Italia
Bellezze naturali della ROMAGNA: la Grotta Urlante e la Cascata della Sega a PREMILCUORE (FC)
La Grotta Urlante e la Cascata della Sega a Premilcuore, nel Parco delle Foreste Casentinesi, ai confini tra Romagna e Toscana sono delle meraviglie naturali.
In una domenica di quasi metà ottobre, con clima ancora estivo, partiamo in moto in direzione Premilcuore.
Da tempo avevo in nota questa destinazione per una gita fuori porta, nell’Appennino tosco romagnolo, ma durante l’estate, dovendo percorrere un tratto di autostrada che porta verso il mare per arrivarci, l’ho sempre messa da parte, per evitare il traffico e il grande afflusso di gente durante il fine settimana. Il prolungarsi della bella stagione, e la voglia di stare in mezzo alla natura in una bella giornata di autunno, stavolta ci fa decidere di partire
Premilcuore: come arrivare
Prendiamo l‘autostrada A14, usciamo a Forlì, e andiamo in direzione Predappio, arrivando fino alla cittadina. Dopo ulterioti 35 km di una bella strada in collina, arriviamo a Premilcuore, alle porte del parco nazionale delle foreste Casentinesi, che si riconosce subito dai tanti alberi ad alto fusto che fiancheggiano la strada e circondano la cittadina. Un paesaggio davvero incantevole.
A un paio di chilometri, seguendo le indicazioni verso l’agriturismo Ridolla, arriviamo davanti allo stesso, e troviamo le indicazioni per i sentieri verso la Grotta Urlante e la Cascata della Sega.
Parcheggiamo la moto, e imbocchiamo a piedi il sentiero indicato che conduce alle sponde del fiume Rabbi.
La Cascata della Sega
Dopo un centinaio di metri troviamo già il bivio dei sentieri che portano alla Cascata o alla Grotta, segnalato da un cartello
Imbocchiamo quello più breve di sinistra, verso la Cascata della Sega, camminando su grossi massi separati da grandi parti cave, che in periodi di minor siccità immaginiamo si riempiano di acqua, formando pozze naturali. Dopo pochi passi, arriviamo davanti a una bella cascata, dove l’acqua scende in 2 punti distinti, ed è verdissima e trasparente
La mente ritorna subito alla vacanza in Corsica del 2020, ai paesaggi del fiume Solenzara e delle cascate della Purcaraccia, che questo luogo mi ricordano per conformazione e colori
In verità questi colori li ho visti anche in Italia, in Valle D’Aosta, alle cascate di Lilliac , a Cogne oppure alla cascata del Bucamante, nell’Appennino modenese.
Imbocchiamo una scala in pietra con una ringhiera, che porta in basso, proprio sul fiume, da dove abbiamo un’altra bellissima vista delle cascate. Alcune persone stanno godendo del sole, distese sui massi, proprio sopra la cascata
Deliziati da questa bella visione, torniamo indietro per prendere l’altro sentiero, quello che conduce alla Grotta Urlante.
Il ponte Nuovo
Il sentiero si addentra nel bosco, è molto semplice da percorrere e ben delineato, ed è molto bello
Dopo circa 800 metri, sulla destra, non segnalata, c’è la deviazione che porta in basso, sulla riva del fiume, ma noi inavvertitamente la passiamo, arrivando al Ponte Nuovo: un ponte in pietra, costruito attorno al 1600, a schiena d’asino, chiamato anche Ponte Romano, che mi ricorda quello di Castel del Rio, anche se è un po’ più piccolo e che attraversa il fiume Rabbi, e sovrasta la Grotta Urlante
Lo attraversiamo per vederlo da tutte le angolazioni, anche da sotto
A fianco si trova un bellissimo edificio, anch’esso in pietra, che pare un tempo fosse adibito alla lavorazione della lana e dei tessuti
La Grotta Urlante.. poco :)
Dal punto più alto del ponte guardiamo verso la cascata nella grotta, ma non riusciamo a renderci conto di come sia fatta, il fiume ha davvero poca acqua. E tra l’altro..la grotta non è neanche tanto urlante come si può immaginare.. evidentemente l’afflusso di acqua, in questo periodo di piogge scarse, è limitato, per cui il rumore, dato dall’acqua che si inalvea, formando la cascata, e amplificato mentre si riversa nella grotta dalle rocce che la circondano, è, diciamo, quello consueto che si può sentire in una cascata (o forse il mio recente viaggio a Plitviche, con le sue cascate, vizia il mio giudizio?)
Torniamo verso il sentiero che porta giù al fiume, e lo costeggiano per un po’: ha un colore verde bellissimo
Arriviamo ad un punto dove ci appaiono 2 grandi pozze..delle piscine naturali con acqua di colore verde più scuro dato dalla profondità ma trasparente sulla riva dove è più bassa
Tutt’intorno ci sono lastroni di rocce bianca levigata dal tempo, alcune cave, con percorsi che avvicinano alle pozze, e alla grotta sul fondo, dove si vede scendere la cascata d’acqua, facendo un bel salto: è quella che vedevamo dal ponte che infatti, si intravede guardando in alto!
L’acqua è gelida ma alcuni temerari si tuffano e fanno il bagno: noi ci accontentiamo di girare sul lastrone di roccia, avvicinandoci più possibile alla grotta, per ammirarla da tutte le angolazioni
Per ammirare l’acqua che scende, e le pozze che forma, la vegetazione che risalta sul bianco e sul verde, e i riflessi
Ci troviamo un posticino per fare il nostro pick nick, col suono dell’acqua e immersi nella bellezza
Premilcuore
Dopo essere stati per un po’ a godere della vista, a fotografare, a leggere e a rilassarci, risaliamo il sentiero e riprendiamo la nostra moto, davanti all’agriturismo Ridolla, un pò rammaricati di non esserci fermati lì a pranzo, perché è un posto davvero delizioso. Ma avevano proprio voglia di immergerci subito nella natura, e assaporarla il più possibile, godendo degli ultimi momenti di sole e di caldo della stagione.
Ci fermiamo a Premilcuore: il borgo ha origini medievali, e sorge sul fiume Rabbi, e in mezzo al verde, dove spiccano soprattutto gli edifici in pietra e alcune stradine strette e ripidissime. Proprio oggi si tiene la sagra dei marroni, cosi ci troviamo a mangiare le caldarroste in canottiera, davvero una cosa insolita!!
Torniamo verso l’autostrada con le belle luci del tramonto, ma con un pò di ansia: dobbiamo fare rifornimento e il borgo ha un’unica stazione servizio dove la benzina è terminata e la stazione successiva si trova a Predappio, a 35 chilometri: rischiamo di rimanere senza carburante! Giusto al limite ce la facciamo ad arrivare, meno male! mantenendo così solo buoni ricordi di questa giornata piena di bellezza!
ottobre 2023
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La vita è bella… ad AREZZO!
La vita non è bella solo ad Arezzo, ma ad Arezzo, è stata girata una parte del pluripremiato e grandioso film di Roberto Benigni “La vita è bella”: per un impegno ci troviamo in città, e facciamo questa piacevole scoperta!
Non era mia intenzione scrivere un articolo, perché ci saremmo fermati solo qualche ora, per cui non avrei potuto dare informazioni approfondite, ma anche senza entrare nelle sue bellissime chiese, o vedere le opere di importanti artisti come Piero Della Francesca e Cimabue, o visitare i musei di Casa Vasari e Casa Petrarca, o la Fortezza Medicea, in cima al colle, dal breve giro fatto per il centro, e per la particolarità che vengono ricordate le scene del film nelle vie cittadine dove sono state girate, devo dire che la città e l’atmosfera mi sono piaciute molto, e quindi non riesco a fare a meno di scriverne e condividere qualche foto.
Forse un po’ oscurata dalla fama delle altre città toscane, Firenze, Siena, Pisa, e anche Lucca, o forse poco sponsorizzata in passato dalla gente del luogo, come ci raccontava un locale con cui ci siamo fermati a chiacchierare, per la prevalenza di altri interessi diversi dal turismo, ad Arezzo spesso ci si va, così come abbiamo fatto noi, per caso, o perchè si è di passaggio, o essendo di strada per visitare un’altra città.. Ma sembra che negli ultimi tempi le cose stiano cambiando, un pò in seguito alla notorietà data dal film di Benigni, e anche, per esempio, per i mercatini di Natale, che pare siano molto belli, e che contribuiscano ad attirare tantissimi turisti.
Dopo quanto visto, io penso che Arezzo meriti proprio una visita apposita, per molto più tempo rispetto a quello che gli abbiamo dedicato, per cui consiglio moltissimo la visita.
In giro per Arezzo
L’interesse del centro storico è, secondo me, indiscutibile, e girovagando per le sue strade si ha proprio la sensazione di essere in una città della Toscana, con un’atmosfera dove bellezza e arte hanno la capacità di ammaliare.
Il centro antico della città sorge su un colle: arrivando si può subito individuare da lontano la cittadina medievale, il suo duomo, e l’alto campanile, che domina la vista, e le case e gli altri monumenti, che si raccolgono attorno.
Corso Italia, l’elegante e caratteristica via pedonale del centro, conduce alla Chiesa romanica di Santa Maria della Pieve, ma è prendendo la strada sulla destra, via Seteria, che salendo, si arriva alla bellissima Piazza Grande
La piazza è stranamente in pendenza e davvero grande
Si affacciano su di essa gli antichi palazzi con balconcini in legno, che a piano terra, da vecchie botteghe sono diventate negozi di souvenir o ristoranti, e che conservano ancora elementi del passato. Alle finestre e ai balconi sono appesi gli scudi, ovvero stemmi e bandiere che rappresentano i quartieri, le casate nobiliari, le istituzioni medievali, che danno un tocco di colore e di passato..
Su un lato della piazza spicca un lunghissimo porticato con archi, il Loggiato del Vasari, dove chi vuole mangiare fronte piazza, può scegliere uno dei tanti ristoranti, godendo di una gradevole atmosfera. A fianco si trova il Palazzo della Fraternità dei Laici, uno dei monumenti più importanti, un edificio in stile gotico e rinascimentale, che ha una torre con l’orologio, e che attualmente è sede di un museo. Attaccato, a fianco, segue l’abside circolare della chiesa di Santa Maria
Proprio all’angolo opposto delle logge, si trova Piaggia San Martino, il vicolo dove Roberto Benigni, nella prima parte del film “La vita è bella“, inforcava la sua bicicletta e, caricando la famiglia, se ne andava per la piazza 😍
All‘apprezzamento per la bellezza di questo posto, si aggiunge l‘emozione al ricordo dell’amore e della tenerezza capace di sprigionare uno dei più bei film della nostra cinematografia. Chi tra noi donne non vorrebbe sentirsi salutare con quell’indimenticabile
“Buongiorno Principessa“
e sentire quell’emozione che si legge negli occhi della protagonista, Dora, a quelle parole??
Quelle parole che contengono la capacità dell’amore di travolgere, di lottare per costruirsi una vita insieme, e tutta la fiducia, – che si trasforma in forza e coraggio -, per affrontare le sfide della vita
In città, in ogni punto dove è stata girata una scena del film, è esposta una locandina, con le foto e con i dialoghi abbinati
La troviamo anche sulla bella Piazza della Libertà, dove affaccia il palazzo della provincia con la sua alta torre
precisamente nell’angolo dove si trova la scalinata che porta alla cattedrale dei santi Pietro e Donato
il punto in cui Guido, il Benigni de La vita è bella, stende un tappeto rosso per la sua principessa durante un temporale..
A fianco scorre via Ricasoli, che da un lato scende in pendenza, e ci ha incuriosito per la statua che si vede all’incrocio, alla fine della via, e il panorama
mentre dall’altro, fiancheggia la Cattedrale con il suo alto campanile, e conduce verso il bel giardino del Passeggio del prato
Da qui, volendo, attraverso una scalinata ci si ritrova di nuovo in Piazza Grande
Poco distante da Piazza Grande, c’è via Cavour: nel film si vedono i due fidanzati passeggiare, di fronte alla Basilica di San Francesco, sulla omonima piazza, che è mozzafiato quando appare alla vista, in stile gotico italiano, e nota soprattutto per gli affreschi di Piero della Francesca
Proprio poco oltre la piazza, ci fermiamo per pranzo al Covo dei briganti, di cui avevo letto buone recensioni: il ristorante si trova all’interno di un palazzo storico che era una farmacia, ci racconta l’host, e ha mantenuto le caratteristiche del locale di altri tempi, i pavimenti, i soffitti e alcune simpatici cartelli ai muri; ha 2 sale al primo piano con vista giustappunto sulla via Cavour
L’atmosfera è davvero gradevole, ci viene assegnato un tavolo proprio davanti alla finestra,
e con questa bella giornata di sole, il buon cibo locale, dei tortelli fatti in casa con ragù toscano, scelti dall’esposizione nel bancone all’ingresso, la sala per gran parte del tempo tutta per noi, e mio marito accanto, ho la fortuna di sentirmi anch’io… una principessa!
Sulla via del ritorno non riesco a fare a meno di comprarmi una tee shirt con l’immagine e il titolo del film: oltre che come ricordo di questa visita, anche per tenere sempre ben a mente che, anche nei momenti bui.. la vita è bella..
Ripassiamo da Piazza Sant’Agostino, sulla via del ritorno, la prima che abbiamo visto all’arrivo in città, anche questa in pendenza, e con la splendida chiesa omonima che domina sulla via, e che ci ha colpito subito
Lasciamo Arezzo, canticchiando nella nostra testa l’aria della canzone de La vita è bella, contenti di aver visto anche questa città.
Che ci ha contagiato con la sua arte, la sua cultura, la sua atmosfera affabulatrice, e che, come ogni viaggio, lungo o breve che sia, ci ha arricchito ed emozionato.
Che ci ha fatto sentire, in mezzo a tanta bellezza,- fonte di entusiasmo, ispirazione, e nutrimento,- .. che …
la vita è proprio bella!
settembre 2023
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Alla riscoperta di NAPOLI
Non andavo a Napoli da tantissimi anni, e nonostante ricordassi molto poco della città, sono rimasta stupita da quanto l’ho trovata trasformata.
Ci sono stata più volte in passato, per turismo o per frequentare corsi, o di passaggio per andare ad Ischia; l’ho visitata con amici napoletani, e anche ospite in un tradizionale “basso napoletano“.
È stato molto piacevole trovare questa città dai tanti volti e con la sua forte personalità, riqualificata, curata, e organizzata, e con la solita vivacità che la contraddistingue.
I quartieri spagnoli, una volta conosciuti come malfamati, tanto che veniva consigliata la visita con molta cautela, periferia povera e ad altissima “fragilità sociale”, sono stati oggetto di “rigenerazione urbana e sociale” e diventati una delle principali attrazioni per il turismo, pur mantenendo le caratteristiche popolari, i panni stesi, il disordine nei vicoletti, le edicole votive, le moto, le scritte, con l’aggiunta di di dipinti sui muri, poesie, aforismi e frasi celebri dei suoi personaggi famosi, o della saggezza napoletana
Le metropolitane, che raggiungono profondità importanti nel sottosuolo, tanto da avermi fatto impressione, come scendere nel centro della terra, appaiono nuove e ben tenute: la più famosa, Toledo station, è stata considerata una delle più belle d’Europa, con il suo grande cono di luce, il “Crater de Luz“, vera e propria opera d’arte contemporanea
E assieme alle funicolari collegano bene la città.
Edifici, chiese, piazze e monumenti, da visitare durante il giorno, sono splendidamente illuminati la sera.
La ricettività alberghiera ha preso piede in palazzi storici, appartamenti, e nei bassi napoletani ristrutturati.
Nel centro città mi sono sentita tranquilla e sicura, grazie anche alla presenza di parecchie forze dell’ordine, e attorniata da persone gentili che si fermano se ti vedono con una mappa in mano alla ricerca di una strada, per indicarti il percorso, e venditori ambulanti che cercano di venderti qualcosa in modo simpatico ma senza troppa invadenza
Una città insomma, davvero piacevole e interessante, per tutti i suoi volti: quello dei suoi bei monumenti da visitare, quello delle strade della tradizione del centro storico, quello delle moderne ed eleganti vie dello shopping, quello dei panorami sul Vesuvio dal lungomare o sulla città dall’alto, quello del suo cibo, unico e delizioso.. e anche quello dell’amore per il calcio, che proprio in questo mese di giugno 2023, con il terzo scudetto vinto dal Napoli, viene celebrato in ogni strada e in ogni palazzo, da striscioni e addobbi bianchi e azzurri, con la consueta enfasi che caratterizza il popolo partenopeo, insieme all’ovunque presente ricordo dell’amato Maradona
Ho trovato una città capace di sconfiggere i luoghi comuni che si porta dietro da anni, e con tanti luoghi di cultura, già presenti in passato, ma ora valorizzati, tanto che 2 giorni non sono sufficienti neppure per vedere i più importanti!
Una città molto diversa da quella che avevo visitato 30/40 anni fa, che ho vissuto come fosse una città nuova, e che mi ha lasciato anche una gran voglia di tornarci.
Visita di un giorno e mezzo a Napoli
L’itinerario che ho studiato per visitare Napoli è stato il seguente:
-il primo giorno l’abbiamo dedicato alle zone centrali a sud della città: piazza Municipio, Maschio Angioino, Galleria Umberto I, Teatro San Carlo, piazza Plebiscito, Castel dell’Ovo, lungomare Caracciolo e parte della riviera di Chiaia, salendo per un veloce giro al Vomero e a Castel Sant Elmo per godere del panorama.
-il secondo giorno l’abbiamo dedicato al centro storico e ai quartieri spagnoli.
Ovviamente, con così poco tempo, non siamo riusciti a visitare l’interno di gran parte dei monumenti.
Il primo giorno
Metropolitana di via Toledo
Via Toledo è una bella ed elegante strada pedonale, piena di bei palazzi e negozi che divide i quartieri spagnoli dalla parte sud della città.
Una delle principali attrazioni di questa via è la stazione della metropolitana della linea 1, di cui avevo visto molte fotografie, immagini quasi irreali, che avevano destato in me una forte curiosità, e che hanno valso al luogo la nomea di stazione metropolitana più bella d’ Europa. E in effetti è davvero bella: progettata dall’architetto spagnolo Óscar Tusquets, la parte che richiama gli abissi marini, quella più fotografata, mi ha fatto letteralmente impazzire, con quel grande cono di luce che cambia colore in centro sulle scale mobili
C’è un gioco di luci led, che quando si accendono sembrano stelle.
Attorno al cono di luce, mosaici blu che diventano onde.
Prima di arrivare in questo punto, si attraversa un tratto dove ai lati sono presenti due pannelli fotografici che rappresentano il mare che, camminando, danno l’effetto delle onde che si muovono: un’opera che si chiama By the sea… you and me
Nell’atrio, impossibile non notare il mosaico con 16 figure umane dal titolo Ferrovia Centrale per la città di Napoli, 1906 (Naples Procession), che spunta di fronte per chi sale le scale, di William Kentridge, autore anche di un altro mosaico che si trova sempre nella stazione. E queste sono solo alcune delle opere presenti
All’uscita della stazione Toledo, un Maradona che palleggia dà il benvenuto in città: pare sia sempre presente (e infatti l’abbiamo visto entrambi i giorni, come fosse un monumento 😁)
Maschio Angioino, Teatro San Garlo, Galleria Umberto I, Piazza Plebiscito e Palazzo reale
Dalla trafficata via Medina, parallela di via Toledo, passando per Piazza Municipio, siamo arrivati al Maschio Angioino, o Castelnovo, in un area attualmente oggetto di manutenzione: il bel castello medievale, con le sue grandi torri cilindriche, simbolo della città, fu sede reale quando la capitale del regno venne spostata da Palermo a Napoli.
Proseguendo si incontra il Teatro San Carlo, uno dei più prestigiosi del mondo, e di fronte la bella Galleria Umberto I
A pochi passi ci si trova già in piazza Plebiscito, una delle più grandi d’Italia, nei miei ricordi ancor più grande, con il suo bel colonnato, e le statue equestri dei re di Napoli
E’ ancor più affascinante la sera, illuminata da luci blu
Dietro, la cupola della basilica di San Francesco da Paola, e di fronte il palazzo Reale.
La pizza fritta e il caffè nei locali storici
Essendo ora di pranzo ci siamo fermati nella vicinissima Piazza Trento Trieste, all’Antica pizza fritta da Zia Esterina Sorbillo dal 1935 , locale storico, da dove si scorge la fine di via Toledo: i pizzaioli sono ben organizzati e velocissimi a preparare una pizza espressa buonissima. Non ci sono posti a sedere ma la pizza fritta qui è imperdibile
La sosta successiva è stata nel vicino storico Gran caffè Gambrinus
E’ all’inizio di via Chiaia, e mi ha ricordato i caffè di Trieste: ottimi sia i dolci che il caffè, e il locale è davvero stupendo.
Il lungomare: Via Partenope, Castel dell’Ovo, il lungomare Caracciolo, la riviera di Chiaia
Da Piazza del Plebiscito ci siamo diretti sul lungomare Nazario Sauro, dove all’orizzonte, si può ammirare la sagoma del Vesuvio.
Proseguendo, si arriva fino a Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli (1128), uno dei simboli di Napoli, sull’isolotto di Megaride, collegato alla terraferma da solo una strada
La zona dietro al castello è davvero carina, piena di localini, in stile molto marinaro che guarda il porticciolo di Santa Lucia con le sue imbarcazioni ormeggiate
Da qui inizia il lungomare Caracciolo: ci siamo riparati dal sole cocente di fine giugno raggiungendo più velocemente possibile l’area ombreggiata dei giardini della riviera di Chiaia
Ci siamo spostati poi verso la zona centrale di Chiaia, salendo fino a Piazza Amedeo, un incrocio di strade niente di che, dove abbiamo preso la funicolare di Montesanto per salire al Vomero.
Il Vomero e Castel Sant’Elmo
Il Vomero è un bel quartiere ancora diverso dagli altri, una zona residenziale sulla parte collinare della città: elegante, con bei negozi e bei viali alberati, in cui è molto gradevole passeggiare
Domina il quartiere Castel Sant’Elmo, un castello medievale del 1300, che affaccia su un piazzale chiamato Largo San Martino, da dove si può ammirare un panorama splendido sulla città (e da dentro al castello dicono anche a 360 gradi). Da qui le scale della Pedamentina portano verso il centro città, arrivando a Corso Vittorio Emanuele, con una bella passeggiata, da dove il paesaggio su Napoli si può ammirare da diverse angolature
La nostra prossima meta era di nuovo via Partenope per la cena: con l’aiuto di Google maps abbiamo percorso discese, curve e stradine fino ad arrivare in via Nicotera e sceso le scale di Chiaia, senza accorgerci che eravamo al ponte di Chiaia, che dal basso sembra solo un arco: incredibile pensare che poco distante, dietro, c’è Piazza Plebiscito! Proseguendo per la piacevole via Chiaia, passando da piazza dei Martiri, e poi da piazza della Vittoria, siamo tornati di nuovo in via Partenope, piena di ristoranti e di begli hotel, ancora più bella con l‘illuminazione della sera, Castel dell’Ovo incluso
La pizza di Napoli
Da amante della pizza, prima di partire, ho raccolto consigli da amici e in rete, per mangiare la pizza migliore di Napoli. La scelta è caduta sulla pizzeria storica Sorbillo: ce ne sono più di una in citttà, noi abbiamo scelto quella di via Partenope, sul lungomare. Da Sorbillo non accettano prenotazioni, ma arrivando non tardi abbiamo fatto poco coda prima che ci assegnassero un tavolo: la pizza era davvero stratosferica!
Il secondo giorno
Il centro storico
Il giorno dopo per colazione volevo provare il fiocco di neve di Poppella, altra specialità di Napoli, quindi siamo andati a quello più vicino al nostro alloggio, in via Santa Brigida. Il fiocco di neve è una brioche molto leggera e soffice tonda che viene riempita con crema di latte e ricotta, pistacchio o cioccolato. Io ho assaggiato quella con crema di latte e ricotta e confermo che è una cosa divina!!
Da qui poi siamo saliti in via Toledo per dirigerci verso il centro storico.
Mercato Pignasecca e Spaccanapoli
Percorrendo via Toledo, siamo arrivati a piazza della Carità; ho visto una strada molto vivace con un mercato: era il famoso mercato della Pignasecca, parte dei quartieri spagnoli, dove si trova un po’ di tutto, pesce fresco e altro cibo, oggettistica per la casa, souvenir, abbigliamento, ecc.
Da qui ci siamo diretti poi verso Spaccanapoli, il decumano che divide la parte antica di Napoli in 2: il lungo un rettilineo è composto da ben 7 strade. La zona mi è piaciuta davvero molto, si trova tutto il classico folklore napoletano, c’è grande vivacità e si incontrano durante il cammino piazze e monumenti molto belli.
Piazza del Gesù nuovo
Prima tappa, dopo aver preso Spaccanapoli è l’apertura su piazza del Gesù nuovo, bellissima sia per l’obelisco barocco dell’immacolata al centro, che per la chiesa omonima, con una facciata caratteristica di bugnato a diamante, che avevo già visto al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (pare ce ne siano solo 3 al mondo). All’interno, lo stile barocco della chiesa la rende piena e ricca, contrapponendosi a quello davvero essenziale di Santa Chiara, quasi di fronte.
Complesso Monumentale di Santa Chiara
Il complesso monumentale di Santa Chiara spicca nella vista del panorama di Napoli, con l’alto campanile e i tetti verdi
Si accede al complesso attraverso un arco davanti alla Basilica gotica di Santa Chiara, al cui interno l’essenzialità è la sua bellezza
Il complesso, la cui costruzione iniziò nel 1310, è composto da due conventi, uno francescano e uno delle clarisse, ma la parte più bella e famosa è sicuramente il grande chiostro, con archi a sesto acuto che guardano la parte centrale e formato da pilastri ottagonali e panchine rivestiti di maioliche, e ricco di alberi di arance, che mi hanno riportato subito coi ricordi a Siviglia
Da non perdere anche il grande presepe napoletano del 1700, con personaggi rappresentati come nell’epoca in cui è stato fatto, con la scena creata in cartapesta e legno. Davvero molto bello!
Si accede al complesso, chiesa esclusa, facendo il biglietto in loco.
Cappella Sansevero e Cristo velato
La visita al museo della Cappella Sansevero da sola vale il viaggio a Napoli
La scultura del Cristo velato, posta al centro dell’edificio (non sono permesse foto all’interno), opera di Giuseppe Sanmartino, del 1753, mi ha profondamente emozionato: quel velo sottile sul Cristo sdraiato, che mostra i segni della sofferenza e della croce, è davvero impressionante, sembra impossibile che sia fatto di marmo! Ma la Cappella Sansevero, voluta dal principe Raimondo di Sansevero, ha altre opere bellissime degne nota: la statua della Pudicizia, commissionata in onore della madre, che rappresenta una giovane donna coperta anche in questo caso da un leggerissimo velo e soprattutto mi è piaciuta la statua in onore del padre, chiamata il Disinganno, dove un uomo è avvolto da una rete che copre parte del corpo, che per me è stato altrettanto impressionante quanto il velo del Cristo.
Molto interessante leggerne il significato, notando tutti i particolari. Inoltre, degni di nota sono la volta affrescata, il pavimento a labirinto, la lapide del principe con scritte su marmo in rilievo (all’opposto del consueto, scavate) le Macchine anatomiche, ovvero due scheletri con sistema cardiovascolare, vene e arterie a vista, che pare siano stati fatti di fil di ferro e cera, e che mostrano l’interesse per l’anantomia di quel periodo.
Meglio acquistare i biglietti on line per non rischiare di non trovarli disponibili
https://www.museosansevero.it/
San Gregorio Armeno, la strada dei presepi
Altra traversa di Spaccanapoli è San Gregorio Armeno, la strada conosciuta per le botteghe artiginali dei presepi: qui si possono ammirare delle statuine davvero particolari e che testimoniano grande creatività, ma anche tnte altre creazioni fantasiose!
Il Duomo
Perpendicolare a Spaccanapoli si incontra, via Duomo, che conduce alla Cattedrale di San Gennaro, o chiesa di Santa Maria Assunta, non su una piazza o su una via pedonale, ma con una facciata gotica molto imponente.
L’interno è un tripudio di barocco, e sul lato destro si può accedere alla cappella di San Gennaro, dove viene conservato il sangue del Santo che 3 volte l’anno, è oggetto di attenzione per il fenomeno della liquefazione: secondo i credenti è un miracolo, mentre secondo gli scienziati sarebbe un normale fenomeno chimico con una spiegazione scientifica.
L’ingresso è gratuito.
A Spaccanapoli ci siamo fermati a pranzo alla Trattoria Cerriglio, dove abbiamo mangiato molto bene, e alla Taralleria Leopoldo Infante in via San Biagio dei Librai abbiamo assaggiato dei taralli: io pensavo che i taralli fossero caratteristici solo della Puglia, invece ci sono anche quelli napoletani, più grandi, quelli classici farciti con suga, pepe e mandorle, e da gustare anche caldi
In piazza San Gerolimini ho cercato il murales di Bansky, la Madonna con la pistola: non è facilmente individuabile perchè la piazza è piccola e occupata prevalentemente dalla chiesa omonima, su via dei Tribunali. Il murales è accanto all’ingresso di un ristorante, protetto da un vetro, e l’immagine è un po’ sbiadita e rovinata alla base, per cui non risalta particolarmente
Le stradine limitrofe sono molto vivaci, percorrendole si trovano particolari interessanti
e per tutti gli interessi, come via dei Musicisti
I quartieri spagnoli e i murales
A lato di via Toledo ci sono i quartieri spagnoli: abbiamo imboccato via Montecalvario, salendo tra panni stesi, baracchini di cibo o souvenir, motorini, cartoncini appesi, o fogli sui muri con frasi celebri, motti, ecc.
In particolare la zona è conosciuta anche per i murales dei personaggi cari alla città, e noi volevamo raggiungere i più rinomati, ovvero quelli di Maradona,
che ha a fianco la Pudicizia
quello in omaggio a Edoardo De Crescenzo
e quelli Totò, a cui è dedicato un intero vicolo
Non ci si deve aspettare dei murales curati, coi colori brillanti: alcuni dimostrano un po’ di anni, ma nel contesto sono comunque belli e caratterizzano la città.
Napoli, il terzo scudetto e Maradona
Manifesti, foto, murales, striscioni di Maradona, ringraziamenti, e angoli a lui dedicati credo che facciano ormai parte integrante della città, si trovano in più punti in omaggio al calciatore dopo la scomparsa nel 2021. In via Emanuele De Deo, al 60, salendo un bel po’, nei quartieri spagnoli, c’è il murales più famoso, diventato meta di pellegrinaggio dei tifosi, ma anche attrazione per i turisti, con tanto di banchetti di souvenir, angoli per le foto ecc.
Quest’anno si è aggiunta la vittoria del terzo scudetto della squadra del Napoli e non c’è angolo in città dove non si celebri questo evento: striscioni sui palazzi, magliette dei giocatori, festoni bianco azzurri sulle strade
Persino nel parking dove abbiamo lasciato l’auto campeggiava sopra al nostro spazio uno striscione, e lo staff indossava magliette col richiamo alla vittoria! E chissà per quanto tempo rimarrà questa atmosfera festosa!
Il nostro Alloggio a Napoli: Galleria Sanfelice
In città abbiamo alloggiato presso Galleria Sanfelice, una residenza con 6 camere, all’interno di un bel palazzo storico, ubicato in zona strategica
sulla trafficata via Sanfelice (ma la camera è straordinariamente insonorizzata), perpendicolare alla centrale via Medina, non lontana da via Toledo, e vicinissima alla metropolitana Università, che vedevamo dal nostro terrazzino. In pochi minuti di camminata si arriva a Piazza Municipio
Camere nuovissime e arredate con gusto, ho trovato il sito e prenotato telefonicamente, l’assistenza e l’ organizzazione con self check in è stata eccellente, e da segnalare l’estrema gentilezza e disponibilità dei gestori. Sicuramente consigliatissimo!
Conclusioni
Che dire.. Napoli, e tutta la zona limitrofa, ha talmente tanto da offrire che non si può non fare il proposito di ritornare!!
giugno 2023
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Il Labirinto della Masone (PR): perdersi tra le canne di bambù
A volte è bello girare senza mappa, senza riferimenti, andare davvero dove mi porta il cuore, l’intuito, qualcosa che mi piace o mi attira.
Sapendo che mi smarrirò, ma senza che mi importi perdere tempo.
Perdermi, vagare, ripassare dove sono già stata. Lasciarmi disorientare, senza preoccuparmi. Ripercorrere le stesse strade, senza per ciò innervosirmi, ma esserne divertita.
Sapendo che prima o poi, la strada giusta per l’uscita la troverò.
Una bella metafora da vivere, un allenamento all’ottimismo, e, magari, un modo per imparare qualcosa, al Labirinto della Masone, in località Fontanellato di Parma
Il Labirinto della Masone è il labirinto più grande del mondo e la sua particolarità è di essere composto interamente di piante di bambù.
Cosi ci si trova ad inoltrarsi per un percorso insolito, stretto, e a volte poco luminoso, prevalemente composto di alti fusti di diverse specie di bambù, che a volte si piegano formando come una capanna sopra di te.
Una galleria vegetale, sotto cui è bello camminare e ossigenarsi, vedendo in fondo una via d’uscita, ma non la fine della strada
E il mio pensiero va ai panda, quei bellissimi animali, e a quanto potrebbero essere felici lì, loro che si nutrono quasi esclusivamente di queste canne
Le canne di bambù sono verdi, gialle, strette, larghe, alcune piegate in modo strano
e osservarle è una bellezza
La strada da trovare è quella verso il centro (come nella vita si cerca la strada per arrivare al centro di se stessi), dove in una piazza quadrata di duemila metri quadri, si trova una piramide
Al suo interno c’è una piccola cappella, che da proprio la sensazione di essere giunti al centro, al cuore di questo luogo, come ad un tesoro
Il labirinto nasce dal sogno di un uomo, Franco Maria Ricci, da sempre affascinato dai labirinti, e dalla bellezza, che ha sempre cercato durante tutta la sua vita.
La bellezza è inevitabile
Questo il suo motto. Che mi ha colpito, presupponendo il fatto che non sia possibile non incontrarla, poichè il mondo ne è cosparso, di bellezza: spetta a noi la scelta, se farcene contagiare oppure no.
Francesco Maria Ricci
Finiti gli studi come geologo, Francesco Maria Ricci lavora nel settore dell’estrazione del petrolio, ma scopre poco dopo che non è quello che avrebbe voluto fare. Diventa allora grafico ed editore, dando anche lustro a un carattere di scrittura nuovo, il Bodoni, che usa poi in tutte le sue pregiate pubblicazioni. Diviene grande viaggiatore, e da vita a FMR, una rivista d’arte che diventa la più diffusa nel mondo. Mette insieme una pregiata collezione d’arte, 500 opere del periodo dal 500 al 900, che si può apprezzare nel Museo del Labirinto, con pezzi davvero belli e interessanti, sculture, busti dipinti, disegni, ecc,
Il suo obiettivo è di cercare il bello anche nelle opere minori, quelle non conosciute, scartate, che con quest’occhio vanno guardate. Alcune sono davvero bellissime
Tra queste non mancano opere importanti, come un autoritratto di Ligabue, e 2 quadri stupendi raffiguranti teste di tigri, dello stesso pittore.
Le sue pubblicazioni sono raccolte in una bella biblioteca, e i libri dell’editore sono consultabili: salta all’occhio l’esortazione, contraria a quelle della maggior parte dei musei, a consultarli
Imperdibile l’interessante documentario sulla vita di Franco Maria Ricci, per conoscerlo ed apprezzarlo, riprodotto in una sala occupata dalla sua bella biblioteca personale
Deciso a realizzare il suo sogno di costruire un labirinto in terra natale, in mezzo ai campi della sua infanzia, con l’intento di farne anche un luogo di cultura e di esposizione della sua collezione d’arte, scopre che il bambù trova un terreno favorevole in quella terra bagnata dal Po, e che è una pianta molto adatta per il suo scopo, visto che cresce velocemente e non perde le foglie. Fa arrivare quindi dalla Cina 50000 piante, che ora sono diventate 300000, disposte in circa 7 ettari di terreno (alcune hanno raggiunto anche i 15 metri di altezza). E’ così che nel 2015 realizza il suo sogno, inaugurando il Labirinto della Masone.
Il labirinto ha la forma di una stella a 8 punte, come una cittadella medievale; come un borgo medievale protetto dalle mura, questo è protetto dalla vegetazione, e ha una piazza nel suo centro: diventa un vero e proprio “un borgo della cultura”
Ho trovato il Labirinto della Masone un luogo incantevole da visitare. Sia per la bellezza da vedere, che per le sensazioni da sperimentare, tra cui la possibilità di entrare nell’ignoto, ma in sicurezza, in un luogo misterioso, ma senza timore alcuno
Dove ci si può lasciare andare, perchè forse ha proprio ragione colui che ha scritto sulla porta della toilette delle signore:
Prima di entrare nel museo, o al labirinto -anche qua si presenta subito una scelta su dove andare per primo- è esposta una meravigliosa Jaguar nera, che fu di Franco Maria Ricci, che ha catturato subito l’attenzione del marito
All’ingresso, c’è una torretta, dove si può salire e vedere il panorama dall’alto, ma per la vista della stella non è ancora un’altezza sufficiente
Il labirinto prende il nome dalla via dove si trova, nella campagna parmense; al suo interno ha anche un bel ristorante e un bistrot, con prodotti del territorio, e a prezzi accettabili. Sono presenti inoltre 2 suite per chi volesse fermarsi in un luogo insolito a dormire.
Quando si ha la possibilità di camminare nel sogno di un uomo, si può comprendere quanto grande sia la potenza dei sogni, e dove questi possano portare. Anche a lasciare impronte, piccole o grandi che siano, che sopravvivono oltre la morte.
Che danno un senso alla vita, ed arricchisono quella degli altri.
Non esiste un sogno perpetuo.
Ogni sogno cede il posto a un sogno nuovo, e non bisogna trattenere alcuno.Hermann Hesse – Demian
maggio 2023
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Dormire in una casa galleggiante
Non siamo andati tanto lontano da casa nostra (tra Bologna e Modena) per sperimentare questo alloggio singolare, a Rimini, nella riviera romagnola!
Scoperta per caso navigando su internet, capisco subito che voglio vivere l’esperienza di dormire in una floating house, ovvero in una casa galleggiante sull’acqua.Borghetto sul Mincio.
Attendo che ci sia una ricorrenza speciale come il compleanno del marito, ma il meteo non promette bene sull’Adriatico quindi la scelta ricade per questa volta suCon l’arrivo della bella stagione decidiamo allora di festeggiare un “non compleanno” ed andare anche senza una ricorrenza speciale: in fondo dopo il lungo inverno trascorso chiusi in casa, tra divano e serie, pensiamo che ci meritiamo di onorare la vita e la bellezza, e di trattarci bene
(frase trovata in una piazzetta di Rimini)
Entriamo nella darsena di Marina di Rimini, il cui porto turistico è rinomato per essere uno dei più belli e all’avanguardia del Mediterraneo. Si trova in una zona con edifici moderni e dalle forme strane, con un ponte e una lunga passerella pedonale che consente di vedere il panorama del porto e del mare dall’alto. La zona è molto vivace, è presente anche un ristorante, e un bar, che è aperto sul lato della spiaggia e al tramonto brulica di gente che fa l’aperitivo
Le 12 case galleggianti del House Boat Marina Resort si raggiungono percorrendo fino all’estremità la strada interna al porto. L’auto si può portare e parcheggiare davanti alla casa assegnata. Se ci si porta le biciclette ci si può spostare molto agevolmente, ed è una cosa molto gradevole.
La bianca house boat, con finestre tonde tipo oblò e una grande vetrata davanti, è bellissima
Una passerella conduce all’ingresso, e sul retro e sul davanti ci sono spazi attrezzati con tavoli e sedie, in modo da poter godere del tramonto, da un lato, e dell‘alba, dall’altro
.
L’ingresso guarda il porto e le barche ivi ormeggiate.
Una scala esterna porta sul tetto, dove c’è un solarium con 2 lettini prendisole: uno spazio spettacolare e panoramico che ho adorato
Di fronte c’è il molo, da dove escono le imbarcazioni
L’interno della casa galleggiante assomiglia a quello di una barca; gli spazi sono organizzati alla perfezione, curati e arredati con gusto ed eleganza
La cucina è attrezzata, non manca assolutamente niente. Sono a disposizione cialde per il caffè, the, zucchero e una bottiglia d’acqua per gli ospiti.
Nel bagno la doccia ha anche la cromoterapia.
La camera da letto matrimoniale ha 2 grandi oblò
2 letti singoli a castello sono invece nella seconda camera.
Un bel divano consente di ammirare il panorama del mare anche dall’interno, attraverso la vetrata.
Quando arriva il tramonto la vista è spettacolare.
E cenare mentre scende la notte, al chiarore della luna, crea un’atmosfera molto romantica
Il mare calmo del mattino presto, e le luci dell’alba regalano meravigliosi riflessi sull’acqua
La colazione con questa vista fa iniziare la giornata decisamente nel migliore dei modi, sicuramente un panorama inconsueto
Per gli amanti del mare, essere proprio sul mare, dentro al mare, percepire talvolta il dondolio delle onde, svegliarsi e avere sempre davanti lo spettacolo del mare, non ha prezzo
Ci siamo goduti il sole, il vento, il silenzio, i colori di ogni momento, l’ozio, la lettura. La bellezza di dormire dentro al mare.
Un’esperienza stupenda. Da ripetere.
Abbiamo prenotato direttamente dal sito https://www.marinadirimini.com/resort/ Rapporto qualità prezzo ottimo: gentilezza, disponibilità ed ottima organizzazione contraddistinguono il servizio.
E durante il soggiorno in questo posto splendido, ce ne siamo andati in giro per Rimini
Marzo 2023
RIMINI: colori arte e storia al Borgo San Giuliano
Borgo San Giuliano a Rimini è il posto che non ti aspetti: anticamente borgo di pescatori e marinai, ora è un quartiere riqualificato di grande fascino e vivacità, che fa il suo dovere, ricordando origini e tradizioni,e che omaggia il grande regista Federico Fellini, nato nella città e che dal borgo ha tratto ispirazione per le sue opere.
…e i miei ricordi galoppano… le case dai colori sfavillanti mi riportano a Burano, o ancor più lontano, a Trinidad di Cuba; i murales a Dozza Imolese, e ancor più lontano a Wynwood Walls a Miami; e anche qui vicino a casa, a San Giovanni in Persiceto (Bo), dove abbiamo una piazzetta splendidamente affrescata..
Ma lo stupore è sempre unico di fronte alla bellezza, alla creatività e al genio dell’essere umano.
Io non avevo mai sentito parlare di questo posto, se non che, avendo in programma di andare a Rimini, ho trovato un articolo ricco di informazione sul blog di Mimì https://www.spuntidiviaggio.it/borgo-san-giuliano-a-rimini-cosa-vedere-fra-street-art-e-ricordi-felliniani/
Ci dirigiamo quindi subito all’antico ponte di Tiberio, risalente al 14 D.c., che collega il centro storico al borgo: la sua vista, con gli eleganti pini marittimi, mi riporta alla mente le vie del centro della capitale romana.
Proprio alla destra del Viale Tiberio, che inizia dopo il ponte, partono le vie pedonali del Borgo San Giuliano: via Marecchia, Via Ortaggi, via Forzieri, via San Giuliano, le viuzze che si intersecano, e le piccole piazze.
Qui, su stradine talvolta lastricate e vicoletti, si affacciano case basse e colorate, molto curate, con fiori ai davanzali e piante rampicanti, sulle quali spesso si trovano delle piastrelle in ceramica con dei nomi: sono i nomi dei pescatori e dei marinai che un tempo hanno abitato quelle case, con l’immagine della vela delle loro barche.
Viste da cartolina, arricchite anche dai murales, che sorprendono all’improvviso, su una facciata, accanto a una finestra, o a una porta
Immagini che raccontano scene di vita quotidiana e di mestieri della gente di mare che vi abitava, espressioni creative, o messaggi di artisti che hanno lasciato la loro impronta.. ma soprattutto tante immagini che ricordano il regista che tanta ispirazione ha preso dalla vita e dagli abitanti del borgo, Federico Fellini, in omaggio ai suoi film e ai suoi personaggi
E così si gironzola con curiosità, lasciandosi sorprendere da quello che si trova girando l’angolo, o alzando gli occhi: da via Marecchia, dove ci sono tanti dipinti, Ginger e Fred,
Paolo Villaggio e Benigni nella Voce della luna,
a Piazzetta Gabena dove ci aspetta Giulietta Masina
e Marcello Mastroianni con Anita Ekberg
Appena oltre si trova un grande omaggio a tutti i personaggi e al maestro Fellini, dell’artista albanese Agis Sulaj
e nel giardinetto a fianco lo sceicco bianco Alberto Sordi appare sotto le frasche
In piazzetta Pirinela troviamo I Fiaccherai
di fronte, il Scureza di Amarcord in moto
e a fianco una carrozza con il carrozziere a riposo.
Altre facciate sorprendono, con il Casanova, il manifesto de la Dolce vita,
la prosperosa tabaccaia di Amarcord su una cartolina
la Gradisca col suo vestito rosso, seduta sul suo divano,
l’affascinante Mastroianni in auto con Anita
E poi il pescatore con le reti
un capodoglio enorme su una intera parete
… e tanti altri.
La riqualificazione del borgo avviene nel 1979, quando l‘amministrazione comunale decide di abbattere gli edifici del quartiere ormai in decadenza, per costruire un nuovo quartiere residenziale: in quel momento i cittadini si mobilitano creando un evento, la festa del Borgo, Fest de Borg in dialetto riminese, per salvaguardare il patrimonio storico e le tradizioni, e, in seguito, ristrutturando case e botteghe, dipingendo facciate e persiane con colori pastello o vivaci e impreziosendole con particolari e dettagli. I murales iniziano ad arricchire gli edifici poco dopo, e dopo la morte di Fellini, dando vita ad una vera e propria esposizione permanente di arte di strada. La festa del borgo viene riproposta da allora ogni 2 anni, a settembre.
Anche se il tempo ha attenuato i colori o deteriorato alcune opere, ne vengono aggiunte sempre di nuove, con colori brillanti, o testimoni di temi di attualità.
I dipinti che più mi hanno colpito sono quelli dell’artista Agis Sulaj, che puntano dritto al cuore: oltre al murales di Fellini, in Piazzetta Gabena, attorniato dai volti dei suoi personaggi con le loro espressioni caratteristiche, e il maestro che se li guarda, propone il tema dei migranti con il murales dell’ uomo con la valigia col fondo rotto, che va chissà dove..
e un altro che rappresenta una valigia, di grande impatto, a forma di casa, con la scritta “hotel Emigrante” su una parete bianca..
Tonino Guerra ha contribuito con il muro dei soprannomi, una parete dove sono appese una serie di piastrelle con i soprannomi usati dalle persone che vivano nel borgo, in via Ortaggi
Lo spettacolo dei murales continua poi scendendo sull’argine del fiume, sulle banchine: anche qui si trovano tra gli altri, dipinti dedicati a Fellini
come pure nell’invaso del fiume, sotto al ponte di Tiberio, sul giardino Marecchia, dove si trova il gallo e il pavone che si baciano, dal film Amarcord.
Alla fine del borgo, il Ponte dei Mille attraversa il fiume e porta dall’altra sponde, dividendo la via Sinistra del porto dalla via Destra del porto, che costeggiano il molo: guardando la banchina sotto sul fiume, si scorge un meraviglioso treno Freccia Rossa dipinto
il suo muso obliquo è stato disegnato in corrispondenza alla scala per scendere
Qui talento e creatività, a mio avviso, hanno contribuito a creare un’opera geniale
Sulla via San Giuliano si trova la chiesa di San Giuliano martire, e all’interno del borgo ci sono alberghi diffusi e b&b, osterie, gelaterie, bar, dove gustare le specialità romagnole, come anche sul bel viale Tiberio, con vista sul fiume e sul parco XXV aprile
Molto animato e frequentato con la sua Piazza sull’acqua, una piattaforma in legno dove si svolgono anche spettacoli ed eventi musicali e culturali, il parco è luogo di relax all’invaso del fiume.
Entrare nel borgo San Giuliano è come fare un tuffo in un’altra epoca e in un’altra dimensione, leggere un racconto, entrare in un film e osservare i protagonisti e ascoltare le storie che raccontano. L’arte, come sempre, parla il linguaggio universale e arriva dritta al cuore senza scomodare la testa.
Colpita e affondata.
Un giro per il centro storico di Rimini
Rimini è bellissima!
A Rimini io ero stata in villeggiatura da ragazzina e qualche altra volta sul bel lungomare.
Sapevo che, a differenza di altre località di mare della Romagna, sull’Adriatico, era una città che non si spopola d’inverno e avevo sentito dire che avesse un’interessante centro storico, ma non mi aspettavo che fosse così bella, interessante, piacevole da girare, con le impronte evidenti delle varie epoche storiche, e con un’atmosfera particolare, data dal ricordo del regista Federico Fellini, nato nella città nel 1920, che aleggia ovunque.
Quello che mi ha colpito subito di Rimini sono gli ampi spazi pedonali, che le conferiscono un senso di ariosità, e permettono di vedere ed apprezzare i monumenti al meglio, e che si contrappongono ai vicoletti caratteristici e alle incantevoli piazzette
Dal caratteristico e multicolore borgo San Giuliano, attraversando il ponte Tiberio, si entra nel centro storico dal corso d’Augusto, una lunga via piena di negozi, che porta in Piazza tre martiri, fulcro della vita cittadina in epoca romana e ancora oggi
Ampia, con una pavimentazione in lastricato chiaro e attorniata da portici, vede la torre dell’orologio al centro e la statua di Giulio Cesare a un lato. Il corso termina all’arco di Augusto, l’antico arco romano dedicato ad Ottaviano Augusto, da cui parte la via Flaminia, che congiunge Rimini a Roma.
Piazza Malatesta si apre da una piazzetta chiamata Piazza dei sogni: si riconosce perché davanti ha una scultura rappresentante un grosso rinoceronte: qui ha sede il Fellini museum, uno dei 3 luoghi espositivi in omaggio al regista (insieme al castello e al cinema Fulgor). Purtroppo, per mancanza di tempo, non siamo riusciti a visitarne neanche uno, ma l’aria che si respira ovunque in città mi ha incuriosito, per cui credo che prossimamente sarà meta di apposita visita.
La piazza guarda il retro del Palazzo comunale medievale, Palazzo dell’Arrengo, che affaccia su Piazza Cavour, un altro enorme spazio, delimitato su un lato dal magnificiente teatro Amintore Galli, color mattone, e dal corso d’Augusto. Il palazzo comunale è immenso, con un ampio loggiato, porticati e i caratteristici merli medievali. Al centro della piazza si trova la statua di papa Paolo V.
Di fronte si trova un arco ogivale che porta all’interno della vecchia pescheria, un luogo davvero affascinante e caratteristico, contornato da colonne, e con lunghi banchi di marmo, che riporta davvero indietro nel tempo
Piazza Cavour è il proseguo di Piazza Malatesta ed è immensa: sul fondo domina il castello Sismondo, dal nome del signore Malatesta, che lo fece costruire attorno alla meta del 1400; un tempo era circondato da un fossato: ora ha di fronte un coreografico specchio d’acqua bassa, che sicuramente rende singolare la vista
Al cortile del castello si accede gratuitamente attraverso la Torre maggiore: entrando, un’installazione sospesa che rappresenta lo sceicco bianco, del celebre film di Fellini, introduce alla parte di museo del regista, che ospita alcuni set dei suoi film.
Ultimo monumento che siamo riusciti a vedere nel nostro giro a Rimini è il Tempio Malatestiano, cattedrale della città, in piazza Teatini: una chiesa rinascimentale bellissima e particolare, voluta da Sismondo Malatesta (ma rimasto all’epoca incompiuto, senza la cupola prevista), progettato da Leon Battista Alberti. Molto bello anche interamente, vi sono conservate anche importanti, opere come il Crocifisso di Giotto e il ritratto di Sismondo di Piero della Francesca
Il nostro giro per il centro storico di Rimini finisce qua, ma non ce ne andiamo senza passare dal famoso e bellissimo Grand Hotel, e senza fare una passeggiata in bicicletta, sul bel lungomare pedonale: essendo primavera gli stabilimenti sono ancora chiusi, ma si può di andare sulla spiaggia, dove ci sono le dune a protezione, e in riva al mare
Anche questa zona è stata riqualificata rispetto a quando ero venuta in villeggiatura da ragazzina, rimodernata la zona del passeggio e la maggior parte degli hotel e dei locali che guardano il mare, conferendo un’immagine di cura ed eleganza al contesto.
Le aree che costeggiano il canale, al limite della città, Sono molto piacevoli: la darsena, da una parte moderna e all’avanguardia, dove abbiamo alloggiato in una casa galleggiante, e la passeggiata da piazzale Boscovich che continua sul molo, che abbiamo percorso in bicicletta perché, come dicevo, a Rimini gli spazi sono enormi!!
Che dire… da emiliana ho rivalutato Rimini, che posso raggiungere in poco più di un’ora di auto o di treno..
Me ne vado a casa sazia, soddisfatta, con il proposito di ritonare, e una gran voglia di andarmi a vedere un film di Fellini!
Tips:
Pranzi e cene
ristorante di pesce Ricci di mare: location stupenda sulla spiaggia, qualità e servizi eccellente, quantità super abbondanti e prezzo giusto, confermo che ha meritato la partecipazione a 4 ristoranti di Alessandro Borghese!
Brace 11 25, un locale con qualche tavolo esterno dove mangiare sublimi arrosticini di carne e spiedini di pesce cotti al momento sulla brace.
Alloggio: floting house alla Marina di Rimini resort.. spettacolare, ne parlo qui
marzo 2023
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L’altra ROMAGNA: relax al mare a PUNTA MARINA e MARINA DI RAVENNA
Incantevole BORGHETTO SUL MINCIO (VR): una notte in ex mulino, in compagnia del fiume
Da un po’ lo puntavo, Borghetto sul Mincio, e un impegno di lavoro insieme al compleanno del marito mi hanno dato l’occasione di organizzare la visita. Il borgo è infatti vicino ad un ristorante che lui aveva adocchiato per mangiare la paella. Strano no??? In Veneto, vicino al lago di Garda, un posto dove fanno una paella che dicono essere eccezionale: Ismaele a Lazise, che non posso non consigliare perchè ha soddisfatto in pieno le aspettative!
..e allora io, con la nostalgia della nostra Fuerteventura, dopo diversi anni in cui manchiamo dal trascorrere qualche giorno d’inverno, e della sua paella, ho colto la palla al balzo. In una giornata di bel tempo di fine Febbraio, con la voglia di far qualcosa per festeggiare e insieme di visitare un posto singolare, siamo partiti per Borghetto sul Mincio.
Borghetto è una frazione di Valeggio, in provincia di Verona, non distante dalla bella Peschiera del Garda, anch’essa bagnata, anzi circondata, dal fiume Mincio.
La particolarità di Borghetto sul Mincio è di avere un centro che è come una piccola isola in mezzo al fiume: qui, nel cuore del villaggio, antichi mulini ad acqua del 1400 e locali per il rimessaggio dei prodotti lavorati, si trovano tra le due sponde, che sono unite da due ponti. La sensazione è di trovarsi proprio in mezzo al fiume.
Nel tempo, caduti in disuso, mulini e locali sono stati trasformati in relais, suites, b&b, ristoranti, e negozi, mantenendo gran parte delle loro caratteristiche di un tempo, offrendo un’esperienza unica e magica.
Un ponte pedonale collega, sul retro, i mulini del borgo alla sponda opposta, mentre, di fronte, attraversa tutto il fiume il vecchio e lungo ponte visconteo della fine del 1300
Questo ponte fa da diga, e soltanto una piccola parte in legno permette il passaggio del fiume, che spezza e rafforza la potenza dell’acqua, mentre perpendicolarmente si formano delle cascatelle.
L’acqua si infila nelle volte del borghetto e scorre con prepotenza sotto ai vecchi mulini, che arrivano a circa la metà della larghezza del fiume: alcune enormi pale, che offrono scorci meravigliosi tra un edificio e l’altro, fanno facilmente immaginare come ben potesse venire fatto il lavoro di molitura di cereali e frumento. con l’energia dell’acqua.
Il ponte visconteo, lungo 650 metri, un tempo è stato fortificazione che si collegava al castello della vicinissima Valeggio: oggi si possono ammirare i resti di alcune torri, dei merli, e la parte di ponte in legno ricostruito. e si può percorrere in auto per attraversare il fiume, ed andare dall’altra parte del villaggio.
Proprio da questo ponte si hanno le miglior viste dei mulini di Borghetto.
Il cuore del borgo, con la sua atmosfera medievale, si visita in pochi minuti; la strada pedonale di accesso al paese da Valeggio si dirama in una viuzza, con gli ex mulini da una parte e gli ex magazzini dall’altra, termina sul fondo in mezzo al fiume
Dall’altro lato, una porta merlata, è ciò che è rimasto di un castello fortilizio scaligero, risalente al 1331, un tempo dotato di fossato, ponte levatoio e 5 torri, e dismesso nel XVI secolo, quando nella cittadina sono stati costruiti i mulini, per sfruttare la potenza dell’acqua.
Eccco un po’ di storia
Dalla porta, la strada conduce al ponte e si unisce all’altra sponda,
dove si sviluppa il resto del paese e si trovano abitazioni, ristoranti, e altre strutture turistiche, e una bella passeggiata lungo fiume.
Le due viuzze dei mulini sono da percorrere ad ogni ora, per godere a pieno dell’incanto del luogo: guardando gli edifici che si specchiano sull’acqua,
ascoltando il fragore dell’acqua
ammirando le pale dei mulini ancora mossi dalla sua forza idraulica
e restando stupiti dagli angoli romantici, dove i tanti che vogliono suggellare una promessa d’amore agganciano il proprio lucchetto, fino a riempire le ringhiere.
Passando su quel fiume, che bagna sempre il borgo, anche nella stagione secca, e mai straripante, grazie ai canali di devianza delle acque. Un senso di grande armonia, tra natura e storia.
Borghetto di sera
Quando viene l’imbrunire, e poi la notte, e il borgo resta deserto, ancor di più se ne può apprezzare la particolarità e la bellezza: i lumi si accendono, e si rispecchiano sulle acque, il silenzio accentua il suono del fiume che scorre impetuoso, e che si fa sentire ad ogni angolo e in ogni alloggio.
E si realizza l’unicità del luogo, che alimenta la sensazione di non essere sulla terra ferma, ma in un territorio di mezzo, in cui talvolta è un piacere stare, fuori dal consueto, da se, dal mondo, e dove si può fantasticare (o realizzare) di essere trasportati dalla corrente.
Alloggiare a Borghetto: Vacanze nei mulini
Per quanto detto sopra è molto bello restare a dormire a Borghetto. Ad aumentare il fascino per me è stato alloggiare in una delle dimore di charme, costruite negli antichi mulini e sentire costantemente lo scorrere del fiume, la poesia della sua forza, della sua energia, della sua irrequietezza. Che, invece di accentuare la mia, quasi con effetto catartico, la portava fuori e le dava voce, dissipandola. Come se una volta fuori, l’irrequietezza, si potesse guardare e anche amare, o quanto meno, se ne potesse apprezzare il lato positivo.
Non avrei più voluto smettere di ascoltare quella voce impetuosa e urlante, e di guardare quell’acqua corrente e rigenerante, dal balconcino del mio alloggio, che doveva essere stato rimessaggio per le materie lavorate dai mulini.
Borghetto, vacanze nei mulini sono una serie di mono e bilocali con cucina, negli antichi mulini del borgo, risalenti al 400. Dislocati in vari edifici, sono suites molto pittoresche alcune soppalcate, alcune in posizioni stupende, come La cascata, con terrazza proprio dentro al fiume
o La pala, con vista diretta sul ponte visconteo,
o la nostra, Il balconcino, con vista sulla parte retro del paese
Alcune con camino, terrazzini romantici, travi in legno, maioliche, e ognuna arredate con cura ai dettagli e ai colori, in armonia con il luogo.
La nostra camera era davvero una meraviglia
con cucina, due stanze nel soppalco
con particolari molto originali
e il balconcino con vista da incanto
Valeggio sul Mincio
Da Borghetto, attraverso una ripida scala in mezzo al bosco, si può arrivare al castello sforzesco di Valeggio
Quando si giunge alla cime si ha una gran bella visione
domina il paese e offre bei panorami dall’alto
Qui un po’ di storia
Discendendo dalla parte opposta si può visitare il centro cittadino: la piazza principale col municipio dal colore giallo acceso e gli scuri verde brillante
la bella chiesa di stampo romanico, le case colorate, i locali che mescolano particolari vintage a modernità.. e i tanti negozi che vendono i famosi tortellini di Valeggio.
I tortellini di Valeggio
I tortellini di Valeggio io non li conoscevo proprio: per me sono stati una bella sorpresa. Chiamati anche Nodo d’amore, quelli tradizionali di carne, preparati in brodo o asciutti, li abbiamo assaggiati al ristorante La Cantina di Borghetto, per cena, così diversi da quelli nostri e più conosciuti di Bologna, ma a cui assolutamente tengono testa.
Ma ancor di più mi sono piaciuti i tortelli, con i diversi ripieni tra cui scegliere: belli da vedere, colorati, con la sfoglia sottile, sapori intensi fantasiosi, messi in mostra nei pastifici tanto da far venire la voglia di comprarne da portare a casa.. cosa che abbiamo fatto!!
In bicicletta per la Valle del Mincio
È possibile raggiungere Borghetto anche tramite la pista ciclabile del Mincio, che collega Mantova a Peschiera e altre località del Lago di Garda: in paese sono presenti anche servizi di noleggio biciclette.
Il Parco Sigurtà
E proprio a Valeggio si trova il Parco Sigurtà, un giardino botanico naturalistico, famoso e apprezzato per ammirare le fioriture: quando siamo andati era ancora chiuso, l’apertura è prevista per i primi di marzo, ma sarà sicuro meta di una prossima visita, che mi propongo da abbinare al giro in bicicletta!
In conclusione..
Borghetto è una perla unica, mi è piaciuta moltissimo. Il protagonista ovviamente è il fiume, che ho amato: fermarsi sul balcone ad ammirarlo ed ascoltarlo, festeggiare con la sua vista e le luci del borgo, aprire la finestra la mattina e ritrovarsi con la sensazione e dell’energia che tutto scorre .. non ha prezzo
Voglio in ultimo evidenziare la gentilezza e la cordialità che contraddistingue la persone di questi luoghi, ristoratori, host, negozianti: persone gioviali e gentili, che a volte mi stupisco di trovare ancora.
Adoro queste toccate e fuga, un salto dal mio tempo e dal mio spazio che mi nutre e mi fa ritrovare stupore, emozioni, e bellezza. Una sana boccata d’aria fresca, per poco e non lontano da casa, entusiasmante e rigenerante.
febbraio 2023
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LAGO DI GARDA: MALCESINE e PESCHIERA sulla sponda veronese
Malcesine
Avevo sentito parlare molto bene di Malcesine, un borgo con castello sul Lago di Garda, e da tempo avevo desiderio di andare.
Cosi. dopo essere stata più volte nella mia adorata Sirmione, nel lato bresciano del lago, lo scorso anno a Riva del Garda e Limone sul lato trentino, e un paio di volte già sul lato veronese a Peschiera, quest’anno in occasione del Capodanno, abbiamo deciso, proprio all’ultimo momento, di andare a Malcesine, che si trova anch’esso sulla sponda veronese, nel lato ovest.
Malcesine ci ha fatto innamorare davvero: in primo luogo per il suo borgo antico medievale caratteristico, con strade di ciottoli, e il suo castello proprio sul lago. Poi per la possibilità, in pochi minuti, di salire ad oltre 2000 metri sul monte Baldo, e trovare tutt’altro paesaggio: qui in caso di neve si può anche sciare, e d’estate praticare trekking, biking e parapendio.
Il centro storico e il castello di Malcesine
Il centro storico di Malcesine si sviluppa su un promontorio e il paese è un labirinto di deliziosi vicoletti, alcuni strettissimi
con voltoni
case colorate, piazzette, in un saliscendi che offre scorci incantevoli, dal castello al lago
Il castello scaligero, si erge su uno sperone roccioso nel punto più alto, e con la sua torre si vede anche dalla strada Gardesana
E’ stupendo ammirare il suo fare da protagonista del paese, salendo con la funivia verso al monte Baldo. Un panorama stupendo.
Stradine e vicoletti per arrivarci sono molto pittoreschi
Il castello risale al I secolo a.c., o d.c., secondo versioni contrastanti, ma fu residenza scaligera dal 1300. Gli interni sono visitabili e ospitano il museo di storia naturale.
https://www.visitmalcesine.com/it/il-castello-scaligero-nel-cuore-del-borgo-di-malcesine
L”ultimo giorno dell’anno era chiuso, ma ha comunque un fascino incredibile anche dall’esterno, col suo profilo slanciato verso il cielo e il suo affaccio sul lago.
gli alberi di arance con i frutti, cresciuti attorno
la vista dai diversi punti sul lago, e le stradine che portano fin sulle rive del lago
Con l’illuminazione della sera e i lampioni sui vicoli l’atmosfera è davvero romantica!
Malcesine, per la sua bellezza, è stato meta di visite e riferimento per artisti illustri, quali Kafka, Goethe e Klimt.
La funivia e lo skyway per il Monte Baldo
Il monte Baldo, rilievo appartenente alle Prealpi venete, si raggiunge velocemente attraverso la funivia che si trova appena fuori dal paese di Malcesine, e che merita davvero un viaggio.
La prima parte arriva alla stazione di San Michele ed è una meraviglia salire e vedere pian pian tutta la zona nella sua interezza, e il paese e il lago diventare sempre più piccoli, come avevo già apprezzato a Molveno
Dalla prima stazione, dopo essersi goduti il panorama, si può prendere poi lo Skywalk che percorre il secondo tratto, che è proprio come lo Skyway del Monte Bianco, un po’ più piccolo ma con la cabina rotante di 360 gradi, che porta fino a 2000 metri.
Arrivare sulla cima per noi è stato come atterrare in un altro modo!!
Dall’atmosfera romantica e soleggiata del lago, sembrava di essere approdati nella tundra! Neve (ma non sufficiente perché gli impianti fossero aperti), vento freddo e nebbia con visibilità bassissima.. ma tutto spettacolare!
All’arrivo stavano festeggiando l’ultimo giorno dell’anno con musica su uno spiazzo con sdraio, che mi hanno fatto subito sentire la voglia di tornare col bel tempo e la neve, per sdraiarmi al sole. Dentro alla struttura dello Skyway c’è un bar ristorante, dove ci siamo gustati un bombardano per scaldarci, prima della discesa!
Il lago di Garda
Il lago di Garda per me è sempre stupendo: in questa zona le montagne gli fanno da contorno e coi riflessi del sole si colorano, creando quadri meravigliosi.
Le sue acque qui sono sorprendentemente trasparenti.
Il piccolo porto vecchio dona, dal suo moletto belle verdute su Limone, di fronte e Riva del Garda in lontananza, oltre le montagne. Si trova in una bella piazzetta con due statue interessanti di metallo, a cui si arriva dalle strette stradine provenienti dall’alto del borgo.
Malcesine a Capodanno
In piazza Statuto, la piazza più grande del paese, nel periodo delle feste di Natale c’è un piccolo ma grazioso mercatino natalizio, con bancarelle di manufatti e di cibo, e la pista di pattinaggio. A Capodanno abbiamo avuto la fortuna che ci fossero i festeggiamenti con musica dal vivo, in un’atmosfera molto calda e divertente.
Allo scoccare della mezzanotte dal castello sono stati sparati dei meravigliosi fuochi d’artificio, che abbiamo visto dal porto vecchio, stappando lì sul lago la nostra bottiglia di spumante! Davvero un fine d’anno piacevole!
Un presepe con statue a grandezza reale, l’albero di Natale e le belle luminarie per il paese, rendono l’atmosfera davvero piacevole.
Alloggio e ristoranti
Nel periodo invernale non tutti gli alberghi e i ristoranti sono aperti a Malcesine.
Noi abbiamo alloggiato all‘hotel Dolomiti, nel centro del paese, nella zona pedonale, ma non lontano dalla strada Gardesana, e con parcheggio vicino
L’hotel è molto gradevole nella hall e nella zona colazione
Le camere sono ben ristrutturate e moderne (anche se nella nostra il bagno stonava un po’ perché non rammodernato, ma era comunque messo molto bene)
Il personale è gentilissimo e l’hotel offre una ricca colazione, con ottime torte e biscotti fatti in casa e crêpes preparate al momento. Abbiamo prenotato direttamente dal sito per le tariffe e condizioni più convenienti.
Per i pasti mi sento di suggerisce i posti dove siamo stati:
Ristorante pizzeria Nikolas, con una stupenda terrazza direttamente sul lago, piatti gustosi, con ottimo rapporto qualità prezzo
Ristorante da Pedro, ambiente moderno con soffitti a volta antichi, ottima pizza e personale gentilissimo…. ma ovunque abbiamo trovato persone molto gentili
La strada per arrivare a Malcesine costeggia il lago ed è molto panoramica, ancora più bella quella fatta al ritorno proseguendo per Riva: davvero sono posti meravigliosi!
Peschiera del Garda
Una delle prime cittadine che si incontrano arrivando da Bologna sulla sponda veneta del Basso Garda è Peschiera, in provincia di Verona.
Comodissima, in quanto molto vicina al casello autostradale dell’A4, circa 2 chilometri, e con la stazione ferroviaria non distante dal centro, Peschiera è un borgo fortificato davvero suggestivo, collocato tra il lago e il fiume Mincio, e le cui mura difensive le hanno valso l’inserimento tra i patrimoni Unesco.
All’arrivo si scorgono subito i bastioni della fortezza a forma pentagonale, uno per ogni punta, che di sera danno davvero l’idea di una stella, e al cui interno è racchiuso il centro storico cittadino.
L’ingresso in città avviene da via Venezia e attraverso Porta Verona, poi percorrendo i giardini di viale Cordigero, si giunge al Canale di Mezzo, tra il lago e il fiume.
Dal lato del fiume troviamo il piccolo porticciolo, dove sono ormeggiate le imbarcazioni dei pescatori, che termina sul Ponte dei Voltoni
Mentre dalla parte del lago si ha una bellissima vista di uno dei bastioni, con le fioriere che ho visto sempre fiorite e curate che fanno da sfondo
Da qui si può proseguire per una lunga passeggiata sul lungolago Mazzini, dove si trovano diverse spiaggette di sassi
Al tramonto le acque del lago assumono stupende tonalità!
L’accesso alla cittadina può avvenire anche dalla parte occidentale (opposta a Porta Verona), attraverso Porta Brescia, tramite un passaggio pedonale.
La porta si può raggiungere in breve anche una volta dentro al paese, da piazzale Bettelani, che si trova all’inizio del lungolago, dove ci si può imbarcare per i tour del lago per raggiungere le altre cittadine. Un incantevole ponte anche qui collega il fiume Mincio al Garda, e offre una bellissima vista sui bastioni di quel lato, con la possibilità di salire sul camminamento di ronda e passeggiare tra due bastioni
Tornando verso il paese, mentre si ammirano le viuzze e i vicoletti, merita arrivare fino a Piazza Ferdinando di Savoia, detta anche Piazza d’Armi, e percorrere poi la via che costeggia il canale, piena di ristoranti e piacevoli localini, con le barche viste in precedenza dal ponte sul canale stesso
Noi abbiamo visitato la cittadina anche durante le feste natalizie, quando Piazza d’Armi viene allestita con bancarelle e pista di pattinaggio, e dove, dal ponte sul canale, si può scorgere il presepe costruito sotto le acque del lago.
Fuori dalla cittadella, proseguendo sul lungolago Porto Esterno, si possono raggiungere delle belle spiagge, che offrono una vista incantevole su tutto il lago
Ovviamente non possono mancare le soste per the, caffè, aperitivi o merenda, in uno dei bei localini del centro, o una cena sul lungolago, o tra i vicoletti del paese..
Insomma, Peschiera è davvero un altro bel posto da visitare.. e dove tornare, per noi, vista la vicinanza!
ottobre e dicembre 2022
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Spiagge incantevoli della SARDEGNA del sud: la Tueredda, Su Giudeu e Porto Pino
Quattro giorni in Sardegna, breve vacanza di mare prima della fine dell’estate.
Quattro stupende spiagge visitate nella punta sud ovest della Sardegna, zona Cagliari, Chia, Porto Pino.
Eravamo già stati nell’area sud della Sardegna, in primavera, qualche anno fa, a nord di Cagliari, visitando Villasimius, porto Giunco, Campolongu,(ne ho parlato qui )
Sardegna: Cagliari e dintorni, sorpresa inaspettata a primavera
Questa volta volevo vedere la parte a sud, in particolare, quelle zone in cui sono presenti le dune, paesaggi caratterisitici che amo particolarmente.
Il Poetto, la spiaggia di Cagliari
L’arrivo è stato con un volo su Cagliari e dopo un giro nel centro città, che trovo sempre bello, con il bus dall’autostazione in piazza Matteotti, che si raggiunge attraversando la via Roma, ho preso uno dei bus con la P, che portano al Poetto, la spiaggia di Cagliari, a circa 6 km di distanza.
Il bus per il Poetto fa varie fermate, la spiaggia è lunga 9 chilometri, dove si alternano stabilimenti e chioschi/ristoranti a spiaggia libera.
Nella prima parte i ristoranti sono all’inizio della spiaggia, che è molto ampia, vicino alla strada, e gli stabilimenti con gli ombrelloni sono più avanti. Dal capolinea dei bus in poi la spiaggia si accorcia, e si trovano invece stabilimenti dotati anche di ristorante e più vicini al mare.
Di fronte alla spiaggia ci sono ampi spazi adibiti a parcheggio.
Noi abbiamo scelto il Tagoo beach club, per fermarci a pranzo: davvero uno stabilimento molto bello, e con un ristorante che prepara cibo molto buono e con ottimo servizio.
La giornata era ventosa, quindi il mare non si è mostrato nel suo massimo splendore, ma i colori, la trasparenza e il contesto mi fanno dire che il Poetto è una bella spiaggia cittadina.
Suggerimenti
A Cagliari abbiamo alloggiato nel quartiere Marina (la volta scorsa nel quartiere Villanova), all’Arcobaleno Rooms: palazzo caratteristico in posizione comodissima, in via Sardegna, tra le stradine del centro vicinissime al porto, a via Roma e a largo Carlo Felice
Le camere sono state ristrutturate ma conservano il fascino delle origini: questa stanza mi ha ricordata quella dove abbiamo alloggiato a L’Havana!
Le spiagge visitate a Chia: Tueredda e Su Giudeu
Con così pochi giorni a disposizione ho dovuto fare una selezione delle spiagge della zona, cercando di capire quali venivano definite come le più belle. Tueredda spiccava tra queste.
La spiaggia TUEREDDA
La spiaggia Tueredda vanta la particolarità di avere una punta carattestica, circa nel suo centro. Il mare, soprattutto in certe ore della giornata ha un colore azzurro meraviglioso da una parte e sfumature variegate in turchese dall’altra. La sua bellezza però viene esaltata vedendola dall’alto: in certe foto, probabilmente scattate con il drone, il paesaggio è da favola, percorrendola a piedi si vede un bellissimo mare ma non fa lo stesso effetto.
Accesso alla spiaggia
Quest’anno la spiaggia di Tueredda aveva il contingentamento gli accessi, ovvero potevano entrate soltanto poco più di un migliaio di persone, tra spiaggia libera e prenotazioni agli stabilimenti balneari.
Per la spiaggia libera l’ingresso era in ordine di arrivo e sul sito https://tuerredda.spacli.it/ si poteva tenere sotto controllo il numero di posti ancora disponibili.
Stabilimenti
Gli stabilimenti presenti sulla spiaggia sono 2: il Poseidon, che si incontra dopo il tratto di spiaggia libera, nella prima parte della spiaggia, che da anche sulla punta, e il Tropico mediterraneo, che segue, mentre l’ultima parte di spiaggia è di nuovo libera.
Il punto più affollato è la spiaggia libera all’ingresso: qui, con il passare delle ore, si riempie davvero di ombrelloni, e si riduce quindi lo spazio per persona. Mentre la parte sul fondo, delimitata da una collina rocciosa, con un mare basso e più digradante e con sfumature stupende, ha un pò d’ombra ed è meno affollata. A mio avviso, da preferire per chi non sceglie lo stabilimento.
Il primo stabilimento, che guarda sul tratto di mare migliore, è molto bello, con ombrelloni di paglia più grandi dell’altro, ma questo da la sensazione di essere più affollato; ha un bel ristorante, dove abbiamo mangiato bene agli stessi prezzi che si trovano ormai in gran parte ristoranti.
Il secondo stabilimento, il Tropico mediterraneo, ha prezzi inferiori per il noleggio di ombrelloni e lettini, e non fa servizio ristorante.
Da nessuno dei 2 stabilimenti ho ricevuto risposta ai vari tentativi di prenotazione telefonica. Per cui, lasciata la spiaggia del Poetto, e diretti verso Chia, ci siamo fermati un paio d’ore nel tardo pomeriggio a Tueredda e abbiamo così prenotato di persona un ombrellone con 2 lettini per l’indomani, al Tropico mediterraneo (ombrellone in terza fila, 40 euro a fine agosto😱).
In definitiva la spiaggia ha un mare davvero molto bello, ed è particolare con la sua punta, ma per me è risultata poco rilassante, tra prenotazioni, parcheggio e affollamento. E dico che per fortuna l’ingresso è a numero chiuso!!
Suggerimenti
Il momento in cui il mare ha i colori più belli a Tueredda è dalle 14 e il punto migliore con acqua di un azzurro intenso tipo Maldive, è davanti al Poseidon, il primo stabilimento che si incontra.
I primi parcheggi che si incontrano sono i più costosi, 9 euro, ma andando pochi metri avanti si trova a 5 euro al giorno, o 3 al pomeriggio. Sono solo pochi passi in più da fare per cui può valere lo sforzo.
Chia: alloggio e ristorante
A Chia ci siamo fermati una notte per arrivare presto, la mattina dopo, alla spiaggia Tueredda. In agosto avevo sentito dire che oltre alle difficoltà per l’ingresso, poteva essere un problema trovare parcheggio per la spiaggia, e che pertanto sarebbe stato meglio arrivare presto. All’ultima settimana d’agosto, e con una prenotazione last minute, non c’erano molte possibilità a prezzi non troppo alti e per solo 1 giorno di soggiorno.
La nostra scelta è caduta sul b&b I colori di Chia, prenotato su booking,com, uno dei pochi disponibili.
La posizione del b&b è comoda: non è lontana dalla strada principale, ed è vicino a ristoranti raggiungibili anche a piedi. La stanza Lavanda che ci hanno assegnato era arredata con gusto, in stile provenzale e aveva un terrazzo grande panoramico molto bello. La colazione era ricca e la signora Irma è stata molto gentile e professionale. Da segnalare l’assenza di tv, che per noi non è stato un problema, e la mancanza di un bollitore in camera e acqua o qualche bibita nel frigorifero (a pagamento), che suggerirei di mettere come spunto di miglioramento.
Il ristorante scelto per la cena è stato Buiccu, raggiunto a piedi, dove abbiamo mangiato ottima fregola e maialetto.
Il giorno successivo, dopo averlo trascorso alla Tueredda, ci siamo diretti a Porto Pino.
Ma prima di raccontare di Porto Pino, racconto della spiaggia di Su Giudeu, a pochissimi chilometri da Tueredda, che noi abbiamo visitato l’ultimo giorno, tornando da Porto Pino, avendo il volo di ritorno in tarda serata.
La spiaggia SU GIUDEU
La spiaggia di Su Giudeu mi è piaciuta davvero tanto, per la sua ampiezza, per le dune che ci sono sul retro, per i massi da cui è delimitata, per il bellissimo mare, con una temperatura molto piacevole a fine agosto.
Dall’estremità a sinistra, salendo sulla roccia si può avere la vista di tutta la spiaggia, da una parte, e della spiaggia attigua di Campana Dune dall’altra.
Nei momenti di bassa marea si riesce a raggiungere a piedi l’isolotto di Su Giudeu, che si trova di fronte, da cui la spiaggia prende il nome.
Suggerimenti
Le ore con i colori migliori a Su Giudeu sono dalle 12 in poi.
La sabbia in questa zona è dorata.
Il tratto che più ci è piaciuto è quello all’estremità sulla destra, dove ci sono massi che mi hanno ricordato le Seychelles, e tanto spazio dietro allo stabilimento con le dune.
I parcheggi sono tanti, e in più punti della lunga spiaggia; pertanto, se si vuole raggiungere l’area che ho indicato che più mi è piaciuta, occorre seguire le indicazioni per il parcheggio di Cala Cipolla, pena una lunga passeggiata per arrivarci.
Gli stabilimenti sono sparsi lungo la spiaggia a debita distanza, i prezzi di ombrellone e lettini variano, e in tutti non c’è il servizio ristorante ma vengono serviti solo panini e insalate confezionati provenienti dallo stesso fornitore (la nostra insalata di riso Venere, con pomodorini, Philadelfia, polpa di granchio, avocado, e olive nere, era molto gustosa)
PORTO PINO
Porto Pino l’avevo adocchiata da un po’ di tempo, attratta dalle sue alte dune di sabbia bianca, che non hanno deluso le mie aspettative.
La zona è quella di Teulada e del paesino di Sant’Anna Arresi-
Una strada panoramica costiera meravigliosa, la SP 71 collega Chia a Porto Pino.
Le spiagge di PORTO PINO
Le spiagge di Porto Pino sono 3: alla prima e alla seconda spiaggia si accede dal centro del paese. Sono presenti tratti con stabilimenti balneari e altri con spiaggia libera. Purtroppo la prima spiaggia quest’anno aveva tanta poseidonia in un tratto, ma appena oltre, il mare aveva una trasparenza incredibile, dovuta probabilmente al peso della sabbia, che alzandosi va subito a depositarsi sul fondo.
Percorrendo tutte le due spiagge si arriva a Is Arenas Biancas, la spiaggia delle dune: è una camminata piuttosto lunga!
Per fare meno strada a piedi, avendo un auto, si può accedere alla spiaggia da una strada prima di arrivare a Sant’Anna Arresi, dove si trova un parcheggio, dal quale si prende poi un tratto da fare a piedi. In alternativa, in direzione Porto Pino, appena passato il ponte sullo stagno, si trova una strada sterrata che lo costeggia, ed arriva ad un grande parcheggio, da dove, con una breve passeggiata di 10 minuti si arriva agli ultimi stabilimenti e poi alla spiaggia libera, e da lì si raggiungono le dune. Sia la strada in auto, da fare lentamente per godere del paesaggio, che la passeggiata a piedi per la spiaggia, in territorio lagunare, sono naturalisticamente molto belle, specie all’ora del tramonto. Questo territorio è habitat naturale di fenicotteri, gabbiani ed altri uccelli
Noi abbiamo preso la strada da Porto Pino. molto vicina al nostro alloggio, e ci siamo fermati al primo stabilimento trovato, U recantu. Qui lettini e ombrellone costano meno che in zona Chia, 25 euro in terza fila (a fine agosto), e anche molto meno che da noi in Romagna!
Con una passeggiata di una ventina di minuti, si arriva alle dune..
Il paesaggio è incontaminato e protetto (infatti non si può transitare oltre un certo limite), è area militare e accessibile solo nella stagione estiva.
E’ davvero bellissim: montagne di sabbia bianca, alte fino a 30 metri, che si sviluppano per un chilometro circa
Di fronte c’è un mare cristallino e con sfumature azzurro intenso, date dalla sabbia bianca o grigia.
Io che amo le dune di Fuerteventura, le ho adorate
La cittadina di Porto Pino non ha un centro vero e proprio, ma pochi negozi, un mercatino serale, e un bel lungo canale, dove sono ormeggiate le barche, purtroppo poco illuminato la sera. Una bella ciclabile scorre tra Porto Pino, lo stagno e Sant’Anna Arresi: in quest’ultima cittadina si puo’ ammirare un nuraghe risalente al 1500 a.c. e uno splendido panorama sugli stagni e sul mare!
L’alloggio a Porto Pino
A Porto Pino, o meglio nella zona che arriva fino a Sant’Anna Arresi e anche a Teulada, l’offerta di allorggi era più ampia anche all’ultimo minuto rispetto a Chia.
Una buona promozione sul sito dell’hotel Cala dei Pini, che si trova proprio poco prima di Porto Pino, molto vicino all’ingresso per la spiaggia e proprio sullo stagno, ci ha fatto scegliere questa struttura.
L’hotel è stato di recente ristrutturato, le camere sono nuove e arredate in stile sardo, ovvero con mobilia in legno verde, hanno un balcone, un bagno un po’ piccolo (il lavandino davvero mignon)
E’ circondato da un bel giardino che sparge il profumo dei pini tutto attorno; ha una grande piscina, e serve una colazione ricca, con tante torte casalinghe. Ha anche un ristorante davvero ottimo, arredato gradevolmente, anche se purtroppo non all’aperto, e con un’illuminazione che potrebbe essere migliorata.
Insomma per la cifra pagata e per l’ubicazione si è rivelata un’ottima scelta.
Per arrivare all’hotel si percorre una scenografica strada che attraversa lo stagno.
Suggerimenti
Abbiamo gustato un’ottima cena di pesce a Porto Pino al ristorante La Barchetta, proprio sulla strada che porta al centro del paese, vicinissimo all’hotel Cala dei Pini!
Alcune informazioni generali
In tutte le spiagge della zona gli stabilimenti non sono in cemento, probabilmente per rispetto all’ecosostenibilità, e per questo i bagni sono solo chimici.
Per spostarsi e arrivare alle spiagge occorre assolutamente un mezzo, auto o moto.
Davanti alle spiagge ci sono parcheggi a pagamento con tariffa giornaliera dai 5 ai 9 euro (2022). Nella stagione di punta è meglio arrivare presto a quello della Tuaredda, pena non trovare posto.
La mia classifica di queste 3 spiagge??
Beh, come amante delle dune e come particolarità, al primo posto per me c’è Is Arenas Biancas e i suoi grandi spazi. Al secondo posto metto Su Giudeu, per il contesto, i grandi massi, le dune dorate dietro, e la trasparenza del mare. Metto come terza la più blasonata Tueredda, con un mare maldiviano al pomeriggio e nonostante la sua punta, ma meno particolare e più affollata delle altre
La Sardegna si conferma una bellissima meta per le vacanze, brevi o lunghe che siano!
Per alcuni aspetti questa zona mi ha ricordato la Corsica, dove ho lasciato il cuore!
agosto 2022
Meraviglie della natura: la Grotta Gigante a TRIESTE
A una ventina di minuti da Trieste, sull’altopiano del Carso, si trova la Grotta Gigante, la più grande d’Europa ad una sola stanza: la sua particolarità infatti è di essere non una galleria da percorrere ma una grande caverna in cui scendere nelle viscere del sottosuolo.
La grotta ha un altezza che arriva a 100 metri, e per giungere al punto più basso occorre scendere 500 gradini, corredati di ringhiere, e farne altrettanti per risalire.
Una guida preparata conduce nel sottosuolo e spiega, lungo il percorso di 850 metri, per circa un’ora, la storia della grotta, dalla sua formazione alla scoperta, fornendo alcuni elementi di geologia, mentre con attenzione si scende fino al punto più in basso, la Grande Sala, e poi si risale, con negli occhi la meraviglia. Un’immersione nel centro della terra!
La grotta è davvero immensa, dicono che potrebbe starci all’interno la basilica di San Pietro!
E’ impressionante vedere il lavorio che l’acqua ha fatto nei millenni sulla roccia calcarea, che si è quindi modellata creando sculture naturali che partono dal basso, le stalagmiti o dall’alto, le stalattiti, bellissime, tra cui una alta 12 metri vere opere d’arte naturali, multicolori: in base al tipo di minerale e alle luci artificali inserite per mostrare questo splendore, cambia la colorazione per la microvegetazione che nasce.
E’ inoltre sorprendente pensare come l’uomo abbia potuto lavorare, e in che condizioni, per costruire un sentiero, un sistema di illuminazione, una lunga galleria, al fine di permettere non solo agli speleologi ma a tutti coloro che desiderassero, di entrare nelle viscere del sottosuolo e godere di tale bellezza.
Milioni di anni fa scorrevano fiumi al suo interno che ne hanno scavato la roccia e creato gallerie, dove sono state trovate testimonianze della presenza degli uomini primitivi. Gli inizi della sua esplorazione risalgono al 1840, l’apertura al pubblico fu dal 1904. La temperatura all’interno della grotta è in ogni stagione di 11 gradi. Mentre si scende si può sentire qualche goccia che arriva sulla testa, proprio una di quelle che andranno a cambiare la forma delle formazioni di questo giardino di roccia
Al suo interno sono presenti una stazione di ricerca geofisica e attrezzature scientifiche all’avanguardia, come sismografi e come i due tubi di acciaio che dalla sommità arrivano a terra: sono pendoli geodetici che permettono di misurare i movimenti anche impercettibili della crosta terrestre.
L’ultima parte del percorso di risalita avviene attraverso una galleria appositamente costruita.
All’ingresso del Centro visitatori è presente un Museo Speleologico dove si possono vari reperti, scheletri, minerali, e anche attrezzi e un centro didattico..
Le visite guidate sono a orari prestabiliiti, durano circa 1 ora e vanno prenotate sul sito http://www.grottagigante.it/
La grotta è raggiungibile facilmente in auto, ma anche con i mezzi pubblici da Trieste.
Un escursione che davvero merita dalla vicina Trieste.
novembre 2022