di Revenge of the Mummy, la vendetta della Mummia, non sarebbe tanto il caso di fare un rollercoaster, visto che abbiamo appena mangiato, ma siamo fiduciose e andiamo. Anche qui facciamo le corse singole, e dobbiamo attendere un pò. In alternativa per non attendere, si possono acquistare i fast pass, ma sono piuttosto costosi e non valgono per le attrazioni di Harry Potter, quindi preferiamo, quando possibile, usare la corsa dei singoli. Non avevo prestato troppa attenzione a che tipo di attrazione fosse la Mummia, ma me ne sono accorta subito alla partenza. Si pensa di partire in avanti, invece, ad una velocità supersonica e al buio, partiamo all’indietro…potrei morire!!! Ci si trova dentro ad una tomba egizia, ed è uno spettacolo, veramente bellissimo. Ad un certo punto il soffitto prende anche fuoco, si sente il calore che arriva addosso, sembra tutto vero e quello che si vede quando c’è un po’ di luce è stupefacnte. Scendo con le gambe che mi tremano dalla paura, ma contenta perchè è un’attrazione bellissima.

 

         

 

Decidiamo a questo punto di fare qualcosa di piu’ tranquillo in modo che anche il papà sia coinvolto. Andiamo a vedere un paio di spettacoli, Animal Actors, dove ci sono alcuni simpatici animali addomesticati che fanno uno show, e Horror make up show, uno spettacolo sui trucchi degli horror, carino, se si riuscissimo a capire tutte le battute. Decidiamo poi di andare a vedere Shrek, uno spettacolo in 4d. Qui aspettiamo parecchio, 40 o 50 minuti, ma per fortuna siamo all’ombra. Lo spettacolo è molto carino, soprattutto quando si va in carrozza con Shrek o quando ciuchino ti starnutisce in faccia :).

A questo punto decidiamo di ritornare a Island of Adventure, per vedere lo spettacolo “Coro di Rane” a Hogsmeade, dimenticando che alle 19 c’è la parata agli Universal Studios, ma non saremmo riusciti coi tempi a rimanere, perchè ora la coda per prendere l’Hogwarts Express è lunghissima.

 

 

Arriviamo che prima c’è lo spettacolo di balletto condotto da Hermione, Trew Spirit Rally, e poi il coro delle rane, che è divertentissimo: 4 ragazzi cantano a cappella e fanno versi che sembrano proprio rane.

 

 

 

A fianco un banchetto che vende tutti i tipi di bacchette e porta bacchette. Nel frattempo, anche se sono già le 18, apre l’attrazione di Hagrid: in pochi minuti danno 200 minuti di attesa!! no no, non ce la possiamo fare! Giada allora decide di fare di nuovo The Forbidden Journey, la rifaccio volentieri anch’io, per ricavalcare la scopa con Harry!!!

 

 

Al termine ci avviamo verso l’uscita, il parco è grande, passiamo da altre attrazioni, Jurassic Park, King Kong, Spider Man e anche dalle attrazioni tutte colorate per i piu’ piccoli. Giada vuole ancora fare un enorme rollercoaster, Hulk, che fa giri pazzeschi, e va da sola mentre noi ci riposiamo un po’, godendoci l’atmosfera.. è già il tramonto.

 

    universal studios orlando floridauniversal studios orlando florida

 

Mentre aspetto, vedo che c’è una giostra, Storm Force Acceleration ….. è simile alle tazze che ci sono a Gardaland, fatte quando Giada era piccola, e che mi erano piaciute tantissimo. Quando scende, non c’è coda e chiedo se viene con me e andiamo a girare e rigirare, sbattendo qua e là!!

Fatto questo pero dobbiamo proprio andare verso l’uscita, mi dispiace, ma abbiamo deciso di prendere il bus delle 20.00, il parco chiude alle 22 ma gli ultimi bus, ci hanno detto, col traffico della sera, possono impiegare anche ore per tornare all’hotel. E comunque siamo stanchissimi.

 

     universal studios orlando floridauniversal studios orlando florida

 

Arrivati all’hotel, andiamo al market e decidiamo di comprare qualcosa da mangiare li’, troppo stanchi per uscire ancora, e poi il traffico ad Orlando alla sera è pazzesco. Prendiamo hot dog e tramezzini e  la colazione per il giorno successivo.  Ceniamo  in camera, abbiamo bagagli da risistemare, il giorno dopo si deve partire presto per Cape Canaveral, vogliamo essere al Kennedy Space Center all’apertura.

Siamo sfiniti ma contenti, l’adolescente dice di aver trascorso una giornata indimenticabile e noi siamo stra felici per questo.

I momenti magici non devono mai mancare nella vita, e quando una ragazza o un ragazzo non piu’ bambino/a ti chiede ancora di vivere la magia, il dono piu’ grande è quello di donargliela e farlo sognare ancora e per sempre.

 

 

 

luglio 2019

 

foto di Patty

 

L’esperienza di Harry Potter agli Studios di Orlando nel dettaglio qui

La programmazione dell'ennesima maratona dei film di #harrypotter durante questa quarantena per il #coronavirus, ha…

Pubblicato da Un'anima in viaggio – Travel & Soul Blog su Mercoledì 8 aprile 2020

 

 

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Miami e Fort Lauderdale

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Prima tappa: MIAMI

 
Dopo mesi di pianificazione, il 26 giugno arriviamo a Miami con un volo American Airlines partito da Bologna, uno dei primi con destinazione Philadelphia, nuova rotta dalla mia città.
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Con un po’ di angoscia per il breve scalo di 2 ore e 10 e l’immigration da fare, nonostante non dobbiamo recuperare le valigie, perchè siamo partiti con un solo bagaglio a mano e uno zainetto in spalla a testa, tutto va per il meglio. Sono già le 21 quando atterriamo, durante lo scalo ho prenotato un hotel (disdicendo quello riservato in precedenza che aveva cancellazione gratuita fino alle 18 del giorno stesso) perchè mi sembrava più bello, e dobbiamo andare a prendere l’auto, prenotata mesi prima con Alamo. E’ tutto perfetto, ho già fatto anche il check in on line per la macchina, quindi saltiamo il banco, arriviamo al garage, e un addetto ci dice dove troviamo le macchine della fascia prenotata, che possiamo scegliere quella che vogliamo e andare al casello a ritirare il contratto e fornire la carta di credito. Cominciamo a guardare le auto, e già è bellissimo poter scegliere quella che vogliamo. Troviamo una Nissan Elantra grigia che ci piace molto, modello mai visto in Italia, prendiamo le chiavi dal cruscotto..e si parte per la nostra avventura!!!
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Arriviamo all’hotel Even velocissimamente, è molto vicino ed è una sorpresa: è bellissimo!!! Moderno, camere di design, sveglia che emette luci colorate, e perfino attrezzi ginnici in camera, con scritte che ben ti predispongono: all’ingresso “The first Hello of many”  un gran bel benvenuto in USA! 
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Il mattino seguente lasciamo l’hotel, anche se sarebbe piu’ comodo partire subito per la costa del golfo del Messico, voglio assaporare e far assaporare subito ai miei compagni di viaggio, qualcosa di Miami: andiamo verso Downtown.
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Arriviamo sul Biscayne Boulevard, e nella zona del porto e cominciamo a vedere i grattacieli: io sono stra emozionata..

Sono a Miami!!

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In mezzo ai grattacieli spicca la Freedom Tower, di fronte all’American Airlines Arena, costruita nel 1925, che riprende lo stile della torre della cattedrale di Siviglia, La Giralda,  usata negli anni ’60/’70 come sede per i rifugiati cubani e che ora ospita un museo di arte contemporanea. 
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Ci dirigiamo subito verso Bayside e cerchiamo un parcheggio, non è cosi’ facile capire come si parcheggia con i parchimetri, così alla fine mettiamo l’auto nel parcheggio proprio di fianco al Bayside market.
Prima di entrare al Bayside Market, vediamo un ristorante, è il Bubba Gamp, ispirato al famoso film Forrest Gump: che meraviglia!!! ecco dove verremo per pranzo, Forrest mi scatena sempre una grande emozione👏!!
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Bayside per me ha un atmosfera stupenda. Giriamo tra bancarelle e i locali, c’è anche uno splendido Hard Rock cafè con una chitarra sul tetto, che ovviamente l’adolescente vuole visitare, e ci fermiamo in un locale li’ sulla baia, che ci sembra carino: il Segafredo cafè😁, dove gustiamo un’ottima colazione.
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Continuiamo a gironzolare, poi usciamo da Bayside e andiamo a cercare il metromover, che avevo visto avere una fermata lì vicino. Il metromover è una monorotaia gratuita, un piccolo treno che corre rialzato tra i grattacieli di Miami, un ottima prospettiva per vedere questa parte della città.
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Prendiamo la linea Brickell, che va verso il Financial District, come avevo letto su Ero Lucy – Florida travel blog di Tiziana, un’italiana trasferita a Miami che ha scritto tante cose utili per visitare Miami, e cominciamo a svettare in mezzo ad edifici immensi e splendenti..una meraviglia! 
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Scendiamo alla fermata Financial District per una passeggiata, arrivando fino al mare.
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La zona per me è splendida, elegante e vivace, vorrei stare per ore lì..
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Ma la mia missione è compiuta, sono riuscita ad essere ben impressionata da Miami, e dobbiamo iniziare il nostro viaggio on the road... tanto a Miami torneremo alla fine del viaggio, per visitare tutto il resto e magari riassaggiare anche queste zone che mi sono piaciute tanto.
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Facciamo ritorno a Bayside, ci aspetta la sosta da Bubba Gamp, un pranzo superbo di gamberi cucinati in 4 modi diversi, normali, in tempura, al cocco e con il bacon. Porzioni enormi, per fortuna ne ordiniamo solo due, e personale gentilissimo, in mezzo a quadri e gadget che ricordano uno dei film piu’ belli mai visti, come se tutto fosse esistito veramente, e come se Forrest fosse un saggio amico conosciuto tempo prima..”Stupid is as stupid does”..Lo adoro!!
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Da Miami ci dirigiamo verso la costa del golfo del Messico passando per le Everglades poi andiamo ad Orlando, e da Orlando andiamo a Cape Canaveral a visitare il Kennedy space center e poi partiamo per Fort Lauderdale per imbarcarci per Exuma.
Ora faccio un salto per raccontarvi di Fort Lauderdale, cittadina a poca distanza da Miami.
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Fort Lauderdale

Arriviamo a Fort Lauderdale di sera. Ci aspetta il nostro albergo vicinissimo all’aeroporto, a Dania beach, l’hotel Morrison carino, nuovo, ma con un arredamento e accostamento di colori che sembra un pò vintage.

Andiamo a cena, consultando Tripadvisor, in un ristorante li’ vicino, il Fish Grill, dove mangiamo molto bene, carne ottima, spendendo abbastanza. Il giorno dopo, in pochi minuti siamo all’aeroporto, dove lasciamo la nostra auto, per volare verso il paradiso.

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Ritorniamo a Fort Lauderdale dopo 7 giorni trascorsi ad Exuma.

Avevo prenotato un auto con Alamo nuovamente, per 1 giorno, perché tra transfer dall’aeroporto al centro, e successivo trasferimento, l’indomani, a Miami, mi costava meno (35 euro tutto incluso) che un transfer con un Uber o altro taxi, e avremmo avuto piu’ libertà nel visitare cio’ che ci interessava, rispetto all’utilizzo dei mezzi pubblici. Ho fatto il giorno prima il comodissimo check in on line, che permette di saltare il desk, andare direttamente al garage, scegliere l’auto per modello e colore della categoria selezionata, e passare al casello per completare contratto e pagamento.

 

 

Questa volta avevo scelto un hotel vicino al centro di Fort Lauderdale e dietro al Fort Lauderdale beach park playground, il Best Western Oceanside inn, moderno e carino sul Seabreeze Boulevard, e con una bella piscina, di cui non abbiamo usufruito per mancanza di tempo.

 

(anche se tornando indietro tenterei con l’adiacente B OCEAN resort, che è un hotel fatto a nave)

 

La spiaggia di Fort Lauderdale, ampia, piena di palme e aree pic nic, playground, attrezzi ginnici, è incantevole, con persone che si incontrano e fanno sport, proprio come era nella mia immaginazione.

 

 

E’ ormai il tramonto, e dopo una passeggiata ci dirigiamo con l’auto, sul viale principale del passeggio, Las Olas Boulevard. Non è particolarmente semplice raggiungerlo, anche se seguiamo le indicazioni sulle mappe di Google, ci perdiamo piu’ volte, passando alcuni dei tanti canali che costituiscono la città, che viene chiamata anche la Venezia della Florida. Ma i canali qui sono enormi, ci sono affacciate case eleganti con le barche piu’ grandi e lussuose che abbia mai visto!

Tra le case spiccano alti grattacieli e molti sono in costruzione, per certi aspetti Fort Lauderdale mi ricorda un po’ Dubai!

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Vorremmo fare il giro sui canali per vedere la città da quel punto di vista, con il Riverwalk Trolley, una barca gratuita (attenzione quella gratuita, non il Sun trolley a pagamento), che tocca i punti principali e funziona fino alle 22, ma non riusciamo a capire il punto esatto d’imbarco e gli orari: chiedendo a diversi passanti ognuno ci dice una cosa diversa e purtroppo non abbiamo connessione internet (scopriremo il giorno dopo che nonostante alle Bahamas non funzionasse il nostro operatore, ci si è scaricato tutto il credito dati).

Decidiamo allora, visto che si sta facendo buio, di andare in auto a Las Olas. Las Olas è un bel viale, molto illuminato la sera, pieno di negozi, ristoranti e gallerie d’arte.

 

 

Entriamo anche in una di queste ultime, dove vendono stampe della National Geographic e sono appesa fotografie splendide.

 

 

Passiamo davanti all’hotel Riverside, che è l’edificio piu’ antico della città, ed è proprio bello.

Intanto si è fatta ora di cena, qui ci sono tanti ristoranti italiani, tutti pieni a differenza degli altri, ma noi non vogliamo mangiare italiano quando siamo in vacanza, e quindi torniamo sul lungo mare, dove avevamo addocchiato il nostro amato Bubba Gump (dove avevamo pranzato anche a Miami) e  decidiamo di andare a strafogarci di nuovo di gamberi.

 

 

L’indomani, dopo una succulenta colazione in hotel, mentre il resto della famiglia si prepara, vado a farmi una bella passeggiata nella tranquilla spiaggia di Fort Lauderdale, prima di ricongiungermi e di partire per Miami.

 

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Miami è molto vicina a Fort Lauderdale, una quarantina di minuti di auto a Sud.
Inutile dire che avevo fatto un programma includendo troppa roba rispetto a quella che riusciremo a vedere. Avevo programmato di lasciare l’auto nel pomeriggio a Downtown per poi visitare le cose rimanenti con i mezzi, e poi spostarci a Miami Beach, dove c’era il nostro hotel, per risparmiare gli alti costi del parcheggio, visto che l’auto a Miami Beach non serve e che per il trasferimento all’aeroporto si puo’ prendere il bus nr. 150.
Provenendo da Fort Lauderdale, ci dirigiamo subito verso Wynwood, a nord di Miami , un ex area industriale, neanche tanto bella di primo impatto, ma piena di murales e graffiti, che sono un tripudio di colori, ingegno e creatività e ci sono anche alcune riproduzioni, dentro Wynwood walls, al 2520 II av., dei piu’ grandi street artists del mondo.
Al quartiere Wynwood ho dedicato un articolo specifico, nella sezione “Cose fighe in giro per il mondo”
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Dopo la visita a Wynwood, durata un paio di ore, ci spostiamo all’adiacente Design District, alla 39th – 41st street, 2 av., strade riservate alle firme prestigiose, con una bella piazzetta e un’archittettura moderna e di design.
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Non essendo distanti da Miami Beach, portiamo i bagagli al nostro albergo, per poi non averli a seguito quando dovremo ritornare in hotel in bus, e torniamo di nuovo verso Miami. Ho ancora in nota da fare Key Biscaine, Coral Glabes, Coconut Grove e Little Havana: decisamente tanta roba, le distanze non sono enormi, ma comunque ci vuole tempo per percorrerle, e quindi devo rivedere tutto. Scelgo quindi di fare per un giro veloce a Coral Glabes e a Little Havana, prima di riconsegnare l’auto, alle 16, a Downtown.
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Coral Glabes è un quartiere residenziale con una vegetazione strepitosa. File di banjan costituiscono  la cosiddetta Banyan Line, costeggiano e ombreggiano la Coral way, creando anche in certi punti l’effetto tunnel. Nelle vie laterali ci sono alberi dai tronchi enormi e pieni di rami e radici aeree, davanti a ville bellissime, alcune dicono di importanza storica, con giardini curatissimi, senza cancelli o muri di cinta. C’è anche un grande campo da golf, con canali e laghetti. Passiamo davanti al Biltmore Hotel, con la sua torre ispirata alla Giralda, il campanile della Cattedrale di Siviglia, alla De Soto Fountain, con il suo alto obelisco, nella piazza omonima; percorriamo Alhambra circle, che gira attorno al quartiere, costeggiamo il campo da golf, facciamo tratti della Sevilla Avenue, della Granada Avenue e del Grand Boulevard. Vediamo anche alcune porte monumentali e statue decorative in stile andaluso e italiano, a cui si ispira tutto il quartiere. Peccato non aver potuto fermarsi alla famosa Venetian Pool, una piscina ispirata alla laguna di Venezia e ricavata nella roccia.
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Niente da dire, ci sarebbe voluto più tempo per godere della bellezza di questo zona prestigiosa residenziale, con l’atmosfera mediterranea, e cosi’ diversa dal resto di Miami. Pare che l’ideatore del progetto del quartiere, George Merrick, volesse proprio dare al visitatore questa impressione, e indubbiamente c’è riuscito! E comunque io l’ho detto subito: Miami mi ha colpito per le sue mille sfacettature!

Dalla Granada Avenue di Coral Glabes imbocchiamo la Calle Ocho, l’8 Avenue: tra la 13th e la 17th av. si trova il quartiere di Little Havana, dove risiedono molti cubani, immigrati dopo la rivoluzione, ma anche tanti ispanici provenienti dal centro e sud America. Passiamo con l’auto e percepiamo subito l’atmosfera che ben conosciamo, musica, colori, e galli..tanti galli, finti eh, che sono il simbolo del quartiere.

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Arriviamo in zona Brickell, che abbiamo visto all’arrivo a Miami, in mezzo ai grattacieli, che mi piace sempre moltissimo, per andare a riconsegnare l’auto di fronte al Bayfront Park, a Chopin Plaza, sede dell’hotel Intercontinental e di Alamo.
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Due minuti e la cosa è fatta, veramente promosso a pieni voti questo autonoleggio!
Siamo stanchi e fa molto caldo, non abbiamo voglia di andare a visitare altro, e siamo sulla stupenda Bayside.
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Quindi decidiamo di raggiungere il nostro hotel, passando di nuovo per il Bayside market, dove ci fermiamo anche all’Hard Rock Cafè per regalare una T-shirt in edizione limitata di Freddie Mercury a nostra figlia, che l’aveva addocchiata 14 giorni fa, quando siamo passati di qui. Una maglietta in ricordo dell’Hard Rock Cafè di Miami, come quella presa a Dubai.
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All’uscita del Bayside Market c’è la fermata del bus 120 che va verso SOBE, come viene chiamata South Beach, la parte sud di Miami Beach. I biglietti si fanno sul bus e occorre avere denaro contato, perchè l’autista non puo’ dare il resto. Scopriamo che la fermata è proprio davanti al nostro albergo, sulla Collins Avenue, il National Hotel, dove passeremo due meravigliose e rilassanti giornate.
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il resto del racconto di Miami beach lo trovate qui
giugno 2019
foto di Patty
tutti gli articoli sulla Florida
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Kennedy Space Center a Cape Canaveral (Nasa)

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In Florida a Cape Canaveral ha sede il KENNEDY SPACE CENTER, dove la Nasa, l’agenzia indipendente del governo federale responsabile dei programmi aeronautici e spaziali, ha progettato, costruito e lanciato i razzi nello spazio, e ha consentito all’uomo di andare sulla Luna. Il progetto del VISITOR COMPLEX permette ai turisti di vistare l’area e vedere tutte le strumentazioni, oltre che a mantenere in funzione il tutto col ricavato dei biglietti venduti.

Partiamo da Orlando la mattina presto, vogliamo arrivare a Cape Canaveral all’apertura, alle 9. Non troviamo traffico, quindi riusciamo ad esserci anche un po’ prima e già in lontananza vediamo razzi che svettano nel cielo.

Entriamo nel parcheggio (costo di 10 usd) e ci dirigiamo alle casse per fare i biglietti, appena aprono.

All’apertura mettono l’inno americano ed è stato emozionante vedere gli americani rivolgersi verso la bandiera con la mano sul cuore ad ascoltarlo.

 

 

Quest’anno cade anche il 50esimo anno dall’allunaggio e noi siamo lì. Sarà un caso?

All’ingresso vediamo subito il globo con la scritta Nasa. Siamo pronti per apprendere tutta la storia degli uomini nello spazio.

 

 

Appena oltre l’entrata, ci troviamo nel  Rocket Garden, il giardino dove sono esposti i razzi delle missioni spaziali. Tutto è molto ed affascinante. Ed è una grande emozionante vedere cosa l’uomo sia riuscito a fare, dove sia riuscito ad arrivare.

 

 

Ci dirigiamo subito verso la zona del bus tour che porta alle rampe di lancio e alla zona Apollo, aree interdette ai visitatori a piedi, fuori dai gates. Mentre il papà, appassionato dell’argomento, spiega all’adolescente cosa sta vedendo.

 

  

 

Il bus parte ogni 15 minuti, bisogna mettersi in coda e attendere che si riempia, che parta, e che arrivi l’altro. Pertanto, andando subito, c’è meno coda da fare e meno da aspettare; da considerare che l’ultimo tratto di coda è tutto sotto il sole!

L’ambiente dove sono le rampe di lancio è pianeggiante e ovviamente deserto. La zona è paludosa, di frequente si possono vedere uccelli ed alligatori nelle acque.

 

 

Col bus si passa accanto ai mezzi che trasportano i razzi pronti per i lanci.

 

 

E anche vicino agli edifici di progettazione, agli hangar giganti. dove vengono costruiti gli aeromobili spaziali, e dove il personale è al lavoro.

 

       

 

Durante questo tour, non si puo’ scendere dal bus. Il conducente e degli audiovisivi forniscono tutte le spiegazioni sull’area visitata. Al termine, il bus si dirige al padiglione Apollo / Saturno V.

 

             

 

Entriamo nella sala di controllo originale della missione Apollo, quella che spesso si vede nei film, è impressionante, e ci accomodiamo nelle sedie per i visitatori, mentre viene proiettato un documentario che racconta la storia delle missioni, dall’accelerazione voluta dal presidente Kennedy, in seguito al successo della missione russa del primo uomo nello spazio, ai primi passi sulla luna di Neil Armstrong,  con l’Apollo 11, insieme a Buzz Aldrin il 20 luglio 1969, alle successive missioni degli Apollo. Una storia coinvolgente ed emozionante, la storia di una sfida che l’uomo si è posto e che ha vinto.

 

 

 

Al termine del documentario, accediamo alla sala dove sono esposti gli oggetti di lavoro, le tute spaziali degli astronauti, i caschi,  le strumentazioni, una capsula spaziale.

 

           

 

Si passa poi in nell’area dove sono esposti gli aeromobili, enormi, e tutti i loghi di ogni missione.

 

                     

 

E’ esposto anche uno dei mezzi che è stato utilizzato sul suolo lunare.

 

 

E si puo’ leggere, oltre alla storia delle apparecchiature, anche quella della penna progettata appositamente per scrivere nello spazio.

 

                         

 

Visitamo anche una parte dedicata agli insuccessi dell’Apollo e agli astronauti che hanno dato la vita per le spedizioni.

E’ormai ora di pranzo e decidiamo di fermarci nel Moon Rock cafè, dove troviamo una buona scelta di cibo, a prezzi inferiori rispetto a quello che mi sarei aspettata. Ci sediamo in giardino per scaldarci dalla gelida aria condizionata che c’è all’interno.

Ritornati alla base con il bus, ci aspetta il padiglione dello shuttle Atlantis. Anche qui la storia dello shuttle viene raccontata in una sala, da un audiovisivo, gli obiettivi, i successi e gli insuccessi e al termine, lo schermo si apre davanti ad un vetro, al di là del quale, c’è proprio lui, l’Atlantis, aperto, in modo tale da permettere di osservare il suo interno. Stupefacente.

 

 

Vediamo la cabina di comando e possiamo anche entrarci dentro.

 

                   

 

Vediamo tutta la parte dedicata agli astronauti e prima di concludere il nostro giro, non ci vogliamo perdere l’esperienza del simulatore di lancio: ci accomodiamo a sedere e allacciamo le cinture di sicurezza, i sedili iniziano a vibrare e tra capovolgimenti, suoni, rombi, abbiamo proprio la sensazioni di una partenza…verso l’infinito e oltre.

 

 

Attorno alle 17 lasciamo il Kennedy Space Center, ci aspettano oltre un paio d’ore di strada per arrivare a Fort Lauderdale, per poi prendere un volo, l’indomani, per Exuma, Bahamas.

Abbiamo passato una giornata veramente emozionante, siamo appagati della nostra visita, ha stimolato curiosità,  e abbiamo avuto modo di toccare con mano una parte importante della storia dell’uomo, delle sue ambizioni, delle sue conquiste.

Il cielo ci chiama“…e l’uomo risponde.

 

 

https://kennedyspacecenter.com/

 

 

 

 

 

luglio 2019

 

foto di Patty

 

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https://www.unanimainviaggio.it/viaggi-nel-mondo/florida-usa/

 

 

 

 

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Everglades e costa del golfo del Messico

 

 

 

Everglades e Naples

Lasciamo Miami,per dirigerci verso Naples, e come consigliato dal blog Ero Lucy, prendiamo la Tamiami Trail, us-41, un po’ piu’ lunga rispetto alla us-75, ma che consente di farsi meglio  un’idea del territorio delle Everglades national park. La zona è pianeggiante e dominata dal sawgrass, una pianta che prolifera in acqua, formando isole nei canali e negli acquitrini, pieni di mangrovie, e dove vivono diverse specie di animali.

 

 

Queste zone sono visitabili con particolari mezzi chiamati airbot, che vediamo lungo la via, parcheggiati nei canali, e molti dei tour sono organizzati dai nativi indiani Miccosukee, che vivono in questa zona e gestiscono varie attività.

 

 

Non abbiamo tempo di addentrarci nelle zone interne del parco, ma a circa metà strada ci troviamo nella Big Cypress National Preserve e ci fermiamo all’Oasis visitor center, senza sapere cosa ci aspetti di vedere. Prendiamo una passerella che passa su un canale, e nell’acqua verdognola-marrone, individuiamo tartarughe e pesci. Andiamo un po’ avanti, ed eccolo! un bel alligatore, assolutamente immobile, ci mostra la sua schiena ondulata.

 

 

Che emozione! la passerella fa una curva, vediamo delle persone che osservano, e anche lì un grosso alligatore è fermo, appoggiato alla terra e un altro passa e scompare. Siamo contenti, senza grosse aspettative, abbiamo visto questi particolari animali. Sul prato notiamo anche un bellissimo insetto colorato, e tanti uccelli simili ad aironi si aggiravano sul sawgrass.

Riprendiamo il nostro viaggio e arriviamo a Naples. Ci dirigiamo subito a vedere il mare, per capire dov’è il famoso molo, il Pier, e andiamo verso quella direzione. La spiaggia è bianca, il mare non è cristallino, forse perchè la giornata è ventosa, e il Pier è lunghissimo ed affollato. Tante persone infatti a quest’ora, nel tardo pomeriggio, arrivano per vedere il tramonto o per pescare. L’atmosfera è incantevole, all’estremità del molo, nel mare, si vedono diverse specie di uccelli, tra cui grossi pellicani. E come avevo letto, arrivano anche i delfini, li vediamo chiaramente passare li’ vicino: che meraviglia!!

 

 

Nel frattempo cerco un alloggio per la notte: non sapendo dove saremmo arrivati, non ho prenotato niente. Leggo il mio elenco di hotel selezionati nella zona, e guardo su Orbitz se il Lemon Tree, che mi è stato consigliato, ha ancora camere libere, e sì, ne ha una per noi, e ad un ottimo prezzo! quindi prenoto e puntiamo il navigatore verso l’indirizzo. L’hotel è semplice ma molto carino, all’interno di un bel giardino, le camere sono tutte attorno, colorate, e ha una bella piscina, di cui non possiamo pero’ usufruire perchè dicono che stia arrivando il temporale. Ci sistemiamo in camera, una camera grande ben arredata, in stile caraibico, dove si potrebbe anche cucinare, e usciamo subito per fare un giro nella cittadina ed andare a cena. La cittadina è ordinatissima, ville e giardini curati ed una elegante strada nel centro, con i negozi. Niente di particolare, ma forse ci siamo persi la zona del porto, che magari è piu’ caratteristica.. E’ già tardi per la cena, troviamo una taqueria, Felipe’s, e andiamo a mangiare dei tacos, prima di tornare al nostro hotel a dormire. L’indomani ci aspetta una colazione a bordo piscina, non c’è nessuno a presenziare, ma è gradevole la location, e  dopo, siamo pronti per partire per la prossima destinazione.

 

Fort Myers, Bonita Spring, Sanibel

Ci dirigiamo verso Fort Myers, passando per Bonita Spring beach, che troviamo bellissima, tante casette sui canali da una parte, ognuna con il suo molo privato e una piccola barca, e dall’altra parte della strada, un mare finalmente cristallino (l’unico che ho visto in zona). Arriviamo ad Estero Island, dove si trova Fort Myers Beach.

 

 

Il centro pedonale è coloratissimo e carinissimo e passeggiando in pochi minuti si arriva al Pier, meno affascinante di quello di Naples, e anche il mare è verde e meno bello, e la spiaggia piu’ corta.

La nostra prossima tappa è Sanibel, mi attira tantissimo per la sua rinomata spiaggia fatta di conchiglie. In questa zona passiamo tanti lunghissimi ponti che collegano le isole alla terraferma, che rendono il paesaggio molto particolare.

 

 

Alla fine di uno di questi, arriviamo a Sanibel, prendiamo la strada che la attraversa a metà, percorrendola tutta, con ai lati una bellissima vegetazione, fino ad arrivare a Bowman’s beach. Qui parcheggiamo, assieme a tante persone che, attrezzatissime, portano in spiaggia tutto l’occorrente per il pic-nic, frigo, sedie, ecc ecc. Per arrivare alla spiaggia c’è una bella camminata da fare in mezzo alla foresta e si passa anche un bel fiume. E’ una giornata molto calda. L’adolescente si lamenta per il caldo appena scesa dall’auto: per fortuna abbiamo portato un ombrello da pioggia perchè si ripari dal sole (conosco i miei polli!). La spiaggia pero’ è un po’ una delusione, non ci sono neanche tutte le conchiglie che immaginavo, il mare ha un po’ di alghe, ci rimango un po’ male… Decidiamo di fare un bagno rigenerante nelle acque calde, io e mio marito, e poi di andarcene via perchè l’adolescente ormai è girata storta, e in effetti fa veramente caldo..

 

             

 

Devo assolutamente trovare un buon posto per pranzare, per compensare alla delusione. Individuo su Tripadvisor un ristorante e puntiamo il navigatore..e… posto azzeccato! Doc Forst, Intanto entriamo al fresco dell’aria condizionata, poi il posto è molto carino, il personale gentilissimo, si presenta col nome (buona abitudine che hanno in parecchi posti qui) e ci spiega i piatti e mangiamo benissimo!!

 

Sarasota

Meno male, l’umore si raddrizza, siamo pronti a ripartire in direzione Sarasota. Durante il tragitto siamo colpiti da un forte temporale, pioggia torrenziale che in alcuni tratti non fa vedere proprio niente!

 

 

Con calma arriviamo finalmente a Sarasota, ma poichè non ho la connessione per tutta la tratta, non sono riuscita a prenotare ancora l’hotel o capire dove possiamo alloggiare. Le mie alternative al mare sfumano perchè sono un po’ costose e con la pioggia non ne vale la pena, e dopo aver girato e rigirato per il centro (che non esiste) o meglio per le vie di Sarasota, riesco a riconnettermi e vedo che poco distante, nella cittadine di Lakewood Ranch c’è un Even hotel, della stessa catena di quello di Miami!

Votiamo tutti per andare là, e sistemato questo, belli stremati, entriamo dentro ad un ipermercato Publix  e ci prendiamo una enorme porzione di pollo per 8 dollari, che ci mangeremo in hotel (non tutta perchè non ce l’abbiamo fatta). Arriviamo in hotel, e anche questo è un sogno, come l’altro, ci piace da impazzire. Qui c’è in omaggio anche una borraccia arancione, che ovviamente viene molto apprezzata dall’adolescente. E non abbiamo visto la parte migliore, la piscina in riva al lago con anche vasca idromassaggio, di cui usufruiremo la mattina dopo, col sole, per un bagno rigenerante, dopo colazione. Il posto è indubbiamente bellissimo e rilassante..Come ritrovare il buonumore dopo un momento di sconforto..

 

 

L’indomani cerchiamo di vedere Sarasota col sole. Sì, è una bella cittadina tipica americana come si vedono nei film, case basse con giardino, tutte ordinate, ma niente di trascendentale. Ma io sono alla ricerca di una cosa particolare qui a Sarasota: la famosa statua dell’Unconditional Surrender. Puntiamo il navigatore e arriviamo davanti alla marina e ce la troviamo davanti: che bella!

 

Siesta Key, Longboat Key, Bradenton beach, Anna Maria Island

Ripartiamo, destinazione Siesta Key, nominata piu’ volte la spiaggia piu’ bella degli Usa. Arriviamo presto e riusciamo a trovare subito posto nel parcheggio gratuito davanti alla spiaggia. La spiaggia è super organizzata ed attrezzata, con docce, negozi, servizi, anche se, se si vuole l’ombra e gli sdrai, ci si deve organizzarsi per conto proprio. Sono davanti finalmente alle classiche torrette dei guardia spiagge che si vedono nei film americani. La spiaggia è enorme, bianchissima, effettivamente molto bella, e anche il mare, pur non essendo cristallino ha un bel colore verde azzurro.

 

           siesta key florida

 

Ci facciamo un bagno e stiamo per un po’ a rilassarci, poi nelle ore piu’ calde, si riparte. Di nuovo passiamo su tanti ponti per attraversare queste keys, che devono essere simili a quelle piu’ famose del sud. Longboat Key è una zona soltanto residenziale, ci sono belle case e resort, e  il mare sia a destra che a sinistra, perchè sono proprio piccole strisce di terra. Bradenton Beach è piu’ animata, ha belle case colorate, ma il massimo lo raggiunge Anna Maria Island, incantevole, case piccole coloratissime e dune prima del mare. Qui mi sarebbe proprio piaciuto fermarmi di più.

 

 

Vediamo un locale sulla spiaggia e ci fermiamo con l’intenzione di pranzare, ma giunti all’interno, ci accorgiamo che non fa per noi, musica altissima e poi solo da bere. Poco piu’ avanti di fronte c’è un altro locale, la Wicked cantina, parcheggiamo e mangiamo degli ottimi hamburger, accompagnati dal te freddo al lampone piu dolce che abbiamo mai assaggiato..stomachevole :).

Dopo praanzo riprendiamo l’auto e partiamo…ci aspetta Orlando, non senza passare il Sunshine Skyway Bridge  un ponte della Baia di Tampa, lungo 6,67 km, che collega St. Petersburg con Terra Ceia.

 

 

 

 

E ora, finalmente, per l’adolescente, che ha risparmiato per diverso tempo, è il momento per raggiungere il suo obiettivo!!!

Gli Universal Studios a Orlando!!! Harry Potter arriviamoooooooo!

 

 

giugno 2019

 

foto di Patty

 

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Florida, USA

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Florida, the sunshine state: organizzare il viaggio

 

 

Il nostro itinerario in Florida

è stato il seguente:

 

MIAMI

-NAPLES passando per le EVERGLADES

-SARASOTA passando da Bonita Spring, Fort Myers, Sanibel

-ORLANDO passando da Siesta Key, Longboatkey, Bradenton, Anna Maria Island, Sunshine Skyway Bridge

-CAPE CANAVERAL

-FORT LAUDERDALE

-MIAMI – MIAMI BEACH

 

Informazioni utili per l’organizzazione del viaggio

 

VOLO: Abbiamo trovato un offerta acquistata da British Airways, andata con uno dei primi voli da Bologna di American Airlines per Philadelphia+volo Miami, ritorno con British Airways, tariffa economy senza bagaglio registrato.

AA aerei e hostess attempati, senza schermi personali, BA boing 747-400, bello e con schermi intrattenimento; cibo abbastanza pessimo per entrambe le compagnie, ritorno Londra-Bologna, neanche un bicchier d’acqua, tutto a pagamento (ok per quel prezzo non mi aspettavo molto, ma pensavo che non si riducessero come Ryanair). Scali molto brevi 2h10 a Philadelphia, con pratiche di immigrazione da fare, 1h45 a Londra (l’aereo per Bologna aveva ritardo, ce l’avremmo fatta comunque ma di corsa), se siete ansiosi come me, evitate (il problema era che tutti i voli con scali piu’ lunghi per Miami, arrivavano molto tardi, dopo le 22). Per il prezzo comunque OTTIMO.

 

 

AUTO: noleggio con ALAMO 1) 1 settimana, ritiro Miami, consegna a Fort Lauderdale,  per una NISSAN ELANTRA compatta, inclusa road safe, prenotato con anticipo (con convenzione CNA-se qualcuno l’avesse c’è un buono sconto), abbiamo fatto anche il check in online, saltando il banco e andando direttamente al garage, dove si sceglie auto della categoria prenotata e colore e si passa al casello a completare contratto e pagamento. 2) 1 giorno, ritiro a Fort Lauderdale, consegna a Miami, stesso modello auto, colore diverso , check in online. OTTIMO

 

 

Abbiamo scaricato le mappe google offline da poter utilizzare anche in assenza di connessione ed è stato importante perché non sempre con Tim (avevamo preso l’offerta dell’unico operatore che garantiva un po’ di giga a disposizione, 10) era presente la connessione in certi percorsi (es. da Naples a Sarasota, o nelle Everglades). Avevamo anche considerato la scheda americana della Most che aveva circa lo stesso prezzo con giga illimitati ma contattando il fornitore, i nostri telefoni non sono risultati compatibili (quindi se pensate di prendere quella consiglio mandare un messaggio al fornitore per chiedere).

Per i pedaggi, abbiamo utilizzato il sistema di Alamo che con trasponder consente di passare ai pedaggi, con addebito sulla carta di credito di una quota giornaliera se vengono utilizzate strade a pedaggio, con un massimo addebitabile di una ventina di Euro e le tariffe per i pedaggi. Esiste anche la possibilità di acquistare il SUNPASS, al costo di circa 5 dollari, da applicare sul vetro che consente di avere anche tariffe ridotte, ma noi, arrivando in tarda serata e stanchi, non ce la siamo sentiti di andare a cercare un rivenditore (CVS, Walgreens, Walmart, ecc)

ASSICURAZIONI:

-annullamento voli (gli alloggi prenotati erano con cancellazione gratuita) ALLIANZ TRAVEL CANCEL che include malattie pregresse (per genitori anziani), una per Florida 5e una per Bahamas distinte (perché alla partenza scade, quindi facendone una unica non veniva coperto il volo per Exuma)

-sanitaria VIAGGI SICURI (con sconto 20% essendo già cliente- polizza argento)

–auto excess per Exuma WORLDWIDE INSURE

 

 

Miami

HOTEL EVEN vicino all’aeroporto, prenotato da Philadelphia dopo che ho capito che riuscivamo a prendere la coincidenza, da ORBITZ con orbucks maturati per altri pernottamenti prenotati e sconto 10% . In origine avevo prenotato l’hotel EXTENDED STAY 25TH, in quanto la catena consente cancellazione fino alle 18 del giorno stesso di arrivo (ottimo da tenere in considerazione). L’EVEN è una catena con pochi hotel ma che abbiamo trovato bellissimi!! Camere di design, attenzione al wellness, hanno perfino strumenti per il fitness nella camera, lampade che cambiano colore e frasi motivazionali.  Segnalo comunque ottimamente posizionati a Bayside l’hotel Yve, che ha buon prezzo, e Holiday inn, che avevo tenuto in considerazione, ma non scelti alla fine per la previsione della stanchezza all’arrivo a Miami.

 

 

Dopo la notte nei pressi dell’aeroporto, volevo dare e avere una prima visione di Miami, quindi siamo andati a visitare Bayside (Downtown), colazione al Segafredo caffè davanti alla baia, ottima, e preso il metrorail gratuito per Brickell (loop 3 Financial district), bellissimo, dove abbiamo passeggiato, e tornati a Bayside ci siamo fermati a pranzo al Bubba Gamp, fantastico!! Abbiamo mangiato gamberi cucinati in 4 modi diversi, tutti ottimi e locale bellissimo, per me un’emozione!!

 

 

*impressioni: Miami l’ho adorata e questa zona in particolare!! ATTN: non è cosi’ facile muoversi in auto inizialmente nonostante il navigatore.

 

 

Naples passando per la Tamiani Trail US Highway 41, come consigliato nel  Blog Ero Lucy, breve tappa all’Oasis visitor center (nei pressi del Mikkosukee) dove da un pontile abbiamo visto gli alligatori, e anche tartarughe, pesci e ibis.

HOTEL LEMON TREE, prenotato il giorno stesso da ORBITZ, con orbucks maturati per altri pernottamenti e sconto 10% che si riceve, con colazione bordo piscina, camera queen ben arredata, carino e colorato in un bel giardino.

 

 

Visita alla cittadina, e al Pier, nel tardo pomeriggio, dove abbiamo visto delfini, pellicani ed altri uccelli e dove c’era una bellissima atmosfera, tra persone che pescavano e altre venute per il tramonto. Cena da Felipe’s, fast food tacqueria messicano (niente di speciale).

*impressioni: Naples città e spiagge le ho trovate carine, ma niente di che, case belle e ordinate, una strada per il passeggio, il mare era un po’ mosso, mentre ho adorato il pier e l’atmosfera che si respira.

 

fort meyers beach

 

Sarasota passando per Fortmyersbeach Bonitaspring Sanibel

HOTEL EVEN a Lakewood Ranch, scartati altri individuati vicino al mare, visto che essendoci pioggia non valeva la pena. Siamo tornati alla nostra scoperta, prenotato con ORBITZ  con colazione, ancora piu’ bello dell’altro per la location, presente una piscina sul lago e vasca idromassaggio dove abbiamo fatto un fantastico bagno alle 8 del mattino.

 

 

*impressioni: Fort Myers beach è una piccola cittadina colorata molto carina ad Estero Island; la spiaggia non è niente di che e il mare verde e poco limpido con qualche alga, c’è un pier ma quello di Naples è meglio; carinissima Bonita spring (adorata dall’adolescente) con le sue casette con molo e barca e una bella spiaggia bianca, qui con mare trasparente molto bello, il meglio che ho visto su questa costa; Sanibel per me è stata un po’ una delusione, bello percorrere la strada interna dell’isola, bello il tratto per arrivare alla spiaggia (Bowman’s beach, con parcheggio a pagamento) e le dune, ma di conchiglie ne ho viste tante quante a Marina di Ravenna, nel senso, niente di eccezionale; il mare era mosso e con un po’ di alghe ed era molto caldo, potete vedere in una foto l’adolescente sotto l’ombrello che non vedeva l’ora di andarsene. La cosa bella della giornata è stato l’ottimo pranzo a Sanibel da Doc Ford’s, 1 hamburger, gamberi cucinati in modo locale e pollo con copertura di pistacchi, servizio ottimo. A Sarasota siamo arrivati con una pioggia battente, senza connessione internet e con hotel da cercare, non mi ha fatto grande impressione; con il sole del giorno dopo mi è apparsa piu’ carina, bei quartieri con le tipiche case americane, carina la marina, di fronte alla quale c’è la statua del Unconditional surrender, che mi è piaciuta un sacco!!.

Pollo fritto acquistato da Publix , in quantità industriale, ci abbiamo mangiato in 3 e parte l’abbiamo buttato, buonissimo.

 

 

Siestakey, Longboatkey, Bradenton, Anna Maria island, Orlando

*impressioni: tutta la zona di queste keys mi è piaciuta, le varie località sono molto diverse tra loro. Siesta key bella e grande spiaggia bianca, ben attrezzata, il mare forse per il temporale del giorno precedente, niente di che. Longboatkey ha una bella zona dove ci sono esclusivamente stupende residenze, a Bradenton cominciano le casette colorate, ma la zona piu’ particolare e che mi è piaciuta di piu’ è Annamaria Island, casette colorate fronte mare e dune: qui mi sarei voluta fermare di più.

Pranzo alla Wicked Cantina a Bradenton beach con ottimi hamburger.

 

 

Arrivo a Orlando, contatto subito con il traffico della sera, dopo sosta in albergo e acquisto del biglietto Park to Park Universal studios e Island of adventure (€ 512 per i 3 biglietti) ci fiondiamo negli outlet che hanno prezzi super convenientissimi (segnalo Adidas e Victoria Secret)! Peccato avere poco tempo e poco posto nelle valige.

HOTEL ROSEN INN NEAR THE PARKS – 2 notti – 6327 International Dr, Orlando (specifico perché ce né piu’ di uno con nomi simili), prenotato da Agoda , 2 notti, in totale, simile a un motel, discreto, ottimo rapporto qualità prezzo, arredamento un po’ old stile ma ben tenuto e ordinato, piscina carina al centro, di cui non abbiamo usufruito per mancanza di tempo, bella hall e market fornitissimo, personale gentilissimo, navetta gratuita per il parco. Cena in camera perché stremati dal giro per gli acquisti e traffico, con tramezzini e frutta e colazione del giorno dopo, acquistati da Publix.

 

rosen inn near the parksrosen inn near the parks orlando camera

 

Universal Studios Florida Universal island of Adventure Orlando

Abbiamo prenotato la prima navetta alle 7.30 nonostante l’apertura del parco sia alle 9: occorre un po’ di tempo per arrivare agli studios, altro tempo per arrivare all’ingresso, da dove ferma l’autobus, e i cancelli aprono una mezz’ora prima per i controlli. Arrivando presto e mettendoci in fila, siamo riusciti a fare pochissima coda per le prime attrazioni. Quello che interessava a mia figlia era principalmente Harry Potter, ma è riuscita a fare anche altre attrazioni e noi a vedere 3 spettacoli.

pranzo da Mels Drive di American graffiti. Siamo usciti stremati alle 20, senza riuscire neanche a vedere la parata, tornati con la navetta. Cena acquistata nel market dell’hotel+colazione, bibite ecc .

*impressioni: ovviamente adorato da mia figlia, ma anch’io mi sono divertita. Mio marito meno, soffre di vertigini per cui non ha fatto giostre.

 

 

Kennedy space center ovvero la Nasa a Cape Canaveral

Costo ingresso € 155, biglietti acquistati in loco prima dell’apertura, nessuna fila + parcheggio € 9 . Abbiamo preso subito il bus per il giro alle rampe di lancio e al padiglione dell’Apollo. E’ importante andare subito perché il bus parte ogni 15 minuti e la coda diventa lunga subito e l’ultimo tratto è sotto il sole. Abbiamo pranzato lì, al Moon Rock cafè mangiando bene a prezzi sorprendentemente più bassi di quanto mi aspettassi. Abbiamo visitato anche tutta l’area dello shuttle e provato l’esperienza del lancio, oltre a vedere tutta l’area esterna.

*impressioni: bellissimo! La cosa che è piaciuta di più a mio marito. Molto emozionante.

 

 

Fort Lauderdale

Pernottamento vicino all’aeroporto per volo giorno successivo per Exuma

HOTEL MORRISON, con colazione, prenotato dal sito, belle camere moderne e anche se nuovo, la hall sembra un po’ vintage. Cena da Fish grill, 2 blocchi a piedi, 2 ottime bistecche di angus e 12 alette di pollo con contorni.

Al ritorno da Exuma alloggiato al BEST WESTERN PLUS OCEANSIDE INN sul Seabreeze Boulvard, quasi sulla spiaggia, prenotato da Booking con sconto € 15,  (incluso parcheggio) con ottima colazione, camere belle, albergo gradevole (a fianco c’è un altro bellissimo albergo fatto a nave B Ocean, costa poco di piu’).

 

 

Abbiamo noleggiato un’auto per un giorno, in quanto il costo era inferiore che prendere un Uber per spostarsi dall’aeroporto e, il giorno successivo, per andare a Miami, € 35 (senza roadsafe).

Volevo fare il tour con il water trolley sui canali, gratuito, ma non siamo riusciti a capire dove fosse la fermata nel punto indicato dalla mappa, neanche chiedendo ai passanti (ognuno diceva una cosa diversa e in quel momento internet non funzionava, andando alle Bahamas aveva consumato tutto e abbiamo dovuto fare una ricarica, pur non avendo usato là la sim perchè non prendeva niente), quindi essendo già sera tardi, siamo andati a fare una passeggiata sul viale principale, Las Olas, a un quarto d’ora di auto, pieno di negozi , ristoranti e gallerie d’arte. Ne abbiamo visitata una della National Geographic con foto stupende. Cena sul viale del mare, di nuovo dal nostro amato Bubba Gamp.

*Impressioni: Fort Lauderdale ci è piaciuta molto, per certi aspetti mi ha ricordato un po’ Dubai, tanti grattacieli in costruzione!! Bello il lungomare con la grande spiaggia e le palme, elegante il viale di Las Olas e belli i canali, con imbarcazioni enormi e lussuose.

 

 

Miami

Da Fort Lauderdale siamo andati a visitare il quartiere dei murales, al Wynwood wall, 2520 2nd av., dove sono concentrati gallerie d’arte e magnifici murales, oltre ad essere presenti per tutto il quartiere, un’ora e mezza. Visita all’adiacente Design District, 39-41st 2nd av., bella zona moderna con una piazzetta e dove sono presenti negozi delle maggiori firme, 30 minuti. Partenza per il quartiere di Coral Glabes , giro in auto per le varie strade, ritorno verso Miami Downton, dove dovevamo lasciare l’auto, passando per Calle Ocho, ovvero Little Havana, 13-17th 8th av., e poi ripercorrendo di nuovo la splendida Brickell. Passeggiata per Bayfront park, adiacente ad Alamo, di nuovo Bayside market, davanti al quale avevamo il bus nr . 120 che aveva la fermata proprio davanti al nostro hotel.

*impressioni: Miami si è riconfermata per me meravigliosa! L’adolescente che fa il liceo artistico, ha apprezzato particolarmente Wynwood, che anche noi abbiamo trovato meravigliosa e l’Hard Rock Cafè, dove ha trovato una maglietta esclusiva con Freddie Mercury. Bellissima la zona di Coral Glabes, viali con vegetazione stupefacente e case stupende.

 

 

Miami beach

HOTEL NATIONAL, bellissima e comodissima zona (la fermata dell’autobus per l’aeroporto 150 è proprio fuori dall’hotel), sulla Collins, stile art deco (fantastiche le coperte leopardate in camera, come anche le piastrelle dei bagni della hall!!), con 2 piscine di cui una lunga 62 metri in un giardino florido, con accesso diretto alla spiaggia (inclusi ombrelloni, lettini e teli, incluse le resort fee da pagare in hotel e 2 bottigliette di acqua, con possibilità di restare dopo il check out), prenotato con Orbitz, con qualche orbrucks e sconto 10%.. Questo hotel ce lo siamo goduti tantissimo, abbiamo fatto anche il bagno a mezzanotte con la piscina illuminata e ci siamo rilassati il giorno prima della partenza.

 

 

Passeggiata per l’affollata Ocean drive, per la vivace e latina Espaniola Way, passando anche per Washington av., cena ottima da 11 Diner, con hamburger e pollo, locale consigliato qui nel gruppo, colazione da Rosetta bakery di fronte all’hotel , ottima, € 28, pranzo dar Sbaro con pizza (che ricordavo dal mio primo viaggio a New York 30 anni fa ma è peggiorata). Il giorno dopo al mattino mi sono fatta una bellissima passeggiata sulla spiaggia, tornando poi da Ocean Drive, e sulla Lincoln, nella parte pedonale con tutti i negozi.

Siamo partiti alle 19 dall’hotel, per prendere il volo alle 23.15, con cena in aeroporto, dove non c’è molta scelta al gate, in chiosco cubano piuttosto caro e cena niente di che.

*impressioni: a parte il mare, mosso e con le alghe, per tutto il resto, Miami beach mi è piaciuta moltissimo. Bella la spiaggia, belli i vialetti, belle le vie.

Siamo partiti con 3 bagagli a mano e 3 zainetti tipo Eastpack, le compagnie avevano dimensioni diverse dei bagagli ma i nostri stavano al pelo e comunque non sono stati controllati nelle dimensioni.

 

Conclusioni: viaggio bellissimo, un po’ faticoso, anche come organizzazione. In generale Miami con le sue tante facce io l’ho adorata, mi è piaciuta Fort Lauderdale, la costa del golfo non mi ha rubato il cuore, anche se in ogni tappa ho trovato qualcosa di bellissimo o entusiasmante: credo andrebbe fatta con piu’ calma per apprezzarla di più, oppure potrebbe essere sostituita con le spring, piu’ caratteristiche, credo. Orlando per la figlia adolescente uno sballo, per il papà meno visto che non ha fatto nessuna attrazione (solo quella di Shrek), ma ha apprezzato molto il Kennedy Space Center e anch’io l’ho trovato emozionante, comunque entrambe esperienze imperdibili.

 

Per le foto rimando agli articoli specifici-

 

 

 

 

 

 

luglio 2019

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

Una come tante.  Nessuna grande passione, ma so appassionarmi.

Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.