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CAMPANIA

La COSTIERA AMALFITANA fuori stagione

 

La costiera Amalfitana in inverno: la storia e la bellezza fuori stagione, quando l’affollamento non guasta le visite, e i prezzi sono bassi, col rischio del brutto tempo o di attimi di meraviglioso sole.

Abbiamo visitato alcuni paesi della Costiera amalfitana a febbraio, quando molte delle attività sono chiuse: in questa zona la stagione riprende tra marzo ed aprile, per cui si può avere difficoltà a trovare locali per mangiare (a Ravello, per esempio, soltanto un ristorante era aperto in paese), o code, perché dei turisti comunque c’è ne sono, mentre per dormire si trova una buona offerta, a prezzi che davvero è difficile immaginare per quelle località, che triplicano in alta stagione.

I paesi della costiera sono: i più conosciuti Amalfi, ex repubblica marinara, Ravello, Positano, Vietri sul mare, poi gli altrettanti deliziosi borghi di Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Praiano, Scala e Tramonti.

 

Le strade per la costiera

Venendo dalla provincia di Napoli, abbiamo scelto di percorrere 2 strade diverse: la via dell’entroterra, passando per il Valico di Chiunzi, in un senso,e  la spettacolare strada costiera, nell’altro senso.

 

 

Il valico di Chiunzi, ovvero la strada che si inerpica per i monti Lattari, offre viste davvero sorprendenti, sul Vesuvio e sul golfo di Napoli, arrivando fino ad oltre 600 mt sul mare.
Questa strada, piena di tornanti, passa per il primo paese della zona della costiera, Tramonti, e solitamente è meno trafficata; da qui si può poi prendere la diramazione per Maiori o per Ravello.

La strada costiera è di una bellezza disarmante, sale e scende stretta, accanto al mare, è piena di curve, passa sui vari borghi che affacciano sul mare, (quindi escluso Ravello, tra i più conosciuti), e si possono ammirare scogliere e picchi sul mare altissimi, e in molte occasioni si affiancano pareti rocciose spettacolari, terrazzamenti, con meravigliosi alberi di pino e piante piene zeppe di limoni. Al tramonto, col sole che si specchia sul mare, lo spettacolo è all’ennesima potenza.

Guidare è piuttosto faticoso, soprattutto per l’attenzione da prestare: se dalla parte opposta arriva un pullman, o una corriera della Sita, -la compagnia dei mezzi pubblici che serve la zona,- ci si deve fermare e passare uno alla volta.
Ecco, fortunatamente a febbraio il traffico è davvero poco, non abbiamo trovato code; solo percorrendo alcune zone del valico di Chiunzi abbiamo trovato parecchia nebbia, costituita probabilmente dalle nuvole basse: sembrava di essere in Valpadana, più che in costiera.

 

AMALFI e il suo meraviglioso duomo

In una bella e soleggiata mattina di una domenica di febbraio arriviamo ad Amalfi.
Troviamo subito posto nel costoso parcheggio davanti al molo: è questo che mi piace del venire in questi luoghi fuori stagione, non si impazzisce per trovare un comodo parcheggio!

Il paese si inerpica dolcemente sulla montagna, le sue case colorate guardano il porto, e la Porta Marina, un grande arco con a fianco una bella ceramica, dai caratteristici colori blu e gialli raffigurante il Mediterraneo, con una citazione antica di Amalfi, introduce al suo centro.

 

 

Pochi passi, e con stupore ci si trova in piazza Duomo: la cattedrale di Sant’Andrea Apostolo è bellissima, lascia senza fiato, con la sua particolarità del grigio e bianco a figure geometriche che predomina, la sua bella scalinata e un alto campanile

 

 

La strada principale ha pochi negozi aperti, e apprezziamo la quiete; ci infiliamo in qualche vicoletto, facciamo qualche scala; alcuni scorci mi stupiscono, come quando mi trovo in un vicolo con arcate strette bianche, che mi sembra di essere in una Medina

 

 

I ristoranti o bar aperti, in questo periodo, sono pochi e molto affollati: riusciamo a mangiare una buona pizza da Memè, rinunciando al cuoppo in vendita sulla via principale, che ha con una coda lunghissima, prima per pagare, poi per averlo.

Visitata Amalfi, compriamo poi i biglietti della barca per andare a Positano, agli uffici Travelmar sul piazzale del molo, per sfruttare la bella giornata di sole: hanno solo 3 partenze in inverno.
Prezzo 20 euro a/r.
In alternativa ci sono i bus della Sita che percorrono la costa.

..E poi si parte, e vedere Amalfi dal mare è veramente uno spettacolo!

 

 

Le mille viste di POSITANO

La vista della Costiera per arrivare a Positano, con la bella giornata di sole, è fantastica. Gli scogli che danno sul mare, i monti verdi punteggiati di case qua e là, o gli agglomerati bianchi che formano i paesini, e anche gli hotel che hanno lunghe scalinate ripidissime che arrivano al mare.. è tutto spettacolare!

 

 

E poi si arriva a Positano: una schiera di case colorate che si aprono su 2 lati, e convergono come in una “V”, un campanile, e una spiaggia scura bella lunga.. questa la prima visione.

 

 

Scendiamo dalla barca e ci inoltramo nel paese: anche qui la maggior parte delle attività sono chiuse, qualche gatto cammina sornione per le strade, sui cornicioni, e nei giardini, i turisti non sono ancora tanti come vedremo qualche ora più tardi.

Andiamo prima dal lato sinistro del paese, da via del Saracino, trovando una bella piazzetta

 

 

Poi prendiamo una scalinata che porta ad una stradina pedonale, che sale e ci mostra scorci bellissimi, tra le abitazioni a picco sul mare; gli alberi iniziano a fiorire, e si può ammirare la bella piazza col Duomo dall’alto, dove i bambini si ritrovano a giocare a palla come un tempo, probabilmente dopo la messa. Di lato si vede la spiaggia e la costa.

 

 

Il campanile del Duomo dell’Assunta è altissimo, ed è accanto, staccato dalla chiesa; la strada che dalla piazza, dopo il campanile, porta verso l’alto, nella parte destra del paese, via dei Mulini, è piena di fiori e ha già un aspetto primaverile, con qualche negozio che espone i famosi abiti colorati estivi e le ceramiche pregiate

 

 

La posso immaginare stracolma di gente… mentre, invece, noi ce la stiamo godendo così, con grande tranquillità

 

 

Saliamo fino alla via Cristoforo Colombo, che è un balcone sul mare, con panorami meravigliosamente pittoreschi.

 

 

Ridiscendendo verso la spiaggia, la percorriamo in riva al mare, tutta, fino alla fine, dove inizia la scogliera, punto stupendo per fermarsi a prendere un pò di sole, e guardare il paese anche da questa prospettiva.

 

 

Finchè, sazi di tanta bellezza ci rimbarchiamo per Amalfi.

 

 

RAVELLO, panorami indimenticabili sulla costiera

Avevo scelto di alloggiare a Ravello in quanto il meteo non era molto favorevole, nel giorno che avevamo a disposizione, ed io volevo consolarmi almeno svegliandomi con davanti un panorama da favola, e la vista del mare.
Mai decisione fu migliore!

 

 

L’alloggio scelto non tradisce le aspettative, e proprio all’arrivo, nel giorno del compleanno di mio marito, qualche raggio di sole ci viene regalato per farci godere di tutta la bellezza di questo posto.
E nonostante il maltempo, svegliarsi la mattina con il panorama dal balconcino dell’Auditorium rooms, mi fa apprezzare ogni momento, di nebbia di nubi, di squarci di sole quando questi liberano il campo, offrendo una vista da urlo.

 

 

Ravello a febbraio e pressoché deserta, tutti i locali sono chiusi, anche i bar e i ristoranti. Cittadina non di passaggio, sulla strada costiera come le altre, a 1.7chilometri da Amalfi, e un paio da Minori, ha la peculiarità di offrire viste dall’alto indimenticabili.

E’ famosa per i giardini di 2 ville panoramiche, Villa Rufolo, sulla piazza principale, che non riuciamo a visitare perché arrivati dopo le 17, e, a una quindicina di minuti a piedi, Villa Ciambrone, di cui vediamo solo l’ingresso, per caso, sbagliando strada, perché chiusa per ristrutturazione: è famosa per la sua terrazza verso l’infinito.

La piazza principale di Ravello, su cui affaccia il bianco Duomo di San Pantaleone, è un bellissimo e grande balcone con vista sulle montagne

 

 

Da un lato si trova la pittoresca via Wagner, che sale fino ad una zona di belle ville d’epoca, molte delle quali trasformate in hotel; si arriva in una piazzetta che ospita lo strano municipio del paese, e avanti fino al Belvedere; mentre scendendo dall’altro lato, si imboccano dei vicoletti con scalinate che scendono per il paese, e che offrono vedute incantevoli: noi li facciamo con l’illuminazione notturna, al calare del buio, trovando percorsi davvero suggestivi. Alcuni di questi indicano la via per Amalfi, o per Minori.. ed io penso a quanto mi piacerebbe tornare, e raggiungere a piedi i vari paesini.

 

 

Voltandosi si vede il campanile del Duomo che non sembra neanche appartenere allo stesso, e l’atmosfera di tutto il contesto è davvero ricca di magia. Non incontriamo nessuno sul nostro cammino

 

 

Ravello è famosa anche per il suo festival della musica: un grande auditorium si trova proprio a fianco del nostro alloggio, vediamo foto di concerti sul piazzale in un contesto bellissimo, con la vista sul golfo, e immaginiamo quanto deve essere divino ascoltare buona musica con quel panorama.

La sera, essendo tutto chiuso, ci spostiamo a cena a Scala, qualche chilometro ancora più su, con una pioggia scrosciante, dove gustiamo le prelibatezze campane.

 

L’alloggio a Ravello: Auditorium rooms

Meraviglioso, unico… che dire??

 

 

Perfetto stile “costiera”, 2 camere ristrutturate con grande gusto, colore predominante l’azzurro e il blù

 

 

Non riesco a prenotare, perchè già occupata, la stanza col bagno che ha una piccola finestra col panorama sul golfo, stupenda; una bottiglia di vinoè a disposizione per noi, da bere su quello che è il plus di questo alloggio: un balconcino con una vista incredibile, dove, se il tempo lo permette, viene servita la colazione (non è stato il nostro caso)

 

 

e dove si può godere, di tutta la bellezza, di giorno

 

 

e di notte

 

 

A gestire l’alloggio sono 2 fratelli gemelli: noi abbiamo conosciuto solo l’entusiasta Pasquale, e sentir dire che fa il mestiere più bello del mondo… è davvero entusiasmante.
Parcheggio in strada, a pagamento, comodo, davanti all’alloggio, sulle strisce blu o nel garage coperto Auditorium: in bassa stagione i prezzi sia dell’alloggio che del parcheggio sono davvero bassi!!

E anche se c’è stato un tempo poco favorevole con la nebbia… è stato tutto magnifico!

 

 

MINORI e i dolci di Sal Di Riso

Minori l’abbiamo notata subito passando, perché è davvero carina. Piccola, raccolta, affacciata su una spiaggetta, e con una cattedrale importante: ci ripassiamo per fermarci sulla via del ritorno, che, da Ravello, facciamo lungo la strada costiera.

 

 

Perché tutti ci hanno consigliato di non perderci i dolci di Sal Di Riso. Ed hanno regione: la pasticceria, sulla strada principale che guarda la spiaggia, è un salotto, le vetrine da esposizione paiono gioiellerie, e i dolci sono di una bontà da leccarsi i baffi

 

 

Assaggiamo quelli che hanno reso famoso il pasticcere, ovvero la delizia al limone, pan di spagna ripieno di crema chantilly e ricoperto di crema al limone, e la torta ricotta e pere.

 

 

Di passaggio dall’alto vediamo anche Erchia, Cetara, Vietri sul mare e passiamo dal lungomare di Maiori, molto affollato per il carnevale la domenica, senza dimenticare la deliziosa Atrani, che vediamo di passaggio, poco dopo Amalfi.

Il ritorno dalla costiera al tramonto ci regala splendidi paesaggi, col sole che brilla sul mare, ea fianco le coste alte rocciose, e le distese di terrazzamenti e di alberi di limoni, cosa per cui è anche famosa la costiera

 

 

Sulla strada ci sono tantissimi punti panoramici, picchi sorprendentemente alti sul mare, edifici costruiti sulle rocce, e con piattaforme o scale ripidissime che scendono sull’acqua.

Comprendiamo il motivo per cui la costiera è stata set di diversi film, ed è meta di turisti da tutto il mondo: sono posti davvero particolari e stupendi. Pensavo fossero molto simili alle 5 terre in Liguria, ma in realtà, anche se hanno un territorio simile, sono molto diversi.

Sicuramente non andrei in queste zone quando sono molto affollate di turisti e trafficate: le strade e i vicoli sono troppo stretti, e per me non sarebbe possibile godere della loro grande bellezza, nonostante con i negozietti aperti e la vita animata della costiera avranno sicuramente un grandissimo fascino. Io sono stata molto contenta di averle visitate fuori stagione, e ringrazio quando il tempo è stato clemente, e quando mi ha regalato spiragli di sole tra le nubi, che me ne hanno fatto apprezzare il loro incommensurabile splendore.

 

febbraio 2025

 

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Nebbia in costiera (la bellezza oltre tutto)

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Ho visto una nebbia nella costiera amalfitana, a febbraio, che neanche in Valpadana.

Visibilità limitatissima. Muro bianco davanti.

 

 

Eppure, anche la nebbia in costiera ha un suo fascino.

L’ho vista passare, coprire, e rischiarare; muoversi come zucchero filato; imbiancare lo sfondo, dando argomento all’immaginazione.

Ho visto le nuvole così vicine che le potevo toccare, che in certi momenti sbiancavano perfino quello che avevo in primo piano. Che, coprendo il contorno, spostavano la mia attenzione a quel che avevo vicino, a pochi metri, proprio davanti: un grande pino marittimo, che diventava il protagonista. Il tronco lungo, la chioma aperta, i rami agitati dal vento, gli aghi verdi ballerini.

 

 

L’albero e la voce del vento, immersi in un candore irresistibilmente seducente, che tutto aveva avvolto: impossibile vedere oltre, vedere altrove. Impossibile vedere lontano. Che faceva vedere anche i riccioli di metallo della ringhiera verde, il colore in risalto delle piastrelle, i particolari, che, diversamente, non si notano

Per poi andarsene, la nebbia. Alzarsi e liberare il campo; la costa ridisegnarsi, i confini tornare definiti, e chiari i particolari.. E lasciare di nuovo spazio a quella bellezza che era rimasta nascosta per mostrarne una diversa.

 

 

E questa sono io, irriducibile mentre, a dispetto del cattivo tempo e della visibilità zero sulla costiera, all’alternarsi di bianco e grigio, dal mio balconcino panoramico, scelto apposta per la vista, a Ravello, non mi ingastrisco, non mi dispiaccio, non impreco contro la sfortuna. Non rinuncio al mio momento.

 

 

Attendo quel che viene, e cambia, mi godo quel che c’è.

Guardo, vivo in profondità, e scopro altra e diversa bellezza.

Posso vedere meglio, e di più.

Respiro, e apprezzo quel che ho davanti.

 

La mia esperienza frequente è che a restare positivi si ha una doppia grazia: non ci si avvelena il presente e spesso arriva una ricompensa (e, anch’io, questo me lo devo sempre ricordare).

E un raggio di sole tanto atteso, in mezzo alla burrasca, che si fa spazio piano piano, è un grande dono: un momento da cui “succhiare tutto il midollo”, di cui gioire al massimo.

Un motivo per riservare infinita meraviglia e gratitudine 🙏.

 

 

Andai nei boschi per vivere con saggezza,

vivere in profondità,

e succhiare tutto il midollo della vita,

per sbaragliare tutto ciò che non era vita

e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. 

Henry David Thoreau

 

 

febbraio 2025

 

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Alla riscoperta di NAPOLI

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Alla riscoperta di NAPOLI

 

 

Non andavo a Napoli da tantissimi anni, e nonostante ricordassi molto poco della città, sono rimasta stupita da quanto l’ho trovata trasformata.

Ci sono stata più volte in passato, per turismo o per frequentare corsi, o di passaggio per andare ad Ischia; l’ho visitata con amici napoletani, e anche ospite in un tradizionale “basso napoletano“.

È stato molto piacevole trovare questa città dai tanti volti e con la sua forte personalità, riqualificata, curata, e organizzata, e con la solita vivacità che la contraddistingue.

I quartieri spagnoli, una volta conosciuti come malfamati, tanto che veniva consigliata la visita con molta cautela, periferia povera e ad altissima “fragilità sociale”, sono stati oggetto di “rigenerazione urbana e sociale” e diventati una delle principali attrazioni per il turismo, pur mantenendo le caratteristiche popolari, i panni stesi, il disordine nei vicoletti, le edicole votive, le moto, le scritte, con l’aggiunta di di dipinti sui muri, poesie, aforismi e frasi celebri dei suoi personaggi famosi, o della saggezza napoletana

 

 

Le metropolitane, che raggiungono profondità importanti nel sottosuolo, tanto da avermi fatto impressione, come scendere nel centro della terra, appaiono nuove e ben tenute: la più famosa, Toledo station, è stata considerata una delle più belle d’Europa, con il suo grande cono di luce, il “Crater de Luz“, vera e propria opera d’arte contemporanea

 

 

E assieme alle funicolari collegano bene la città.

Edifici, chiese, piazze e monumenti, da visitare durante il giorno, sono splendidamente illuminati la sera.

La ricettività alberghiera ha preso piede in palazzi storici, appartamenti, e nei bassi napoletani ristrutturati.

Nel centro città mi sono sentita tranquilla e sicura, grazie anche alla presenza di parecchie forze dell’ordine, e attorniata da persone gentili che si fermano se ti vedono con una mappa in mano alla ricerca di una strada, per indicarti il percorso, e venditori ambulanti che cercano di venderti qualcosa in modo simpatico ma senza troppa invadenza

 

 

Una città insomma, davvero piacevole e interessante, per tutti i suoi volti: quello dei suoi bei monumenti da visitare, quello delle strade della tradizione del centro storico, quello delle moderne ed eleganti vie dello shopping, quello dei panorami sul Vesuvio dal lungomare o sulla città dall’alto, quello del suo cibo, unico e delizioso.. e anche quello dell’amore per il calcio, che proprio in questo mese di giugno 2023, con il terzo scudetto vinto dal Napoli, viene celebrato in ogni strada e in ogni palazzo, da striscioni e addobbi bianchi e azzurri, con la consueta enfasi che caratterizza il popolo partenopeo, insieme all’ovunque presente ricordo dell’amato Maradona

 

 

Ho trovato una città capace di sconfiggere i luoghi comuni che si porta dietro da anni, e con tanti luoghi di cultura, già presenti in passato, ma ora valorizzati, tanto che 2 giorni non sono sufficienti neppure per vedere i più importanti!

Una città molto diversa da quella che avevo visitato 30/40 anni fa, che ho vissuto come fosse una città nuova, e che mi ha lasciato anche una gran voglia di tornarci.

 

Visita di un giorno e mezzo a Napoli

L’itinerario che ho studiato per visitare Napoli è stato il seguente:

-il primo giorno l’abbiamo dedicato alle zone centrali a sud della città: piazza Municipio, Maschio Angioino, Galleria Umberto I, Teatro San Carlo, piazza Plebiscito, Castel dell’Ovo, lungomare Caracciolo e parte della riviera di Chiaia, salendo per un veloce giro al Vomero e a Castel Sant Elmo per godere del panorama.

-il secondo giorno l’abbiamo dedicato al centro storico e ai quartieri spagnoli.

Ovviamente, con così poco tempo, non siamo riusciti a visitare l’interno di gran parte dei monumenti.

 

Il primo giorno

Metropolitana di via Toledo

 

 

Via Toledo è una bella ed elegante strada pedonale, piena di bei palazzi e negozi che divide i quartieri spagnoli dalla parte sud della città.

Una delle principali attrazioni di questa via è la stazione della metropolitana della linea 1, di cui avevo visto molte fotografie, immagini quasi irreali, che avevano destato in me una forte curiosità, e che hanno valso al luogo la nomea di stazione metropolitana più bella d’ Europa. E in effetti è davvero bella: progettata dall’architetto spagnolo Óscar Tusquets, la parte che richiama gli abissi marini, quella più fotografata, mi ha fatto letteralmente impazzire, con quel grande cono di luce che cambia colore in centro sulle scale mobili

 

 

C’è un gioco di luci led, che quando si accendono sembrano stelle.

Attorno al cono di luce, mosaici blu che diventano onde.

Prima di arrivare in questo punto, si attraversa un tratto dove ai lati sono presenti due pannelli fotografici che rappresentano il mare che, camminando, danno l’effetto delle onde che si muovono: un’opera che si chiama By the sea… you and me

Nell’atrio, impossibile non notare il mosaico con 16 figure umane dal titolo Ferrovia Centrale per la città di Napoli, 1906 (Naples Procession), che spunta di fronte per chi sale le scale, di William Kentridge, autore anche di un altro mosaico che si trova sempre nella stazione. E queste sono solo alcune delle opere presenti

 

 

All’uscita della stazione Toledo, un Maradona che palleggia dà il benvenuto in città: pare sia sempre presente (e infatti l’abbiamo visto entrambi i giorni, come fosse un monumento 😁)

 

 

Maschio Angioino, Teatro San Garlo, Galleria Umberto I, Piazza Plebiscito e Palazzo reale

 

 

Dalla trafficata via Medina, parallela di via Toledo, passando per Piazza Municipio, siamo arrivati al Maschio Angioino, o Castelnovo, in un area attualmente oggetto di manutenzione: il bel castello medievale, con le sue grandi torri cilindriche, simbolo della città, fu sede reale quando la capitale del regno venne spostata da Palermo a Napoli.

Proseguendo si incontra il Teatro San Carlo, uno dei più prestigiosi del mondo, e di fronte la bella Galleria Umberto I

 

 

A pochi passi ci si trova già in piazza Plebiscito, una delle più grandi d’Italia, nei miei ricordi ancor più grande, con il suo bel colonnato, e le statue equestri dei re di Napoli

 

 

E’ ancor più affascinante la sera, illuminata da luci blu

 

 

Dietro, la cupola della basilica di San Francesco da Paola, e di fronte il palazzo Reale.

 

La pizza fritta e il caffè nei locali storici

Essendo ora di pranzo ci siamo fermati nella vicinissima Piazza Trento Trieste, all’Antica pizza fritta da Zia Esterina Sorbillo dal 1935 , locale storico, da dove si scorge la fine di via Toledo: i pizzaioli sono ben organizzati e velocissimi a preparare una pizza espressa buonissima. Non ci sono posti a sedere ma la pizza fritta qui è imperdibile

 

 

La sosta successiva è stata nel vicino storico Gran caffè Gambrinus

 

 

E’ all’inizio di via Chiaia, e mi ha ricordato i caffè di Trieste: ottimi sia i dolci che il caffè, e il locale è davvero stupendo.

 

 

Il lungomare: Via Partenope, Castel dell’Ovo, il lungomare Caracciolo, la riviera di Chiaia

 

 

Da Piazza del Plebiscito ci siamo diretti sul lungomare Nazario Sauro, dove all’orizzonte, si può ammirare la sagoma del Vesuvio.

Proseguendo, si arriva fino a Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli (1128), uno dei simboli di Napoli,  sull’isolotto di Megaride, collegato alla terraferma da solo una strada

 

 

La zona dietro al castello è davvero carina, piena di localini, in stile molto marinaro che guarda il porticciolo di Santa Lucia con le sue imbarcazioni ormeggiate

 

 

Da qui inizia il lungomare Caracciolo: ci siamo riparati dal sole cocente di fine giugno raggiungendo più velocemente possibile l’area ombreggiata dei giardini della riviera di Chiaia

 

 

Ci siamo spostati poi verso la zona centrale di Chiaia, salendo fino a Piazza Amedeo, un incrocio di strade niente di che, dove abbiamo preso la funicolare di Montesanto per salire al Vomero.

 

Il Vomero e Castel Sant’Elmo

Il Vomero è un bel quartiere ancora diverso dagli altri, una zona residenziale sulla parte collinare della città: elegante, con bei negozi e bei viali alberati, in cui è molto gradevole passeggiare

 

 

Domina il quartiere Castel Sant’Elmo, un castello medievale del 1300, che affaccia su un piazzale chiamato Largo San Martino, da dove si può ammirare un panorama splendido sulla città (e da dentro al castello dicono anche a 360 gradi). Da qui le scale della Pedamentina portano verso il centro città, arrivando a Corso Vittorio Emanuele, con una bella passeggiata, da dove il paesaggio su Napoli si può ammirare da diverse angolature

 

 

La nostra prossima meta era di nuovo via Partenope per la cena: con l’aiuto di Google maps abbiamo percorso discese, curve e stradine fino ad arrivare in via Nicotera e sceso le scale di Chiaia, senza accorgerci che eravamo al ponte di Chiaia, che dal basso sembra solo un arco: incredibile pensare che poco distante, dietro, c’è Piazza Plebiscito! Proseguendo per la piacevole via Chiaia, passando da piazza dei Martiri, e poi da piazza della Vittoria, siamo tornati di nuovo in via Partenope, piena di ristoranti e di begli hotel, ancora più bella con l‘illuminazione della sera, Castel dell’Ovo incluso

 

 

La pizza di Napoli

Da amante della pizza, prima di partire, ho raccolto consigli da amici e in rete, per mangiare la pizza migliore di Napoli. La scelta è caduta sulla pizzeria storica Sorbillo: ce ne sono più di una in citttà, noi abbiamo scelto quella di via Partenope, sul lungomare. Da Sorbillo non accettano prenotazioni, ma arrivando non tardi abbiamo fatto poco coda prima che ci assegnassero un tavolo: la pizza era davvero stratosferica!

 

 

Il secondo giorno

Il centro storico

Il giorno dopo per colazione volevo provare il fiocco di neve di Poppella, altra specialità di Napoli, quindi siamo andati a quello più vicino al nostro alloggio, in via Santa Brigida. Il fiocco di neve è una brioche molto leggera e soffice tonda che viene riempita con crema di latte e ricotta, pistacchio o cioccolato. Io ho assaggiato quella con crema di latte e ricotta e confermo che è una cosa divina!!

 

 

Da qui poi siamo saliti in via Toledo per dirigerci verso il centro storico.

 

Mercato Pignasecca e Spaccanapoli

 

 

Percorrendo via Toledo, siamo arrivati a piazza della Carità; ho visto una strada molto vivace con un mercato: era il famoso mercato della Pignasecca, parte dei quartieri spagnoli, dove si trova un po’ di tutto, pesce fresco e altro cibo, oggettistica per la casa, souvenir, abbigliamento, ecc.

 

 

Da qui ci siamo diretti poi verso Spaccanapoli, il decumano che divide la parte antica di Napoli in 2: il lungo un rettilineo è composto da ben 7 strade. La zona mi è piaciuta davvero molto, si trova tutto il classico folklore napoletano, c’è grande vivacità e si incontrano durante il cammino piazze e monumenti molto belli.

 

Piazza del Gesù nuovo

 

 

Prima tappa, dopo aver preso Spaccanapoli è l’apertura su piazza del Gesù nuovo, bellissima sia per l’obelisco barocco dell’immacolata al centro, che per la chiesa omonima, con una facciata caratteristica di bugnato a diamante, che avevo già visto al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (pare ce ne siano solo 3 al mondo). All’interno, lo stile barocco della chiesa la rende piena e ricca, contrapponendosi a quello davvero essenziale di Santa Chiara, quasi di fronte.

 

Complesso Monumentale di Santa Chiara

Il complesso monumentale di Santa Chiara spicca nella vista del panorama di Napoli, con l’alto campanile e i tetti verdi

 

 

Si accede al complesso attraverso un arco davanti alla Basilica gotica di Santa Chiara, al cui interno l’essenzialità è la sua bellezza

 

 

Il complesso, la cui costruzione iniziò nel 1310, è composto da due conventi, uno francescano e uno delle clarisse, ma la parte più bella e famosa è sicuramente il grande chiostro, con archi a sesto acuto che guardano la parte centrale e formato da pilastri ottagonali e panchine rivestiti di maioliche, e ricco di alberi di arance, che mi hanno riportato subito coi ricordi a Siviglia

 

 

Da non perdere anche il grande presepe napoletano del 1700, con personaggi rappresentati come nell’epoca in cui è stato fatto, con la scena creata in cartapesta e legno. Davvero molto bello!

 

 

Si accede al complesso, chiesa esclusa, facendo il biglietto in loco.

 

Cappella Sansevero e Cristo velato

La visita al museo della Cappella Sansevero da sola vale il viaggio a Napoli

 

 

La scultura del Cristo velato, posta al centro dell’edificio (non sono permesse foto all’interno), opera di Giuseppe Sanmartino, del 1753, mi ha profondamente emozionato: quel velo sottile sul Cristo sdraiato, che mostra i segni della sofferenza e della croce, è davvero impressionante,  sembra impossibile che sia fatto di marmo! Ma la Cappella Sansevero, voluta dal principe Raimondo di Sansevero, ha altre opere bellissime degne nota: la statua della Pudicizia, commissionata in onore della madre, che rappresenta una giovane donna coperta anche in questo caso da un leggerissimo velo e soprattutto mi è piaciuta la statua in onore del padre, chiamata il Disinganno, dove un uomo è avvolto da una rete che copre parte del corpo, che per me è stato altrettanto impressionante quanto il velo del Cristo.

Molto interessante leggerne il significato, notando tutti i particolari. Inoltre, degni di nota sono la volta affrescata, il pavimento a labirinto, la lapide del principe con scritte su marmo in rilievo (all’opposto del consueto, scavate) le Macchine anatomiche, ovvero due scheletri con sistema cardiovascolare, vene e arterie a vista, che pare siano stati fatti di fil di ferro e cera, e che mostrano l’interesse per l’anantomia di quel periodo.

Meglio acquistare i biglietti on line per non rischiare di non trovarli disponibili

https://www.museosansevero.it/

 

San Gregorio Armeno, la strada dei presepi

Altra traversa di Spaccanapoli è San Gregorio Armeno, la strada conosciuta per le botteghe artiginali dei presepi: qui si possono ammirare delle statuine davvero particolari e che testimoniano grande creatività, ma anche tnte altre creazioni fantasiose!

 

 

Il Duomo 

Perpendicolare a Spaccanapoli si incontra, via Duomo, che conduce alla Cattedrale di San Gennaro, o chiesa di Santa Maria Assunta, non su una piazza o su una via pedonale, ma con una facciata gotica molto imponente.

 

 

L’interno è un tripudio di barocco, e sul lato destro si può accedere alla cappella di San Gennaro, dove viene conservato il sangue del Santo che 3 volte l’anno, è oggetto di attenzione per il fenomeno della liquefazione: secondo i credenti è un miracolo, mentre secondo gli scienziati sarebbe un normale fenomeno chimico con una spiegazione scientifica.

L’ingresso è gratuito.

 

A Spaccanapoli ci siamo fermati a pranzo alla Trattoria Cerriglio, dove abbiamo mangiato molto bene, e alla Taralleria Leopoldo Infante in via San Biagio dei Librai abbiamo assaggiato dei taralli: io pensavo che i taralli fossero caratteristici solo della Puglia, invece ci sono anche quelli napoletani, più grandi, quelli classici farciti con suga, pepe e mandorle, e da gustare anche caldi

 

 

In piazza San Gerolimini ho cercato il murales di Bansky, la Madonna con la pistola: non è facilmente individuabile perchè la piazza è piccola e occupata prevalentemente dalla chiesa omonima, su via dei Tribunali. Il murales è accanto all’ingresso di un ristorante, protetto da un vetro, e l’immagine è un po’ sbiadita e rovinata alla base, per cui non risalta particolarmente

 

 

Le stradine limitrofe sono molto vivaci, percorrendole si trovano particolari interessanti

 

 

e per tutti gli interessi, come via dei Musicisti

 

 

I quartieri spagnoli e i murales

 

 

A lato di via Toledo ci sono i quartieri spagnoli: abbiamo imboccato via Montecalvario, salendo tra panni stesi, baracchini di cibo o souvenir, motorini, cartoncini appesi, o fogli sui muri con frasi celebri, motti, ecc.

 

 

In particolare la zona è conosciuta anche per i murales dei personaggi cari alla città, e noi volevamo  raggiungere i più rinomati, ovvero quelli di Maradona,

 

 

che ha a fianco la Pudicizia

 

 

quello in omaggio a Edoardo De Crescenzo

 

 

e quelli Totò, a cui è dedicato un intero vicolo

 

 

Non ci si deve aspettare dei murales curati, coi colori brillanti: alcuni dimostrano un po’ di anni, ma nel contesto sono comunque belli e caratterizzano la città.

 

Napoli, il terzo scudetto e Maradona 

 

 

Manifesti, foto, murales, striscioni di Maradona, ringraziamenti, e angoli a lui dedicati credo che facciano ormai parte integrante della città, si trovano in più punti in omaggio al calciatore dopo la scomparsa nel 2021. In via Emanuele De Deo, al 60, salendo un bel po’, nei quartieri spagnoli, c’è il murales più famoso, diventato meta di pellegrinaggio dei tifosi, ma anche attrazione per i turisti, con tanto di banchetti di souvenir, angoli per le foto ecc.

 

 

Quest’anno si è aggiunta la vittoria del terzo scudetto della squadra del Napoli e non c’è angolo in città dove non si celebri questo evento: striscioni sui palazzi, magliette dei giocatori, festoni bianco azzurri sulle strade

 

 

Persino nel parking dove abbiamo lasciato l’auto campeggiava sopra al nostro spazio uno striscione, e lo staff indossava magliette col richiamo alla vittoria! E chissà per quanto tempo rimarrà questa atmosfera festosa!

 

Il nostro Alloggio a Napoli: Galleria Sanfelice

 

 

In città abbiamo alloggiato presso Galleria Sanfelice, una residenza con 6 camere, all’interno di un bel palazzo storico, ubicato in zona strategica

 

 

sulla trafficata via Sanfelice (ma la camera è straordinariamente insonorizzata), perpendicolare alla centrale via Medina, non lontana da via Toledo, e vicinissima alla metropolitana Università, che vedevamo dal nostro terrazzino. In pochi minuti di camminata si arriva a Piazza Municipio

 

 

Camere nuovissime e arredate con gusto, ho trovato il sito e prenotato telefonicamente, l’assistenza e l’ organizzazione con self check in è stata eccellente, e da segnalare l’estrema gentilezza e disponibilità dei gestori. Sicuramente consigliatissimo!

 

 

Conclusioni

Che dire.. Napoli, e tutta la zona limitrofa, ha talmente tanto da offrire che non si può non fare il proposito di ritornare!!

 

 

giugno 2023

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

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Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

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