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Cina: escursione da Chendgu a Leshan per vedere i Budda giganti

 

 

Leshan è una località a circa 2 ore di treno da Chendgu, sempre nella regione del Sichuan.

È rinomata per la presenza della più grande statua del mondo di un Budda seduto, scolpito nella roccia di una montagna.
Ma la sorpresa, per noi, è stata anche la visita all’Oriental Capital of Buddhism, che si trova nello stesso sito del Budda gigante, un’area dove si trovavano templi buddisti nell’antichità, distrutta e poi ricostruita nel 1994, all’interno di una lunga galleria scavata nella montagna, dove sono poi state scolpite nella roccia più di 10000 statue, in omaggio al Budda.

 

Arrivo al sito dei Budda di Leshan e biglietti

Siamo arrivati al sito dei Budda di Leshan attorno alle 15.30 da Chendgu: al mattino avevamo visitato la riserva dei panda.

Siamo entrati dall‘ingresso est, dopo aver saltato la fermata dell’ingressso principale, con il bel bus in stile vintage, che porta in quella zona: era il primo bus che prendevamo in Cina e abbiamo appurato che non è così semplice capire dove scendere.

L’accesso all’ingresso è un po’ disastrato, ho avuto il dubbio che la via non fosse corretta, mentre invece dopo qualche metro si arriva alla biglietteria, dove abbiamo acquistato i biglietti, con un pò di difficoltà, aiutati da simpatiche ragazze che vi lavoravamo, molto collaborative, e curiose nei nostri confronti.
I biglietti sono 2 diversi, a seconda che si voglia visitare anche l’area dell’Oriental Capitali of Buddishm, o soltanto il Budda Gigante. Noi abbiamo deciso di visitare entrambi, e col senno di poi, siamo stati contenti perché l’Oriental Capital of Buddishm, che sembrava un di più da vedere perché ci trovavamo lì, è stata la cosa preferita da marito e figlia.

Di seguito la mappa di tutta l’area, e il depliant dell’Oriental Capitali of Buddishm

 

 

La visita all’Oriental Capital of Buddhism

Dall’ingresso est, una navetta gratuita porta direttamente al luogo dove si inizia la visita, e dove si trova il più grande Budda sdraiato del mondo, lungo 170 metri, e scavato nella montagna, che guarda sul fiume: non sono riuscita a fotografarlo, perché non ci stava nell’obiettivo per quanto è grande!
In realtà, vederlo chiaramente non è semplicissimo, visto che la vegetazione copre la maggior parte del suo corpo

 


Da questo punto inizia un giardino meraviglioso, e un lunghissimo percorso, in una galleria scavata nella montagna, dove ci sono tantissime raffigurazioni di Budda di diverse dimensioni, e varie scene scolpite nella roccia. Un tributo alla cultura buddista, e alle antiche sculture andate perdute, create da artisti contemporanei, ma di una bellezza e spettacolarità toccanti

 

 

Ci sono statue scavate davvero belle

 

 

e pareti scolpite

 

 

in un percorso che ha un’atmosfera molto mistica

 

 

E’ impressionante il Budda seduto nella cava di 33 metri

 

 

e il Budda farmacista, alto 51 metri: queste sculture imponenti lasciano senza fiato

 

 

Per fare tutto in percorso nella grotta abbiamo impiegato parecchio tempo: solo alle 16.30 ci siamo diretti verso il Giant Buddah.

 

Il Giant Buddah di Leshan

Il Budda gigante di Leshan è una statua scolpita sulla montagna, che guarda il fiume che scorre ai suoi piedi. Questo Budda seduto, in pietra, è il più alto del mondo, ben 71 metri!

 

 

La sua costruzione iniziò nel 713 d.c., ad opera di un monaco cinese dal nome Haitong, con lo scopo di propiziare le acque del fiume, affinchè non fossero impetuose, e consentissero la tranquilla navigazione delle navi. Terminò dopo la morte del monaco, nell’803 e nel 1996 l’opera è stata inserita nel patrimonio UNESCO

 

 

Per arrivare ai piedi del Budda Gigante, occorre fare un pò di strada in sentieri ben tracciati nella tra roccia nel bosco, fino ad arrivare ad una scala che scende a picco

 

 

La ripida discesa costeggia il fiume, e affianca la roccia rossa della montagna, che, negli orari vicino al tramonto, appare come infuocata dal sole calante, e crea un paesaggio incantevole

 

 

Fortunatamente a quell’ora non c’era coda per scendere (e in seguito per risalire), ma il caldo, seppur fosse settembre, era notevole, tanto che ci siamo chiesti come facciano quelli che visitano il sito in agosto, nelle ore centrali, e rallentati dalla folla di persone.

All’arrivo alla base del Budda si deve stare con naso all’insù, per vedere la meraviglia, e rigirarsi per ammirare il fiume che scorre di fronte, e i grattacieli della città all’orrizzonte: nel momento che che eravamo lì, il fiume fluiva con un certo impeto, probabilmente in seguito alle piogge dei giorni precedenti

 

 

Il sito è davvero spettacolare e la scultura è davvero immensa.

La discesa, e la risalita, al momento è da un solo lato, perchè una parte della statua è in ristrutturazione, e coperta da impalcature (non so se, in tempi normali, si scenda da un lato e si salga dall’altro)

 

 

Purtroppo non avevamo il tempo per prendere anche la barca e vedere il Budda dalla prospettiva del fiume, che secondo me sarebbe valsa la pena

 

 

Ci siamo fermati a lungo di fronte a quest’opera, nei punti di ombra, o dove c’erano dei ventilatori, disposti per alleviare i guardiani dal calore: io sarei rimasta lì ad ammirarla ancora, ma i miei compagni di viaggio erano davvero provati dal caldo

 

 

Siamo quindi risaliti e abbiamo cominciato a cercare una diversa uscita per fare meno strada, in preda alla stanchezza della giornata, cosa che è diventata, dopo un pò, piuttosto ardua: le indicazioni erano davvero poco chiare, e nessuno, non comprendendo l’inglese, ci sapeva aiutare.

Poi finalmente siamo riusciti ad uscire, da una parte diversa da dove eravamo entrati, ed erano già le 18, l’ora di chiusura: la difficoltà è stata farci trovare dal Didi chiamato per il ritorno (e forse questo poteva farci presagire il seguito). Il viaggio è stato davvero allucinante: la macchina era scomoda e malmessa, il vetro frontale molto sporco, per evitare una coda il taxista stava per prendere una deviazione ma poi ha cambiato idea all’ultimo momento con una brusca svolta, un auto ha suonato, e lui si è fermato in autostrada a discutere con il conducente! e, dulcis in fundo, il taxista si è poi dovuto fermare per un rumore strano, e segnalazioni pervenute da altre auto, perchè si stava staccando una parte del paraurti, che, con alcune martellate, ha tolto e lasciato sul bordo strada!! Io non vedevo l’ora di arrivare a destinazione, dopo queste disavventure.
Abbiamo impiegato quasi 3 ore per raggiungere il nostro hotel, ed eravamo davvero esausti. Ovviamente abbiamo lasciato una nota negativa sull’app di Didi, relativamente a questo viaggio, per le condizioni dell’auto e per il conducente!

Conclusioni

L’escursione a Leshan, da Chendgu, secondo me vale la pena: sarebbe consigliabile farla in una giornata intera, avendone la possibilità, anzichè in mezza giornata, per godere a pieno, e senza fretta, del parco e del sito che sono davvero spettacolari.

 

Tempi e trasporti

-Partenza con Didi ore 11.20 dal centro Panda fino alla stazione di Chendgu est.

Treno delle ore 13.05, prenotato 2 giorni prima, arrivo a Leshan, e bus delle ore 14.20.

Attenzione: il bus si prende seguendo le indicazioni per K1 a destra, si deve attraversare la strada, ed andare dentro all’autostazione. Tempo di percorrenza: 1 ora (col Didi si avrebbe impiegato meno tempo, ma c’era una fila chilometrica alla stazione dei taxi: magari si poteva fare il tentativo di spostarsi un po’ e chiamare il Didi)
Difficile capire quale sia la fermata a cui scendere, l’autista parlava solo cinese, abbiamo visto l’ingresso principale quando il bus era già ripartito, e ci ha poi lasciato all’ingresso est, dove non c’era nessuna fila per i biglietti.

-Ritorno da Leshan a Chendgu con Didi: i treni non erano più disponibili il giorno prima, e comunque, dopo una giornata così intensa preferivano non prendere 3 mezzi, ma tornare direttamente (costo circa 60 euro in 3). Abbiamo impiegato oltre 3 ore per arrivare a destinazione, a causa del traffico intenso.

 

settembre 2024

su Chendgu:

Cina: Chendgu e i panda, meravigliose e buffe creature!

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

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Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

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Perchè la vita è un gran bel viaggio.