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ALTO ADIGE: CAREZZA e dintorni, una carezza per l’anima (BZ)

 

 

 

Era aprile che già pensavo che il ferragosto non avrei voluto trascorrerlo a casa.

Di solito facciamo le vacanze tra giugno e luglio per cui ad agosto non siamo in giro. Ma da qualche anno ho preso l’abitudine di fare un giro nei dintorni: lo scorso anno siamo andati in Valgardena, quello prima a Lucca, quello prima ancora eravamo a Torino..
Quindi ad aprile ho prenotato un alloggio al Lago di Carezza, in Alto Adige, nella Val D’Ega, tra il passo Costalunga e il paese di Nova Levante

 

 

Del lago di Carezza me ne aveva parlato mia figlia diciannovenne entusiasta dopo esserci stata lo scorso anno, e per questo mi aveva a incuriosito. Quindi esattamente il 15 di agosto partiamo in direzione Bolzano.

 

L’alloggio a Carezza

 

 

Guardando su Booking.com trovo un posto che mi ispira da subito dalle foto: Carezza Lake and River, con recensioni non troppo recenti ma tutte entusiaste.

Scopro poi che l’hotel, che in origine si chiamava “SIMHILD b&b”, ha appena riaperto, ha una bella storia sin dal 1925, che si può leggere sul nuovo sito
https://lakeriverland.eu/

Nel 2024 è gestito dalla energetica signora Oui e il suo staff di gentilissime ragazze, thailandese, che scopriamo aver vissuto anche a Koh Tao, dove siamo stati qualche anno fa, e che propone cucina thailandese: abbastanza anomalo mangiare  tai in alto Adige, ma la location è così invitante, su un bel terrazzo con vista sul monte Latemar, che assaggiamo il pad tai una sera e il wok di verdure e riso l’altro, e sono davvero squisiti.

 

 

L’hotel è in una posizione incantevole, come dice il nome, è sul torrente Pukelin, il cui suono dello scorrere accompagna sin dal mattino appena svegli, e per tutto il tempo, e pare proprio ai piedi del Latemar, che amo gUardare a lungo al mattino E al tramonto quando il sole fa risplendere la sua roccia grigia e le sue cime aguzze

 

 

La nostra camera è al secondo piano, è spaziosa e appena ristrutturata, e con un delizioso angolino con tavolo e panche, un bagno invece ancora vecchio stile, e un delizioso balconcino che ho adorato❤.

 

 

La colazione viene servita ai tavoli in una sala con finestroni con vista sui monti, è ricca e di qualità, e ho apprezzato la scelta di non fare il buffet per contenete lo spreco.
L’hotel su trova sulla Promenade che conduce in 10 minuti al lago di Carezza e ha di fronte uno grande prato verde dove si trovano stupendi cavalli e mucche al pascolo.

 

 

L’hotel ha un parcheggio per gli ospiti. Inoltre, di fronte al lago si trova un parcheggio a pagamento, ma prendendo la via Bellavista (promenade), poco oltre l’hotel Lake and river c’è un parcheggio gratuito non molto frequentato.

Escursioni a Carezza

Giro del lago di Carezza

Dall’hotel a piedi abbiamo raggiunto il lago di Carezza, con il Sentiero 6 in direzione del Lago di Carezza. Dopo un centinaio di metri ci troviamo ad attraversare un piccolo ponte tibetano

 

 

Il lago, che Si trova a 1500 metri di altezza, lo abbiamo visto a diverse ore nei 3 giorni che siamo rimasti:  ha una attrattiva talmente grande che ogni volta ci catturava per la sua bellezza.

Le diverse tonalità di verde, i riflessi degli alberi e delle cime del monte Latemar e del Catinaccio sulle sue acque, i fiori e la vegetazione: le dolomiti si guardano allo specchio.

 

 

Per fare il giro del lago, addentrandosi nel sentiero nel bosco che lo circonda, e che culmina con una piattaforma con pannelli esplicativi, si impiega una ventina di minuti. Il lago è piuttosto piccolo e durante l’estate l’acqua si riduce ma non è mai secco in quanto alimentato da sorgenti sotteranee e può raggiungere anche i 22 metri di profondità.

Tips: a Carezza non c’è un vero e proprio centro, l’edificio più centrale e storico è il bellissimo Gran hotel Carezza, enorme, costruito in sasso e con le finestre blu, meta di soggiorni di personaggi famosi come la principessa Sissi e Churchill, oggi hotel e residence, e nei dintorni c’è un minimarket e qualche ristorante.

 

 

La cittadina più vicina è Nova Levante, distante pochi chilometri, ma che resta comunque molto più in basso rispetto a Carezza.

Escursione con la seggiovia Paolina all’Aquila di Christomannos e al rifugio Roda de Vaiolet

 

 

Poco oltre il Gran hotel di Carezza si arriva ad un altro agglomerato, dove c’è la stazione della seggiovia Paolina ( è presente un parcheggio), che porta al rifugio omonimo, a 2125 metri di altezza (raggiungibile anche a piedi tramite sentieri dal passo Costalunga, o dalla partenza della seggiovia). Il percorso con la seggiovia sorvola prati meravigliosi arrivando a un terrazzo ai piedi del monte Catinaccio

 

 

Siamo già in territorio di Vigo di Fassa e da qui si può ammirare la Val d’Ega, il gruppo del Latemar, le Pale di San Martino e la Marmolada.

All’arrivo ci sono diversi sentieri. Io mi ero posta come obiettivo l‘aquila di Christomannos, una scultura in bronzo del 1912 che rappresenta un’aquila appunto,  dedicata a Theodor Christomannos (1854 -1911). Importante politico per lo sviluppo del turismo in sudtirolo e grande appassionato, fu artefice dell’ampliamento della rete stradale, in particolare della Strada delle Dolomiti che conduce da Nova Levante a Cortina

 

 

Per arrivarci, dalla seggiovia, occorre camminare per circa mezz’ora, il sentiero è il 539 ed il percorso è poco in salita

 

 

Il percorso prosegue con splendidi paesaggi

 

 

Poco oltre il monumento, sul sentiero 549, in mezz’ora circa di cammino si arriva al Rifugio Roda de Veal a 2283 metri di altitudine, e alla Baita Marino

 

 

Il paesaggio in questo tratto, che è un continuo saliscendi ma non troppo impervio, è davvero incantevole

 

 

Qui ci siamo fermati a bere qualcosa, in compagnia di tanta bellezza prima di fare il sentiero al contrario, incontrando pochissima gente seppur fosse ferragosto

 

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Escursione con la cabinovia al rifugio Coronelle

Di buon ora, una mattina, siamo partiti con l’auto in direzione Malga Frommer Alm, dove c’è la stazione della cabinovia Re Laurino,per raggiungere il Rifugio Fronza alle Coronelle (2337 m) o Kolner Hutte, che si trova ai piedi del Monte Catinaccio. E’ raggiungibile anche a piedi, volendo, dalla malga Frommer, o dal rifugio Paolina, in circa un’ora.

Il percorso in cabinovia è diviso in 2 parti, al primo stop si trova un prato con una montatura enorme di occhiali.

 

 

Giunti a monte, la cabinovia entra proprio dentro la montagna: salendo per andare al rifugio ci si rende conto di essere proprio sotto ai monti.

 

 

Per salire ulteriormente bisogna scalare ed essere ben attrezzati, quindi ci siamo fermati qui, ad ammirare da una bella terrazza il panorama

 

 

a godere della vista dei monti

 

 

E di un buon pranzo al rifugio.

Al ritorno abbiamo, in un tratto fatto a piedi prima di prendere la seconda funivia, abbiamo visto anche qui il “cinema delle Dolomiti”, come quello del rifugio delle Odle delle scorso anno

 

 

Abbiamo quindi camminato poco quel giorno. E quando siamo stati sazi, abbiamo ripreso la cabinovia per scendere.

 

Passeggiata da Carezza alla baita Häusler Sam

Un giorno abbiamo dedicato una bella passeggiata da Carezza alla Häusler Sam: mia figlia mi aveva detto che là c’erano alcuni lama.. ed io ero troppo curiosa di vederli.

La passeggiata è lunga 6,5 km, occorrono un paio d’ore, e il percorso è prevalentemente in piano, con sentieri in mezzo al bosco e a corsi d’acqua, passando per bellissimi prati.

 

 

Si arriva anche in un punto dove ci sono tanti  cavalli

 

 

Alla baita ci siamo fermati a pranzo, c’era moltissima gente, ma sono riusciti a trovarci velocemente posto e a servirco velocemente: abbiamo gustato degli ottimi canerderli.

Davanti alla baita c’è un bel prato dove ci si può rilassare, aci sono anche degli sdario ma erano tutti occupati

 

 

E poi, poco più in là.. ecco  i lama assieme ad alcuni somarelli. Mi fanno un po’ pena sinceramente, perché sono costretti a stare sotto il sole, con le mosche che gli girano attorno: spero non soffrano troppo. Comunque sono davvero carini!

 

Tramonto ed alba sul Latemar

Una delle cose più belle di questo giro è stato ammirare alba e tramonto sul monte Latemar.

Svegliarsi di prima mattina e vedere il sole illuminare la roccia della montagna di fronte. Ascoltare i suoni, il ruscello, gli uccelli le foglie mosse dal vento.

E poi, il tramonto: la luce splendente fino al giungere della notte

 

 

E il monte lì, con la sua magnificienza, con la sua eternità.

 

 

Ho amato questi posti, amo le Dolomiti, e per fortuna che sono vicine, perchè sicuramente ci voglio tornare!

 

 

e questa meraviglia mi ha ispirato questo post

Guardando il monte

 

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Da Ortisei al rifugio delle ODLE: strepitosi paesaggi per un trekking in VALGARDENA

 

 

Ormai il rifugio delle Odle, o Geisleralm, è diventato cosi famoso che se ne parla un pò ovunque.

Io l’ho conosciuto da un post di Rita del blog Info di viaggi: questo posto bellissimo mi aveva colpito a tal punto da essere messo nella mia lista dei posti da vedere prima o poi.

Il rifugio, che si trova in Val di Funes, solitamente viene  raggiunto partendo dalla malga Zannes e in caso voleste fare questo percorso potete trovare le indicazioni nell’articolo di Rita https://infodiviaggio.it/rifugio-delle-odle-info-di-viaggio/

oppure consultando il sito del rifugio https://www.geisleralm.com/it/estate/escursioni.html#

Noi, soggiornando a Selva di Valgardena, l’abbiamo raggiunto da Ortisei

 

 

Facendo il percorso da Ortisei, passando dalla malga Brogles, per arrivare al rifugio delle Odle, si è verificato per me uno di quei casi in cui si dice che il bello è piu nel cammino che non nella meta: non che non sia bella la vista di quello che viene chiamato ” il cinema delle Dolomiti”, le cime aguzze vicinissime e la roccia che arriva alla vallata, la baita in mezzo al prato con le caratteristiche chaise long in legno è davvero un panorama mozzafiato, ma forse con tutto il parlarne, la folla di turisti che invade il luogo e che vuole fotografarsi, fa perdere un po’ della magia originaria

 

 

Il percorso

Il percorso da Ortisei, da dove parte la funicolare Rasciesa, fino al rifugio delle Odle, è davvero duro: noi eravamo stanchi morti a fine giornata, abbiamo camminato per quasi 8 ore, per circa 17 km, attraversando sentieri di tutti i tipi: strade sterrate, sentieri nel bosco in salita e in discesa, su rocce, radici, terra, sassi, un guado di un fiumiciattolo, grandi prati.

È una parte del sentiero numero 35,  chiamato anche Adolf Munweg, o sentiero delle Odle, che attraversa appunto il parco Puez Odle e che arriva in Val di Funes

 

 

La fatica vale tutta per il percorso fino alle Odle : abbiamo visto panorami da cartolina indimenticabili, prati verde brillante con le meravigliose dolomiti attorno, boschi di pini e abeti col profumo intenso, cespugli di erica, poi rododendri, stelle alpine e altri fiori colorati; abbiamo incontrato mucche al pascolo, abbiamo avuto la fortuna di passeggiare con gli asini, abbiamo visto splendidi cavalli liberi nei prati

 

 

Il sentiero 35 Aldof Munkelweg verso il rifugio delle Odle

Da Resciesa a Malga Brogles

La funicolare, da Ortisei, in 8 minuti porta a monte allo Chalet Resciesa: sedendosi nella parte inferiore si vede il paese di Ortisei diventare sempre più piccolo, mentre il panorama delle montagne, del gruppo Sella, Sassolungo e Marmolada si perde a vista d’occhio

 

 

Il nostro cammino inizia alle 9.30

 

 

La prima parte del sentiero è in mezzo al bosco; dopo circa 5 minuti si giunge alla baita Cason e comincia ad apparire un panorama molto suggestivo

 

 

Da qui partono due strade carrabili consecutive in sasso che si addentrano nel bosco, con una discesa molto ripida, fino alla forcella, che al ritorno con la stanchezza danno il colpo di grazia della giornata

 

 

Al termine del bosco si arriva sull‘altopiano dove la strada prosegue abbastanza pianeggiante, e si apre in una vallata da fare sotto il sole, con a lato la vista del Sassolungo e del Sella

 

 

Proseguendo il cammino si iniziano a vedere le cime aguzze delle Odle

 

 

Questo tratto è meraviglioso e pieno di sorprese: iniziano le mucche al pascolo, i cui  campacci risuonano a valle

 

 

Poco oltre incontriamo un bel gruppo di asini, che hanno voglia di socializzare, si avvicinano, si fanno toccare e abbiamo la fortuna di passeggiare con loro per un po’

 

 

 

Al ritorno vedremo anche dei cavalli bellissimi su questi grandi prati

 

 

Intanto ci avviciniamo sempre più alle Odle, e arriviamo al passo Brogles, a 2119 metri: incontriamo ancora tante mucche, vicine questa volta, mentre la strada comincia a scendere, e in lontananza, in mezzo a un prato verdissimo in uno scenario da cartolina, vediamo la malga Brogles

 

Il contesto è meraviglioso, per me il punto più bello: arrivare qui vale assolutamente il viaggio, e io sono estasiata. Anzi sarebbe stato bello fermarsi anche a pranzo, in questa bella baita, che si raggiunge dal passo in 10 minuti tramite una ripida discesa fatta di lastre di porfido

 

 

Ma possiamo concederci solo una breve sosta, il cartello segnaletico indica un’ora per il rifugio delle Odle, mentre le informazioni avute dall’ufficio del turismo di Selva erano di un tempo totale inferiore alle 3 ore,  e online non si trovano tante indicazioni su questo percorso. Ripartiamo alle ore 12.05.

 

Da Malga Brogles al Rifugio delle Odle (Malga Geisler)

 

 

Riprendiamo il cammino sul sentiero 35 Adolf Munkweg, sotto le Odle, ed è da qui che comincia un trekking non così difficile, ma molto impegnativo nel bosco, tra ripide discese, e risalite, l’attraversamento di un torrente, fino ad arrivare sul fondo delle montagne, proseguendo in una parte sui sassi, per poi risalire in modo ripido addentrandosi di nuovo nel bosco.

Praticamente dobbiamo arrivare a quel prato che si vede nel punto a sinistra della foto, sotto le montagne

 

 

La meta che sembra non arrivare mai e i tempi che si allungano ben oltre l’ora indicata.. i paesaggi che ci si presentano però sono di una bellezza da mozzare il fiato

 

 

È vero che non siamo allenati, ma mentre nella prima parte i tempi ci sono sembrati corretti, anzi abbiamo avuto il tempo di fermarci a godere del panorama, a coccolare gli asini, a fare delle foto, questo tratto è indubbiamente più lento per il forte dislivello

 

 

Quando finalmente si giunge alla vetta, si apre una vallata sorprendentemente enorme, un prato verde brillante che contrasta col bianco grigiastro delle montagne e sul fondo una baita, che non è ancora la nostra meta: è la malga Casnago: siamo arrivati in Val di Funes

 

 

Sono le 13.45, abbiamo impiegato 45 minuti in più rispetto a quanto indicato. Che non sarebbe un problema, se l’ultima funicolare non fosse alle 18, e noi non avessimo ora assolutamente bisogno di una sosta per riposare!!

 

 

 

Cinque minuti più avanti si arriva finalmente al Geisleram, il rifugio delle Odle, il mio obiettivo!! ma bisogna superarlo per vedere di fronte lo spettacolo!

Ci sono le pluri fotografate chaishe long in legno, e soprattutto il rifugio è proprio ai piedi delle Dolomiti, un panorama davvero unico e la vista a 360 gradi su queste montagne: capisco perchè questo posto è chiamato il cinema delle Dolomiti!

 

 

Vediamo subito un bagno di folla, al ristorante c’è una lunga coda di persone che attende: la notorietà acquisita tramite i social toglie un po’ della magia al posto nonostante lo splendido contesto

 

 

Ci fermiamo un pò ad ammirare la nostra meta, raggiunta con fatica e sudore e riusciamo anche a conquistarci una delle famose sedie

 

 

Poi ritorniamo verso la malga Cusnago, ma anche qui c’è gente che aspetta al ristorante, e noi non abbiamo tanto tempo.. decidiamo di metterci all’ombra di un albero a riposare, e a mangiare degli stuzzichini che fortunatamente avevo portato, con del caffè, prima di riprendere il cammino del ritorno

 

 

Ripartiamo alle 14.30, il marito non è tanto fiducioso di farcela ad arrivare prima della chiusura della funicolare, i tratti in salita, anche al ritorno sono tanti, ma io sono speranzosa di poter raggiungere anche questo ulteriore obbiettivo.

Ci fermiamo pochissimo lungo il cammino, per fortuna abbiamo i bastoncini da trekking che aiutano e dopo 1 ora e 45 siamo al rifugio Brogles

 

La salita dopo il rifugio è tremenda, sotto il sole che batte in faccia, ma appena terminata, guardandosi attorno coi colori del pomeriggio il paesaggio è ancora più bello

 

 

Possiamo allungare il passo per la minor pendenza, rincontriamo le mucche, tante, gli asini e più avanti anche dei meravigliosi cavalli che brucano l’erba

 

 

Arriviamo di nuovo alla parte dentro al bosco, e le due salite qui sono ripidissime da fare con la stanchezza che abbiamo alle spalle.. ma poi manca poco.. infatti alle 17.30 arriviamo alla funicolare, addirittura in anticipo e ci sembra un miracolo, abbiamo impiegato un’ora per fare il primo tratto!

 

 

Arriviamo al termine del trekking molto soddisfatti, la bellezza che abbiamo visto non la dimenticheremo: siamo in un luogo che è patrimonio Unesco, abbiamo assaporato ogni passo, ogni panorama spettacolare ed inimmaginabile che ci si è presentato durante il percorso, con l’entusiasmo alle stelle, e nonostante i momenti in cui la stanchezza ci ha fatto dubitare, rallentare, l’insegnamento di aver un obiettivo, lottare per raggiungerlo ed essere ripagati, è stato importante. Siamo esausti ma felici e pensiamo di meritarci un buonissimo strudel, un Hugo e un caffè in una delle migliori pasticcerie di Ortisei, a coronamento di una bellissima giornata!

 

 

Informazioni utili

Parcheggio: Parcheggio Seceda (è consigliabile attivare presto per trovare posto. Prezzo giornaliero 13 euro estate 2023)

Funicolare: Resciesa

Sentiero: 35

Chilometri: 17 circa

Tempo (per non allenati):

fino a Malga Brogles da 1 a 2 ore – facile

da Malga Brogles a Rifugio delle Odle: 1.45/2 ore impegnativo

 

 

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Weekend sulle Dolomiti della VALGARDENA in estate

 

 

Cercavo un posto dove il verde inducesse un senso di quiete e di relax.

Dove la vista a perdita d’occhio e l’altezza portasse i pensieri oltre l’orizzonte, e sopra al cielo.

Ho trovato un posto dove la sorpresa ti coglie ad ogni passo, e l’entusiasmo divampa, facendoti sentire il battito del cuore. Mettendo tregua tra le parti che discutono continuamente ed inesorabilmente.

Un posto dove la fatica è soppiantata dalla meta da raggiungere, e l’ascolto di sé, e di quel che c’è attorno, mette a tacere il resto. Un luogo dove la bellezza ti assale e ti porta con sé, ti toglie il respiro ma ti dà anche respiro, riempiendo polmoni, occhi, cuore.

Questo posto è la Valgardena.

 

La Valgardena

 

La Valgardena è il cuore delle Dolomiti, in Alto Adige, e dal 2009 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Fare un giro in queste zone fa comprendere il perché.
Cime aguzze grigie, il verde scuro degli alberi che fa risaltare il verde brillante dei prati; se vai in quota vedi un paesaggio dall’alto a perdita d’occhio di monti sulle valli, e il cielo più vicino.. Le vallate che fanno da culla, e sovrastate da quei giganti maestosi che sembrano proteggerti: in questi posti tutta la natura sembra più vicina, e anche tu sei più vicino alla tua natura.
La Valgardena comprende i 3 abitati principali di Ortisei, Santa Cristina, e Selva di Valgardena.

 

Ortisei

 

 

Ortisei, o St. Ulrich è un paese grande, molto turistico, curato ed organizzato. Entrando nel suo centro elegante ho avuto come la sensazione di essere a Gardaland: hotel fiabeschi, colori pastello, fiori colorati, un salotto, tutto perfetto

 

 

Santa Cristina

 

Santa Cristina sembra di passaggio ma ha un bel centro che si sviluppa nella valle

 

 

Selva di Valgardena

 

Selva, o Wolkenstein, è un paese piccolino, raccolto e per questo l’ho preferito, incastonato nella valle e contornato dai monti del gruppo Sella e Sassolungo. La classica cartolina della montagna ideale, a 1563 metri di altezza

 

 

Soggiorno a Selva di Valgardena

 

Scegliamo di alloggiare a Selva, un pò a sentimento, non conoscendo la zona, e mai scelta fu migliore: da inesperta di montagna ho cercato e ricercato una sistemazione last minute per trascorrere qualche giorno in montagna, nella calda estate del 2023, in agosto, quando ancora, contrariamente al solito, il tempo non si è ancora rotto, volgendo al freddo e al variabile.
Ci attendono delle giornate di pieno sole che ci fanno apprezzare al massimo queste zone

 

 

Nonostante sia la settimana di Ferragosto c’è poca gente in giro a Selva, cosa che apprezzo molto: si trova posto nei ristoranti, non ci sono code agli impianti, e su al rifugio Ciamponei, a 2000 metri, i turisti si contano sulle dita. Non posso essere più contenta.
O forse siamo noi, che evitiamo anche certe situazioni: abbiamo visto arrivando al mattino una bella coda di auto tra Santa Cristina e Ortisei, e noi andavamo nel senso opposto, e il giorno dopo tante auto al passo Sella, dove noi siamo arrivati però quando tutti stavano andando via.

 

Alloggio a Selva: Garnì Morene

 

A Selva di Valgardena all’ultimo minuto non si trovavano molte soluzioni a prezzi ragionevoli, ma a prezzi alti si trova disponibilità eccome!
Io ho trovato il Garnì Morene che, contattato direttamente, mi ha confermato la disponibilità di una camera, che ho subito confermato per i due giorni successivi

 

 

Il Garnì si trova in una posizione incantevole, appena fuori dal paese e un pò in alto, ma non troppo distante da non poterlo raggiungere a piedi, e sotto le montagne. La vista su Selva è questa

 

 

È il classico alloggio caratteristico di montagna, con balconi in legno e adornati con i fiori, e con il privilegio di avere un ruscello che scorre proprio sotto, che delizia in ogni momento con il suo rumore di acqua corrente

 

 

Sul retro, una strada permette di fare una bella passeggiata tra le vallate e le abitazioni tradizionali

 

 

La camera disponibile è molto piccola, anche se rinnovata e arredata con cura, in legno: eravamo stati avvisati di questo, l’unico rammarico è che la finestra da sul parcheggio (ma con vista sul paese e sui monti) e che non ci sia un balcone, come nelle altre camere

 

 

Per questo il prezzo ci è sembrato un pò alto: la differenza con camere più grandi con balcone è davvero poca.
Comunque stiamo molto bene: al mattino spostando le tende posso vedere dalla finestra  la montagna illuminata dal sole

 

 

La colazione è veramente ottima con prodotti buoni e genuini, e la signora Miriam, che gestisce il garnì, è di una gentilezza unica.
Per l’inverno, ha il vantaggio di essere vicinissimo alle piste e di avere un garage coperto.
Un posto in cui ritornerei immediatamente!

 

 

La cittadina di Selva di Valgardena

 

Il centro di Selva è molto grazioso: la piazzetta della chiesa si trova su un’area pedonale, ma la vita vera e propria si svolge sulla strada che la attraversa, il cui punto centrale è piazza Nives, dove affacciano 2 hotel fiabeschi, negozi e bar, e dove si trova anche l’ufficio turistico

 

 

Un plauso alla gentilezza di tutti quelli che lavorano in questa zona, che mi ha davvero sorpreso, della buona organizzazione ero già al corrente.
In paese scorre il Rio Gardena, che prosegue per Santa Cristina e Ortisei: i ponti in legno con i vasi di fiori  che lo attraversano sono deliziosi

 

 

Il primo giorno: Salita al Ciampinoi

 

Dopo esserci procurati materiale sulla zona all’ufficio turistico, decidiamo, nel pomeriggio, di prendere la cabinovia del Ciampinoi, che sale sul monte omonimo a 2248 metri

 

 

E’ stato un pò come tirare ai dadi, scegliere, con tutti gli impianti che ci sono, ma sicuramente la fortuna è stata dalla nostra parte: siamo approdati su una  terrazza con vista stupefacente sulle Dolomiti!

 

 

 

Da qui si possono vedere i 3 centri della Valgardena

 

 

Si può ammirare da vicino il Sassolungo, il Sasso piatto, i monti del gruppo Sella e Puez, e dall’altra parte si vedono i monti austriaci

 

 

 

Qui è presente un rifugio, dove mangiamo un tagliere di salumi e formaggi squisito

 

 

all’interno il rifugio ha degli sgabelli davvero singolari  :)

 

 

Poi ci rilassiamo sugli sdrai, quasi tutti liberi😳, godendo di un panorama esilarante!

 

 

 

Il secondo giorno: camminata da Ortisei al rifugio delle Odle

 

Questo giro, duro ma straordinario, merita un post a parte.
Siamo partiti di buon mattino da Selva verso Ortisei per non trovare traffico, e abbiamo lasciando l’auto nel parking Saceda, da dove, in 10 minuti siamo arrivati alla funicolare Resciesa, nostro punto di partenza per l’escursione.
Il rifugio delle Odle l’avevo addocchiato da tempo: sui social vanno molto di moda le foto con le chaishe lounge in primo piano, il rifugio e le montagne delle Odle dietro. Mi sembrava un posto così straordinario che l’avevo messo nella mia wish list. E finalmente era arrivata l’ora di poter andare!

 

Terzo giorno: relax in baita a Selva e Passo Sella

 

Stanchi del trekking molto faticoso del giorno precedente, vogliamo goderci una giornata di relax, senza prendere costosi impianti.
Andiamo prima a vedere Vallelunga, davvero a pochi minuti dal mostro garnì: una vallata bellissima sotto al monte Stevia

 

 

 

Poi ci dirigiamo verso Santa Cristina in direzione Monte Pana, salendo in auto: arriviamo ma troviamo molta gente, una grande vallata, ma fin troppo grande per i miei gusti. Decidiamo che non fa per noi in questo momento.
Ritorniamo quindi a Selva, alla baita Pra Valentini, dove abbiamo cenato 2 sere prima, che ci aveva colpito per la bella posizione, su un prato verde, sotto le montagne 

 

 

e qui restiamo a leggere, e a rilassarci

 

 

 

ci facciamo anche un aperitivo con vista su Selva, un Hugo, che in queste zone preparano divinamente

 

 

e poi restiamo anche per un gustoso pranzo
 

 

Arriva il pomeriggio e abbiamo ancora poco tempo, e decidiamo di andare al Passo Sella, a pochi chilometri di distanza. Salendo il panorama è magnifico e al passo le Dolomiti le abbiamo tutte intorno e di fronte: una bellezza unica.
Peccato non avere altro tempo per salire con la cabinovia anche su questi monti: riusciamo solo a fermarci un pò ad ammirare delle bellissime mucche, tante, ma tante, che brucano nell’erba verde

 

 

 

Selva di Valgardena: dove mangiare

 

Rifugio Ciampinoi: tagliere di salumi e formaggi per uno, dove si mangia in due, prodotti squisiti, con vista superlativa
Baita Pra Valentini: cena e pranzo. Il menu non è molto ricco ma i piatti sono caratteristici, preparati con prodotti genuini e curati. Abbiamo mangiato un tris di canederli, dei tortelli con rapa rossa ricotta e speck croccante, lo stinco, le tagliatelle di pane con ragù di cervo. Locale caratteristico tutto in legno

 

 

La Stua: cena a base di polenta con fianchi e formaggio, e polenta con gulash, tutto ottimo. Locale molto carino e caratteristico, di montagna.

 

Conclusioni

 

Che dire, pensavo che Cogne e la Val d’Aosta, che ho adorato fosse imbattibile come luogo di montagna, ma ho trovato un posto che regge il confronto! Le Dolomiti sono bellissime!❤❤❤

 

 

 

agosto 2023

 

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Laghi di Plitvice, CROAZIA: paradiso di cascate e riflessi

 

I colori verde e azzurro che amo
I riflessi
Il suono fragoroso dell’acqua che scorre
O la pace estrema dove non ci sono cascate
Il bosco e le passerelle
La lentezza della barca e il sollievo del trenino dopo un lungo cammino
Il tempo ideale di fine estate, a volte caldo a volte fresco
I tappeti di ciclamini in mezzo al bosco
La vista dall’alto di tutto il percorso dei laghi superiori, come da drone
La camera in una casa di legno e di sasso, in mezzo ad un prato con mucche e cavalli
Viste idilliache

Bellezza infinita: i laghi di Plitvice.

 

I laghi di Plitvice

Il parco dei laghi di Plitvice,  in Croazia, è un paradiso naturale: una concentrazione di laghi e cascate, in mezzo a boschi, gole e canyon, che rendono il posto di una bellezza incommensurabile. Tanto che è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1979, dopo che nel 1949 era stato proclamato parco nazionale

 

 

Alcune informazioni sui laghi di Plitvice

In rete si trovano tantissime informazioni sui laghi di Plitvice, dal sito ufficiale ai blog, da cui io stessa ho attinto informazioni per organizzare la visita.

Scrivo di seguito alcune notizie generali e curiosità:

-Il parco è 300 km quadrati, ed è coperto da boschi per l’80%. Il punto più alto è 1278 mt. Il punto più profondo è 368 (il canyon del fiume Korana). La cascata più alta è 78 mt (Veliki slap).

Il territorio è formato da rocce dolomitiche dove, tramite sedimentazione calcarea, hanno avuto origine gole e canyon. I laghi si sono formati dalle barriere create dalle rocce tufacee.

 

 

-I laghi visitabili in tutto sono 16, divisi in 4 inferiori e 12 superiori

-Gli ingressi sono 3:
*ingresso 1 in corrispondenza del laghi inferiori
*ingresso 2 in corrispondenza dei laghi superiori
*ingresso 3 o ingresso Flora, comodo per chi soggiorna a Plitvica Selo, vicino al Lago Kozjak.

Gli ingressi 1 e 2 sono collegati all’interno da un bus elettrico (detto anche trenino- incluso nel biglietto), che, oltre a permettere questo collegamento, effettua tutto il percorso lungo il bosco, fino all’ultimo dei laghi superiori (e viceversa, diventando comodo per scendere dopo averlo raggiunto a piedi)

2 battelli elettrici circolano sul lago Kozjak (inclusi nel biglietto): uno fa una traversata di pochi minuti nella parte più corta del lago, che, venendo dall’ingresso 2, porta dalla parte opposta dove parte il percorso dei laghi superiori o il battello della tratta lunga (di cui parlo qui –>); l’altro si trova al capolinea dei  laghi inferiori, arrivando dall’ingresso 1, e percorre una bellissima tratta di venti minuti,  fino al punto dove arriva la barca della tratta breve, e viceversa, percorrendo tutta la lunghezza del lago,

-I percorsi del parco sono 8:

4 partono dall’ingresso 1, contrassegnati col colore verde,

4 partono dall’ingresso 2 contrassegnati dal colore arancione

-All’interno del parco ci sono un paio di alberghi (in particolare l’hotel Jezero è molto comodo e gradevole alla vista, con possibilità di non pagare il supplemento per l’ingresso del secondo giorno), mentre all’esterno, nei dintorni, la ricettività è alta, si trovano dagli hotel, agli chalet, alle guesthouse, anche a prezzi davvero economici.

 

 

I laghi inferiori

I 4 laghi inferiori, in prossimità dell’ingresso 1, si trovano in un canyon. Il percorso è quasi tutto in piano, su passerelle o sentieri, che costeggiano i grandi laghi dai colori e riflessi magnifici, alternati a cascate e cascatelle.

La cosa per me più affascinante è stata trovarsi su una passerella, camminando in mezzo al lago, o addirittura proprio sulle cascate.

 

 

Qui si alternano tratti dove continuamente si ode il suono dell’acqua delle cascate, a tratti sui laghi dove regna una pace e un silenzio deliziosi.

Proprio nei laghi inferiori si trova la cascata più alta di tutto il parco, 87 mt, Veliki Slap, che si scorge già dal belvedere appena dopo l’ingresso al parco.

 

 

Il panorama è davvero suggestivo e lascia senza fiato. La cascata si raggiunge passando su passerelle in legno

 

 

attraversando il verdissimo lago Kalunderovac

 

 

Iniziano qui a vedersi splendidi riflessi sull’acqua

 

 

Mentre poi scendendo la gola, appaiono scorci meravigliosi

 

 

Infine si arriva proprio sotto la cascata: una meraviglia che lascia senza fiato

 

 

Per proseguire la visita si deve risalire la gola, per proseguire verso gli altri laghi inferiori, che si alternano a cascate più basse, talune molto estese, come le Velike Kaskade, altre costituite da salti d’acqua più piccoli

 

 

Lungo il percorso si trova anche una grotta: la visita però, una volta consentita, ora è inibita.

 

 

I successivi laghi sono tutti molto grandi: Gavanovac

 

 

Milanovac

 

 

e Kozjak

 

 

La meraviglia di questi laghi sono, oltre ai colori azzurro e verde intensi, i riflessi sull’acqua, della vegetazione e delle rocce carsiche della riva opposta, e le sfumature di colore che questi assumono: strepitose🤩!!. Io non avevo mai visto un tale spettacolo

 

 

Il percorso dei laghi inferiori è molto semplice e davvero piacevole. Al termine si trova un grande spiazzo con vari punti di ristoro e tavoli in legno a disposizione (e i servizi), che sembra di essere in un rifugio montano.

Qui si trova anche il punto di imbarco del battello, la barca elettrica che attraversa la parte più lunga del lago Kozjak in 20 minuti, in alternativa al sentiero a piedi, che gira  attorno al lago, e che arriva nei pressi dell’ingresso 2. Da qui, si può proseguire per i sentieri dei laghi superiori, a seconda del percorso scelto, oppure si può attraversare, con l’altra barca, in pochi minuti il lago, per poter proseguire verso l’uscita dell’ingresso 2, o per la fermata del bus che riporta in direzione dell’ingresso 1

 

 

Dal capolinea del bus occorre camminare per un’altra ventina di minuti in mezzo al bosco per arrivare all’uscita/ingresso 1; e mentre si pensa che ormai si siano viste tutte le meraviglie possibili di questo tratto straordinario, si giunge invece in un punto panoramico dove si possono ammirare tutti i laghi inferiori dall’alto

 

 

e dove compare il panorama piu’ bello di tutti, quello sulla Veliki Slap, la cascata più alta, e su 3 dei 4 laghi: si è davanti alla classica foto dei laghi di Plitvice, che io pensavo fosse stata fatta da un drone.. invece ci si trova questa spettacolare vista davanti ai propri occhi🤩🤩

 

 

 

I laghi superiori

I laghi superiori si trovano in una valle dolomitica, e si raggiungono in parte con sentieri nel bosco, e con passaggi su passerelle: davvero un bel trekking non eccessivamente faticoso, ma di più di quello dei laghi inferiori, più lungo e a tratti con un pò di pendenza.

Qui i laghi sono più piccoli, e sono collegati da cascate più scenografiche rispetto a quelle dei laghi inferiori, che li delimitano.

Si passa una serie di laghetti chiamati Burgeti, per arrivare al lago Gradinsko, e alla prima scenografica cascata Veliki Prstavac

 

 

 

Dopo 10 minuti si incontra un’altra cascata ancora più bella per il contesto e i colori, Mali Prstavci

 

 

Dopo una ulteriore quindicina di minuti si arriva ad un’altra bellissima cascata, larga ma non alta, e con un colore verde brillante Galovacki  Buk

 

 

Salendo e inoltrandosi nel bosco ci si trova davanti ad un altro spettacolo

 

 

I laghi di questa zona si chiamano Galovac, Malo jezero, Veliko Jezero, Okrgljak.. non so se li ho elencati tutti

 

 

Dopo un altro tratto in salita per un sentiero nel bosco, si giunge alle spalle del lago Proskanso dove c’è un punto di ristoro, con tavoli e panche, e dove arriva il bus elettrico per tornare alla base. Il ristorante quando siamo andati non era funzionante, era aperto solo un bar con servizi.

 

 

Questo percorso può essere fatto con il bus elettrico in andata o ritorno. Tuttavia, prendendo il bus all’andata si giunge alle cascate dal retro, per cui può essere meno bello. Il tragitto col bus è in mezzo alla boscaglia quindi scarsamente panoramico: a mio avviso è comodo farlo al ritorno, quando si è stanchi dopo il trekking per la visita ai laghi superiori.

 

I percorsi dei laghi di Plitvice

I percorsi per la visita ai laghi sono 8, contraddistinti da lettere, e vanno dai più semplici e brevi, ai più lunghi e completi.

I percorsi A B C partono dai laghi inferiori, ingresso 1; i pervirsi  F E H K partono dai laghi superiori, ingresso 2.

I percorsi H e C consentono di vedere tutti i laghi in una sola giornata, uno parte dai laghi superiori, e uno dai laghi inferiori.

L’ H (da ingresso 1) parte dall’alto, dai laghi superiori (raggiungibili col bus) e poi la visita è in discesa, fino agli inferiori: ha lo svantaggio che ai laghi si arriva dal retro, non da davanti.

Il percorso C (da ingresso 2) parte dai laghi inferiori, e attraversa il lago Kozjak con la barca elettrica, per poi proseguire per i laghi superiori, con rientro in bus.

Gli altri precorsi sono parti di questi 2 (tranne il K che ha delle parti in più)

 

 

Il percorso che abbiamo scelto per la visita del parco di Plitvice

Ho letto molti blog e report prima di scegliere come strutturare la nostra visita. La maggio parte consigavano  percorsi C da fare in un giorno.

Alla fine, volendo goderci a pieno il giro dei laghi, senza stancarci troppo, e senza fretta, abbiamo scelto di dividere in 2 mezze giornate la visita, che si potrebbe comunque fare anche in un giorno (ma davvero viversela in 2 giorni non ha prezzo, anche perchè il giorno successivo si sa che si gode di nuovo di tanta bellezza): una mezza giornata l’abbiamo dedicata ai laghi superiori e l’altra ai laghi inferiori.

Ho scelto di fare il percorso E il pomeriggio del primo giorno, ovvero quello che fa il giro dei 12 laghi superiori, entrando dall’ingresso 2. Abbiamo preso la barca per il tratto di pochi minuti che attraversa il lago Kozjak, per poi salire a piedi fino al lago Proskanso, dove c’è il punto di ristoro e la fermata del bus per il ritorno

 

 

La mattina del secondo giorno abbiamo seguito il percorso C, entrando dall’ingresso 1, vedendo solo i 4 laghi inferiori, perchè il giro dei superiori (che sarebbero inclusi nel percorso) lo avevamo già fatto il giorno precedente). Abbiamo preso il battello per il giro, della durata di 20 minuti, della parte più lunga del lago Kozjak, che è molto piacevole, e all’arrivo abbiamo preso subito di nuovo la barca, che lo attraversa in larghezza, e in pochi minuti arriva vicino all’ingresso 2. Giunti alla riva opposta abbiamo camminato fino alla fermata del bus elettrico che scende, e che qui si ferma in corrispondenza dell’ingresso 2, per proseguire fino l’ingresso 1 (dove avevamo l’auto).

Sembra molto complicato, lo so: così appariva anche a me mentre leggevo di percorsi, di entrate, di barche e bus elettrici, ma ci ho tenuto a dettagliare per chi, anche sul posto volesse prendere spunto, visto che in questo modo si riescono a vedere tutti i laghi, godendoseli senza fretta

 

 

Abbiamo impiegato 4 ore per fare  entrambi i percorsi: il primo giorno dalle 13.30 alle 17.30, il secondo dalle 9.00 alle 13.00, camminando con calma e facendo soste per le innumerevoli foto e per fermarci a contemplare i punti più belli.

La scelta è stata per noi azzeccatissima: ne è valsa davvero la pena, considerando che il mattino del primo giorno siamo anche riusciti ad andare a vedere Rastoke, un meraviglioso borgo con mulini e cascate, a 30 minuti di auto da Plitvice

 

 

I biglietti per il parco

Gli accessi ai laghi di Plitvice sono contingentati, ma sul sito del parco si possono tenere sotto controllo i posti disponibili per i 2 ingressi principali, in base all’orario.

I biglietti i possono acquistare online, ma non sono rimborsabili e vanno presi per un orario fisso: viene concessa un’ora di tolleranza per l’ingresso.
In alternativa, si possono acquistare alla biglietteria del parco, se ne sono rimasti dalla vendita online.

L’ingresso 1 solitamente è più affollato. La scelta di un ingresso o l’altro, distanti pochi chilometri, può dipendere anche da dove si alloggia. I biglietti per i parcheggi si pagano a parte.

Il biglietto per la vista del parco in 2 giorni

Si può acquistare un biglietto per 2 giorni: il secondo giorno è a metà prezzo  il vincolo di orario, in questo caso è solo per il primo giorno, mentre il secondo si può entrare a proprio piacimento

 

 

Una valida alternativa può essere soggiornare all’hotel Jezero, dentro al parco: in questo caso il secondo giorno (anche quello del check out) è gratuito, per cui tra colazione e parcheggio compresi, può esserci anche convenienza, rispetto ad allogiare fuori dal parco, se si riesce ad arrivare entro il pomeriggio e fare un primo percorso. Ovviamente l’eventuale ulteriore notte non conviene farla in quell’hotel, visti i prezzi, e vista la possibilità di trovare soluzioni carine ed economiche in zona.

 

Laghi di Plitvice: il nostro alloggio, Villa Stone

 

 

Ho cercato parecchio prima di trovare la giusta soluzione per dormire ai laghi di Plitvice: mi sarebbe piaciuto alloggiare in un caratteristico chalet in legno, o in un ranch (ce n’è uno bellissimo, il Ranch Jelov Klanac) ma queste soluzioni erano o non più disponibili, prenotando all’ultimo momento. o troppo costose per noi.

Alcuni alloggi mi sembravano carini esternamente, ma datati all’interno; molti avevano ottime recensioni, alcuni erano davvero economici. Non volevo essere neanche troppo distante da una delle due entrate, per perdere meno tempo possibile, anzi se si fosse potuto arrivare a piedi sarebbe stato meglio. Avevo anche valutato di alloggiare all’hotel Jezero, che pareva un pò old stile internamente, (esternamente è molto gradevole e in posizione stupenda dentro al parco), ma che poteva convenire per il secondo giorno di ingresso gratuito. Ma arrivando alla sera, non avrei potuto sfruttare il primo giorno di accesso.. Insomma, cerca e ricerca mi sono imbattuta in Villa Stone, una bella casa in legno e pietra a 7 chilometri dagli ingressi, nuova, con belle camere arredate in legno, e anche una bella piscina e parcheggio

 

 

Contattando l’alloggio via mail, ho trovato grande disponibilità in Mate, che ci ha fornito utilissime informazioni per arrivare, e ci ha lasciato le chiavi per accedere in autonomia, poichè saremmo arrivati la sera tardi.

La casa si trova nei pressi di Rastovaka, nel borgo di Korana, e ha superato di gran lunga le mie aspettative: è bellissima🤩

Il giardino pieno di lavanda emana un profumo inebriante all’arrivo, e la casa ha spazi esterni di relax splendidi

 

 

Sacchettini di lavanda sono in ogni camera e nei corridoi per profumare gli ambienti; gli spazi comuni e le stanze sono decorate con dettagli d’arredo incantevoli

 

 

La sala per la colazione e la piscina si trovano davanti a un bellissimo prato dove pascolano mucche e cavalli

 

 

L’host ci aveva riservato una camera tripla, al piano superiore, come avevo richiesto, enorme, davvero favolosa, con arredi in legno massiccio e un bel balcone

 

 

Il bagno era molto grande

 

 

Dal balcone si poteva ammirare un paesaggio bucolico che infondeva una pace pazzesca..

 

 

Per chi desiderasse fare colazione in struttura bastava comunicarlo, ma poichè ci è sembrata un po’ cara noi abbiamo scelto di fare diversamente, preparandoci te e caffè col bollitore a disposizione e comprando dei dolci in una vicina bakery, anche perché avevamo poco tempo.

Peccato non esserci potuti fermare oltre le 2 notti, anche solo per rilassarsi e godere di quella splendida casa e location🤩, che non posso far altro che consigliare a chiunque visiti la zona

 

 

Il rapporto qualità prezzo è imbattibile e l’host si è dimostrato dal vivo, come via mail, una splendida persona, fornendoci anche tanti consigli per la cena, il pranzo e per la visita ai laghi.

https://villa-stone.business.site/

 

Pranzi e cene nei dintorni di Plitvice

Alla sera abbiamo cenato al ristorante Degenija

posto bellissimo e cibo ottimo, mentre a pranzo, entrambi i giorni, ci siamo fermati sulla via per Rastoke, in una trattoria sulla strada chiamata Friskas, dove cucinavano maialino al girarrosto e altre specialità croate ottime.

 

Come arrivare arrivare a Plitvice in auto: la strada migliore

La via migliore per arrivare a Plitvice, venendo da Trieste, è passare il confine a Pesek, e prendere la E61 per Fiume, attraversando così la Slovenia, senza pagare la vignetta.

In base alle indicazioni del nostro host, non abbiamo seguito il navigatore, che condurrebbe per una strada impervia, ma abbiamo seguito le indicazioni verso Karlovac, prendendo proprio l’uscita per la città: si percorrono una trentina di chilometri in più, ma di una comoda autostrada, proseguendo poi in direzione Plitivice.

 

Conclusioni

I laghi di Plitviche hanno ampiamente superato le mie aspettative: li avevo in nota da parecchio tempo, ma non credevo che il posto fosse tanto incantevole. Laghi, cascate, riflessi, bosco, natura, sono davvero un paradiso in terra. Sono stata pienamente soddisfatta di questi 2 giorni in terra croata, anche se la zona ne meriterebbe davvero di più!

 

 

Settembre 2023

Elegante TRIESTE

Una sosta a GORIZIA

Visite: 2219

Bellezze naturali della ROMAGNA: la Grotta Urlante e la Cascata della Sega a PREMILCUORE (FC)

 

 

La Grotta Urlante e la Cascata della Sega a Premilcuore, nel Parco delle Foreste Casentinesi, ai confini tra Romagna e Toscana sono delle meraviglie naturali.

In una domenica di quasi metà ottobre, con clima ancora estivo, partiamo in moto in direzione Premilcuore.

Da tempo avevo in nota questa destinazione per una gita fuori porta, nell’Appennino tosco romagnolo, ma durante l’estate, dovendo percorrere un tratto di autostrada che porta verso il mare per arrivarci, l’ho sempre messa da parte, per evitare il traffico e il grande afflusso di gente durante il fine settimana. Il prolungarsi della bella stagione, e la voglia di stare in mezzo alla natura in una bella giornata di autunno, stavolta ci fa decidere di partire

 

 

Premilcuore: come arrivare

Prendiamo l‘autostrada A14, usciamo a Forlì, e andiamo in direzione Predappio, arrivando fino alla cittadina. Dopo ulterioti 35 km di una bella strada in collina, arriviamo a Premilcuore, alle porte del parco nazionale delle foreste Casentinesi, che si riconosce subito dai tanti alberi ad alto fusto che fiancheggiano la strada e circondano la cittadina. Un paesaggio davvero incantevole.

A un paio di chilometri, seguendo le indicazioni verso l’agriturismo Ridolla, arriviamo davanti allo stesso, e troviamo le indicazioni per i sentieri verso la Grotta Urlante e la Cascata della Sega.

Parcheggiamo la moto, e imbocchiamo a piedi il sentiero indicato che conduce alle sponde del fiume Rabbi.

 

La Cascata della Sega

Dopo un centinaio di metri troviamo già il bivio dei sentieri che portano alla Cascata o alla Grotta, segnalato da un cartello

 

 

Imbocchiamo quello più breve di sinistra, verso la Cascata della Sega, camminando su grossi massi separati da grandi parti cave, che in periodi di minor siccità immaginiamo si riempiano di acqua, formando pozze naturali.  Dopo pochi passi, arriviamo davanti a una bella cascata, dove l’acqua scende in 2 punti distinti, ed è verdissima e trasparente

 

 

La mente ritorna subito alla vacanza in Corsica del 2020, ai paesaggi del fiume Solenzara e delle cascate della Purcaraccia, che questo luogo mi ricordano per conformazione e colori

 

 

In verità questi colori li ho visti anche in Italia, in Valle D’Aosta, alle cascate di Lilliac , a Cogne oppure alla cascata del Bucamante, nell’Appennino modenese.

Imbocchiamo una scala in pietra con una ringhiera, che porta in basso, proprio sul fiume, da dove abbiamo un’altra bellissima vista delle cascate. Alcune persone stanno godendo del sole, distese sui massi, proprio sopra la cascata

 

 

Deliziati da questa bella visione, torniamo indietro per prendere l’altro sentiero, quello che conduce alla Grotta Urlante.

 

Il ponte Nuovo

Il sentiero si addentra nel bosco, è molto semplice da percorrere e ben delineato, ed è  molto bello

 

 

Dopo circa 800 metri, sulla destra, non segnalata, c’è la deviazione che porta in basso, sulla riva del fiume, ma noi inavvertitamente la passiamo, arrivando al Ponte Nuovo: un ponte in pietra, costruito attorno al 1600, a schiena d’asino, chiamato anche Ponte Romano, che mi ricorda quello di Castel del Rio, anche se è un po’ più piccolo e che attraversa il fiume Rabbi, e sovrasta la Grotta Urlante

 

 

Lo attraversiamo per vederlo da tutte le angolazioni, anche da sotto

 

 

A fianco si trova un bellissimo edificio, anch’esso in pietra, che pare un tempo fosse adibito alla lavorazione della lana e dei tessuti

 

 

La Grotta Urlante.. poco :)

Dal punto più alto del ponte guardiamo verso la cascata nella grotta, ma non riusciamo a  renderci conto di come sia fatta, il fiume ha davvero poca acqua. E tra l’altro..la grotta non è neanche tanto urlante come si può immaginare.. evidentemente l’afflusso di acqua, in questo periodo di piogge scarse, è limitato, per cui il rumore, dato dall’acqua che si inalvea, formando la cascata, e amplificato  mentre si riversa nella grotta dalle rocce che la circondano, è, diciamo, quello consueto che si può sentire in una cascata (o forse il mio recente viaggio a Plitviche, con le sue cascate, vizia il mio giudizio?)

Torniamo verso il sentiero che porta giù al fiume, e lo costeggiano per un po’: ha un colore verde bellissimo

 

 

Arriviamo ad un punto dove ci appaiono 2 grandi pozze..delle piscine naturali con acqua di colore verde più scuro dato dalla profondità ma trasparente sulla riva dove è più bassa

 

 

Tutt’intorno ci sono lastroni di rocce bianca levigata dal tempo, alcune cave, con percorsi che avvicinano alle pozze, e alla grotta sul fondo, dove si vede scendere la cascata d’acqua, facendo un bel salto: è quella che vedevamo dal ponte che infatti, si intravede guardando in alto!

 

 

L’acqua è gelida ma alcuni temerari si tuffano e fanno il bagno: noi ci accontentiamo di girare sul lastrone di roccia, avvicinandoci più possibile alla grotta, per ammirarla da tutte le angolazioni

 

 

Per ammirare l’acqua che scende, e le pozze che forma, la vegetazione che risalta sul bianco e sul verde, e i riflessi 

 

 

Ci troviamo un posticino per fare il nostro pick nick, col suono dell’acqua e immersi nella bellezza

 

 

Premilcuore

Dopo essere stati per un po’ a godere della vista, a fotografare, a leggere e a rilassarci, risaliamo il sentiero e riprendiamo la nostra moto, davanti all’agriturismo Ridolla, un pò rammaricati di non esserci fermati lì a pranzo, perché è un posto davvero delizioso. Ma avevano proprio voglia di immergerci subito nella natura, e assaporarla il più possibile, godendo degli ultimi momenti di sole e di caldo della stagione.

Ci fermiamo a Premilcuore: il borgo ha origini medievali, e sorge sul fiume Rabbi, e in mezzo al verde, dove spiccano soprattutto gli edifici in pietra e alcune stradine strette e ripidissime. Proprio oggi si tiene la sagra dei marroni, cosi ci troviamo a mangiare le caldarroste in canottiera, davvero una cosa insolita!!

Torniamo verso l’autostrada con le belle luci del tramonto, ma con un pò di ansia: dobbiamo fare rifornimento e il borgo ha un’unica stazione servizio dove la benzina è terminata e la stazione successiva si trova a Predappio, a 35 chilometri: rischiamo di rimanere senza carburante! Giusto al limite ce la facciamo ad arrivare, meno male! mantenendo così solo buoni ricordi di questa giornata piena di bellezza!

 

 

ottobre 2023

 

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Visite: 3620

Visitando Petra: il mio itinerario

 

 

Da quanto tempo sognavo di vedere Petra, città antica nel deserto giordano e proclamata patrimonio Unesco! E finalmente il momento è arrivato, nel mese di aprile del 2023

 

 

Petra: breve storia

Petra, da “pietra”,  perchè la città è stata scavata nella pietra da un popolo nomade del deserto proveniente dall’Arabia, i Nabatei. Che non solo erano commercianti e mercanti, ma si sono dimostrati anche architetti, scultori, esperti di ingegneria idraulica, in grado appunto di scolpire nella roccia arenaria, nel I secolo a.c. un’intera città, monumenti e tombe, e di costruire un sistema idraulico composto da tunnel, canali, dighe, che portasse l’acqua nella città, e cisterne per farne scorta.

 

 

In pratica hanno trasformato una zona del deserto in un oasi dove, nel suo massimo splendore, vivevano fino a 30000 persone. Petra diventò un importante punto di passaggio per i traffici commerciali: le carovane con merci provenienti dal medio oriente, si fermavano per rifornimento e riposo a Little Petra per poi proseguire verso la città. Fu poi conquistata e annessa all’impero Romano; il suo declino iniziò con un devastante terremoto e il cambio delle rotte delle merci:  rimase terra dei beduini, nascosta tra i monti e le rocce, e protetta da una gola lunga 1,2 chilometri, per centinaia di anni

 

 

Solo nel 1812, un avventuriero svizzero, J. Burckhardt, travestito da arabo, riuscì a convincere un beduino a condurlo a Petra, e fu allora che venne riscoperta la città nascosta.

Petra è conosciuta anche come la città rosa, per il colore delle sue rocce: in verità le rocce arenarie hanno una varietà di colori tale da sembrare che siano state dipinte!!

 

 

Visitando Petra

Il sito archeologico di Petra

Dopo avere effettuato l’accesso dal Visitor Center, inizia un sentiero

 

 

si cominciano a vedere le prime tombe costruite nella roccia,

 

 

la Casa dello Spirito e la tomba dell’Obelisco, e ancora non si è entrati nella gola.

 

 

Occorre camminare per circa 20 minuti, per arrivare all’ingresso del Siq,

 

 

un canyon dai colori meravigliosi, alto 100 metri e lungo 1,2 chilometri

 

 

Il Siq è stato scavato nel tempo dall’acqua, e in alcuni punti si allarga e in altri si restringe

 

 

Fino ad arrivare al punto in cui, da una stretta fessura, dopo circa 40 minuti di cammino, si intravede quello che è chiamato il Tesoro, Al Khazneh

 

 

La vista del Tesoro è qualcosa di stupefacente: io sarei rimasta ore a rimirarlo (e in effetti così è stato :) ).

Dal Tesoro la città si apre e si estende per oltre circa 4 chilometri, fino al Monastero, che si trova nel punto più alto, e si raggiunge percorrendo 800 faticosi gradini

 

 

Ma noi, il primo giorno, non siamo partiti da qui.

Tips: i biglietti per Petra vanno ritirati col Jordan Pass e passaporto non all’ingresso del sito, ma al ticket office, appena oltre l’entrata.

 

La back way 

Dopo aver dormito la prima notte a Petra, abbiamo iniziato la nostra visita alle 6.45: il sito apre alle 6, ma nel nostro hotel la colazione veniva servita dalle 6.30.

Per non dover fare gli 800 gradini in salita verso il Monastero, abbiamo deciso di non fare il  percorso dal main trail ma di entrare dalla back way: abbiamo preso lo shuttle gratuito dal visitor center (che parte dalle 7.30), e che porta a Little Petra; da lì una camionetta, per 6 jod a testa (questa parte si puo’ fare anche a piedi ma si allunga parecchio), con un percorso di 20 minuti, davvero molto bello, ci ha lasciato all’inizio del trekking – MERAVIGLIOSO – di circa 1 ora, per il Monastero

 

 

Siamo saliti, e abbiamo visto panorami bellissimi sul Wadi Araba

 

 

Durante il cammino mi sono ritrovata più volte a ringraziare Dio per tanta bellezza

 

 

Questo percorso non è tanto più corto ma consente

-di non dover fare avanti e indietro per la stessa strada, verso il Monastero e ritorno al posto di partenza

-di fare una salita meno faticosa, più in ombra, quando ancora non si è troppo stanchi e il sole non è ancora a picco

 

Il Monastero

 

 

Dopo circa 1 ora, siamo arrivati al Monastero, e io ero felicissima!

 

 

Il Monastero (Al Deir) è il monumento più grande di Petra, ancora di più del famoso Tesoro

 

 

 

Costruito nel III sec. a.c., è stato anch’esso una tomba nabatea, e in seguito è stato adibito a chiesa, Lo abbiamo  rimirato in lungo e in largo e ovviamente abbiamo fatto delle foto, senza però salire ai view ponts, davvero in alto, per tenere le energie per il resto della giornata

 

 

Ci siamo fermati al bar dentro la grotta situata proprio davanti al monumento, rilassandoci dopo aver percorso questo tratto, e gustandoci un tè alla menta, prima di riprendere la strada in discesa, in compagnia di uno dei tanti simpatici gattini che incontreremo anche dopo in città. Abbiamo voluto prendercela con calma, perchè sapevamo che la giornata sarebbe stata lunga e faticosa

 

 

La discesa dal Monastero verso la città e il Tesoro

Con calma abbiamo iniziato la discesa, durante la quale abbiamo incontrato persone che salivano con grande affanno,tutti rossi in viso e la lingua fuori (il caldo si fa già sentire): i gradini sono tanti, ma soprattutto il terreno è sconnesso e sotto il sole

 

 

Altri salivano con i muli, cosa a mio avviso molto pericolosa, poichè, se si dovesse sfortunatamente cadere mentre l’animale si inerpica nei sentieri rocciosi in salita, non oso immaginare cosa potrebbe succedere

 

 

Ringrazio di aver fatto la scelta di percorrere la back way, anche perché salendo stremati o impauriti, non si riuscirebbe a godere dello spettacolo che la natura offre, tra le formazioni rocciose, i colori, le opere umane e i paesaggi

(per chi entra invece dal Siq il mio consiglio è di andare direttamente all’inizio del sentiero del Monastero attraversando tutta la città, per non arrivare nelle ore più calde a fare la salita, cosa però che credo sia molto difficile perchè è impossibile non fermarsi ad ammirare e fotografare il Siq e il Tesoro che al mattino è illuminato)

 

 

La discesa dura circa 40 minuti/1 ora, con panorami dall’alto davvero straordinari e la sensazione di essere sul tetto del mondo. Lungo la via, una piccola deviazione porta al Triclinio dei Leoni, che ha una inconsueta fessura a forma di serratura scolpita nella roccia

 

 

Su molte pareti si possono vedere delle tombe.

Arrivati sul fondo del sentiero, si trovano 2 ristoranti, il Basin, a self service, e il ristorante Nabateo, e un chiosco take away, con ampi spazi all’ombra per mangiare. Noi ci siamo fermati al chiosco, a fianco al ristorante Nabateo

 

 

Abbiamo ripreso il cammino e visitato la città seguendo il percorso principale a ritroso, e abbiamo visto in sequenza:

*il palazzo della ragazza, o Castello della figlia del Faraone, Qsar Al Bint, luogo di culto delle divinità nabatee, uno dei pochi non scavato nella roccia

 

 

*il grande tempio, un complesso enorme con grandi colonne e scalinate

 

 

*la strada delle colonne, la via più importante della città antica e del periodo romano, di cui restano poche delle originarie colonne, e dove si trova anche il ninfeo, i resti di una fontana, sotto un grande grande albero di pistacchio di 450 anni

 

 

*le tombe reali, raggiunte da una strada in salita piuttosto faticosa sotto il sole, che sembrano palazzi, con le facciate di roccia dalle innumerevoli striature, meravigliose, ed enormi camere funerarie, che in caso di necessità danno anche un po’ di tregua dal caldo

 

 

*il teatro nabateo, l’unico al mondo scavato nella roccia

 

 

*la strada delle facciate, con tombe scavate nelle pareti della roccia

 

 

*il Tesoro, (Al Khazna), il monumento più conosciuto di Petra

 

Alto 40 metri, con colonne e capitelli corinzi, il Tesoro è così chiamato in seguito ad una leggenda legata ad un faraone egiziano che pare nella fuga avesse nascosto qui il suo tesoro. In realtà il Tesoro era un mausoleo, con le tombe dei famigliari del re che diede il massimo splendore alla città. E’ stato costruito dall’alto in basso, lavorando la roccia con martello e scalpello, dai nabatei, nel I secolo a.c.

 

 

*l’Altura del Sacrificio, un trekking fenomenale e per me imperdibile di circa 1 ora

 

 

 

Il sentiero porta in un punto dove venivano fatti sacrifici e cerimonie religiose: sono riconoscibili sulla pietra i canali di scolo che servivano per far defluire il sangue degli animali sacrificati

Siamo saliti al tramonto, quando il sole faceva meno caldo, ed è stato uno stupendo coronamento della visita, perché da lì si può ammirare dall’alto tutta la città, e il percorso fatto, con panorami da urlo

 

 

Prendento un sentiero laterale si arriva ad un view point spettacolare, dove c’è una tenda beduina con tanto di souvenir e bevande. Durante il percorso abbiamo incontrato solo 3 o 4 persone

 

 

Scendendo abbiamo potuto ammirare i riflessi del sole che tingevano la città del colore dell’oro

 

 

*Petra by night (che si tiene il lunedì mercoledì e giovedì, dalle 20.30 alle 22.30)

 

 

Essendo una delle serate dello spettacolo, non siamo usciti alla chiusura del sito, ma abbiamo atteso al bar di fronte al Tesoro (che ha solo bevande e snack, per cui nel caso meglio procurarsi qualcosa da mangiare), assistendo anche a tutta la preparazione dello spazio, e mantenendo i posti migliori per la visione, per non dover rifare l’ora di strada in andata e ritorno e trovarsi in mezzo alla calca rientrando. Assieme a noi, attendevamo dei simpatici gattini e pochissimi altri turisti!

 

 

Lo spettacolo di musica di per sè non merita, e questo lo avevo letto un pò ovunque, ma merita assolutamente l’atmosfera del sito di notte, e vedere il Tesoro illuminato da centinaia di fiaccole che vengono accese, e da luci colorate

 

 

Un addetto passa a vendere i biglietti ai turisti rimasti dentro, non sono compresi nel Jordan Pass e costano 17 jod

 

 

 

Praticamente quel giorno siamo rimasti dentro al sito 14 ore (+ 2 per raggiungerlo), ci siamo fermati più volte per un tè alla menta o una limonata con menta (bevanda buonissima) nei frequenti punti di ristoro, prendendocela comoda e guardando anche le bancarelle di artigianato dei beduini

 

 

L’ingresso dal Siq 

Il giorno successivo alle 6.45 siamo entrati di nuovo nel sito, questa volta dall’ingresso principale, per percorrere il Siq (20 minuti),  godere di questa meravigliosa gola e arrivare al Tesoro (40 minuti), per vederlo spuntare alla fine del Siq e illuminato dal sole, prima che torni in ombra, dopo poco

 

 

L’orario era perfetto, in alcuni momenti eravamo da soli lungo il Siq, e anche davanti al Tesoro c’erano poche persone, i beduini e i cammelli

 

 

Siamo saliti sul panorama più vicino, a destra del Tesoro, proposto da una guida beduina, un ragazzo che assieme ad altre 25 famiglie abita nelle grotte di Petra

 

 

Ci siamo arrampicati sulle rocce per 5 minuti, col suo aiuto, trattando il prezzo a 6 jod a testa

la vista del Tesoro dall’alto

 

 

La vista del Tesoro dall’alto è bellissima, ci si può rilassare un attimo, dopo l’arrampicata e gustare un delizioso tè alla menta, preparato dal beduino custode del luogo

 

 

ci siamo anche concessi un momento di relax

 

 

I beduini sono ben organizzati per proporre il punto panoramico su cui salire, mostrano le foto, danno il tempo di percorrenza e il prezzo, che è ovviamente da trattare

 

 

Tips: Per le informazioni su Petra ho trovato ottime dritte sul blog di un’italiana che ha sposato un beduino e vive nella città, si chiama Cristina Cori, fa anche la guida e ha un gruppo Facebook che si chiama Amici della Giordania.

 

Little Petra

 

 

A pochi chilometri da Petra si trova Little Petra

Noi ci siamo fermati il pomeriggio prima di arrivare a Wadi Musa, il paese dove si trova Petra: le formazioni rocciose, dolci, dorate e color champagne introducono già a quello che sono i paesaggi dell’area. Visitare piccola Petra è stato un anticipo della meraviglia che avremmo visto il giorno successivo

 

 

Lungo la strada panoramica per arrivare, il nostro driver, Mohammed Hussein, una splendida persona, ha fermato la sua auto, e sul cofano ha improvvisato un eccellente pranzo per noi, con il miglior pane giordano di tutto il viaggio, che ho scoperto poi chiamarsi manaqish: una focaccia simile alla pinsa romana, calda, acquistata in una bakery sulla via, da intingere prima nell’olio di oliva e poi in un miscuglio di spezie, grosse olive, un ottimo formaggio e delle piccole melanzare ripiene preparate dalla moglie, buonissime. Abbiamo poi visto in seguito che ogni ristorante come antipasto porta del pane arabo, una specie di piadina, e questo misto di spezie, che possono essere timo, origano, sesamo, sale, che si chiama Za’hatar, da mangiare nel modo che ci ha mostrato Mohammed.

 

 

Un momento di condivisione davvero bello, con un panorama pazzesco, che non dimenticheremo, e di cui siamo molto grati

 

 

Piccola Petra era un luogo di rifornimento e ristoro per le carovane dirette a Petra

L’ingresso  avviene attraverso una breve gola, o un Siq in piccolo, dopo la quale si trova un monumento scolpito nella roccia, una tomba, che è un piccolo Tesoro, simile a quello di Petra.

 

 

Proseguendo, si possono ammirare altre grotte scavate nella roccia e formazioni bellissime. Già a questa vista io ero impazzita di entusiasmo!

 

 

Il sito termina con un piccolo mercatino ed una scala

 

 

Al ritorno dal nostro percorso ci siamo fermati in uno dei posti che più mi sono piaciuti della vacanza: all’interno di una grande grotta, adornata di tappeti, dove un bellissimo beduino ci ha preparato uno squisito tè e un caffè preparato in maniera tradizionale, e dove un gattino si è sdraiato con noi, offrendoci la sua compagnia: un momento davvero magico!

 

 

 

All’uscita dal sito, Mohammed ci ha mostrato, entrando da una porta in una parete di roccia, un ipogeo, profondissimo, scavato dai Nabatei con martello e scalpello, adibito a cisterna per raccogliere l’acqua

 

 

La visita a Little Petra è stato il nostro primo contatto con la civilta nabatea, la prima grande emozione, che ci ha caricato di entusiasmo e di curiosità per quello che avremo visto il giorno successivo, e vale assolutamente la pena fermarsi e dedicarle un po’ di tempo, assaporando lentamente l’energia del posto

 

 

Petra è un sito straordinario, ci si sente davvero catapultati in un’altra epoca e in un altro mondo; mi hanno impressionato oltre la storia e i monumenti, i colori delle rocce: la natura qui si è meravigliosamente sbizzarrita!

Cerco di descrivere qui colori ed emozioni

I colori di Petra

 

Alloggio a Petra: 
2 notti, hotel La Maison prenotato da Agoda (che aveva il prezzo più basso) € 138 doppia per 2 notti con colazione.

 

 

Bell’hotel esternamente, bella reception, sala colazione; camere con qualcosa da sistemare (tipo il bagno), ma comodo essendo vicino al visitor center che è l’ingresso di Petra

 

 

Cena:  My mom’s receipe, ristorante bellissimo e in stile, terrazzo all’ultimo piano, cibo ottimo

 

 

Alle 10 del secondo giorno per noi era giunta l’ora di lasciare Petra ed raggiungere la tappa successiva: il desero del Wadi Rum!

 

 

le cose che ho amato di Petra su Facebook

il racconto di Little Petra su Facebook

il racconto di Petra giorno 1 ingresso dalla back way su Facebook

il racconto di Petra by night su Facebook

il racconto di Petra giorno 2 ingresso dal Siq su Facebook

alcune foto di Petra

 

aprile 2023

 

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COGNE, ai piedi del Gran Paradiso

 

 

Cogne.. un paese da sogno!

Cogne, i prati Santorso, grandi, verdi sotto i monti, col Gran Paradiso innevato che li domina, sullo sfondo, e che ti guarda,… e tu non puoi non ricambiare, ammaliato, con lo sguardo a perdita d’occhio.

Cogne, il torrente Valnontey, con le sue acque verdi, impetuose, che scende e rinfresca le menti, costeggia il sentiero che sale sui monti e disperde i pensieri che non siano in armonia con tanta bellezza.

Cogne, le case ordinate coi fiori ai balconi, e il legno che scalda.

Cogne e la telecabina, che ti porta sopra i 2000: dall’alto, tutta la valle, il paese che diventa piccolo piccolo,.. E percorrendo il sentiero, ti avvicini ai giganti, vedendoli tutti, il Bianco, il Gran Paradiso, e poi il verde e l’azzurro, la terra e il cielo..

E tu, lì, a contemplare la grande bellezza.

 

 

L’arrivo a Cogne

La Valle D’Aosta mi ha stupito per quanto mi è piaciuta, e la strada per arrivare a Cogne ancor di più: si costeggia il torrente Grand Eyvia, affluente della Dora Baltea,  dal colore verde quasi come la giada, attorniato dagli alberi verde scuro brillante, in estate.

 

 

Cogne è un piccolo paesino in una vallata, con molte case caratteristihe in sasso o in legno, e addobbate con fiori, con un prato enorme e meraviglioso, che guarda il Gran Paradiso: il prato di Sant’Orso.

 

 

Cogne, il nostro l’alloggio: l’hotel Sant’Orso

 

Davanti al prato di Sant’Orso si trova l’omonimo hotel Sant’Orso: davvero una favola e il soggiorno è stato indimenticabile!

Prenotato parecchio tempo prima su booking.com, la nostra camera era nella parte più nuova, una tripla all’ultimo piano, con un balcone vista Gran Paradiso

 

 

Avevamo un secondo balcone con vista su parte del paese e sullo spazio privato, attrezzato, dell’hotel.

 

 

In stanza avevamo a disposizione anche un binocolo, per guardare in modo ravvicinato ogni angolo dei monti e dei prati

 

 

Molto moderna, la camera era tutta in legno e molto spaziosa

 

 

La colazione era compresa, con vista, buffet dolce e salato, e addirittura c’erano le ostriche!! Ristorante ottimo, servizio impeccabile e una spa con piscina coperta, ma con vetrate aperte, sauna e angoli relax, e anche un piccolo idromassaggio all’esterno vista monti e a fianco sauna e botte con acqua ghiacciata. Il tutto davvero bellissimo e scenografico

 

 

Svegliarsi al mattino, vedendo il sole che illumina il Gran Paradiso non ha prezzo!

 

 

Passeggiata Valnontey

Dal prato Sant’Orso parte una strada che porta verso il piccolo paesino di Valnontey, a 3 km di distanza, e che diventa poi sentiero che conduce in mezzo ai boschi. La strada costeggia ad un certo punto l’omonimo torrente, spettacolare, nella vallata.

 

 

Alcuni ponti  lo attraversano: il paesaggio qui è davvero suggestivo tra una vegetazione rigogliosa e la fragorosa voce del torrente.

 

Non ci siamo addentrati molto quando i sentieri cominciavano a salire in mezzo al bosco, ma è stata comunque una passeggiata fresca ed imperdibile.

 

 

La cascata di Lillaz

 

 

A poco più di 3 km da Cogne si trova il paesino di Lillaz, raggiungibile quindi anche a piedi, davvero grazioso, da cui si puo’ arrivare alla omonima cascata di Lillaz.

Non trovando posto al parcheggio indicato per iniziare la camminata, che in una decina di minuti porta alla cascata per un percorso abbastanza in piano, abbiamo cambiato direzione, arrivando nei pressi del campeggio Le Salasses, dove si trova un altro parcheggio, con indicazioni per un sentiero verso la cascata. La via si addentra in un bosco bellissimo e per nulla frequentato,

 

 

Il sentiero è più impervio e più in salita rispetto a quello dal paese, che abbiamo fatto poi al ritorno e che costeggia il fiume, ma indubbiamente è molto più bello e selvaggio, e ci ha portato di  fronte al primo salto della cascata.

 

 

La cascata di Lillaz infatti scende in più salti, formando talvolta delle vasche di acqua verdissima

 

 

Per arrivare al salto più alto occorre percorrere un tratto del sentiero piuttosto in salita, stretto e talvolta difficoltoso se si incontrano altre persone.

 

 

Ma vale assolutamente tutto lo sforzo: i salti della cascata, visti anche dai ponticelli che sono stati costruiti per attraversarla e dall’alto, e il fiume quando scorre in piano, sono una vista mozzafiato

 

 

Sentiero natura del Montseuc con telecabina Pulsè 

 

Poco distante dal centro di Cogne, si trova la telecabina Pulsè, che porta a 2081 metri di altitudine.

Scesi dalla telecabina non si arriva in una vallata o in un punto panoramico, come mi sarei aspettata, ma in una piccola spianata in mezzo agli alberi, con un bar aperto nella stagione estiva, e poi si deve proseguire per il sentiro nel bosco, se si vuole arrivare alla prima balconata con vista. Il sentiero è ad anello, e per compierlo interamente, occorrono circa 2 ore, è piuttosto faticoso, con un dislivello di 250 metri; in alternativa è possibile arrivare in un punto da dove si puo’ ammirare la vallata di Cogne, e sul fondo il massiccio del Monte Bianco, e salendo ancora un po’, avere una magnifica vista del Gran Paradiso (tempo di percorrenza circa 30 minuti).

 

 

Noi non abbiamo proseguito oltre, ma si dice che da li’ in poi occorra un po’ di esperienza di montagna, ma quello che abbiamo visto mi fa dire che ne è valsa comunque la pena!

 

Dove mangiare a Cogne

Purtroppo la nostra permanenza a Cogne è durata solo 2 notti, dopo di che siamo andati sul Monte Bianco con lo Skyway e a Chamois, sulla via del ritorno.

In questi 2 giorni abbiamo mangiato di giorno apizze, focacce, pane, e speck e formaggio del luogo, acquistati nel forno e nei negozi del paese e mangiati al sacco, mentre la prima sera siamo andati al ristorante dell’Hotel Sant’Orso che è davvero notevole: ambiente caratteristico, cucina tipica valdostana e servizio eccellente. Tanto che avremmo voluto ritornarci anche la sera successiva, ma non c’era disponibilità, così siamo andati in pieno centro del paese, alla enoteca-ristorante Cave de Cogne, piccola ma con uno stupendo giardino esterno, dove abbiamo mangiato benissimo le specialità della zona.

 

 

Cogne è davvero una cittadina incantevole, mi ha talmente entusiasmato che, come spesso mi accade, ho in previsione di tornarci!

 

E dopo Cogne, tappa successiva verso il ritorno Chamois!

 

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agosto 2021

 

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RIVA del GARDA e dintorni: il parco grotta cascata del VARONE e la ciclabile del Garda

 

 

Un altro desiderio a lungo cullato, quello di percorrere la ciclopista del Garda e sempre rimandato. Poi, d’inverno, la previsione di due giornate di sole là, mentre qui in Pianura Padana imperversa la nebbia, e 2 giorni liberi, ci fanno cogliere l’occasione

Cerco alloggio nei dintorni del lago di Garda, ho già visitato più volte la bella Sirmione, Desenzano, Lazise, una volta sono stata a Torbole, nella parte trentina dell’alto Garda, con i monti che si buttano nel lago, e mi è rimasta impressa: è in quella zona che voglio tornare.

 

 

Riva del garda

Riesco a trovare posto all’ultimo momento all’Hotel Bellariva, a Riva del Garda, ed è stata davvero una fortuna perché Riva si è rivelata la meta giusta: una cittadina sul lago, nella parte trentina, davvero splendida.

 

 

L’hotel poi è molto bello, completamente ristrutturato e fronte lago, a qualche passo dalla zona pedonale, che si può raggiungere anche con una passeggiata sul lungolago.

E poi ci sono anche le palme, che chi mi conosce sa, quanto le amo!

 

 

Prendiamo una camera deluxe, moderna, molto spaziosa e con vista diretta sul lago, anche se al primo piano. Le camere ai piani alti hanno un panorama migliore ma noi non ci lamentiamo: è comunque bellissima!

 

 

All’ultimo piano c’è un grande terrazzo con vista strepitosa: immagino d’estate, con il bar aperto, i lettini per godere del sole, e  le 2 vasche idromassaggio, cosa dev’essere rilassarsi in questo spazio!

 

 

La colazione si tiene in un locale a vetrate al piano terra vista lago, che la sera diventa ristorante (con una bella selezione di piatti che però non siano riusciti a provare).

 

 

A Riva, in questo periodo di fine dicembre, diventa buio molto presto, perché il sole cala dietro ai monti, ma al mattino si rispecchia sul lago, ed è una meraviglia, e conciglia le passeggiate rigeneranti.

 

 

Talvolta in lontananza, nel cono che si forma tra le montagne sul lago, appare la nebbia, rendendo ancora più affascinante il paesaggio.

 

 

La nebbia crea davvero strani effetti sul lago

 

 

Il centro storico di Riva del Garda ha scorci molto carini

 

 

In questo periodo, con le luminarie di Natale l’atmosfera c’è una bella atmosfera. Per i più piccoli c‘è anche il villaggio di Babbo Natale

 

 

In piazza del Brolio troviamo casette di legno che vendono street food tipico trentino. Ci prendiamo anche noi un ottimo hamburger con la carne salata

 

 

Le piazze principali comunicanti, Piazza III Novembre e Piazza Catena, che guardano il lago dominate dall’alta Torre Apponale con l’orologio del 1200, sono contornate edifici storici

 

 

Di sera sono ancora più affascinanti grazie ai proiettori che illuminano e colorano gli edifici con disegni natalizi 

 

L’atmosfera è calda e vivace

 

Stare a Riva del Garda è stata proprio una scelta azzeccata, oltre che un ottimo punto per visitare le prossime due attrazioni di cui vi parlo.

 

 

Il parcogrotta cascata del Varone

Non avevo mai sentito parlare di questo posto, che da subito, guardando le foto, mi ha davvero incuriosito e attratto, anche per la vicinanza a Riva, soltanto 3 chilometri, nel comune di Tenno (TN).

La segnaletica conduce facilmente all’attrazione. Ci sono due percorsi una volta entrati nel parco: uno va alla cascata inferiore, l’altro è un costituito da scale che conducono alla grotta superiore, delimitate da piante meravigliose, orchidee, piante grasse, cavoli colorati, viole, ecc: un orto botanico davvero bello

 

 

Poco oltre l’ingresso si trova anche un piccolo giardino giapponese.

La cascata del Varone è dentro una gola scavata dalla potenza dell’acqua, che fa un salto in una voragine ad imbuto di quasi 100 metri: nel tempo, nella montagna si sono formati canyon e grotte, che l’uomo è sapientemente riuscito a valorizzare con giochi di luce, creando visioni di grande effetto, che illuminano ogni piega della roccia, visibili  attraverso percorsi con scale, passerelle e poggioli

Iniziamo la visita andando subito alla grotta superiore.

Giunti all’ingresso un rumore fragoroso anticipa la visione: l’acqua scende potentissima, mentre una fessura dall’alto fa passare la luce naturale. Miriadi di schizzi arrivano e bagnano senza che ce ne si accorga, nonostante la ringhiera che delimita. Lo spettacolo è talmente bello che mi fermo a lungo ad osservare e ad ascoltare la potenza dell’acqua.

 

 

Proseguendo sulla passerella e si esce da questa grotta e guardando in basso si può vedere il passaggio della parte bassa e il punto dove arriva l’acqua.

Sul fondo si vedono i monti innevati del Trentino.

 

 

Dopo essermi saziata di questo spettacolo, scendiamo per la stessa strada, e arriviamo alla grotta inferiore. Qui c’è un percorso un po’ più lungo da fare, entrando proprio nelle viscere della montagna.

 

 

Le luci sulle pareti cambiano, e gli effetti sono uno più bello dell’altro

 

 

Mentre l’acqua scende e continua il suo percorso, fino ad arrivare al punto in cui giunge a terra, si può vedere bene il meraviglioso lavoro che ha fatto nel tempo, con le luci colorate che illuminano ogni increspatura sulla roccia ..

 

 

Sono estasiata, io uno spettacolo così non lo avevo mai visto!

 

 

Entrare nelle viscere della montagna mi ha ricordato quando sono stata alla Cueva de Los Verdes di Lanzarote.. e questa bella illuminazione, la mia recente visita al Palombaro lungo di Matera..

Con la giacca bagnata fradicia e il pelo del cappuccio che sembra un tutt’uno coi miei capelli, me ne vado via soddisfatta da questa visione, che consiglio di non perdere, anzi.. secondo me vale la pena anche venire apposta alla cascata del Varone, per la sua bellezza e per la sensazione della potenza della natura che evoca.

 

 

Di seguito il link al sito, la visita, se non si resta cosi tanto come me a guardare e riguardare, può durare dura circa un’ora.

https://www.cascata-varone.com/it/

 

 

La ciclopedonale del Garda

Graziati da una meravigliosa giornata invernale di sole, da Riva ci spostiamo nella vicina Limone, distante una decina di chilometri e già in provincia di Brescia.

La statale costeggia il lago e offre già bellissimi panorami. Vediamo anche dove inizia la ciclopedonale, ma i parcheggi per lasciare l’auto sono davvero pochi, per cui conviene andare fino a Limone e prendere il sentiero costiero.

Il centro storico di Limone resta in basso, sulla riva del lago, ed è pedonale. Lasciamo quindi l’auto nel parcheggio che si trova all’ingresso del paese, poco oltre lo spiazzo dove c’è dell’ufficio informazioni. Da qui, attraverso una scala e lungo stradine in discesa arriviamo sulla promenade, dove si ha un bel panorama di Limone, che è arroccata tra montagna e lago

 

 

Il passeggio è ampio e panoramico ma purtroppo in questo momento è quasi tutto chiuso.

 

 

Per prendere il Sentiero del Sole che porta alla ciclopista del Garda, si attraversa l’interno del paese, che ha piazzette, stradine e angoli davvero pittoreschi, e tanti negozi dove vendono prodotti provenienti dai limoni e gadget che li ricordano.

Si passa per il piccolissimo porto vecchio, si costeggiano delle mura, fino a imboccare il sentiero in via Reamol

 

 

Qui, attraverso uliveti e limonaie, con tratti a volte delimitati da pini e cipressi e altre volte da vegetazione mediterranea più bassa, si possono ammirare panorami incantevoli

 

ciclovia del garda limone

 

In basso, spiagge, ville, la costa rocciosa, e il lago con un acqua di un colore che sembra il mare. Di fronte le montagne trentine e il monte Baldo

 

 

Dopo circa 3 chilometri, accanto alla statale, si trova il cartello dell’inizio della ciclopista:

 

 

 

Il progetto della ciclabile prevede che questa colleghi Limone a Riva del Garda, ma per il momento sono stati costruiti solo 2,5 chilometri. Ma anche solo questo breve percorso sulla passerella, che è quasi tutta sospesa sul lago, regala delle viste davvero mozzafiato

 

 

.. e io finalmente sono in uno dei luoghi che da tanto desideravo vedere, con i miei occhi stupiti ed entusiasti.

 

 

Fortunatamente non c’è troppa gente e devo dire che la ciclopista  mi pare più indicata per essere fatta a piedi che in bicicletta, il percorso è breve e i pedoni darebbero piuttosto fastidio ai ciclisti e viceversa

 

 

Inoltre la parte del Sentiero del Sole di Limone è in certi punti sconnessa, talvolta si stringe e il saliscendi non si presta molto a una passeggiata in bicicletta (al limite andrebbe meglio una bici elettrica), oltre al fatto che per le strade del centro storico di Limone la bici va condotta a mano

Anche questa destinazione non ha deluso le mie aspettative: passeggiare sospesi tra il lago e i monti è stata davvero una sensazione di bellezza infinita!!

Ma quanti bei posti abbiamo nella nostra Italia!

 

 

dicembre 2021

 

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BOLZANO d’estate.. e BOLZANO d’inverno

 

 

BOLZANO D’ESTATE

Bolzano gioiello incastonato tra i monti, ma fa più caldo che a Bologna d’estate.

Bolzano case colorate ma con eleganza e discrezione.

 

 

Angoli di passato che spuntano e si mescolano tra i colori delle strade

 

 

La frutta sui banchi, spezie, fiori e cibarie, lungo Piazza delle Erbe, che piazza non sembra.

 

 

Bolzano e il suo duomo prezioso, il tetto piastrellato, verde, bianco e oro, che spicca

 

 

e il suo bel campanile

 

 

e gli affreschi della scuola di Giotto

 

 

Un incanto di sera

 

 

Bolzano e il Nettuno, fratello minore del nostro a Bologna, che sembra in incognito sulla via

 

 

Bolzano e le strade più belle, via Goethe e via Streiter, le mie preferite

 

 

Bolzano e i negozi dello shopping, dentro a palazzi eleganti, sotto ai suoi portici.

 

Bolzano e il Lungotalvera

 

 

un grande parco di prati ombreggiati e fioriti

 

 

su un fiume impetuoso

 

 

Bolzano, le piste ciclabili e le sue biciclette, tante, ma tante, come a Ferrara, che bisogna fare attenzione a non venire investiti

 

.

Bolzano e le sue piccole piazze, Piazza del Grano, Piazza delle Erbe, Piazza del Municipio

 

 

e poi quella grande, con la statua di Walther, che puoi immaginarla a Natale coi suoi mercatini

 

 

Bolzano e Otzi, l’uomo trovato tra i ghiacci, presente ogni dove, anche in un gusto di gelato

 

 

Bolzano e il centro storico piccolo e raccolto che lo giri in poche ore.

E poi c’è Soprabolzano, un panorama da incanto dalla sua funivia

 

 

Verde boscaglia, vallate dorate

 

 

E quando arrivi, se prendi il trenino del Renon,

 

 

ti porta tra monti, boschi e valli, e ti senti un po’ Harry Potter su quel treno rosso

 

 

Tra paesini da fiaba e balconi fioriti nell’altopiano

 

 

se scendi a Collalbo con una bella passeggiata arrivi alle Piramidi di terra, meraviglia della natura

 

 

Puoi godere di un pranzo su un terrazzo con vista

 

 

e le Dolomiti sullo sfondo

 

 

E se fai una sosta a Costalovara, ti godi silenzio e relax, davanti a un bel lago con attorno il bosco

 

 

Bolzano è una casa accogliente con vista di tetti e sui monti

 

 

 

È l’Hugo, i canederli, lo strudel e un bicchiere di Gerwurztraminer

 

 

 

Bolzano è un viaggio di lavoro, Bolzano è famiglia.. la prima notte fuori, per noi, dopo il lockdown del lungo inverno e di primavera.. Bolzano, per me, è finalmente addormentarsi in un altro letto, svegliarsi in un altro posto, con un altro panorama. Una boccata di aria nuova e fresca :)

 

 

 

informazioni ai link

https://www.bolzano.net/it/duomo.html

https://www.bolzano.net/it/oetzi.html

https://www.ritten.com/it/altipiano/highlight/funivia.html

https://www.ritten.com/it/altipiano/highlight/treno-del-renon.html

biglietto giornaliero funivia e trenino 15 euro (giugno 2021)

 

riferimento alloggio: Coopers apartaments, Via dei Bottai 

gli appartamenti sul sito sono contraddistinti da un numero che corrisponde al piano, quindi alle rampe di scale da fare non essendoci ascensore, ma in palazzo d’epoca bellissimo di fronte a Piazza del Municipio, raffinati e di design in zona pedonale (convenzione con parcheggio non distante)

riferimento ristorante: Vogele, Via Goethe

spazio anche all’esterno sotto ai portici, vista Piazza delle Erbe, gentilezza estrema, consigliata prenotazione

 

 

 

 

BOLZANO D’INVERNO: GIRO PER I MERCATINI DI NATALE

 

 

E dopo aver visto Bolzano d’estate ci torno d’inverno, probabilmente nel periodo più bello, con la magica atmosfera dei mercatini di Natale, che di solito iniziano l’ultimo weekend di novembre e durano fino al 6 gennaio.

Per chi arriva col treno, come ho fatto questa volta, la stazione è comodissima: dopo pochi metri, percorrendo il viale omonimo, si arriva in Piazza Walther, fulcro dei mercatini.

Ma poco prima, proprio nei giardini di fronte alla stazione, una stella cometa luminosa accoglie e da il benvenuto, al primo primo spazio con addobbi e bancarelle: si trovano principalmente prodotti di artigianato, tra alberi rivestiti di palle di natale rosse, renne (non vere naturalmente!) ed angoli deliziosi

 

 

Una zona ancora più piena di magia scintillante quando la sera si accendono le luminarie..

 

 

e il viale della stazione con i grandi palloni illuminati sugli alberi è davvero bellissimo!

 

 

Poi si può cominciare a girare senza meta, godendo dell’atmosfera e ammirando tutto quello che si incontra: il mercatino di Natale di Bolzano è il più grande l’Italia e viene fatto da oltre vent’anni nella provincia alto altesina. Di seguito indico quello che, secondo me, è da non perdere in una giornata!

 

 

Mercatini di Natale di Bolzano: cosa non perdersi

Ovviamente le bancarelle con decorazioni natalizie, cibo tipico, prodotti artigianali e le attrazioni per grandi e piccoli, principlmente in Piazza Walther, nei giardini della stazione, ma anche lungo tante vie del centro

 

 

Il grande albero di Natale e la capanna della natività con lo sfondo del duomo

 

 

Magnifico con le luci della sera

 

 

Una colazione, o un te al pomeriggio, al bar ristorante Walther’s

 

 

un locale davvero bello, dove fanno uno strudel strepitoso

 

 

Un pranzo da Vogele Winerhaus, in via Goethe, dove ero stata d’estate, cenando sotto i portici con vista sul Mercato delle Erbe. Il locale, che non avevo visto all’interno, è davvero magnifico: elegante, su diversi piani, in un palazzo con arredi d’epoca mischiati a particolari moderni

 

 

eccellente organizzazione e servizio, e la riconferma della bontà dei prodotti della cucina tradizionale

 

 

Bersi un vin brulé nei banchetti in piazza Walther, quando comincia a fare freddo la sera

 

 

Fare un giro lungo tutto il corso di piazza delle Erbe tra i suoi banchetti

 

 

e svoltare lungo la Streiter Strasse, per arrivare fino a via dei Bottai e Piazza del Municipio, ammirando i bei palazzi e negozi addobbati a Natale

 

 

Girare col naso all’insù cercando le finestre dove qualcuno suona, come il meraviglioso Babbo Natale all’incrocio tra Piazza delle Erbe e via Museo

 

 

o in Kornplatz

 

 

Ammirare le enormi statue Thun sulla piazza principale, e la casetta dove vendono i prodotti, in via della Mostra

 

 

Fare un giro per i negozi di Via dei Portici e percorrere via Argentieri

 

 

Deliziarsi delle decorazioni dell’hotel Stadt Hotel Città, davvero stupende 

 

 

Comprare canederli, bretzel e strudel da portarsi a casa

 

 

Non abbiamo potuto farlo per mancanza di tempo, ma di sicuro sarebbe stato stratosferico godersi un drink dentro ad una bolla al Meta Sky bar con vista sulla piazza e sul duomo (non so a che prezzo ma a vederlo sembra spettacolare!)

Il tempo è sempre poco quando queste visite si fanno in giornata, le ore scorrono troppo veloci e spensierate, mentre si gode della bellezza e del fascino di questa città, che, riconfermo, mi piace davvero tanto!

 

 

giugno 2021

edit dicembre 2022

 

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Italia

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I vulcani dell’APPENNINO EMILIANO: le SALSE di NIRANO (Mo)

 

 

Le Salse di Nirano, nel modenese, non lontano dalla più popolare Maranello, è un luogo davvero particolare, a me sconosciuto fino a poco tempo fa. Così come non avevo mai sentito parlare del fenomeno  che da origine alle caratteristiche piccole montagne a cono che si vedono, i così detti  “vulcani di fango”, e che si formano, con la fuori uscita e l’accumulo di fango freddo.

 

 

Il sottosuolo qui è ricco di idrocarburi liquidi (petrolio) e gassosi (metano ) e anche di acqua salata, testimonianza di un tempo, circa un milione di anni fa, in cui il mare ricopriva la pianura Padana e anche queste colline. Proprio dall’alto contenuto di sale nelle acque fangose deriva il nome di Salse.

La strada per arrivare, soprattutto in primavera o estate, in mezzo a campagna e colli, è molto bella, i campi verde brillante, o gialli arsi dal sole, si riempiono di balle di fieno, che io adoro!!

 

 

Le Salse sono inserite all’interno di una riserva naturale regionale: all’arrivo, si puo’ lasciare l’auto o il mezzo, nel parcheggio e proseguire per alcuni sentieri contrassegnati, che si inoltrano in un bel bosco, con anche camminamenti e ponti, che attraversano le zone più umide e che conducono alle Salse, oppure si può proseguire per la strada. La passeggiata nel bosco è quella che abbiamo scelto, è semplice e molto piacevole.

 

 

Il parco è anche l’habitat ideale di animali, uccelli, insetti, ranocchi, rettili. Alcune postazioni sono state create per l’osservazione della flora e della fauna del territorio, e alcuni pannelli esplicativi nei punti strategici forniscono interessanti informazioni. Tutto intorno, le belle e verdi colline.

 

 

Prima di arrivare a vedere le salse alla fine del sentiero si trova la Casa Rossa, adibita a museo.

 

 

Poi finalmente giunge alla vista la prima salsa dalla strada.

 

 

Io sono colta davvero dallo stupore!

 

 

Si prosegue poi per un bel sentiero per l’osservazione delle altre.

 

 

Indubbiamente un paesaggio insolito e affascinante

 

 

 

 

Pare che l’attività eruttiva dei vulcani di fango sia piu’ o meno evidente a seconda dei giorni e delle ore, e che ci siano anche lunghi periodi di quiescenza: noi siamo stati fortunati, abbiamo assistito al fenomeno di alcune bolle che fuoriuscivano dal cono, e soprattutto abbiamo potuto sentirne il suono, una specie di “blop” che ne indicava l’uscita.

 

 

Le salse di Nirano sono state utilizzate in passato per l’estrazione di oli con proprietà balsamiche o purganti, e a fini dermatologi e cosmetici, anche per la produzione di maschere e fanghi per le vicine Terme di Salvarola.

Insomma anche questa volta i dintorni della zona dove vivo sono riusciti a sorprendermi!

 

 

giugno 2021

 

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Patrizia Pazzaglia, Patty dopo un po’.

Sono versatile, camaleontica e un po’ nevrotica. 

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Prendo tutto molto sul serio e in tutto quello che faccio, se mi interessa, ci metto impegno e dedizione.

Scarsamente tecnologica, diversamente social.

Mi piace condividere, mi piace ascoltare, esprimermi, se è il caso, e stupirmi.

Mi piace vivere intensamente e andare in profondità delle cose che mi interessano e lasciare andare ciò che non mi serve (anche se con difficoltà).

Mi piace lasciarmi contagiare dalla bellezza e dalle emozioni e..naturalmente viaggiare, fuori e dentro di me, col corpo e con la mente (ma anche con lo spirito).

Perchè la vita è un gran bel viaggio.